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Visualizzazione dei post con l'etichetta Giustificazione

Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Salvatore

Galati 3:13: La specificazione della salvezza in Cristo

Galati 3:13: La specificazione della salvezza in Cristo Dopo che Harriet Tubman fuggì dalla schiavitù nel 1849, si impegnò immediatamente nel movimento abolizionista, organizzando incontri e parlando contro la schiavitù.  Ma non era abbastanza; tornò al Sud per aiutare altri schiavi a trovare la libertà.  Se fosse stata catturata, sarebbe stata ricacciata in schiavitù, o uccisa come esempio per altri fuggitivi.  Tubman tornò al Sud diciannove volte per salvare circa trecento compagni schiavi nonostante i rischi che correva da parte dei cacciatori di schiavi. In Galati 3:13 però, non si tratta di una libertà dalle altre persone bensì dalla maledizione della legge di Dio! Nella precedente predicazione abbiamo visto la salvezza in Cristo, parlando della persona e del prezzo della salvezza, oggi vediamo la specificazione della salvezza, cioè da che cosa Cristo ci libera: dalla maledizione della legge. Ora dobbiamo chiarire un punto come ha detto qualcuno: "Cristo ha redento d...

La redenzione di Dio in Cristo

La redenzione di Dio in Cristo “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”. (Romani 3:24) Al v.22 Paolo aveva parlato della manifestazione della giustizia di Dio, intesa come sua attività salvifica che comporta la trasformazione degli esseri umani, e riguarda coloro che hanno fede in Gesù Cristo. Nel v.23 l’apostolo dice che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, cioè tutte le persone hanno trasgredito la legge morale di Dio e sono privi di conseguenza di quella immagine che l’uomo aveva prima della caduta, quella di Adamo ed Eva. A causa del peccato c’è stata una diminuzione, o un declino dell'immagine di Dio, immagine presente nei primordiali genitori quando furono creati e quindi prima di peccare. Ma essere privi della gloria di Dio, comporta anche il non sperimentare la magnifica presenza del Signore, e anche la mancanza, o la perdita dell'approvazione di Dio e quindi la libertà di accesso a Dio. Ed ecco...

La parabola delle nozze (Matteo 22:1-13)

La parabola delle nozze (Matteo 22:1-13) Questa è una parabola di avvertimento. Gesù si trova a Gerusalemme, in quella che è la settimana della sua passione (Matteo 21:1-13,18-26,46); si trova nel tempio dove risponde alle domande dei capi dei sacerdoti e degli anziani (Matteo 21:23,45-46). In questo contesto racconta tre parabole sul regno di Dio, questa è l’ultima (Matteo 21:28-22:14). Come le altre due parabole, anche questa è fortemente allegorica. Queste parabole sono indirizzate proprio ai responsabili del popolo: ai capi sacerdoti e farisei (Matteo 21:45-46), e forse anche agli anziani (cfr. Matteo 21:23) che hanno sfidato l’autorità di Gesù, si sono opposti e sono stati increduli verso di Lui.

Matteo 22:1-13: La parabola delle nozze

Matteo 22:1-13: La parabola delle nozze Questa è una parabola di avvertimento. Gesù si trova a Gerusalemme, in quella che è la settimana della sua passione (Matteo 21:1-13,18-26,46); si trova nel tempio dove risponde alle domande dei capi dei sacerdoti e degli anziani (Matteo 21:23,45-46). In questo contesto racconta tre parabole sul regno di Dio, questa è l’ultima (Matteo 21:28-22:14). Come le altre due parabole, anche questa è fortemente allegorica. Queste parabole sono indirizzate proprio ai responsabili del popolo: ai capi sacerdoti e farisei (Matteo 21:45-46), e forse anche agli anziani (cfr. Matteo 21:23) che hanno sfidato l’autorità di Gesù, si sono opposti e sono stati increduli verso di Lui.

1 Giovanni 3:20: Dio è più grande del nostro cuore

1 Giovanni 3:20: Dio è più grande del nostro cuore “Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa”. Davanti a Dio, i nostri cuori spesso ci condannano come un giudice fa con qualcuno che ha commesso un reato. Dal contesto, “il reato” (peccato) è la mancanza di amore pratico per i bisogni dei membri della chiesa. L’amore per i fratelli è una prova che facciamo parte del regno di Dio (v.14), che siamo della verità, cioè che apparteniamo a Dio. Ameremo i membri della chiesa non a parole, ma con i fatti sinceramente secondo come Dio ha rivelato, aiutando i fratelli nel bisogno; seguiremo così l’esempio  dell’amore pratico di Gesù di dare la vita per i fratelli (vv.16-18). Come Giovanni, noi sappiamo che falliamo: non amiamo di un amore perfetto, non amiamo come Gesù, quindi il nostro cuore ci dichiara colpevoli. Ma Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Giovanni ci rassicura e c’incoraggia ad affrontare le nostre man...

La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14)

 La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14). Dal modo di pregare possiamo vedere che tipo di rapporto abbiamo con Dio! In questi versetti vediamo il tipo di rapporto di due uomini che hanno con Dio attraverso la loro preghiera!  L’enfasi della preghiera è il modo di porsi davanti a Dio, quindi deve essere fatto con l’umiltà e Dio ci approverà! Noi in questa parabola vediamo che Dio approva la preghiera fatta con umiltà e non quella fatta con orgoglio, vale a dire colui, che vuole essere ascoltato per i propri meriti, che confida nelle proprie opere! Il brano quindi è polemico contro l’arroganza, l’orgoglio e incoraggia l’umiltà.  Vediamo la motivazione e lo scopo della parabola per “certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri” (v.9). “Persuasi” (pepoithotas- perfetto attivo participio), allude a uno stato di convinzione, una fiducia in se stessi, che risiede nella persona e questa non va via (cfr. Luca 11:2...

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù per la nostra giustificazione.

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù per la nostra giustificazione. Nel 1347 un'armata mongola mentre assediava una postazione commerciale genovese di Caffa in Crimea, l'Ucraina moderna, catapultò i corpi delle vittime della peste bubbonica sulle mura della città. I difensori terrorizzati fuggirono  in Italia, portando con sé i micidiali batteri della peste. Nei tre anni successivi, la peste si diffuse in tutta Europa nella massiccia epidemia conosciuta come “la Morte Nera”. Si stima che in Europa, che contava tra 70-80 milioni di persone, tra i 20 e i 25 milioni di persone morirono! I secoli a venire avrebbero visto ricorrenti focolai della peste bubbonica, che sarebbe rimasta pericolosa e incontrollata fino allo sviluppo degli antibiotici nel XX secolo. Anche se la peste nera è l'epidemia più terribile della storia, non è stata l'unica.  L'epidemia di influenza del 1918-19, chiamata “Spagnola”, o “Grande influenza”, o “Epidemia spagnola” uccise dai 30 ai ...

Ebrei 11:7: La fede di Noè.

Ebrei 11:7: La fede di Noè. Un giornalista sportivo, qualche tempo fa, intervistò un giocatore professionista prima del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League. Il giornalista chiese quante probabilità ci fossero di vincere per la sua squadra. Il giocatore rispose: “Crediamo che se facciamo solo quello che dice l'allenatore, vinceremo”. Il giocatore e la squadra avevano assoluta fiducia nella saggezza del proprio allenatore. Ma i giocatori sapevano anche che la vittoria dipendeva anche dal fatto che dovevano fare ciò che l’allenatore diceva. Così se noi ci atteniamo con fede a ciò che ci dice il nostro “Sommo Allenatore”, saremo sicuramente vittoriosi come lo è stato Noè, che per fede fu obbediente a Dio e si salvò dal giudizio del diluvio, mentre tutti coloro che furono ribelli a Dio perirono a causa del diluvio (cfr. Genesi 6-8; 1 Pietro 3:19-20).

1 Pietro 2:24: La morte di Gesù è una sostituzione.

1 Pietro 2:24: La morte di Gesù è una sostituzione. “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati sanati”. (Vedi anche Romani 5:8; Ebrei 9:28; 1 Pietro 3:18).  Per sostituzione s’intende che una persona prende il posto di un’altra specialmente nel caso di un castigo in modo da evitarglielo.  Noi troviamo nella Bibbia che Abramo offrì invece del figlio un montone (Genesi 22:13), così l’Agnello pasquale fu sacrificato per la protezione contro il giudizio di Dio (Esodo 12:13-17); gli animali venivano sacrificati sotto l’Antico Patto come vediamo nel Levitico, per il popolo (Levitico 1:4; 4:13-20; 6:2-7;16:17,30,34, ecc.). Tali sacrifici avevano il senso di espiare (kāp̱ar) i peccati. “Espiare” significa coprire il peccato, coprirlo alla vista di Dio così da non suscitare la Sua ira. “Espiare” ha quindi il senso di riparare, ma anche quello di riconcili...

Romani 3:19-20: Dio non è soddisfatto dalle opere del peccatore.

Romani 3:19-20: Dio non è soddisfatto dalle opere del peccatore. "Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato".  La terminologia riflette quella di una scena di tribunale in cui l'imputato non ha più niente da dire in sua difesa, ha esaurito tutte le possibilità di confutare le accuse contro di lui, la sua colpa evidente è stata esposta. Tutti gli uomini, essendo peccatori, non hanno nulla da dire contro l’evidenza del loro peccato. La legge esiste per fermare tutte le scuse umane, ci fa vedere il nostro peccato, quanto siamo peccatori e quindi colpevoli e responsabili del giudizio di Dio. È inutile cercare di essere giustificati per le opere della legge, nessuno lo sarà perché nessuno è in grado ...

Romani 8:34: Quattro ragioni per la certezza della salvezza degli eletti di Dio.

Romani 8:34: Quattro ragioni per la certezza della salvezza degli eletti di Dio. Il conte Nicolaus Ludwing Zinzedorf statista e missionario tedesco vissuto nel 1700 scrisse queste parole nell’inno “Gesù, il tuo sangue e la tua giustizia” per indicare la certezza della salvezza: “Con coraggio starò in piedi in quel gran giorno Perché chi mi potrebbe accusare? Da Te, sono pienamente assolto Dal peccato e dalla paura, dalla colpa e dalla vergogna”.  Questo versetto si riferisce agli eletti (eklektōn- v.33) di Dio. Gli eletti di Dio sono i cristiani, quelli che Dio ha scelto fin dal principio (2 Tessalonicesi 2:13-14); prima della fondazione del mondo (Efesini 1:4; 1 Pietro 2:9), sono quelli che amano Dio (Romani 8:28); quelli che Dio ha preconosciuti (Romani 8:29). Noi troviamo, in questo versetto, quattro ragioni per cui un credente non potrà mai essere condannato da Dio e quindi perdere la sua salvezza: Gesù Cristo è morto, è risorto, è alla destra di Dio, int...

Romani 5:1,9-10: La morte di Gesù riconcilia con Dio.

Romani 5:1,9-10: La morte di Gesù riconcilia con Dio. “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore……Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira. Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”.  Nel mondo in cui viviamo viene considerata la riconciliazione tra nazioni, gruppi, etnie, individui, ma non certamente la riconciliazione di un individuo con Dio. Se la riconciliazione è importante nelle relazioni umane, lo è ancora di più quella con il nostro Creatore. La riconciliazione presuppone che vi è un’inimicizia bilaterale tra due parti, così nella relazione con Dio l’uomo è nemico di Dio e Dio è nemico dell’uomo.   Che cosa s’intende per riconciliazione e perché l’uomo è nemico di Dio e ha bisogno di riconciliarsi con Lui? 

Giobbe 25:4: Come avviene la giustificazione?

Giobbe 25:4: Come avviene la giustificazione?  “Come può dunque l'uomo essere giusto davanti a Dio? Come può essere puro il nato di donna?” Già ai tempi di Giobbe, l'uomo si chiede come avviene la giustificazione di Dio (cfr. Salmi 143:2). Mediante la giustificazione Dio assolve il peccatore, lo considera non colpevole, lo dichiara, o vede giusto. La giustificazione non è per le opere della legge.  Paolo dichiara che per le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a Dio (Romani 3:20; 4:1-4; Galati 2:16). La legge serve solo a rivelare il peccato (Romani 3:20; 7:7) e per condurre la persona colpevole a Cristo per essere perdonato (Galati 3:24).  La giustificazione è per grazia di Dio.  “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani 3:24).

Romani 8:33-34: Dio giustifica gli eletti.

Romani 8:33-34: Dio giustifica gli eletti. “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. Alla domanda su chi accuserà gli eletti di Dio, cioè i credenti, coloro che Dio ha scelto per far parte del Suo popolo, la risposta implicita è: “Nessuno”, perché Dio li giustifica. La giustificazione è l’opposto della condanna (Romani 5:18; Romani 8:34), entrambi sono verdetti di un giudice che giudica l’accusato considerandolo colpevole, o non colpevole.  La giustificazione ci attribuisce, o concede uno stato di giusto davanti a Dio. Per giustificazione s’intende che il Dio giusto dichiara giusto il peccatore che ha fede in Gesù Cristo (Romani 4:23-25). Si tratta, perciò di un atto legale di Dio, per cui Egli dichiara il peccatore che crede, giusto sulla base del sangue e dei meriti di Cristo.  La giustificazione è l’opera esclusiva...

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione.

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione. “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”.  Gesù è morto per i peccatori, ma in Lui non c’era peccato (Giovanni 8:46; Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:22; 3:18; 1 Giovanni 3:5); per volontà di Dio ha sperimentato il peccato e la maledizione dei peccatori (Galati 3:13). Benché non fosse un peccatore, Dio l’ha trattato come se lo fosse perché si era caricato del peso del peccato affinché il credente (“per noi”) potesse essere giustificato. Gesù prese il peccato e il giudizio di Dio (Isaia 53:4-5,10) e noi credenti la giustificazione, cioè Dio ha imputato a noi credenti la giustizia di Gesù, quindi siamo assolti, non siamo considerati colpevoli, ma giusti; Dio ci vede giusti (Romani 4:6; 1 Corinzi 1:30; Filippesi 3:9). 

Giobbe 19:27: La certezza di vedere Dio è serena.

Giobbe 19:27: La certezza di vedere Dio è serena. “ Io lo vedrò a me favorevole”. Giobbe è convinto che dopo la morte avrà un incontro positivo con Dio! Dio era il suo redentore e gli avrebbe reso giustizia. Questo fa pensare alla dottrina della giustificazione e per questo che un vero cristiano può affrontare la morte e incontrare Dio serenamente.         La giustificazione è un atto giuridico di Dio mediante il quale rende accettabile il peccatore davanti a Sé. Tramite la giustificazione, Dio considera, o dichiara giusti i peccatori.  La giustificazione è per grazia di Dio mediante la fede (Romani 3:23-28). La giustificazione non è per le nostre opere, ma è un dono gratuito di Dio! Questo ci libera dall’ansia, perché se fossimo accettati per le nostre opere, noi non saremmo mai sicuri di aver avuto un comportamento sufficientemente meritevole per ottenere l’approvazione divina. Invece la giustificazione per la grazia di Dio in Cristo mediante la fed...

La fede in azione.

Giacomo 2:14-26: La fede in azione.  Noi facciamo male quando diciamo a una persona che è salvata, ma che in realtà non ha quelle opere che dimostrano tale salvezza! Giacomo sta confutando un insegnamento distorto all’interno delle chiese a cui scrisse riguardo il rapporto tra la fede e le opere. Nei vv.14-26 Giacomo sottolinea che la vera religione inizia con la fede, e questa vera fede agisce, opera. Alcune considerazioni sulle parole chiave: Giacomo parla di “fede” (pistis- vv. 14, 17, 18, 20, 22, 24, 26).  Qui, fede è da intendersi come il v.1, quindi del rapporto con Gesù, un rapporto di salvezza. La parola “fede” indica ferma persuasione, convinzione, credere. Indica il riconoscere come verità e accogliere il messaggio di salvezza del Vangelo e quindi un comportamento che si orienta e si basa sul Vangelo (Romani 1:8; 1 Corinzi 2:5; 15:1-4, 11, 14-17; 1Co.15:1-4,11; Efesini 2:8-9). Giacomo parla anche di “opere” (erga- vv.14, 17, 20, 22, 24, 25, 26).  L...

Il significato teologico della passione di Gesù Cristo.

Matteo 26:14-27,66: Il significato teologico della passione di Gesù Cristo Noi vediamo che l'ultima cena ha un significato teologico importante perché richiama alla Pasqua, al sacrificio e quindi al Nuovo Patto, o alla Nuova Alleanza (cfr. per esempio Matteo 26:17-29; 1 Corinzi 11:23-26).  La morte di Cristo ha un significato teologico molto vasto che richiederebbe più di una predicazione, perciò mi limiterò a fare alcune considerazioni.

Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia.

Matt.5:6: Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. Quando pensiamo alla parola affamati pensiamo a essere affamati di hamburger, di vittoria sportiva, o affamati di amore per una persona speciale, o di potere, ma essere affamati di giustizia, per come la intende Gesù, certamente molti non l’hanno mai sentita o la ignorano!  In questa meditazione vediamo cosa significhi essere affamati e assetati di giustizia, e la promessa che saranno saziati. ma la promessa non è semplicemente per coloro desiderano la giustizia, ma è per quelli che hanno un desiderio intenso costante per la giustizia, è un desiderio che continua per tutta la vita, e che hanno i veri cristiani, coloro che sono zelanti per il Signore Gesù.