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Visualizzazione dei post con l'etichetta scoraggiamento

Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Non arrenderti mai: La perseveranza nella preghiera

Non arrenderti mai: La perseveranza nella preghiera Il tema universale del “non arrendersi mai” risuona profondamente nel cuore umano.  Lo spirito di questa determinazione è stato celebrato da generazioni, e artisti come Bruce Springsteen lo hanno catturato in inni come “No Surrender”, un vero e proprio omaggio alla lealtà, alla resistenza e allo spirito combattivo di fronte alle difficoltà della vita. Questo spirito del “non arrendersi mai” lo vediamo ovunque nella vita umana: l’atleta che si allena per anni per vincere una medaglia olimpica; l’imprenditore che non molla nonostante i fallimenti; lo studente che studia tutta la notte per superare un esame; i genitori che lottano senza sosta per i propri figli. Ma Gesù Cristo ci chiama a un “no surrender” ancora più importante quando insegnò la parabola della vedova e del giudice per mostrare che dobbiamo pregare sempre e non stancarsi (Luca 18:1).  Paolo sapeva qualcosa di questa determinazione quando scrisse ai Romani: “Siate...

Isaia 40:29-31: Sperare nel Signore rinnova le forze

 Isaia 40:29-31: Sperare nel Signore rinnova le forze Quando siamo stanchi siamo più vulnerabili agli attacchi del diavolo, o deboli, proprio come Amalek, senza avere alcun timore di Dio, attaccò gl’Israeliti più deboli stanchi e sfiniti, dopo che uscirono dall’Egitto (Deuteronomio 25:17-18). Secondo alcuni studiosi, Gesù è stato tentato dal diavolo, dopo quaranta giorni di digiuno, quando cominciò ad avere fame (Matteo 4:1-11; Luca 4:1-2), quindi in un periodo debolezza fisica. Quindi dobbiamo stare molto in guardia quando siamo stanchi fisicamente, ma anche interiormente, quando siamo scoraggiati, o depressi. Queste parole sono rivolte a quei Giudei che si trovavano in esilio a Babilonia e quindi erano scoraggiati. Isaia ricorda loro la grandezza del Signore per incoraggiarli a guardare la loro situazione attraverso, appunto, la Sua grandezza. In momenti difficili di grande scoraggiamento il popolo deve ricordare che nonostante il Signore per il momento non cambia la situazione a...

Isaia 40:28: Le caratteristiche del Signore che rinnovano le nostre forze

 Isaia 40:28: Le caratteristiche del Signore che rinnovano le nostre forze In questo versetto vediamo alcune caratteristiche del Signore. Le parole del capitolo 40 sono parole d’incoraggiamento per quei Giudei esiliati in Babilonia.  Dai vv.12-31 il profeta parla dell'incomparabile Dio d’Israele. Se qualcuno dubitava della capacità di Dio di ristabilire Israele nella sua patria, questi versetti di lode allontanano tutti i dubbi.  L'uomo è impressionato dalla grandezza e dalla potenza di molte cose in questo mondo: uomini e nazioni potenti, ma il Dio della Bibbia è superiore a tutti!  Primo, il Signore è più grande del mondo creato (vv.12–14). Isaia pose una serie di domande con lo scopo di mettere l'uomo al suo giusto posto.  La grandezza di Dio è indicata dalla vastità della sua creazione.  Dio è autosufficiente e indipendente! Non ha chiesto consiglio quando ha creato il mondo.  Il Signore non ha bisogno che qualcuno lo istruisca sulla giusta linea d...

Salmo 42:5: L’auto-esortazione a sperare in Dio

  Salmo 42:5: L’auto-esortazione a sperare in Dio  Il salmista, descrive la situazione, probabilmente la sua, con una similitudine tratta dalla natura, per trasmettere con forza la sua sete di Dio. Si paragona a un cervo assetato in un posto arido che desidera i corsi d’acqua, così desidera stare alla presenza di Dio nel tempio, da cui è lontano (vv.3-4,6).  Questo salmo è il lamento di un fedele che si trova nel nord d’Israele che desidera tornare alla casa di Dio, manifestando il suo desiderio con una fede risoluta e speranza in Dio.  Così la motivazione e il significato della sete di Dio, mentre soffre piangendo, è da ricercare nel v.3 (anche v.10), dove leggiamo di gente che lo schernisce dicendogli: “Dov’è il tuo Dio?” e nel v.9, dove troviamo scritto che l’autore dice che Dio lo ha dimenticato e questo nella sostanza indica che è oppresso dal nemico, probabilmente è in esilio, comunque lontano forzatamente da Gerusalemme e dal culto nel tempio (vv.9-10).  ...

Una preghiera di dipendenza (Salmo 86:1-4) (1)

 Una preghiera di dipendenza (Salmo 86:1-4) (1) Juanita Ryan scrive: “Ci piace pensare a noi stessi come indipendenti e autosufficienti, ma non lo siamo. Abbiamo bisogno di Dio. È vitale che riconosciamo il nostro bisogno perché è il punto di partenza della nostra relazione con lui”. Che ci piaccia o no, abbiamo bisogno di Dio! Abbiamo bisogno di Lui per vivere fisicamente e spiritualmente. Ora in questo salmo vediamo la preghiera di Davide che ci fa capire come dipendeva da Dio. Il re Davide descrive un periodo della sua vita davvero difficile, molto serio; la sua vita era a rischio perché persone superbe e violente erano insorte contro di lui per ucciderlo, dunque era una situazione angosciante (vv.7,13-14,17). Riguardo la preghiera secondo questi versetti possiamo dire: La preghiera è la dichiarazione che dipendiamo da Dio (vv.1,13,16) La preghiera è la voce della dipendenza da Dio!

Salmo 77:11-20: Lo sguardo al passato nella sofferenza

 Salmo 77:11-20: Lo sguardo al passato nella sofferenza Nella vita, anche in quella cristiana, possiamo ritrovarci in circostanze difficili e devastanti, ognuno di noi, anche il cristiano più spirituale, può ritrovarsi “in una valle oscura”. Ma come dobbiamo comportarci in queste circostanze? In questi versetti il salmista c’insegna cosa fare. Il salmo può essere diviso in due parti; nella prima parte è messa al centro l’io, troviamo il lamento, la sofferenza, i dubbi, il senso dell’abbandono di Dio e lo scoraggiamento (vv. 1-10), nella seconda parte vediamo al centro Dio, l’adorazione, la speranza, il conforto (vv.11-20).  La memoria che prima era debilitante (vv.5-9), ora è rinvigorente (vv.11-20).  Come diceva James Montgomery Boice: “A questo punto la sua revisione del passato non è motivo di dolore, ma un fondamento per la crescita spirituale e il conforto”. Quella mano destra dell’Altissimo che Asaf pensava che fosse cambiata (v.10) è lontana dal fallire, il salmist...

2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore

 2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore Sembra che Aristotele abbia detto: “Non possiamo imparare senza dolore”. Anche il salmista ha detto: “È stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Salmo 119:71). I tempi di sofferenza sono tempi di insegnamento, tempi in cui possiamo imparare ciò che nei piaceri non possiamo capire! La sofferenza è produttiva nella vita del servo di Dio. Nei vv.16-18 vediamo una serie di contrasti che ci parlano della sofferenza e del beneficio della sofferenza: Uomo esteriore / uomo interiore (v. 16), disfacimento / rinnovamento (v.16), leggera / più grande, smisurato (v.17), momentaneo / eterno (vv.17-18), afflizione / gloria (v.17), cose che si vedono / cose che non si vedono (v.18). Paolo dai vv.16-18 parla di tre motivi per cui non essere scoraggiati:  1) La sofferenza rinnova l’uomo interiore 2) La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo 3) La sofferenza non è per sempre Oggi...

Se sei un vero cristiano, guarda alle cose eterne (2 Corinzi 4:7-18)

  Se sei un vero cristiano, guarda alle cose eterne (2 Corinzi 4:7-18) “Se mi chiedessero di azzardare un'opinione su quale sia la malattia più diffusa oggi nella chiesa, suggerirei che è lo scoraggiamento” (Martyn Lloyd-Jones). Per quali ragioni ti scoraggi più spesso? Quali aree della tua vita sono difficili da affidare completamente a Dio? Quando sei stato scoraggiato o perplesso nella tua vita cristiana? Osservare Paolo fa un’affermazione. Paolo sta parlando del tesoro riferendosi al Vangelo della gloria di Cristo (v.4), o della conoscenza della gloria di Dio (v.6). I vasi di terra a cui si riferisce Paolo, sono i corpi dei cristiani, corpi umani normali quindi fragili, o deboli, senza un valore speciale (v.7). Perché Paolo sottolinea questo “tesoro” e “in vasi di terra”? Qual è lo scopo di questa grande potenza, cioè della potenza trasformatrice del Vangelo, o la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo? Che cosa enfatizza Paolo? (2 Corinz...

Spera in Dio! Isaia 40:12-31

  Spera in Dio! Isaia 40:12-31 “La speranza può vedere il cielo attraverso le nuvole più spesse” (Thomas Brooks) Quanto pensi alle grandezze di questo mondo quali immagini ti vengono in mente? Quanto pensi alla saggezza e alla giustizia di questo mondo a che cosa pensi? Dove e come le persone cercano speranza?

Salmo 3:1-2: La tribolazione di Davide.

Salmo 3:1-2: La tribolazione di Davide. Noi possiamo essere scoraggiati, provati, perseguitati, ostacolati, ma ciò che noi chiamiamo ostacoli, sono probabilmente le opportunità che Dio ci manda, come nel caso di Davide, opportunità di cercare Dio e di rafforzare la nostra fede. Il Salmo 3 ci dice che Davide si trova in una situazione difficile, è tribolato; ci dice che nonostante gli innumerevoli nemici che sono insorti contro Davide, lui trova fiducia nell'immediata protezione e salvezza del Signore. Questo è il modo di affrontare gli ostacoli, la persecuzione, le prove della vita: guardare al Signore con fede. Noi, oggi, mediteremo solo i vv.1-2 che ci parlano della moltitudine dei nemici di Davide, e della loro malignità.

Aggeo 2:6-9: L’antidoto allo scoraggiamento (2)

Aggeo 2:6-9: L’antidoto allo scoraggiamento (2) Nei vv.1-3 abbiamo visto lo scoraggiamento del popolo ai tempi di Aggeo. Nei vv.4-5 l’antidoto a superare lo scoraggiamento: la promessa contemporanea della presenza di Dio e del Suo Spirito. Nei vv.6-9 vediamo che l’antidoto allo scoraggiamento riguarda le promesse sulle future condizioni del tempio, quindi vediamo le motivazioni per servire il Signore e superare lo scoraggiamento. La certezza della presenza di Dio e del Suo Spirito, dovrebbero essere sufficienti a essere forti, a mettersi all’opera e a non temere nel ricostruire il tempio. Ma il Signore aggiunge un ulteriore motivo e incoraggiamento che riguarda le promesse future. Dio farà valere la Sua sovranità,  provvederà al completamento dei suoi propositi e che alla fine darà una gloria ancora maggiore al tempio in costruzione rispetto a quello di Salomone. Non dobbiamo fare l’errore di confrontarci solo con il passato e basta, certo dobbiamo guarda...

Luca 18:1-5:La parabola del giudice ingiusto e della vedova insistente.

Luca 18:1-5:La parabola del giudice ingiusto e della vedova insistente.  Un soggetto di preghiera spesso trascurato è la preghiera per il ritorno del Signore Gesù Cristo (cfr. Apocalisse 22:20). Questa è la preghiera che sempre dovremmo fare, ed è il senso di questa parabola. Questa parabola non dovrebbe essere separata dal discorso della fine dei tempi che Gesù aveva fatto precedentemente (Luca 17:20-37).  Così, secondo il contesto, questa parabola non riguarda semplicemente il modo in cui si dovrebbe pregare, ma si riferisce direttamente alla preghiera perché il Signore venga e faccia giustizia. Il senso lo troviamo in 2 Tessalonicesi 1:6-10 dove Paolo allude alla sofferenza dei cristiani e attende con ansia quel giorno quando il Signore Gesù ritornerà dal cielo con i suoi angeli in un fuoco fiammeggiante per fare vendetta (ekdikēsis- giustizia come Luca 18:7-8) di coloro che non conoscono Dio e di coloro che non obbediscono al Vangelo di nostro Signore Ge...

La parabola del giudice ingiusto e della vedova insistente (Luca 18:1-5).

La parabola del giudice ingiusto e della vedova insistente  (Luca 18:1-5).  Un soggetto di preghiera spesso trascurato è la preghiera per il ritorno del Signore Gesù Cristo (cfr. Apocalisse 22:20). Questa è la preghiera che sempre dovremmo fare, ed è il senso di questa parabola. Questa parabola non dovrebbe essere separata dal discorso della fine dei tempi che Gesù aveva fatto precedentemente (Luca 17:20-37).  Così, secondo il contesto, questa parabola non riguarda semplicemente il modo in cui si dovrebbe pregare, ma si riferisce direttamente alla preghiera perché il Signore venga e faccia giustizia. Il senso lo troviamo in 2 Tessalonicesi 1:6-10 dove Paolo allude alla sofferenza dei cristiani e attende con ansia quel giorno quando il Signore Gesù ritornerà dal cielo con i suoi angeli in un fuoco fiammeggiante per fare vendetta (ekdikēsis- giustizia come Luca 18:7-8) di coloro che non conoscono Dio e di coloro che non obbediscono al Vangelo di nostro ...

Filippesi 4:4: L’esortazione a gioire.

Filippesi 4:4: L’esortazione a gioire. “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi”.   Dio si aspetta che noi siamo gioiosi e che ricerchiamo la gioia! Il tema della gioia è particolarmente evidente in Filippesi (Filippesi 1:4, 18, 25; 2:2, 17, 18, 28, 29, 3:1; 4:1, 4, 10). “Rallegratevi”, nel greco, è un imperativo attivo presente, e insieme all’avverbio “sempre”, significa che dobbiamo continuamente essere gioiosi nel Signore, quindi Paolo esorta la chiesa di Filippi a rallegrarsi sempre (cfr. 1 Tessalonicesi 5:16). Eppure la chiesa di Filippi si trovava nel dubbio, nella paura e nella sofferenza (Filippesi 1:28-29), in mezzo a una generazione storta e perversa (Filippesi 2:15). Così è stato anche per Paolo, quando fu imprigionato a Filippi (Filippesi 1:30; cfr. Atti 16:25), e lo è ancora nel presente, infatti, si trovava in prigione a Roma mentre scriveva queste parole (Filippesi 1:7,13-14).

Salmo 42:1: La sete di Dio.

Salmo 42:1: La sete di Dio. “Come la cerva desidera i corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio”. Molti cristiani soffrono di depressione spirituale, come lo sono stati anche molti fedeli nella storia. Il salmista, descrive la situazione, probabilmente la sua, con una similitudine tratta dalla natura, per trasmettere con forza la sua sete di Dio. Il salmista si paragona a un cervo assetato in un posto arido che desidera i corsi d’acqua. Come un animale  assetato in un luogo arido, il salmista, il desiderio di stare alla presenza di Dio nel tempio, da cui è lontano (vv.3-4,6). È il lamento di un fedele che si trova nel nord d’Israele, che desidera tornare alla casa di Dio, manifestando il suo desiderio con una fede risoluta e speranza in Dio stesso.

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio.

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio. “O SIGNORE, per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte; tu nascondesti il tuo volto, e io rimasi smarrito”. Davide, a causa di una malattia che lo ha portato all’orlo della morte (vv.2-5), ha cominciato a riflettere sulla sua condizione davanti a Dio e quindi anche sulla vita. L’improvviso sconvolgimento di una vita tranquilla, il fatto che Dio nascose la Sua faccia, porta Davide a riconoscere che stava costruendo la sicurezza della propria vita su un fondamento sbagliato, cioè se stesso (v.6). Il peccato di Davide era l’orgoglio: l’auto-sufficienza e l’auto-indipendenza. Ora Davide riconosce che è la benevolenza di Dio che ha reso forte il suo monte, e non se stesso! Questa immagine indica una solida, sicura e prosperosa condizione (Salmo 18:34; 27:5). Dio ha messo Davide in altezze inattaccabili, lo ha stabilito in sicurezza come una forte montagna! La conseguenza, o la natura di nascondere la faccia è in riferimento al...

La consolazione dei cristiani.

Giovanni 14:1-12: La consolazione dei cristiani. Il diavolo, secondo la leggenda, una volta pubblicizzò i suoi strumenti per la vendita all'asta pubblica. Andarono diversi potenziali acquirenti. Tra i vari strumenti, ve ne era uno strano con un'etichetta: "non in vendita". Qualcuno degli acquirenti chiese come mai questo strumento non fosse in vendita; il diavolo rispose: "Posso vendere gli altri miei strumenti, ma non posso vendere questo, è l'attrezzo più utile che ho. Si chiama scoraggiamento, e con esso posso farmi strada nei cuori delle persone, altrimenti inaccessibili, e così posso lavorare in modo efficace in loro. Quando io faccio entrare questo attrezzo nel cuore di un uomo, la strada è aperta per piantare là, qualsiasi cosa io posso desiderare. Come possiamo vincere lo scoraggiamento? Come possiamo essere consolati? Dopo aver fatto il lavaggio dei piedi ai Suoi discepoli, durante l’ultima cena (Giovanni 13:1-17), Gesù annunzia alcune verità sco...