Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
Giobbe 19:27: La certezza di vedere Dio è serena.
“ Io lo vedrò a me favorevole”.
Giobbe è convinto che dopo la morte avrà un incontro positivo con Dio! Dio era il suo redentore e gli avrebbe reso giustizia. Questo fa pensare alla dottrina della giustificazione e per questo che un vero cristiano può affrontare la morte e incontrare Dio serenamente.
La giustificazione è un atto giuridico di Dio mediante il quale rende accettabile il peccatore davanti a Sé. Tramite la giustificazione, Dio considera, o dichiara giusti i peccatori.
La giustificazione è per grazia di Dio mediante la fede (Romani 3:23-28). La giustificazione non è per le nostre opere, ma è un dono gratuito di Dio! Questo ci libera dall’ansia, perché se fossimo accettati per le nostre opere, noi non saremmo mai sicuri di aver avuto un comportamento sufficientemente meritevole per ottenere l’approvazione divina. Invece la giustificazione per la grazia di Dio in Cristo mediante la fede ci assicura, dà la certezza che Dio ci accetta così come siamo!
La giustificazione è solo grazie a Gesù Cristo!
Dio è soddisfatto accreditando al credente la giustizia di Gesù.
Il vangelo c’insegna che ciò che non si trova in noi, si trova solo in Cristo. Con la sua vita e obbedienza perfetta, Gesù ha soddisfatto pienamente la giustizia di Dio. (Romani 4:5-6; 5:18-19; 8:1-4; 1 Corinzi 1:28-31; 2 Corinzi 5:19-21; Filippesi 3:9).
Dio ci riveste della giustizia di Cristo, perciò la giustizia non è la nostra, è al di fuori di noi, è di Cristo, che ci viene attribuita per grazia di Dio.
Pertanto la giustificazione è una giustizia al di fuori di noi, non è la nostra, ma è un beneficio per grazia di Dio che ha come fondamento Gesù e lo riceviamo per i meriti di Cristo, perché Cristo non ha peccato! (Romani 8:1-4).
Dio ci giustifica addebitando su Gesù i nostri peccati.
Nell’espiazione Gesù soddisfa la giustizia di Dio. Egli sopporta e prende su di sé i nostri peccati e la nostra colpa per i peccati, subisce al posto nostro l’ira di Dio (2 Corinzi 5:19; Romani 5:9; Ebrei 10:14).
Dio assicura la giustificazione con la risurrezione di Gesù.
Non era necessaria solo la morte, ma anche la risurrezione di Gesù per la nostra giustificazione (Romani 4:23-25). Gesù è morto per espiare i nostri peccati, ma la resurrezione di Gesù garantisce la nostra giustificazione. Dio è soddisfatto del sacrificio espiatorio di Gesù, pertanto l’ha risuscitato. La risurrezione è la dichiarazione, o la prova che Dio è totalmente soddisfatto dell’opera di suo Figlio sulla croce.
La risurrezione completa l’opera di redenzione della Sua morte. La morte e la risurrezione sono indissolubilmente unite, se non ci fosse stata la risurrezione, viene a mancare anche il significato della Sua morte, noi saremmo ancora nei peccati (1 Corinzi 15:17).
Inoltre, la risurrezione è stata necessaria affinché Gesù potesse fare da mediatore, intercessore e avvocato davanti a Dio per conto nostro (Romani 8:32-34; Ebrei 7:25-27).
Pertanto possiamo essere sereni all’idea d’incontrare Dio perché Gesù è la nostra giustificazione!