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Visualizzazione dei post con l'etichetta parabole di Gesù Cristo

Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Salvatore

La parabola dei malvagi vignaiuoli (Matteo 21:33-44).

La parabola dei malvagi vignaiuoli (Matteo 21:33-44). Come nella parabola precedente (vv.28-32), Matteo si concentra sul fallimento dei leader ebrei nel prestare attenzione alle iniziative prese da Dio.  Entrambe queste parabole erano una forte condanna della condotta dei leader religiosi. Questa parabola (vv. 33–39), è seguita da una conclusione (vv.40-41), da una spiegazione (v.42), e da un’applicazione (vv.43-44). Cominciamo a vedere: I L’ILLUSTRAZIONE (vv.33-39) C’è: A) Un proprietario terriero (v.33) (1) Il proprietario pianta una vigna (v.33) Nel v.33 leggiamo: “C'era un padrone di casa, il quale piantò una vigna”. “Padrone di casa” (Oikodespotēs) indica appunto un proprietario terriero (Matteo 13:27, 52; 20:1,11) che è anche padrone della sua casa, un capo famiglia. I vigneti erano un pilastro dell’economia, erano una caratteristica importante della vita israeliana ai tempi del Nuovo Testamento, ai tempi del I secolo.

Matteo 21:33-44: La parabola dei malvagi vignaiuoli.

Matteo 21:33-44: La parabola dei malvagi vignaiuoli.  Come nella parabola precedente (vv.28-32), Matteo si concentra sul fallimento dei leader ebrei nel prestare attenzione alle iniziative prese da Dio.  Entrambe queste parabole erano una forte condanna della condotta dei leader religiosi. Questa parabola (vv. 33–39), è seguita da una conclusione (vv.40-41), da una spiegazione (v.42), e da un’applicazione (vv.43-44). Cominciamo a vedere: I L’ILLUSTRAZIONE (vv.33-39) C’è: A) Un proprietario terriero (v.33) (1) Il proprietario pianta una vigna (v.33) Nel v.33 leggiamo: “C'era un padrone di casa, il quale piantò una vigna”. “Padrone di casa” (Oikodespotēs) indica appunto un proprietario terriero (Matteo 13:27, 52; 20:1,11) che è anche padrone della sua casa, un capo famiglia. I vigneti erano un pilastro dell’economia, erano una caratteristica importante della vita israeliana ai tempi del Nuovo Testamento, ai tempi del I secolo. Non era inso...

La parabola dei lavoratori delle diverse ore (Matteo 20:1-16).

La parabola dei lavoratori delle diverse ore (Matteo 20:1-16). F.W. Beare ha dato un titolo diverso a questa parabola l’ha chiamata: “Il datore di lavoro eccentrico”.  Indubbiamente è un datore di lavoro particolare, fuori dalla norma, che fa del suo ciò che vuole (v.15), ma è di gran cuore, ha compassione e comprensione nei riguardi dei bisognosi (Salmi 145:14-16; Matteo 7:11; Giacomo 1:17).  Perché Gesù raccontò questa parabola? Questa parabola è simile alla parabola del figliol prodigo (Luca 15:3) nel senso che il fratello maggiore (i capi religiosi) era geloso per l’accoglienza che il padre (Dio) fece al fratello più piccolo (peccatori) pentito ritornato a casa.  Quindi in entrambe le parabole vediamo il contrasto che c’è fra chi riceve e merita un giusto trattamento, e chi non merita nulla, ma gli è concesso tutto, e sulla gelosia che ne risulta da parte sia dei primi lavoratori nel caso di questa parabola e del fratello maggiore nel caso del figliol p...

La parabola dell’amministratore disonesto (Luca 16:1-8).

La parabola dell’amministratore disonesto (Luca 16:1-8). Con una lettura superficiale, Gesù sembra incoraggiare la ricerca avida di guadagno egoistico e la pratica non etica degli affari, ma non è così.  Questa parabola ci fa capire che possiamo avere un buon esempio da una persona disonesta. È singolare che il protagonista, un uomo disonesto, sia lodato e sia un modello a cui assomigliare. Questa parabola non era rivolta agli scribi e ai farisei, come era stato nelle tre precedenti parabole (Luca 15), sebbene fossero ancora presenti e ascoltavano (Luca 16:14). La parola “discepoli” indica probabilmente la più ampia cerchia di seguaci, più che semplicemente i Dodici (Luca 6:13; 10:1).

Luca 16:1-8: La parabola dell’amministratore disonesto.

Luca 16:1-8: La parabola dell’amministratore disonesto. Con una lettura superficiale, Gesù sembra incoraggiare la ricerca avida di guadagno egoistico e la pratica non etica degli affari, ma non è così.  Questa parabola ci fa capire che possiamo avere un buon esempio da una persona disonesta. È singolare che il protagonista, un uomo disonesto, sia lodato e sia un modello a cui assomigliare. Questa parabola non era rivolta agli scribi e ai farisei, come era stato nelle tre precedenti parabole (Luca 15), sebbene fossero ancora presenti e ascoltavano (Luca 16:14). La parola “discepoli” indica probabilmente la più ampia cerchia di seguaci, più che semplicemente i Dodici (Luca 6:13; 10:1).

La pecora smarrita (Luca 15:4-7).

La pecora smarrita (Luca 15:4-7)  Chiunque abbia perso qualcosa, sa quanto sia esasperante cercarla e non trovarla.  Ancora più esasperante è perdere la strada e l’indirizzo. Nicolas Bardyaev disse: “ Il problema dell'uomo deriva dal fatto che non solo ha perso la strada, ma ha perso l'indirizzo”. Questa parabola della pecora smarrita, ha catturato l'attenzione di molti artisti nel corso dei secoli. È chiaro che con la pecora perduta s’identifica il peccatore, mentre colui che la cerca, il pastore è Gesù Cristo.

La parabola del gran convito. Le scuse ingiustificabili (Luca 14:15-24).

La parabola del gran convito. Le scuse ingiustificabili (Luca 14:15-24). Il contesto di questa parabola, ruota attorno al pasto, alla cena di Gesù con certi Farisei.  Gesù è stato invitato a pranzo da uno dei principali Farisei (v.1), è l’occasione di parlare dell’umiltà, a non scegliere i primi posti al pranzo delle nozze e poi dice di invitare le persone che non possono contraccambiare: poveri, storpi zoppi e ciechi, il contraccambio sarà reso alla resurrezione dei morti e così sarà beato dice Gesù.  Uno degli invitati, probabilmente un Fariseo, udite queste cose, riguardo la cena, dice beato chi mangerà pane nel regno di Dio futuro, quindi dopo la resurrezione (v.14).  L'idea di benedizione alla risurrezione dei giusti porta uno degli invitati all’affermazione: "Beato chi mangerà pane nel regno di Dio!" (v.15). L’uomo probabilmente credeva come la maggior parte dei suoi connazionali, che solo i Giudei sarebbero stati invitati al banchetto in ciel...

Matt. 9:36-38. Il raccolto e gli operai.

Matteo 9:36-38. Il raccolto e gli operai.   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

La parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-30, 36-43).

La parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-30, 36-43). Vicino un orologio in una chiesa a Strasburgo, in Germania, ci sono queste parole: “In una di queste ore, il Signore viene”.   Ci sono moltissimi passi nella Bibbia, come i versetti di questa parabola, che parlano che Gesù un giorno ritornerà, ma non sappiamo quando; proprio perché non possiamo prevedere il momento, dobbiamo essere pronti in ogni momento (C. S. Lewis).  È molto chiaro che per alcuni quando Gesù ritornerà sarà di salvezza e per altri di giudizio.  Alla fine della storia umana, come è scritto in questa parabola, Gesù salverà chi gli appartiene e giudicherà chi non gli appartiene.  In questa parabola notiamo tre aspetti: la semina, la sorpresa dei servi e lo scenario futuro.