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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

2 Re 19:19: Lo scopo della supplicazione di Ezechia

 2 Re 19:19: Lo scopo della supplicazione di Ezechia
Avete mai pregato con fervore, implorando il Signore per un miracolo, o una semplice liberazione, e siete rimasti delusi perché la vostra supplicazione non è stata esaudita?
Tra le varie cause ci potrebbe essere stata che non ricercavate la gloria del Signore… avevate semplicemente una motivazione egoistica (cfr. per esempio Giacomo 4:3).
Lo scopo della nostra vita è glorificare Dio! (Isaia 43:7; 1 Corinzi 10:31).
Così quando preghiamo, la nostra preghiera deve mirare a glorificare Dio sia nel modo come preghiamo (cfr. per esempio Salmo 115:1; Matteo 6:9; Apocalisse 4:11), e sia anche nell’esaudimento.
La storia di questo capitolo di 2 Re, ci insegna che anche nei momenti più bui, possiamo trovare speranza nel Signore e cercare la Sua gloria, come ha fatto Ezechia.
La preghiera di Ezechia travalica i confini di Gerusalemme per abbracciare l'umanità intera, desiderando il riconoscimento universale del Signore come unico Dio.
Nella predicazione precedente abbiamo visto la prima parte del v.19, cioè la supplicazione di Ezechia che chiede al Signore la salvezza dall’esercito nemico Assiro che aveva conquistato la Giudea, e forte della vittoria, minaccia di distruggere Gerusalemme.
Le risorse di Ezechia sono limitate e la resistenza sembra impossibile; l'Egitto, alleato a cui si era rivolto, non offre aiuto (2 Re 18:21).
Ezechia ha una forte pressione psicologica da parte degli Assiri, che con parole arroganti e minacciose cercano di demoralizzare il popolo Giudeo e farlo dubitare del proprio Dio (2 Re 18:17-35; 19:10-14).
Ma nonostante le difficoltà, Ezechia non cede alla disperazione!!
Anche nei momenti più bui, possiamo trovare speranza nel Signore se ci rivolgiamo a lui con fede e umiltà!
Ezechia consulta il profeta Isaia e chiede la sua intercessione davanti il trono di Dio (2 Re 19:1-7).
Poi lui stesso si rivolge a Dio in una preghiera audace confidando nella Sua salvezza (2 Re 19:15-19).
Ezechia riconosce la necessità dell'intervento divino e la superiorità del Signore sugli dèi degli Assiri.
Se il re Assiro Sennacherib confida unicamente nella potenza del suo esercito e nel terrore che incute; Ezechia pone la sua fede nel Signore unico vero e vivente Dio, che considera l'unica vera forza e salvezza.
Ma lo scopo finale della supplicazione di Ezechia per la loro salvezza fisica in definitiva è per la gloria di Dio.
Anche Paolo parlando della salvezza spirituale dice in Efesini che è per la gloria di Dio (Efesini 1:6,12,14).
La nostra salvezza è un'opera meravigliosa di Dio che ha lo scopo di glorificare Lui stesso!
Paolo ci insegna che la salvezza spirituale non è solo per nostro beneficio personale, ma è anche e soprattutto per la gloria di Dio. 
Così siamo chiamati a vivere una vita degna del vangelo, riconoscendo che tutto ciò che siamo e che abbiamo proviene da Lui e a Lui deve ritornare in lode e adorazione, come anche il desiderio di vedere il Suo nome glorificato in relazione alle nostre richieste di preghiera!
Quando preghiamo allora dobbiamo avere in mente la gloria di Dio sia che ci esaudisce e sia che non lo faccia!
Vediamo allora:
I LO SCOPO DELLA SUPPLICAZIONE
A) Lo scopo della supplicazione è universale
“Affinché tutti i regni della terra”.
"Affinché" indica lo scopo della preghiera di Ezechia. 
"Tutti i regni della terra", sottolinea l'universalità del messaggio; Ezechia non prega solo per il suo popolo, ma per l'intera umanità.
La preghiera di Ezechia abbraccia un'ampiezza di respiro che supera i confini nazionali.
La sua preghiera non si limita alla salvezza di Gerusalemme, ma abbraccia l'intera umanità. 
Egli non chiede semplicemente solo la salvezza di Gerusalemme, ma desidera che questo evento serva da testimonianza per tutti i popoli della terra.
Non si tratta di un semplice desiderio di sopravvivenza nazionale, ma di desiderio ben più profondo: la rivelazione universale della natura del Signore!

Anche noi oggi dovremmo pregare avendo in mente che tutte le nazioni glorifichino il Signore!
Questo era anche l’esortazione del salmista quando dice: “Lodate il SIGNORE, voi nazioni tutte! Celebratelo, voi tutti i popoli! Poiché la sua bontà verso di noi è grande, e la fedeltà del SIGNORE dura per sempre. Alleluia” (Salmo 117:1-2; cfr. Salmo 47; 67; 100).
Ci aspettiamo che la lode del Signore sia solo il pensiero principale del popolo di Dio, ma questo salmo è un comando rivolto a tutta l'umanità, senza distinzioni di razza, cultura o religione. 
Dio è il Creatore e il Signore di tutti che si prende cura della creazione, e tutti siamo chiamati a lodarlo e a celebrarlo.
Il Signore che ha creato tutta l'umanità vuole che tutti gli uomini lo adorino, è il Sovrano su tutto e desidera la lode di tutte le nazioni, perché è buono e fedele.
Ora la preghiera è importante, ma deve essere accompagnata dall'azione per diffondere la conoscenza di Dio.
Non solo dobbiamo pregare, ma dobbiamo essere impegnati nel promuovere la gloria di Dio anche con la proclamazione (cfr. per esempio Salmo 96:2-3; 1 Pietro 2:9-10).
Steven Lawson scrive: “La motivazione più alta dietro il dovere del credente nell’evangelizzazione dovrebbe essere la promozione della gloria di Dio. Il più grande incentivo nelle missioni in tutto il mondo è che Dio possa avere più adoratori della sua suprema maestà”.
L'amore per Dio e il desiderio di far conoscere la Sua grandezza, dovrebbero essere il motore principale dell'evangelizzazione.
Certamente saremo motivati per amore, per la salvezza dei peccatori (cfr. per esempio Marco 12:31; Luca 10:29-37; Galati 6:10; Giuda 22-23), ma è anche una questione di obbedienza al Signore (cfr. per esempio Matteo 28:18-20; Marco 16:15-16), come anche di glorificarlo: lo glorifichiamo raccontando agli altri le grandi cose che ha fatto; questo di per sé è glorificare Dio!
J.I. Packer scriveva: “Glorifichiamo Dio evangelizzando, non solo perché evangelizzare è un atto di obbedienza, ma anche perché nell'evangelizzazione diciamo al mondo quali grandi cose Dio ha fatto per la salvezza dei peccatori. Dio è glorificato quando le sue potenti opere di grazia vengono rese note”.
In secondo luogo:
B) Lo scopo della supplicazione è il riconoscimento della natura di Dio
“Riconoscano che tu solo, SIGNORE, sei Dio!”
Prima di tutto vediamo:
(1) L’imperativo
Riconoscere l'unico vero Dio è un imperativo per l'umanità!
Ezechia desidera che tutti i popoli aprano i loro occhi e riconoscano la vera natura di Dio.
Il senso di "riconoscano" (wĕyēdĕʿû -qal imperfetto iussivo attivo) indica una presa di coscienza, il realizzare, l’ammettere e accettare qualcosa come vero o valido, in questo caso ciò che il Signore è (Genesi 28:16; Deuteronomio 4:35; 7:9; 33:9; Giosuè 22:31; Giudici 13:16; 2 Samuele 19:6, Salmo 100:3; Proverbi 3:6), riconoscere la vera natura di Dio e quindi sottomettersi a Lui, e abbandonare qualsiasi falsa credenza, qualsiasi idolo.
La supplica di Ezechia ci spinge a un'azione concreta: abbandonare ogni forma di idolatria e riconoscere in Dio l'unica vera sorgente di salvezza e di vita eterna, che Giovanni dirà è la conoscenza il Padre, il solo vero Dio e Colui che ha mandato: Gesù Cristo (Giovanni 17:3).
Il verbo (imperfetto) indica che l’azione non è ultimata, ma esprime il forte desiderio di Ezechia, un comando (imperfetto iussivo), l'urgenza e l'importanza di riconoscere l'unicità e la supremazia di Dio.
Quindi, “riconoscano” esprime un'azione che deve essere assolutamente compiuta.
Lo stesso verbo lo troviamo in 1 Re 18:37; Salmo 59:13; 83:18, dove viene riconosciuto il Signore come unico Dio che domina su tutto, il solo Altissimo su tutta la terra.
In secondo luogo, vediamo:
(2) L’identità
"Che tu solo, SIGNORE, sei Dio!” 
Come già detto, la preghiera di Ezechia non si limita a chiedere la salvezza di Gerusalemme da un pericolo immediato, rappresenta un'affermazione di fede monoteistica in un momento storico in cui il culto di idoli era ancora molto diffuso.
Secondo la Bibbia, “Dio”, inteso come unico Creatore e Sovrano assoluto dell'universo, è alla base di tutta la realtà e guida la storia dell’umanità.
Il monoteismo Biblico non è solo un'affermazione della realtà dell'unicità di Dio, ma soprattutto un'esaltazione della Sua grandezza e del Suo valore unico e assoluto; afferma la supremazia del Signore su qualsiasi altra divinità che poi non è una vera divinità.
In 2 Re 19:15-18 leggiamo: “Ezechia pregò davanti al SIGNORE dicendo: «SIGNORE, Dio d'Israele, che siedi sopra i cherubini, tu solo sei il Dio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra.  SIGNORE, porgi l'orecchio, e ascolta! SIGNORE, apri gli occhi, e guarda! Ascolta le parole che Sennacherib ha mandate per insultare il Dio vivente!  È vero, SIGNORE; i re d'Assiria hanno devastato le nazioni e i loro paesi, e hanno dato alle fiamme i loro dèi; perché quelli non erano dèi; erano opera di mano d'uomo: legno e pietra; li hanno distrutti”.
Il Signore non è semplicemente il Dio migliore, ma è l'unico e solo Dio!
Gli altri dèi non sono affatto dèi, ma semplici idoli senza vita creati dall'uomo! (cfr. per esempio Salmo 115:4-8; 135:15-18; Isaia 2:20; 40:18-20; 44:9-20; Geremia 2:27; 10:14).
Per quanto straordinariamente potenti fossero queste concezioni degli dèi, in realtà non erano assolutamente nulla! (cfr. per esempio 1 Re 18:16-39; Isaia 44:9-20).
L’affermazione: “Perché quelli non erano dèi; erano opera di mano d'uomo” ribadisce il messaggio monoteistico centrale dell'Antico Testamento: esiste un solo vero Dio, il Dio di Israele, e tutti gli altri dèi sono falsi (cfr. per esempio Geremia 10:14-16).
L'idolatria è considerata un grave peccato, un allontanamento dal vero Dio e un'adorazione di ciò che non ha valore reale, un abominio per il Signore (cfr. per esempio Esodo 20:2-5; Levitico 26:1; Deuteronomio 7:25; Salmo 81:9-10).
La Bibbia afferma fortemente il monoteismo, afferma che esiste un solo Dio, Creatore e Sovrano di tutto l'universo (cfr. per esempio Deuteronomio 4:31; 6:4; Isaia 44:6; Marco 12:29; 1 Corinzi 8:4).
Solo il Signore è l’Altissimo, l'autorità assoluta dell'universo! (cfr. per esempio Salmo 7:17; 47:9; 91:1; Isaia 57:15).
Non c'è nessun altro che sia l’Altissimo, nessun altro dio che ha creato o che governa l'universo! (cfr. per esempio Genesi 1:1; Salmo 33:8-11; 47).
Egli solo è il Signore, l'unico Dio vivente e vero (cfr. per esempio Geremia 10:10; Giovanni 17:3; 1 Tessalonicesi 1:9).
Solo il Signore è al di sopra e al di là, separato dal creato e non è soggetto alle sue limitazioni (cfr. per esempio 1 Re 8:27; Isaia 57:15), quindi trascendente, eppure entra nel tempo e nelle vicende umane, quindi è immanente (cfr. per esempio Esodo 3:14; Salmo 34:18; Isaia 57:15).
Dio non è una forza impersonale, o una divinità astratta, ma un essere personale con cui è possibile entrare in relazione con Lui (cfr. per esempio Genesi 1:26; Geremia 31:33; Giovanni 1:12-13).
Gerhard von Rad disse: "Il monoteismo biblico non è un'idea astratta, ma un'esperienza viva di Dio che si è rivelato al suo popolo in modo unico e personale". 
La rivelazione storica di Dio ha plasmato la fede e la vita del popolo ebraico, creando un legame unico e indissolubile tra Lui e il Suo popolo.
Pertanto, il Signore, il Dio che si è rivelato nella storia dell’umanità, non è qualcuno che sia statico e intellettuale, ma relazionale e trasformativo, perché coloro che lo sperimentano ne sono trasformati!
L'incontro con Dio, ancora oggi, ha il potere di trasformare la vita di una persona, donandogli una nuova visione del mondo e un nuovo modo di vivere (cfr. per esempio Esodo 3:14; Deuteronomio 7:7-9; Ezechiele 36:24-27; 2 Corinzi 5:17).
Il desiderio del re Ezechia era che le nazioni riconoscessero che il Signore è l’unico Dio, dovrebbe essere quello di tutti i veri cristiani oggi!
Riflettere sulla preghiera di Ezechia significa riconoscere la grandezza e la potenza di Dio come unico Creatore e Sovrano dell'universo.
E ancora, entrare in una relazione personale e profonda con Dio abbandonando ogni forma di idolatria e di culto di idoli.
La preghiera di Ezechia, dunque, si erge come un monito per tutti noi, un invito ad abbracciare una fede autentica e radicale in un Dio unico, personale e Sovrano.
Infine, vediamo che:
II LO SCOPO DELLA PREGHIERA IN DEFINITIVA È LA GLORIA DI DIO 
“Affinché tutti i regni della terra riconoscano che tu solo, SIGNORE, sei Dio!”
La salvezza del suo popolo non era il fine ultimo della preghiera di Ezechia, ma che attraverso quella liberazione il Signore ricevesse gloria.
“È una preghiera memorabile, nella quale l’interesse personale viene per il momento lasciato da parte e prende il sopravvento la preoccupazione per la reputazione del Signore, così infangata dalle calunnie di Sennacherib” (Iain Provan).
La preghiera di Ezechia era una lotta per la gloria di Dio!
Ezechia stava lottando in preghiera affinché il nome del Signore fosse glorificato!
Questo è un desiderio che dovremmo avere anche noi oggi!
La preghiera di Ezechia, non è in definitiva solo per se stesso, o per la sua nazione, ma per l'onore di Dio stesso!
Ezechia ci teneva alla sua pelle, prega per la salvezza di Gerusalemme, ma prega che la risposta alla sua preghiera potesse essere quella per la gloria di Dio, cioè che venisse riconosciuto che solo il Signore è Dio con l’esaudimento della preghiera della salvezza di Gerusalemme. 
Nel rispondere a questa preghiera, il Signore dimostrerà tutto il Suo potere Sovrano che Ezechia gli ha attribuito.
La preghiera di Ezechia non si limita a chiedere un intervento miracoloso, ma rappresenta anche una dichiarazione di fede in un Dio che trascende i confini nazionali e culturali. 
Ezechia crede che la salvezza di Gerusalemme sarà una dimostrazione inequivocabile del potere Sovrano del Signore e lo porterà ad essere riconosciuto come unico vero Dio da tutte le nazioni.
Dunque, il motivo di Dio nel liberare Israele è quello di far sapere alle nazioni chi è veramente Dio in questo mondo!
La liberazione del Suo popolo sarà il trionfo del Signore su tutti i Suoi rivali, il mondo riconoscerà che il Signore è il solo Dio com’è accaduto quando il faraone sfidò la Sua sovranità (cfr. per esempio Esodo 6:7; 7:5; 14:4; 16:6; 29:46; Deuteronomio 4:35; Giosuè 2:10-11; 4:24; Isaia 43:10-12; Ezechiele 16:62–63). 
O quando Davide vinse Golia (1 Samuele 17:46); o quando Elia vinse contro i profeti di Baal sul monte Carmelo (1 Re 18:37).
Ciò che è accaduto con Mosè e il faraone, con Davide e Golia, con Elia e i profeti, la posta in gioco è la stessa (Esodo 5:2; 1 Re 18:24); il motivo per cui Dio dovrebbe intervenire è identico: affinché il Signore venga riconosciuto come unico Dio (cfr. per esempio Esodo 14:4; 1 Samuele 17:46; 1 Re 18:36–37), e quindi sia onorato come tale! 
Ezechia si identificava con Dio! Non nel senso che si faceva Dio, o voleva essere Dio, ma come persona devota a Dio, desiderava profondamente vedere il nome di Dio glorificato attraverso la vittoria sugli Assiri, in quel contesto dove il nome di Dio era stato insultato dal re Assiro Sennacherib (2 Re 19:8-16).
Ezechia anelava alla vittoria divina, non per un tornaconto personale, ma per riaffermare la supremazia di Dio e contrastare l'oltraggio al nome di Dio.
La vera adorazione è anche consacrazione, è quando il cuore umano si allinea con la gloria di Dio.
Allora, la fede in Dio, nel senso cristiano, non riguarda la nostra auto-realizzazione, o il nostro benessere, ma la gloria di Dio. 
A volte in un modo sottile però ricerchiamo Dio avendo come scopo il nostro benessere e non la Sua gloria!
John Oswalt scrive: “Quanto spesso il risultato della nostra vita e della nostra preghiera potrebbe essere diverso se ci concentrassimo prima sulla gloria di Dio e sulla sua reputazione, credendo che tutto andrebbe bene per noi se il suo nome fosse ben servito (Matteo 6:33). Troppo spesso il nostro benessere è il fine e Dio è solo un mezzo per raggiungere tale fine. Qui Ezechia dimostra il contrario: Dio è il fine e la liberazione è il mezzo (cfr. Filippesi 1:20)”.
Ricercare la gloria di Dio non si tratta solo di essere trasformati in modo da riflettere sempre più la Sua immagine e la Sua bellezza (cfr. per esempio 2 Corinzi 3:18), ma anche avere la prospettiva di Dio, vedere le cose secondo la Sua volontà affinché il Suo nome sia glorificato!
Nella preghiera ci deve essere questo schema anche quando ci troviamo in una sorta di crisi e d’impotenza: prima di tutto dobbiamo concentrarci su Dio ed esaltarlo, e poi portargli tutti i nostri problemi chiedendo la liberazione, l’aiuto affinché sia glorificato, e non solo per il nostro benessere!
Anche Gesù ha insegnato nel “Padre nostro” a iniziare la preghiera dando gloria a Dio: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome” (Matteo 6:9).
Questo dovrebbe essere il desiderio di ogni cristiano fino a consumarlo: che la gloria di Dio si manifesti tra le nazioni!
Quando preghiamo la nostra richiesta, il nostro desiderio, lo scopo della nostra preghiera, deve essere quella di glorificare Dio, allora quando gli chiederemo una guarigione, o la soluzione di un problema, o gli porteremo una preoccupazione, o una paura, e così via, alla fine della preghiera dovremmo dire al Signore: “Se questo ti glorifica ascolta questa preghiera”.
C. T. Lacey afferma: “Ancora una volta, le preghiere del popolo del Signore oggi sarebbero rafforzate se fossero sostenute dal desiderio di vedere l’onore del Suo nome sostenuto sopra ogni altra cosa. Ciò garantirebbe che le loro richieste fossero in linea con la Sua volontà piuttosto che basate sull’interesse personale. È appropriato il commento di Ellsworth: ‘Più cerchiamo di pregare per noi stessi, più ci priviamo del potere della preghiera. La preghiera riguarda Dio’”.
La preghiera è un’arma potente efficace solo se glorifica Dio!
Lo scopo della preghiera deve essere principalmente quello di glorificare Dio!
Così noi porteremo a Dio i nostri soggetti di preghiera anche se sono audaci senza pretendere, o cercare di costringerlo a esaudirci, ma pregheremo avendo in mente che il Suo nome sia glorificato!
Ancora Hallesby scriveva: “Se noi useremo la preghiera, non per strappare a Dio dei vantaggi per noi stessi, o per i nostri cari, o per sfuggire alle sofferenze e alle difficoltà, ma per chiedere per noi stessi e per gli altri quelle cose che glorificheranno il nome di Dio, noi vedremo che le più forti e le più audaci promesse della Bibbia riguardo alla preghiera si compiranno anche per mezzo delle nostre piccole e deboli preghiere”.
Pregare avendo nel cuore la gloria di Dio, renderà le nostre preghiere audaci efficaci!
Nel 1540 quando l'amico di Lutero, Friedrick Myconius si ammalò gravemente e stava per morire, inviò al riformatore tedesco un affettuoso biglietto di addio. Quando Lutero ricevette la lettera non ne volle sapere e rispose immediatamente: ”Io ti ordino, nel nome di Dio, di vivere perché ho ancora bisogno di te nell'opera di riforma della chiesa... Il Signore non mi farà mai udire che tu sei morto, ma ti permetterà di sopravvivere. Per questo io prego, questa è la mia volontà, e possa la mia volontà essere fatta, perché cerco solo di glorificare il nome di Dio”.
Il desiderio di Lutero era in definitiva glorificare Dio. 
Quando Myconius ricevette la lettera di Lutero, non poteva più parlare. Eppure, sorprendentemente, si riprese, tornò a un ministero fruttuoso.
Ma è quello che è accaduto anche a Israele perché in 2 Re 19:20–37, vediamo che il Signore ascoltò la preghiera di Ezechia e capovolgerà la situazione.
L’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri 185.000 soldati!
Poi leggiamo dell'adempimento della promessa di 2 Re 19:7: Sennacherib torna a casa e viene ucciso con la spada.
Gli Assiri credevano che il Signore fosse come gli altri dèi: sostanzialmente impotente. Ma Dio umiliò gli schernitori e dimostrò il contrario. 
Davide esprime ciò che Ezechia sperimenta: “Non c'è nessuno pari a te fra gli dèi, o Signore, e non ci sono opere pari alle tue” (Salmo 86:8, cfr. Esodo 15:11; Deuteronomio 33:26).
Quando preghiamo con l’atteggiamento che sia glorificato il nome di Dio, avremo anche pace interiore.
Sempre Hallesby diceva:”Niente ci rende così arditi nella preghiera come il poter guardare Dio negli occhi e dirgli: ‘Tu sai che io non prego per il mio interesse personale, né per evitare le difficoltà, e nemmeno perché la mia volontà sia fatta, ma soltanto perché il tuo nome sia glorificato’. Se noi preghiamo in questo modo, avremo la pace anche se le nostre preghiere non dovessero essere esaudite”.
Quindi in definitiva, lo scopo della preghiera non deve essere “io”, o “noi”! 
Lo scopo della preghiera non devono essere i nostri desideri esauditi, i nostri problemi risolti, le guarigioni, e così via, ma la gloria di Dio!
Questo ci porta a considerare il fatto che Dio è e deve essere più importante delle nostre richieste, più importante di noi! 
Dio deve avere la priorità su noi stessi! (cfr. per esempio Luca 14:26-27).
CONCLUSIONE
Ezechia, con la sua fede incrollabile, illumina un sentiero attraverso le tempeste della vita. 
Questa storia sottolinea l'importanza della fede in Dio!
Anche nei momenti di sconforto e quando tutto sembra perduto, il Dio Creatore e Sovrano, è capace di intervenire e salvare il Suo popolo. 
L’obbiettivo della preghiera deve essere la gloria di Dio!
La preghiera di Ezechia non è rivolta solo al proprio bene e a quello del popolo, ma alla gloria di Dio, è un incentivo anche per noi oggi.
Ezechia non ci insegna solo a pregare solo per il bene personale, o per il bene del popolo, ma affinché il nome di Dio fosse glorificato! 
Così se stai attraversando, o quando attraverserai le difficoltà, ricorda la fede di Ezechia e rivolgiti a Dio con preghiera desiderando che il Suo nome sia glorificato.
Ma non pregare solo per il tuo bene personale, ma anche per il bene degli altri e soprattutto per la gloria di Dio.
La gloria di Dio è al centro della fede cristiana e dovrebbe essere la nostra ragione di vita.
Concludo con una frase di Tim Keller: "Credo che la gloria di Dio sia la ragione ultima per cui l'universo esiste. È la ragione per cui siamo qui, e dovrebbe essere la nostra motivazione principale".


2 Re 19:19: Lo scopo della supplicazione di Ezechia

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