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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Se Isaia 7:14 parlando profeticamente della nascita di Cristo dice che sarebbe stato chiamato Emmanuele, come mai un angelo del Signore dice a Giuseppe di chiamarlo Gesù?


Se Isaia 7:14 parlando profeticamente della nascita di Cristo dice che sarebbe stato chiamato Emmanuele, come mai un angelo del Signore dice a Giuseppe di chiamarlo Gesù?

Prima di tutto vediamo che Gesù viene chiamato con diversi nomi nella Bibbia, per esempio in Isaia 9:7 è scritto che il Messia, quindi Gesù sarà chiamato Consigliere Ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, quindi vediamo che Isaia dice che Gesù sarebbe stato chiamato con nomi diversi. Secondariamente vediamo che l’enfasi non è al nome di famiglia, ma al fatto che il nome contraddistingue sia il carattere che la missione di Gesù. 
In Matteo 1:22 comunque Matteo cita la profezia di Isaia 7:14 e da anche il significato del nome Emmanuele, (Emmanouēl) che significa “Dio con noi”, poi Matteo continua a raccontare la sua storia dicendo che quando Maria partorì, misero il nome che l’angelo aveva detto e cioè Gesù(Iēsous una traslitterazione dall’ebraico Yeshua’ ) che vuol dire “Yahweh salva” o “Yahweh è salvezza”. I due nomi mettono in evidenza due caratteristiche di Gesù e cioè il fatto che nella Sua persona Dio sarebbe stato presente(Emmanuele) e che lo stesso Dio che si è incarnato, salva (Gesù). 
R.T. France: “ Il punto essenziale non sta nel fatto che Emmanuele sia stato o no il nome realmente portato da Gesù, ma che quel nome indicava il suo ruolo, consistente nel portare all’uomo la presenza di Dio. Questo significato ha una relazione con quello del suo nome effettivo, Gesù, in quanto è il peccato a separare l’uomo dalla presenza di Dio, per cui la salvezza dal peccato viene da ‘Dio con noi’. Ma l’accento posto da Matteo sul significato del nome fa pensare che egli veda in esso una indicazione sia della persona sia dell’opera di Gesù.”  
Possiamo dire che Emmanuele mette in enfasi l’incarnazione del Cristo, la presenza in mezzo al Suo popolo, che viene incontro all’uomo, mentre il nome Gesù mette in enfasi la Sua missione salvifica, il Suo sacrificio per la salvezza dei peccati e quindi il modo come è possibile la riconciliazione del suo popolo con Lui. Lo stesso Dio che si è incarnato e lo stesso che è morto per i peccati del Suo popolo per salvarli dai peccati. (Luca 1:47; 2:11; Giovanni 4:42). 
Inoltre noi dobbiamo pensare che Dio viene chiamato anche con nomi diversi senza contraddizione, perché lo Spirito Santo voleva insegnarci vari aspetti della natura di Dio, così anche per Cristo, non è una contraddizione perché si vuole mettere in evidenza i vari aspetti della Sua natura e della Sua missione. Noi dobbiamo tener presente che il nome nella Bibbia corrisponde in qualche modo alla persona, così questi due nomi esprimono due caratteristiche di Gesù che comunque non si contraddicono.

Bibliografia.

Dizionario Biblico; a cura di Giovanni Miegge, Claudiana, Torino, 1992. 

R. C. Sproul, Now, That's a Good Question! Database © 2006 WORDsearch Corp. 1996.

R.T. France, Il Vangelo secondo Matteo, Edizioni GBU, Chieti-Roma;2004.


Non è idolatria adorare Gesù come Dio?


Non è idolatria adorare Gesù come Dio?
C.S. Lewis riguardo la divinità di Gesù affermò: “Sto cercando d’impedire che qualcuno dica  del Cristo quella sciocchezza che spesso si sente ripetere: -Sono pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di morale, ma non accetto la sua pretesa di essere Dio-”  
La storia ha visto molte volte il fenomeno che moltitudini di persone hanno adorato un uomo, che hanno ricevuto le sue parole come verità assoluta e i suoi comandi come legge assoluta.  Se Gesù fosse solamente un uomo, certamente sarebbe assurdo e anche blasfemo adorarlo. 
Egli non meriterebbe nemmeno di essere onorato, ma siccome Gesù era veramente ciò che diceva di essere, cioè Dio allora è giusto adorarlo. Gesù rivendicava l’autorità di rimettere i peccati (Marco 2:5-7), autorità che ha solo Dio (Isaia 43:25). Gesù stesso non rifiutava l’adorazione (Matteo 28:17), in cielo è adorato insieme al Padre (Apocalisse 5:9-13). 
Gesù affermava di essere Dio: “Chi ha visto o me ha visto il Padre.” (Giovanni 14:6). Gesù dichiarava di essere uguale al Padre Giovanni 5:17-18, che esisteva prima della nascita di Abramo, (la preesistenza e l’eternità prima della creazione Giovanni 8:58; Michea 5:1). 
Gesù ha detto in Giovanni 8:12: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Giovanni  14:6: "Gesù gli disse: 'Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me'". Matteo 24:35: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Queste e molte altre affermazioni uniche, che nessun uomo ha mai dette, fece Gesù. Se tali dichiarazioni fossero state fatte da qualsiasi altro uomo, immediatamente sarebbe stato bollato come un pazzo o un bugiardo, ma Gesù Cristo è niente di tutto questo. 
Da duemila anni, Lui è la Luce del mondo e le Sue parole non sono passate! Milioni di persone di tutti i tempi e culture, di tutti i livelli sociali, lo hanno accettato come Salvatore e Signore, sperimentando ciò che Lui ha detto e riconoscendo la verità delle Sue affermazioni.  
Inoltre il Nuovo Testamento afferma che Gesù è Dio (Giovanni 1:1-3,14-18; 20:28, Tito 2:13); il Creatore (Giovanni 1:1-3); il Sostenitore di tutte le cose (Colossesi 1:17),  l’Immagine dell’invisibile Dio (Colossesi 1:15); lo Splendore della gloria di Dio, l’Impronta della Sua essenza (Ebrei 1:1-8), questi sono motivi per adorarlo,perché è della stessa natura di Dio Padre. Infine, Egli solo fra tutti gli uomini che sia mai vissuto, ha vinto la morte, infatti Gesù è risuscitato dai morti come affermato nel Nuovo Testamento più volte. 
Le prove che Gesù è veramente risorto dai morti sono schiaccianti e questo più di ogni altra cosa dimostra la Sua divinità e la Sua unicità (Matteo 12:40; Giovanni 2:19-21; Marco 16:1-14; Romani 1:4,ecc.)
“Il potere di risorgere dalla morte è il segno che Lo distingue non solo da tutti gli altri capi religiosi, ma da chiunque altro sia mai vissuto in questo mondo.” 
Quindi, anche se Gesù è stato certamente un vero uomo, anzi l'unico uomo perfetto in tutta la storia, era anche Dio, la seconda Persona della Trinità eterna, pertanto non è sbagliato adorarlo, non è idolatria! 

Bibliografia.

Henry M. Morris and Martin E. Clark, The Bible Has the Answer,  1976, 1987 by Master Books, Inc. Database , WORDsearch Corp. 2007

Josh McDowell, Più che un falegname, Edizioni centro biblico, Casoria NA,1997.

Josh MacDowell e Don Stewart, Risposte alle domande spinose degli atei, edizioni centro biblico,Casoria, NA, 1993.

Come può una persona avere allo stesso tempo una natura divina e una natura umana come credono i cristiani riguardo a Gesù Cristo?


Come può una persona avere allo stesso tempo una natura divina e una natura umana come credono i cristiani riguardo a Gesù Cristo?
Uno dei problemi del cristianesimo oggi, è la mancanza di conoscenza delle dottrine ( anche tra i cristiani), come quella di Gesù, è in modo particolare ciò che riguarda la Sua persona, il fatto che avesse due nature: quella divina e quella umana. Per le nostre menti limitate è difficile capire e non possiamo nemmeno comprendere pienamente ciò che riguarda l’Iddio infinito, quindi anche come Gesù potesse avere due nature in un'unica Persona! 
Ha ragione T.C. Hammond quando dice: “Il fatto così unico e impareggiabile delle due nature esistenti in una sola Persona dovrebbe riempirci di meraviglia più che indurci a cercare di analizzarlo.”  Questa è l’unione ipostatica (greco hupóstasis che può significare essere, natura), Gesù Cristo era pienamente Dio e pienamente uomo. Principalmente noi dobbiamo comprendere che prima di essere uomo, Gesù pre-esisteva ed era già Dio (Giov.1:1-3,14-18; 8:58; 17:3-5; Filippesi 2:5-8; Colossesi 1:17; Ebrei 1:2). Al momento dell’incarnazione Gesù è diventato un essere umano (Giov.1:14), alla Sua natura divina è stata aggiunta quella umana. Non è che Gesù Cristo ha cambiato la divinità in umanità, che smise di essere Dio divenendo un uomo, ma la persona divina ha preso su di sé una natura umana. 
Non possiamo comprendere completamente come questo mistero sia possibile, ma non si può escludere, che Dio, essendo l’Iddio Onnipotente Creatore Sovrano, può aggiungere a sé una natura umana e fare in modo di unire due nature in una sola persona. Secondariamente queste due nature, l’umana e la divina non erano mescolate, erano unite senza che nessuna delle due perdesse la propria identità distinta Per l’uomo una cosa del genere è impossibile, ma non per Dio. 
Noi, infatti, vediamo nel Nuovo Testamento, che Gesù a volte opera con le limitazioni dell’umanità (Giov.4:6; 19:28,ecc.) e altre volte nella potenza della Sua divinità (Giov.1:43; Matteo 14:18-21,ecc.). In entrambi i casi, le azioni di Gesù, provenivano dalla Sua unica Persona. 
Sempre il teologo T.C. Hammond afferma:“ Nell’incarnazione le due nature, pur essendo unite, non furono mescolate e alterate nelle loro proprietà, così da far risultare un terzo tipo di sostanza che non fosse né divina né umana.”  Nel credo di Calcedonia redatto nel 451 d.C. venne dichiarata la dottrina delle due nature:“….Uno e medesimo Cristo Signore unigenito, da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi. Egli non è diviso o separato in due persone,  ma è unico e medesimo Figlio, unigenito, Dio, Verbo e Signore Gesù Cristo, come prima i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo ci hanno insegnato di lui, e come ci ha trasmesso il simbolo dei padri ”. 
Dunque queste due nature sono presenti in Cristo, sono in perfetta unità, senza mescolanza, divisione, confusione o separazione. Perciò quando pensiamo all’incarnazione, le due nature non vanno mescolate e non dobbiamo pensare che Gesù avesse una natura divinizzata umana o una natura divina umanizzata. Le due nature sono distinte, ma in perfetta unità in un'unica Persona! Come ciò sia possibile è un mistero, ma per Dio comunque ogni cosa è possibile! (Gen. 18:14; Matt.19:26).

Bibliografia 
Got questions?org,  www.gotquestions.org

R. C. Sproul, Now, That's a Good Question Now, WORDsearch Corp,2006.

T.C.Hammond, Aggiungi alla fede la conoscenza, edizioni G.B.U., Roma, 1994. 

Come facciamo a sapere che Gesù era il Messia?


Come facciamo a sapere che Gesù era il Messia?
Il Vangelo di Matteo, inizia in questo modo: “Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo” (Matt.1:1 vedi anche Mar. 1:1; Luca 24:26; Giov. 20:3). Anche Gesù lo aveva affermato alla Samaritana (Giov.4:25-26), fu riconosciuto da Andrea che lo testimoniò al fratello Simon Pietro (Giov.1:41). Egli accetta il titolo dal cieco Bartimeo (Mar.10:46-48), dalla folla, quando entra a Gerusalemme (Matt. 21:9), dai bambini al tempio (Matt.21:15) e in altri contesti ( Matt.16:16-18, Mar.14:61-62, Luca 4:21). 
La parola greca “Cristo” (Christós) corrisponde alla parola ebraica “Māšîaḥ” che significa unto, il nome dato al Liberatore promesso che sarebbe venuto un giorno per il popolo d'Israele come il loro grande Salvatore e Redentore. Israele, perciò, attendeva, fin dai tempi più antichi, un giorno futuro, in cui il popolo avrebbe trionfato sui nemici e vi sarebbe stata prosperità e pace per tutti. (Gen.49:8-12; Is.9:5-6; 11:1-5; Ger.23:5-6; Zacc.9:9-10; Ez. 34:23-26; Mich.5:1-5,ecc). 
Nell’Antico Testamento il titolo “Messia”, vale a dire Unto del Signore, perché scelto e consacrato da Dio, è il titolo che spetta al re della dinastia Davidica (1 Sam.16:13; 2 Sa.7:13-16; Ez.34:23-24, ecc). Alcuni, ovviamente, aspettano ancora l'adempimento di queste promesse dell'Antico Testamento, quando il “Messia” verrà a instaurare un regno di pace e di giustizia centrata sulla nazione prescelta, Israele. D'altra parte, i cristiani, quindi dagli apostoli in poi, sono convinti che Gesù di Nazaret era il Messia promesso. I primi cristiani hanno predicato che Gesù è il Cristo (Atti 2:36;3:18-20; 1Cor.1:10-30,ecc.). Alla predicazione di questa verità, molti Ebrei si convertirono per la grazia di Dio, ma, in seguito, anche molti pagani riconobbero che Gesù era il Cristo. Avevano buone ragioni per credere questo. Una prova schiacciante che Gesù è il Cristo, è che ha realizzato in modo chiaro e senza equivoci, le profezie messianiche dell'Antico Testamento. 
Josh McDowell: “L’antico Testamento contiene oltre trecento riferimenti al Messia che si sono realizzati in Gesù.”   
Dunque le profezie più di trecento e fatte centinaia di anni prima, è impossibile, che si siano realizzate in modo accidentale su un uomo qualsiasi! Vediamo alcune delle profezie messianiche che provano che Gesù è il Messia. 
1. Nato da una vergine (Is.7:14; Matt. 1:21- 23.) 
2. Del seme di Abramo (Gen. 12:1-3; 22:18, Matt.1:1; Gal 3:16.)
3. Della tribù di Giuda (Gen.49:10, Luca 3:23, 33; Eb. 7:14.) 
4. Della casa di Davide (2 Sam. 7:12-16; Matt.1:1.) 
5. Nato a Betlemme (Mich.5:2; Matteo 2:1; Luca 2:4-7.) 
7. Unto dallo Spirito Santo (Is.11:2; Matt.3:16-17.) 
8. Annunciato dal messaggero del Signore, il Battista (Is. 40:3; Mal. 3:1; Matt.3:1-2.) 
9. Avrebbe fatto miracoli (Is.35:5-6; Matt. 9:35.) 
10. Avrebbe purificato il tempio (Mal.3:1;. Matteo 21:12-13.) 
11. Rifiutato dagli Ebrei (Sal. 118:22; 1 Pietro 2:7.) 
12. Morto di una morte umiliante (Sal 22; Isa 53.) 
a. Vediamo il rifiuto (Is.53:3; Giov.1:10-11, 7:5, 48.) 
b. Vediamo il silenzio davanti ai suoi accusatori (Is. 53:7; Matt.27:12-19.) 
c. Vediamo la derisione (Sal. 22:7-8; Matteo 27:31.) 
d. Vediamo i segni delle ferite nelle sue mani e piedi (Sal. 22:16; Luca 23:33.) 
e. Vediamo la crocifissione con i ladri (Is. 53:12; Matt.27:38.) 
f. Vediamo la preghiera per i suoi persecutori (Is. 53:12; Luca 23:43) 
g. Vediamo il segno della ferita nel costato (Zacc. 12:10; Giovanni 19:34.) 
h. Vediamo la sepoltura nella tomba di un uomo ricco (Is. 53:9; Matt. 27:57-60.) 
i. Vediamo le sue vesti sorteggiate (Sal. 22:18; Giov.19:23-24.) 
14. Sarebbe risorto dai morti (Sal. 16:10; Marco 16:06; Atti 2:31.) 
15. Asceso al cielo (Sal 68:18; Atti 1:9.) 
16. Si sedeva alla destra di Dio (Sal.110:1; Ebr. 1:3.) 

Pertanto possiamo affermare che Gesù è il Messia profetizzato nell’Antico Testamento.
Possiamo dire che come Messia Gesù:
1)Il re promesso liberatore (2 Sam.7:11-13.)
2)Colui che Dio ha mandato per essere il Salvatore del mondo, dei nostri peccati e dall’ira di Dio (Luca 2:11; Giov.4:42; Rom.5:8-11; 1 Tim.1:15.)
3)Dio con noi, Emmanuele (Is.7:14; Matt.1:23.)

Bibliografia.
Dizionario Biblico, Claudiana editrice, 1992, Torino.

Geisler, N. L., & Brooks, R. M. (1990). When skeptics ask. Wheaton, Ill.: Victor Books.

Henry M. Morris and Martin E. Clark, The Bible Has the Answer,  1976, 1987 by Master Books, Inc. Database , WORDsearch Corp. 2007.

Josh McDowell, Nuove evidenze che richiedono un verdetto,  ed. centroBiblico, Napoli, 2004.

Ladd, G. E., & Hagner, D. A. (1993). A Theology of the New Testament. Grand Rapids, MI: William B. Eerdmans Publishing Company.

O.J. Gibson, I principi della dottrina cristiana, Diffusione letteratura cristiana, Berneck/Florenz,1989.

Come era Gesù fisicamente? Perché non è giusto rappresentarlo?


Come era Gesù fisicamente? Perché non è giusto rappresentarlo? 
Ciò che vediamo nei quattro vangeli è che Gesù non è rappresentato, noi vediamo, infatti, che i quattro evangelisti non danno nessuna informazione sull’aspetto fisico, di quanto Gesù fosse alto o basso, se fosse biondo o scuro, niente di tutto ciò viene descritto! Ciò che viene raccontato è la provenienza, il modo com’è nato, la Sua famiglia e quindi il paese, il mestiere, le parole, il carattere le azioni, ma non troviamo niente del Suo aspetto fisico, se fosse stato importante a fin di rappresentarlo con un ritratto, lo avrebbero descritto minuziosamente. Eppure Gesù viene rappresentato ed è stato rappresentato attraverso i secoli in dipinti e statue, ma questo non ha nessuna base biblica. Ci sono almeno tre ragioni per cui è meglio non rappresentare Gesù.

La prima ragione è:
1. Le immagini sono fuorvianti.
Sono fuorvianti per due ragioni, in primo luogo perché non sappiamo in realtà come era Gesù, quindi qualsiasi rappresentazione non sarebbe precisa e ci farebbero immaginare un Gesù quale non è stato. In secondo luogo le immagini trasmettono idee sbagliate che ci sviano dalla verità. Per esempio se Gesù viene rappresentato alto, si può pensare inconsciamente che Dio preferisce gli uomini alti, se viene rappresentato bello allora si pensa che Dio preferisce gli uomini belli.

2. Le immagini tendono all’idolatria.
Quando si parla di idolatria s’intende non solo ad adorare falsi dei, ma anche adorare il vero Dio con immagini o statue. L’uomo ha la tendenza perversa all’idolatria offuscando così la gloria di Dio (Romani 1:23). A causa del peccato di orgoglio e d’incredulità radicata nella propria anima, il genere umano si ribella al pensiero di sottoporsi in fede al suo Creatore e quindi si crea un “dio fai da te” come lui desidera, secondo il proprio punto di vista. L'Apostolo Giovanni ci dice in 1 Giovanni 5:21 di guardarsi dagli idoli e Paolo ci ammonisce in Atti 17:29 in questo modo: "Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana. La divinità non è simile a oro o ad argento o a una statua e secondo l’immaginazione umana".
Quindi non dovremmo farci immagini e sculture della divinità. Questo ci porta a considerare la terza ragione per cui non dobbiamo rappresentare Gesù e quindi Dio.

3. La creazione della creatura (la riproduzione di “dio”) non può rendere un omaggio corretto del vero Dio.
Dio non può essere rappresentato e non vuole essere rappresentato (Esodo 20:4-6; Isaia 40:18-20; 44:9-20; Ger.10:1-5;ecc.) e siccome non vi è nessuna rivelazione di Dio stesso a riguardo, crearne una significa offuscare la Sua gloria, perché attraverso questa rappresentazione peccaminosa, la Sua maestà risulterebbe alterata e risulterebbe diverso da quello che in realtà è!

Bibliografia.
Henry M. Morris and Martin E. Clark, The Bible Has the Answer, 1976, 1987 by Master Books, Inc. Database , WORDsearch Corp. 2007.

James I. Packer, Conoscere Dio, Edizioni Voce Della Bibbia, Formigine(MO), 1995.

In che senso e in che misura la Bibbia è la Parola ispirata di Dio?


In che senso e in che misura la Bibbia è la Parola ispirata di Dio?
Il versetto chiave della dottrina dell’ispirazione si trova in 2 Tim.3:16-17 che dice: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia,  perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona".
Lo studioso Renè Pache ha una buona definizione di cosa è l’ispirazione. “L’ispirazione è l’influenza determinante esercitata dallo Spirito Santo sugli autori dell’Antico e del Nuovo Testamento, che fa sì che essi annunzino e redigano in maniera esatta e con autorità il messaggio ricevuto da Dio. Questa influenza si è estesa fino all’uso delle parole per preservarle da qualsiasi errore ed omissione.”
Quindi l’ ispirazione è  l'influenza esercitata di Dio su gli scrittori della Bibbia, permettendo loro di trasmettere la  rivelazione di se stesso in forma scritta senza errori.Dio non ha parlato da solo, ma per mezzo degli uomini guidando le loro parole.

Quali prove ci sono che Gesù è storicamente esistito?


Quali prove ci sono che Gesù è storicamente esistito? 
Oggi molte persone negano l’esistenza storica di Gesù Cristo, Possiamo affermare, invece, che ci sono prove documentate riguardo l’esistenza storica di Gesù, noi abbiamo la testimonianza del Nuovo Testamento e le testimonianze extrabibliche.

Testimonianze del Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento contiene 27 libri che sono stati scritti nel primo secolo, in gran parte da testimoni oculari, che hanno avuto un’esperienza diretta di ciò che avevano visto e udito (Luca 1:1-3; 1 Giov.1:1). Ci sono più di 5000 manoscritti in lingua greca del Nuovo Testamento che vanno dall'intero Testamento a frammenti di papiri che contengono una parte di un versetto. Alcuni frammenti esistenti risalgono al periodo che va da 25 a 50 anni dopo il testo scritto. 
Il numero dei manoscritti che abbiamo a disposizione e la loro vicinanza agli originali dimostrano che sono affidabili. Attualmente, ci sono circa 25.000 frammenti di manoscritti del Nuovo Testamento in greco e in altre lingue. Questo è molto importante perché nessun altro documento dell’antichità si avvicina lontanamente a tali cifre!

Come fai a sapere che la Bibbia è vera?


Come fai a sapere che la Bibbia è vera?
Questa è davvero un’ottima domanda perché viene messa in gioco la fede cristiana.La Bibbia è la fonte principale riguardo Gesù Cristo e tutte le dottrine che costituiscono la fede Cristiana,quindi se la Bibbia non è vera, i cristiani sono illusi. La Bibbia è vera, attendibile, è la Parola di Dio; Gesù stesso lo dichiara nel Vangelo rivolgendosi a Dio: “la tua parola è verità” (Giov.17:17).

Perché la Bibbia è vera? Quali sono le prove della sua autenticità?

Come facciamo a sapere che Dio esiste veramente?


Come facciamo a sapere che Dio esiste veramente?
Paul Little: “Tra le domande che esigono una risposta, nella vita umana, non ce ne una più profonda di quella circa l’esistenza o meno di Dio”.  Ma  molte persone vorrebbero sfuggire dall'autorità di Dio e dal Suo giudizio. Se Dio esiste, allora siamo responsabili delle nostre azioni davanti a Lui, se Dio non esiste, allora possiamo fare tutto quello che ci pare senza doverci preoccupare di un Dio a cui dare conto che ci giudica. Quindi coloro che non vogliono credere a Dio, hanno cercato di convincere se stessi e gli altri che Dio non esiste perché la scienza (secondo loro, ma non è così) lo ha dimostrato. Ma questi dimenticano che ci sono scienziati che credono in Dio e altri scienziati e filosofi che prima non ci credevano, ma poi hanno cambiato idea a riguardo. Dio oggi viene ignorato da molti, viene ignorato nel mondo politico, scientifico e didattico, in cui la Sua autorità dovrebbero essere più chiaramente riconosciuta e la Sua guida più accuratamente ricercata e seguita. La Bibbia dice: Lo stolto ha detto in cuor suo: "Non c'è Dio" (Salmi 14:1). Quali sono le prove riguardo l’esistenza di Dio? 

La Natura di Dio (Seconda parte).


La Natura di Dio (Seconda parte).
In questo studio vedremo alcuni aspetti dell’essenza di Dio:
1. Dio è Amore.
2. Dio è Luce.
3. Dio è un Fuoco Consumante.

Nella Bibbia è detto che Dio è Spirito (Giov.4:24), e questo lo abbiamo visto in uno studio precedente. Dio è anche Amore(1 Giov.4:8,16), Luce (1 Giov.1:5), Fuoco Consumante (Ebr.12:29; Deut.4:24). Tutto ciò non si ferisce alle virtù peculiari, tra i molti che sono in Dio, ma che Dio stesso è esattamente ciò che questi termini esprimono, sono espressioni della natura di Dio. Questo significa l’impossibilità per Dio di essere diversamente da quello che è nella sua natura.

Definizione e natura di Dio.


Definizione e natura di Dio.
In questo studio vedremo:
1. La Spiritualità di Dio.
2. La sostanza di Dio.
3. La personalità di Dio.
4. La libertà di Dio.

Che cosa intendiamo quando diciamo “Dio”? Dio può essere definito? 
Dio non può essere oggettivamente definito, nel senso di essere circoscritto completamente dal linguaggio umano, ma ciò non ha impedito e non impedisce ai cristiani di parlare o di sviluppare una descrizione di Dio. Quindi, Dio paradossalmente non può essere definito e nello stesso tempo può essere definito, ma fino a che punto lo possiamo definire? Se la definizione si intende chiarire i confini di Dio in modo che sia posto in una categoria nota rispetto ad altre specie, allora Dio non può essere definito. 
Dio non è un oggetto che può essere inserito nelle nostre categorie umane, è un essere a parte e noi siamo limitati per farlo in modo esaustivo. Infatti la nostra mente e il nostro linguaggio non può specificare con precisione quella realtà che va oltre la misura del nostro spazio e del nostro tempo. Noi siamo consapevoli che è abbastanza difficile definire una persona umana, così ancora più arduo sarà definire il Dio trascendente! Com’è difficile concepire Dio, così è  difficile definirlo in modo esauriente o rigoroso per i nostri limiti mentali e di lingua ( anche per i più consacrati, per coloro che lo amano sopra ogni cosa), perché Dio va oltre la nostra comprensione, perché Dio è l’inaccessibile, è l’ Altissimo  (1 Tim.6:16; Deut.4:34). 
Ma è anche vero che Dio viene incontro all’uomo, benché non può essere definito in modo pieno, Dio si è rivelato nella Bibbia e nella misura in cui Lui si è rivelato si può conoscere e quindi definire in una certa misura (1 Cor. 2:6-16), ma non circoscriverlo, inscatolarlo, perché, appunto, Dio è un essere infinito e incomparabile,  supremo e trascendente (Isaia 40:13-25;57:15). Pertanto, riguardo alla definizione di Dio, intendiamo descrivere Dio secondo la misura della Sua rivelazione, attraverso la Sua Parola, la Bibbia, e lo faremo umilmente, con la consapevolezza che Lo vediamo in modo oscuro (1 Cor.13:12), ma un giorno lo conosceremo chiaramente (1 Giov.3:2). 

Le argomentazioni razionali riguardo l'esistenza di Dio


Le argomentazioni razionali riguardo l'esistenza di Dio.
In questo studio vedremo:
Le argomentazioni razionali riguardo l'esistenza di Dio:
1. La Bibbia.
2. Gesù.
3. Cinque argomenti tradizionali riguardo l’esistenza di Dio.
a) Argomento Creazione (Cosmologico).
b) Argomento dell’ Ordine o Disegno (Teleologico).
c) Argomento della legge morale.
d) Argomento dell’uomo (Antropologico).
e) L’Argomento dell’essere perfetto di Dio. (Ontologico).

Karl Marx ha sostenuto che "la religione è l'oppio dei popoli." Pensava questo non perché credesse a un Dio che soddisfa i desideri del cuore umano, ma che Dio è una proiezione della mente umana, la gente ha inventato l'idea di Dio per aiutarli attraverso le prove e le tribolazioni della vita quotidiana. Dio è considerato una stampella per chi è troppo debole per affrontare il mondo da soli. Una volta maturo, l’uomo può gettare via questa stampella visto che è solo un’invenzione intellettuale. Quindi coloro che vivono senza Dio sono intellettualmente ed emotivamente maturi. Ma la questione dell'esistenza di Dio è concettuale o reale? In contrasto con tale scetticismo, la ragione e la Scrittura impongono che, Dio è reale, e che la sua realtà è più di quella di un concetto. 
La Bibbia da', per scontato o parte dal presupposto dell’esistenza di Dio, presenta un Dio reale e oggettivo che non dipende se abbiamo un rapporto personale con Lui o se può o non può essere provato. In altre parole Dio non esiste solo all’interno della fede, per coloro che credono, l’esistenza di Dio è concreta e non teoretica. Credere in Lui è fondamentale per il nostro tempo, per la nostra società malata, ed è assurdo vivere senza di Lui. 

L'amore di Dio per il peccatore.

Luca 15:11-32: L'amore di Dio per il peccatore.
Un uomo si era perduto nel deserto e si trascinava da due giorni sulla sabbia infuocata. Era ormai giunto allo stremo delle forze, improvvisamente vide davanti a sé uno che dava cravatte, ma il povero uomo aveva bisogno di acqua. Così quell'uomo cercò di dare una cravatta all’assetato, ma questi rifiutò. Verso sera, il viaggiatore assetato, strisciando sulla sabbia, alzò la testa e rimase allibito: era nel piazzale di un lussuoso ristorante, con il parcheggio pieno di macchine lussuose. L’uomo barcollando va vicino alla porta cercando di entrare, chiedendo acqua, ma il portiere rispose: “ Desolato signore qui non si può entrare senza cravatta“.
Molte persone sono perdute, lontane da Dio, vagano nel deserto, Dio da' loro una soluzione per la loro salvezza dai peccati, ma da alcuni non è presa in considerazione perché sembra una soluzione strana, assurda o troppo semplice.
In questa parabola vediamo che il padre rappresenta Dio e il figlio ovviamente il peccatore perduto; vediamo l’amore di Dio verso il peccatore perduto che è stato accolto, e com'è stato accolto, ma vediamo anche la natura del vero pentimento.

La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. L'uso dei beni (Seconda parte).


La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. L'uso dei beni (Seconda parte).
In questa lezione vedremo:
1. Il modo come dare.
2. Quando bisogna dare.
3. Il Risultato del dare.

“Dare con generosità sembra un atto molto azzardato a chi ha assai poco da dare; ma si tende a dimenticare il rischio quando si ben fermo nella mente il pensiero della grandezza di Dio. Tutte le nostre risorse, grandi  o piccole che siano, provengono in ultima analisi da Dio; e Dio è potente…”.   (R.V.G. Tasker)
Molti cristiani non parlano di soldi, quindi di donare generosamente perché pensano  di contaminare la vera spiritualità. In realtà non se ne parla perché si diventa impopolari (a molti cristiani non piace questo argomento) oppure perché, se ne parliamo in modo biblico, questo implica abbandonare il culto idolatrico del dio denaro a cui si è tanto legati! Infatti, la chiamata a dare, è un invito ad abbandonare il culto idolatrico del dio denaro per confidare solo nella grazia di Dio per la nostra felicità e sicurezza (1 Tim.617-19).

La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. L'uso dei beni (Prima parte).


La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. L'uso dei beni (Prima parte).
In questa lezione vedremo:
1. Il dare finanziariamente al Signore nella Bibbia.
2. Il significato del dare finanziariamente al Signore.

“Il modo come gestiamo i nostri soldi è forse il vero indicatore della condizione spirituale del nostro cuore. Anche se è un argomento che spesso ci sentiamo a disagio a discuterne, la Parola di Dio pone grande enfasi sulla questione dei soldi e dei possedimenti”.  William C. Neece.
La qualità di un discepolo o di un cristiano spirituale può essere misurata in diversi modi: dalla qualità della sua vita di preghiera, dal suo rapporto con la Bibbia, dalla sua passione per le anime perdute,ecc., ma c’è un’altra prova importante e cioè il suo rapporto con i soldi.   
L’uso dei soldi ci fa capire il nostro livello spirituale, quindi è uno dei migliori indicatori della maturità spirituale, ci aiuta a valutare il nostro rapporto con Cristo e se la nostra spiritualità è autentica. 

La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. Buon uso del tempo.


La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. Buon uso del tempo.
In questa lezione vedremo che la spiritualità:
1. Si vede dal buon uso del tempo,cioè in modo saggio e responsabile.
2. I motivi per cui siamo chiamati a farne un buon uso.

È meglio perdere qualcosa che perdere tempo, siamo in grado di recuperare il denaro perso, ma il tempo è irrecuperabile.  (Crisostomo) 
La consacrazione e quindi la vera spiritualità è il risultato di una vita disciplinata spirituale e alla base di questo c’è la disciplina del tempo, il modo come usiamo il tempo. Il tempo che Dio ci dona è prezioso  e non va sprecato.  Il modo per non sprecarlo è di usarlo per il regno e per la gloria di Dio (Giov.17:4). Quindi il cristiano spirituale userà il tempo in modo saggio e responsabile per il regno e la gloria di Dio come fece Gesù. 
Ma vediamo i motivi per cui il cristiano spirituale userà il tempo in modo saggio e responsabile.

La spiritualità Biblica: le discipline spirituali. Il servizio.


La spiritualità Biblica. Discipline spirituali. Il servizio.
In questa lezione vedremo:
1. Le motivazioni per servire Dio.
2. Il  modo come servire Dio.
3. Gli scopi per servire Dio.

“ Le discipline spirituali non devono essere visti come un pretesto per la separazione e l'isolamento dal mondo. Piuttosto, essi dovrebbero essere considerati come un mezzo per conquistare il mondo. Non la rinuncia al mondo, ma il servizio in tutto il mondo, questo è lo scopo delle discipline dello spirito come si è visto nella Bibbia”. Donald G. Bloesch
La disciplina di servire Dio, come noi leggiamo nella Bibbia, è un servizio costoso perché richiede la rinuncia totale di noi stessi, richiede priorità, non è un passatempo, richiede tutta la vita, non è per breve tempo. Il servizio non è un elenco di cose che facciamo, anche se ci sono cose da fare in esso. Non è un codice etico, ma un modo di vivere, è uno stile di vita.

La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. L’evangelizzazione.


La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. L’evangelizzazione. 
In questa lezione vedremo:
1. La definizione e il significato di evangelizzazione.
2. Le ragioni per evangelizzare.
3. Gli ostacoli all’evangelizzazione.

“Evangelizzare è responsabilità inalienabile di ogni comunità cristiana e di ciascun credente. Tutti abbiamo l’ordine di dedicarci alla diffusione della buona novella e di far uso di tutta la nostra inventiva, del nostro spirito d’iniziativa per portare il messaggio a tutto il mondo. Il credente perciò deve far costantemente l’esame di coscienza, chiedendosi se sta facendo tutto il possibile in questo campo. Perché anche questa è una responsabilità a cui come credenti non ci si può sottrarre”.  
                                                                                                                                J.I. Packer

L'evangelizzazione è un argomento molto vasto, non toccheremo tutti gli aspetti, ma solo il fatto che la vera devozione a Dio esige di disciplinarci nella pratica dell’evangelizzazione.  

La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. Il digiuno (Seconda parte).


La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. Il digiuno (Seconda parte).

In questa lezione vedremo:
1. Quando il digiuno ha un valore davanti a Dio.
2. Quali sono gli scopi per il digiuno.

“Il digiuno aiuta a esprimere, ad approfondire e a confermare la nostra determinazione di essere pronti a sacrificare qualsiasi cosa, anche noi stessi, per ottenere quello che cerchiamo per il regno di Dio”.
(Andrew Murray)
Il digiuno biblico ha solo valore davanti a Dio, se è fatto per la gloria di Dio e non per i propri interessi, infatti, noi vediamo nella Bibbia che il digiuno non provoca automaticamente una reazione positiva del Signore come leggiamo per esempio in Zacc. 7:5: "Parla a tutto il popolo del paese e ai sacerdoti, e di:'Quando avete digiunato e fatto cordoglio il quinto e il settimo mese durante questi settant'anni, avete forse digiunato per me, proprio per me?'" E ancora in Is.58:3: "'Perché', dicono essi, 'quando abbiamo digiunato, non ci hai visti? Quando ci siamo umiliati, non lo hai notato?' Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate i vostri affari ed esigete che siano fatti tutti i vostri lavori". (Vedi anche Ger.14:12).
Per Dio è importante la motivazione per cui facciamo un digiuno. A proposito Arthur Walis afferma:  “Anche in quegli ambienti dove il digiuno è accettato come un normale esercizio spirituale, spesso se ne parla tanto come mezzo di beneficio personale- per essere rivestiti di potenza, per i doni spirituali, per la guarigione fisica, per ottenere l’esaudimento della preghiera- che il suo primo aspetto è dimenticato. Non è che sia sbagliato ricercare queste cose, ma le motivazioni che stanno alla base devono innanzitutto essere giuste.Non ha caso Gesù, nel primo riferimento neotestamentario al digiuno, ne tratta la motivazione (Matt.6:16-18). 
Nessun aspetto è più importante di questo. A Dio non interessa soltanto cosa facciamo ma anche perché lo facciamo. Un’azione giusta può essere privata di tutto il suo valore agli occhi di Dio se è fatta per un motivo errato”.

La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. Il digiuno (Prima parte).


La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. Il digiuno (Prima parte).

In questa lezione vedremo:
1. La definizione di “digiuno”.
2. La motivazione per digiunare.
3. Per quanto tempo digiunare.
4. Tipi di digiuno.

“Quando le nostre menti sono condizionate dal pregiudizio o paralizzate dal modo di vedere tradizionale, possiamo meditare su una verità quante volte vogliamo, senza che essi ci tocchi. La nostra inibizione spirituale per quella verità ci permette sì di vedere, ma non di apprendere. La verità rimane assopita dentro di noi, compresa con la mente, ma non applicata spiritualmente. E questo è vero in modo particolare per il digiuno”.  (Arthur Wallis).
Il digiuno certamente è una disciplina spirituale utile per umiliare le nostre anime davanti a Dio ed è anche una dichiarazione che noi stiamo facendo sul serio.

La spiritualità Biblica. Le discipline spirituali: la preghiera (Seconda parte).


La spiritualità Biblica. Le discipline spirituali: la preghiera (Seconda parte). 
In questa lezione vedremo:
1. Le scuse per non pregare.
2. Le difficoltà nella preghiera.
3. L’esclusività della preghiera.

“Io credo che la preghiera sia la misura spirituale dell’uomo, come nient’altro lo possa essere, al punto che il nostro modo di pregare deve diventare la questione più importante che noi dovremmo affrontare”. (J.I.Packer) 

1. Le scuse per non pregare.
Il diavolo cercherà di non farci pregare, Richard Sibbes tempo fa scrisse: “Quando preghiamo Dio, il diavolo sa che andiamo a prendere la forza contro di lui, e perciò ci si oppone con tutto ciò che può”. Ma ovviamente la causa del non pregare non è solo il diavolo!   C’è qualcosa dentro di noi, ben radicato che ci impedisce di pregare, c’è un’avversione naturale a essa. Ci viene più facile fare la qualsiasi cosa nella vita cristiana: testimoniare, frequentare la chiesa, leggere la Bibbia, vedere la televisione che pregare. 
D.A. Carson nel suo libro sulla preghiera “Un appello per una riforma spirituale” , in un capitolo parla delle scuse più comuni con cui ci giustifichiamo per non  pregare.

La spiritualità Biblica. Le discipline spirituali: La preghiera (Prima parte).


La spiritualità Biblica. Le discipline spirituali: La preghiera (Prima parte).
In questa lezione vedremo il significato della preghiera:
1. La preghiera è comunicare con Dio.
2. La preghiera è comunione con Dio.
3. La preghiera è l’elevazione dell’anima.
4. La preghiera è l’affermazione che dipendiamo da Dio.

“La preghiera è il polso della anima rinnovata, e la costanza del suo battito, è la prova e la misura della vita spirituale”. (Octavius Winslow)  
La mancanza di spiritualità di molte persone che si dicono cristiane, è da ricercare nella trascuratezza delle discipline spirituali, quindi anche della preghiera. La preghiera con la Bibbia e la disciplina che Dio usa per farci crescere spiritualmente. Nella preghiera la grammatica non è necessaria, né le parole raffinate ed eloquenti, ciò che conta è che queste riflettano il rispetto e l'onore per Dio. La preghiera come stile di vita è uno dei segni che siamo veri cristiani, sono i credenti quelli che perseverano nella preghiera, che hanno uno stile di vita di preghiera. La preghiera è la misura spirituale del credente! Ci fa capire il tipo di cristiani che siamo. È il rapporto con Dio, il modo in cui uno prega pertanto rivela lo stato di tale rapporto! “La preghiera non è qualcosa che faccio, la preghiera è qualcosa che io sono”. (Warren Wiersbe).  

La spiritualità Biblica: le discipline spirituali.La Bibbia (Seconda parte).


La spiritualità Biblica: le discipline spirituali.La Bibbia (Seconda parte).
In questa lezione vedremo il rapporto con la Bibbia per la crescita spirituale:
1) Con la meditazione.
2) Con lo studio.
3) Con l’applicazione.

Giov.17:17: "Santificali nella verità: la tua parola è verità".
Se la vostra crescita spirituale è misurata dalla qualità del vostro rapporto con la Bibbia, qual è il risultato? Questa è una domanda per capire se la nostra formazione spirituale è fortemente influenzata dalla qualità del nostro rapporto con la Bibbia. La Bibbia non c’è stata data solo per darci informazioni, ma anche per trasformarci! Non solo per leggerla, ma anche per meditarla, studiarla e applicarla.

La Spiritualità Biblica: le discipline spirituali. La Bibbia (Prima Parte)


La Spiritualità Biblica: le discipline spirituali. La Bibbia (Prima Parte)
In questa lezione vedremo:
1. L’importanza della Bibbia riguardo la crescita spirituale.
2. Il rapporto con la Bibbia per la crescita spirituale.

“L’alternativa alla disciplina è un disastro”. (Vance Havner)  
Abbiamo imparato che le discipline spirituali non ci cambiano, ma attraverso le discipline ci mettiamo nelle condizioni dove il cambiamento può avvenire. Le discipline spirituali sono mezzi della grazia di Dio che Lui usa per farci crescere spiritualmente oppure sono “luoghi” dove il nostro cambiamento può verificarsi per opera di Dio. 

La spiritualità Biblica: introduzione alle discipline spirituali.


La spiritualità Biblica: introduzione alle discipline spirituali.

In questa lezione vedremo:
1. L’importanza e la definizione delle discipline spirituali.
2. Alcuni problemi legati alle discipline spirituali.
3. Alcune precisazioni riguardo le discipline spirituali.

“La disciplina è il segreto della santità. Devi imparare a disciplinare te stesso per lo scopo della devozione”. (Jay Adams). 
La parola disciplina, per alcuni, è una parola antipatica perché pensano a qualcosa  di abitudinario senza gioia e quindi che sia un peso ulteriore da portare, da aggiungere al loro programma giornaliero già pieno in questa società che va sempre più di corsa. C’era un tempo, nella chiesa cristiana quando le discipline spirituali era al centro della pratica della vita cristiana, oggi invece queste discipline sono molto trascurate, non è esagerato affermare che le chiese oggi sono in coma spiritualmente parlando perché i membri trascurano le discipline spirituali!  Un vero risveglio potrà avvenire quando ci sarà un ritorno alla pratica delle discipline spirituali!!

La spiritualità Biblica e la chiesa.


La spiritualità Biblica e la chiesa.
In questa lezione vedremo:
1.La natura della chiesa.
2.La necessità della chiesa riguardo la spiritualità.

“Una persona che dice di credere in Dio, ma non va mai in chiesa è come chi dice di credere nella formazione, ma non va mai a scuola”. (Franklin Clark Fry)   La chiesa secondo il modello biblico è importante per la formazione spirituale. La dottrina della chiesa è un argomento su cui c’è molto da dire e necessità di una serie di studi a parte, ma per il momento ci limiteremo su alcuni aspetti della relazione che c’è tra la chiesa e spiritualità.
1. La natura della chiesa.
La vera chiesa, secondo il Nuovo Testamento, è un gruppo di persone che professano e dimostrano di essere state salvate dalla grazia di Dio, per la Sua gloria, solo tramite la fede e unicamente in Cristo (Ef.1:3-14;2:8-10;Giov.14:6).

Il costo del discepolato.


Luca 14:25-35: Il costo del discepolato.
Gesù nel contesto parla del costo del discepolato rivolgendosi alla folla v.25 che andava con lui, semplici curiosi o interessati veramente a lui o compagni di viaggio per Gerusalemme per la festa di Pasqua. Queste due parabole si trovano nel contesto dove si parla del costo del discepolato. Tutti i veri cristiani sono discepoli di Gesù, essere cristiano e discepolo di Gesù, non sono due cose separate. Uno non può dire di essere cristiano senza essere discepolo, il cristiano è un discepolo di Gesù! Per tre volte nei vv. 26,27 e 33 vediamo che Gesù dice: “essere mio discepolo”.
1) La parola discepolo (mathētēs) tra i greci era usata:
a) Per colui che ha la mente diretta verso qualcosa da apprendere, quindi un alunno, un allievo, uno che apprende la conoscenza o il comportamento.

b) Il secondo modo come veniva usata la parola era che discepolo aveva un rapporto diretto di dipendenza da una norma di istruzione superiore di un'autorità.
Il discepolo era un apprendista, che apprendeva per esempio il lavoro, come la formazione di un tessitore, di un medico, filosofo, ecc. e quindi stava ai piedi di esperti.

2) Il discepolo nell’Antico Testamento.
Il termine appare poco nell’Antico Testamento, ma il concetto è implicito nella società, o tra i profeti. Tra gli esempi figurano l'apprendistato di Giosuè con Mosè (Numeri 11:28), Samuele con Eli, Gehazi con Eliseo (1 Samuele 2:11; 2 Re 2:3; 2 Re 4:29).

3) Ai tempi di Gesù fra i giudei il discepolo stava ai piedi di un grande rabbino per conoscere la legge. L'obiettivo dei discepoli ebrei era che un giorno loro diventassero maestri e che avessero i propri discepoli che li seguissero.
Ma la differenza tra Gesù e questi altri modelli di discepolato è che la chiamata di Gesù richiede di più. Il discepolo di Gesù risponde alla chiamata che lo lega per sempre non solo all’insegnamento di Gesù riguardo le vie di Dio, ma anche alla Sua persona, alle Sue abitudini, al Suo modo di pensare e al Suo destino per tutta la vita; infatti essere Mio discepolo è un presente attivo e non si riferisce soltanto alla scelta iniziale, ma al comportamento che deve caratterizzare tutta l’esistenza del cristiano.

La spiritualità Biblica e la sofferenza.


La spiritualità Biblica e la sofferenza. 
In questa lezione vedremo:
1. Dio è una realtà diversa dalla nostra. Ha una logica diversa riguardo la sofferenza.
2. Dio guida e controlla tutti gli eventi.
3. Dio ha una buona ragione per cui soffriamo.

Sal.130:1-2: "O SIGNORE, io grido a te da luoghi profondi!Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente al mio grido d'aiuto!". Riguardo questo passo, Dale e Juanita Ryan dicono: “ Si sperimenta spesso l’afflizione come se si fosse in ‘luoghi profondi’. A volte sembra come se la sofferenza ci abbia inghiottiti. Il nostro grido di aiuto durante i periodi di sofferenza può sembrare disperato e flebile. Vogliamo credere che Dio ci oda. Vogliamo credere che sia attento al nostro dolore. Ma siamo incerti. Una delle esperienze più difficili durante le stagioni della sofferenza è avere la sensazione che il nostro grido di aiuto cada in orecchie sorde. Come il salmista, ci troviamo a supplicare Dio perché ci conceda la sua attenzione. Dio, che può esserci sembrato così presente e attento quando il nostro dolore era meno intenso, può sembrare stranamente assente proprio quando abbiamo più bisogno di lui. Quando siamo al massimo dell’afflizione, siamo spesso meno capaci di sperimentare l’amorevole presenza di Dio”. Il fatto che non sentiamo l’amorevole presenza di Dio, non significa che Dio abbia cessato di amarci. Dio non cessa mai di amarci! Anche se a volte non sentiamo il Suo amore, lui comunque ci ama! Il Suo amore sarà costante anche se a volte ci sembra il contrario. (Is.54:8-10; Ger.31:3; Ebr.12:5-11). 

La spiritualità Biblica: l’importanza dello Spirito Santo.


La spiritualità Biblica: l’importanza dello Spirito Santo.
In questa lezione vedremo:
1.La natura dello Spirito Santo.
2.L’opera dello Spirito Santo in relazione alla spiritualità.
3.La pienezza dello Spirito Santo.

“Ogni volta che diciamo: credo nello Spirito Santo, vogliamo dire che noi crediamo che c'è un Dio vivente capace e disposto a entrare nella personalità umana e modificarla.”  (J. B. Phillips).                        
Nella prima lezione: “Introduzione alla spiritualità biblica” avevo detto che la spiritualità cristiana si riferisce fondamentalmente a vivere la vita cristiana attraverso la presenza e la potenza dello Spirito Santo. In 1 Corinzi 2:15 si parla dell’uomo spirituale o meglio dello spirituale (pneumatikós) in contrasto con l’uomo naturale. L’uomo spirituale è colui che ha, che è guidato e istruito dallo Spirito Santo, e che a loro volta insegnano agli altri uomini con discernimento. Grazie al sacrificio di Gesù i credenti ricevono il battesimo da un unico  Spirito (Spirito Santo) il quale rende spirituali i credenti e li unisce al corpo di Cristo (1 Corinzi 12:12-13). Poi nella terza lezione: “L’inizio della spiritualità” abbiamo visto che la rigenerazione è necessaria per la spiritualità, ed è sempre lo Spirito Santo che ci rigenera (Tito 3:5-6). Lo Spirito Santo è fondamentale per la nostra spiritualità come vedremo anche più avanti. Chi ha sperimentato lo Spirito Santo ha visto il proprio cuore riscaldare e la vita prendere una nuova direzione. Lo Spirito Santo, perciò, non si riferisce a un vago, astratto parte della liturgia o della teologia, ma è una presenza dinamica importante nella vita di ogni credente dal più semplice al più dotto.

La spiritualità Biblica:il Modello.


La spiritualità Biblica: il Modello.
In questa lezione vedremo:
1. Somigliare a Cristo deve essere lo scopo della spiritualità.
2. Somigliare a Cristo è lo scopo di Dio nella vita del credente.
3. Somigliare a Cristo deve essere lo scopo dei credenti.
4. Somigliare a Cristo deve essere lo scopo dei conduttori della chiesa.

Il dovere e il destino dei credenti è essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, Gesù Cristo. La vita di un cristiano deve essere una rappresentazione visibile di Cristo in questo mondo senza Cristo. L’uomo o la donna spirituale da una buona testimonianza di Cristo con la propria vita, quindi carattere e comportamento (Rom.2:23-24;Tito 2:5-7). “Il compito del cristiano è quello di rendere il Signore Gesù visibile, comprensibile e desiderabile”(Len Jones).
Il cristiano e quindi l’uomo spirituale, ha il compito di dimostrare con il proprio stile di vita cos’è il vero cristianesimo! Larry E. McCall: “Gran parte di ciò che il mondo conosce su Cristo viene dall’osservare lo stile di vita di quelli che dicono di essere uniti a Lui. L’opinione che il mondo ha di Cristo riflette largamente l’opinione che il mondo ha dei suoi seguaci”. La nostra visione di spiritualità e quindi di crescita spirituale deve rimanere concentrata su Cristo.
Nello studio “La Spiritualità: un viaggio verso il cielo”, abbiamo visto che il modo giusto di vivere su questa terra è quella di glorificare Dio. Ora Dio è glorificato quando vede riflesso in noi la sua immagine, per questo ci ha creato (Gen.1:27; Is.43:7).

La Spiritualità Biblica: un viaggio verso il cielo.


La Spiritualità Biblica: un viaggio verso il cielo.
In questa lezione in relazione alla spiritualità vedremo:
1. La brevità della vita.
2. Il modo giusto di vivere su questa terra.
3. Le motivazioni a vivere in un certo modo.

“Il significato dell'esistenza terrena non è, come siamo stati abituati a pensare, nella prosperità, ma nello sviluppo dell'anima”.   (Alexandr Solzhenitsyn).

La condizione del credente: esecutore della Parola di Dio.


Giacomo 1:22-25: La condizione del credente: esecutore della Parola di Dio.
Qualcuno pensa che essere un buon cristiano significa frequentare la chiesa, ascoltare solo la Parola di Dio senza metterla in pratica, ma non è così! L'obbedienza alla Parola di Dio è il requisito spirituale e la dimostrazione inequivocabile di coloro, che sono discepoli di Gesù, e quindi il denominatore comune per tutti i veri credenti (cfr. Giovanni 8:31).
La linea di demarcazione tra il discepolo di Gesù o i figli di Dio e il peccatore o i figli del diavolo, è abbondantemente chiara nella Bibbia e quindi nella vita (1 Giov.2:3-4; 3:9-10). Se i vv.19-20, indicano, la prontezza nell’ascoltare la Parola, il v.21 il modo come riceverla, i vv.22-25 l’enfasi è sul metterla in pratica. 

La spiritualità Biblica: una questione di grazia e responsabilità.


La spiritualità cristiana: una questione di grazia e responsabilità.
In questa lezione vedremo che:
1.La spiritualità è una conseguenza della salvezza.
2.La spiritualità è per grazia di Dio e una nostra responsabilità.

“La superficialità è la maledizione del nostro tempo .... Il bisogno disperato di oggi non è per un numero maggiore di persone intelligenti, o persone di talento, ma di persone profonde.”   È proprio così, viviamo in un epoca di grande superficialità in tutti i sensi, anche per quanto riguarda il rapporto con Dio e quindi la spiritualità. Molti credenti non hanno idea di cosa implichi essere salvati stati da Gesù e non hanno idea di cosa significhi essere spirituali.

I nemici della spiritualità Biblica.


I nemici della spiritualità Biblica.
In questa lezione vedremo che:
1.Il credente è in una guerra spirituale.
2.Il credente deve conoscere i nemici spirituali.
3.Il credente deve conoscere il modo come vincere i nemici spirituali.

La Bibbia è chiara e inequivocabile: il cristiano e quindi la persona spirituale è in guerra, una guerra spirituale. I nemici della spiritualità sono la carne, il mondo e il diavolo; ovviamente questi tre nemici hanno una cosa in comune il peccato, che è il problema di fondo o l’ostacolo vero della spiritualità. Nel loro insieme, questi tre nemici, comprendono quando il male, il peccato sia profondo e ampio. La carne è il peccato in noi, il mondo è il peccato che ci circonda e il diavolo è il peccato sopra di noi. Il peccato è come un cancro distruttivo per la vita spirituale sia personalmente che per le relazioni con Dio e il prossimo. Il conflitto con questi nemici e quindi con il peccato durerà per tutto il tempo che staremo su questa terra. Per la nostra crescita spirituale è importante sapere le caratteristiche di questi tre nemici e come affrontarli. I credenti se vogliono avanzare spiritualmente non possono ignorare questi nemici. Abbiamo bisogno di disciplina, di resistenza, dell'uso sapiente delle armi spirituali e della dipendenza dalla potenza di Dio. 

La spiritualità Biblica nelle relazioni.


La spiritualità nelle relazioni.
In questa lezione vedremo:
1.La spiritualità nelle relazioni con Dio, il prossimo e noi stessi.
2.La natura della spiritualità in queste tre relazioni.

Cristiani definiscono la spiritualità in modo diverso. C’ è chi pensa alla  spiritualità attraverso la venerazione dei santi, il culto delle reliquie, i pellegrinaggi ai santuari, ecc. In altri casi la spiritualità è identificata con l'asceta, che dedica la sua vita alla ricerca di ideali, alla contemplazione e alle pratiche di estrema abnegazione o di auto-mortificazione. Per altri la spiritualità è la ricerca della propria identità attraverso il messaggio cristiano. Per altri ancora la spiritualità è esercitare i doni spirituali, per altri la spiritualità si misura con la conquista delle anime nell’evangelizzazione. 
Al di là di tutto questo, si dimentica in definitiva che la spiritualità Biblica consiste nell’avere una giusta relazione con Dio, con gli altri e con se stessi. Dio è un essere relazionale come vediamo dalla comunione intima e unica che vi è all’interno della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) e di come ha sempre ricercato la relazione con gli uomini come vediamo dalla Genesi all’Apocalisse. Una giusta relazione con Dio è la base per una buona relazione con noi stessi e gli altri. 

La parabola del gran convito.

Luca 14:15-24: La parabola del gran convito.
Le scuse ingiustificabili.

Il contesto di questa parabola, ruota attorno al pasto, alla cena di Gesù con certi Farisei. Gesù è stato invitato a pranzo da uno dei principali Farisei (v.1),  è l’occasione di parlare dell’umiltà, a non scegliere i primi posti al pranzo delle nozze e poi dice di invitare le persone che non possono contraccambiare: poveri, storpi zoppi e ciechi, il contraccambio sarà reso alla resurrezione dei morti e così sarà beato dice Gesù. Uno degli invitati, probabilmente un Fariseo, udite queste cose, riguardo la cena, dice beato chi mangerà pane nel regno di Dio futuro, quindi dopo la resurrezione (v.14). L'idea di benedizione alla risurrezione dei giusti porta uno degli invitati all’affermazione: "Beato chi mangerà pane nel regno di Dio!" (v.15).
L’uomo probabilmente credeva come la maggior parte dei Giudei, che solo i Giudei sarebbero stati invitati al banchetto in cielo e certamente lui pensava di far parte di questa schiera, ma per partecipare a questo banchetto bisogna rispondere positivamente all’invito, dirà Gesù.
Gesù così racconta una parabola in risposta a questo invitato e dice che un uomo preparò una gran convito, e invitò molti e mandò il suo servo a dire agli invitati che la cena era pronta.
Il "pane" (ártos) è usato nella Bibbia come una parte importante del pasto (Matteo 6:11; Marco 6:8,36; Luca 11:3; 2 Corinzi 9:10; cfr. Esodo 16:4; 15 29; Isaia 58:7). Il significato è: gli Ebrei attendevano il regno del Messia che avrebbe inaugurato il suo regno con un banchetto.  Mangiare il pane nel regno di Dio indica essere ammesso al regno di Dio e di cenare con i santi nel cielo (Luca 13:29) e quindi indica l'eterna felicità di salvezza. Comunque in Gesù il regno di Dio era presente (Matteo 12:28; Luca 17:21). Gesù opera la redenzione e la liberazione di Dio e domina come Re (Colossesi 1:13). Questo regno è venuto, viene e deve venire (Apocalisse 11:15; 2 Pietro 3:13; Filippesi 2:10-11).

Esiste un rimedio?


Esiste un rimedio?
Nell’ultimo studio abbiamo visto che la religione non è utile perché non ci rende favorevoli a Dio, non toglie il peccato e nemmeno cambia la natura peccaminosa che c’è dentro di noi. Ma esiste una soluzione, un rimedio a tutto ciò? La Bibbia dice che il rimedio è Gesù! Gesù è la provvidenza di Dio per la salvezza certa dei peccatori. Riguardo al rimedio di Gesù vediamo tre aspetti.

Gesù è il Salvatore.
Paolo a Timoteo dice: 1 Timoteo 1:15: "Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo". Dio ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo (Giov.3:16;4:42; 1 Giov.4:8). Gesù è l’unico Salvatore non ve ne sono altri! (Atti 4:12). Quando si parla della salvezza dei credenti, la Bibbia ne parla in termini che è sicura. Una volta che Gesù salva, salva per sempre,si può essere sicuri della vita eterna e quindi di andare in cielo (Giov.10:27-30; Rom.8:28-30; Ef.2:8,ecc.).

La religione è utile?


La religione è utile?
Anche se il significato della parola può sembrare ovvio, non esiste una definizione generalmente accettata riguardo alla religione. La parola religione è utilizzata in svariati sensi da diversi scrittori. Il dizionario di filosofia Gremese-Larousse dice che la parola religione deriva dal latino “religio”, lego con un significato arcaico affine a “religatio”, legame, quindi la religione è un legame.  Cicerone la definì come il dare l’onore giusto, rispetto e riverenza agli dèi. Gli uomini hanno provato ad appagare i loro desideri e pensieri religiosi in tantissimi modi. Hanno adorato animali, idoli di legno, di pietra e di metallo; hanno adorato la terra, il sole, la luna, le stelle, il fuoco e l’acqua. 
Gli uomini hanno adorato dèi e spiriti creati dalla propria mente umana offrendo loro sacrifici e riti. Per quanto sincera possa essere la fede di una persona, non significa che quella religione sia giusta e conduce alla destinazione giusta(al Dio vivente e vero), come chi sinceramente prende l’autobus per andare in una certa via, ma va a finire da un’altra parte perché ha preso l’autobus sbagliato! Era sincero, ma non è arrivato a destinazione perché ha preso l’autobus sbagliato, così uno può praticare sinceramente, con tutto il cuore una religione, ma non significa che sia quella giusta che porta a Dio! Il semplice fatto di essere praticanti sinceri di una religione non significa che salvi! A riguardo la Bibbia dice Proverbi 16:25: "C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte".La religione non risolve il problema del peccato dell’uomo e del giudizio di Dio.

Che cosa c'è dopo la morte?


Che cosa c’è dopo la morte?
Anche se non siamo certi quando moriremo, possiamo essere certi che moriremo! Quindi è buono essere pronti quando questo accadrà. Le persone più riflessive si rendono conto che la vita sulla terra non sarà per sempre. La morte è il fatto più importante per gli uomini,  come diceva J. C. Ryle: “Tutte le morti sono eventi solenni. Nulla in tutta la storia di un uomo è così importante come la sua fine” . Ci sono tre atteggiamenti riguardo la morte, chi la desidera, chi la teme, chi la ignora. 

Chi è un vero cristiano?


Chi è un vero cristiano?
Se qualcuno dovesse farvi questa domanda, come rispondereste? Essere cristiani è appartenere a una certa chiesa? Significa essere religiosi? Osservare i Dieci Comandamenti? Credere che la Bibbia sia  la Parola di Dio?  
“I cristiani,  non sono solo brave persone. Sono nuove creature. Se sei quello,  che sei sempre stato, tu non sei un cristiano”. Vance Havner  
Il cristiano è una nuova creatura in Cristo (2 Corinzi 5:17). Cosa significa allora, essere un cristiano?

In primo luogo un cristiano ha fede in Cristo.
La fede in Cristo inizia con il riconoscimento che noi non possiamo fare nulla per salvare e cambiare noi stessi. Un cristiano è qualcuno che riconosce che attraverso la morte di Cristo sulla croce, Dio ha provveduto per il peccatore il mezzo per essere salvati e per ristabilire la relazione con Lui che era stata interrotta dal peccato. (Isaia 59:1-2; Atti 4:11; Romani 5:8-11). Purtroppo, molte persone pensano di essere salvati con il buon carattere, con le buone azioni, frequentando una chiesa, ecc. La Bibbia dichiara, invece, che, per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi: è il dono di Dio  (Efesini  2:8). 

La fede è affidarsi a Gesù completamente come il passeggero di un aereo si affida al pilota! Quindi un cristiano è colui che si affida a Cristo per essere salvato e non in se stesso. (Luca 18:9-14). La fede va con il ravvedimento (Marco 1:15; Atti 20:21). Ravvedimento indica un  cambiamento di mente seguito da un cambiamento nel comportamento.

È grave il peccato?


È grave il peccato?
Molte persone (forse anche tu) si chiedono perché nel mondo esistono la malvagità, il dolore, la sofferenza, le guerre e l’odio. Il perché c’è avidità, invidia, orgoglio e crudeltà. Il perché fin da  bambini tendiamo a essere egoisti, a disubbidire e a dire bugie. Qualcuno potrebbe dire che il problema è la società che condiziona una persona, ma la società da chi è formata? Il problema è che fin dalla nascita una persona è influenzata negativamente dal peccato fin dalla tenera età! Noi nasciamo nel peccato come è confermato dal Salmo 51:5:  "Ecco, io sono stato generato nell'iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato".
Così anche il Salmo 58:3: "Gli empi sono sviati fin dal grembo materno, i bugiardi son traviati fin dalla nascita". Non solo si nasce nel peccato, ma si cresce pure nel peccato come confermato da Genesi 8:21: "Il SIGNORE sentì un odore soave; e il SIGNORE disse in cuor suo: 'Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto'".
Ma il peccato quanto è grave? Molti non si rendono conto di quanto il peccato sia grave, forse pensano di essere peccatori, ma non hanno idea di quello che è in realtà il peccato!

Il ricco stolto.


Luca 12:13-21: Il ricco stolto. 
Blaise Pascal scriveva: “ Tutti gli uomini, nessuno eccettuato, cercano di essere felici, per quanto impieghino mezzi diversi, tutti tendono a questo fine. Quelli che spinge alcuni ad andare alla guerra, e altri a non andarci, è sempre questo desiderio, presente negli uni come negli altri, sebbene accompagnato da opinioni diverse. La volontà non fa mai il minimo passo se non verso quest’oggetto. È il movente di tutte le azioni di tutti gli uomini, anche di quelli che s’impiccano ”.
Tutti ricerchiamo la felicità! Il punto è come e dove trovarla.
Molti fin dall’antichità considerano la felicità come il fine ultimo dell’uomo ed è vista come uno stato di completa soddisfazione derivante dal possesso.
Perciò, per molti la felicità, è nell’avere ricchezze e goderle, per questo motivo si ama e si ricerca di accumulare sempre più soldi. Ma come ha detto qualcuno con i soldi, puoi comprare tutto dovunque vai, tranne che la felicità!!

L'inizio della spiritualità Biblica.


L’inizio della spiritualità Biblica. 
In questa lezione:
1. Vedremo la necessità della rigenerazione per la vera spiritualità.
2. Vedremo la natura della rigenerazione.
3. Vedremo gli effetti della rigenerazione.

Jonathan Edwards: “Non c’è opera divina maggiore, al di sopra di ogni potere naturale e al di là di ogni possibilità di qualsiasi creatura, come quella della rigenerazione degli uomini compiuta dallo Spirito, mediante la quale egli li rende partecipi della natura divina ricreandoli a sua immagine.”  
La rigenerazione nella vita di un individuo riguardo la vera spiritualità secondo la Bibbia è indispensabile per la spiritualità. Non ci può essere la spiritualità secondo il cuore di Dio senza che un individuo sia stato rigenerato da Dio. Il cuore dell’uomo è un deserto che deve essere radicalmente trasformato prima di poter iniziare la coltivazione della spiritualità; Dio è il giardiniere che prepara e coltiva il terreno. La spiritualità è l’opera della grazia di Dio e non la conseguenza di tecniche umane o capacità umane, ma è soprattutto una questione dell’ iniziativa e azione vitale di Dio. La vita spirituale di una persona inizia prima nel pensiero di Dio già dall’eternità (2 Tessalonicesi 2:13-14; Romani 8:28-30; Efesini 1:4-11) e comincia nel tempo quando Dio rigenera un individuo (Ezechiele 36:26-27;Giovanni 1:11-13;3:8;Tito 3:5-6; Giacomo 1:18; 1 Pietro 1:23) e continua sempre grazie alla presenza e alla potenza dello Spirito di Dio (2 Corinzi 3:18; Galati 5:16-26).

Che cosa è accaduto all'uomo?

Che cosa è accaduto all’uomo? (Genesi 3).
Nell’ultimo studio abbiamo visto alcune caratteristiche dell’uomo: la sua origine e la sua natura. In questa meditazione vediamo la sua responsabilità. Nella sua responsabilità vediamo la scelta, la caduta e la conseguenza di questa caduta dell’uomo.

In primo luogo vediamo:
La scelta dell’uomo.
O.J. Gibson: “Il dover decidere qualcosa, il porre in gioco le proprie scelte, specialmente in campo morale e in quello spirituale, è il più importante dovere della coscienza dell’uomo.”  Le scelte che facciamo riguardo a Dio sono molto importanti!!! (Deuteronomio 30:15,19, Giosuè 24:15; Apocalisse 20:12-13).
L'uomo è stato creato con una disposizione e con ogni incoraggiamento a fare bene. Lo scopo di Dio nel dare il comando di non mangiare il frutto dell’albero era quello di creare l'uomo nelle vie della giustizia e della fede, ma Satana ha usato il comando come occasione per tentare l'uomo a ribellarsi a Dio. (Genesi 3:1-6). Adamo ed Eva avevano ricevuto, non solo la libertà, ma anche un serio comandamento e avvertimento da parte di Dio, di non mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, perché nel momento in cui ne avrebbero mangiato, sarebbero morti! (Genesi 2:16-17). Ma l’uomo ha preso una decisone sbagliata, ha deciso di ribellarsi a Dio seguendo l’inganno del diavolo.

In secondo luogo vediamo:
La caduta dell’uomo (Genesi 3:1-6).
La caduta dell’uomo è stato un atto di ribellione, di disobbedienza, slealtà, infedeltà, e l'incredulità nei riguardi di Dio. La causa della caduta non si trova in Dio, perché Egli non è l'autore e nemmeno complice del male. (Genesi 1:31; Giacomo 1:13-15). Si deve tenere presente che Adamo ed Eva erano agenti morali liberi senza peccato. Benché Satana sia stato il tentatore, sollevando dei dubbi sulla Parola di Dio, v.1 e  mentendo v.4, comunque la responsabilità è stata dell’uomo. Il diavolo entra dove trova una porta aperta, la dove c’è già il desiderio come dice (Giacomo 1:13-15! Efesini 4:27).

Com'è l'uomo?


Com'è l'uomo?
Secondo alcuni, se la potenza della mente umana potesse essere manifestata da un individuo al 100%, si supporrebbe che quella persona è un dio! La potenza del cervello è oltre ogni comprensione. Gli scienziati stimano che il più brillante tra noi usano forse il 10 per cento della sua capacità. Pensiamo un attimo al potenziale che ha l’uomo, Mozart scrisse il suo primo brano orchestrale quando aveva solo otto anni! Ci sono due gemelli di New York che sono in grado di calcolare il giorno della settimana di qualsiasi data si parla. Se gli chiedereste in quale mesi e anno di questo secolo cadrà su un Giovedì, questi fratelli ti daranno una risposta corretta immediatamente. Un altro scienziato può ascoltare un lungo pezzo intricato al pianoforte per la prima volta e subito sedersi al pianoforte senza la musica e riprodurla perfettamente!

Dio com'è? Quarta parte.


Dio com’è? (Quarta parte).
Siamo alla quarta e ultima parte della meditazione sul carattere o natura di Dio. Prego Dio che il vostro cuore possa riscaldarsi davanti il Suo carattere glorioso!

Dio è Trascendente (1 Cronache 29:11; Isaia 57:15).
Trascendente significa semplicemente andare oltre, elevarsi al di sopra, essere al di sopra. La trascendenza di Dio indica che Dio è superiore all'uomo, elevato al di sopra e al di fuori dal genere umano. Dio abita una luce inaccessibile e non si può vedere. (1 Timoteo 6:16).


La trascendenza di Dio implica che:

• Dio non può mai essere completamente “inscatolato” in concetti umani. 
Tutte le nostre idee dottrinali, anche se corrette per quanto utili possano essere, non ci faranno  capire profondamente la natura di Dio. John Blanchard: “ L'uomo può trovare Dio, ma mai capire lui”.

• La comunione con Dio non è raggiunta dalla nostra capacità di elevarci a Lui, è impossibile. 
Non siamo in grado di elevarci al livello di Dio, ma è Dio che si compiace di rivelarsi all’uomo.

• Ci sarà sempre una differenza tra Dio e gli esseri umani.
Il divario tra noi è Dio non è semplicemente solo una differenza morale e spirituale che ha avuto origine con la caduta, ma è metafisica, va oltre la nostra natura di creature.

Dio comè? Terza parte.


Dio com’è? (Terza parte).
Dio si è rivelato in maniera tale da rendere possibile attribuirgli determinate qualità e caratteristiche, ma dobbiamo fare attenzione al fatto che non lo possiamo scatolare in concetti! Dio è Infinito!

Dio è amore (1 Giovanni 4;8,16).
Dio non è semplicemente amorevole, Egli è l'amore stesso, la personificazione dell'amore perfetto, il che implica una responsabile e fedele dedizione verso il benessere delle sue creature. Egli ama indipendentemente dalla reazione nel ricambiare da parte dell’uomo, oggetto del Suo amore. L’amore di Dio è incondizionato! (Romani 5:8). L’amore è l’espressione del sacrificio e della donazione di se stessi; ricerca il bene dell’altro. L’amore di Dio è concreto, la Sua massima espressione si trova con la croce di Cristo, nel perdonare i peccati degli uomini che credono in Cristo e si pentono dei loro peccati.  
L’amore di Dio non si può misurare! Ma come ha detto qualcuno: la vera misura dell'amore di Dio è che egli ama senza misura! (Efesini 3:18-19).

Dio com'è? Seconda parte.


Dio com’è? (Seconda parte).
“Uno dei grandi bisogni di oggi è una profonda convinzione che Dio è”. (W. Holloway Main).
Noi più di ogni altro, abbiamo bisogno di Dio e fin quanto non cominciamo ad avere un rapporto con Lui, la nostra anima sarà sempre inquieta e senza speranze certe! 
In questo semplice studio vediamo altre caratteristiche di come Dio è!

Dio è Onnisciente (Salmi 147:4-7).
La conoscenza di Dio consiste nella sua comprensione intellettuale della verità. È quella perfezione divina per la quale, in maniera completa e unica, Dio conosce se stesso e tutte le cose possibili mediante un atto semplice e senza fine. Fin dal principio Lui conosce la fine (Isaia 46:10).
Dio conosce ogni cosa, del passato, presente e futuro. Dio ha una conoscenza illimitata!
Nessuno si può nascondere davanti a Lui, tutte le cose sono nude e scoperte davanti i suoi occhi al quale dobbiamo rendere conto (Ebrei 4:13). Dio è Onnisciente!

Dio com'è? Prima parte.


Dio com’è? (Prima parte).
S. Agostino disse: "Dio è più immaginato che espresso, e lui esiste veramente più di quello che è immaginato". Quando pensiamo a Dio il rischio è di immaginarcelo a modo nostro. Chissà quante volte ti sei chiesto come’è Dio e forse lo hai immaginato in molti modi, paragonandolo con cose o persone che conosci, ma Dio non assomiglia a nessuno che tu conosci! Per questo motivo non può essere rappresentato. Dio non assomiglia a qualcosa o a qualcuno che noi conosciamo (Isaia 40:18). 
La domanda allora è: ” Com’è Dio?” La Bibbia ci dice molto a riguardo, ovviamente c’è molto da dire, ma alcune caratteristiche molto brevemente ricordandoci come ha detto Tommaso D’Aquino: “Il massimo che sappiamo di Dio è nulla nel rispetto di ciò che egli è ”. 

La parabola del buon Samaritano.


Luca 10:25-37: La parabola del buon Samaritano. 
Guardando i telegiornali, o dei reportage, o leggendo i giornali, ci rendiamo conto che la sofferenza è grande nel mondo. Ci sono molte associazioni umanitarie onlus (senza scopo di lucro) in diversi campi e così ci sono molte associazioni di filantropia. La parola “Filantropia” indica un sentimento di amore (φιλία, filìa) nei confronti degli esseri umani ( ἄνϑρωπος, ànthropos). 
Nell'uso corrente un filantropo è una persona generosa che fa attività di beneficenza. Uno di questi è Bill Gates il fondatore di Microsoft si è ritirato dagli affari per dedicarsi a un’associazione da lui fondata  nel Gennaio del 2008 la “Bill & Melinda Gates Foundation”, oggi, rappresenta l’istituzione filantropica più ricca al mondo, con circa 37,3 miliardi di dollari è considerata la fondazione più grande del mondo ed è attiva nella ricerca medica, nella lotta all'AIDS e alla malaria, nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo e nell'educazione.
Molti forse non hanno i mezzi economici come Gates e perciò non hanno la capacità di aiutare gli altri, forse anche tu rientri in questo cerchio, ma anche se non sei ricco, puoi fare qualcosa nel tuo piccolo per aiutare gli altri.

Gli ostacoli del discepolo di Cristo.


Gli ostacoli del discepolo di Cristo ( Luca 9:57-62).
In questa lezione vedremo gli ostacoli al discepolato.

Nel libro degli Atti è scritto che alcuni di Tessalonica dissero riguardo gli apostoli ai magistrati: " Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui" (Atti 17:6). Ma perché misero sottosopra il mondo? Perché seguivano veramente Gesù! Non pensavano a una vita comoda, non s’immischiavano nelle faccende della vita, ma erano concentrati nell’opera di Dio e misero Gesù sopra la propria famiglia. Questi uomini erano pronti ad andare contro corrente a tutti i costi, anche del martirio! Non permisero che nessun ostacolo si mettesse tra loro e Cristo! Luca inserisce questo testo (Luca 9:57-62) tra la missione dei dodici apostoli (Luca 9:1-2,6) e la missione di Gesù (Luca 9:51) con la missione dei settanta (Luca 10:1,9). 
In modo particolare, vediamo dal contesto la determinazione ferma di Gesù Cristo di andare a Gerusalemme per morire là secondo la missione affidatagli dal Padre per salvare i peccatori (Luca 9:56). Anche i discepoli di Gesù sono chiamati a seguire il Suo esempio di servizio e dedizione fino al martirio! Gesù si riferisce alla missione che abbiamo di annunziare il regno di Dio, questo può comportare la morte (Luca 9:60; 10:2; Mar.8:31-38). E come se Gesù stesse dicendo: “Io sono determinato a portare a termine il compito assegnatomi, nonostante il costo e questo sarà d’esempio per tutti i miei discepoli”. 
Troviamo tre esempi di persone, da cui vediamo tre ostacoli per un discepolo nel seguire Gesù. Per ben tre volte per ogni situazione, troviamo il verbo “seguire” (akoloutheō) ed esprime il rapporto maestro-discepolo. 
“Seguire” presuppone la radicalità della risposta del discepolo a seguire il maestro, indica il servizio esclusivo e assoluto alla Sua causa, l’entrare in comunione con Lui e seguire il Suo destino, essere per sempre discepolo dell’unico Maestro. Se vogliamo seguire Gesù, non dobbiamo permettere che tre ostacoli si interpongono tra noi e Cristo. 

Le condizioni per il discepolo di Cristo.

Le condizioni per il discepolo di Cristo.
In questa lezione vedremo:
1. In cosa consistono le condizioni del discepolato.
2. Il discepolato richiede un’attenta riflessione prima di intraprenderlo.

“Il Salvatore non cerca uomini e donne che vogliono dedicargli le loro serate libere, i weekend, o gli ultimi anni della loro vita quando vanno in pensione. Egli cerca chi gli voglia dare il primo posto nella propria vita”. (William Macdonald) 
Per molti il cristianesimo non è altro che il mezzo per scampare all’inferno e la sicurezza per andare in paradiso, dopo di che pensano di vivere come gli pare! Gesù ha parlato di condizioni per il discepolato, un vero discepolo segue Gesù secondo come vuole Gesù, alle condizioni di Gesù e non alle proprie. Essere discepolo di Gesù non significa servirlo alle condizioni da lui stesso stabilite e in base alla propria convenienza, ma alle condizioni stabilite da Gesù secondo la Sua volontà! È possibile essere un credente di nome in Gesù senza essere un vero discepolo. Una volta qualcuno stava parlando con un grande studioso di un giovane. Egli disse: “Questo ragazzo mi ha detto che era uno dei tuoi studenti”. L’insegnante rispose: “Potrebbe aver frequentato le mie lezioni, ma non era uno dei miei studenti”.
Si può dire che crediamo in Gesù perché frequentiamo una chiesa, ma questo non fa di noi un discepolo di Gesù.

I segni caratteristici del discepolo di Cristo.


I segni caratteristici del discepolo di Cristo.
In questa lezione vedremo: 
I segni caratteristici del discepolo di Gesù.

“Il cristianesimo non è semplicemente un programma di comportamento, ma è il potere di una nuova vita”. (Benjamin B. Warfield)  
I cristiani non sono persone che non peccano mai, persone perfette, ma persone che si contraddistinguono come discepoli di Cristo perché in loro c’è il potere di una nuova vita, quella di Dio (Giov.1:12-13; 3:3,5;2 Pie.1:3-4). Il discepolato non è principalmente una questione di quello che facciamo, ma è una conseguenza di ciò che siamo in Cristo. Chi è in Cristo ha determinate caratteristiche, come dai frutti si riconosce un albero così da alcuni segni visibili si riconosce un discepolo di Gesù (Matt.7:16-17). Quali sono i segni di un discepolo di Gesù?

Come liberarsi dal senso di colpa.


Terza Lezione: Come liberarsi dal senso di colpa.
J. I. Packer: “Il fatto fondamentale della religione biblica è che Dio perdona e accetta i peccatori credenti”.  Tutti noi abbiamo fatto cose che ci dispiacciono, cose che avrebbe fatto qualsiasi cosa per annullarle o cancellarle. Nessuno di noi è perfetto, tutti commettiamo errori, tutti siamo peccatori (Rom.3:10-12,23). Ora ci sono due estremi riguardo il senso di colpa, da una parte vediamo in questa società che la stragrande maggioranza(non penso sia esagerato)   non vuole riconoscere i propri errori o essere ritenuto responsabile di uno sbaglio, di conseguenza, non si ha il senso di colpa, e ci si giustifica dando la colpa ad altri del passato, secondo questo pensiero, se oggi abbiamo sbagliato è perché ho avuto un tipo di educazione, un’ esperienza negativa, ecc. Quindi riguardo agli errori nel presente ci giustifichiamo perché ci sentiamo vittime oppure abbiamo agito di conseguenza ad azioni di altri. Questo è un estremo, non ci sentiamo colpevoli perché ci sentiamo vittime.
Un altro estremo è il falso senso di colpa, vale a dire che un cristiano avendo ricevuto il perdono di Dio, continua a sentirsi in colpa, mentre la Bibbia dice che se confessiamo i nostri peccati, Dio ci perdona (Prov.28:13;1 Giov.1:8-10). Di solito è il diavolo che accusa la coscienza dei credenti (Cfr. Zaccaria 3:1-4; Apoc.12:10). Possiamo dire che il senso di colpa è positivo quando c’è stato un errore quando produce il ravvedimento (cfr. Luca 18:13-14; Atti 2:37-38; 2 Cor.7:10), mentre è negativo se produce una falsa condanna, cioè quando il peccato è stato perdonato (cfr. Sal.32:1-2; Rom.8:1-2), in questo senso paralizza una persona fino a consumarla! Avere a che fare con il nostro senso di colpa è uno dei problemi più difficili della vita, e molti cristiani inutilmente hanno portato un pesante fardello di colpa per anni.

Il fondamento della spiritualità Biblica: Dio


Il fondamento della spiritualità:Dio.
1. Vedremo alcune caratteristiche di Dio importanti per il cammino spirituale: la spiritualità, la trascendenza, l’immanenza e la personalità di Dio.
2. Vedremo che l’Iddio Trino è coinvolto attivamente per la nostra spiritualità.
3. Dobbiamo essere grati per la grazia di avere un cammino spirituale con Dio.

La spiritualità biblica cristiana è un movimento dell’anima verso l’alto, verso Dio, perché si tratta di una relazione con Dio, pertanto è importante conoscerlo così com’è, come si è rivelato nella Bibbia. Non si può parlare di spiritualità senza parlare di Dio, la vera spiritualità consiste nello sperimentare Dio. Una concezione corretta di Dio, così come rivelata nella Bibbia è essenziale per lo sviluppo di una spiritualità adeguata cristiana, una spiritualità che Dio gradisce, non tutta la spiritualità è gradita da Dio (Genesi 4:1-7; Matteo 15:7-9). Pertanto è importante conoscere la natura, i decreti e le azioni di Dio descritti nella Bibbia affinché possiamo avere un cammino spirituale secondo come Dio vuole. Ci sono alcuni aspetti importanti della natura di Dio in relazione alla spiritualità, che noi facciamo bene a capire. 

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”,...

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