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Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Genesi 6:8: Noè una storia di grazia in mezzo al giudizio.

Genesi 6:8: Noè una storia di grazia in mezzo al giudizio.
“Ma Noè trovò grazia agli occhi del SIGNORE”.

Se mentre l’umanità sarà giudicata con la morte (tramite ildiluvio Genesi 6:7,13; 7:10-24), solo Noè trova grazia davanti a Dio per essere salvato.
Noi troviamo un antropomorfismo: “agli occhi del Signore”. Dio non ha occhi, Egli è Spirito, agli occhi del Signore indica davanti a Dio, oppure Dio è onnisciente e conosceva Noè, oppure il Signore guardò con favore Noè.
La domanda è: Noè aveva qualcosa che meritava la grazia di Dio, visto che al v. 9 è scritto che fu un uomo giusto, integro ai suoi tempi, camminò con Dio?
Alcuni pensano che Noè trovò grazia davanti a Dio perché Noé fu un uomo giusto, integro ai suoi tempi, perché camminò con Dio, Noè si distingueva dalla società (Ezechiele 14:14,20). Secondo questa interpretazione, Noè per le sue qualità morali si è guadagnato il favore di Dio.
Altri pensano che comunque Noè era, un uomo giusto per grazia, per dono di Dio. Secondo questa interpretazione, alcuni pensano che non significhi però che Dio è stato obbligato a dare il Suo favore a Noè, si presuppone che vi era una relazione. C’è stato l’effetto, la grazia, a causa del suo comportamento.
Altri invece pensano che Noè fu scelto in mezzo a quella società, non ha vinto il favore di Dio, ma ha trovato la grazia di Dio (cfr. Esodo 33:19) e la grazia di Dio lo cambiò in un uomo giusto e integro. 
C’è stato una causa, cioè la grazia di Dio, e un effetto cioè il comportamento giusto.
Il v. 9 non spiega perché ha trovato grazia, sta dicendo semplicemente che fu un uomo giusto ai suoi tempi e questo è in seguito al fatto che ha ricevuto la grazia di Dio.
La grazia non si vince, non si merita con le opere, la grazia Dio la dona, o si riceve (Romani 4:4-5; 11:6; Efesini 2:8-10; 2 Timoteo 1:9). Le opere poi dimostrano la grazia ricevuta (Efesini 2:8-10)
“Grazia” (ḥēn) è il favore immeritato; infatti, quando si usa la parola "grazia " o "favore", di solito significa che il destinatario merita l'opposto del favore, quindi è un favore immeritato. 
Con “grazia” l'enfasi è sulla disposizione di chi mostra il favore piuttosto che l'esperienza del destinatario della grazia. Ciò è dimostrato dalla frase " agli occhi di Dio".
Quindi non significa che Noè era la persona più giusta sulla terra, e così Dio ha deciso di salvarlo. No, era un peccatore, ma Dio gli fece grazia.
Fare grazia è un’azione di qualcuno che ha qualcosa da dare a chi ha bisogno. 
Un'azione di un superiore verso un inferiore, verso chi ha poco, o nessuna importanza.
La grazia è la dimensione dell'attività divina che permette a Dio di fronte all'indifferenza umana e la ribellione di perdonare e benedire.
Perché Noè era un destinatario di grazia, fu risparmiato dal giudizio. 
Anche se il tema dominante della storia di Noè è il giudizio contro il peccato attraverso la distruzione dell'umanità, la storia di Noè è anche un racconto della grazia di Dio, la grazia in mezzo al giudizio. 

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