Matteo 10:7: La missione dei dodici discepoli
“Andando, predicate e dite: ‘Il regno dei cieli è vicino ’".Dopo aver descritto la compassione di Gesù per il popolo stanco e sfinito, è l’esortazione ai discepoli di pregare il Signore, affinché chiamasse nuovi missionari, Matteo parla della missione dei dodici discepoli.
Gesù dà delle istruzioni a riguardo e tra queste istruzioni troviamo quale doveva essere il contenuto della loro predicazione che troviamo in questo versetto.
Il messaggio che i discepoli dovevano proclamare è esattamente lo stesso di quello di Giovanni Battista (Matteo 3:2) e di Gesù stesso (Matteo 4:17), anche se l'appello al ravvedimento in questo versetto non c’è, ma questo non significa che non lo fecero, infatti Marco 6:12 ci dice che i discepoli predicarono il ravvedimento; è probabile che Matteo lo dia per scontato visto la natura della predicazione del regno dei cieli.
Quindi anche se il ravvedimento, non è menzionato, è però, presupposto.
Così vista la vicinanza del regno dei cieli, il popolo doveva ravvedersi.
I discepoli allora, dovevano continuare l'opera iniziata dal Battista e proseguita da Gesù.
Ora in questo versetto vediamo tre aspetti della missione dei dodici.
Il primo aspetto è la natura itinerante della missione
“Andando” (poreuomenoi - presente medio participio).
Questo verbo significa spostarsi da un luogo all'altro, cambiare luogo, muoversi, con l’implicazione di continuità.
Questo messaggio doveva essere proclamato mentre andavano da un luogo all’altro, quindi come vediamo anche dal contesto, doveva essere una missione itinerante, non un ministero stabile in un luogo (Matteo 10:11–15).
La missione dinamica affidata ai discepoli la vediamo ancora dopo la resurrezione di Gesù in Atti 1:8, in questo caso non doveva essere solo in Israele: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra”.