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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

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Salmo 107:35: Dio trasforma la desolazione in giardino (2)

 Salmo 107:35: Dio trasforma la desolazione in giardino (2) Questa è la seconda predicazione su questo versetto.  Abbiamo iniziato il nostro viaggio nel potente messaggio del Salmo 107:35: “Egli muta il deserto in lago, la terra arida in fonti d’acqua”.  Abbiamo esplorato il contesto di questo salmo di ringraziamento, che celebra la bontà eterna di Dio e il Suo intervento nella vita di chi lo invoca nell’angoscia.  Dio risponde concretamente a chi lo invoca nelle situazioni di disperazione. Abbiamo anche meditato sul contrasto straordinario presentato in questo versetto: un Dio trascendente che esercita la Sua potenza creatrice per trasformare radicalmente i luoghi di desolazione in sorgenti di vita. La stessa potenza che ha creato il mondo opera nelle nostre vite per rigenerare ciò che è desolato! Oggi, continuiamo questo percorso esplorando come questa trasformazione divina si manifesta concretamente nella storia e nelle nostre vite.  “Egli muta il deserto in ...

Salmo 107:35: Dio trasforma la desolazione in giardino (1)

 Salmo 107:35: Dio trasforma la desolazione in giardino (1) “Mentre la mia signora e io ci affacciamo nel vicolo della desolazione” è una frase tratta dalla canzone: “Desolation Row”, ovvero “Il Vicolo della Desolazione”, una delle canzoni epiche, più profonde e complesse di Bob Dylan scritta nel 1965. Il menestrello poetico, in questa canzone ci offre un potente affresco della desolazione umana con immagini surreali e una galleria di personaggi storici, letterari e biblici: da Einstein a Cenerentola, da Caino e Abele a Ofelia. Questa canzone metaforica ha ricevuto diverse interpretazioni: come rappresentazione dell’emarginazione sociale, come un ritratto dell’America in crisi d’identità, come decadenza della cultura occidentale, come un’allegoria della condizione umana moderna dove le persone vivono sconnesse le une dalle altre, e infine come quel luogo interiore dove regna l’aridità di significato, dove ci sentiamo alla deriva. Al di là delle interpretazioni, tutti noi, in alcuni...

Lamentazioni 3:26: Il valore dell'attesa silenziosa

 Lamentazioni 3:26: Il valore dell'attesa silenziosa  Immagina un bambino che aspetta una festa di compleanno tanto attesa. La torta è pronta, i palloncini sono gonfiati e gli amici sono invitati, ma i genitori dicono che devono aspettare ancora un po'. Il bambino si agita per l'eccitazione e il terrore, incerto se la festa avrà davvero luogo! Ma alla fine, il momento gioioso arriva; le risate riempiono l'aria e gli amici emergono dietro la porta. Proprio come quel bambino, spesso sentiamo il peso dell'attesa, ma come dice Lamentazioni 3:26: "È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore".  Questo versetto ci ricorda il valore dell’attesa fiducioso e pazienza nella salvezza del Signore durante i periodi di sofferenza e incertezza, quando la vita sembra opprimente. Questo versetto si colloca all’interno di una delle sezioni più speranzose del libro delle Lamentazioni, un testo che altrimenti è caratterizzato da profondo dolore e lamento per la devast...

Colossesi 3:13: Quando qualcuno ti fa male (3)

 Colossesi 3:13: Quando qualcuno ti fa male (3) “Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi”. Sappiamo tutti quanto sia difficile perdonare chi ci ha fatto del male e questo per varie ragioni. Una ragione è: il nostro cervello registra l’evento doloroso come un pericolo, mantenendo vivo il ricordo e avvertendoci che quella persona potrebbe farci male ancora.  Quando conserviamo nella memoria una raccolta dettagliata di ferite, il perdono diventa più arduo. Inoltre, il torto subito spesso ferisce sia la nostra autostima che il nostro senso di sicurezza nel mondo, mettendo in discussione la nostra visione di un mondo affidabile. C’è poi un aspetto legato alla giustizia: ciò che una persona percepisce come una ferita spesso viene considerato ingiusto, soprattutto quando manca un’adeguata riparazione, o un sincero pentimento da parte di chi ha causato il danno. La paura gioca anche un ruolo fondamentale: perdonare può sembrare rischioso perché implica una forma di vulner...