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Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Salvatore

2 Cronache 20:12: Dalla debolezza alla forza, come la preghiera di Giosafat può ispirarci

 2 Cronache 20:12: Dalla debolezza alla forza, come la preghiera di Giosafat può ispirarci “Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!” Questa è una parte della preghiera del re Giosafat di Giuda. La cosa vitale da fare quando ti senti sopraffatto da qualche problema, è cercare l'aiuto sempre pronto del Signore senza temere le brutte circostanze! (Salmo 46:1-3; 121) Come ci insegna Giosafat, in tempi difficili, ai confini della disperazione, la prima cosa da fare è cercare il soccorso divino in preghiera, non come ultima risorsa, ma come atto di fede e di riconoscimento della Sua sovranità da cui dipende la tua storia, la tua vita! In questo passaggio, il re Giosafat sta pregando Dio mentre affronta una grande coalizione di nemici (Moabiti, Ammoniti, Edomiti) che minacciano il suo regno.  Questa alleanza rappresentava una minaccia senz...

1 Samuele 15:24: La disobbedienza di Saul - lezioni sulla fedeltà a Dio

 1 Samuele 15:24: La disobbedienza di Saul - lezioni sulla fedeltà a Dio “Allora Saul disse a Samuele: ‘Ho peccato, perché ho trasgredito il comandamento del SIGNORE e le tue parole, perché ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce’”. Cosa spinge un uomo scelto da Dio a disobbedire così apertamente come Saul?  Cosa possiamo imparare da questa storia millenaria? Cercherò di dare delle risposte a queste domande. Intanto vediamo il contesto di questo versetto. Gli Amalechiti caddero sotto la stessa maledizione di quelle nazioni Cananee che dovevano essere distrutte (1 Samuele 15:1–3; cfr. Esodo 17:8–16; Deuteronomio 20:16–18; 25:17–19).  L’obbedienza di Saul fu messa alla prova ancora una volta e ancora una volta fallì.  Il suo potere regale non gli dava il diritto di modificare le istruzioni date da Dio per adattarle a se stesso, Saul disobbedì agli ordini del Signore degli eserciti (1 Samuele 15:4–9). Dio comunicò a Saul tramite Samuele le conseguenze della...

Osea 3:5: Un amore che fa sperare

 Osea 3:5: Un amore che fa sperare Nella vita, cerchiamo tutti un lieto fine, infatti ci commoviamo quando in un film drammatico vediamo che la storia finisce bene. Conosciamo bene la famosa parabola del figlio prodigo raccontata da Gesù. Un giovane abbandona la casa paterna, sperpera la sua eredità, e si ritrova nel più profondo degrado.  Eppure, quando torna a casa pentito, il padre lo accoglie a braccia aperte, organizzando addirittura una festa (Luca 15:11-32). Questa storia ci commuove perché vediamo l'amore trionfare sulla delusione, il perdono prevalere sul peccato e il giudizio. Una storia dal lieto fine. In modo simile, la storia della famiglia di Osea ha finalmente trovato il suo lieto fine, ma solo dopo molte turbolenze e vergogne, e così è anche per il popolo d’Israele. Questo versetto ci parla di un amore, quello del Signore, che fa sperare anche nelle peggio situazioni di fallimenti, o peccati. Nessun cristiano dovrebbe mai mettere in dubbio l'amore di Dio, dal q...

Osea 3:4: Un amore che sa disciplinare

  Osea 3:4: Un amore che sa disciplinare Avete mai ricevuto un regalo che inizialmente vi ha deluso, ma che poi si è rivelato essere esattamente ciò di cui avevate bisogno?  A volte, l'amore più profondo e vero si manifesta in modi che non comprendiamo subito.  Oggi esploreremo un tipo di amore simile: l'amore di Dio che sa disciplinare. L’amore di Dio è un amore così profondo, così vero, che è disposto a fare qualsiasi cosa per renderci migliori, anche se significa farci attraversare momenti di dolore.  Questo è l'amore di Dio che troviamo in Osea 3:4.  L'amore di Dio, come un fuoco purificatore, a volte ci spoglia di ciò che per noi è importante per rivestirci della Sua gloria, trasformando le nostre privazioni in opportunità di rinascita spirituale e di intimità più profonda con Lui. In questa predicazione vedremo insieme un passo che potrebbe sembrare duro a prima vista, ma che in realtà rivela il cuore di un Padre che ama così intensamente da essere dispost...

Come liberarsi dal senso di colpa (2)

 Al di sopra dei problemi Come liberarsi dal senso di colpa (2) Alexander Pope disse: “Errare è umano, perdonare è divino”. Una citazione molto profonda e chissà quante volte l’abbiamo sentita, o detta, ma che rispecchia una verità biblica, infatti nel libro sacro del Signore, il tema del perdono è centrale.  Dio è pronto a perdonare i peccati di coloro che si pentono sinceramente (cfr. per esempio Salmo 86:5; Isaia 1:18; 55:6-7; 1 Giovanni 1:8-10). Questa è la seconda predicazione su come liberarsi del senso di colpa considerando l’esempio del re Davide. Abbiamo meditato sul Salmo 38:4-7 e 32:1-2, oggi meditiamo sul Salmo 51:1-4. Il Salmo 51, è una preghiera di confessione di peccato, qui troviamo alcune caratteristiche per sbarazzarsi dal senso di colpa. I IL RICHIAMO  Questo salmo descrive la storia di quando il profeta Natan andò da Davide dopo che il re commise adulterio con Bat-Sceba e si macchiò dell’omicidio del marito di lei (2 Samuele 11) e il suo pentimento (2 ...

Isaia 6:4-13: La conseguenza della visione della gloria del Signore a Isaia

  Isaia 6:4-13: La conseguenza della visione della gloria del Signore a Isaia Parlando che questo capitolo descrive Dio travolgente, Bob Fyall scrive: “Questo non è un semplice dio, confinato in una località o sfera di attività. Questo Dio regna mentre i poteri umani vanno e vengono. È il sovrano del cielo e della terra, la cui realtà sfolgorante penetra ovunque, qualunque cosa suggeriscano le apparenze esteriori. È essenzialmente santo e richiede santità dai suoi adoratori. Ciò ha implicazioni per la natura del nostro culto. Viviamo in un’epoca non deferente in cui ci relazioniamo in modo informale gli uni con gli altri. Ma spesso dimentichiamo che Dio è “alto ed elevato” e diventiamo molto disinvolti nel nostro approccio a lui. Tremare davanti a Lui non è un atteggiamento che ci riesce facile. A dire il vero, non vogliamo formalità pompose e tradizionalismo morto, e sappiamo che culture diverse esprimono il culto in modi diversi. Eppure, quando Isaia vede il Signore, non è divert...

Osea 2:14-15: Il ristabilimento d’Israele da parte del Signore (1) Il corteggiamento del Signore

 Osea 2:14-15: Il ristabilimento d’Israele da parte del Signore (1) Il corteggiamento del Signore Per quarantadue anni ogni settimana, David Thomas ha fatto scivolare una lettera d'amore sotto la porta della sua vicina, Rachel Jones.  Ogni lettera tentava di riparare una lite a causa di un tradimento amoroso che li aveva separati quando entrambi avevano trentadue anni.  Rachel Jones aveva bruciato ogni lettera e si era rifiutata persino di parlare con il suo corteggiatore. Quando David trovò finalmente il coraggio di bussare alla sua porta e gli propose di sposarlo, lei accettò.  Entrambi avevano settantaquattro anni quando arrivò il matrimonio dopo un lungo corteggiamento, un lungo corteggiamento, che forse oggi chiameremmo stalking. Può sembrare strano, ma anche il Signore è un corteggiatore, e lo vediamo in Osea 2:14-15. Nei vv.9-13 abbiamo visto il giudizio del Signore al Suo popolo idolatra, nei vv.14-23 vediamo il ristabilimento del Suo popolo. In Osea 2:14-15,...

1 Samuele 11:7: Il terrore del Signore

 1 Samuele 11:7:Il terrore del Signore “…Il terrore del SIGNORE s'impadronì del popolo e partirono come se fossero stati un uomo solo”. Saul fu fatto re d’Israele (1 Samuele 10:1-27). La prima prova per il suo regno fu la minaccia dell'attacco degli Ammoniti contro Iabes di Galaad, il quale voleva cavare l’occhio destro a tutti. Come ai giorni in cui regnavano i giudici, alla notizia riportata dai messaggeri, lo Spirito di Dio scese su Saul ed egli si adirò. Saul non era più timoroso (1 Samuele 10:22); ispirato dallo Spirito, esercitando la sua autorità di re, radunò gl’Israeliti che sconfissero gli Ammoniti (1 Samuele 11:11). Questo è il contesto di questo versetto, nello specifico, quando i messaggeri riportarono la minaccia degli Ammoniti a Saul mentre ritornava dai campi, chiede perché il popolo piangeva e gli riferirono le parole minacciose del re Ammonita Naas, all’udire queste parole, lo Spirito di Dio investì Saul che s’infiammò d’ira, prese un paio di buoi, li tagliò a...

1 Samuele 6:19: Il giudizio di Dio sugli abitanti di Bet-Semes

  1 Samuele 6:19: Il giudizio di Dio sugli abitanti di Bet-Semes “Il SIGNORE colpì gli abitanti di Bet-Semes, perché avevano guardato dentro l'arca del SIGNORE; colpì settanta uomini fra i cinquantamila del popolo. Il popolo fece cordoglio, perché il SIGNORE l'aveva colpito con un grande flagello”. L’arca del Signore era stata presa in battaglia dai Filistei e ora rimandata agli Israeliti. Arrivata a Bet-Semes, una città Giudaica, la popolazione offrì i sacrifici al Signore, ma a un certo punto, quando settanta Israeliti guardarono curiosamente all’interno dell'arca, cioè l’aprirono per vedere che cosa ci fosse, Dio li colpì e morirono. Perché questo grande flagello? Come i due figli di Eli avevano mostrato disprezzo per Dio ignorando le regole del culto (1 Samuele 3:12-17,22-25), così questi uomini giudicati dal Signore, gli mostrarono disprezzo trattando la Sua arca, una cosa santa, come se fosse un oggetto ordinario; queste persone non hanno avuto il giusto atteggiamento...

1 Samuele 5:9: Il flagello del Signore sui Filistei

 1 Samuele 5:9: Il flagello del Signore sui Filistei “Così trasportarono a Gat l'arca del Dio d'Israele. E quando l'ebbero trasportata, la mano del SIGNORE fu contro la città che si fece prendere da un grande panico. Il SIGNORE colpì gli uomini della città, piccoli e grandi, e un flagello d'emorroidi scoppiò in mezzo a loro”. La pratica di catturare gli dèi di un nemico come un trofeo, era comune nelle guerre nell'antico Medio Oriente. L’arca del Dio d’Israele era l’arca del patto, dove il Signore rivelava la Sua volontà ai Suoi servi (Esodo 25:22; 30:36; Levitico 16:2; Giosuè 7:6), in questo modo serviva come simbolo della presenza divina che guidava il Suo popolo (1 Samuele 4:21-22; 6:19-20). I Filistei sconfiggono gli Israeliti in battaglia e presero l’arca del patto (1 Samuele 5:10-11) e la trasportarono ad Asdod nel tempio della loro divinità nazionale “Dagon” (cfr. Giudici 16:23; 1 Cronache 10:10).  Forse i Filistei pensavano di dargli sinceramente adorazione ...

Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo

 Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo In questi versetti Dio decide di ribaltare il giudizio dei vv.2–9 con la riconciliazione con il Suo popolo. Si passa bruscamente dalla cupa realtà del giudizio presente dovuta all’infedeltà spirituale del popolo di Dio, alle promesse di speranza della riconciliazione futura. Si passa da un passaggio di oracolo di giudizio alla promessa della salvezza futura. Si passa da un “voi non siete mio popolo” a “siete figli del Dio vivente” che culmina al capovolgimento incoraggiante dei nomi dei figli da “Lo-Ammi” (non mio popolo) ad “Ammi” (mio popolo) e da “Lo-Ruama” (che non ottiene compassione) a “Ruama” (che ottiene compassione). Questo passaggio è del tutto inaspettato e immeritato, e qualcuno lo ha definito la “teologia della grazia illogica”. Profeticamente possiamo vedere questo testo con tre fasi.

La natura dell’inferno. L'inferno è un luogo di sofferenza (5)

La natura dell’inferno. L'inferno è un luogo di sofferenza (5) W. C. Fields, in seguito al terremoto del 1933 che colpì la California meridionale, disse: “Siamo pazzi a vivere qui, ma di sicuro siamo in tanti”. Lo stesso atteggiamento è spesso mostrato dai molti non cristiani, che sembrano pensare che l'inferno sarà più tollerabile perché ci sarà un sacco di gente, ma non è così!  L’inferno è un luogo di sofferenza! L’inferno è reale quanto il paradiso! Infatti era caratteristico dell'insegnamento di Gesù mettere in guardia contro la prospettiva dell'inferno come lo era per Lui descrivere i privilegi del paradiso. Quindi per Gesù era reale sia l’inferno che il paradiso. Talmente sono reali che Gesù è venuto sulla terra per morire in croce per espiare i peccati dei credenti per dare loro la vita eterna, Quindi la domanda a quelli che non credono all’inferno è: “Perché Gesù è venuto? Perché ha sofferto sulla croce?” È da stolti pensare che sia stato semplicemente per darc...

Luca 23:31: Il detto del legno verde e del legno secco

  Luca 23:31: Il detto del legno verde e del legno secco L'esecuzione Romana mediante crocifissione comportava una procedura elaborata.  Di solito il condannato veniva flagellata in modo brutale e disumana dai soldati, dopo gli davano la croce, o una parte di essa - la trave orizzontale - da portare per le strade fino al luogo dell'esecuzione, che era sempre un luogo pubblico.  La persona veniva poi spogliata e il suo abbigliamento dato ai carnefici, e successivamente, la vittima era legata, o inchiodata mani e piedi alla croce.  Infine, c'era l'affissione dell'iscrizione sopra la croce per indicare il crimine per cui il condannato era stato crocifisso così era per tutti i passanti un avvertimento. La persona crocifissa soffriva naturalmente per le percosse, per l'esposizione agli elementi, per la perdita di sangue, per i maltrattamenti, per la disidratazione, per gli insetti e per la circolazione sanguigna compromessa, e alla fine moriva di shock o asfissia…Era...

Il detto del legno verde e del legno secco (Luca 23:31)

 Il detto del legno verde e del legno secco (Luca 23:31) L'esecuzione Romana mediante crocifissione comportava una procedura elaborata.  Di solito il condannato veniva flagellata in modo brutale e disumana dai soldati, dopo gli davano la croce, o una parte di essa - la trave orizzontale - da portare per le strade fino al luogo dell'esecuzione, che era sempre un luogo pubblico.  La persona veniva poi spogliata e il suo abbigliamento dato ai carnefici, e successivamente, la vittima era legata, o inchiodata mani e piedi alla croce.  Infine, c'era l'affissione dell'iscrizione sopra la croce per indicare il crimine per cui il condannato era stato crocifisso così era per tutti i passanti un avvertimento. La persona crocifissa soffriva naturalmente per le percosse, per l'esposizione agli elementi, per la perdita di sangue, per i maltrattamenti, per la disidratazione, per gli insetti e per la circolazione sanguigna compromessa, e alla fine moriva di shock o asfissia…Era...

La natura dell'inferno. L'inferno è l'esilio (3)

La natura dell’inferno. L'inferno è l'esilio  Isabelle Allende, la nipote del presidente cileno Salvador Allende, fu costretta all’esilio dopo che lo zio venne deposto dalle forze golpiste di Pinochet nel 1973. Dopo aver ricevuto minacce di morte dal regime, decise di trasferirsi in Venezuela. Ha sempre continuato la sua carriera da giornalista anche in esilio collaborando con il giornale “El Nacional”. Le sue novelle e i suoi romanzi, tradotti in tutto il mondo, spesso raccontano della sua esperienza di esilio.  Nel 1985 si trasferì negli Stati Uniti e nel 1990, quando fu ristabilita la democrazia in Cile, vi ritornò dopo 15 anni di assenza per ricevere il premio “Grabiela Mistral”. Quello che fu possibile a Isabelle Allende, vale a dire da esiliata di ritornare in Cile, non sarà assolutamente possibile per tutti coloro che andranno all’inferno, una volta là non potranno ritornare indietro, o spostarsi in paradiso (cfr. Luca 16:19-31). Sentimentalmente possiamo trovare l'i...

Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio

 Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio Ci sono persone che credono nella “teologia del Babbo Natale”; secondo questa teologia i peccati non creano nessun problema; Dio perdona sempre e non punisce nessuno, anche coloro che hanno uno stile di vita immorale e idolatra, non dobbiamo temerlo, chi lo fa è giudicato antiquato, bigotto, puritano.  Ma questo non rispecchia ciò che dice la Bibbia, ciò che troviamo scritto in Osea 1:4-9. Dopo la chiamata di Osea da parte di Dio di sposare una moglie prostituta, Gomer, e fare figli di prostituzione, ecco che Gomer concepì e partorì il primo figlio che il Signore disse a Osea di chiamarlo Izreel. Nei vv.6-7 vediamo la nascita di una figlia, che è simbolo di negazione della compassione di Dio verso Israele, il Regno del Nord. Se mentre il nome del primo figlio si concentrava sia sul giudizio sulla dinastia del re Ieu, della monarchia e su Israele, ora con questo nome simbolico del secondo figlio, il giudizio si concentra solo ...

Matteo 25:19-30: La parabola dei talenti (2 Parte)

 Matteo 25:19-30: La parabola dei talenti (2 Parte) Tommaso da Kempis diceva: “Lavora un po' ora, e presto troverai grande riposo, in verità, gioia eterna; poiché se continuerai ad agire fedele e diligente, Dio sarà senza dubbio fedele e generoso nel ricompensare”. Nella prima parte della predicazione sulla Parabola dei Talenti abbiamo visto la responsabilità che il padrone affidò a tre dei suoi servi e la loro reazione, oggi vediamo la resa dei conti. Il v.19 dice: “Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro”. Passò molto tempo prima che l’uomo, ora chiamato “il padrone di quei servi” ritornò a fare i conti con loro per vedere se avessero adempiuto il proprio dovere, e questo dimostra che era stato dato loro il denaro per farlo fruttare. “Padrone” (kyrios), cioè “Signore”, si riferisce a Gesù (per esempio Matteo 7:21-22; Luca 6:46; Giovanni 20:28; Romani 1:4; 1 Corinzi 8:6) e “dopo molto tempo” è inteso al Suo ritorno (per esempio Atti 1:11; Filippe...

La chioccia e i suoi pulcini (Matteo 23:37-39)

 La chioccia e i suoi pulcini (Matteo 23:37-39) In questi versetti vediamo il lamento di Gesù per Gerusalemme. William Hendriksen riguardo questi versetti scrisse: “Il discorso pubblico finale di Cristo si chiude opportunatamente con un commovente lamento, in cui si rivelano sia la sua solenne tenerezza che la severità del giudizio divino su tutti coloro che hanno risposto a tale meravigliosa compassione con disprezzo”. Quindi, in questo lamento di Gesù vediamo sia la Sua tenerezza e sia la Sua severità. Bontà e severità sono caratteristiche che troviamo anche in Dio Padre (cfr. Romani 11:22). Ci sono molti che pensano solo a Gesù come il Gesù di amore, di compassione, ma questo passo ci parla anche della Sua severità. Gesù era attento alla reazione comportamentale delle persone verso di Lui; non era indifferente. Ho diviso questa predicazione in tre punti. Cominciamo a considerare, il primo punto: I IL DOLORE DI GESÙ (v.37) 

Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme

 Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme In questi versetti vediamo il lamento di Gesù per Gerusalemme. William Hendriksen riguardo questi versetti scrisse: “Il discorso pubblico finale di Cristo si chiude opportunatamente con un commovente lamento, in cui si rivelano sia la sua solenne tenerezza che la severità del giudizio divino su tutti coloro che hanno risposto a tale meravigliosa compassione con disprezzo”. Quindi, in questo lamento di Gesù vediamo sia la Sua tenerezza e sia la Sua severità. Bontà e severità sono caratteristiche che troviamo anche in Dio Padre (cfr. Romani 11:22). Ci sono molti che pensano solo a Gesù come il Gesù di amore, di compassione, ma questo passo ci parla anche della Sua severità. Gesù era attento alla reazione comportamentale delle persone verso di Lui; non era indifferente. Ho diviso questa predicazione in tre punti. Cominciamo a considerare, il primo punto:

Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia

 Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia Dopo aver partecipato a un culto in una chiesa, un dentista disse al pastore: "Non posso più frequentare la tua chiesa". Quando il pastore gli chiese il motivo, il dentista rispose: "Uno dei tuoi membri stava cantando lodi a Dio attraverso i denti che si è rifiutata di pagare".  Questa storia ci fa capire come possiamo essere ipocriti con un’obbedienza parziale: la domenica adoriamo il Signore e durante la settimana ci comportiamo come ci pare! La controversia di Gesù con le autorità ebraiche porta a una condanna delle pratiche "ipocrite" degli "scribi e Farisei", e a un solenne avvertimento di un prossimo giudizio (capitolo 23). L’occasione della condanna agli scribi e ai Farisei è iniziata al capitolo 22:41-46 in seguito a una domanda per provarlo chiedendogli quale fosse il gran comandamento nella legge, e da qui Gesù inizia un confronto con i Farisei sul Messia. Matteo riporta poi la condann...