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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Le motivazioni contro le discriminazioni.


Giacomo 2:1,5-11: Le motivazioni contro le discriminazioni. 
L’ultima volta abbiamo visto il comandamento contro i favoritismi, le caratteristiche e le cause dei favoritismi. 
Oggi vediamo tre motivazioni contro i favoritismi verso i ricchi a danno dei poveri.
Quali sono queste motivazioni?

La prima motivazione è che:
I I FAVORITISMI SONO INCONCILIABILI CON GESÙ CRISTO (v.1).
v.1: “Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da favoritismi”.
La Bibbia “Paoline” dice: “Fratelli miei, non potrete mantenere la fede nel nostro Signore glorioso Gesù Cristo, praticando favoritismi di persona”.
La Bibbia “Diodati”: “Fratelli miei, non associate favoritismi personali alla fede del nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria”.
Giacomo ci sta dicendo: “non possiamo avere fede in Gesù e nello stesso tempo praticare favoritismi!” 
Per un cristiano avere favoritismi significa negare la fede in Cristo!

Un ascolto autentico: La parabola del seminatore.


Marco 4:1-20. Un ascolto autentico: La parabola del seminatore. 
Gesù insegnava molte cose in parabole. “Parabole” (parabolais) viene da una parola greca (parabállō) significa “mettere accanto”, cioè insegnare mettendo accanto una similitudine, un confronto, fare un paragone con esempi familiari, comuni all’esperienza umana e sociale  dell’epoca, per insegnare una verità morale o spirituale. Le parabole era una maniera giudaica di insegnare. (Giudici 9:8-15; 2 Samuele 12:1-4; Ezechiele  17:1-24; Zaccaria 4:2-10, 11-14).
I Vangeli registrano sessanta parabole diverse di Gesù, la maggior parte le troviamo, in Matteo e Luca, meno in Marco, e nessuno in Giovanni.
In questa parabola noi vediamo quattro tipi di persone che si trovano in ogni chiesa!

Uffici divini di Gesù: Il perdono dei peccati.

Marco 2:1-12. Uffici divini di Gesù: Il perdono dei peccati. 
Marco ritorna all’azione di Gesù a Capernaum, dopo la parentesi del racconto del ministero di Gesù in Galilea, ora racconta il ritorno di Gesù a Capernaum.
Marco mostra l’autorità di Gesù con cinque storie: la guarigione del paralitico (2:1-12), la chiamata del pubblicano Levi (2:13-14); quando parla ad alcuni farisei del perché i Suoi discepoli non digiunano (2:18-22); quando dice che è il Signore del sabato (2:23-28); quando guarì l’uomo dalla mano paralizzata nella sinagoga nel giorno di sabato (3:1-6).
In queste storie Gesù mostra la Sua autorità ai farisei  (2:16,18,24, 3:6); agli scribi (2:6); agli erodiani (3:6); inoltre dal contesto vediamo che Marco mostra l’autorità di Gesù sui demoni (1:21-26; 3:7-12), e l’autorità di Gesù nell’insegnamento (1:22, 27).
Per questo motivo al ritorno a Capernaum, appena saputo che Gesù era in città, una folla straripante circondò la casa dove era per ascoltarlo.
Quattro uomini portarono un paralitico con il suo letto per farlo guarire da Gesù, ma a causa della folla, fecero passare l’uomo dal tetto. I tetti erano accessibili con una scala di pietra fuori, ed erano fatti con piccoli bastoni a raggio ricoperti di paglia e poi fango. 

Io e la casa mia serviremo il Signore.


Giosuè 24:14-28: Io e la casa mia serviremo il Signore. 
In questo testo, troviamo tredici volte scritta la parola: “servire” come verbo o come sostantivo. “Servire” (ʿāḇaḏ) nell’Antico Testamento ha il significato basilare di lavorare, faticare come uno schiavo (Esodo 21:6). I servi appartenevano ad altre persone ed erano impiegati appunto nel servirli (Genesi 21:25; 24:35). “Servire” contiene almeno due elementi chiave: l'azione (il servitore come" lavoratore") e l'obbedienza. “Servire” è anche impiegato in senso cultuale, nell’offrire sacrifici a Dio (Esodo 3:12; 23:24-25;).
In questo testo, “servire” può essere in senso cultuale, di adorazione (cfr. Giosuè 22:26-27; 23:7; Numeri 3:7-10; Isaia 19:21), oppure può esprimere la relazione tra il popolo e Dio che è il Signore al quale bisogna essere obbedienti e sottomessi, il fare quello che il Signore dice di fare, come un compito da svolgere come per esempio i profeti (Esdra 9:10-11; 2 Re 17:13; Geremia 7:25-28; 26:1-6; Ezechiele 38:17; Daniele 9:5-6), o il Servo del Signore (Isaia 42:1-7; 49:5-6; 52:13-53:12). I servi del Signore nell’Antico Testamento per esempio erano considerati: Abramo, Isacco, Giacobbe (Esodo 32:13); Caleb (Numeri 14:24); Mosè (Numeri 12:6-8); Giosuè (Giosuè 24:29); Isaia (Isaia 20:3); Davide (1 Samuele 23:10); Israele come una nazione (Isaia 41:8); il Messia (Zaccaria 3:8); Ciro (Isaia 44:28; 45:1).
Essere servo di Dio, significa adorare solo lui ed essergli sottomessi lavorando per lui, essere suoi strumenti e, perciò implica completa disponibilità. Anche nel Nuovo Testamento tutti i cristiani sono servi di Dio (Romani 1:1; Colossesi 4:12; Romani 6:22) e sono chiamati a servirlo (Romani 12:11; 1 Tessalonicesi 1:9). 
Il filosofo Antifonte disse: “La cosa più preziosa che si può sprecare è il tempo”.
In questa affermazione notiamo due cose: la prima è che il tempo è prezioso, la seconda è che il tempo si può sprecare. Come spendiamo il nostro tempo? Il miglior modo per non sprecarlo è quello di servire il Signore! Ogni cristiano è chiamato a servire il Signore Gesù.
In questo testo di Giosuè vediamo tre aspetti principali riguardo il servizio.

Contro le discriminazioni.

Giacomo 2:1-4: Contro le discriminazioni.
Mettiamo il caso che venga nella vostra chiesa un uomo appena sceso da una ferrari,con un rolex, vestito firmato ed entra anche uno tutto stracciato, sporco…..a chi sei più stimolato di accogliere meglio? 
La chiesa oggi come nel passato ha il pericolo del favoritismo. Questo perché siamo condizionati dalla società in cui viviamo dove la posizione sociale conta molto.
Giacomo 2:1-11 condanna il favoritismo. 
Giacomo continua a illustrare il rapporto tra fede e pratica, parlando di un nuovo tema. 
Giacomo dice che non possiamo confessare la fede nel Signore Gesù e poi nello stesso tempo avere riguardi personali. 
Noi vediamo quanto sia priva di consistenza una professione di fede senza essere accompagnata da una condotta pratica coerente!

L’incarnazione di Gesù.

L’incarnazione di Gesù.  
Su un foglio di calendario era scritto questa frase: “ La più grande impresa della storia non è stata quella di un uomo che ha camminato sulla luna, ma di Dio che ha camminato sulla terra”.
Forse ci siamo così tanto abituati ai racconti biblici della nascita di Gesù che non ne apprezziamo più il mistero della Sua incarnazione. Quando si parla dell’incarnazione di Gesù si riferisce al fatto che il preesistente Gesù (esisteva prima della creazione) si è fatto uomo (Giovanni 1:1-14; Filippesi 2:5-7).
La nascita di Gesù è la nascita più unica in tutta la storia umana.

I  L’INCARNAZIONE DI GESÙ: LE PROVE STORICHE.
Gesù è venuto nel mondo.
1 Timoteo 1:15: “Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo”.
L’affermazione che Gesù è venuto nel mondo, quindi (Gesù esisteva prima della sua nascita terrena, Giovanni 3:13,16; Giovanni 17:5) per salvare i peccatori è certa e degna di essere pienamente accettata.

Il Contesto religioso del Nuovo Testamento nel primo secolo. Prima parte: Caratteristiche teologiche dei Giudei.


Il Contesto religioso del Nuovo Testamento nel primo secolo.
Prima parte: Caratteristiche teologiche dei Giudei.

In questa lezione vedremo riguardo il contesto religioso, le caratteristiche teologiche dei Giudei.

Per comprendere meglio Gesù e la chiesa primitiva,e quindi il contesto del Nuovo Testamento è importante capire cosa credevano i Giudei nel primo secolo, il periodo appunto quando visse Gesù e gli apostoli. Il credo Ebraico nacque dalla rivelazione degli atti di Dio nella storia, rivelazione che poi fu scritta e raccolta in quella che oggi si chiama Antico Testamento. 
Nel contesto giudaico vediamo, in sintesi cinque caratteristiche teologiche.

La prima caratteristica è:
1. Il Signore è l’unico e vero Dio.
L’enfasi principale del giudaismo era l’unità e la trascendenza di Dio, la convinzione che c’è un solo e vero Dio. Il monoteismo era affermato in contrasto con la moltitudine di divinità nel mondo pagano. Avere fede in unico vero Dio era incompatibile e quindi proibito con le rappresentazioni fisiche come oggetti, di devozione e preghiera (Es. 20:4-5; Deut.11:13-17; Sal.96:4-5; 135:15-18; Isa. 40:18-20, 44:9-20). Un Ebreo devoto recitava regolarmente lo Shemà (significa ‘Ascolta’ dalla prima parola di questa affermazione), una sorta di credo ebraico come troviamo Deuteronomio 6:4-5: "Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze". Gli Ebrei credevano in Dio come unico Creatore (monoteismo creazionale) e sostenitore dell’universo (monoteismo provvidenziale). 

Perché Gesù Cristo è venuto nel mondo?


Perché Gesù Cristo è venuto nel mondo?
Gesù esisteva prima della creazione e prima di della sua incarnazione. Il Nuovo Testamento ci dice diversi motivi per cui Gesù è venuto nel mondo. 

Gesù è venuto nel mondo:
1) Per rivelare Dio.
Nel Vangelo di Giovanni leggiamo: "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è  quello che l'ha fatto  conoscere" (Giovanni 1:18).
In 1 Timoteo 6:16 Paolo scrive che Dio abita una luce inaccessibile, che nessun uomo ha visto né può vedere. Mosè voleva vedere Dio, ma Dio gli disse che l’uomo non può vedere il suo volto e vivere, così Mosè vide Dio in modo parziale, lo vide di spalle (Esodo 33:19-23). 
Nessuna creatura umana ha mai visto l'essenza della divinità. L’uomo caduto in peccato è stato espulso dalla presenza di Dio che è santo, perciò l'uomo non lo può vedere e vivere (Genesi 3; Isaia 59:2; 1 Giovanni 1:5).

Che cosa mostra l’incarnazione di Gesù?


Che cosa mostra l’incarnazione di Gesù?
Quando si parla dell’incarnazione di Gesù si riferisce al fatto che il preesistente Gesù (esisteva prima della creazione) si è fatto uomo (Giovanni 1:1-14; Filippesi 2:5-7; 1 Timoteo 1:15). Ma non implica alcun cambiamento nella natura del Figlio, la divinità di Gesù non è stata convertita nella nostra umanità, piuttosto, Gesù ha assunto la nostra natura umana, ma senza perdere la Sua divinità.

L’incarnazione di Gesù mostra tre verità dottrinali importanti.
(1) Mostra che la salvezza viene da Dio (Galati 4:4-5).
Dio prende l’iniziativa di venire a salvare il peccatore, non è stata un’iniziativa umana. La nascita miracolosa di Cristo da una vergine (Isaia 7:14; Matteo 1:18; Luca 1:34-35) è una specie di promemoria che la salvezza non è iniziativa umana e non avviene per sforzo umano, ma è opera di Dio. 
L’uomo è completamente incapace di salvarsi da solo, è stato necessario l’intervento di Dio nella storia umana. L’incarnazione di Gesù ci ricorda che Dio prende l’iniziativa di salvarci (Giovanni 3:16).
Perciò l’incarnazione di Gesù ci parla dell’amore di Dio per il mondo.

Il Contesto politico contemporaneo del Nuovo Testamento.


Il Contesto politico contemporaneo del Nuovo Testamento.
In questa lezione vedremo:
1. L’occupazione romana.
2. Erode il Grande.
3. I discendenti di Erode il Grande.

1. L’occupazione romana (63 a.C. -96 d.C.).
Vediamo alcuni aspetti del dominio romano in Giudea in riferimento ai cristiani, o al Nuovo Testamento.
Dopo la morte di Salomè, il figlio minore, Aristobulo II, con il sostegno dei sadducei, contestò il diritto di Ircano II a governare, mentre i farisei insieme al governatore Idumeo Antipatro, padre di Erode il Grande, sostennero Ircano nella successiva guerra civile. Aristobulo II, riuscì a rimanere al trono fino al 63 a.C. quando il generale romano Pompeo, che nel frattempo aveva conquistato praticamente tutto il territorio in Asia Minore fino alla Siria, arrivò e conquistò Gerusalemme. 
Cosa era accaduto? I sostenitori di entrambe le fazioni ebraiche chiesero aiuto a Pompeo nel decidere la questione. Pompeo favorì Ircano, Aristobulo, non fu d’accordo con Pompeo e gli resistette. Pompeo marciò su Gerusalemme nel 63 a.C. prese la città, dopo un assedio di tre mesi, massacrò dodicimila ebrei e osò entrare nel tempio, fino nel luogo santissimo, dove entrava solo il sommo sacerdote una volta all’anno. 

Il Contesto politico prima del Nuovo Testamento

Il Contesto politico prima del Nuovo Testamento
In questa lezione vedremo:
1. L’importanza di conoscere la storia politica prima del Nuovo Testamento.
2. I vari regni che hanno preceduto il Nuovo Testamento.

Il Nuovo Testamento ha influenzato il mondo intero e forse anche la vostra vita. Questa è una buona ragione per studiarlo. Ma ci sono altri motivi per studiarlo. Il Nuovo Testamento, annuncia l’arrivo del Salvatore che l’Antico Testamento ha profetizzato e attendeva. Inoltre entrambi i Testamenti parlano di una sfera eterna che è al di là del mondo come lo conosciamo, un mondo di gloria celeste per coloro che cercano Dio, ma di giudizio per coloro che lo rifiutano, che non si sono pentiti dei loro peccati e che non hanno creduto in Gesù come personale loro Salvatore e Signore. Quindi studiare il Nuovo Testamento è importante perché ci parla di Gesù l’unico Salvatore  del mondo! (Per esempio Giov.4:42; Atti 4:12), ma ci parla anche come essere salvati! (Per esempio Atti 3:19; 16:30; Ef.2:8-10) dal giudizio di Dio (Ebr.9:27-28). È importante studiare il Nuovo Testamento perché come Parola di Dio, parole che non passeranno mai di moda (Matt.24:35) possiamo conoscere Dio e sperimentare la Sua presenza nella nostra vita (2 Tim.3:16-17; 2 Pie.1:20-21). Questi sono motivi più che sufficienti per studiare il Nuovo Testamento, ma è importante per studiare il Nuovo Testamento, conoscere la storia politica di ciò che avvenne nel periodo prima la sua stesura (I libri del Nuovo Testamento furono scritti nel periodo che va dal 45 al 95 d.C. circa).

La parabola delle dieci mine


Luca 19:11-28: La Parabola delle dieci mine 
Il motivo per cui Gesù racconta questa parabola è duplice: perché erano vicini a Gerusalemme e perché i discepoli avevano false aspettative circa il manifestarsi del regno di Dio, pensavano che si realizzasse immediatamente, in modo terreno, secondo il pensiero giudaico (v.11; Atti 1:6). Più Gesù si avvicinava a Gerusalemme e più l’entusiasmo delle folle e dei suoi discepoli aumentava. 
I discepoli pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Essi pensavano che Dio avrebbe instaurato il Suo regno, che il Messia (Gesù) avrebbe manifestato la pienezza della sua potenza. In questo clima di impazienza e di attesa Gesù insegna questa parabola. 
La parabola aveva il compito di correggere il loro pensiero. Gesù vuole che i discepoli comprendano, che Gerusalemme sarà il luogo della Sua morte e non della manifestazione del Suo regno. (Cfr. Luca 18:31-34).
Quindi i discepoli nel frattempo aspettando il ritorno di Gesù, devono servire Gesù fedelmente e in modo responsabile fino al Suo ritorno, questo è il succo.

Il Canone del Nuovo Testamento


Il Canone del Nuovo Testamento 
La storia del canone del Nuovo Testamento è simile a quella dell’Antico Testamento, anche se vi sono molti più dati disponibili in materia.
Herman Ridderbos da questa definizione sul canone:
“ Si può dire che la storia del canone è il processo della presa di coscienza della chiesa nei confronti del suo fondamento ecumenico.” 
Il canone, quindi, è un processo della consapevolezza o riconoscimento, da parte del popolo di Dio dei libri ispirati da Dio ed avevano un fondamento universale.
L'idea di un canone implica che Dio ha guidato la chiesa primitiva nella sua valutazione di diversi libri, in modo che quelli veramente erano ispirati hanno avuto il riconoscimento come canonici e quelli non ispirati, qualunque poteva essere l’importanza, non furono accettati come canonici.

Il modo giusto di adorare Dio


Il modo giusto di adorare Dio (Esodo 20:4-6).
A.W. Tozer scrisse: “Una delle più grandi tragedie presenti in tutte le epoche, anche in quelle più illuminate, è che milioni di persone non riescano a scoprire la ragione perché sono nate. Potete negarlo se volete – e so che alcuni lo faranno – ma ci sono esseri umani in questo mondo che soffrono di un tipo di amnesia disperata e deprimente. Quest’amnesia porta la gente a gridare, sia silenziosamente in loro stessi, ma a volte anche con una frustrazione udibile: “Non so neanche perché io sia nato!”
Tu sai perché sei nato? Noi siamo nati per glorificare Dio (Isaia 43:7), quindi per adorarlo!
Noi in questo secondo comandamento vediamo il modo come adorare Dio. La vera adorazione rispecchia il modo come Dio si è rivelato. Non si può adorare Dio a parte la Sua rivelazione: la Bibbia! Qualsiasi adorazione che non rispecchia la Sua volontà, la Sua verità, Dio non l’accetta! (Genesi  4:1-5).
Dio approva solo l’adorazione in spirito e verità (Giovanni 4:24). Adorare Dio in modo diverso da come Lui ci comanda, sarà vano, Lui non lo accetterà! 

Ispirazione del Nuovo Testamento


Ispirazione del Nuovo Testamento 
Per la definizione, teorie, prospettiva biblica si può vedere l’ispirazione dell’Antico Testamento.
Gli scrittori del Nuovo Testamento sono stati guidati dallo Spirito Santo.
La Bibbia è Parola di Dio e parola di uomo sono fondamentalmente interconnesse. Dio ha voluto parlarci attraverso l’uomo (2 Pietro 1:21). Proprio come Gesù Cristo è veramente Dio e vero uomo, ma non è divisibile in due persone, ma rimane così il Figlio di Dio, così la Scrittura è allo stesso tempo la Parola di Dio e parola dell'uomo, gli uomini furono ispirati da Dio, cioè Dio guidava gli scrittori della Bibbia a trasmettere la rivelazione di se stesso in forma scritta senza errori (2 Timoteo 3:16), così i 27 libri del Nuovo Testamento sono stati scritti da uomini ispirati dallo Spirito Santo. 
Gesù aveva promesso che lo Spirito Santo avrebbe guidato gli scrittori del Nuovo Testamento.

La religione autentica approvata da Dio


 Giacomo 1:26-27: La religione autentica approvata da Dio.
Noi pensiamo tantissime cose, alcune possono essere giuste, altre sbagliate, ma nel rapporto con Dio non è importante ciò che noi pensiamo, ma ciò che pensa Dio!
“Se uno pensa” (dokei) significa considerare, credere (Giovanni 5:39; 16:2; Atti 27.13; 1 Corinzi 7:40; Filippesi 3:4). Si riferisce a un’opinione soggettiva, a  una valutazione personale sbagliata, a una falsa opinione. (Matteo 3:9;6:7; 26:53; Marco 6:49; Luca 8:18; 12:51; 13:2; 19:11; 24:37; Atti 12:9; Galati 6:3-5.    
A quale tipo di opinione sbagliata si riferisce Giacomo? Al fatto che: si può pensare di essere religiosi (thrēskos), ma senza controllare la propria lingua, senza essere caritatevoli e senza conservarsi puri dal mondo! 
Dicono gli psicologi che la mente umana in un giorno supera i 10.000 pensieri, in un anno  sarebbe 3.500.000.  Molti di questi pensieri non danno gloria a Dio e sono ingannevoli come appunto pensare di essere religiosi, ma senza tenere a freno la lingua, senza essere caritatevoli e senza santificazione.
Giacomo in questi versetti sta parlando di due tipi di religione: la vana religione e quella autentica approvata da Dio!
La parola “religione” non è molto comune nella Bibbia, specialmente l'aggettivo "religioso". L’etimologia della parola non è sicura, ma apparentemente la sua origine è tremare, avere paura degli dèi, questa paura era usata in relazione all’adorazione, appunto degli dèi. 
Quindi “religioso” (thrēskos)viene dalla parola “religione” (threskeía) come usata al v.27 e indicava il servizio cerimoniale, i rituali, pratiche e osservanze esterne  come il donare, la preghiera e il digiuno (Matteo 6:1-18; Atti 26:5; Colossesi 2:18).
Il religioso indicava chi era devoto, zelante e scrupoloso nelle pratiche esterne, che si preoccupava dei dettagli, che metteva molta attenzione  nelle parole e nella forma (Cfr. Michea 6:6-8; Matteo 23:23). Questa parola poteva e può avere una connotazione positiva o negativa, positiva se era una religiosità sincera nelle azioni e nelle parole, negativa se era ipocrita come quella dei farisei. (Matteo 23:25-26; Luca 11:41;  Matteo 5:8; Marco 7:15-23).
C'è la tendenza a pensare che è sufficiente conformarsi ai rituali e alle cerimonie del cristianesimo, e si dà poca importanza a ciò che c'è nel cuore. Alcuni pensano che una semplice professione di fede è sufficiente, e che la benedizione di Dio ricade su coloro che si impegnano in un numero prescritto di azioni senza aver riguardo alla condizione del proprio cuore (1 Samuele 16:7; Matteo 5:8).
In Matteo 15:8-9 leggiamo che Gesù non approva coloro che si avvicinano a Lui solo con le labbra: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini". (Cfr. Matteo 23:25-26).

La Trasmissione e l’Autenticità del Nuovo Testamento.


La Trasmissione e l’Autenticità del Nuovo Testamento.
Un aspetto importante dell’unicità del cristianesimo è il fatto che è fondato su fatti storici e non solo su insegnamenti etici. Non sorprende, quindi, che gli scettici e i critici, in generale, hanno sempre cercato di attaccare e confutare la storicità vera di questi eventi. Se gli eventi che circondano la vita di Gesù Cristo, la sua nascita da una vergine, i suoi miracoli, la risurrezione, non sono effettivamente accaduti, allora l'intera struttura del cristianesimo crolla (1 Corinzi 15:17). 
Lo stessa cosa è vera riguardo la storia della Chiesa primitiva, gli inizi e la diffusione del cristianesimo come registrato nel libro degli Atti degli apostoli e nelle epistole. I critici hanno cercato di convincere le persone che i libri del Nuovo Testamento sono stati scritti molto tempo dopo il periodo degli apostoli e che, quindi, contengono molti miti ed elementi non storici, soprattutto quelle parti che descrivono i miracoli. Una grande quantità di questa critica ha avuto così successo che è stata adottata in modo considerevole in molte scuole teologiche da influenzare poi grandemente e negativamente la fede di molti cristiani nominali.

La chiamata dei discepoli.


Marco 1:16-20 La chiamata dei discepoli.
Una volta un ricco industriale, vide un pescatore seduto a guardare la sua barca, chiese: “Perché non sei là fuori a pescare?”
“Perché ho preso abbastanza pesce per oggi”, fu la risposta.
“Perché non peschi più pesce di quanto hai bisogno?” Ha chiesto l'uomo ricco.
“Cosa farei con questi?” rispose il pescatore.
“Potresti guadagnare più soldi e comprare una barca migliore in modo che tu possa andare più in profondità e prendere più pesce. Potresti comprare reti di nylon, pescare ancora di più e fare più soldi. Presto avere una flotta di barche ed essere ricco come me. 
“Allora cosa farei?” Chiese il pescatore.
“ Potresti sederti e goderti la vita”,rispose il ricco.
“Cosa pensi che sto facendo ora?” Rispose il pescatore.
La chiamata dei discepoli di Gesù, non è certamente all’apatia, al dolce far niente, ma sono chiamati a lavorare per il progresso del regno dei cieli, sono chiamati a essere pescatori di uomini.

L’Autorità del Nuovo Testamento


L’Autorità del Nuovo Testamento
L'autorità è strettamente legata ai costumi e alle tradizioni, ma è comunque una resa consapevole della propria libertà a un altro individuo o a un ente governativo o religioso. 
L'autorità è un soggetto che suscita notevoli contrasti nella società di oggi, non solo per quanto riguarda l’autorità religiosa, ma anche in altri settori. Le persone sono restie a forme dittatoriali o all’esercizio arbitrario dell'autorità, di conseguenza gli negano il riconoscimento e l'obbedienza. Perciò autorità è una parola scomoda, anche se si tratta di Dio, molti non riconoscono l’autorità di Dio giustificandosi che Dio non esiste! Infatti senza nessun problema, oggi ci si “sbarazza” di Dio molto facilmente, non si vuole credere all’esistenza di Dio perché implica dargli conto, implica riconoscere la Sua autorità.  Per la definizione sull’Autorità vedi l’articolo: L’Autorità dell’Antico Testamento.
Con l'autorità della Bibbia (39 libri dell’Antico Testamento e 27 del Nuovo) si intende che la Bibbia, in quanto espressione di Dio possiede il supremo diritto di definire ciò che dobbiamo credere e come dobbiamo comportarci. Per ulteriori informazioni sulla definizione puoi vedere l’articolo: L’Autorità dell’Antico Testamento.

ESODO


ESODO
Esodo è una testimonianza notevole degli atti salvifici di Dio che si è rivelato come il Signore supremo della natura, degli uomini e della storia.

Temi chiave
La supremazia del Signore sulle divinità pagane
L'esodo come un evento di redenzione per l'antico Israele
Il patto Mosaico 
La presenza di Dio

Titolo e nome.
Il titolo della versione greca dell’Antico Testamento (la Septuaginta), di questo libro è appunto “Esodo” (greco éxodos) che significa uscita, andare fuori, partenza. Prende il nome dall’evento centrale descritto in questo libro, vale a dire l’uscita del popolo di Israele dall'Egitto sotto la guida di Mosè (1:1-15:21; 19:1). Nella Bibbia ebraica, il titolo è diverso. 
G.L. Archer: dice:“Il titolo ebraico dell’Esodo è Weēlleh shemōt (e questi sono i nomi di) o più semplicemente shemōt (i nomi di) ed è tratto dalle parole iniziali di Esodo 1:1.  Mentre il titolo in Latino è Exodus, da dove proviene Esodo. Il libro dell'Esodo. Il libro può essere chiamato anche come “ il secondo libro di Mosè”, infatti, Mosè è la figura dominante del libro, dall'inizio alla fine.

Composizione, autore e data.
Secondo la tradizione ebraica e cristiana, Mosè, scrisse il libro dell'Esodo. Noi troviamo almeno quattro ragioni, per affermare che Mosè sia l’autore. 
In primo luogo il libro afferma che Mosè ha scritto le parole di Dio, secondo come Dio stesso gli aveva comandato.  (17:14, 24:4, 34:4,27-29).

GENESI


GENESI
Genesi è stato scritto come un prologo al resto della Bibbia, perché ci racconta dell'origine dell'universo, del mondo fisico da parte di un unico Dio Creatore Sovrano della vita umana, delle nazioni e della nazione di Israele.

Temi chiavi
▪ Origini del mondo, dell’uomo e del popolo d’Israele.
▪ Dio ha creato e la creazione era buona. 
▪ La disubbidienza ha separato gli uomini da Dio. 
▪ Dio stabilisce un legame di amicizia con l’uomo chiamato patto.

Titolo e nome
In ebraico le prime parole di un libro sono a volte considerate come titolo, per cui la Genesi è conosciuto come “Nel principio” (ebraico bĕrēšît). La parola “Genesi” (greco geneseōs) proviene dalla traduzione greca dell’Antico Testamento, la Settanta, e significa inizio o origini. Certamente Genesi è un nome appropriato alla luce del fatto che questo libro, parla proprio di origini. Riguardo a questo lo studioso Geaslon L. Archer afferma: “Il tema principale o la materia trattata riguarda infatti le origini:l’origine del mondo creato, della razza umana, delle varie nazioni della terra e poi particolarmente l’origine del patto con la famiglia che costituisce il popolo redento di Dio”. 

La chiamata al discepolato. La Sovranità di Gesù.


Marco 1:16-20: La chiamata al discepolato. La Sovranità di Gesù.
Forse ci saremmo aspettati che Marco riportasse prima di ogni altra cosa un miracolo spettacolare di Gesù, o un sermone potente, oppure qualche altra cosa sensazionale, invece riporta la semplice chiamata di quattro semplici uomini (quattro pescatori) per essere Suoi discepoli. 
Forse ci saremmo anche aspettati che Marco raccontasse tutti i particolari relativi al tempo, al luogo, alle circostanze precise di questa chiamata, ma non lo fa, mostra solo l’essenziale, ciò che reputa veramente rilevante. 
In questo brano vediamo la chiamata di quattro discepoli in due momenti diversi. Con Giovanni in prigione Gesù avrebbe potuto decidere di continuare a esercitare il Suo ministero da solo, ma ha scelto di non farlo perché evidentemente aveva delle ragioni molto importanti. 

Preservazione e Trasmissione dell’Antico Testamento.


Preservazione e Trasmissione dell’Antico Testamento.
Come facciamo a sapere che la Bibbia è la stessa come quando è stata scritta? Gli scribi hanno commesso errori quando copiavano la Bibbia?
In Isaia 40:8 è scritto:  "L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre".
Così anche in 1 Pietro  1:24-25 leggiamo:  "Infatti, ogni carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba. L'erba diventa secca e il fiore cade;  ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la  parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata". 
Notiamo in questi versetti che la Parola di Dio rimane in eterno! Dio certamente ha preservato le Sue Scritture e le ha trasmesse prive di errori importanti. A che cosa sarebbe servito il fatto che Dio abbia ispirato i profeti , se poi il loro messaggio non fosse pervenuto a noi in una forma degna di fiducia? Oppure non fosse pervenuta a noi secondo come Dio lo ha voluto rivelare? Se gli autori della Bibbia erano ispirati da Dio, possiamo affermare che i manoscritti originali non potevano contenere errori. Ma oggi non abbiamo le copie originali, queste furono copiate. Perciò se siamo in grado di leggere la Bibbia oggi è grazie al lavoro fedele e minuzioso di molte persone.

Canone dell’Antico Testamento


Canone dell’Antico Testamento
Come  sappiamo che i libri della, sono quelli che ci devono essere? Come sappiamo i libri che sono ispirati da Dio? Perché i Cattolici romani includono altri libri  nella loro Bibbia? Chi ha l'autorità per determinare quali libri possono essere inclusi nella Bibbia?

Il Significato di canone 
La Chiesa cristiana è nato con un libro in mano, quel libro che Gesù e i suoi primi  discepoli seguivano come autorità, era l’Antico Testamento. I suoi documenti costituiscono la prima metà del canone cristiano, l’altra è il Nuovo Testamento. 

La parola “canone” viene dal greco "kanōn", preso in prestito dall’ebraico "qāneh", è significava canna; entrambe le parole originariamente indicavano un bastone o  una canna di misura. Da ciò si ebbe il senso figurato di asta per misurare o regola, e quindi l’idea generale di norma o modello (cfr. 2 Corinzi 10:13,15,16; Galati 6:16). Origene un padre della chiesa del terzo secolo, usò la parola canone per denotare ciò che chiamiamo la regola di fede, lo standard col quale misuriamo e valutiamo, quindi con questo termine si faceva riferimento al contenuto normativo, etico e dottrinale della fede cristiana.  Verso la seconda metà del IV secolo, l’uso di  kanōn designava le Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento.

La preghiera per essere ripieni della pienezza di Dio.


Efesini 3:17-19: La preghiera per essere ripieni della pienezza di Dio.
“L'esigenza principale della chiesa non è gli uomini di denaro, né uomini di cervello, ma gli uomini di preghiera” (E. M. Bounds).
Quello che oggi ha bisogno la chiesa è uomini di preghiera come lo era Paolo. La nostra vita (materiale e spirituale) dipende da Dio pertanto è importante che noi preghiamo! Paolo questo lo sapeva e per questo era un uomo di preghiera. Noi possiamo dire insieme a Phillips Brooks: “Se l'uomo è uomo e Dio è Dio, vivere senza la preghiera non è solo una cosa terribile, è una cosa infinitamente stupida”. 
Nei versetti precedenti (vv.14-17a) abbiamo visto due altri soggetti di preghiera di Paolo: 1) Essere potentemente fortificati nell’uomo interiore mediante lo Spirito Santo; 2) Cristo abiti per mezzo della fede nei cuori. Nei versetti 17-19 leggiamo il terzo elemento della preghiera di Paolo: essere ripieni della pienezza di Dio.
Se lo Spirito Santo ci fortifica nell’uomo interiore e se Cristo vive nel nostro cuore, il risultato sarà che i credenti si ameranno e amandosi conosceranno l’amore di Cristo più in profondità con lo scopo finale di essere ripieni della pienezza di Dio. 

L’Ispirazione dell'Antico Testamento.


L’Ispirazione dell'Antico Testamento.
Prima della metà del XIX secolo, la chiesa era unanime riguardo la dottrina dell’ ispirazione: Dio ha dato le parole della Scrittura effettivamente ai suoi autori umani in modo da perpetuare infallibilmente la Sua speciale rivelazione. Nel secondo secolo, Giustino Martire chiamava la Bibbia "la vera lingua di Dio". Nel IV secolo, Gregorio di Nissa ha detto che era "la voce dello Spirito Santo". Nei secoli XVI e XVII, i riformatori protestanti ribadivano queste affermazioni. Ma nella seconda metà del XIX secolo con la diffusione delle idee evolutive e l'ascesa dell’ alta critica negli studi biblici hanno portato alcuni teologi a mettere in discussione il concetto storico di ispirazione verbale. Sono stati fatti, così diversi tentativi per modificare il concetto o di sostituirla con nuove interpretazioni.
Ma noi siamo d’accordo con quanto dice Gregorio Nazianzeno: “Le più piccole linee della Scrittura sono dovute alla cura minuziosa dello Spirito Santo. Dobbiamo quindi prestare attenzione alle più piccole sfumature di significato”.  
Noi siamo chiamati a fare attenzione a ciò che è scritto  nella Bibbia perché lo Spirito di Dio ne è l’autore!
Ma che cosa è l’ispirazione e come si è verificata? Che cosa significa che la Bibbia, (quindi anche l'Antico Testamento), è ispirata? Come si è verificata l’ispirazione? Come influisce l’ispirazione sull’interpretazione?

Introduzione al Pentateuco.


Introduzione al Pentateuco.
Molte persone hanno familiarità con le storie classiche di Abramo, di Mosè, del  popolo d’Israele che attraversa il Mar Rosso, dei Dieci Comandamenti, ecc. Ma da dove vengono queste storie e perché sono importanti? Perché sono state scritte? In questo studio vediamo i libri dove sono inseriti queste storie, questi libri vengono chiamati Pentateuco. 
Significato del Pentateuco.
Il termine "Pentateuco" si riferisce ai primi cinque libri della Bibbia (la parola viene dal greco “pentateuchos,” “pente” che significa cinque e da “teuchos”, che indicava l’astuccio o la custodia dove veniva messo un volume, un papiro arrotolato, ma in seguito venne a significare la pergamena stessa. Invece la parola ebraica “Torah” anche se viene tradotta con “legge”, significa molto di più, significa insegnamento, istruzione, dottrina. Si tratta  dell’insegnamento intorno alla volontà di Dio, che si rivela al Suo popolo per mezzo di atti e comandamenti. Questi cinque libri stabiliscono i fondamenti storici e teologici per il resto della Bibbia, e inoltre ci insegnano a vivere fedelmente la fede in Yahweh. L'evidenza Biblica ci fa capire che Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio fanno parte di un'unica unità letteraria, possiamo dire che è un libro in cinque volumi.

La Rivelazione dell’Antico Testamento


La Rivelazione dell’Antico Testamento
L’uomo si è sempre posto delle domande su Dio, sulla morte, sulla propria esistenza, dove possiamo trovare le risposte a queste domande esistenziali? Come possiamo conoscere Dio? Una cosa è certa: era necessario che Dio si rivelasse a noi per avere le risposte alle domande che tutti ci siamo posti o ci poniamo sulla vita, l’aldilà,ecc.
Parlando dell’introduzione generale dell’Antico Testamento è importante parlare anche della dottrina della rivelazione e dell’ispirazione.
La Bibbia è un libro unico. Da un lato si tratta di un pezzo eccezionale di letteratura umana, ma dall'altro ha anche un origine divina. I termini teologici chiave, appunto, di questa unicità sono rivelazione e ispirazione. Rivelazione si riferisce alla divina manifestazione della verità nelle Scritture, riguarda l'origine e la donazione della Verità (1 Corinzi 2:10). Invece ispirazione si riferisce alla prima ricezione umana di quella verità sollecitate dallo Spirito di Dio. Riguarda la ricezione e la registrazione della Verità (2 Pietro 1:20-21).
Dio ha rivelato la verità agli uomini, gli uomini l’hanno ricevuta e registrata. Dio non solo ha illuminato i cuori e le menti dei suoi profeti e apostoli, ma li ha anche ispirati per scrivere i pensieri, le parole e le promesse che voleva rivelare e conservate per sempre. 
La raccolta degli scritti sacri costituisce un insieme straordinariamente armonico e unitario attraverso il quale Dio rivela i suoi pensieri e le finalità verso l'umanità. Per questo scritto i profeti ( e gli apostoli poi) erano indotti non solo a raccontare alcuni avvenimenti storici, ma anche ciò che Dio ha rivelato loro con una comunicazione speciale. Rivelazione e ispirazione sono compagni necessarie in Dio per rivelare se stesso e la sua volontà.
L'ispirazione è il mezzo che Dio utilizzò per realizzare la Sua rivelazione nella Bibbia. Ispirazione coinvolge l'uomo in senso attivo, mentre la rivelazione è unicamente l'attività di Dio nell’uomo. L’ispirazione è un processo che comprende il profeta e il prodotto della sua “penna” sotto la guida dello Spirito Santo.

L’Autorità dell’Antico Testamento


L’Autorità dell’Antico Testamento
 Il Significato di autorità
“Ogni autorità definitiva è fondata su Dio. Come creatore e sostenitore dell’universo Egli ha potere assoluto su tutti gli esseri creati ed un’autorità che abbraccia ogni cosa nel cielo e sulla terra. Questa autorità finale e suprema gli conferisce la prerogativa illimitata di comandare ed esigere obbedienza,di possedere in maniera  incondizionata e di governare assolutamente tutte le cose in ogni momento in tutti i  luoghi dell’universo” J.Norval Geldenhuys.  
Per autorità allora si intende il potere assoluto che ha Dio su tutta la creazione nel fare ciò che vuole, nel governare su tutte le cose e nell’ esigere obbedienza dalle Sue creature. Se c’ è un essere superiore che ci ha creato, ha tutto il diritto di determinare cosa credere e come vivere. Dio è fonte di autorità, l’universo intero è sottomesso a Dio, il Creatore è Re in eterno (Salmi 10:16; 1 Timoteo 1:17). Dio poteva esercitare  la Sua autorità direttamente, farsi vedere, ma ha voluto esercitare l’autorità attraverso la Bibbia, di cui l’Antico Testamento ne fa parte.

Introduzione all'Antico Testamento.


Introduzione all'Antico Testamento.
Di tutta la letteratura che è stata tramandata dalle antiche civiltà del mondo, nessuna è tanto convincente quanto la Bibbia. Qualunque altra cosa può essere detto, la Bibbia ebraica o Antico Testamento, è ricca di fascino. Le sue pagine contengono i tesori letterari di tutta una nazione, dell'antico popolo di Israele, la sua storia abbraccia il periodo di formazione della civiltà del mondo come lo conosciamo oggi, a partire dall'età della pietra e finisce nel mondo dell’impero romano. Diciamolo chiaramente, per chi lo conosce, l’Antico Testamento non è un libro noioso, la sua combinazione unica di storie epiche, riflessioni filosofiche, di poesie, di profezie,ecc è tessuta insieme con tutti gli elementi di avventura, emozione e suspense che ci si aspetterebbe di trovare in un thriller di Hollywood per dirla con lo studioso John Drane. Infatti, le sue storie tradizionali sono diventate esse stesse la materia prima per molti film su grande scala, ma soprattutto allo stesso tempo ha influenzato e continua a influenzare milioni di persone in tutto il mondo che ancora oggi lo legge regolarmente.  Anche un rapido sguardo tra le sue pagine dimostra ben presto che l'Antico Testamento è, ovviamente, non solo un unico libro. In realtà, è un'intera biblioteca di libri, ed è la grande diversità del suo contenuto che contribuisce in parte a spiegare il suo fascino perenne. Ma perché è importante studiare l’Antico Testamento? 

Gli eventi descritti nell’Antico Testamento


Gli eventi descritti nell’Antico Testamento
Nei primi capitoli della Bibbia vediamo il racconto della creazione, che mostra la relazione fra Dio il creatore e la creatura. Dio è il Creatore e il Signore di tutto!  Ma gli eventi descritti nell’Antico Testamento riguardano la storia di Dio con il popolo di Israele e di conseguenza in rapporto con coloro che venivano a contatto con Israele.
Ma va ricordato che: “La storia d’Israele non costituisce un interesse puramente accademico: essa è di importanza vitale perché Dio scelse di rivelarsi nelle concrete esperienze di un popolo. Egli si dimostrò un Dio d’azione che agiva nella storia in modo che si adempissero gli scopi che Egli aveva nello scegliere Israele”
L’Antico Testamento racconta gli eventi legati alla storia del popolo di Dio, ma questa, dunque, non è solo un interesse intellettuale, ma è importante per capire chi è Dio e quali sono i suoi disegni, infatti questa storia parla della storia di Dio che stabilisce, sceglie e si rivela ad un popolo per realizzare i Suoi progetti. Così la storia dell’Antico Testamento, del popolo di Israele in definitiva è più di una semplice storia …è la storia di Dio!

Una preghiera per la crescita spirituale.

Efesini 3:14-17: Una preghiera per la crescita spirituale.
A volte si sentono preghiere bizzarre, una di queste è di un vecchio diacono. Quest'uomo era solito pregare ogni mercoledì sera alla riunione di preghiera, la stessa preghiera: “Signore togli tutte le mie ragnatele dalla mia vita”. Ovviamente le ragnatele erano tutte quelle cose che non avrebbero dovuto esserci, ma che si erano accumulate durante la settimana. Ogni mercoledì era la stessa preghiera e chi partecipava cominciava a stancarsi.
Un mercoledì il diacono fece la stessa preghiera: “Signore togli tutte le mie ragnatele”.
Quando finì di pregare, un altro fratello,forse stanco di sentire sempre la stessa preghiera, si alzò e pregò ad alta voce dicendo: “Signore, Signore non farlo! Uccidi il ragno!”
Se vogliamo risolvere i nostri problemi dobbiamo andare alle cause. Se vogliamo crescere spiritualmente dobbiamo pregare specificatamente per questo.
Paolo al v.14, riprende il discorso che ha lasciato al v. 1, “per questo motivo”  e si riferisce a quanto detto dai versetti precedenti di Efesini 2:19-22, e cioè: Giudei e Gentili fanno parte di un unico corpo, unica famiglia, unico tempio di cui Paolo, come vediamo in Efesini 3:1-13, è stato chiamato a essere ministro per spiegare questo mistero.
Paolo aveva avuto questa chiamata da parte di Dio, e il suo senso di responsabilità lo spinge ora a pregare per la chiesa.
In senso metaforico Paolo, dice: “piego le ginocchia davanti al Padre”, questo è un segno di umiliazione, sottomissione, riverenza, omaggio, solennità e dipendenza come facevano i sudditi davanti ai re (1 Re 8:54; Daniele 6:10-11; Luca 22:41; Atti 7:60; 9:40; 20:36; 21:5; Isaia 45:23).
Questo è un atteggiamento importante che dobbiamo avere in preghiera.
Paolo si piega davanti al “Padre”, termine che nel mondo antico non era solo un termine d’intimità e affetto, ma anche di autorità.
Un padre non solo cercava il meglio per la sua famiglia perché l’amava, ma anche governava la propria famiglia.

Luca 18:9-14: La parabola del fariseo e del pubblicano.


Luca 18:9-14: La parabola del fariseo e del pubblicano.
Dal modo di pregare possiamo vedere che tipo di rapporto abbiamo con Dio! Luke Timothy Johnson scrive: “La preghiera non è un esercizio di pietà facoltativo, eseguito per dimostrare il rapporto che uno intrattiene con Dio. È essa stessa il rapporto con Dio. Il modo in cui  uno prega pertanto rivela lo stato di tale rapporto”.
Quindi il tuo modo di pregare rivela il tipo di rapporto che hai con Dio! In questi versetti vediamo il tipo di rapporto di due uomini che hanno con Dio attraverso la loro preghiera! L’enfasi della preghiera è il modo di porsi davanti a Dio, quindi deve essere fatto con l’umiltà e Dio ci approverà.
Noi in questa parabola vediamo che Dio approva la preghiera fatta con umiltà e non quella fatta con orgoglio, vale a dire colui, che vuole essere ascoltato per i propri meriti, colui che confida nelle proprie opere !
Il brano quindi è polemico contro l’arroganza, l’orgoglio e incoraggia l’umiltà. Vediamo la motivazione e lo scopo della parabola: “ Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri” (v.9).

Matteo 11:16-19: I fanciulli sulla piazza di mercato.

Matteo 11:16-19: I fanciulli sulla piazza di mercato. 
Un commerciante di auto in una cittadina della Norvegia del nord vicino al circolo polare artico, ha perso l’occasione di vendere sedici auto. Un giovane uomo con un maglione blu, tuta e stivali di gomma, entrò nella sua concessionaria e chiese al rivenditore: “Avete delle auto a portata di mano?” “Certo che li abbiamo” rispose il venditore. “Voglio sedici auto, se mi piace il modello!”. “Non ho tempo per gli scherzi” rispose il venditore, cacciandolo fuori. L'uomo esce e va sul lato opposto della strada, dove c’era un altro rivenditore di auto con una marca diversa. Chiede la stessa cosa e stavolta è preso seriamente e quindi compra le sedici auto. Chi era questo uomo? Era un uomo che per conto di un peschereccio di sedici membri, visto, che la stagione delle aringhe era andata bene, decisero tutti, insieme di comprare le  auto per avere il massimo sconto. 
Lo scetticismo del primo rivenditore gli è costato di non vendere sedici automobili in un giorno! Ci sono stati, ci sono e ci saranno molti scettici, che rifiutano di affermare o negare Dio e la verità.
All’epoca di Gesù la stragrande maggioranza delle persone religiose, i Farisei erano molto scettici nei riguardi di Giovanni Battista e di Gesù. 
Gesù narra questa parabola durante il ministero in Galilea, l’occasione della parabola è che Giovanni Battista essendo in prigione perché imprigionato da Erode Antipa (Matteo 11:2), manda i  suoi discepoli a chiedere a Gesù se Lui fosse il Messia promesso o se c’è ancora da aspettare un altro. Gesù, dice di riferire a Giovanni che i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono; questo è secondo la profezia messianica di Isaia 35:5-6 che Gesù ha realizzato, dimostrando così che è il Messia. 
Da qui, poi, Gesù da una serie di commenti di elogio riguardo Giovanni Battista (Matteo 11:2-15, rivolgendosi alla folla (v.7).

Quale relazione c’è tra l’Antico e il Nuovo Testamento? Perché entrambi sono importanti?


Quale relazione c’è tra l’Antico e il Nuovo Testamento? Perché entrambi sono importanti? 
La Bibbia è un tutt’uno formato dall’Antico e dal Nuovo Testamento, entrambi sono necessari per avere una giusta relazione con Dio. 

La Funzione dell’Antico Testamento. 
1. In primo luogo vediamo che l’Antico Testamento è il terreno su cui nasce il Nuovo Testamento. 
Sia Gesù che gli apostoli facevano sempre riferimento all’Antico Testamento riconoscendone l’ispirazione e quindi l’autorità divina Matt.5:17; Giovanni 10:35, 2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:19-21, ecc. Gli scrittori del Nuovo Testamento sono consapevoli della loro continuità con l’Antico Testamento. 

2. In secondo luogo l’Antico Testamento ci fa capire il Nuovo. 
La Bibbia è una rivelazione progressiva. Se si tralascia l’Antico Testamento avremo difficoltà a comprendere il Nuovo. Il Nuovo Testamento può essere compreso osservando gli eventi, i personaggi, le leggi, il sistema sacrificale, i patti e le promesse dell’Antico Testamento. 
Senza l’Antico Testamento, non capiremmo le usanze dei Giudei, che sono menzionate nel Nuovo Testamento. Senza l’Antico Testamento verrebbe a mancare la conoscenza di numerose profezie dettagliate, che potevano adempiersi soltanto se la Bibbia fosse stata Parola di Dio e non dell’uomo.  Ancora l’Antico Testamento contiene anche numerose lezioni biografiche da apprendere attraverso le vite dei suoi fallibili personaggi. Osservando le loro vite possiamo imparare e disimparare dai  loro  esempi  positivi  e  dai  loro  esempi  negativi.

Perché i cristiani non sono sempre d'accordo su ciò che dice la Bibbia?


Perché i cristiani non sono sempre d'accordo su ciò che dice la Bibbia? 
Alcuni dicono riferendosi allo Spirito Santo: “Ma come non avete tutti lo Spirito di verità, come mai ci sono diverse denominazioni, con varie interpretazioni?” Per quanto riguarda le denominazioni secondo Josh MacDowell e Don Stewrat: “Gran parte di esse non sono nate a causa di interpretazioni divergenti sui principali insegnamenti della Bibbia, ma derivano da particolari avvenimenti storici(quali guerre di persecuzione, rifiuto di asservimento a qualche autorità religiosa sia essa il papa o il patriarca,ecc) e da una varietà di fattori culturali, etnici e sociali”. 
Per quanto riguarda le interpretazioni diverse possiamo dire che ci possono essere diverse cause.

Perché è importante credere nell’inerranza della Bibbia?



Perché è importante credere nell’ inerranza della Bibbia?
Attacchi contro l' inerranza della Bibbia non sono nuovi e sembrano essere in qualche modo ciclici. Prima di dire perché è importante credere nell’inerranza della Bibbia è importante sapere che cosa si intende per inerranza: la definizione e quindi il significato.

Definizione di inerranza.
“ La definizione di ispirazione verbale e completa, comporta che nel redigere i manoscritti originali, gli autori sacri sono stati guidati in modo da trasmettere perfettamente e senza errore il messaggio che Dio desiderava comunicare all’uomo” Renè Pache.
“ La nostra piena convinzione e la nostra certezza della sua infallibile verità procedono dall’opera interiore dello Spirito Santo..l’Antico Testamento in Ebraico, il Nuovo Testamento in greco…sono stati ispirati da Dio e per mezzo della sua cura particolare e provvidenza, preservati attraverso tutti i secoli e sono di conseguenza autentici”  Confessione di Westminister.

Perché Dio ci ha dato quattro Vangeli?


Perché Dio ci ha dato quattro Vangeli?
Un uomo portò il figlio di due anni in uno studio  fotografico per fare un ritratto, ma fin dall’inizio ebbero difficoltà a farlo star fermo.   In un tempo breve quel bambino passò per diversi stati d’animo: nella prima foto era abbastanza sereno, nella seconda foto rideva divertito, nella terza era imbronciato, nella quarta foto era decisamente arrabbiato fino a piangere… ne aveva abbastanza di macchina fotografica e flash! Quelle quattro foto hanno descritto quattro aspetti della personalità di quel bambino. Così ciascuno dei quattro Vangeli, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, presentano un ritratto unico di Gesù Cristo. 
Ognuno offre una caratteristica diversa di Gesù. Possiamo dire che Matteo presenta Gesù come il Messia ebreo, scrisse il proprio Vangelo rivolgendosi a un pubblico di Ebrei con lo scopo di presentare il compimento delle speranze dell'Antico Testamento. 
L’enfasi di Matteo è sul fatto che Gesù è il Re promesso, il “Figlio di Davide”, che siederà per sempre sul trono d’Israele (Matteo 9:27; 21:9). 
Marco presenta Gesù come il Figlio di Dio sofferente o come il servo sofferente, che si offre in sacrificio per i peccati (Marco 10:45). Marco si rivolge a un pubblico di origine pagana. Luca presenta Gesù il Salvatore del mondo o come il Figliol dell’uomo, che porta la salvezza a tutte le nazioni (Luca 2:11; 19:10). 
Luca è stato riconosciuto come uno storico accurato, come storico, egli afferma che il suo intento è scrivere un resoconto accurato della vita di Cristo, basato sui racconti di coloro che ne furono testimoni oculari (Luca 1:1-4). Luca scrisse il suo Vangelo tenendo in mente Teofilo, che era un Gentile (non ebreo) di una discreta cultura e mirava anche a un pubblico di Gentili. Il suo scopo era mostrare che la fede Cristiana era basata su fatti storici affidabili ed eventi verificabili. Luca fa spesso riferimento a Cristo, come il Figlio dell’uomo, enfatizzando la Sua umanità, e condividendo molti dettagli che non sono presenti nei resoconti degli altri Vangeli. 
Giovanni, presenta Gesù come il Figlio eterno di Dio, l'auto-rivelazione di Dio Padre, la Parola di Dio creatrice (Giovanni 1:1-3).  
Inoltre  non solo i Vangeli presentano i ritratti di Gesù, ma le loro presentazioni sono uniche; Marco è il più drammatico dei quattro evangelisti.
Matteo è il più strutturato con cinque sezioni attentamente ordinati. 
Luca è il più tematico, presentando temi come l'amore di Dio per i perduti, il ruolo dello Spirito, e il ruolo di Gerusalemme nel disegno di Dio.
Giovanni è il più teologico dei quattro con dichiarazioni più esplicite riguardo l’identità divina di Gesù, il significato della fede e lo scopo del suo Vangelo (Giovanni 20:30-31). 
Bisogna osservare ancora che i Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono considerati “Vangeli sinottici” a motivo degli stili e dei contenuti simili, ma anche perché danno una sintesi della vita di Cristo. Invece la narrazione del Vangelo di Giovanni inizia con la descrizione delle caratteristiche del Figlio di Dio prima che diventasse uomo, anziché con il racconto della nascita di Gesù o del Suo ministero terreno come gli altri Vangeli (Giovanni 1:1-18). 
In conclusione, in base ai loro destinatari e ai bisogni dei loro destinatari i quattro evangelisti hanno presentato Gesù con aspetti diversi e scritto con scopi diversi, ma presentando sempre la verità riguardo a Gesù in modo accurato. Possiamo perciò affermare che i quattro  ritratti non sono contraddittori, ma complementari. I quattro Vangeli ci danno una più profonda comprensione  della natura e dell’opera di Gesù.

Bibliografia.
Strauss, M. L. (2007). Four portraits, one Jesus: A Survey of Jesus and the Gospels. Grand Rapids, MI: Zondervan.

http://www.gotquestions.org 

La Bibbia è stata corrotta, alterata o revisionata? Ci possiamo fidare dei documenti Biblici?


La Bibbia è stata corrotta, alterata o revisionata? Ci possiamo fidare dei documenti Biblici?
Molti critici accusano i copisti di aver alterato il testo biblico per eccessivo zelo, con il risultato che la Bibbia oggi è lontana dalla sua forma originale. Ma l’accusa che la Bibbia sia stata manomessa nella trascrizione è contraddetta da molte prove. Certo la domanda è legittima, noi non abbiamo i documenti originali, ma solo documenti copiati dagli originali. I libri originali furono scritti a mano, prima dell’invenzione della stampa e con materiale deperibile, perciò non c’erano altro che manoscritti copiati a mano, quindi è normale che ci poniamo la domanda se oggi la Bibbia che abbiamo è affidabile come Parola di Dio. Tuttavia qualunque studioso obiettivo concorderà che la Bibbia è stata, preservata attraverso i secoli in maniera notevole.

L’Antico Testamento
I 39 libri dell'Antico Testamento che abbiamo sono gli stessi libri accettati come divinamente ispirati dagli ebrei al tempo di Gesù. Gli scritti di Giuseppe Flavio, lo storico ebreo, varie dichiarazioni nel Talmud, e numerosi riferimenti nel Nuovo Testamento e quindi di Gesù, tutti concordavano che questi libri, e solo questi, erano  riconosciuti come ispirati da Dio. Allo stesso modo questi libri furono  accettati e utilizzati dai primi cristiani come Parola di Dio autentica!
Se o non erano corretti questi libri, può essere oggetto di ulteriore discussione, ma almeno vi era la convinzione condivisa sia dai primi cristiani e anche dai loro avversari ebrei e quindi anche da Gesù, che l’Antico Testamento era per come lo abbiamo noi oggi Parola di Dio! 
Le copie esistenti del principale testo antico ebraico, è il masoretico che risale, solo al decimo secolo d.C.  Poi troviamo altre due versioni, che rafforzano la fiducia dei critici testuali e anche la nostra, sul fatto che la Bibbia che abbiamo è conforme al testo originale. 
L’Antico Testamento ebraico del decimo secolo d.C.(Masoretico) perciò,  confrontato con la traduzione greca chiamata la Settuaginta o LXX, tradotta da settanta rabbini ad Alessandria di Egitto dimostra di essere attendibile. Questo testo è stato scritto approssimativamente dal 200 a.C. al 150 a.C.; i manoscritti più vecchi ancora esistenti risalgono indicativamente al 325 d.C. C’è un consistenza meravigliosa fra i due, che attesta l’esattezza del processo di copiatura dei testi ebraici durante i secoli. Poi abbiamo i famosi Rotoli del Mar Morto dal 1947 al 1956, manoscritti datati dal periodo 200-100 a.C., quindi più antichi del masoretico, sono molto importanti perché confermano che i documenti riguardo l’Antico Testamento, sono affidabili. Quando furono scoperti i rotoli del mar Morto, gli studiosi furono molto sorpresi nel vedere quante similarità c’erano con le altre copie antiche dell’Antico Testamento, anche se i rotoli del Mar Morto erano centinaia di anni più vecchi di qualsiasi altra cosa scoperta. Questi manoscritti sono più vecchi di quello masoretico e non lo contraddicono! Anche se ci sono piccoli varianti nessuna di queste cambia il significato di un brano o è abbastanza significativo per modificare qualsiasi dottrina o evento registrato nell’Antico Testamento. In quasi tutti i casi, le variazioni sono banali. 
Millar Burrows afferma: “Il fatto che in un periodo di mille anni il testo abbia subito così poca alterazione ha dell’incredibile. Come ho affermato nel mio primo articolo sul rotolo, la sua principale importanza sta nel fatto che esso è una prova della fedeltà della tradizione masoretica”. 
Inoltre, vi sono numerosi testi antichi con ampie citazioni  dall’Antico Testamento il Talmud, gli scritti di Giuseppe Flavio e Filone, ecc., oltre a numerose citazioni dell'Antico Testamento nel Nuovo Testamento, tutti uniti nel dimostrare che il testo dell'Antico Testamento è sempre stato essenzialmente come l'abbiamo oggi, perciò non è stato alterato!
Gli scribi che hanno copiato i manoscritti sono noti per la loro dedizione e meticolosità per assicurare una precisa copiatura. E’ significativo che altri scritti antichi comparabili all’Antico Testamento non sono stati così accuratamente trasmessi o non hanno una base di tale abbondanza di prove testuali. Se possiamo fare affidamento sulla trasmissione accurata di qualsiasi documento antico, il documento più credibile è l'Antico Testamento! Sebbene l’Antico Testamento non abbia la stessa quantità di manoscritti del Nuovo, il numero dei manoscritti esistenti rilevante. Anche alcuni scettici della Bibbia ammettono che la Bibbia è stata trasmessa attraverso i secoli, molto più accuratamente di qualsiasi altro documento antico! Non esiste assolutamente alcuna evidenza che la Bibbia sia stata alterata, revisionata, o manomessa in una maniera sistematica.

Il Nuovo Testamento.
I risultati per il Nuovo Testamento sono ancora più decisivi perché una quantità maggiore di  materiale è disponibile per lo studio; ci sono più di 5000 manoscritti in lingua greca del Nuovo   Testamento (27 libri) che vanno dall'intero Testamento a frammenti di papiri che contengono una parte di un versetto. Alcuni frammenti esistenti risalgono al periodo da 25 a 50 anni dopo il testo scritto.
Gli studiosi del Nuovo Testamento hanno concluso che:
1.Il 99,99% del testo originale è stato ritrovato, e 2. nell'altro centesimo di una percentuale non ci sono varianti che influenzano in modo sostanziale qualsiasi dottrina cristiana!
Possiamo affermare che l’attendibilità dei manoscritti del Nuovo Testamento è supportata dall’esame bibliografico.

Esame Bibliografico del Nuovo Testamento.
L’apologeta cristiano Josh McDowell a riguardo dice: “ L’analisi  bibliografica è una verifica del modo in cui i documenti giungono fino a noi. In altre  parole, dato che noi non abbiamo i documenti originali, quanto sono affidabili le copie che abbiamo rispetto al numero di manoscritti  e all’intervallo di tempo intercorso fra le copie originali e quelle tuttora esistenti?” 
Il numero dei manoscritti che abbiamo a disposizione e la loro vicinanza agli originali dimostrano che sono affidabili.
Attualmente si conoscono circa 25.000 frammenti di manoscritti del Nuovo Testamento in greco e in altre lingue, questo è molto importante perché nessun altro documento dell’antichità si avvicina lontanamente a tali cifre! Per esempio l’Iliade di Omero è seconda con 343 manoscritti. Questo perché i libri del Nuovo Testamento nell’antichità erano i più frequentemente copiati e diffusi. Possiamo essere fiduciosi che il Nuovo Testamento che abbiamo oggi è degno di fede!
John Warwick Montgomery (professore di legge) afferma che: “ essere scettici sul testo risultante il Nuovo Testamento significa scivolare nell’oscurità, dato che nessun documento del periodo antico è tanto attestato bibliograficamente quanto il Nuovo Testamento” 
W.F. Albright (archeologo e studioso)parlando della documentazione unica del Nuovo Testamento afferma: “Nessun altra opera dell’antichità greco-romana è così bene attestata da una tradizione di manoscritti antichi del Nuovo Testamento. Ci sono molti più manoscritti antichi del Nuovo Testamento che di qualunque altra opera di altri autori classici, e le parti più lunghe che ne restano risalgono a solo due secoli dopo la loro composizione originaria.” 
Ma i manoscritti del Nuovo Testamento non solo sono affidabili per il loro numero maggiore rispetto agli altri testi antichi, ma anche perché le copie risalgono al massimo a due secoli dopo.
Sir Frederic G. Kenyon direttore e principale bibliotecario del British Museum a riguardo afferma:
“A parte il numero, i manoscritti del Nuovo Testamento differiscono da quelli degli autori classici…In nessun altro caso l’intervallo di tempo fra la composizione del libro e la data dei più  antichi manoscritti esistenti è così breve come nel caso del Nuovo Testamento.  I libri del Nuovo Testamento furono scritti sul finire del primo secolo; i più antichi manoscritti esistenti(ad eccezione di brani trascurabili…) risalgono al IV secolo, diciamo dai 250 ai 300 anni più tardi. Questo potrebbe sembrare un intervallo di tempo considerevole, ma non è nulla in confronto a quello che separa molti dei grandi autori classici dai loro primissimi manoscritti. Crediamo di avere in tutte le sue parti essenziali un testo accurato delle sette opere teatrali di Sofocle; tuttavia, il primissimo manoscritto sostanziale sul quale si basa fu scritto più di 1400 anni dopo la morte del poeta.” 
Se si accettano come affidabili le opere antiche,  se nessuno mette in dubbio  la loro autenticità, sebbene i più antichi manoscritti sono stati composti molto tempo dopo gli originali e il numero esistente è molto esiguo, a maggior ragione lo sono i documenti del Nuovo Testamento!! Nessuna opera letteraria antica, né religiosa può reggere il confronto con le credenziali della Bibbia!!!
Riepilogando i documenti che abbiamo riguardo la Bibbia sono più che affidabili perché sono autentici, questo è provato dai molti manoscritti che sono molto simili tra di loro e inoltre sono vicini nel tempo ai manoscritti che risalgono infatti,  poco tempo dopo gli originali.

Altre prove.
Alla prova bibliografia delle copie dei 5400 circa manoscritti in lingua greca, si aggiungono le prove di almeno 15000 versioni tradotte in altre lingue e le prove fornite dagli scritti dei primi cristiani, i padri della chiesa primitiva (commentari, lettere,sermoni). Gli studiosi concordano sul fatto che se tutti i manoscritti del Nuovo Testamento fossero stati persi, sarebbe stato possibile ricostruire il tutto dalle citazioni di questi scritti e di altri primi cristiani!!
In riferimento a  questo  J. Harold Greenlee afferma: “ Queste citazioni sono così estese che il Nuovo Testamento potrebbe praticamente essere ricostruito da essi, senza l’uso dei manoscritti”. 
Della stessa opinione è lo studioso Bruce Metzger : “Oltre alle testimonianze testuali derivanti dai manoscritti greci del Nuovo Testamento e da versioni antecedenti, la critica testuale ha a disposizione le numerose citazioni comprese nei commentari, sermoni, ed altri trattati scritti dai primi Padri della chiesa. In effetti, queste citazioni sono così articolate che se tutte le altre fonti da cui attingiamo nozioni riguardo al Nuovo testamento fossero distrutte, esse basterebbero per risalire all’intero testo”. 

Conclusione.
Tutte queste prove rafforzano l’autenticità della Bibbia! Il numero di tutti i manoscritti fornisce un potente mezzo di controllo ed è importante anche per rintracciare l'origine delle varianti e quindi di verificare il testo vicino all’originale. Inoltre, le discrepanze, causate da una copiatura negligente o da alterazioni deliberate, sono nella quasi totalità dei casi, molto banali, che non sono di fatto importanti e non alterano la dottrina  o in maniera significativa il senso del brano.
Possiamo perciò affermare con F.Kenyon: “ Il cristiano può prendere in mano la Bibbia e affermare senza esitazione di possedere la vera  Parola di Dio, trasmessa, senza alcuna perdita essenziale di generazione in generazione e di secolo in secolo”. 

Bibliografia.
Henry M. Morris with Henry M. Morris III, Many Infallible Proofs: Evidences for the Christian Faith, 1974, 1996 by Henry M. Morris. Database 2009 WORDsearch Corp. 

John Blanchard, Perché Credere Alla Bibbia, ed. Passaggio, Virgilio Mantova, 2005.

Josh McDowell e Don Stewart, Risposte alle domande spinose degli atei, Edizioni centro Biblico, Casoria NA,1993. 

Josh McDowell, Nuove Evidenze che richiedono un verdetto,  Lago Patria NA, 2005.

Paul E. Little, Perché Credere?, Edizione Casa Biblica, Vicenza, 1981.

Renè Pache, L’Ispirazione e l’autorità della Bibbia, Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Roma, 1978.

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La Bibbia è autorevole quando si tratta dei fatti della storia e della scienza, o solo in materia di religione?


La Bibbia è autorevole quando si tratta dei fatti della storia e della scienza, o solo in materia di religione?
C’è chi pensa che la Bibbia sia piena di errori perché è stata scritta da uomini fallibili. Secondo questo pensiero, la Bibbia può avere autorità e importanza solo per quanto riguarda l’esperienza religiosa con il Signore, ma riguardo la storia e le questioni di scienza, la Bibbia non va presa sul serio. In altre parole, secondo questa teoria le parti della Bibbia che fanno riferimento a questioni di fede e pratica sono ispirati da Dio, mentre le questioni che si riferiscono alla storia, alla scienza, alla cronologia, o ad altre questioni che non appartengono alla fede, possono essere errate. 

1. Riguardo la storia, se dubitiamo dei racconti storici della Bibbia, dobbiamo mettere da parte avvenimenti importanti per la salvezza dell’uomo. 
Come per esempio Adamo è cruciale per l'argomento di Paolo in Romani 5:12-21. Quindi se, come abbiamo visto con un’altra domanda, la Bibbia non è affidabile riguardo la storia e la scienza, se noi non ci possiamo fidare in questo senso, come faremo a fidarci di altre questioni come la salvezza, la vita spirituale,ecc?

La Bibbia è ancora attuale oggi?

La Bibbia è ancora attuale oggi?
La Bibbia oggi è attuale perché è la Parola di Dio e come tale non passerà mai come dice Gesù:  "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Matteo 24:35). Ancora Salmi 119:89:  "Per sempre, SIGNORE, la tua parola è stabile nei cieli". Infine 1 Pietro 1:24-25: "Infatti, 'ogni carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba. L'erba diventa secca e il fiore cade;  ma la parola del Signore rimane in eterno'. E questa è la parola che vi è stata annunziata".
Secondo questi versetti la Bibbia è attuale e non passa mai di moda, è importante per l’uomo e il mondo moderno. La Bibbia è l’unica fonte obiettiva della rivelazione che Dio ci ha dato su Sé stesso e sul Suo piano per l’umanità. 
La Bibbia fa conoscere Dio e il Suo piano di salvezza per l’uomo che è peccatore separato da Dio a causa dei propri peccati e ci fa conoscere anche la soluzione che Dio ha provveduto per restaurare la pace con Lui attraverso il sacrificio di Suo Figlio, Gesù Cristo, sulla croce. La Parola di Dio non passerà mai di moda, né verrà soppiantata o migliorata. Cambiano le culture, cambiano le leggi, le generazioni vanno e vengono, ma la Parola di Dio è attuale oggi così come lo era quando fu scritta per la prima volta. La Bibbia contiene molte informazioni accurate e attuali. 
Non tutta la Bibbia si applica necessariamente ed esplicitamente a noi oggi, ma tutte la Bibbia contiene la verità che noi possiamo e dovremmo applicare alla nostra vita. 
La Bibbia è attuale perché risponde alle domande esistenziali (Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Cosa ci sarà dopo  la morte?), dice tanto sullo stress, sulla depressione, sul matrimonio, sul divorzio, ci dice molto sulla famiglia stabile, sul giusto modo di vivere il sesso, sulle responsabilità dei dipendenti, sulla giustizia sociale, sull’integrità negli affari, sulla gestione delle finanze personali. Ci dice molto sull’ emozioni dannose come l’ansia, la paura, il dubbio, la colpa, l’ira, e ancora sull’invidia, sulla gelosia. Inoltre la Bibbia è attuale perché condanna la superbia, l’arroganza, l’immoralità, l’oscenità, la disonestà, l’egoismo, peccati che sono di grande attualità.
La Bibbia è attuale perché ci fornisce un quadro realistico dell’umanità, ci parla delle debolezze, dei fallimenti e delle azioni esemplari degli uomini, ed ancora tratta questioni come la violenza, la guerra e i disastri naturali. Ci aiuta a capire e stabilisce i principi legati alle questioni etiche di oggi come l’aborto, l’eutanasia, l’omosessualità, la clonazione, ecc.
La Bibbia parla di come gestire la povertà, la malattia, i traumi, ci indica la via per l’amore, per la fedeltà, per la pazienza, per la bontà, per la pace, per l’autocontrollo. Ci dice molto su come relazionare con Dio e il prossimo. Nessun libro è paragonabile alla Bibbia per la sua attualità ci parla di realtà terrene e metafisiche. La Bibbia non è né antica e né moderna è eterna! Non passerà mai di moda!

Bibliografia.
John Blanchard, Perché credere alla Bibbia?, Passaggio, Virgilio Mantova, 2005.

Werner Gitt, Interrogativi di sempre, Casa Biblica editrice, Vicenza, 1991.

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La Bibbia è piena di errori e contraddizioni ?


La Bibbia è piena di errori e contraddizioni ?
Alcuni affermano che la Bibbia è piena di errori e contraddizioni. Va riconosciuto che alcuni quesiti posti sono di difficile risoluzione. È vero che ci sono passi difficili, versetti che sembrano contraddirsi a vicenda, ma in realtà la Bibbia non è piena di errori e  contraddizioni, in realtà più che errori nella Bibbia troviamo difficoltà. Nessuna persona informata o ben preparata pretende di essere in grado di spiegare completamente tutte le difficoltà Bibbia. Ma ci sono risposte possibili e intellettualmente convincenti, in altri casi non ci sono risposte, ma questo non significhi che la Bibbia non dica la verità. 

Ma vediamo innanzitutto:
1) Una domanda senza risposte non equivale a un errore! 
Un errore è ciò che non corrisponde alla realtà. Gli errori non fanno parte della rivelazione di Dio, ma sono in interpretazioni errate dell'uomo. Alcune difficoltà nascono da una conoscenza inadeguata delle circostanze o da informazioni limitate e non implicano alcun errore. La persona scettica si sbaglia quando pensa che ciò che non è ancora stato spiegato non sarà mai spiegato chiudendo così definitivamente la sua opinione critica. È un errore pensare che non esiste assolutamente alcun modo di poter riconciliare i versetti o che non possano esserci altre possibili spiegazioni. Anche se adesso non è disponibile una risposta, ciò non significa che essa non esista! Molti che avevano trovato presunti errori nella Bibbia nel passato, in relazione alla storia o alla geografia, successivamente al rinvenimento di ulteriori prove archeologiche hanno scoperto che la Bibbia aveva ancora una volta ragione!

Perché dovremmo leggere e studiare la Bibbia?


Perché dovremmo leggere e studiare la Bibbia?
1) Il primo motivo è semplicemente perché è la Parola di Dio affidabile e autentica! (2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:20-21).
Dio vuole che noi la leggiamo e la studiamo (Giosuè 1:7-8; Salmi 1:1-6).
Dio come Creatore e Signore va ubbidito, perciò noi dobbiamo leggere e studiare la Bibbia perché questa è la Sua volontà. In questo modo lo conosceremo e conosceremo anche la Sua perfetta volontà su cosa credere e su come comportarci!

2) Il secondo motivo è perché la Bibbia ci indica la via della salvezza.
La Bibbia, benché sia formata da 66 libri, scritta da quaranta persone diverse, in un arco di tempo di 1500 anni, è essenzialmente un libro unitario. Infatti dall’inizio alla fine è possibile seguire un filo conduttore: il piano di salvezza realizzato nella persona di Gesù (Giov.1:29; 5:39, 46; 1 Tim.2:4-5; Ebr.10:10-14). 
Tutta la Bibbia è la narrazione graduale del piano di salvezza di Dio, possiamo dire che: nell’Antico Testamento la salvezza è preparata, nei Vangeli la salvezza è operata, negli Atti la salvezza è propagata, nell’Epistole la salvezza è spiegata, nell’Apocalisse la salvezza è compiuta.  La Bibbia ci dice dunque, come si va davvero in cielo (Giov. 14:6; Ef. 2:1-10; Is. 53:6; Rom.3:10-11; 5:8; 6:23; 10:9-13).
2 Timoteo 3:14-15: "Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle Sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza  mediante la fede in Cristo Gesù".

Con quali criteri e in che modo furono inclusi i manoscritti nella Bibbia?


Con quali criteri e in che modo furono inclusi i manoscritti nella Bibbia?
La chiesa ha soltanto riconosciuto i singoli libri perché in essi era presente l’autorità della Scrittura in quanto ispirata da Dio! 

Riguardo l’Antico Testamento.
I criteri della scelta dei libri dell’Antico Testamento (canone ebraico) nasce nel corso della vita e nella religione ebraica. Dio ha guidato il Suo popolo a riconoscere quei libri che erano già Parola di Dio, quindi il popolo li riconosceva canonici perché quei libri erano divini e di conseguenza autorevoli. 
Il termine "canone" viene impiegato per descrivere i libri che sono divinamente ispirati e che, pertanto, appartengono alla Bibbia. Un libro della Scrittura apparteneva al canone dal momento in cui Dio ne aveva ispirato la scrittura. Si trattava semplicemente del fatto che Dio convincesse i Suoi seguaci umani di quali libri includere nella Bibbia.

Come possiamo sapere che la Bibbia è la Parola di Dio vera con tante interpretazioni?


Come possiamo sapere che la Bibbia è la Parola di Dio vera con tante interpretazioni? 
Le tante e varie interpretazioni, a volte persino contraddittorie della Scrittura hanno poco o niente a che fare con la questione se è veramente ciò che dice di essere e cioè la Parola di Dio. La gente è delusa e afflitta per le diverse interpretazioni che ci sono riguardo i vari insegnamenti della Bibbia. Il nocciolo della questione o la base di tutto il discorso non è perché ci sono tante interpretazioni, ma se crediamo che la Bibbia è Parola di Dio, poi viene il resto, vale a dire che cosa insegna, che cosa vuol dire. 
Le sane interpretazioni provengono dall’applicare i sani principi dell’ermeneutica. Purtroppo molte persone sono turbate dal fatto che la Bibbia è stata interpretata in tanti modi e, di conseguenza, sono caduti in una visione relativista, che distrugge completamente il vero significato della Scrittura. Può essere estremamente difficile trovare la corretta interpretazione e sicuramente riguardo alcuni passi della Bibbia non ci sarà mai unanimità di interpretazione, ma ripeto quello che è importante è riconoscere che la Bibbia è la Parola di Dio e poi preoccuparsi di applicare i sani principi di interpretazione per comprenderla correttamente.
Quasi sempre il problema riguardo l’interpretazione sorge quando le persone adottano le proprie idee e i propri preconcetti come chiave di lettura del testo biblico, di cui si servono per affermare le proprie idee, così si fa dire alla Bibbia, quello che la Bibbia non dice, quindi la colpa non è della Bibbia, ma di coloro che la manipolano secondo i propri fini o pregiudizi!


Bibliografia

Josh MacDowell e Don Stewart, Risposte alle domande spinose degli atei, edizioni centro biblico,Casoria, Napoli, 1993.

R. C. Sproul, Now, That's a Good Question Now, WORDsearch Corp,2006.

Come possiamo interpretare la Bibbia correttamente?


Come possiamo interpretare la Bibbia correttamente? 
 L'interpretazione biblica è un compito di fondamentale importanza perché la Bibbia è la Parola di Dio scritta. Pertanto  è la comunicazione più significativa, più importante che noi esseri umani possiamo avere. La Bibbia è stata scritta per rivelazione di Dio, non è un libro di mistero, con un codice segreto! È  per tutti i tipi di uomini e donne, di tutti i tempi e luoghi, affinché potesse essere capita. Dio ha usato uomini ordinari provenienti da ambienti diversi (soldati, pastori, pescatori, medici, esattori delle tasse, così come re e sacerdoti) per scrivere diversi libri della Bibbia. E’ indicativo che le persone di tutte le provenienze, ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, vecchi e giovani, di ogni razza e nazionalità hanno letto e amato, creduto, e compreso la Bibbia, più che qualsiasi altro libro. 
Questo perché: “ La Bibbia afferma di non essere mai un libro sacro tra tanti, ma il libro sacro prima di tutto”. William H. Edwards

Che cosa è la Bibbia?


Che cosa è la Bibbia? 
La Bibbia non è semplicemente un libro, è il libro dei libri per l’importanza dei suoi soggetti, per la grandezza del suo rango, per la maestà del suo Autore. La Bibbia si trova in alto come il cielo al di sopra della terra.  La parola “Bibbia” deriva da una parola greca biblion che significa libro o rotolo. Il nome deriva dalla parola greca Byblos, che indicava la corteccia interna del papiro che cresceva nelle paludi o negli argini dei fiumi, soprattutto lungo il Nilo. Il materiale che si usava per scrivere, appunto era fatto dalla pianta del papiro. La forma plurale biblia, libri, quindi Bibbia, cominciò a essere usata dai cristiani di lingua latina per indicare tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Bibbia è composta da sessantasei libri. Sono inclusi libri contenenti leggi, come il Levitico e Deuteronomio; libri storici, come Esdra e Atti; libri poetici, come i Salmi e l’Ecclesiaste; libri di profezia, come Isaia e Apocalisse; biografie come Matteo e Giovanni; ed epistole (lettere formali) come Tito e Ebrei.

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