Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)
Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7.
In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”, ne stiamo studiando il significato.
Nelle precedenti predicazioni, abbiamo esplorato il significato profondo di "tuo Dio" in diversi contesti. 
Innanzitutto, abbiamo riconosciuto la natura personale e relazionale del Signore, evidenziata dal patto stretto con Israele sul monte Sinai. 
Successivamente, abbiamo approfondito la fedeltà di Dio ai patriarchi, Abraamo, Isacco e Giacobbe. 
Fu proprio in virtù di questa fedeltà che il Signore decise di liberare Israele dalla schiavitù d'Egitto. 
La liberazione non fu un evento casuale, ma l'adempimento di una promessa fatta ai patriarchi e un segno tangibile anche della compassione e della potenza di Dio.
Infine, abbiamo analizzato come la liberazione dall'Egitto abbia portato alla formalizzazione del rapporto preesistente tra Dio e Israele come Suo popolo. 
Il patto del Sinai divenne la base di questa relazione, stabilendo le leggi e i principi che avrebbero dovuto guidare il popolo eletto nella sua storia.
In questa predicazione vediamo che il patto del Sinai dimostra la fedeltà ribadendo la promessa di Dio ai patriarchi di dare la terra promessa. 
Che cosa significa che Dio è fedele? (Numeri 23:19; Salmo 36:5; 119:90; Romani 3:3-4; 2 Timoteo 2:13).
La fedeltà di Dio è l’attributo dell’affidabilità, il contrario di tutto ciò che è incostante e fluttuante, quindi inaffidabile!
Come una roccia, il Signore è fermo, stabile, immutabile e inamovibile (Deuteronomio 32:4).

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (1)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (1)
Siamo alla terza predicazione di questo versetto. 
Dopo aver visto che Dio è con il Suo popolo nel viaggio della vita, abbiamo cominciato a vedere il significato di “tuo Dio”; l’ultima volta a riguardo, abbiamo visto che indica che Dio è personale e relazionale.
Proseguiamo il nostro viaggio di scoperta, immergendoci nel profondo significato dell'espressione "tuo Dio".
In questa esplorazione vedremo che significa anche che Dio è fedele al patto, infatti l'espressione "tuo Dio" rimanda al patto che Dio ha stretto con Israele sul Monte Sinai (Esodo 19-24).
Questo patto implica un impegno reciproco: Dio s’impegna a essere il Dio d’Israele a proteggere e a provvedere alle sue necessità, mentre Israele s’impegna a seguire la legge di Dio e ad adorare solo Lui.
"Tuo Dio" sottolinea l'esistenza di un legame speciale e intimo tra Dio e il Suo popolo. 
“Tuo Dio”, dunque ci parla che c’è un legame tra il Signore e il Suo popolo: il Signore si prende cura del Suo popolo e il Suo popolo gli obbedisce, non deve avere idoli! (per esempio cfr. Esodo 19:8; 20:1-17; 24:3,7; 34:13,27-28; Levitico 26:1-13; Deuteronomio 4:13,23; 7:25-26; 10:12; 28:1-14; Giosuè 24:14-15; Neemia 1:5; Daniele 9:4). 
L'esclusione di qualsiasi idolo rappresenta un elemento fondamentale di questo patto (cfr. per esempio Esodo 20:1-17; Deuteronomio 4:15-19; 5:7-9; 6:14-15; 7:25-26; 8:19-20; 11:16; 27:15; 29:17-18; 30:17-18).
L'adorazione di Dio è unica e indivisibile, non ammette rivali, o alternative, è un Dio geloso (Esodo 20:2-3; Deuteronomio 4:23-24; 5:6-7; Isaia 42:8; Isaia 45:5-6).
Il Signore richiede la completa dedizione del Suo popolo, che deve rivolgere a Lui solo la Sua adorazione e la Sua obbedienza.
Vogliamo vedere tre aspetti del patto del Sinai mediato da Mosè (Esodo 34:27; Levitico 26:46; Deuteronomio 29:1). 
Oggi ne vediamo due, il terzo la prossima volta, a Dio piacendo.
Cominciamo a vedere che:

Deuteronomio 2:7: Dio è personale e relazionale

 Deuteronomio 2:7: Dio è personale e relazionale
C’è una canzone che dice così:
“Tutto ciò che un tempo mi era caro, su cui ho costruito la mia vita
tutto ciò che questo mondo venera e guerreggia per possedere
tutto ciò che una volta credevo un guadagno
l'ho considerato una perdita e senza valore ora, 
rispetto a questo
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
Ora il desiderio del mio cuore è di conoscerti di più
di essere trovato in Te e conosciuto come Tuo
possedere per fede ciò che non ho potuto guadagnare
il dono supremo della giustizia.
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
Oh, conoscere la potenza della tua vita risorta
e conoscerti nella tua sofferenza
diventare come Te nella Tua morte, mio Signore
così con Te vivere e non morire mai
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
e ti amo, Signore
e ti amo, Signore”.
Questa è una canzone di adorazione che celebra il desiderio di conoscere Gesù Cristo in modo più intimo e profondo. 
Il brano inizia affermando che tutto ciò che una volta era importante, o prezioso nel mondo è ora considerato senza valore rispetto alla conoscenza e alla relazione con Gesù Cristo. 
Questo riflette un tema comune nella Bibbia, che incoraggia i credenti a mettere Dio al primo posto nelle loro vite anziché concentrarsi sui beni materiali.
Il cuore della canzone è il desiderio di conoscere Gesù Cristo in modo più profondo e completo. 
Gesù viene descritto come "il mio tutto", "il migliore", "la mia gioia" e "la mia giustizia", evidenziando la sua centralità nella vita del cantante.
Il testo esprime il desiderio di crescere spiritualmente e di essere più vicini a Gesù. 
Ciò include il desiderio di conoscerlo meglio, di essere "trovati in lui", e di possedere per fede ciò che non può essere guadagnato da sé stessi.
Viene menzionato il desiderio di conoscere la potenza della risurrezione di Gesù e d’identificarsi con Lui anche nelle Sue sofferenze e nella Sua morte. 
La canzone si conclude con un'espressione di amore per Gesù, ripetendo le parole "E ti amo, Signore" come una dichiarazione di devozione e affetto.

Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita

 Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita
Qualcuno ha detto: "Un viaggio è come un matrimonio. Tu prendi il buono con il cattivo".
Un viaggio è come un matrimonio, con i suoi momenti buoni e cattivi, perché ci sono momenti di relax, di gioia, ma non sempre tutto fila liscio come abbiamo pianificato prima di partire: ritardi, problemi di salute, con la prenotazione, scioperi, condizioni meteorologiche avverse, e così via.
Metaforicamente anche la vita può essere paragonata a un viaggio, con i suoi alti e bassi, con gioie e tristezze, salute e dolori, serenità e inquietudine, successi e fallimenti, conforto e sfide, con previsti e imprevisti.
Come il popolo d'Israele, anche noi attraversiamo per “deserti”, metaforicamente momenti di difficoltà e incertezze di vario genere. 
Ma Dio è con noi, veglia su di noi e ci accompagna in ogni passo del nostro cammino, come ha fatto con il popolo d’Israele.
Il contesto di questo versetto di Deuteronomio, racconta le tappe del viaggio del popolo di Israele nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù di Egitto. 
Questo versetto dice che il Signore, il Dio d’Israele si è preso cura del Suo popolo nei quarant’anni nel deserto, e per questo motivo il popolo poteva permettersi di comprare da mangiare e da bere dagli Edomiti perché Dio lo aveva assistito (v.6). 
In questo versetto ci sono tre aspetti della cura del Signore per Israele, oggi ne vedremo due, il terzo, a Dio piacendo la prossima volta. 
Il primo aspetto è:

Ecclesiaste 1:9-10: Niente di diverso!

 Ecclesiaste 1:9-10: Niente di diverso!
La vanità del mondo umano
La vita è come un orologio a pendolo che scandisce il tempo in modo ripetitivo.
Oppure come un disco rotto! 
Vi ricordate quei dischi in vinile danneggiati o graffiati, che ripetevano continuamente la stessa parte della registrazione.
O ancora un “déjà vu”, in francese che letteralmente significa "già visto". 
Immaginate di rivivere la stessa giornata, in un loop infinito, cioè in una sequenza di azioni, eventi o processi che si ripetono ciclicamente o continuamente.
Svegliarsi, fare colazione, andare al lavoro, tornare a casa, cena, sonno. E poi di nuovo, e ancora, e ancora. Un “déjà vu” che pervade ogni aspetto della nostra esistenza.
I vv.4-11 sono la spiegazione, o l’illustrazione, e rispondono alla domanda del v.3: “Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole?”
Nei vv.4-11, l’ecclesiaste enfatizza la monotonia della natura, l’attività ripetuta e continua.
L’ultima volta, commentando il v.8, abbiamo considerato che in questo mondo niente soddisfa, nei vv.9-10 vediamo che in questo mondo non c’è niente di diverso. 
La Nuova Riveduta traduce i vv.9-10 così: “Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: ‘Guarda, questo è nuovo?’ Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto”. 
La traduzione CEI invece traduce così i vv.9-10: “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: ‘Guarda, questa è una novità’? Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto”.
I LA REALTÀ STORICA RIPETITIVA (v.9)

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”,...

Post più popolari dell'ultima settimana