1 Samuele 15:24: La disobbedienza di Saul - lezioni sulla fedeltà a Dio
“Allora Saul disse a Samuele: ‘Ho peccato, perché ho trasgredito il comandamento del SIGNORE e le tue parole, perché ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce’”.
Cosa spinge un uomo scelto da Dio a disobbedire così apertamente come Saul?
Cosa possiamo imparare da questa storia millenaria?
Cercherò di dare delle risposte a queste domande.
Intanto vediamo il contesto di questo versetto.
Gli Amalechiti caddero sotto la stessa maledizione di quelle nazioni Cananee che dovevano essere distrutte (1 Samuele 15:1–3; cfr. Esodo 17:8–16; Deuteronomio 20:16–18; 25:17–19).
L’obbedienza di Saul fu messa alla prova ancora una volta e ancora una volta fallì.
Il suo potere regale non gli dava il diritto di modificare le istruzioni date da Dio per adattarle a se stesso, Saul disobbedì agli ordini del Signore degli eserciti (1 Samuele 15:4–9).
Dio comunicò a Saul tramite Samuele le conseguenze della sua disobbedienza (1 Samuele 15:10–16; cfr. 1 Samuele 13:13–14).
I sacrifici religiosi e le vittorie militari non potevano sostituire l’obbedienza!
Samuele aveva dato a Saul le istruzioni di Dio, ma Saul, agendo indipendentemente da tali istruzioni, si era ribellato a Dio, dimostrando così di essere inadatto a essere re del popolo di Dio (1 Samuel 15:17–23).
Nessun appello da parte di Saul avrebbe potuto alterare il fatto che Dio lo avrebbe sostituito come re d'Israele (1 Samuele 15:24–29).
Certamente 1 Samuele 15:24 rivela la complessità della natura umana di fronte la volontà di Dio e le pressioni sociali, ma questa non può essere una giustificazione alla disobbedienza!
Cominciamo col vedere: