Luca 4:28-30: La conclusione drammatica Abbiamo visto in Luca 4:23-27 come Gesù abbia portato alla luce i veri pensieri che avevano nel cuore le persone che erano presenti nella sinagoga di Nazaret dove Lui aveva appena parlato. Il Suo intervento è stato provocatorio, sfidando profondamente le convinzioni nazionalistiche ed esclusiviste dei Suoi ascoltatori. Ora in Luca 4:28-30, vediamo la conclusione drammatica di questa storia. Fu come un terremoto che scosse le fondamenta delle certezze religiose: dal celebrare Gesù (Luca 4:22), si passa al tentativo di ucciderlo! La verità di Dio sfidò i loro confini mentali, culturali e teologici, ora vediamo come reagirono a questa verità che non corrispondeva alle loro aspettative. Questo momento finale del testo è come un dramma in tre atti che si consuma con la velocità di un fulmine. Prima di tutto troviamo:
Filippesi 4:6: Il comandamento a non essere ansiosi.
"Non angustiatevi di nulla!
Sentimenti di ansia sono tra gli stati d’animo più comuni vissuti dagli esseri umani. “Non angustiatevi di nulla” non si riferisce a una semplice preoccupazione, ma a un’ansia eccessiva, a un’ansiosa preoccupazione che c’infastidisce.
L'ansia è un sentimento interiore di apprensione, inquietudine, terrore, preoccupazione, e/o di terrore che è accompagnato da un’eccitazione fisica intensa. Nei momenti di ansia, il corpo sembra essere in allerta, pronto a fuggire, o a combattere. L’ansia nasce dall’apprensione, o dalla paura per un possibile pericolo, o dall’incertezza soprattutto riguardo il futuro per i bisogni primari: come il vestire, mangiare, ecc. (Matteo 6:25,27, 28, 31, 34).
L’ansia può nascere da una situazione sfavorevole, o anche per l’instabilità: non avere la situazione sotto il nostro controllo (Salmo 13:2; Atti 27:29). Si può essere ansiosi per la criminalità, la guerra, l'instabilità politica, instabilità lavorativa, brutto tempo, malattia inspiegabile e inaspettata, e così via.
Si può essere ansiosi per l’incertezza, per esempio quando ci muoviamo verso una nuova situazione: prendere un nuovo lavoro, fare un esame di scuola, o per un concorso, fare un discorso davanti a tante persone e avere paura di sbagliare. L’ansia nasce quando l'individuo non ha la situazione sotto controllo, ha paura ed è incerto su cosa gli accadrà, e in gran parte impotente a prevenire, o ridurre la minaccia.
L’ansia può nascere quando c’è una separazione da una persona che si ama ed è significativa: per morte, per separazione (divorzio,o fidanzamento), per trasferimento, in questi casi il vuoto lasciato dalla persona che era un punto di riferimento può causare l’ansia. Possiamo essere ansiosi per i nostri cari che gli accada qualcosa di brutto! L'ansia, quindi può nascere da un pericolo specifico e reale, oppure da un pericolo immaginario, o sconosciuto.
A questo si aggiunge l’impazienza, che spesso accompagna l’ansia! Vogliamo avere e vogliamo subito per stare bene! Non vogliamo aspettare!
Ora l'imperativo presente “ non angustiatevi” presuppone che i Filippesi erano in uno stato ansioso, e sono ora invitati a smettere di essere ansiosi, è un ordine!
“Angustiatevi” indica una mancanza di fiducia in Dio nella cura amorevole di Dio e nella Sua potenza sovrana. L’ansia è un peccato perché è una forma sottile di sfiducia in Dio, sfiducia che non farà la cosa migliore, che provvederà ai nostri bisogni, o peggio ancora che dubitiamo del fatto che il Re Sovrano controlli ogni cosa.
L’ansia può essere anche la presunzione dell’uomo che vuole creare da sé il proprio destino e disporre il proprio futuro, come se tutto dipendesse da lui e non da Dio (Matteo 6:25; Giacomo 4:13-16)
“Non di nulla” (Mēden) è enfatico, e serve a sottolineare che non dobbiamo assolutamente essere ansiosi di niente. Esclude tutte le eccezioni: per nulla! Assolutamente nulla! Paolo esorta i credenti a bloccare la loro preoccupazione eccessiva perché sa che Dio è più grande di tutti i loro problemi e in controllo su tutto e si prende cura dei suoi figli.
Guarda al Signore, Lui si prende cura di te!