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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La pienezza dello Spirito Santo (Efesini 5:18-21).

La pienezza dello Spirito Santo (Efesini 5:18-21).
Questo: “ma siate ricolmi di Spirito” è il terzo comando dopo “ma da saggi”; e“ma cercate di ben capire la volontà di Dio” . 
Il contesto stà parlando di saggezza, e di non sprecare il tempo, perciò se vogliamo essere saggi e recuperare tempo, dobbiamo essere ripieni di Spirito Santo (Cfr. Proverbi 20:1).
La pienezza dello Spirito Santo è necessaria per due motivi basilari.
Il primo motivo è perché l'opera dello Spirito Santo è fondamentale e indispensabile per vivere la vita cristiana. Lo Spirito Santo è essenziale per la nostra spiritualità, per la nostra maturità. 1 Corinzi 2:15-16 parla dell’uomo spirituale, cioè di colui, che ha lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo produce questa spiritualità insegnandoci le realtà spirituali (Giovanni 16:12-15), guidandoci secondo la volontà di Dio (Romani 8:13-15); guidandoci a pregare (Romani 8:26; Efesini 6:18); aiutandoci a vincere il peccato (Galati 5:16-17) e quindi ad avere un carattere come quello di Cristo (Galati 5:22).
Il secondo motivo è perché lo Spirito Santo ci potenzia nel servizio (1 Corinzi 12:4-11). Lo Spirito Santo dà i doni spirituali ai singoli credenti affinché potessero servirlo in modo efficace. Gli uomini che furono usati da Dio erano uomini ripieni di Spirito Santo, possiamo vedere vari esempi.

Efesini 5:18-21. La pienezza dello Spirito Santo.

Efesini 5:18-21. La pienezza dello Spirito Santo.
Questo: “ma siate ricolmi di Spirito” è il terzo comando dopo “ma da saggi”; e“ma cercate di ben capire la volontà di Dio” . 
Il contesto stà parlando di saggezza, e di non sprecare il tempo, perciò se vogliamo essere saggi e recuperare tempo, dobbiamo essere ripieni di Spirito Santo (Cfr. Proverbi 20:1).
La pienezza dello Spirito Santo è necessaria per due motivi basilari.
Il primo motivo è perché l'opera dello Spirito Santo è fondamentale e indispensabile per vivere la vita cristiana. Lo Spirito Santo è essenziale per la nostra spiritualità, per la nostra maturità. 1 Corinzi 2:15-16 parla dell’uomo spirituale, cioè di colui, che ha lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo produce questa spiritualità insegnandoci le realtà spirituali (Giovanni 16:12-15), guidandoci secondo la volontà di Dio (Romani 8:13-15); guidandoci a pregare (Romani 8:26; Efesini 6:18); aiutandoci a vincere il peccato (Galati 5:16-17) e quindi ad avere un carattere come quello di Cristo (Galati 5:22).
Il secondo motivo è perché lo Spirito Santo ci potenzia nel servizio (1 Corinzi 12:4-11). Lo Spirito Santo dà i doni spirituali ai singoli credenti affinché potessero servirlo in modo efficace. Gli uomini che furono usati da Dio erano uomini ripieni di Spirito Santo, possiamo vedere vari esempi.
a) Esempi dell’Antico Testamento.
Mosè (Numeri 11:25); Giosuè (Numeri 27:18); Otniel (Giudici 3:10); Gedeone (Giudici 6:3-4-7:1-8:3); Iefte (Giudici 11:29); Sansone (Giudici 13:25; 14:6,19); i profeti (2 Pietro 1:21).
b) Esempi del Nuovo Testamento.
Giovanni Battista (Luca 1:15); Gesù (Luca 4:1,14; Giovanni 3:34; Atti 10:38); gli apostoli (Atti 1:8; 4:31).
Tutti questi servitori del Signore, sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento, non potevano servirlo efficacemente senza la pienezza dello Spirito Santo, fecero cose straordinarie, perché erano sotto il controllo dello Spirito Santo.

Giacomo 4:13-17. Le ragioni per non essere arroganti

Giacomo 4:13-17. Le ragioni per non essere arroganti
Giacomo ammonisce gli arroganti commercianti che pensavano di essere autosufficienti, autonomi, indipendenti da Dio, che avevano fiducia in loro stessi, che facevano progetti senza Dio, senza considerare la Sua volontà.
Giacomo cerca di portare questi commercianti sicuri di sé a un giusto senso del loro posto nel mondo. Giacomo fa loro ricordare il genere di persone che realmente sono, cioè persone che non conoscono cosa accadrà domani e li mette davanti la realtà che la loro vita è fragile e che tutto dipende da Dio, quindi siamo chiamati a non essere arroganti, ma a sottometterci a Lui, sapendo che questa è la cosa giusta da fare, non farlo significa commettere peccato.
Noi vediamo le ragioni per non essere arroganti.

Maturare il carattere di Gesù Cristo

Maturare il carattere di Gesù Cristo
Voglio cominciare questa predicazione con l'affermazione di Thomas a Kempis: "La misura delle virtù di ogni uomo è meglio rivelata nel tempo di avversità - avversità che non indebolisce un uomo, piuttosto mostra ciò che è".
Nei momenti difficili viene fuori il nostro vero carattere, le circostanze della vita rivelano chi siamo veramente.
Ogni cristiano ha un unico modello di carattere con cui si deve confrontare per assomigliare, questo modello è Gesù Cristo (Romani 8:29; Galati 4:19; Efesini 4:13; Colossesi 1:28). 
Il carattere cristiano, di Cristo in noi, si forma con il tempo, non si nasce con un carattere come quello di Cristo, esso si forma e si perfeziona con il tempo secondo il nostro impegno e con l'aiuto dello Spirito Santo.
Il carattere simile a Cristo è sia il frutto dello Spirito Santo secondo come opera dentro di noi e sia il risultato dei nostri sforzi personali. Il carattere dipende dall'opera di grazia e dalla nostra responsabilità.
Riguardo il maturare il carattere di Cristo noi vediamo tre aspetti: la giusta causa; la giusta correlazione e la giusta considerazione.
Il primo aspetto del maturare il carattere di Cristo è:

Giacomo 4:13-16. La riprensione di Giacomo per l’arroganza.

Giacomo 4:13-16. La riprensione di Giacomo per l’arroganza.
Si può essere cristiani vivendo una vita di ateismo pratico. Molte persone dicono di credere in Dio, ma, in realtà, sono atei nella pratica, vivono come se Dio non esistesse nel loro comportamento, nel modo in cui prendono decisioni e pianificano il loro futuro.
Queste persone non tengono conto della sovranità di Dio, della Sua grazia e fedeltà, agiscono come se fossero autosufficienti, in pieno controllo delle situazioni e prendono il merito per tutto il bene che sperimentano. Questo non è solo per le cose materiali, ma anche per le cose spirituali, si vantano per esempio per le conversioni, per quanto hanno donato materialmente, per il servizio,ecc. e non danno gloria a Dio non riconoscendo la Sua autorità, come anche il fatto che dipendiamo da Lui in ogni cosa, dalla vita stessa materiale (Cfr. Isaia 42:5; Atti 17:24-25) alla vita spirituale, infatti ciò che possiamo realizzare è merito del Signore.
Paolo dice 1 Corinzi 15:10: "Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me". 
Ancora in 2 Corinzi 3:5 leggiamo: "Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio". 
Dunque, non siamo autosufficienti e autonomi padroni della nostra vita, del nostro destino. La nostra vita dipende da Dio! 
Dobbiamo ancora ricordare che Dio ha la legittima autorità di ordinare e dirigere la nostra vita come gli pare come ci ricorda il salmista: "Il SIGNORE fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli oceani" (Salmo 135:6). Dio è il Vasaio, padrone dell’argilla che la plasma come Egli vuole (Romani 9:20-21). Egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c’è nessuno che può fermare la sua mano o dirgli che cosa sta facendo! (Daniele 4:35).
L'autosufficienza e l'indipendenza appartengono di diritto solo a Dio, perché è Dio il nostro creatore e redentore sovrano. 
Dopo aver parlato contro la maldicenza che è sintomo di arroganza nei riguardi del fratello, della legge di Dio, ora Giacomo parla contro gli arroganti mercanti. L’idea principale che troviamo nei vv.13-17 è che non dobbiamo pianificare il futuro come se fossimo in completo controllo della nostra vita, ma dobbiamo fare affidamento alla Sovranità di Dio. La mancata applicazione di questo principio significa peccare.

Giacomo 4:11-12. L’arroganza di chi sparla.

Giacomo 4:11-12. L’arroganza di chi sparla.
Qualche tempo fa, il dottor Albert H. Cantril, professore alla Princeton University, condusse una serie di esperimenti per dimostrare quanto velocemente si sparge la voce. Chiamò sei studenti nel suo ufficio e con la massima riservatezza li informò che il Duca e la Duchessa di Windsor avrebbero partecipato a un ballo all’università. Entro una settimana, questa storia totalmente falsa aveva raggiunto quasi tutti gli studenti del campus. Funzionari della città telefonarono l'università, chiedendo perché non erano stati informati. Agenzie di stampa telefonarono freneticamente per avere  dettagli. Il Dottor Cantril osservò: “È stata una piacevole voce, una calunnia viaggia ancora più velocemente”. 
Che cosa può causare una calunnia, una maldicenza? Proverbi 16:28 dice che "il maldicente disunisce gli amici migliori!" O può distruggere una persona, Isaia 32:7 dice che: "le armi dell’impostore sono malvagie, egli forma criminosi disegni per distruggere l’indifeso con parole bugiarde e il bisognoso quando afferma ciò che è giusto" (cfr. Proverbi 11:9). 
“Nessun danno maggiore può essere inflitta agli uomini come il ferire la loro reputazione” disse il teologo riformatore Giovanni Calvino. 
La maldicenza è distruttiva quindi, è irresponsabile e dannosa.
Viviamo in una società che ama il gossip, cioè il pettegolezzo, lo vediamo nei programmi tv, nei giornali, nelle riviste, ma anche lo sentiamo nelle conversazioni quotidiane e questo sembra naturale o normale, Giacomo invece ci dice che questo non è una cosa giusta. 
Giacomo riprende quindi di nuovo il tema della lingua (Giacomo 1:19; 3:1-12), ma il riferimento  è anche alla sapienza terrena, animale e diabolica, quindi alle contese che vi erano all’interno della chiesa perché quando ci sono le contese di solito non si usa la lingua per benedire gli altri!!! 
In questi casi è facile che ci siano maldicenze, che si parli male del prossimo e quindi che ci siano giudizi!! 
In questi versetti Giacomo esorta contro la maldicenza e i giudizi. 
In questi versetti vediamo quindi i comandamenti che dobbiamo praticare e le considerazioni per praticare questo comandamento.

Giacomo 4:8-10. La chiamata al ravvedimento

Giacomo 4:8-10. La chiamata al ravvedimento
Il contesto di questi versetti si riferisce a una serie di imperativi che Giacomo usa per riportare le chiese al ravvedimento, visto che questi credenti non stavano camminando al 100% con il Signore, infatti,avevano praticamente comportamenti di questo mondo e di una sapienza animale, terrena e diabolica.
Giacomo continua la sua raffica di comandi, pensate dal v.7 al 10 si contano undici imperativi, se ho contato bene. Oggi, pochi predicatori del Vangelo direbbero ai loro ascoltatori che devono abbandonare i loro modi egoistici e consegnare loro vita a Gesù come fa Giacomo.
Tre cose vediamo in questi versetti: l’Avvicinamento a Dio,il Ravvedimento dei credenti e il loro Abbassamento davanti a Dio.

Il momento della rivelazione della nascita di Giovanni Battista a Zaccaria.

Il momento della rivelazione della nascita di Giovanni Battista a Zaccaria.
Luca 1:8-13
Ci sono momenti significativi nella nostra vita che ricorderemo per sempre. In questi versetti vediamo un momento significativo del sacerdote Zaccaria: il momento della rivelazione riguardo la nascita di suo figlio Giovanni (Battista) da parte di un angelo del Signore. 
Continuiamo, quindi, la nostra serie di predicazioni biografiche su Giovanni Battista. Dopo aver introdotto Zaccaria (sacerdote) ed Elisabetta (figlia di sacerdoti), una coppia devota al Signore e la loro mancanza di figli per la sterilità di lei, e il fatto che si trovano in età avanzata,  Luca ora racconta come Dio è intervenuto nella loro vita rivelando a Zaccaria la nascita di un figlio, in un momento che sicuramente non si aspettava.
In questo sermone vediamo il momento del servizio, il momento dello spavento e il momento del sollievo di Zaccaria.
Prima di tutto allora vediamo:

Giovanni Battista: Lo sfondo della sua nascita.

Giovanni Battista: Lo sfondo della sua nascita.
Luca 1:5-7: I genitori…una luce in mezzo alle tenebre.
Giovanni ha un posto speciale nel piano di Dio, la sua entrata in scena nel mondo è stato un evento molto significativo, è stato un cambiamento monumentale nelle cose, un punto di svolta come ci ricorda Luca 16:16: 16 La legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunziata la buona notizia del regno di Dio, e ciascuno vi entra a forza.
Il ministero di Giovanni Battista segnò una svolta nella storia del piano di redenzione di Dio, la svolta tra l’Antico e il Nuovo Patto. 
Giovanni annunciava un nuovo giorno: l’ombra sarebbe diventata sostanza; la profezia sarebbe diventata adempimento; l'attenzione si spostava dal Sinai al Golgota, al Vangelo, alla salvezza, e alla chiesa, i Gentili sarebbero stati inclusi nella famiglia di Dio insieme ai Giudei. 
L'espressione "Al tempo di Erode", secondo alcuni indica un periodo oscuro, minaccioso e disastroso nella storia della nazione ebraica. 
Su questo sfondo cupo Luca racconta ora la storia dell'alba del nuovo giorno nella vita dell'umanità, della venuta di Cristo, che è stato preparato di cui Giovanni Battista era il precursore.
Il mondo in cui Giovanni venne era un mondo senza Dio, nelle tenebre (Luca 1:79), tanto è vero che gli tagliarono la testa per aver denunciato il peccato di Erode Antipa governatore della Galilea (Matteo 14:1-12).
Vediamo le condizioni politiche ai tempi della nascita di Giovanni e le condizioni dei genitori facendo delle considerazioni per la nostra vita cristiana.

Giacomo 4:7.La Sottomissione a Dio.

Giacomo 4:7. La Sottomissione a Dio.
Il puritano Thomas Adams disse: “ La vera obbedienza non ha alcun vantaggio alle sue calcagna”. Non pensiamo che essere obbedienti al Signore significhi non avere tentazioni o attacchi da parte del diavolo, anzi è il contrario.
Non è un caso che il comando di resistere al diavolo segue la sottomissione a Dio. La consacrazione a Dio e il conflitto spirituale contro il diavolo, vanno insieme. Coloro che sono consacrati a Dio hanno un’attività intensa contro di loro da parte del diavolo.
La parola che Giacomo usa riguardo la sottomissione è molto più di una parola di arruolamento, è la fedeltà al superiore, a Dio al fine di impegnarci nella lotta spirituale sotto la bandiera del Signore. I cristiani non devono avere alcun dubbio nella loro mente da che parte stanno e con la loro vita non devono lasciare alcun dubbio nella mente degli altri che sono arruolati e sottomessi a Dio, e avversari irriducibili del diavolo.
Quindi c’è una guerra spirituale tra Dio e coloro che gli appartengono da una parte contro il diavolo e i suoi angeli dall’altra.
Noi in questo versetto vediamo un contrasto: sottomettersi a Dio e resistere al diavolo.
Per prima cosa vediamo:

Giacomo 4:4-6. L’adulterio spirituale

Giacomo 4:4-6. L’adulterio spirituale
Molti cristiani cercano di cavalcare due cavalli contemporaneamente. Kapitango Kusita, un responsabile evangelista della Chiesa portoghese in Africa, discorreva con alcuni sul "bianco" e la strada "bianca" sola, penso si riferisca alla santificazione e alla consacrazione. Era notte, e una folla di gente locale sedeva intorno al fuoco. Un cane passò tra il fuoco e gli ascoltatori. "Guardate quel cane! Quante zampe ha? " chiese il predicatore. "Quattro" fu la risposta. "Sì, quattro infatti," replicò Kapitango, " ma avete mai visto le quattro gambe di un cane cercando di seguire più di un percorso alla volta?” “No, no!”rispose la gente. Così l’evangelista replicò: “ Le quattro zampe vanno tutte insieme, ma le persone con solo due gambe cercano di seguire due percorsi, e ancor più in una sola volta: Cristo e il mondo, Dio e mammona ".
Così possiamo dire che non possiamo essere amici del mondo, percorrere la strada del peccato e nello stesso tempo quella di Dio. 
Giacomo interrompe un'analisi della situazione e inizia a predicare una parola di rimprovero con una chiamata al pentimento. L’esclamazione: “Gente adultera” è brusca e franca segna l'inizio di una delle chiamate più forti al pentimento, che troviamo in tutto il Nuovo Testamento. Giacomo rimprovera i suoi lettori riguardo l’amicizia con il mondo, facendo loro capire le terribili conseguenze per la loro relazione con Dio (v. 4). Ricorda loro della gelosia di Dio per il suo popolo e la disponibilità della sua grazia (vv. 5-6). E sulla base di questa, egli esorta i suoi lettori al pentimento (vv. 7-10). Giacomo dipende fortemente dall’Antico Testamento, citando due volte la Scrittura. La chiamata al pentimento nei vv. 4-10 riguarda in particolare l’invidia e le divisioni in 3:14—16, 4:1-3.

Giacomo 4:1-3. Una vita egoistica

Giacomo 4:1-3. Una vita egoistica.
Giacomo dopo aver parlato della grandezza della lingua e del suo potere incontrollabile, distruttivo e dell’uso doppio che se ne fa, che benediciamo Dio e nello stesso tempo malediciamo il nostro prossimo, poi parla di due tipi di saggezza: quella che viene dall’alto e quella che viene dal basso.
Poi Giacomo dice che il frutto di giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace. 
“Giustizia” si riferisce alla condotta che Dio approva in accordo con la Sua volontà (Giacomo 1:20; Matteo 5:6,10,20). 
Quindi quando c’è la saggezza che viene dall’alto ci sarà il frutto di un comportamento che Dio approva secondo la sua legge, i suoi standard, in questo vediamo che è un sommario delle virtù elencate al v.17.
In questo senso giustizia si riferisce a una chiesa che cresce nel carattere spirituale, una chiesa matura nell’accogliere le persone con tutte le problematiche che possono avere, una chiesa che serve il Signore impegnandosi attivamente per il progresso del regno dei cieli, quindi una chiesa ubbidiente, una chiesa sana! 
Ma il frutto di giustizia nasce dove c’è la pace. Quando c’è armonia tra credenti lì ci sarà la giustizia! Giacomo finisce il capitolo 3 enfatizzando l'importanza della pace. 
Ma le chiese a cui scrisse Giacomo avevano problemi riguardo alla pace! Giacomo è molto preoccupato per la discordia e la rivalità nella comunità cristiana causata da coloro che non hanno la sapienza dall'alto. E così, per concludere la discussione della vera sapienza, vuole affrontare la situazione caotica e litigioso sottolineando la necessità per la pace e l'armonia.    
Invece di pace e frutto della giustizia, i suoi destinatari manifestavano esattamente l'opposto: erano pieni di contrasti, dicevano di essere credenti, ma dimostravano di non esserlo, dimostravano la saggezza che viene dal basso, di avere lo spirito del mondo, come leggiamo in questi versetti.
Questi versetti ci parlano della:

Giacomo 3:17-18. La saggezza che viene da Dio.

Giacomo 3:17-18. La saggezza che viene da Dio.
A chi non piace ricevere dei regali, dei doni.
I regali piacciono soprattutto ai bambini, ma a volte ci sono delle brutte sorprese. La regina d'Italia Elena di Savoia (1873-1952) in villeggiatura aveva notato una simpatica bambina. Un giorno, passando, si fermò e le disse: "Hai imparato a cucire?" La bambina rispose: "No, so soltanto fare le calze". La regina di nuovo disse: "Sai chi sono io?" La bambina rispose: "Si signora: voi siete la regina". "Bene" disse la regina, “confezionami un paio di calze e fammele avere al palazzo”. Pochi giorni dopo, le calze arrivarono e la regina, in compenso, mandò alla bimba un paio di calze di seta, una piena di dolci, l’altra di denaro. L’indomani, la regina ebbe una lettera della sua piccola amica che diceva: “Signora, il vostro regalo mi ha fatto piangere molto. Mio padre si è preso il denaro, mio fratello maggiore si è preso i dolci, le calze se le è prese mia madre”.
La sapienza che viene dall’alto è un dono che viene da Dio che certamente è di grande beneficio per la chiesa, infatti, al capitolo 1 versetto 17, Giacomo aveva detto che ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono all’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi.
Noi abbiamo visto che la saggezza va dimostrata con la buona condotta e con la mansuetudine; abbiamo visto la saggezza che viene dal basso con la sua particolarità, natura e gravità, ora nei vv.17-18, vediamo che c’è un netto contrasto come il giorno e la notte, tra la saggezza che viene dal diavolo e quella che viene da Dio. Dai versetti precedenti, ora l’atmosfera è completamente diversa. 
Innanzitutto vediamo:

Giacomo 3:14-16. La saggezza che viene dal basso.

Giacomo 3:14-16. La saggezza che viene dal basso. 
In questo versetto Giacomo fa un'osservazione diretta ad alcuni all’interno della chiesa che avevano un comportamento che non veniva dalla sapienza divina. 
Giacomo aveva detto che la saggezza si vede dalla condotta e dalla mansuetudine, ma noi stessi la possiamo vedere da ciò che abbiamo nel cuore, un qualcosa che è nascosto che nessuno vede.
Nel Nuovo Testamento  troviamo un ricco uso di “cuore” (Kardia). Cuore si riferisce: 
a. la sede dei sentimenti, desideri e passioni (ad esempio, la gioia, dolore, amore, desiderio, e la lussuria Atti 2:26; Giovanni 16:6; 2 Corinzi 7:3; Romani  10:1; 1:24).
b. la sede del pensiero e della conoscenza (Matteo 7:21; Giovanni 12:40; Atti 8:22; Marco 11:23; Apocalisse 18:7; Romani 1:21).
c. la sede della volontà (Atti 11:23; 2 Corinzi 9:7; Luca 21:14).
d. il centro spirituale dove Dio si rivolge, che è il centro della vita religiosa, morale e che determina il comportamento (Luca 16:15; Romani 5:5; 8:27; Efesini 3:17; Ebrei 8: 10; 2 Pietro 1:19).
Noi in questi versetti vediamo:

Giacomo 3:13. La manifestazione del cristiano spirituale.

Giacomo 3:13. La manifestazione del cristiano spirituale.
Giacomo inizia una nuova sezione sul tema della saggezza.
Questo nuovo soggetto porta avanti in modo naturale ciò che ha preceduto e introduce ciò che verrà al capitolo 4:1-3 dove si parla di conflitti, discordie tra credenti. 
Nel capitolo 3, Giacomo sottolinea l'importante ruolo dell’ insegnante e dell’uso della lingua, ora egli sottolinea il peso della saggezza. Anche se si può riferire in primo luogo ai maestri ad avere questo tipo di saggezza non solo in teoria, ma anche in pratica, è chiaro che l’insegnamento è per tutti i cristiani.

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