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Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Osea 2:3-5: La determinazione a rimanere infedeli

 Osea 2:3-5: La determinazione a rimanere infedeli Hai mai pensato alle cose che trafiggono il cuore di Dio?  Una di queste è l'idolatria! Friedrich H. Jacobi disse: “Dove finisce l'idolatria, lì inizia il cristianesimo; e dove inizia l'idolatria, lì finisce il cristianesimo”. Dopo aver rimproverato le prostituzioni e gli adulteri spirituali d’Israele simboleggiato dalla moglie di Osea, Gomer, ora il Signore per bocca di Osea minaccia il giudizio su Israele se il popolo non prende sul serio la Sua esortazione a ravvedersi, se rimane determinato a essere infedele. Noi in questi versetti vediamo la condanna e la convinzione. Cominciamo con: I LA CONDANNA (vv.3-5)  Se la moglie di Osea, quindi Israele, non abbandona la sua idolatria sarà condannata.  Consideriamo: A) La caratteristica della condanna (v.3)  Nel v. 3 è scritto: “Altrimenti, io la spoglierò nuda, la metterò com'era nel giorno che nacque, la renderò simile a un deserto, la ridurrò come una terra arida ...

Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio

 Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio Ci sono persone che credono nella “teologia del Babbo Natale”; secondo questa teologia i peccati non creano nessun problema; Dio perdona sempre e non punisce nessuno, anche coloro che hanno uno stile di vita immorale e idolatra, non dobbiamo temerlo, chi lo fa è giudicato antiquato, bigotto, puritano.  Ma questo non rispecchia ciò che dice la Bibbia, ciò che troviamo scritto in Osea 1:4-9. Dopo la chiamata di Osea da parte di Dio di sposare una moglie prostituta, Gomer, e fare figli di prostituzione, ecco che Gomer concepì e partorì il primo figlio che il Signore disse a Osea di chiamarlo Izreel. Nei vv.6-7 vediamo la nascita di una figlia, che è simbolo di negazione della compassione di Dio verso Israele, il Regno del Nord. Se mentre il nome del primo figlio si concentrava sia sul giudizio sulla dinastia del re Ieu, della monarchia e su Israele, ora con questo nome simbolico del secondo figlio, il giudizio si concentra solo ...

Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio

  Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio La chiamata di un profeta a volte era bizzarra perché Dio poteva chiedergli di fare cose fuori dalla normalità per illustrare situazioni del popolo e lanciare così un messaggio; il profeta stesso così era un segno per il popolo. Questo era il caso anche di Osea, Dio gli ha chiesto di sposare una prostituta e fare figli di prostituzione, e Osea lo ha fatto. Se la moglie Gomer rappresenta la nazione con i suoi peccati, i figli di prostituzione rappresentano i singoli Israeliti. Dio dice anche a Osea come deve chiamare i figli, questi nomi particolari che troviamo nei vv.4-9, simboleggiano l’azione del Signore sul popolo d’Israele, servivano come messaggi di Dio (cfr. Isaia 7:3; 8:3-4; Ezechiele 23:4) per essere elaborati e spiegati dal profeta. Dunque questi nomi erano di cruciale importanza nel ministero di Osea ed esprimevano lo sdegno, la disapprovazione del Signore per tutto il popolo per il suo adulterio spirituale, per la mancanza di dev...

Deuteronomio 4:32-34: La singolarità della manifestazione di Dio

Deuteronomio 4:32-34: La singolarità della manifestazione di Dio  Conoscere Dio senza Dio è impossibile!  Non possiamo conoscere Dio senza che Egli non si manifesti a noi! La Bibbia ci parla di un Dio che si rivela, che si manifesta!  Solo così una persona può conoscerlo! Ed è per questo che insieme a James A. Stewart si può affermare: “Il cristianesimo è la rivelazione di Dio, non la ricerca dell'uomo”. Nei vv.32-40 viene messo in evidenza la manifestazione della singolarità, o unicità di Dio, di conseguenza il popolo si deve comportare di conseguenza. Dai vv.32-34 troviamo una serie di domande di Mosè dirette al popolo che hanno lo scopo di sottolineare l’unicità di Dio. Sappiamo benissimo che fare le domande giuste è un'abilità importante per insegnare la verità, e dall’altra parte, per chi le ascolta, le domande sono importanti per far riflettere e imparare la verità.  Con queste domande il popolo è incoraggiato a confrontare la sua situazione in relazione a Dio ...