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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Ecclesiaste 1:14-15: La conclusione

 Ecclesiaste 1:14-15: La conclusione
La musicista statunitense Paula Cole lamenta la sua perdita di fede: “Da bambina sentivo quello che chiamiamo Dio, quello spirito, quell'energia. Poi la società ti ha educato e io ho razionalizzato l'idea che non esistesse. Mi ha reso profondamente infelice il fatto che non ci fosse un significato, una logica, un'unità di tutta la vita”, ed è quello che pensava anche Salomone.
L’applicazione devota di Salomone a cercare a investigare ciò che si fa sotto il cielo l’ha portato alla conclusione che leggiamo nei vv.14-15: “Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato”.
Dunque, la conclusione della ricerca dell’ecclesiaste è: tutto ciò che si fa sotto il sole non porta a nulla!
Prima di tutto vediamo:

Ecclesiaste 1:12-13: Alla ricerca del senso della vita

 Ecclesiaste 1:12-13: Alla ricerca del senso della vita
Il 14 marzo 2004, Daniel Tammet ha battuto il record europeo per la recitazione di π (pi) a memoria. Il “pi” greco è la costante matematica che è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Per cinque ore e nove minuti, recitò 22.514 cifre (3,14 e il resto) senza errori.
Tammet "soffre" (se questa è la frase appropriata) della sindrome di Asperger. Questa condizione gli permette di essere straordinario in attività come memorizzare i numeri e imparare le lingue. Ha imparato l'islandese in una settimana! Tale brillantezza, tuttavia, ha i suoi svantaggi. Nel suo libro di memorie (Born on a Blue Day: Inside the Extraordinary Mind of an Autistic Savant) scrive: “Ricordo ancora vividamente l'esperienza che ho avuto da adolescente sdraiato sul pavimento della mia stanza a fissare il soffitto. Stavo cercando di immaginare l'universo nella mia testa, di avere una comprensione concreta di cosa fosse ‘tutto’. Nella mia mente ho viaggiato fino ai confini dell'esistenza e li ho guardati, chiedendomi cosa avrei trovato. In quell'istante mi sentii davvero male e sentii il cuore battere forte dentro di me, perché per la prima volta mi ero reso conto che il pensiero e la logica avevano dei limiti e potevano portare una persona solo fino a un certo punto. Questa consapevolezza mi ha spaventato e mi ci è voluto molto tempo per venire a patti con essa”.
Anche la più grande mente umana ha i suoi limiti!
Non so se l’Ecclesiaste fosse sdraiato sul pavimento, o sotto un albero, o sul balcone a contemplare le stelle, ma in Ecclesiaste 1:12-18, assistiamo alla sua frustrazione per la spaventosa consapevolezza dei limiti della saggezza umana.
Nei vv.1-11 aveva scritto della vanità della fatica sotto il sole, non c’è nessun profitto. 
Facendo l’esempio del ritmo incessante del creato (vv.4-11), cioè del corso infinito delle generazioni umane (v. 4), dei i cicli del sole (v. 5), del giro continuo del vento (v.6) e i corsi d'acqua (v.7), l’ecclesiaste parla di movimenti costanti senza risultati, o cambiamenti.
Questi cicli rispecchiano l'incapacità dell'umanità di raggiungere qualcosa che sia in definitiva nuovo, duraturo, o soddisfacente (vv. 8–11).
L’ecclesiaste è un re d’Israele a Gerusalemme come vediamo nel v.12, ed è molto probabile, come visto in una precedente predicazione sia il re Salomone, figlio di Davide (cfr. per esempio 1 Samuele 23:17; 2 Samuele 5:2-5, 11, 17; 1 Re 1:34; 3:28).
Salomone nella sua ricerca, da un punto di vista umano, cerca di capire il senso, o il significato della vita.
Possiamo dire che rappresenti tutti coloro che cercano di trovare il senso della vita senza Dio.
Ci concentreremo sul v. 13, è il tema è l’applicazione.

Matteo 10:7: La missione dei dodici discepoli

 Matteo 10:7: La missione dei dodici discepoli
  “Andando, predicate e dite: ‘Il regno dei cieli è vicino ’".
Immagina di trovare una bottiglia sulla spiaggia, certamente eccitato e curioso la apriresti per leggerne il contenuto.

Ho letto di un uomo che colleziona messaggi in bottiglia.
Pensate dal 2005 a oggi quest’uomo raccoglie bottiglie con messaggi lungo le spiagge del Gargano, complici le correnti che fanno sì che qualsiasi oggetto, comprese anche le bottiglie, convogliano su questo tratto di spiagge dell’Adriatico.
Quest’uomo portava il cane a farlo sfogare in spiaggia con lunghe passeggiate e da quando trovò una bottiglia con all’interno un messaggio iniziò la sua passione nel cercarle e raccoglierne altre; da allora ne ha trovate circa 900, che ha fotografato e catalogato, infatti sono messaggi di vario genere: di amore, di speranza, di richiesta di aiuto.

Ora, pensate, noi cristiani, siamo chiamati alla missione di portare il messaggio di Gesù Cristo, ma a differenza dei messaggi in bottiglia che raccoglie quest’uomo, abbiamo un messaggio unico più importante perché dall’accettare questo messaggio con fede e ravvedimento, dipende il nostro destino eterno. 

Non cerchiamo messaggi casuali portati dal mare, ma abbiamo un unico, prezioso messaggio da condividere con il mondo: il Vangelo del regno dei cieli come rivelato nella Bibbia.

Salmo 90:12: Un cuore saggio per un tempo breve

 Salmo 90:12: Un cuore saggio per un tempo breve 
“Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio”.
Nell’epistola di Giacomo (Giacomo 4:14), ci viene ricordato che le nostre vite non sono altro che un vapore, possiamo dire come quello che sale da una tazza di caffè, che appare per qualche minuto e poi svanisce.
Anche in questo salmo troviamo immagini molto evocative riguardo la vita, al v.6 la vita è paragonata a quella dell’erba che fiorisce e verdeggia la mattina, ma poi la sera quando è falciata inaridisce (v.6).
Al v. 9 viene usata l’immagine che i nostri anni sono come un soffio.
Queste immagini servono come un potente promemoria per farci capire che la vita è fugace!
Il Salmo 90 è una riflessione sulla mortalità umana e sulla brevità della vita in contrasto con l’eternità di Dio, oltre alla tranquilla fiducia in Dio che è la salda speranza dei giusti. 
Ho pensato a questo passo di questo salmo in questo primo giorno dell’anno, per riflettere su come abbiamo vissuto l’anno appena passato e riflettere su come vogliamo vivere quello che è appena iniziato.
Mosè, l’autore di questo salmo, stava riflettendo ai suoi giorni e a quelli del suo popolo e a come avrebbe dovuto viverli, e così pregò per un aiuto divino a questo proposito. 
Questo salmo è una lettura tradizionale ai funerali, quindi viene ascoltato regolarmente in un'occasione in cui le menti sono particolarmente aperte e sensibili davanti alla morte di chi conosciamo.
Ma è una buona preghiera da fare sempre, specialmente il primo giorno dell'anno.
Questo versetto in particolare: "Insegnaci dunque a contare i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio," ci invita a riflettere sulla nostra mortalità e sull'importanza di vivere con saggezza.
Nel v.12 vediamo tre aspetti: l’insegnante, l’insegnamento, l’intenzione.
Partiamo nel considerare:

1 Tessalonicesi 5:18: La gratitudine a Dio è la Sua volontà

 1 Tessalonicesi 5:18: La gratitudine a Dio è la Sua volontà
Abbiamo visto nella predicazione precedente che rendere grazie a Dio in ogni circostanza è possibile.
Oltre che essere un comandamento, abbiamo anche visto che fa bene alla nostra vita.

Mentre ci avviciniamo alla conclusione di quest'anno, molti di noi sono naturalmente portati a fare dei bilanci. 

Guardiamo indietro ai mesi trascorsi, alle sfide affrontate, alle gioie vissute, e forse anche alle delusioni incontrate. 

In questo momento di riflessione, 1 Tessalonicesi 5:18 ci offre una prospettiva preziosa sulla volontà di Dio per la nostra vita che è quella della gratitudine a Dio.

Questa parola ci ricorda che la gratitudine non è semplicemente una risposta emotiva alle circostanze favorevoli, ma è profondamente radicata nella volontà di Dio per noi in Cristo Gesù. 

Mentre ci prepariamo a entrare in un nuovo anno, comprendere questa verità può trasformare non solo il modo in cui guardiamo al passato, cioè con gratitudine, ma anche come ci apprestiamo ad affrontare il futuro, sempre con gratitudine a Dio. 

In primo luogo, vediamo:

Ecclesiaste 1:14-15: La conclusione

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