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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Esodo 4:2: Dio trasforma l'ordinario in straordinario

 Esodo 4:2: Dio trasforma l'ordinario in straordinario
Nella società moderna, siamo costantemente bombardati dall'idea che per avere successo e impatto dobbiamo possedere qualcosa di straordinario: talenti eccezionali, risorse illimitate, o conoscenze influenti. 
Ma la verità biblica ci ricorda che Dio fa la differenza, e Dio non è limitato da ciò che il mondo considera potente, influente, o prestigioso.
Anzi, spesso Dio sceglie l'improbabile e l'umile per confondere i sapienti di questo mondo. 
Un esempio lampante di questa verità si trova in Esodo 4:2, quando Dio si rivolge a Mosè chiedendogli: “Che cos'è quello che hai in mano?”. 
La semplice risposta di Mosè fu: “Un bastone”.
Da quel momento, quel semplice bastone divenne uno strumento di Dio nelle mani di Mosè che combatterà una delle più grandi superpotenze dell'antichità: l'Egitto dei faraoni. 
Per volontà e azione di Dio, quel semplice bastone si trasformò in un'arma potente in grado di scatenare piaghe, dividere il mare e condurre un popolo intero alla libertà.
Da Esodo 4:2 impariamo tre verità importanti che sono grandi incoraggiamenti per ogni cristiano oggi: Il Signore usa persone deboli con i loro strumenti ordinari, opera con quello che abbiamo e lo trasforma, e infine aggiunge e controlla.
Cominciamo a vedere:
I IL SIGNORE USA PERSONE DEBOLI CON I LORO STRUMENTI ORDINARI
Prima di tutto nel libro dell’Esodo troviamo:
A) I dubbi di Mosè
La Bibbia ritrae gli uomini di Dio con le loro debolezze come Mosè: era un uomo timido e insicuro, con un problema di comunicazione.
Dio non ha bisogno della nostra grandezza, o potere umano, ma può usare ciò che è debole per manifestare la Sua gloria sovrana. 
Le nostre debolezze non sono un ostacolo per Dio, che è più che sufficiente per portare a termine i Suoi propositi attraverso strumenti improbabili come Mosè e il suo bastone.
Il Signore si manifesta a Mosè in Oreb, mentre questi pascolava il gregge di Ietro suo suocero, per chiamarlo a compiere la missione di liberare il Suo popolo dalla schiavitù in Egitto.
Mosè non si sente all’altezza (Esodo 3:11), dubita che il popolo d’Israele crederà alla sua autorità e che lo seguirà (Esodo 4:1).
In Esodo 4:10 farà ancora un’altra obiezione che non è un oratore, non è in grado di esprimersi in modo chiaro e articolato, non è in grado di parlare con eloquenza e persuasione, forse era balbuziente (cfr. per esempio Esodo 4:2).
Quindi, Mosè si sentiva insufficiente, insicuro, incompetente; credeva di non avere le capacità e la credibilità presso gli Israeliti per portare a termine la sua missione.
Ora, in tutti noi è profondamente radicata una latente riluttanza a obbedire alla chiamata di Dio, e prendiamo scuse, oppure obiettiamo, come fece Mosè.
Molti di noi si possono identificare con Mosè, con i suoi dubbi, timori, insufficienza, insicurezza e impotenza davanti una sfida, davanti un compito che Dio ci ha affidato.
Ma quello che dobbiamo ricordare è: Dio è più che sufficiente! Con Dio a fianco possiamo adempiere il compito che Dio ci ha affidato.
Nella chiamata di Dio non dobbiamo pensare alla nostra incapacità per il compito; piuttosto, si tratta della capacità di Dio che opera in noi e attraverso di noi per adempiere il compito. 
Dobbiamo ricordare che non si tratta delle nostre debolezze, ma della forza di Dio!
Questo è esattamente ciò che Dio rivelò a Mosè mentre lottava con il suo senso di insufficienza. 
Dio fece capire a Mosè che è Colui che ha chiamato a fare la differenza! Non chi è chiamato!
Qualcuno critica Mosè per la sua mancanza di fede, o per la sua ribellione, o per la sua resistenza.
Queste persone dicono: “Guardate come ha protestato e si è opposto a Dio! Quante scuse ha preso pur di non fare ciò che Dio gli aveva detto di fare”.
Anche i predicatori esortano (forse l’ho fatto pure io) in questo modo: "Non siate come Mosè. Quando Dio ti chiama, vai senza tentennamenti…obbedisci all'istante".
Certo in questo caso, come anche con gli esitanti Gedeone (Giudici 6:11–16;) e Geremia (Geremia 1:4-8), si sentivano inadeguati ed erano riluttanti, ma il Signore non li ha condannati, e nemmeno si è arrabbiato con loro, ha accettato la loro esitazione, ma poi li ha convinti con le Sue promesse! 
Non dobbiamo essere precipitosi a giudicare le persone in queste situazioni, dobbiamo pensare che siamo esseri umani con tutte le nostre fragilità e debolezze!
Come scrive Anthony Selvaggio: “Dopo tutto, Dio gli era apparso e gli aveva parlato da un roveto ardente. Di cos'altro ha bisogno? Come può essere impaurito e incredulo di fronte a una rivelazione così gloriosa e personale? Ma non dovremmo affrettarci a giudicare qui. Mosè era un essere umano proprio come noi”. 
Dalla storia della chiamata di Mosè, Dio affronta gentilmente il suo scetticismo fornendo segni soprannaturali per convincerlo, dimostrando così la realtà dinamica e potente della Sua esistenza.
A ogni obiezione c’è una risposta del Signore, che sono i segni di autorità (Esodo 3:11; 4:3,9), per persuadere Mosè ad accettare il Suo incarico, in questo modo riconosce che le paure di Mosè sono legittime; ma Dio è più grande delle nostre paure!
A proposito John Durham scrive: “Persino Yahweh riconosce la validità dell’affermazione di Mosè, poiché fornisce a Mosè tre segni di autorità, ciascuno di essi è un prodigio dotato di potere divino. E allora il punto è chiaro: non è per alcuna autorità di Mosè che quanto sta accadendo sarà reso efficace, ma per l'autorità di Dio stesso, autorità che Mosè si limita a riferire e rappresentare. Il vero eroe di questa chiamata e mandato non è Mosè, ma Dio. E la fiducia che produrrà la fede non deve essere riposta in Mosè, ma in Dio. Mosè non è altro che il mezzo del messaggio”.
L’autorità sovrana di Dio ci deve incoraggiare a servirlo con gioia e passione! (cfr. per esempio Salmo 47; 115:3; Daniele 4:35).
Consideriamo ora:
B) La domanda del Signore a Mosè
Il Signore gli chiede: “Che cos’è quello che hai in mano?”
Mosè rispose che aveva un bastone. 
Il bastone sarà l’emblema della sua missione.
Con questa domanda, il Signore voleva prima di tutto: 1) attirare l’attenzione dello scettico Mosé sulla missione di andare a liberare Israele dalla schiavitù Egiziana. 
Poi 2) per preparare la trasformazione che stava per avvenire di quel pezzo di legno che diventava serpente, e viceversa (Esodo 4:3-4). 
3) Quel bastone simboleggerà in modo tangibile l’autorità, la presenza e la potenza efficace di Dio. 
E infine 4) per sottolineare l'importanza dell'ordinario, di quel bastone, un oggetto comune e ordinario che possedeva Mosè, per il piano del Signore.
Dio utilizza ciò che è comune e ordinario, come un semplice bastone di pastore, per manifestare il Suo potere straordinario e compiere la Sua opera redentrice. 
Questo è un promemoria che Dio può utilizzare, non solo persone deboli, ma anche le cose più umili e ordinari come strumenti della Sua grazia e del Suo proposito divino.
Il “bastone” (maṭṭeh) nella mano di Mosè era un bastone normale, ordinario, nel caso di Mosè, era un comune bastone di legno da pastore. 
Con quel bastone da pastore (Salmo 23:4), infatti il Signore chiamò Mosè mentre pascolava le greggi del suocero Ietro (Esodo 3:1), ma per volontà di Dio, Mosè lo userà per fare miracoli (Esodo 4:1-5; 7:9-12,19-20; 8:5; 9:23; 14:16-21), e il Signore si farà conoscere alle nazioni per la Sua gloria (Esodo 9:16, 18; 10:7; 15:14-17, 21; Giosuè 2:9-11).
David Guzik dice: “Dio non usò lo scettro che era nelle mani reali di Mosè quando viveva in Egitto, ma usò il semplice bastone del pastore”.
Quando Dio chiama Mosè, questi non è più il principe Egiziano cresciuto nella reggia del faraone! (Esodo 2:1-10). 
Ora è un semplice pastore che vive nel deserto, con in mano solo un bastone comune utilizzato per il suo lavoro!
Dio opera con potenza anche attraverso ciò che è semplice e ordinario come un bastone!
Dio non opera necessariamente attraverso ciò che il mondo considera potente, prestigioso, o autorevole!
Piuttosto, Dio può prendere le cose più semplici e ordinarie e infonderle del Suo straordinario potere per compiere i Suoi propositi!
Dio non ha bisogno della grandezza umana, del potere, o dello status per realizzare la Sua volontà. 
Dio può usare ciò che è debole e disprezzato agli occhi del mondo per manifestare la Sua gloria!
Dunque, sia Mosè che il suo bastone riflettono il modo di operare di Dio, che spesso sceglie ciò che è “umile” per confondere i sapienti e i potenti di questo mondo (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:27-29).
Allora non pensiamo erroneamente che necessariamente dobbiamo essere, o avere qualcosa di straordinario per servire il Signore, perché quello che è determinante è il Signore! Lui rende l’ordinario straordinario!
Questo ci porta a considerare che:
II IL SIGNORE OPERA CON QUELLO CHE ABBIAMO E LO TRASFORMA
Quando ci mettiamo al servizio di Dio, non solo Egli utilizza i nostri doni e talenti, ma li trasforma in strumenti potenti per realizzare la Sua volontà.
Prima di tutto vediamo che:
A) Il Signore dà valore a quello che abbiamo
Spesso pensiamo di non avere abbastanza per fare la differenza; ma Dio non chiede ciò che non abbiamo; Egli prende ciò che abbiamo e lo trasforma!
Il Signore non chiede a Mosè un oggetto magico, o un'arma potente, ma prende semplicemente un bastone, uno strumento comune e quotidiano che Mosè aveva con se. 
Quindi:
B) Il Signore non è limitato dall'ordinario
Molte volte ci sentiamo limitati e impotenti davanti certe situazioni, ma Dio non è limitato nella Sua natura e da ciò che possediamo, può operare meraviglie anche con le cose ordinarie, o più semplici.
Anche, con un semplice bastone, Dio può compiere meraviglie! E lo ha fatto!
Un semplice bastone è diventato uno strumento della potenza divina!
Quel bastone, con cui Mosè aveva guidato il gregge per anni, che molto probabilmente era consumato e che puzzava di pecore, diventa improvvisamente un serpente e viceversa, sarà capace, per l’azione di Dio, di scatenare piaghe sull'Egitto, aprire il Mar Rosso e guidare un popolo verso la libertà!
Nelle mani di Dio, anche ciò che consideriamo insignificante può diventare straordinario!
Forse stiamo sottovalutando un dono spirituale, o un talento che il Signore ci ha dato, ci sentiamo inutili, pensiamo che gli altri siano meglio di noi, e che non ci userà mai!
In realtà tutti siamo importanti all’interno del corpo di Cristo, la sua chiesa (1 Corinzi 12), e come ha usato una persona debole come Mosè e una cosa ordinaria come il suo bastone, così può usare te, o ciò che reputi non importante!
Le nostre debolezze, le nostre battaglie personali: malattia, disabilità, lotte interiori, tentazioni, insicurezze, o inadeguatezze personali, li vediamo come impedimenti, ma Dio può usarle per rafforzarci e testimoniare con potenza (2 Corinzi 12:9), li può usare per il progresso del Suo regno!
Pensa per esempio a Nick Vujicic, nato senza braccia e gambe, è diventato un oratore motivazionale di fama mondiale, autore e imprenditore di successo. 
Ispira milioni di persone in tutto il mondo con la sua storia di fede in Dio, resilienza e determinazione, dimostrando che con l'aiuto di Dio, nessuna limitazione fisica può ostacolare il raggiungimento dei propri sogni.
Oppure le nostre storie difficili, o i fallimenti passati, li vediamo come imbarazzi, qualcosa di cui ci vergogniamo giustamente, ma Dio nella Sua grazia come ha fatto con il persecutore Saulo che poi è diventato Paolo, puoi fare grandi cose attraverso di noi! (cfr. per esempio 1 Timoteo 1:12-16).
Oppure le nostre occupazioni, lavori ordinari, preparazione scolastica, possono sembrarci insignificanti, ma Dio può usarli per la Sua gloria.
Per esempio, Davide era un pastore (1 Samuele 16); il profeta Amos era un mandriano e coltivatore di sicomori (Amos 7:14-15), Pietro e Giovanni, discepoli di Gesù, erano pescatori senza istruzione (cfr. per esempio Atti 4:13), ma il Signore li ha usati!
Oppure la nostra posizione sociale economica umile, ci può far sentire inadeguati, ma Dio confonde i sapienti scegliendo i deboli (1 Corinzi 1:27).
Le nostre piccole chiese, o ministeri, ci possono apparire insignificanti se ci paragoniamo alle grandi chiese di quelli che consideriamo grandi uomini di Dio, ma Dio non guarda alle dimensioni (Zaccaria 4:6-10).
O ancora per la nostra età, se siamo anziani, o giovani ci sentiamo inadatti, ma per Dio non c’è un limite di età! (cfr. per esempio Salmo 92:14-15; 1 Timoteo 4:12).
Non importa quanto semplice, oppure ordinario ci possa sembrare quello che abbiamo, o ciò che siamo, perché nelle mani di Dio, tutto e tutti possono diventare strumento di potenza, di trasformazione e di benedizione.
Dio ti può usare per fare cose straordinarie!
Non importa quanto ti senti piccolo, o piccola, o insignificante, Dio può usarti per compiere grandi cose per la crescita del Suo regno!
Offri al Signore la tua vita e le tue cose ordinarie (come il bastone di Mosè), qualsiasi cosa sia, e lascia che Egli operi, perché nelle Sue mani, anche l'ordinario diventa straordinario.
Dio non è limitato da ciò che possediamo! 
Se così possiamo dire: Dio è limitato solo dalla nostra incredulità (cfr. per esempio Matteo 13:53-58; 17:19-21) e disobbedienza (2 Cronache 16:9; Salmo 33:18). 
Scegli allora, di credere nel Suo potere infinito e di metterti al Suo servizio con zelo (Romani 12:11).
Anche se pensi di essere una persona limitata con strumenti ordinari, per il Signore non è un problema! 
Devi solo avere fede in Lui e obbedirgli, e sperimenterai la potenza dinamica di Dio in te e attraverso di te!
Così noi in questo versetto di Esodo troviamo un potente richiamo a non sminuire, o sprecare ciò che Dio ci ha dato, ma a metterlo interamente nelle Sue mani perché Lui possa usarlo per i Suoi scopi eterni. 
Un semplice "bastone" lasciato nelle mani di Dio può davvero “aprire mari” e “liberare popoli!”
Come già detto:
C) Il Signore rende l’ordinario straordinario 
Quell’umile bastone che Mosè aveva in mano non aveva niente di particolare, ma nelle mani del Signore diventava scettro di prodigi!
Era il Signore colui che cambiava il bastone in serpente e viceversa, non Mosè!
Il bastone cambia e trasforma solo quando il Signore lo vuole! 
Mosè certamente all’inizio, non pensava che quella rozza e secca corteccia di quel ramo, potesse diventare uno strumento potente della sovranità divina.
Ma una volta che il Signore gli è lo ha dimostrato trasformandolo in serpente e viceversa, lo ha capito!
Il Signore vinse la riluttanza iniziale di Mosè e fu seguita da un'obbedienza fedele per tutta la vita di Mosè per quarant'anni.
Il Signore può trasformare qualsiasi cosa che abbiamo, anche quello che consideriamo ordinario in straordinario.
Dio prende quello che abbiamo e lo trasforma in uno strumento per compiere potentemente l’opera Sua!
La potenza di Dio non è limitata dagli oggetti materiali, ma può agire in modo straordinario attraverso di essi.
Ciò che può sembrarci banale, o insignificante, con il tocco potente di Dio può diventare straordinario dimostrando così che la Sua potenza non conosce confini.
I tuoi talenti nascosti, le tue risorse inutilizzate che giacciono addormentate dentro di te, che hai paura a usarle, nelle mani di Dio, si possono risvegliare e trasformarsi “in fiaccole luminose” che illuminano il mondo!
Forse non ti senti così speciale, ti vedi come un ramo secco! 
Ma ricorda che anche quel bastone che aveva Mosè, non aveva niente di speciale, eppure, nelle mani di Dio divenne molto più di un semplice ramo secco!
Ma Dio ti può usare per il Suo piano di salvezza per questo mondo!
Pertanto, non sottovalutate ciò che sei, o che hai, non lo disprezzare, mettilo nelle mani di Dio per fede, perché può diventare qualcosa di potente per il progresso del regno di Dio.
Il Signore è pronto a trasformare il tuo ordinario in straordinario! 
Il tuo banale in qualcosa di significativo! 
Il tuo umile in qualcosa di grandioso!
Se ci lasciamo guidare dalla potenza di Dio l'impossibile diventa possibile! (cfr. per esempio Genesi 18:14; Geremia 32:17; Luca 1:37; Matteo 19:26).
Infine, questo versetto ci fa capire ancora:
III IL SIGNORE AGGIUNGE E CONTROLLA
Il Signore ha il potere di trasformare e di invertire le cose, il bastone diventava serpente e viceversa con facilità sotto il Suo controllo, e poi farà grandi prodigi per liberare il Suo popolo dalla schiavitù di Egitto!
Quindi il Signore non solo trasforma ciò che abbiamo, ma anche lo eleva aggiungendovi qualcosa di speciale e prendendone il controllo per i Suoi scopi.
Quindi quando ci mettiamo al servizio di Dio, Dio sovranamente, non solo usa ciò che già possediamo, ma infonde anche la Sua forza e il Suo favore controllandolo.
Ancora una volta, è fondamentale riconoscere che il potere non viene da noi, o dai nostri strumenti, ma da Dio. 
In Zaccaria 4:6 il Signore dice: "Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il SIGNORE degli eserciti". 
Vediamo prima di tutto:
A) La variazione
Il bastone di Mosè, un pezzo di legno ordinario, banale e insignificante diventa “il bastone di Dio!” 
La variazione del nome allora rappresenta un cambiamento significativo.
Infatti, con quel bastone, il bastone con cui Mosè farà prodigi (Esodo 4:17), sarà conosciuto poi come “il bastone di Dio” (cfr. per esempio Esodo 4:20; 17:9), così chiamato perché Dio attraverso di esso mostrava la Sua potenza e lo controllava, non Mosè. 
Il “bastone di Dio” indica che Dio decideva quando compiere i Suoi prodigi!
Quel bastone da pastore di Mosè diventando il “bastone di Dio”, ora è un simbolo tangibile della presenza, del potere e del controllo divino.
Il “bastone di Dio” indica che il potere miracoloso in esso contenuto proviene e appartiene al Creatore.
Il bastone di Mosè non era nulla di eccezionale, era e rimaneva un semplice bastone: il suo potere veniva da Dio!
Mosè alzava il bastone, ma era Dio che operava in modo sovrannaturale secondo la Sua volontà!!
Mosè non era un mago come i maghi Egiziani con il dono della magia dei loro dèi!
Il bastone di Mosè non era un bastone magico, come quello usato dai maghi Egiziani, (Esodo 7:10-12), ma semplicemente un bastone di legno infuso del potere di Dio quando sceglieva che fosse così. 
In quanto bastone utilizzato per compiere “prodigi”, era il “bastone di Dio”.
Questo sarebbe stata come una credenziale per Mosè, un segno distintivo di autorità e di credibilità della sua chiamata da parte di Dio di liberare il popolo oppresso d’Israele (cfr. per esempio Esodo 4:5).
Sarebbe stata una testimonianza per Israele e per l'Egitto della presenza di Dio con Mosè. 
Immaginate il bastone di Mosè; un semplice strumento da pastore, insignificante nella sua forma materiale; eppure, nelle mani di Dio, si trasforma in qualcosa di straordinario diventando così il "bastone di Dio".
Non è solo un cambio di nome, ma un'infusione di potenza e gloria. 
Dio non si limita a usare ciò che già possediamo; eleva l'ordinario, lo impregna della Sua essenza e lo rende Suo per usarlo come gli piace!
Dio non solo può prendere cose ordinarie e farle diventare straordinarie, ciò che è banale in qualcosa di significativo, l’umile in qualcosa di grandioso.
Ma le eleva aggiungendovi la Sua speciale impronta divina e sovranità! 
Quelle cose, le rende essenzialmente "Sue", li rende strumenti attraverso cui opera!
Questo è un potente promemoria che, quando mettiamo qualcosa nelle mani di Dio, non solo viene trasformato, ma Lui se ne impadronisce aggiungendovi la Sua autorità e potenza per compiere i Suoi piani meravigliosi. 
Questo ci porta a vedere:
B) La dimostrazione
Il bastone di Dio dimostra che Egli è sovrano su tutti e tutto!!
Questo lo vediamo dal fatto che il bastone si trasforma in un serpente. 
Perché un serpente? Perché il serpente rappresentava un segno dell’autorità reale Egiziana; si pensi per esempio al copricapo a forma di cobra del faraone indossato come simbolo della sua autorità.
In questo vuole sottolineare che Dio è di un’autorità superiore, infatti il bastone, stavolta è scritto quello di Aaronne, trasformato in serpente divorò i bastoni Egiziani dei maghi trasformati in serpenti (Esodo 7:8-12).
Quindi, quando Dio trasforma il semplice bastone di Mosè in un serpente, sta in un certo senso sfidando e sovvertendo uno dei simboli chiave dell'autorità faraonica Egiziana. 
È come se Dio stesse dichiarando che il Suo potere e la Sua autorità superano e trascendono quella del faraone e dei suoi simboli di potere.
Sta annunciando che il Suo potere supera tutte le forme di opposizione e ostilità, rappresentate qui dal bastone trasformato in serpente.
Allo stesso tempo, trasformando il bastone in un serpente, Dio sta dimostrando di avere il controllo sulle forze della natura e sulle creature temute come i serpenti, un altro segno della Sua sovranità assoluta.
Questa interpretazione si allinea con il contesto più ampio dell'Esodo, in cui Dio sta per umiliare il faraone e liberare il Suo popolo dalla schiavitù Egiziana, sconfiggendo gli dèi e i simboli di potere dell'Egitto attraverso una serie di piaghe e prodigi soprannaturali.
Quindi la trasformazione del bastone in serpente non era solo un segno di potere miracoloso, ma anche una sfida diretta all'autorità e al potere del faraone, sottolineando che l'autorità ultima apparteneva al Dio di Israele.
C) La sollecitazione
Il bastone di Dio, che mostra la Sua autorità assoluta su tutto, è un grande incoraggiamento ad abbandonarci completamente a Lui, a mettere tutto ciò che siamo e abbiamo nelle Sue mani!
Allora non tenerli per te! Metti tutto nelle mani di Dio!
Inoltre, ci è di grande motivazione nel servirlo perché ogni cosa gli è sottoposta (cfr. per esempio Matteo 28:18-20).
Il cristiano non opera contro Dio, ma per Dio, allora può essere più che motivato a servirlo!
Dio soffia sulle nostre vite, infondendo in esse il Suo potere e il Suo favore per l’azione potente del Suo Spirito (cfr. per esempio Zaccaria 4:6; Atti 1:8).
Le nostre debolezze diventano punti di forza, le nostre paure si dissolvono nella fede e le nostre semplici azioni si caricano di un'energia soprannaturale!
Non siamo più soli, ma strumenti nelle mani di Dio, portatori della Sua potenza e del Suo amore.
Quindi, ripeto ancora una volta, non dobbiamo sottovalutare, o disprezzare ciò che abbiamo, perché nelle mani di Dio, anche le cose più semplici possono diventare straordinarie.
Apriamo i nostri cuori alla Sua potenza trasformante e prepariamoci a essere sorpresi da ciò che può realizzare attraverso di noi.
Dio non ci chiede solo di dargli qualcosa, ma desidera elevare ciò che già abbiamo, rendendolo parte di qualcosa di più grande e glorioso.
Lasciamoci guidare dalla Sua potenza e abbracciamo ciò di straordinario che Dio farà in noi e attraverso di noi!
CONCLUSIONE
Forse in questo momento stai guardando le tue risorse limitate, i tuoi talenti ordinari, o le tue battaglie personali, insicurezze, e ti senti come quel bastone secco e insignificante. 
Ma ricorda, è proprio lì che il potere sovrano di Dio ama rivelarsi in tutta la sua gloria!
Proprio come fece con il bastone di Mosè, anche oggi Dio desidera prendere ciò che hai e aggiungervi il tocco della Sua gloria divina, rendendoti uno strumento per il progresso del Suo regno su questa terra. 
Anche i più umili “bastoni” nelle mani del Signore possono aprire “mari” di possibilità e guidare popoli alla libertà!
Non minimizzare mai ciò che il Signore può fare con l’ordinario che hai!
Non disprezzare chi sei, o ciò che hai, perché Dio usa anche persone deboli con strumenti deboli, opera con quello che abbiamo e lo trasforma, infondendo la Sua potenza, autorità e controlla!
Non permettere mai che il dubbio, o l'incredulità offuschino la luce che Dio desidera far brillare attraverso di te. 
Smetti di giudicare te stesso e le tue circostanze con occhi umani!
Invece, per fede, offri tutto ciò che hai e ciò che sei nelle mani del Dio onnipotente. 
Lascia che la Sua grazia trasformante si impadronisca di ogni area della tua vita.
Quindi ricorda: non c'è risorsa troppo modesta che Dio non possa elevare e usare potentemente secondo i Suoi piani!
Fidati di Dio e del Suo piano, abbandona te stesso nelle Sue mani, lasciati guidare dalla Sua saggezza e onnipotenza nel servirlo, e vedrai grandi cose nella tua vita!
Nel regno di Dio, la vera forza non risiede nelle capacità umane, o se abbiamo qualcosa di straordinario, eccezionale, impareggiabile, o se abbiamo talenti fuori dal comune, ma nella sottomissione a Lui e nella disponibilità a essere usati da Lui con fede e obbedienza.

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