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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La parabola del fico (Matteo 24:32-33)

 La parabola del fico (Matteo 24:32-33)

Ci sono occasioni, come per esempio quella dell’undici settembre con l’attentato delle Torri Gemelle a New York, o come adesso con la pandemia del coronavirus, che certe persone che non hanno mai mostrato interesse per la Bibbia s’interessano all’escatologia, cioè a ciò che la Bibbia dice sulla fine del mondo e sull'eternità. 

Sia per curiosità sul proprio destino, o per il desiderio di dare un senso ai tempi difficili, complessi e imprevedibili, queste persone ricercano sul web, oppure ascoltano volentieri coloro che parlano delle profezie bibliche. 

Gesù aveva detto ai discepoli riguardo il tempio, che sarebbe stato distrutto, i discepoli gli chiesero quando questo sarebbe avvenuto e quale sarebbe stato il segno della venuta di Gesù e la fine dell’età presente (Matteo 24:1-3).

Gesù dai vv.4 al v.28 dice sempre ai Suoi discepoli, quali sono i segni, poi dai vv.29-31 parla della Suo ritorno, e dai vv.32-33 dice la parabola del fico in relazione ai segni e al Suo ritorno.

Prima di tutto vediamo la:

Matteo 24:32-33: La parabola del fico

 Matteo 24:32-33: La parabola del fico 

Ci sono occasioni, come per esempio quella dell’undici settembre con l’attentato delle Torri Gemelle a New York, o come adesso con la pandemia del coronavirus, che certe persone che non hanno mai mostrato interesse per la Bibbia s’interessano all’escatologia, cioè a ciò che la Bibbia dice sulla fine del mondo e sull'eternità. 

Sia per curiosità sul proprio destino, o per il desiderio di dare un senso ai tempi difficili, complessi e imprevedibili, queste persone ricercano sul web, oppure ascoltano volentieri coloro che parlano delle profezie bibliche. 

Gesù aveva detto ai discepoli riguardo il tempio, che sarebbe stato distrutto, i discepoli gli chiesero quando questo sarebbe avvenuto e quale sarebbe stato il segno della venuta di Gesù e la fine dell’età presente (Matteo 24:1-3).

Gesù dai vv.4 al v.28 dice sempre ai Suoi discepoli, quali sono i segni, poi dai vv.29-31 parla della Suo ritorno, e dai vv.32-33 dice la parabola del fico in relazione ai segni e al Suo ritorno.

1 Cronache 29:3: Un segno di una vera devozione a Dio

 1 Cronache 29:3: Un segno di una vera devozione a Dio

“Inoltre, per la devozione che porto alla casa del mio Dio, siccome io posseggo in proprio un tesoro d'oro e d'argento, io lo do alla casa del mio Dio, oltre a tutto quello che ho preparato per la casa del santuario”.

La qualità di un discepolo, o di un cristiano spirituale può essere misurata in diversi modi: dalla qualità della sua vita di preghiera, dal suo rapporto con la Bibbia, dalla sua passione per le anime perdute, ma c’è un’altra prova importante e cioè il suo rapporto con i soldi, o con i propri averi.  La Bibbia parla molto di come gestire i nostri soldi, o i nostri averi, e il modo come li amministriamo mostra la nostra spiritualità. Questo capitolo di 1 Cronache è uno dei tanti passi che parlano del donare a Dio, in questo caso per la costruzione del Suo tempio. Davide dedicò i suoi ultimi anni di vita alla preparazione della costruzione del tempio sapendo che non sarebbe vissuto a lungo per vederlo. Davide per la devozione che portava verso il tempio di Dio, donò anche i suoi tesori d’oro e di argento dal valore di milioni e milioni di euro (vv.4-5) per la costruzione del tempio. Dopo aver dato il buon esempio con la sua donazione generosa, Davide sfida tutta l’assemblea a donare (vv.1,5) e così i capi delle case patriarcali, i capi delle tribù d’Israele e così via seguirono il suo esempio con le loro offerte volontarie per un valore di milioni e milioni di euro (vv.6-9). Dai vv.10-13 Davide benedisse il Signore in presenza di tutta l’assemblea riconoscendo che ciò che hanno dato in realtà è ciò che hanno ricevuto dalla mano del Signore (vv.10-14,16).

1 Re 8:22: Quando non sai cosa dire in preghiera

 1 Re 8:22: Quando non sai cosa dire in preghiera.

“Poi Salomone si pose davanti all'altare del SIGNORE, in presenza di tutta l'assemblea d'Israele, stese le mani verso il cielo, e disse…”.

John Bunyan disse: “ La preghiera è uno scudo per l'anima, un sacrificio a Dio e un flagello per Satana”. La preghiera è una grande benedizione che Dio ci ha dato. La preghiera è molto importante e il tempo che trascorriamo in essa non è mai tempo sprecato! Come ci ricorda J.C. Ryle: “Nessun tempo è così ben speso ogni giorno come quello che spendiamo in ginocchio”.

1 Pietro 5:10-11 Il conforto nella sofferenza

1 Pietro 5:6-7: Dio ha cura di noi! 

Davide nel Salmo 142 grida al Signore esponendo la sua tribolazione e a un certo punto al v.4 prega: “Guarda alla mia destra e vedi; non c'è nessuno che mi riconosca. Ogni rifugio mi è venuto a mancare; nessuno si prende cura dell'anima mia”. 

“Nessuno si prende cura dell’anima mia!”

Molte persone si chiedono chi si prenderà cura di loro, altre sono disperate perché non c’è nessuno che si prende cura di loro, altre pur avendo delle persone accanto a loro a causa dei problemi umanamente irrisolvibili, impotenti si chiedono chi li potrà aiutare. 

Pietro dà la risposta: Dio si prende cura di noi! 

Dal contesto di questo passo, vediamo che Pietro richiama tutti i cristiani all’umiltà perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili; sapendo questo Pietro esorta a umiliarsi sotto la potente mano di Dio gettando su di Lui ogni nostra preoccupazione perché ha cura di noi. 

Quindi in primo luogo vediamo:

I L’UMILIAZIONE 

Nel v.6 leggiamo: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio”. 

Il missionario William Carey scrisse una lettera a uno dei suoi figli in occasione del suo compleanno: “Oggi ho settant’anni, un monumento della misericordia e bontà divina, anche se rivedendo la mia vita trovo molto, molto, per cui dovrei essere umiliato nella polvere; i miei peccati diretti e positivi sono innumerevoli, la mia negligenza nell'opera del Signore è stata grande, non ho promosso la sua causa, né cercato la sua gloria e onore come dovrei. Nonostante tutto questo, sono stato risparmiato fino a ora, e sono ancora trattenuto nel suo lavoro. Confido per l'accettazione presso di Lui per mezzo del sangue di Cristo solo”.

Rimaniamo meravigliati per questa dichiarazione di umiltà di William Carey se pensiamo tutto quello che ha fatto per il Signore: andò in India nel 1793 e lavorò senza tregua con appena un decimo delle risorse, o del sostegno di cui aveva bisogno. 

Lavorava tanto, difficilmente si riposava mentre evangelizzava, insegnava e traduceva la Bibbia in tutto, o in parte, in quaranta lingue, o dialetti. 

Come poteva Carey incolpare se stesso di peccaminosità e pigrizia? 

Soffriva forse di scarsa autostima, o di morbosa introspezione? 

Penso che era semplicemente umile davanti a Dio!

La lettera di Carey sembra strana oggi perché tante persone sono piene di orgoglio, piene di se stesse, del loro io. 

Ma Carey c’insegna a essere umili.

In questo passo di Pietro vediamo che l’umiliazione:

A) È una prescrizione

Gesù nel Vangelo dice che l'umiltà è necessaria per entrare nel regno di Dio (Matteo 5:3; 18:1–4), o per essere grandi secondo il regno di Dio (Matteo 20:26–27; Marco 10: 43–44).

L’umiltà, dunque, è uno delle attitudini che un cristiano deve ricercare.

“Umiliatevi” è un comando, la parola (tapeinōthēte – aoristo passivo imperativo) significa “abbassarsi”, cioè essere soggetti a Dio e avere fiducia in Lui solo in questo contesto. 

Il verbo indica un dovere che richiede attenzione immediata.

È un atteggiamento di resa totale, di completa dipendenza da Dio e sottomissione alla cura e alla protezione di Dio. 

In Esdra 8:21 è scritto: “Laggiù presso il fiume Aava, proclamai un digiuno per umiliarci davanti al nostro Dio, per chiedergli un buon viaggio per noi, per i nostri bambini, e per tutto quello che ci apparteneva”.

“Umiliatevi” è camminare con Dio, significa fondamentalmente che siamo consapevoli della nostra umile condizione di Sue creature e siamo pronti a fare la Sua volontà, qualunque essa sia rinunciando ai nostri desideri peccaminosi ed egoistici.

 Michea 6:8 dice: “O uomo, Egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?”

“Cammini umilmente con il tuo Dio” indica la comunione con Dio e lo stare attento a vivere nel modo in cui vuole Dio.

“Cammini umilmente con il tuo Dio” significa prestare attenzione a Dio durante il viaggio di questa vita insieme!

È vivere della parola di Dio, prestare attenzione alla volontà di Dio e non seguire la nostra volontà.

Questo significa uno stile di vita interamente dedicato a Dio, cercando la Sua gloria in tutte le cose e avere piacere in Lui.

Dio pone la Sua attenzione benefica, il Suo favore è su colui, o colei che è umile!

In Isaia 66:2 leggiamo: “’Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all'esistenza’, dice il SIGNORE. ‘Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola’”.

Come scrisse Tommaso da Kempis: "Dio cammina con gli umili; si rivela agli umili, dà comprensione ai piccoli, rivela il Suo significato alle menti pure, ma nasconde la Sua grazia agli orgogliosi.”

Quindi, umiliando se stessi davanti a Dio, le persone sperimenteranno la Sua grazia, perché Dio concede il Suo favore a coloro che riconoscono il loro bisogno di Lui. 

Giacomo 4:6 dice: “…Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili”.

Finché manteniamo uno spirito di orgoglio, stiamo letteralmente combattendo contro Dio!!

È da stolto per un uomo pensare di resistere a Dio, la condotta saggia invece è quella di umiliarsi al Signore con la certezza che gli sarà fatta grazia nel momento opportuno.

L'umiltà non era considerata una virtù nella società greco-romana, e nemmeno oggi, era considerata un segno di debolezza e vergogna da evitare, invece Dio si compiace di chi si umilia alla Sua presenza!

Non essere umili significa seguire l’esempio di orgoglio del diavolo (cfr. Isaia 14:4-23 Ezechiele 28:1-19), e questo sarà l’inizio di ogni peccato!

Agostino di Ippona (354-430 d.C.) scriveva: "L'orgoglio è l'inizio di ogni peccato, perché è stato questo che ha rovesciato il diavolo, da cui è nata l'origine del peccato; e dopo, quando la sua malizia e l'invidia perseguitarono l'uomo, che era ancora in piedi nella sua rettitudine, lo sovvertirono nello stesso modo in cui egli stesso cadde. Infatti, il serpente cercava solo la porta dell'orgoglio per entrare quando diceva: "Sarete come dèi".

Sappiamo com’è andata a finire la storia e come sta andando! 

Adamo ed Eva caddero nel peccato e morirono, e noi dietro a loro! (cfr. Genesi 2:15-17; 3:6,19; Romani 5:12).

Proverbi 16:18 dice: “La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta”.

Nell’umiliazione c’è:

B) Una precisazione

I credenti si umiliano davanti al Dio potente, infatti Pietro al v.6 dice: “Sotto la potente mano di Dio”, questa è una frase antropomorfica e si riferisce alla sovranità, al potere all'amore fedele di Dio, alla liberazione e alla saggia provvidenza di Dio, al Suo aiuto, sostegno nel momento del bisogno (cfr. Luca 1:66; Atti 4:28,30; 11:21). 

La potente mano di Dio è irresistibile nelle Sue operazioni, non conosce ostacoli!

Questo è davvero rassicurante e stimolante, nessun nemico sulla terra potrà separare i cristiani dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù il Signore (Giovanni 10:28-30; Romani 8:39).

L'immagine della “potente mano” la troviamo per la potenza liberatrice di Dio nell’Antico Testamento, infatti è spesso usata in relazione alla liberazione che Dio ha compiuto per il Suo popolo quando lo portò fuori dall'Egitto con segni, prodigi e miracoli (cfr. per esempio Esodo 13:9; Deuteronomio 3:24; 4:34; 5:15; 7:19; 9:26; 11:2; Daniele 9:15). 

Il Dio che ha liberato Israele dalla schiavitù d'Egitto e che ha risuscitato il Signore Gesù dalla tomba con mano potente, è in grado di liberarci dalle nostre sofferenze, o problemi. 

In Efesini 1:19-20 Paolo prega dicendo: “E qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità della sua potenza. Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo,  al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.

Non c'è posto più sicuro nell'universo di stare sotto la potente mano di Dio! 

Noi cristiani non dovremmo mai disperarci delle brutte esperienze della vita, e non dovremmo mai ribellarci contro Dio, perché la Sua potente mano ha il controllo delle nostre vite!!

Nel loro tempo di persecuzione, di sofferenza e di prova, questa frase avrebbe incoraggiato i destinatari della lettera di Pietro a perseverare nella fede (cfr. Salmo 37:24; Proverbi 4:18; Matteo 10:22; 24:13; Romani 8:30-39; Ebrei 12:2-3; Giacomo 1:4,12; Apocalisse 3:5), e così anche oggi per chi sta soffrendo per qualche ragione.

Nell’umiliazione troviamo ancora:

C) Il procedimento

Pietro, nel v.7 incoraggia ancora coloro che stanno soffrendo dicendo il modo come umiliarsi davanti a Dio: “Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione”.

Lo sfondo di questa affermazione è il Salmo 55:22 dov’è scritto: ” Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli “. 

La persona sotto la potente mano di Dio non è solo sottomessa, ma è anche contenta e fiduciosa di portare le proprie preoccupazioni, o circostanze a Lui.

I cristiani non devono cercare di risolvere i loro problemi da soli, ma sono chiamati a umiliarsi davanti a Dio gettando su di Lui ogni preoccupazione.

Il segreto della pace è fidarsi di Dio portando tutte le nostre preoccupazioni a Lui! (Isaia 26:13; Filippesi 4:6-7).

Se Dio è al centro della nostra vita avremo pace interiore!

Il senso della parola “gettando” (epirrhipsantes – aoristo attivo participio) è “posizionare”, o “mettere qualcosa su qualcuno”, o “su qualcos'altro” con grande energia, come lanciare con forza, è l'atto di esercitare uno sforzo per scagliare qualcosa lontano da noi stessi, in questo caso ogni nostra preoccupazione su Dio. 

L'immagine di gettare qualcosa la troviamo solo in Luca 19:35, dove i discepoli lanciano i loro mantelli su un asino come sella per Gesù.

“Gettando” significa scaricare la preoccupazione come quando ci alleggeriamo, ci liberiamo, di un peso.

“Gettando” suggerisce una deliberata decisione di fiducia nell’affidare le nostre preoccupazioni a Dio!

“Gettando” descrive un atto deliberato, un atto di volontà, preciso e decisivo fatto una volta è per sempre, cioè io getto a Dio la mia preoccupazione e la lascio lì da Lui, non me la porto indietro con me!

Così il senso è quello di dipendere da Dio, di chiedere il Suo aiuto. 

Non gettare le proprie preoccupazioni su Dio può essere segno di orgoglio se una persona è convinta che possa risolvere tutti i problemi con le proprie forze; l'unico dio di cui si fidano è il proprio io!

Invece quando i credenti gettano le loro preoccupazioni su Dio, esprimono la loro fiducia nella Sua potente mano, riconoscendo che Egli è Signore su tutta la vita da cui dipendono. 

“Preoccupazioni” (merimnan) sono i “pensieri”, “problemi”, “pesi” che disturbano la mente (Matteo 13:22; Marco 4:19; Luca 8:14; 21:34; 2 Corinzi 11:28). 

Le preoccupazioni sono i pensieri che occupano la mente determinando uno stato di inquietudine, di apprensione, ansia.

Le preoccupazioni hanno un effetto debilitante sulla nostra vita e derivano dalla nostra perdita di fiducia e sicurezza.

Molte potevano essere le preoccupazioni dei cristiani del primo secolo a cui scrisse Pietro, che derivavano dal professare la loro fede in Cristo in una società politeista ostile alle pretese esclusive del Vangelo. 

Per esempio la preoccupazione della perdita del loro status e del rispetto, la perdita della posizione familiare, la perdita di amici, la perdita del proprio sostentamento e, in casi estremi, della propria vita: queste erano le reali minacce per i cristiani dell'Asia Minore. 

La preoccupazione è stata definita come "un piccolo rivolo di paura che serpeggia nella mente fino a solcare un canale in cui vengono drenati tutti gli altri pensieri".

Le nostre preoccupazioni condizionano tutti gli altri pensieri, e di conseguenza condizionano tutta la nostra vita!

Pietro dice “ogni preoccupazione”, quindi dice tutto ciò che ci preoccupa, si riferisce alla qualsiasi cosa. 

La preoccupazione non è solo correlata alla sofferenza, può essere qualsiasi cosa nella vita che ci preoccupa.

Le parole di Pietro qui ci ricordano l'esortazione di Gesù a non essere ansiosi riguardo al cibo, o ai vestiti perché il Dio che si prende cura degli uccelli e dei gigli si prende cura dei Suoi figli (Matteo 6:25-34). 

Le preoccupazioni possono separarci da Dio perché spesso riguardano questioni di interesse mondano e riflettono la mancanza di fede in Dio nel provvedere ai nostri bisogni (cfr. Marco 4:19; Luca 21:34).

Le preoccupazioni ci possono creare l’infelicità di notti insonni e di conseguenza, disagi durante il giorno, e quindi la qualità della vita ne risente tantissimo.

Inoltre ci possono creare malattie mentali, gastrointestinali e cardiache. 

Pertanto è meglio liberarsene portandoli a Dio al più presto possibile!

In secondo luogo troviamo:

II L’INTENZIONE 

Sempre nel v.6 leggiamo: “Affinché egli vi innalzi a suo tempo”.

La vita è stressante e piena di incertezze, ma abbiamo la promessa di Dio che l’innalzamento arriverà!

Nell’intenzione di Dio c’è, dunque:

A) L’innalzamento

“Innalzi” (hupsōsē – aoristo attivo congiuntivo) indica “mettere in una posizione alta”, “in uno status elevato”, “in una condizione di prosperità”, o “in una posizione di dignità e onore” (cfr. Luca 1:52; Atti 5:31; 13:17; 2 Corinzi 11:7). 

Il tema che gli umili saranno esaltati è evidente nell'Antico Testamento (per esempio 1 Samuele 2:7–8; Isaia 1:25; 2:11; 40:4; Ezechiele 17:24; Giobbe 5:11), ma era anche l'insegnamento di Gesù (Matteo 23:12; Luca 14:11; 18:14). 

“Innalzi” in questo contesto, si può riferire a un rovesciamento delle disgrazie e delle difficoltà passate, quindi alla liberazione, o al trionfo sui loro persecutori, o a una maggiore benedizione spirituale, o una comunione più profonda con Dio, oppure onore visibile agli altri, o alla partecipazione alla gloria di Cristo. 

Spesso ci preoccupiamo per la nostra posizione, o condizione sociale, sperando di ottenere il giusto riconoscimento per quello che facciamo, ma ciò che è importante è il riconoscimento di Dio. 

Il riconoscimento di Dio conta più della lode umana!!

Dio è capace e disposto a benedirci secondo i Suoi tempi se ci umiliamo davanti a Lui!

Ricordiamo l’esempio di umiltà di Gesù!

Gesù si umiliò spogliando se stesso, prendendo forma umana e di servo (cfr. anche Giovanni 13: 1-16) venendo sulla terra e morendo sulla croce e Dio lo ha sovranamente innalzato! (Filippesi 2:6-11).

Dio non abbandona mai i Suoi che si umiliano davanti a Lui, ma al momento giusto li solleva!!

Dunque, “umiliatevi sotto la potente mano di Dio” è il comando, e “vi innalzi a suo tempo” è la promessa!

Andrew Murray diceva: “Credete che l'umiltà sia davvero la virtù-madre, il vostro primo dovere davanti a Dio e l'unica salvaguardia perpetua dell'anima. Ponete il vostro cuore su di essa come fonte di ogni benedizione. La promessa è divina e sicura: ‘chi si umilia sarà esaltato’. Vedi di fare l'unica cosa che Dio ti chiede: umiliarti. Dio vedrà di fare l'unica cosa che ha promesso. Egli darà più grazia; Egli esalterà a tempo debito”.

Parte dell'umiltà è la disponibilità ad aspettare pazientemente le cose secondo il calendario di Dio, quindi vediamo:

B) L’istante

Il Signore esalta gli umili con il giusto tempismo!

Pietro specifica l’istante, il periodo quando Dio innalzerà i credenti.

“A suo Tempo” (en kairō) è “nel tempo” si riferisce a un particolare evento, un tempo stabilito di Dio.

“A suo Tempo”  si riferisce al momento giusto, appropriato, opportuno come lo vede Dio, l'ora che Dio sceglie che è il tempo perfetto di Dio, il momento giusto. 

Di certo quando Dio interviene in nostro favore è sempre al momento giusto!

Secondo Pietro, i destinatari della sua lettera, prima, o poi Dio li avrebbe innalzati, non li avrebbe lasciati nella loro sofferenza, nel tempo giusto li innalzerà, e questo potrebbe essere inteso nella vita presente (cfr. Atti 19:23; Romani 9:9), che si adatta agli scopi di Dio (Galati 4:4; Efesini 5:16; 1 Timoteo 2:6; Tito 1:3), o nella vita avvenire, dopo il ritorno di Cristo, il giorno del giudizio e della salvezza (cfr. Marco 13:33; Luca 21:8; 1 Pietro 1:15; 4:13, 17; 5:1,4).

Dio innalzerà i credenti dalle loro prove, tribolazioni e sofferenze al Suo tempo saggiamente determinato. 

Pietro incoraggia i credenti perseguitati dicendo loro che al momento stabilito da Dio cesseranno le loro persecuzioni, cesserà la loro sofferenza!

Anche se non sappiamo quando Dio agirà, in questa vita, o in quell’avvenire, comunque sia chi si umilia sotto la potente mano di Dio gettando su di lui ogni preoccupazione, Lui promette che lo innalzerà!

Pietro in terzo luogo dà una:

III MOTIVAZIONE 

Al v.7 è scritto: “Perché egli ha cura di voi”.

Pietro scrive parole davvero confortanti per le nostre anime: "Egli ha cura di voi”.

Non sei da solo abbandonato a te stesso! 

Dio s’interessa di te! Dio ha cura di te! Dio non ti abbandona!

Abbi fede in Lui! 

Comunicagli tutto ciò che pesa sulla tua anima! 

Sii onesto! Sii sincero con Lui!

“Ha cura” (melei - presente attivo indicativo) indica che Dio è interessato ai credenti, a coloro che si umiliano davanti a Lui, che gettano le loro preoccupazioni su di Lui (Matteo 22:16; Marco 4:38; 12:14; Luca 10:40; Giovanni 10:13; 12: 6; Atti 18:17; 1 Corinzi 7:21; 9:9). 

Dio è buono (Esodo 34:6; 2 Cronache 5:13; Salmo 33:5; 34:8; 107:1,8, 15, 21, 31; 136; Matteo 7:11; Luca 18:19, 1 Pietro 2:3) e si prende cura dei Suoi figli, di chi ha salvato! 

Dio non era come gli dèi adorati da molti pagani, che erano così elevati e così distanti da non interessarsi agli affari umani, Dio si prende cura dei Suoi figli!

A) La cura di Dio è perfetta

Grant Osborne scrive: “Non dobbiamo preoccuparci troppo delle nostre difficoltà, poiché Dio è più preoccupato dei nostri bisogni più di noi, e sa molto meglio ciò di cui abbiamo bisogno”.

In mezzo alle avversità della vita, i cristiani dovrebbero confidare in Colui che sa di cosa hanno bisogno meglio di loro stessi.

Non dobbiamo preoccuparci, perché Dio si preoccupa di noi attivamente più di quanto noi ci preoccupiamo di noi stessi. 

Un bambino non si preoccupa tutto il giorno se la sua casa sarà lì quando torna da scuola, o se i suoi genitori gli faranno da mangiare quella sera. 

I bambini non si preoccupano di queste cose, perché si fidano dei loro genitori. 

Allo stesso modo noi cristiani dovremmo confidare che il nostro Padre celeste provvede ciò che è meglio per noi.

B) La cura di Dio è fedele

Thomas Brooks disse: “Un uomo farebbe meglio a dire che non c'è Dio, piuttosto che dire: Dio è infedele”.

Effettivamente è più che comprovato che Dio è fedele! 

È scritto più volte nella Bibbia che Dio è fedele (per esempio Salmo 119:90; Lamentazioni 3:23;1 Corinzi 1:9; 2 Timoteo 2:13; 1 Pietro 4:19).

La fedeltà di Dio significa che non ci girerà mai le spalle, che non ci tradirà mai, non verrà mai meno, si prenderà sempre cura di noi!

La fedeltà di Dio ci è di grande conforto!

Dio si prende cura continuamente dei credenti, ha a cuore la loro situazione!

A volte, quando c’è una sofferenza cronica, o un problema dietro l’altro, quando preghiamo che Dio ci liberi e non risponde, sembra che ci abbia abbandonato, o che non sia buono e quindi dubitiamo negativamente che Dio si sta prendendo cura di noi, e non merita così la nostra fiducia.

Ma noi dobbiamo pensare e lottare per credere che non è così! 

Dio non ignora i nostri bisogni e non si dimentica di noi! 

Dio non ci abbandona perché Dio è fedele!!! (cfr. Deuteronomio 31:6-8; Giosuè 1:5; Salmo 9:10; 37:28; Isaia 44:21; 49:14-16; 2 Corinzi 4:9; Ebrei 13:5-6) 

Deuteronomio 31:6-8 dice: “’Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il SIGNORE, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà’.  Poi Mosè chiamò Giosuè e, in presenza di tutto Israele, gli disse: ‘Sii forte e coraggioso, poiché tu entrerai con questo popolo nel paese che il SIGNORE giurò ai loro padri di dar loro e tu glielo darai in possesso. Il SIGNORE cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo’”.

Non permettiamo alla sofferenza di modificare in errore la verità teologica di chi è Dio e la nostra fede in Lui!

Satana cercherà di danneggiare e indebolire la nostra fede, di distruggere la nostra vita e il nostro rapporto con Dio con i dubbi, e con altre armi!

Non cadiamo nelle sue trappole!

C) La cura di Dio è dettagliata

In Matteo 10:29–31 Gesù dice: “Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro.  Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.  Non temete dunque; voi valete più di molti passeri”.

La vita dei passeri, che per il mondo non valevano nulla, dipende da Dio, noi valiamo più dei passeri!

Dio registra e si prende cura del più piccolo passero, quanto più si prenderà cura di noi.

Dio è perfino interessato ai dettagli della nostra vita come i capelli, sono tutti contati, cioè controllati e conosciuti da Lui.

Gesù, allora ci esorta a non temere perché valiamo più dei passeri e si prende cura anche dei dettagli della nostra vita!

Dio desidera che noi dipendiamo profondamente da Lui con tutte le nostre preoccupazioni, dolori, problemi, bisogni, dubbi e domande. 

Nulla è troppo grande e né troppo piccolo per Dio, si preoccupa dei nostri piccoli problemi così come dei grandi, affidiamoli a Lui!

In questo mondo, dagli sconosciuti, o da amici, o parenti, o genitori, potrai essere disprezzato, umiliato, dimenticato, ma non lo sarai mai da Dio!

Il tuo Padre celeste ha cura di te e l’avrà per sempre! (cfr. Salmo 27:10; 40:17; Isaia 41:10; 49:15).

Dunque, riguardo le preoccupazioni che possono essere di famiglia, di lavoro, di salute, o di qualsiasi problema, prima che queste ci travolgano, ricordiamoci che Dio, il nostro Padre celeste ci ama ed è fedele, si prenderà cura di noi! 

Si prenderà cura di coloro che si umiliano davanti a Lui, cioè che riconoscono di aver bisogno di Lui! 

Quelle persone, anche credenti che continuano a portare da soli le loro preoccupazioni, dimostrano di non avere piena fiducia in Dio, o di essere orgogliosi!

Ciò che dobbiamo ricordare è: Dio non è né inconsapevole, né indifferente a ciò che il Suo popolo vive! 

Getta tutte le tue preoccupazioni a Dio con la certezza che si prenderà cura di te!! 

Non lasciarti vincere dalle tue preoccupazioni, ma gettale sul Signore che controlla tutte le circostanze e a cura di te!

Colui che ha dato il Suo unigenito figlio ci darà tutte le cose di cui abbiamo bisogno con Lui per vivere!

In Romani 8:32 leggiamo: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?”

Così quando sarai tentato di dubitare dell’amore di Dio e della cura di Dio per te, il sacrificio di Gesù è una prova molto forte dell’amore di Dio che ha per te, ancora più forte è il fatto che Dio ti ha amato mentre eri ancora un peccatore lontano da Lui! (Romani 5:6-8).

La madre di George MacDonald, lo scrittore del diciannovesimo secolo, scrisse una preghiera datata 29 maggio 1820 che diceva così:

Veniamo caro Gesù al tuo Trono

Per portarti tutto il nostro dolore;

Ora manda giù la tua misericordia promessa,

E concedici un rapido sollievo.

Anche se Satana si arrabbia e la carne si ribella,

E l'incredulità sorge,

Aspetteremo ancora intorno allo sgabello dei suoi piedi,

Perché Gesù ascolta le nostre grida.

Gettiamo le nostre ansietà su Chi ascolta le nostre grida: il Dio dalla mano potente!!

CONCLUSIONE

In questi versetti abbiamo visto che Dio si prende cura di noi, ecco perché dobbiamo umiliarci davanti la Sua potente mano gettando su di Lui tutte le nostre preoccupazioni, affinché c’innalzi nel momento opportuno!

Molti hanno elaborato uno schema erroneo riguardo al tipo di problemi che dovrebbero portare al Signore. 

Una volta una donna disse a un predicatore: "Non do fastidio a Dio con i miei piccoli problemi. Gli porto solo quelli grandi.”

Pietro dice, invece di portargli ogni preoccupazione!

Quali sono le tue preoccupazioni?

Di salute? Economiche? Sociali? Familiari? Scolastiche?

Grandi, o piccole che siano gettale su Dio!

Liberati del tuo fardello pesante! 

Affidalo a Dio se non vuoi esserne schiacciato porta le tue preoccupazioni al trono di grazia di Dio e lasciali lì! (cfr. Matteo 11:28-30; Filippesi 4:6-7).

Dio desidera profondamente portare le tue preoccupazioni, come in Cristo ha portato le nostre malattie e i nostri dolori (Isaia 53:4). 

Gesù invita gli affaticati e gli oppressi ad andare a Lui umilmente e gli darà riposo (cfr. Matteo 11:28-30).

Quando sei assalito dalle tue preoccupazioni, non devi fuggire da Dio, o cercare altrove l’aiuto e il sostegno, al contrario, determinato vai da Lui portando tutto il fardello delle tue preoccupazioni!


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