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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Giovanni 21:6: La pesca efficace

 Giovanni 21:6: La pesca efficace
Nel sermone di oggi, ci concentriamo sulla pesca miracolosa di Gesù, come narrato nel Vangelo di Giovanni. 
Questo evento non solo rivela l’autorità divina di Gesù, ma sottolinea anche l'importanza dell'obbedienza e della fede in Lui per raggiungere risultati.
Giovanni 21 inizia dopo che il Gesù risorto era già apparso ai discepoli due volte, eppure questi sembrano ancora smarriti, sono ritornati alla pesca, a loro vecchio lavoro; non sapevano cos’altro fare di sé stessi. 
Gesù quindi, si manifestò di nuovo, la terza volta ai discepoli presso il mare di Tiberiade. 
Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli vanno a pescare, ma non pescarono nulla quella notte. 
La mattina Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Lui; Gesù disse loro se avevano pescato, alla loro risposta negativa, Gesù disse di gettare la rete dal lato destro della barca che avrebbero trovato i pesci. 
Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla perché era piena di pesci. 
Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro che quell’uomo era il Signore. 
Una volta tirata la rete a terra, contarono centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 
L'atto di gettare la rete e tirare su i pesci è una metafora della missione di evangelizzare dei discepoli. 
Proprio come i pescatori tirano su i pesci dal mare, i discepoli sono chiamati a “pescare gli uomini” per condurli a Cristo (cfr. per esempio Matteo 4:18-22; Marco 1:16-20).
Quali lezioni impariamo da questa storia?
Quali sono le caratteristiche di una missione con risultati?
Prima di tutto vediamo che:
I L REGALITÀ DI GESÙ
“Ed egli disse loro: ‘Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete’. Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci”.
Gesù ordina ai discepoli di gettare la rete nel lato destro e avrebbero preso del pesce e così è stato!
Secondo alcuni studiosi, per la sovranità e la conoscenza soprannaturale che aveva, Gesù ha indirizzato i discepoli nel lato giusto dove c’erano i pesci.
Per altri studiosi, questa pesca è stata un miracolo di Gesù, e ci può anche stare, perché Gesù come vediamo nei vangeli, trascende i poteri del corso ordinario della natura, infatti ha fatto tanti miracoli; quindi, avrebbe potuto creare in quel momento i pesci.
Gesù è il Signore della natura, ha autorità sulla natura, come vediamo anche altrove quando per esempio ha fatto la moltiplicazione dei pani e dei pesci per sfamare migliaia di persone (Matteo 14:13-21; 15:32-38), o dal fatto che calmò la tempesta (Matteo 8:23-27), e questo non ci deve meravigliare visto che ne è il Creatore! (cfr. per esempio Giovanni 1:1-4; Colossesi 1:16; Ebrei 1:3). 
Inoltre, un’altra interpretazione è: Gesù avrebbe potuto usare il Suo potere onnipotente per guidare i pesci da qualche altro punto del lago nella loro rete.
Charles Swindoll scrive: “Non dimentichiamo il contesto completo di questo evento. Gesù non ha semplicemente visto un grande banco di pesci da cento metri di distanza, come alcuni hanno suggerito. Egli è il Creatore. Ha creato i pesci. E ha fatto sì che quei pesci si trovassero dove i discepoli potevano tirarli nelle loro reti”.
Quindi anche se non fosse stato un vero miracolo, Gesù ha fatto in modo, con la Sua autorità, di spingere un banco di pesci al lato destro della barca.
Louise Lawson Johnson dice: “È davvero un miracolo quando l'inadeguatezza diventa adeguatezza, quando il fallimento si trasforma in successo, o quando la scarsità è sostituita dall'abbondanza”.
Dobbiamo fare i conti con i nostri limiti, e anche se facciamo del nostro meglio e abbiamo risultati, non dobbiamo mai dimenticare che, in definitiva, il successo non dipende da noi!! (cfr. Deuteronomio 8:17-18; 2 Corinzi 4:7)
Pietro e i suoi soci in affari gestivano una redditizia impresa di pesca ed erano esperti nella loro vocazione; avevano anni di esperienza e tutte le attrezzature, eppure le loro reti erano vuote. 
Solo con la guida del Signore quegli uomini ebbero un grande pescato!
Charles Swindoll scrive: “La pesca miracolosa ha dimostrato che senza l’aiuto del Signore, la nostra competenza e diligenza non porteranno a nulla”.
Molte volte falliamo, ci sentiamo inadeguati, mancanti, falliti e frustrati davanti certe situazioni.
Noi temiamo l’inadeguatezza, i fallimenti, le mancanze!
Ma Gesù il Signore risorto ci viene in soccorso! 
Con Gesù l'inadeguatezza può diventare adeguatezza!
Con Gesù il fallimento si trasforma in successo!
Con Gesù la scarsità è sostituita dall'abbondanza!
Gesù è in grado di operare grandi cose!
Il Gesù risorto può cambiare la nostra vita, o le nostre circostanze, può calmare le nostre ansie e paure, e la Sua pienezza riempire il nostro vuoto!
È bello pensare che Gesù si sia presentato ai discepoli mentre stavano lavorando; questo ci fa capire che era interessato a tutta la loro vita, non solo quando lo assistevano nel servizio religioso. 
“Il Redentore e Signore risorto mostra agli uomini il Suo interesse e la Sua potenza nella quotidianità delle loro vite” (Morgan).
Che grande conforto!
Gesù si preoccupa della nostra quotidianità!
Quindi anche del nostro lavoro! E ci viene in soccorso!
Ricordiamolo sempre, soprattutto quando abbiamo problemi!
Nessun problema è più grande del Signore!
S. Hughes diceva: “Le tue difficoltà non sono onnipotenti. Solo il Signore è onnipotente”.
Non dobbiamo guardare alle dimensioni dei nostri problemi, ma alla grandezza e alla potenza di Dio, in questo modo i nostri problemi diventeranno poca cosa!
Quando ci sono così tante cose apparentemente impossibili da fare, ricordiamo che Dio è potente, niente è impossibile per Lui (cfr. per esempio Matteo 19:26) e ci darà la forza di affrontare di affrontare qualsiasi cosa (cfr. per esempio Filippesi 4:13).
Ma Gesù non ha solo l’autorità sulla natura, sulle circostanze, ce l’ha anche riguardo la missione di essere pescatori di uomini!
Nel passo cosiddetto del grande mandato, la missione di fare discepoli a Lui tutti i popoli, Gesù incoraggia gli undici dicendo: “E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: ‘Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra” (Matteo 28:18).
In queste parole vi è un’allusione a Daniele 7:13-14 che parla appunto profeticamente di Gesù: “Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto”. 
“Mi è stato dato” (dídōmi) mostra questa autorità - potere che proviene da Dio stesso, ed è stato chiamato, da alcuni studiosi come l'intronizzazione del Messia come Sovrano e Giudice. 
La Sua autorità è un aspetto della Sua regalità.  
“Autorità” (exousia) si riferisce alla libertà e al diritto di parlare e agire come si vuole. 
In relazione a Dio, quella libertà e quel diritto sono assoluti e illimitati, Dio può fare quello che vuole e nessuno gli è lo può impedire!
“Autorità” significa avere “potere assoluto” ed è usato qui per l’autorità assoluta di Gesù.
“L'autorità di Gesù è assoluta e universale. Non c'è potere, o autorità che possa competere con la sua. Egli è il Signore e Re di tutto il creato, e la sua parola ha il potere di creare, trasformare e redimere. Dobbiamo sottometterci alla sua autorità con umiltà e obbedienza, sapendo che Egli è il nostro Creatore, Redentore e Giudice” (D.A. Carson).
Quest parola evidenzia allora la natura divina di Gesù, la Sua sovranità universale e il Suo ruolo centrale nel piano di salvezza di Dio. 
Inoltre, sottolinea l'importanza dell'autorità conferita ai credenti per compiere la missione di Gesù nel mondo.
Ma vediamo:
A) La pluralità dell’autorità regale di Gesù
Gesù aveva autorità, lo ha mostrato in diverse occasioni.
(1) In primo luogo, Gesù aveva autorità sui demoni
Gesù è venuto per distruggere il potere del diavolo (1 Giovanni 3:8). Gesù liberò diverse persone indemoniate e le persone erano prese da stupore (Luca 4:36; Matteo 17:18).
(2) In secondo luogo, Gesù aveva autorità nel perdonare i peccati e quindi sulle malattie
Anche in questo caso Gesù suscitava stupore e glorificazione a Dio (Matteo 9:6-8; 10:1; Marco 2:1-12).
(3) In terzo luogo, Gesù aveva autorità nel Suo insegnamento
Anche in questo caso Gesù suscitava stupore (Matteo 7:28-29; Marco 1:22,27).
(4) In quarto luogo, Gesù ha autorità sulla Sua vita, morte e resurrezione (Giovanni 10:17-18). 
Gesù ha, anche risuscitato dei morti (Marco 5:21-43; Luca 5:11-17; Giovanni 11).
(5) In quinto luogo, Gesù ha l’autorità sugli agenti atmosferici (Luca 8:24-25).
(6) In sesto luogo, Gesù ha l’autorità di giudicare (Giovanni 5:22-27).
(7) In settimo luogo, Gesù ha autorità di dare la vita eterna (Giovanni 12:30-32; 17:2; Atti 5:30-31).
Possiamo dire che, come autorità, Gesù operava come il Padre (Giovanni 5:17-19) dimostrando così la Sua divinità.
Ma vediamo:
B) Il posto regale dove Gesù esercita l’autorità 
Matteo 28:18 dice: “In cielo e sulla terra”.
“Cielo e terra” indica autorità globale, universale, su tutto l’universo. 
Durante il Suo ministero terreno, Gesù aveva autorità, ma il Suo esercizio è stato limitato in una zona perché aveva i limiti di un corpo umano. 
Nella Sua condizione di risorto esercita il Suo dominio universale assoluto: in cielo e terra. 
Alcuni uomini, seppur potenti, furono sovrani, in alcune parti della terra, ma non su tutta la terra e soprattutto non in cielo, riguardo cioè agli esseri spirituali, in particolar modo in riferimento ai demoni (Efesini 1:20-23; 6:12).
Gesù è di rango regale (Matteo 1:1-17; 2:1-12; 21:1-11), è il Re dei re, il Signore dei signori (Apocalisse 19:16). 
Il senso è che l’autorità di Gesù è superiore a tutte le altre autorità spirituali, tranne che al Padre da cui ha ricevuto questa autorità (Giovanni 3:35; 1 Corinzi 15:27-28; Filippesi 2:9-10; Colossesi 1:15-20; 1 Pietro 3:22). 
La Sua risurrezione dimostra la Sua autorità su ogni potere che può essere immaginato. 
Di conseguenza, non dobbiamo aver paura di Satana, o di chiunque altro, mentre noi siamo impegnati nel servizio Gesù. 
L’autorità di Gesù è anche sulla terra sia sui credenti che anche sui non credenti. 
Perché tutto il potere di Gesù Cristo è universale, i Suoi discepoli hanno il coraggio di andare fra le genti a predicare il Vangelo consapevoli che il successo non è nelle mani degli uomini, o dei demoni. 
Perché il potere di Gesù Cristo è universale, i Suoi discepoli hanno la certezza che la salvezza degli uomini è un’opera interamente Sua, i discepoli sono solo strumenti nelle Sue mani (Giovanni 6:44; Atti 2:14-41; 16:14; Romani 8:28-30). 
La missione dei discepoli non sarebbe stata facile: avrebbero incontrato opposizione, persecuzioni e persino il martirio. 
Ma Gesù li rassicura che il Suo potere è superiore a qualsiasi forza avversa. 
Possono affrontare le sfide sapendo che sono sostenuti dal Signore risorto.
Noi possiamo confidare che momento dopo momento, giorno dopo giorno, dovunque ci troviamo nell’evangelizzazione, Gesù ha autorità su tutto e tutti!
Gesù, con la Sua autorità, trasforma l'inadeguatezza in abbondanza!
Quando ci sentiamo inadeguati, incapaci o sconfitti, possiamo ricordare che Gesù ha autorità su tutte le cose e può trasformare le nostre vite, e moltiplicare quel poco che abbiamo come ha fatto con la moltiplicazione dei pani e dei pesci (Matteo 14:15-21; 15:32-39). 
Egli può prendere le nostre debolezze e trasformarle in punti di forza, i nostri fallimenti in successi e la nostra scarsità in abbondanza.
Dobbiamo solo affidarci a Gesù e obbedire ai Suoi comandi. 
Con il Suo potere, possiamo compiere grandi cose per il Suo regno! (cfr. per esempio Giovanni 14:12-14; Filippesi 4:13).
Consideriamo ora:
II LA REAZIONE DEI DISCEPOLI 
“Essi dunque la gettarono”.
Obbedienza e fede sono pilastri della vita cristiana, e i discepoli dimostrarono di averli entrambi.
Noi vediamo che:
A) I discepoli obbedirono a Gesù
Certo fino a quel momento non avevano riconosciuto che l’uomo che l’incoraggia a gettare la rete nel lato destro fosse Gesù.
Eppure, questi uomini obbediscono al comando di Gesù con una strana prontezza; c'era qualcosa di irresistibilmente autorevole nella voce di quell’uomo che non ammetteva discussioni, o esitazioni; quindi, con fiducia obbedirono al Suo comando… l’obbedienza a Gesù è stata naturale.
I pescatori esperti di solito non consentono a un perfetto estraneo di dare loro indicazioni, i discepoli avrebbero potuto rispondere: “Vuoi insegnarci come dobbiamo fare il nostro lavoro?” Oppure “Chi sei tu da dirci quello che dobbiamo fare?”.
Non è accaduto niente di questo genere! 
Senza esitazioni, senza nessuna obiezione fecero ciò che Gesù disse loro di fare:obbedirono!
Forse gli obbedirono, perché lo avevano già sperimentato qualche tempo prima!
Infatti, Gesù aveva detto a Pietro di gettare le reti per pescare e Pietro rispose: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti” (Luca 5:5).
Pietro obbedì e presero una tal quantità di pesci che le reti si rompevano e avevano bisogno di un’altra barca per aiutarli e così si riempirono due barche! (Luca 5:6-7).
Ora, non c'era motivo che pescare da un lato della barca sarebbe stata migliore che dell'altro lato, anche se alcuni commentatori portano l'attenzione su passaggi di autori classici che mostrano che il lato destro era il lato fortunato, ma alla luce della Bibbia non sembra che sia l’interpretazione giusta.
Piuttosto ciò che è messo in evidenza, la cosa più importante è l'obbedienza a Cristo e non la fortuna! 
“Non c'è bisogno di cercare significati simbolici per la destra e la sinistra. La differenza non è tra destra e sinistra, ma tra lavorare con e senza la guida divina” diceva Plummer.
L’imperativo di Gesù è chiaro e inequivocabile, e i discepoli pescatori fecero semplicemente quello che aveva detto loro, i discepoli obbedirono!
Dunque:
B) I discepoli fecero ciò che Dio richiede al Suo popolo
Dalle pagine sacre della Bibbia, risuona un imperativo chiaro e inconfondibile: l'obbedienza al Signore Dio che si è fatto vicino, che ha scelto un popolo e lo ha guidato verso la salvezza (cfr. per esempio Levitico 25:18; Deuteronomio 26:16; 32:46; 1 Samuele 15:22; Romani 6:16-18; 1 Pietro 1:14-16).
Anche Gesù Cristo uomo, con il Suo esempio ci insegna a obbedire a Dio (cfr. per esempio Matteo 26:39; Giovanni 4:34; 6:38; 8:29; 14:31; 17:4; Romani 5:19; Filippesi 2:8; Ebrei 5:8).
L'obbedienza a Dio non è solo un comandamento per il Suo popolo, ma è stata esemplificata in modo perfetto da Gesù Cristo stesso. 
La Sua vita terrena è stata una continua manifestazione di fedeltà alla volontà del Padre, un modello a cui tutti noi siamo chiamati a conformarci e non solo ad ammirare!
La Bibbia ci dice che l’obbedienza è collegata con l’amore per il Signore (cfr. per esempio Salmo 119:167; Giovanni 14:15; 1 Giovanni 5:3; 1 Giovanni 2:5; 3:10; 2 Giovanni 6), dimostra che gli siamo grati per le Sue benedizioni (cfr. per esempio Salmo 116:12-14; 2 Corinzi 5:14-15). 
L’obbedienza è collegata anche con il timore di Dio (cfr. per esempio Proverbi 9:10; 16:6; Ecclesiaste 12:13; 2 Corinzi 5:11)
Ma in questo contesto è un’obbedienza che proviene dalla fede.
Nella Bibbia vediamo che l’obbedienza è collegata anche con la fede.
I discepoli si sono fidati di Gesù e hanno seguito il Suo comando di gettare le reti nel lato che aveva detto Lui.
Se non crediamo in Dio abbastanza da obbedirgli, non crediamo affatto in Lui!
L'obbedienza alla volontà di Dio dimostra la realtà che abbiamo fede in Dio (Matteo 7:21; Romani 1:5; Ebrei 11:8; Giacomo 2:14-26).
La fede non è solo una mera convinzione intellettuale, ma un'azione concreta che si manifesta nell'obbedienza ai comandamenti di Dio.
Abramo, ad esempio, è considerato un esempio di fede eccezionale proprio per la sua obbedienza a Dio, come per esempio  quando gli chiese di lasciare la sua terra e di andare verso un paese sconosciuto (Ebrei 11:8). 
Nella nostra vita ci possono essere situazioni che richiedono fede per azioni che possiamo ritenere strane, o incomprensibili secondo la nostra logica umana come poteva essere il gettare la rete nel lato destro della barca.
Per esempio, il Signore ha ordinato a Noè di costruire un’arca gigantesca per il diluvio quando il diluvio ancora non c’era, e si salvò con la sua famiglia (Ebrei 11:7).
Oppure il popolo d’Israele doveva girare sette volte, una volta al giorno per sette giorni, attorno a una città ben protetta come Gerico e vinse (Giosuè 6; Ebrei 11:30)
O ancora Gedeone e i 300 uomini.
Di fronte a un esercito nemico molto più numeroso, Dio ordina a Gedeone di ridurre il suo esercito a soli 300 uomini e di attaccare (Giudici 7). 
Anche la modalità della scelta di questi uomini la reputo strana, furono scelti secondo come aveva stabilito il Signore, e cioè coloro che bevevano come i cani leccando l’acqua.
Gedeone obbedisce e, nonostante le apparenze, il suo esercito ottiene una vittoria schiacciante!
Coloro che obbediscono a Dio con fede sperimenteranno grandi cose da Lui! 
Dobbiamo avere fede e obbedire a Dio consapevoli che agisce in modo straordinario, al di là delle nostre aspettative (cfr. per esempio Efesini 3:20) anche se ci richiede di fare cose contrarie alle nostre abitudini e alla nostra logica umana.
Dovremmo abbandonarci alla volontà di Dio, come i discepoli che misero da parte la loro razionalità e si affidarono completamente alla guida di Gesù, dimostrando una fede profonda e ben radicata, avendo la fiducia in un esito positivo.
Infine, vediamo allora:
III I RISULTATI
“Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci”.
L'obbedienza a Gesù, frutto di una fede profonda e ben radicata, ci spinge ad abbandonarci alla Sua volontà, certi che anche l'inaspettato può condurre a frutti inaspettati, nonostante l'incertezza e l'apparente insuccesso iniziale.
Non sempre capiamo il senso dell’obbedienza in certe circostanze, ma anche quando non capiamo le vie del Signore, Egli compie grandi cose attraverso di noi, o attorno a noi, quando per fede gli obbediamo!
La fede in Gesù ci invita a superare la frustrazione di fronte all'apparente fallimento, confidando nella Sua sovranità che svela il Suo scopo a suo tempo, questo ci insegna questa pesca miracolosa! 
Gesù aveva i Suoi motivi pedagogici per i discepoli e per noi oggi, per cui non hanno preso nessun pesce. 
Possiamo trovare almeno due motivi perché quella rete rimaneva vuota.
Il primo motivo affinché la sovranità e la potenza di Gesù potessero essere dimostrate, e il secondo motivo è per dipendere da Gesù e non sulle proprie abilità, mezzi e forze.
Matt Carter e Josh Wredberg scrivono: “C’è una ragione per cui non hanno catturato alcun pesce. Non presero nulla affinché la potenza di Gesù potesse essere dimostrata. Ma se ne rendevano conto nel momento in cui la rete continuava a rimanere vuota? Potremmo sperimentare stagioni di frustrazione che servono a uno scopo che non riusciamo a vedere. Mentre seguiamo Gesù, potrebbero esserci giorni, settimane, mesi, persino anni in cui ci sentiamo come se stessimo fallendo. Potremmo seguire Gesù, fare quello che dice, eppure avere la sensazione che tutto stia andando storto. E a peggiorare le cose, potremmo non essere in grado di vederne lo scopo. Potrebbe non essere molto più tardi, se non mai, che ne scopriremo il motivo. In quei tempi verrà rivelato l’oggetto della nostra fiducia.
Ciò che peggiorava le cose era che l’area di fallimento dei discepoli era l’area in cui avevano maggiore fiducia. Erano pescatori professionisti! Se c'era una cosa in cui eccellevano era la pesca. Gesù utilizzò questo ambito per insegnare ai discepoli una lezione fondamentale: seguirlo significava che la loro fiducia non poteva essere nelle proprie forze, ma doveva essere nella sua sovranità”.
L’obbedienza e la fede dei discepoli a Gesù hanno portato dei risultati.
I discepoli, esperti pescatori, per tutta la notte, che era il tempo migliore per la pesca, non trovarono pesci, ma fecero come disse Gesù e pescarono centocinquantatré grossi pesci, tanto che fecero fatica a tirare su la rete (Giovanni 21:6,11).
Il segreto allora del successo, consisteva nell'operare secondo il comando di Gesù, nell’obbedienza alla Sua Parola.
Questo passo è visto da alcuni studiosi come un'anticipazione simbolica della missione degli apostoli di Gesù, quindi l'effettiva autorizzazione e promessa del Risorto ad adempiere il loro mandato missionario con moltissime conversioni.
L'abbondanza di pesci rappresenta l'abbondante frutto del lavoro missionario compiuto in obbedienza a Cristo; infatti, i discepoli sono stati chiamati da Gesù a essere pescatori di uomini (Matteo 4:19; Marco 1:17; Luca 5:10).
Bruce disse: “Il bottino di pesce dei discepoli è una parabola della loro attività missionaria nel tempo che verrà. Ma quest’attività, con il suo seguito pastorale, avrà successo solo se seguiranno le indicazioni del loro Signore risorto”.
I risultati arriveranno solo seguendo le disposizioni di Gesù!
La missione degli apostoli, e quindi anche la nostra oggi, poteva e può avere successo se seguiamo le direttive di Gesù, se gli siamo obbedienti! Altrimenti non “pescheremo” niente!
La risposta obbediente dei discepoli al comando di Gesù porta frutto!
Se obbediamo al Signore vedremo dei risultati nel nostro servizio cristiano!!
Se facciamo quello che Gesù ci dice fare, vedremo dei frutti nella nostra missione cristiana!
Molte volte si discute sui metodi, o sull’eloquenza, si fa affidamento al potere della persuasione, ma quello che è importante è la guida del Signore e la nostra obbedienza a Lui! 
È importante fare ciò che vuole, dove vuole e quando vuole!
Così quella pesca miracolosa sottolinea la dipendenza dei discepoli dal potere di Gesù per il successo della loro missione.
La verità, o il principio che troviamo è: non possiamo avere risultati nella vita cristiana, o nella missione evangelistica se non dipendiamo da Gesù Cristo!
Gesù in Giovanni 15:5 dice: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla”.
Non possiamo compiere con successo la missione evangelistica da soli! 
Possiamo avere capacità, tutti i mezzi di questo mondo, ma senza Gesù non possiamo portare frutto! Senza di Lui non possiamo fare nulla!
Ogni sforzo per servirlo con le nostre forze sarà efficace quanto la pesca dei discepoli…vale a dire pari a zero!
Kent Hughes afferma: “Servire Cristo con le nostre forze, cercando di farlo a modo nostro, è come inseguire Moby Dick con una forchetta da sottaceto”.
Questa citazione di Kent Hughes è un'immagine potente che evidenzia l'inefficacia e la futilità di tentare di servire Dio con le nostre sole risorse, capacità, preferenze e idee, senza fare affidamento sulla Sua forza e guida, senza sottometterci alla Sua volontà e al Suo piano.
Sarà un’impresa impossibile adempiere alla missione che ci ha affidato se cerchiamo di farlo senza il Signore come se cercassimo di catturare una gigantesca balena con uno strumento inadeguato come una forchetta!
Certo dobbiamo anche ricordare che Gesù usa ciò che abbiamo!
Vediamo che sono importanti anche gli strumenti come ci ricorda a riguardo Spurgeon: “È un miracolo, certo, ma tuttavia né il pescatore, né la sua barca, né la sua attrezzatura da pesca vengono ignorati; sono tutti usati e tutti impiegati. Impariamo che nella salvezza delle anime Dio opera con i mezzi; che finché resisterà l'attuale economia della grazia, Dio si compiacerà della stoltezza della predicazione di salvare coloro che credono”. 
Dunque, Dio usa la predicazione, usa le persone per salvare altre persone! Ed è quello che vediamo nel Nuovo Testamento (cfr. per esempio Atti 2:37-41; 3:12-4:1-4; Romani 1:16-17; 10:14-17; 1 Corinzi 1:18-21).
Pertanto, pregheremo che Dio ci faccia capire dove, come e quando evangelizzare con la Sua forza, e sottomettendoci alla Sua volontà, vedremo risultati: anime salvate!
Non faremo allora l’errore di agire e poi chiedere al Signore di benedirci, ma prima chiederemo al Signore cosa, come e quando fare, e poi agiremo come Lui ci comanda! Come Lui vuole!
CONCLUSIONE
Possiamo sintetizzare così quanto detto con note applicative.
1) Dobbiamo avere fede e obbedire a Gesù 
La fede e l’obbedienza a Gesù sono la chiave del potere soprannaturale!
Avere fede nelle istruzioni di Gesù, e obbedirgli anche se sono difficili e pienamente comprensibili, in questo modo sperimenteremo il Suo potere soprannaturale.
Abbracciamo allora con ardore la guida di Gesù, anche quando il sentiero è arduo e la comprensione sfuggente. 
In questa resa fiduciosa, sperimenteremo la potenza divina che supera ogni ostacolo.
2) Dobbiamo perseverare
La perseveranza è la forza che non cede alle avversità.
Non lasciamoci scoraggiare dalle difficoltà! Non dobbiamo mai mollare! 
I discepoli, stanchi e sfiduciati, perseverarono nella parola di Gesù e ottennero una pesca miracolosa. 
Allo stesso modo, la nostra tenacia ci condurrà a trionfi inaspettati.
3) Dobbiamo avere fiducia in Gesù dipendendo da Lui
La fiducia in Gesù è l’ancora che non ci abbandona mai.
Dio provvede con amore e fedeltà ai nostri bisogni, sia materiali che spirituali, per renderci strumenti efficaci al Suo servizio (cfr. per esempio Romani 8:32). 
Confidiamo nella Sua cura costante, anche nei momenti di scarsità, o di mancanza.
Nella Sua provvidenza, troveremo sempre il sostegno e la guida per giungere all'abbondanza.
La nostra forza e abilità per compiere la missione di Dio vengono dalla nostra comunione con Gesù Cristo.
4) Dobbiamo fare un lavoro di squadra e collaborazione
Il lavoro di squadra è la forza sinergica della collaborazione.
Come Simone Pietro, Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo e gli altri discepoli che collaborarono nella pesca miracolosa, uniamo le nostre forze per raggiungere l’obbiettivo comune della salvezza delle anime perdute per la gloria di Dio. 
Ogni membro del corpo di Cristo porta doni e talenti unici che, messi al servizio del corpo di Cristo, la Sua chiesa, generano una sinergia potente. 
Insieme, diventiamo pescatori di anime, conducendole alla salvezza attraverso l’evangelizzazione.
Giovanni 21:6 risuona come un invito irresistibile a lavorare in sinergia per diffondere il messaggio del Vangelo e generare frutti abbondanti per il Regno di Dio. 
Negli ambienti cristiani, si tende a pensare ai predicatori a tempo pieno come “chiamati” da Dio. 
Tuttavia, non sono le uniche persone chiamate da Dio per servirlo secondo il Suo piano. 
Tutti i cristiani sono chiamati a portare gloria a Dio in qualunque attività, nel nostro lavoro, o nel tempo libero incarnando e manifestando i valori cristiani (cfr. per esempio 1 Corinzi 10:31; Colossesi 3:23), e proclamando le Sue virtù (cfr. per esempio 1 Pietro 2:9-10).
Ogni cristiano è chiamato a condividere la luce della fede con gli altri, nella certezza che Dio opera attraverso di loro per portare a compimento il Suo piano.
Questa deve essere la priorità di ogni cristiano!
Charles Swindoll dice: “Tutti i credenti sono stati chiamati discepoli e a tutti è stato affidato il compito di ‘fare discepoli’ (Matteo 28:19–20), indipendentemente da come ciascun individuo si guadagna da vivere”. 
Poi racconta questa testimonianza. “Quando ero pastore di una chiesa a Waltham, nel Massachusetts, incontrai un evangelista particolarmente dotato di nome Bob. Lavorava in quello che chiamai il Greater Boston Metropolitan Evangelistic Center, che era anche la stazione di servizio che possedeva e gestiva ad Arlington. Ben presto nella sua vita, Bob riconobbe che la sua vocazione e la sua chiamata erano la stessa cosa.
La stazione di servizio di Bob divenne famosa come il luogo dove recarsi per un rifornimento completo, nonché per pneumatici, messa a punto, preparazione per l'inverno e riparazioni. Non era raro vedere una mezza dozzina di macchine allineate, paraurti contro paraurti, davanti a due pompe, davanti a quella piccola stazione, in attesa di essere servite da quell'uomo. 
Ora, badate bene, non aveva bandiere con la scritta ‘Gesù salva’, né slogan religiosi, né simboli di pesci, né grandi croci esposte da nessuna parte. Nessuno striscione era appeso per strada con la scritta: ‘Porta la tua macchina da Bob e porta la tua anima a Gesù’ – niente del genere. 
Bob ha semplicemente svolto il suo lavoro in modo eccellente e ha fornito un eccellente servizio clienti... ed è stato notevole l'impatto che ha avuto sui destini eterni di innumerevoli clienti. Ho perso il conto delle persone indirizzate alla nostra chiesa e al regno a causa di quella piccola stazione di servizio a causa di un uomo che vedeva la sua vocazione come la sua chiamata.
Anni dopo, Bob andò in pensione con dei soldi in banca. Ha venduto la sua attività, si è trasferito in Florida e ha pagato in contanti una casa. Quando più tardi venne a trovarmi in California, potei vedere che la pensione non gli si addiceva bene. Infatti, qualche mese dopo, ho ricevuto una lettera da Bob.
‘Caro Chuck, odiavo la Florida perché odiavo la pensione. Il mio ministero non può andare in pensione’.
Poi mi ha raccontato della sua impresa nella vendita di pneumatici e dell'opportunità di far conoscere Cristo alla sua clientela.
Lo farà finché il suo corpo non si arrenderà. Non può farci niente. Dovrebbe essere così. Aveva trovato la sua vocazione”.
Conosci la tua vocazione? Se non sei sicuro di conoscerla, prega il Signore di rivelartela!
Se conosci la tua vocazione, mettila in pratica servendo il Signore con passione, fedeltà e perseveranza!


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