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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Galati 4:3-7: Adottati per essere figli di Dio!

 Galati 4:3-7: Adottati per essere figli di Dio! 
Una neo-mamma rimase con i genitori per alcuni giorni dopo la nascita del suo primo figlio. Un pomeriggio fece notare alla madre che era sorprendente che il bambino avesse i capelli scuri, dato che sia lei che il marito erano chiari. La nonna disse: "Beh, tuo padre ha i capelli neri". Al che la figlia rispose: "Ma, mamma, non importa, perché sono stata adottata". 
Con un sorriso imbarazzato, la madre disse le parole più belle che la figlia avesse mai sentito: "Me ne dimentico sempre". 
Per quella mamma la figlia adottiva era come se fosse la figlia naturale, così anche Dio con noi!

Tutti i cristiani sono figli adottivi di Dio, accettati da Dio con lo stesso amore incondizionato che questa madre aveva per sua figlia.

Vediamo allora:
I L’ADOZIONE COME FIGLI DI DIO
Secondo Sinclair Fergusson quest’adozione è centrale nel piano di Dio, afferma: "La filiazione a Dio è l'apice della creazione e lo scopo della redenzione".
Anche per John Murray l’adozione ha un ruolo centrale nel piano di salvezza di Dio, affermava: "L'adozione è l'apice della grazia redentrice e del privilegio".
Consideriamo:
A) La condizione prima di essere salvati da Dio
Grazie a Gesù il credente viene adottato come figlio di Dio. 

La Natura di Dio: L’essenza

 La Natura di Dio: L’essenza
“Essenza” deriva dal latino “essentia”, significa “ciò che una persona”, o “cosa è in se stessa o in se stesso”, a parte tutto ciò che è accidentale. 
Dio è un essere personale che esiste, ed esiste distintamente da ogni cosa, è un essere indipendente; esiste di per Sé e per Sé; non è connesso, o dipende e deriva da altro per la Sua esistenza, è un essere eterno (cfr. per esempio Salmo 90:2).
Alcuni nomi di come si è rivelato, come “Dio” (Elohim), e “Signore” (Yahweh) si riferiscono direttamente all'essenza eterna, divina. 
Alcuni studiosi come Thiessen H. C., & Doerksen V. D. fanno una differenza tra l’essenza e gli attributi di Dio, scrivono: “I termini ‘essenza’ e ‘sostanza’ sono praticamente sinonimi quando si parla di Dio. Possono essere definiti come ciò che sta alla base di ogni manifestazione esteriore; la realtà stessa, materiale o immateriale; il substrato di qualsiasi cosa; ciò in cui risiedono le qualità o gli attributi. Entrambi questi termini si riferiscono all'aspetto fondamentale della natura di Dio; se non ci fosse l'essenza o la sostanza, non ci potrebbero essere gli attributi. Parlare di Dio significa parlare di un'essenza, di una sostanza, non di una semplice idea o della personificazione di un'idea. Poiché esiste una differenza tra l'essenza e gli attributi di Dio, ci si trova di fronte alla questione di come distinguerli. Riconosciamo che forse alcuni dei cosiddetti attributi non sono affatto attributi, ma aspetti diversi della sostanza divina. Lo sono la spiritualità, l'auto-esistenza, l'immensità e l'eternità”.
Non tutti saranno d’accordo con questa interpretazione, e come vedremo in un altro studio, gli attributi fanno parte dell’essenza divina, non ne sono separati e la manifestano, ma la Bibbia evidenzia quattro aspetti fondamentali dell’essenza di Dio, o definizioni dell’essenza di Dio, o della natura essenziale di Dio, come per esempio gli esseri umani sono fatti di carne e hanno un corpo fisico, Dio è spirito (Giovanni 4:24), e questo lo abbiamo visto in uno studio precedente; Dio è amore; Dio è luce, Dio è un fuoco consumante. 
Secondo alcuni studiosi, non sono semplicemente attributi di Dio, ma la Sua stessa natura ed essere; o meglio, la parola esprime la più alta concezione che possiamo formarci di quella natura.
Ora questi quattro aspetti dell’essenza di Dio, non rendono gli attributi di Dio qualcosa di meno, perché tutti sono importanti, perché rendono Dio, Dio.

Osea 2:8: La provvidenza di Dio non riconosciuta

 Osea 2:8: La provvidenza di Dio non riconosciuta
Un soldato della Terza Armata americana fu inviato in un campo di riposo dopo un periodo di servizio attivo. Quando ritornò in divisa alla sua unità militare, scrisse una lettera al generale George Patton ringraziandolo per le splendide cure che aveva ricevuto. 
Il generale Patton scrisse che per trentacinque anni aveva cercato di dare tutto il conforto e la comodità che poteva ai suoi uomini, e aggiunse che questa era la prima lettera di ringraziamento che aveva ricevuto in tutti i suoi anni nell'esercito!

Questa storia ci fa capire che la maggior parte delle persone non sa cosa sia la gratitudine, e questo anche verso il Signore, l’ingratitudine è anche verso di Lui!

La stragrande maggioranza delle persone non è riconoscente al Signore per ciò che ha!

Jean Daille (1594-1670) usava parole molto forti per color che sono ingrati, diceva: “Gli uomini ingrati sono come porci che si nutrono di ghiande, le quali, sebbene cadano sulla loro testa, non li fanno mai alzare lo sguardo verso l'albero da cui provengono”.

Ci sono persone che dicono, o pensano che ciò che hanno è grazie a se stessi, raramente a qualcun altro, o qualcos’altro, mentre la Bibbia ci dice chiaramente che è per grazia di Dio (cfr. per esempio Salmo 136:5; 145:15-17; Matteo 5:45; Atti 17:25).

Questo era l’errore di Israele, pensava che la sua prosperità era dovuta alla divinità pagana Baal e non al Signore.

Il Signore è il grande Provveditore d'Israele e non Baal!

Nella provvidenza di Dio vediamo prima di tutto:

Uniti a una chiesa

 Uniti a una chiesa 
Per alcune persone, il cristianesimo è stato spesso ed è individualista, solo, cioè: “Tra me e Dio".
Ma come sottolinea Aaron Daryl a riguardo: “Mentre una relazione individuale con Dio attraverso Gesù Cristo è essenziale, il Nuovo Testamento sottolinea anche fortemente la natura corporativa del cristianesimo; Dio sta edificando un gruppo di persone che lo glorificheranno e vivranno con lui per sempre. Questo gruppo è chiamato la chiesa”.
Dunque nel Nuovo Testamento non c’è spazio per un cristianesimo individuale, va contro la natura della fede cristiana e quindi della chiesa di Dio!
Franklin Clark Fry afferma: “Una persona che dice di credere in Dio, ma non va mai in chiesa è come una persona che dice di credere nell'istruzione, ma non va mai a scuola”.
Secondo quest’affermazione, appartenere, o essere membri di una chiesa, è una caratteristica di una persona che crede in Dio.
Ma coloro che credono in Dio e non appartengono a nessuna chiesa non saranno d’accordo con quest’affermazione.
Il Nuovo Testamento ci dice chiaramente che le persone che venivano salvate da Dio si univano a una chiesa locale.
Cominciamo a vedere:

La natura di Dio: La definizione

 La natura di Dio: La definizione
Alla domanda: “Chi è Dio?” sono state date diverse risposte, ma insieme ad Anselmo possiamo affermare che è: "L'essere di cui nessuno più grande può essere concepito".
Dio, secondo Anselmo, ma anche secondo la Bibbia, non è un’idea, una filosofia, ma un essere, possiamo aggiungere vero e vivente! (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 1:9). 
Il più grande essere! L’Altissimo (cfr. per esempio Salmo 82:19), ed è trascendente e immanente (cfr. per esempio Isaia 57:15).
Ma che cosa intendiamo quando diciamo “Dio”? Dio può essere definito? Dio non può essere oggettivamente definito, nel senso di essere circoscritto completamente dal linguaggio umano, ma ciò non ha impedito e non impedisce ai cristiani di parlare, o di sviluppare una descrizione di Dio. Quindi, Dio paradossalmente non può essere definito e nello stesso tempo può essere definito, ma fino a che punto lo possiamo definire? Se la definizione s’intende chiarire i confini di Dio in modo che sia posto in una categoria nota rispetto ad altre specie, allora Dio non può essere definito. 
Dio non è un oggetto che può essere inserito nelle nostre categorie umane, è un essere a parte, e noi siamo limitati per farlo in modo esaustivo. Infatti la nostra mente e il nostro linguaggio non possono specificare con precisione quella realtà che va oltre la misura del nostro spazio e del nostro tempo: Dio è trascendente! Noi siamo consapevoli che è abbastanza difficile definire una persona umana, così ancora più arduo sarà definire il Dio trascendente! 
Com’è difficile concepire Dio, così è difficile definirlo in modo esauriente, o rigoroso per i nostri limiti mentali e di lingua (anche per i più consacrati, per coloro che lo amano sopra ogni cosa, o hanno un’intuizione di Dio al di sopra della media), perché Dio va oltre la nostra comprensione, perché Dio è l’inaccessibile e unico nel Suo genere (1 Timoteo 6:16; Deuteronomio 4:34). 
Ma è anche vero che Dio viene incontro all’uomo, benché non può essere definito in modo pieno, Dio si è rivelato nella Bibbia, e nella misura in cui Lui si è rivelato si può conoscere, e quindi definire in una certa misura (1 Corinzi 2:6-16), ma come dicevo prima, non circoscriverlo, inscatolarlo, perché, appunto, Dio è un essere infinito e incomparabile, supremo e trascendente (Isaia 40:13-25; 57:15). 
Pertanto, riguardo alla definizione di Dio, intendiamo descrivere Dio secondo la misura della Sua rivelazione, attraverso la Sua Parola, la Bibbia, e lo faremo umilmente, con la consapevolezza che lo vediamo in modo oscuro (1 Corinzi 13:12), ma un giorno lo conosceremo chiaramente (1 Giovanni 3:2). 

1 Cronache 16:28-29; 35: La gloria di Dio e le nostre azioni (2)

 1 Cronache 16:28-29; 35: La gloria di Dio e le nostre azioni (2)
Stiamo ancora in questo meraviglioso capitolo di 1 Cronache riguardo la gloria di Dio.
Questo canto di lode di Davide si conclude con una preghiera affinché Dio liberi il Suo popolo dall'esilio e lo riporti nella sua terra, dove ancora una volta lo loderanno.
In questa predicazione vediamo altre due nostre azioni in relazione alla gloria di Dio.
Cominciamo con:
I L’ APPROVAZIONE (vv.28-29)
Nei vv.28-29 è scritto: “Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli, date al SIGNORE gloria e forza. Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza. Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di sacri ornamenti” (Deuteronomio 32:3; Salmo 29:1-2; 96:7-9).
Prima di tutto vediamo in questi versetti:
A) L’imperativo
Per tre volte troviamo il comandamento “date” (hābû - qal imperativo attivo).
“Dare” in Ebraico significa “accreditare”, “attribuire”, cioè dire parole di eccellenza, o grandezza su una persona, quindi lodare. 
C.H. Spurgeon disse: “Guardate gli uccelli della terra: ci fanno vergognare!
Care piccole creature, se le osservate quando cantano, a volte vi chiederete come possa uscire tanto suono da corpi così piccoli.
Come si buttano con tutto se stessi nella musica e sembrano sciogliersi nel canto!
Come l'ala vibra, la gola pulsa e ogni parte del corpo si rallegra di assistere allo sforzo! Questo è il modo in cui dovremmo lodare Dio”.
Con tutto noi stessi dovremmo lodare Dio!
Questo imperativo dunque, qui è usato in senso cultuale, cioè per attribuire gloria e forza al Signore. 
Questo non è un optional, ma un comando che non dobbiamo trascurare!
In tutta la Bibbia vediamo, come ci ricorda Dorothy Kerin che: “L'obbedienza è la chiave che apre la porta a ogni profonda esperienza spirituale”.
La disobbedienza a Dio crea un muro con Lui (Isaia 59:1-2; 64:7), ma la via dell’obbedienza è la via della ricchezza spirituale, quella di Dio! (cfr. per esempio Luca 5:1-8; 11:28; Giovanni 7:17; 12:26; 14:21,23; 15:10; 21:1-6). 

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