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Visualizzazione dei post con l'etichetta obbedienza

Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Giosuè 1:7: La via della conquista

 Giosuè 1:7: La via della conquista Come possiamo essere vittoriosi nella vita cristiana?  Come possiamo affrontare le sfide con successo? Per Giosuè quale era la via per la conquista di Canaan? Risponderemo a queste domande meditando Giosuè 1:7 che dice: “Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai”. Quando Israele invase Canaan intorno al 1400 a.C., la terra era popolata da diverse popolazioni organizzate in città-stato relativamente piccole, ma protette da mura massicce.  Queste popolazioni erano abituate alla guerra, erano ben organizzate e alcune avevano anche i carri da combattimento, i carri armati del mondo antico.  Sebbene le città-stato fossero indipendenti, e spesso erano in guerra l'una contro l'altra, ma si unirono per resistere al loro comune nemico: gl’Israeliti.  Ed è per questo che il Signore inc...

Galati 3:13: La specificazione della salvezza in Cristo

Galati 3:13: La specificazione della salvezza in Cristo Dopo che Harriet Tubman fuggì dalla schiavitù nel 1849, si impegnò immediatamente nel movimento abolizionista, organizzando incontri e parlando contro la schiavitù.  Ma non era abbastanza; tornò al Sud per aiutare altri schiavi a trovare la libertà.  Se fosse stata catturata, sarebbe stata ricacciata in schiavitù, o uccisa come esempio per altri fuggitivi.  Tubman tornò al Sud diciannove volte per salvare circa trecento compagni schiavi nonostante i rischi che correva da parte dei cacciatori di schiavi. In Galati 3:13 però, non si tratta di una libertà dalle altre persone bensì dalla maledizione della legge di Dio! Nella precedente predicazione abbiamo visto la salvezza in Cristo, parlando della persona e del prezzo della salvezza, oggi vediamo la specificazione della salvezza, cioè da che cosa Cristo ci libera: dalla maledizione della legge. Ora dobbiamo chiarire un punto come ha detto qualcuno: "Cristo ha redento d...

1 Samuele 15:24: La disobbedienza di Saul - lezioni sulla fedeltà a Dio

 1 Samuele 15:24: La disobbedienza di Saul - lezioni sulla fedeltà a Dio “Allora Saul disse a Samuele: ‘Ho peccato, perché ho trasgredito il comandamento del SIGNORE e le tue parole, perché ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce’”. Cosa spinge un uomo scelto da Dio a disobbedire così apertamente come Saul?  Cosa possiamo imparare da questa storia millenaria? Cercherò di dare delle risposte a queste domande. Intanto vediamo il contesto di questo versetto. Gli Amalechiti caddero sotto la stessa maledizione di quelle nazioni Cananee che dovevano essere distrutte (1 Samuele 15:1–3; cfr. Esodo 17:8–16; Deuteronomio 20:16–18; 25:17–19).  L’obbedienza di Saul fu messa alla prova ancora una volta e ancora una volta fallì.  Il suo potere regale non gli dava il diritto di modificare le istruzioni date da Dio per adattarle a se stesso, Saul disobbedì agli ordini del Signore degli eserciti (1 Samuele 15:4–9). Dio comunicò a Saul tramite Samuele le conseguenze della...

Esodo 4:2: Dio trasforma l'ordinario in straordinario

Esodo 4:2: Dio trasforma l’ordinario in straordinario Nella società moderna, siamo costantemente bombardati dall’idea che per avere successo e impatto dobbiamo possedere qualcosa di straordinario: talenti eccezionali, risorse illimitate, o conoscenze influenti.  Ma la verità biblica ci ricorda che Dio fa la differenza, e Dio non è limitato da ciò che il mondo considera potente, influente, o prestigioso. Anzi, spesso Dio sceglie l’improbabile e l’umile per confondere i sapienti di questo mondo.  Un esempio lampante di questa verità si trova in Esodo 4:2, quando Dio si rivolge a Mosè chiedendogli: “Che cos’è quello che hai in mano?”.  La semplice risposta di Mosè fu: “Un bastone”. Da quel momento, quel semplice bastone divenne uno strumento di Dio nelle mani di Mosè che combatterà una delle più grandi superpotenze dell’antichità: l’Egitto dei faraoni.  Per volontà e azione di Dio, quel semplice bastone si trasformò in un’arma potente in grado di scatenare piaghe, divid...

2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia

  2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia 2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia I vv.5-6 parlano della consacrazione di Ezechia, cioè della fede e della fedeltà che aveva nel Signore, un esempio per tutti credenti. I vv.7-8 ci parlano della conseguenza della consacrazione di Ezechia. Come sottolineato da George Barlow: "Dio onora l'uomo che è zelante per la Sua gloria"; Ezechia ne è la prova tangibile.  La sua consacrazione a Dio non solo lo ha elevato spiritualmente, ma si è tradotta anche in benefici concreti nella sua vita terrena, infatti prosperò, ebbe dal Signore ricchezze e onore (2 Cronache 31:20–21; 32:23,27-30). Così vediamo tre elementi della conseguenza della fede e della fedeltà di Ezechia nel Signore. Prima di tutto consideriamo: I IL CONSEGUIMENTO (v.7)  Leggiamo nel v.7: “Il SIGNORE fu con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese”. “Che riusciva in tutte le sue imprese” è in enfasi. Questa frase racchiude un mes...

2 Re 18:5-6: La consacrazione di Ezechia

  2 Re 18:5-6: La consacrazione di Ezechia Quale re di Israele o di Giuda è stato il migliore di tutti?  Molti potrebbero rispondere il re Davide, perché era un uomo secondo il cuore di Dio (1 Samuele 13:14; Atti 13:22). Ma i libri dei Re presentano altri due re che potrebbero meritare il titolo di “migliore di tutti”, vale a dire il re di Giuda Ezechia come anche il suo pronipote, il re Giosia (2 Re 23:25), infatti ricevono elogi straordinariamente alti da chi ha scritto 2 Re.  Se Salomone è noto per la sua saggezza; Giosia per la sua conversione al Signore; Ezechia è noto per la sua fiducia nel Signore. La fede e fedeltà di Ezechia al Signore erano esemplari. Ma prima volevo dire due parole sul contesto storico. Con la distruzione del regno di Israele nel nord e il disastroso regno di Acaz nel sud, la minaccia Assira in quella regione, raggiunse il suo apice. Nonostante ciò, il giovane re Ezechia intraprese l’audace compito di riformare la religione di Giuda e di ribell...

Giovanni 21:6: La pesca efficace

 Giovanni 21:6: La pesca efficace Nel sermone di oggi, ci concentriamo sulla pesca miracolosa di Gesù, come narrato nel Vangelo di Giovanni.  Questo evento non solo rivela l’autorità divina di Gesù, ma sottolinea anche l'importanza dell'obbedienza e della fede in Lui per raggiungere risultati. Giovanni 21 inizia dopo che il Gesù risorto era già apparso ai discepoli due volte, eppure questi sembrano ancora smarriti, sono ritornati alla pesca, a loro vecchio lavoro; non sapevano cos’altro fare di sé stessi.  Gesù quindi, si manifestò di nuovo, la terza volta ai discepoli presso il mare di Tiberiade.  Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli vanno a pescare, ma non pescarono nulla quella notte.  La mattina Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Lui; Gesù disse loro se avevano pescato, alla loro risposta negativa, Gesù disse di gettare la rete dal lato destro del...

Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita

 Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita Qualcuno ha detto: "Un viaggio è come un matrimonio. Tu prendi il buono con il cattivo". Un viaggio è come un matrimonio, con i suoi momenti buoni e cattivi, perché ci sono momenti di relax, di gioia, ma non sempre tutto fila liscio come abbiamo pianificato prima di partire: ritardi, problemi di salute, con la prenotazione, scioperi, condizioni meteorologiche avverse, e così via. Metaforicamente anche la vita può essere paragonata a un viaggio, con i suoi alti e bassi, con gioie e tristezze, salute e dolori, serenità e inquietudine, successi e fallimenti, conforto e sfide, con previsti e imprevisti. Come il popolo d'Israele, anche noi attraversiamo per “deserti”, metaforicamente momenti di difficoltà e incertezze di vario genere.  Ma Dio è con noi, veglia su di noi e ci accompagna in ogni passo del nostro cammino, come ha fatto con il popolo d’Israele. Il contesto di questo versetto di Deuteronomio, racconta le tappe ...

Giudici 21:25: Senza una guida timorata di Dio c’è disordine

 Giudici 21:25: Senza una guida timorata di Dio c’è disordine “ In quel tempo, non c'era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio”. Questo è stato il ritornello di tutto il libro dei Giudici (Giudici 17:6; 18:1; 19:1). Essenzialmente, Dio non era riconosciuto come Re in Israele; il periodo dei giudici fu un periodo di anarchia e sconvolgimento.  Le persone spesso senza leader sguazzavano nell'idolatria, nell'immoralità e nell'odio.  Il peccato abbondava sia a livello personale che nazionale, e Dio permise ripetutamente al nemico di sopraffare il Suo popolo. Questo commento conclusivo del v.25 in Giudici, riflette i tre peccati principali del libro: infedeltà al Signore (Giudici 1:1–3:6), individualismo morale autodistruttivo (Giudici 3:7–16:31) e ferocia omicida che uccide la società (Giudici 17:1–21:25). Nel contesto vediamo che un Eframita di nome Michea usò l'argento rubato per fare un idolo e reclutò un levita per servire come sacerdote di famig...

Malachia 1:6: Coloro che ricevono la disapprovazione del Signore degli eserciti

  Malachia 1:6: Coloro che ricevono la disapprovazione del Signore degli eserciti Malachia 1:6 dice: “Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono padre, dov'è l'onore che m'è dovuto? Se sono padrone, dov'è il timore che mi è dovuto? Il SIGNORE degli eserciti parla a voi, o sacerdoti, che disprezzate il mio nome! Ma voi dite: ‘In che modo abbiamo disprezzato il tuo nome?’” L’ultima volta abbiamo visto il responsabile della disapprovazione, oggi vediamo i riceventi della disapprovazione del Signore degli eserciti, cioè i sacerdoti. In questo periodo storico d’Israele, il popolo aveva dimenticato le proprie priorità e mise i propri interessi e bisogni al di sopra di quelli del Signore (cfr. per esempio Aggeo 1:2–6).  Purtroppo, questa verità caratterizzava anche il loro culto, infatti, mentre il popolo prosperava, offriva al Signore gli avanzi, o il peggio dei sacrifici (Malachia 1:6–10), e i sacerdoti non facevano nulla per correggere questo ...

Malachia 1:6: Il responsabile della disapprovazione ai sacerdoti

 Malachia 1:6: Il responsabile della disapprovazione ai sacerdoti Malachia 1:6 dice: “Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono padre, dov'è l'onore che m'è dovuto? Se sono padrone, dov'è il timore che mi è dovuto? Il SIGNORE degli eserciti parla a voi, o sacerdoti, che disprezzate il mio nome! Ma voi dite: ‘In che modo abbiamo disprezzato il tuo nome?’” Questo versetto ci parla della disapprovazione del Signore degli eserciti ai sacerdoti d’Israele nel periodo di Malachia. In questo versetto vediamo un’incoerenza molto comune e sempre attuale tra professione di fede e pratica, tra conoscenza e servizio per il Signore.  Dopo aver parlato alla nazione nel suo insieme riguardo l’amore del Signore, cioè della sua elezione, il profeta ora si rivolge con franchezza ai sacerdoti d’Israele riguardo il loro ministero superficiale e infedele. Il Signore aveva amato Giacobbe, il popolo d’Israele, li aveva fatti Suoi figli, ma sia i sacerdoti che il po...

Isaia 26:12: Speranza per il futuro

 Isaia 26:12: Speranza per il futuro Nel film Rocky, Apollo Creed dice a Rocky Balboa: “Non ci sarà rivincita!” Rocky Balboa risponde: “E chi la vuole!” Come Rocky Balboa molti di noi non amano le sfide. Siamo all’inizio di questo anno, molti di noi pensano alle varie sfide che dovranno affrontare.  Quante paure! Quante ansie! Ci chiediamo ce la faremo? I tempi sono difficili come poteva essere per Israele, ma qui troviamo una meravigliosa certezza: Dio darà la pace al Suo popolo! Il capitolo 26 di Isaia ci parla di vittoria finale e fiducia in Dio e quindi di pace del popolo di Dio. Riguardo il contesto di questo capitolo Andrew Davis scrive: “In Isaia 24–27 il popolo sofferente di Dio che sta attraversando il fuoco dell'oppressione per mano di tiranni viziosi riceve due grandi incoraggiamenti: (1) Dio sta governando attivamente in questo momento, misurando le vittorie dei malvagi e limitando il danno che possono fare al suo amato popolo; (2) Dio un giorno schiaccerà tutti gl...

1 Samuele 3:10: L’atteggiamento giusto davanti a Dio

1 Samuele 3:10: L’atteggiamento giusto davanti a Dio  “Il SIGNORE venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: ‘Samuele, Samuele!’ E Samuele rispose: ‘Parla, poiché il tuo servo ascolta’”.  Ci sono degli aspetti nella preghiera che trascuriamo, una di queste è l’ascoltare Dio per obbedirgli. Samuele c’insegna ad ascoltare Dio per fare la Sua volontà! In questo modo la preghiera non sarà antropocentrica, cioè prego così Dio soddisfa le mie preghiere, ma prego affinché io possa soddisfare le Sue aspettative! La chiamata di Samuele è certamente una delle storie più famose che viene raccontata ai bambini per indicare che Dio li ama, oppure che può chiamare anche loro benché siano ancora piccoli. In verità, tuttavia, questa non è solo una storia per i bambini, lo è anche per gli adulti. Samuele rappresenta la speranza di un nuovo inizio in una fase della storia d’Israele buia. 

Giovanni 21:6: L’obbedienza a Gesù porta risultati

 Giovanni 21:6: L’obbedienza a Gesù porta risultati (Lucca) “Ed egli disse loro: ‘Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete’. Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci”. Giovanni 21 inizia dopo che il Gesù risorto era già apparso ai discepoli due volte.  Eppure i discepoli sembrano ancora smarriti, sono tornati alla pesca, a loro vecchio lavoro; non sapevano cos’altro fare di se stessi, non avendo ancora ricevuto nuovi ordini di marcia.  Gesù quindi, si manifestò di nuovo, la terza volta ai discepoli presso il mare di Tiberiade. Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli vanno a pescare, ma non pescarono nulla quella notte.  La mattina Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù; Gesù disse loro se avevano pescato, alla loro risposta negativa, Gesù disse di gettare la rete dal lato destro della barca che avr...

Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio

  Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio La chiamata di un profeta a volte era bizzarra perché Dio poteva chiedergli di fare cose fuori dalla normalità per illustrare situazioni del popolo e lanciare così un messaggio; il profeta stesso così era un segno per il popolo. Questo era il caso anche di Osea, Dio gli ha chiesto di sposare una prostituta e fare figli di prostituzione, e Osea lo ha fatto. Se la moglie Gomer rappresenta la nazione con i suoi peccati, i figli di prostituzione rappresentano i singoli Israeliti. Dio dice anche a Osea come deve chiamare i figli, questi nomi particolari che troviamo nei vv.4-9, simboleggiano l’azione del Signore sul popolo d’Israele, servivano come messaggi di Dio (cfr. Isaia 7:3; 8:3-4; Ezechiele 23:4) per essere elaborati e spiegati dal profeta. Dunque questi nomi erano di cruciale importanza nel ministero di Osea ed esprimevano lo sdegno, la disapprovazione del Signore per tutto il popolo per il suo adulterio spirituale, per la mancanza di dev...

Osea 1:2-3: La chiamata di Osea

  Osea 1:2-3: La chiamata di Osea Dio fa cose strane agli occhi dell’umanità! Ha detto a Osea di sposare una donna che si prostituiva per far riflettere gli Israeliti riguardo la loro infedeltà! In questi versetti vediamo che Osea con la sua vita è chiamato a essere un segno per il suo popolo.  Osea doveva prendere in moglie una prostituta e fare figli di prostituzione perché il paese si prostituiva abbandonando il Signore. Non è l’unica volta che un profeta è stato chiamato a essere un segno per la popolazione. Isaia camminò seminudo e scalzo per tre anni come segno e presagio dell'imminente esilio dell'Egitto e dell’Etiopia da parte degli Assiri (Isaia 20:3-5).  A Geremia è comandato di indossare un giogo di legno, come previsione della sottomissione di Giuda e di altre nazioni a Babilonia (Geremia 27). A Ezechiele il Signore gli ordina di sdraiarsi sul fianco sinistro per più di un anno nei pressi di un piccolo modello di Gerusalemme sotto assedio (Ezechiele 4-5); gli ...

Ebrei 10:10: L’opera di Gesù Cristo sulla croce per i credenti: La santificazione

 Ebrei 10:10: L’opera di Gesù Cristo sulla croce per i credenti: La santificazione “In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.” “Santo subito” è uno slogan che è stato gridato nel 2005 per reclamare la rapida santificazione di papa Giovanni Paolo II. Questa espressione nacque durante il raduno di fedeli cattolici a Roma in l’occasione della morte (2 aprile), e dei funerali (8 aprile) di Giovanni Paolo II. In quell'occasione tantissimi fedeli, soprattutto giovani, sfilò gridando questo slogan e sollevando striscioni che lo esponevano. In realtà nella Bibbia la santificazione è attribuita allo Spirito Santo (cfr. Romani 15:16; 1 Corinzi 6:11; 1 Tessalonicesi 5:23) e a Dio subito per tutti i veri credenti. Infatti l’autore della lettera agli Ebrei afferma con certezza che tutti i cristiani sono santificati: “Noi siamo stati santificati.” “Siamo stati santificati” (hēgiasmenoi- perfetto passivo p...

Deuteronomio 4:39-40: La sollecitazione della manifestazione di Dio

 Deuteronomio 4:39-40: La sollecitazione della manifestazione di Dio Tozer diceva: “È impossibile mantenere salde le nostre pratiche morali e i nostri atteggiamenti interiori retti mentre la nostra idea di Dio è errata, o inadeguata. Se vogliamo riportare il potere spirituale nella nostra vita, dobbiamo iniziare a pensare a Dio più da vicino a come Egli è." Nelle predicazioni precedenti di Deuteronomio 4, abbiamo visto la singolarità della manifestazione di Dio (vv.32-34); abbiamo poi visto gli scopi della manifestazione di Dio (vv.35-38), ora nei vv.39-40 noi vediamo la sollecitazione della manifestazione di Dio. I vv.39-40 concludono il discorso fatto fino in questo momento: sapendo chi è il Signore, che è l’unico Dio, nessuno è come Lui in tutto l’universo, e sapendo cosa ha fatto, Israele deve sapere e riconoscere che è il solo Dio e a Lui devi obbedire. Non farlo significa rifiutare la felicità e la lunga vita che Egli offre. Nella sollecitazione della manifestazione di Dio c...

Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia

 Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia Dopo aver partecipato a un culto in una chiesa, un dentista disse al pastore: "Non posso più frequentare la tua chiesa". Quando il pastore gli chiese il motivo, il dentista rispose: "Uno dei tuoi membri stava cantando lodi a Dio attraverso i denti che si è rifiutata di pagare".  Questa storia ci fa capire come possiamo essere ipocriti con un’obbedienza parziale: la domenica adoriamo il Signore e durante la settimana ci comportiamo come ci pare! La controversia di Gesù con le autorità ebraiche porta a una condanna delle pratiche "ipocrite" degli "scribi e Farisei", e a un solenne avvertimento di un prossimo giudizio (capitolo 23). L’occasione della condanna agli scribi e ai Farisei è iniziata al capitolo 22:41-46 in seguito a una domanda per provarlo chiedendogli quale fosse il gran comandamento nella legge, e da qui Gesù inizia un confronto con i Farisei sul Messia. Matteo riporta poi la condann...

La parabola del moscerino e del cammello (Matteo 23:24)

  La parabola del moscerino e del cammello (Matteo 23:24)  Non sbagli quando scegli di obbedire a Dio!! L'obbedienza a Dio in opposizione alla disobbedienza è una questione di vita, o di morte.  Dio ha dato all'umanità l'innato la possibilità di scegliere: la scelta dell'obbedienza porta la promessa della benedizione della vita; la scelta della disobbedienza porta la maledizione, al giudizio e alla morte (Genesi 2-3; Deuteronomio 11:26-28; 28-30; cfr. Matteo 7:21-27). Sono beati chi obbedisce a Dio! (Luca 11:28; Giacomo 1:25). L’obbedienza a Dio è la prova che una persona è stata salvata! (cfr. Efesini 2:8-10; Tito 2:14) L’obbedienza è la prova che hai conosciuto Dio (cfr. 1 Giovanni 2:4-6). John Blanchard dice: “La prova della fede salvifica non è quanto credi, ma quanto bene ti comporti”. L'obbedienza è il segno distintivo della fede; la vera fede ci spinge e c’impegna all’obbedienza! La vera fede implica l’obbedienza!