Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore.

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore.
Giovanni 10 è un capitolo molto amato dai cristiani perché parla che Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle Sue “pecore”, dei Suoi discepoli. 

Nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è chiamato anche il “Grande Pastore” (Ebrei 13:20-21), e il “Supremo Pastore” (1 Pietro 5:4). 

L'Antico Testamento spesso immagina Dio come il pastore di Israele, che guida e protegge il suo popolo (Salmo 78:52–54; 79:13; 80:1; 95:7; 100:3).

Come un pastore, Dio nutre il suo gregge, raccoglie gli agnelli, li porta delicatamente e li conduce (Isaia 40:11; Geremia 23:3–4; Ezechiele 34:11–16; Zaccaria 10:3).

In questi versetti vediamo:
I IL BUON PASTORE HA UNA RELAZIONE INTIMA CON LE SUE PECORE (vv.1-6). 
Per capire bene questo testo è importante conoscere l’ambiente dove si svolge la vicenda che racconta Gesù. 
Ci troviamo in un piccolo villaggio giudaico, dove la maggior parte delle famiglie possedeva delle pecore. 
Gli abitanti dei villaggi avevano dei piccoli cortili circondati da muri, in questi cortili venivano tenute le pecore.

Poiché queste famiglie avevano poche pecore non vi era il bisogno di un pastore per ogni famiglia, così diverse famiglie condividevano un unico pastore per le loro pecore. 

Il pastore poteva essere un loro familiare, o una persona al di fuori del loro nucleo familiare che veniva pagato. 

La mattina presto il pastore passava da una casa all’altra, e poiché era conosciuto dai portinai, o guardiani di ogni singola casa, questi gli aprono la porta. 

I cattivi intenzionati potevano scavalcare benissimo il muro, visto che era alto poco meno di due metri.

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta.

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta.
Un soldato romano andò da Giulio Cesare chiedendo il permesso di suicidarsi. Era una persona infelice e disperata, senza vitalità. Cesare lo guardò e gli disse: “Uomo, sei mai stato veramente vivo?"

Chi è veramente vivo, gli piace vivere!

Senza Gesù non c’è la vera vita!
Quando sperimentiamo veramente Gesù, arriva una nuova vitalità, una sovrabbondanza di vita. 

Solo quando viviamo con Cristo la vita diventa veramente degna di essere vissuta e iniziamo a vivere nel vero senso della parola.

Nel contesto troviamo che Gesù sta facendo un’analogia che Lui è il buon pastore, in contrasto con i ladri e i briganti che pensano solo ai loro interessi  a scapito delle pecore, cioè i credenti, il Suo gregge, la Sua chiesa.

Questi versetti rivelano che Gesù è la porta! 

Giovanni 8:12:Gesù è la luce del mondo.

Giovanni 8:12: Gesù è la luce del mondo.
Questo è il secondo dei sette detti di Gesù, in questo Vangelo, che iniziano con “Io sono” seguiti da un predicato che identifica, o definisce il soggetto  (Giovanni 6:35,48,51; 8:12; 10:7,9; 10:11,14; 11:25; 14:6; 15:1,5).

Nei Vangeli vediamo che Gesù usa l'ordinario per parlare dello straordinario, il materiale per parlare dello spirituale, il temporale per parlare dell'eterno, la vita presente per parlare dell'aldilà, il terrestre per parlare del celeste, il limitato per parlare dell’illimitato, e il finito per parlare dell'infinito.

Gesù ha parlato di se stesso con un linguaggio metaforico.

La metafora è più che sostituire un termine, o paragonarlo con un altro secondo analogia, crea nuove intuizioni, trabocca di un sovrappiù di significato che ci spinge a ripensarci, portandoci a riflettere più profondamente, a pensare di più.

Nelle parole del filosofo Paul Ricoeur: “La metafora introduce la scintilla dell'immaginazione in un pensare di più a livello concettuale”.

Ma le metafore Bibliche, come questa di Giovanni 8:12, vanno oltre, perché l’intento non è solo il farci riflettere profondamente, o il farci pensare di più, provocano una decisione!
(cfr.  Matteo 5:13-16; Giovanni 6:35).

Le parole di Giovanni 8:12 sono rivolte al popolo nel tempio (Giovanni 7:37-38), e tra questi vi erano anche i farisei (Giovanni 8:13; cfr. 7:32-46).
In quest’affermazione vediamo il modo come avere la vita eterna.

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente.

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente.
Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi costrinsero molti ragazzini di dodici e tredici anni nella Junior Gestapo. Questi ragazzi sono stati trattati molto duramente e hanno svolto lavori disumani. Quando la guerra finì, la maggior parte aveva perso le tracce delle loro famiglie e vagava senza cibo o riparo. Come parte di un programma di aiuti alla Germania del dopoguerra, molti di questi giovani sono stati collocati in tendopoli. Qui medici e psicologi hanno lavorato con i ragazzi nel tentativo di ripristinare la loro salute mentale e fisica. Hanno scoperto che molti dei ragazzi si svegliavano nel mezzo della notte, urlando di terrore. Un medico ha avuto un'idea per gestire quella paura. Dopo aver dato un pasto abbondante ai ragazzi, li mise a letto con un pezzo di pane tra le mani, che fu loro detto di conservare fino al mattino. I ragazzi hanno poi dormito profondamente perché, dopo tanti anni di fame, hanno finalmente avuto la certezza del cibo per il giorno successivo.

C’è molta paura anche riguardo la morte e l’aldilà, ma c’è Gesù, “il Pane della vita” che è venuto dal cielo per dare la vita eterna a chi lo riceve con fede!

Avere Gesù significa avere la certezza della vita eterna, quindi affrontare la morte senza ansia e paura!

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”,...

Post più popolari dell'ultima settimana