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Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Marco 6:26: Una promessa avventata

 Marco 6:26: Una promessa avventata  “Il re ne fu molto rattristato; ma, a motivo dei giuramenti fatti e dei commensali, non volle dirle di no”. Promessa avventata Passione e orgoglio accecano Scelta malvagia Questa poesia in stile Senryu sintetizza questa predicazione. Vediamo il contesto di questo versetto. Il re Erode organizzò una festa di compleanno che si concluse con una nota molto amara.  Durante un ballo, Salomè (secondo lo storico Giuseppe Flavio), la figlia di Erodiada, moglie di Erode, che era stata sposata con il fratello di questo Filippo, dopo che Erode le disse con giuramento: “Chiedimi quello che vuoi e te lo darò” (Marco 6:22-23), lei consigliatasi con la madre, gli chiese la testa di Giovanni Battista in quel momento su un piatto (Marco 6:24-25).  Il rancore è stato il motore principale di questa tragedia. Come dice un proverbio italiano: “Chi di rancore è pieno mastica sempre veleno”; evidentemente Erodiada “masticava veleno” contro il profeta, pe...

Marco 9:23: Ogni cosa è possibile a chi crede.

Marco 9:23: Ogni cosa è possibile a chi crede. “E Gesù: «Dici: ‘Se puoi!’ Ogni cosa è possibile per chi crede»”. Questo passo ci fa capire che quando le risorse umane sono limitate, o esaurite, la grandezza di Dio è più evidente. Dio, a volte, ci fa toccare il fondo per mostrarci la Sua potenza (cfr. Giovanni 11:4,40). Queste parole, Gesù li rivolse al padre di un indemoniato quando questi gli chiese se poteva fare qualcosa, di aver pietà di loro e di aiutarli (v.22).  “Se puoi” è un modo ironico di dire di Gesù che riguardano le parole del padre dell’indemoniato (“se puoi fare qualcosa” v.22), e indica scetticismo e sfida.  “Se puoi” (dunamai) significa “essere in grado”, “avere il potere di fare”, “avere capacità per”. Anche “è possibile” (dunatos) ha lo stesso significato. Quindi in modo enfatico Gesù sta dicendo che il Suo potere esplosivo quando entra in scena, non ha ostacoli, è in grado di realizzare ciò che per un uomo è impossibile. Quando questo potere inizia ...

Aggeo 2:15-19: Un appello alla riflessione

Aggeo 2:15-19: Un appello alla riflessione Aggeo 2:10–19 è il terzo discorso profetico nel libro, ed è indirizzato ai sacerdoti (v.11). Nei versetti 15-19, benché gli inviti alla riflessione sono tre, vediamo in definitiva due appelli alla riflessione: una riguarda il passato e l’altra il futuro. Il punto di queste riflessioni riguarda la maledizione che si trasforma in benedizione quando ritorniamo di nuovo a Dio. I IL PRIMO APPELLO ALLA RIFLESSIONE: IL PASSATO (vv.15-17)  Il v.15 dice: “Ora riflettete bene su ciò che è avvenuto fino a questo giorno, prima che si cominciasse a mettere pietra su pietra nel tempio del Signore!”. La Nuova Diodati traduce:”Ora considerate bene da questo giorno in avanti, prima che si mettesse pietra su pietra nel tempio dell'Eterno”. “Ora”, in realtà è: “Ma ora” (weʿattâ- congiunzione avversativa) indica una connessione con il discorso precedente dell’impurità del popolo.  Può avere anche un senso conclusivo di quanto...

Aggeo 1:6,9-11: La riflessione riguardo la punizione.

Aggeo 1:6,9-11: La riflessione riguardo la punizione.  Aggeo vuol far riflettere il popolo sul vero problema riguardo le loro esperienze economiche negative.  Pieter A. Verhoef scrive: “Devono fare i conti con il problema della causa ed effetto nelle loro circostanze specifiche”.  Il Signore per bocca di Aggeo, vede le privazioni che i giudei soffrono nel suo tempo come effetto delle maledizioni del patto di Dio.  Nel richiamare tali maledizioni del patto, Aggeo segue le orme di diversi precedenti profeti (cfr. Amos 4:6-11; Isaia 5:6; 65:13,21-22; Geremia 14:3-4; Osea 8:7; Michea 6:9-16), e le usa come hanno fatto loro per sottolineare che non i loro nemici, né il destino, né le calamità naturali controllano le vite dei giudei, ma Dio!! 

Aggeo 1:5-8: L’esortazione alla riflessione.

Aggeo 1:5-8: L’esortazione alla riflessione.  Robert G. Morgan racconta: “Per qualche strana ragione, i suoi genitori gli assegnarono il nome improbabile di Handley Carr Glyn Moule. I suoi amici, tuttavia, lo chiamavano "vescovo", perché era diventato uno dei più rispettati uomini di chiesa d'Inghilterra. La sua conversione a Cristo avvenne all'età di 25 anni, durante il periodo natalizio del 1866. Scrivendo a suo padre, disse: ‘In questa vacanza natalizia, dopo molte miserie mentali, ho potuto trovare e accettare il perdono e la pace attraverso la soddisfazione del Redentore, come non avevo mai fatto prima’. Tuttavia alcuni anni dopo, quando entrò nel ministero, si sentì spiritualmente inadatto. Scrivendo di nuovo a suo padre, disse: ‘Sento tristemente il bisogno di una grazia decuplicata prima di poter sperare di essere, o un cristiano molto felice, o - come ministro di Gesù Cristo - molto utile’. Continuò nel ministero, ma la sensazione di impotenza aumentò....

Le parabole dell’attenta decisione (Luca 14:28-32).

Le parabole dell’attenta decisione (Luca 14:28-32). Un grande pianista è stato accolto dopo un concerto da un ammiratore che gli ha detto che avrebbe dato la sua vita per suonare come lui. Il pianista rispose che sarebbe davvero costato tanto tutto questo, perché aveva dato la vita per poter suonare il piano con eccellenza. Si era allenato per ore e ore. Aveva rinunciato a tutte le altre attività della vita per essere un grande pianista. Il grande costo per il pianista era che la sua vita fosse pienamente impegnata nel suonare il pianoforte. Così c’è un grande costo a essere discepoli di Gesù! Tutti i veri cristiani sono discepoli di Gesù, essere cristiano e discepolo, non sono due cose separate. Una persona non può dire di essere cristiana senza essere discepolo, il cristiano è un discepolo di Gesù!  Per tre volte nei vv. 26,27 e 33 vediamo che Gesù dice: “Essere mio discepolo”.