Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Malachia 3:6: L’immutabilità di Dio.

Malachia 3:6: L’immutabilità di Dio.
Il futuro mai come adesso è incerto a causa del covid-19, dobbiamo imparare a convivere con questo virus. Molti sono del parere che non sarà tutto come prima. 
Giornalisti, scienziati, sociologi, economisti si chiedono come sarà la nuova normalità. Come sarà la politica? Come sarà l’economia? Le piccole attività prospereranno in futuro? Si lavorerà da casa? Come sarà la nostra società soprattutto nelle aree metropolitane? Ci sarà una reazione collettiva, o individualista, a quello che sta succedendo nel mondo? La società sarà migliore di quella di adesso? Si ritornerà a quello che eravamo dopo la seconda guerra mondiale? Ci sarà più nazionalismo, o globalità? Ci sarà più cooperazione, o chiusura tra le nazioni? Ci sarà un nuovo equilibrio tra est e ovest? Dobbiamo aver paura che la nostra libertà diminuirà a causa della tecnocrazia per quanto riguarda la raccolta dei dati? Quale sarà allora la nuova normalità? Al di là del coronavirus, la vita è fatta di tanti cambiamenti! Tutto e tutti cambiamo, ma non Dio! È importante fare due precisazioni sull’immutabilità di Dio. 

Geremia 6:16: Il rilancio verso il passato

Geremia 6:16: Il rilancio verso il passato
In queste ultime settimane c’è stato il decreto rilancio da parte del governo. 
Questo nuovo decreto legge ha lo scopo di contenere la crisi economica causata dall’epidemia covid-19; il governo ha stanziato 55 miliardi di euro in aiuti ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese.

Ora come può un cristiano rilanciarsi nella sua vita morale e spirituale?

Se vuoi rilanciare la tua vita morale e spirituale, devi guardare al passato, questo ci di dice Geremia 6:16.

Questo versetto di Geremia fa parte di una serie di predicazioni pubbliche (capitoli 2–10), dove il profeta descrive l’infedeltà di Giuda, soprattutto la sua idolatria e chiama la popolazione al ravvedimento considerando il giudizio di Dio. 

Nonostante questa terribile rivelazione, Dio promise che la benedizione poteva ancora arrivare se il suo popolo si fosse pentito, se avesse abbandonato i suoi idoli e se si fosse consacrato totalmente a Lui!

Ma la cosa triste è che il popolo ostinatamente non lo ha voluto!

Alla luce dell'intransigenza del suo popolo, Dio scatenerà il Suo giudizio, come è confermata anche dalla storia, dal popolo potente e spietato Babilonese (vv.22-26).

In questo versetto troviamo:
I IL RICHIAMO DEL SIGNORE
A) Il richiamo è intenso 
“Così” (kōh- avverbio dimostrativo) introduce il discorso con una forza intensiva: “Così, proprio così”.

Lo scopo è quello di attirare l’attenzione ed evidenziare il discorso che seguirà (cfr. Genesi 31:8; Isaia 43:1).

Il verbo “dice” (ʾā·mǎrʹ - qal perfetto attivo) comunica e sottolinea l’azione della rivelazione di Dio.

Dio è attivamente impegnato nel comunicare la Sua volontà e vuole che il Suo popolo sappia e impari qualcosa di importante.

“Dice” indica una dichiarazione con enfasi e autorevolezza (per esempio Deuteronomio 17:11,16; 26:17–18); Giudici 6:8; 7:18; 1 Samuele 1:11; 2 Samuele 3:18; 1 Cronache 16:31; Geremia 6:15; 31:23).
“Dice il Signore” è una formula che troviamo centinaia di volte nei libri profetici per indicare che Dio ha ripetutamente parlato ai profeti e tramite i profeti.

Indica una forte enfasi all'autorità rivelatrice di ciò che dice ed è ricco di significato. 

Così facciamo attenzione a questa esortazione appassionata, forte perché proviene dal Signore!

Noi vediamo che:
B) Il richiamo è imperativo 
“Fermatevi, guardate, domandate, incamminatevi e trovate”, sono verbi che indicano ciò che dobbiamo non solo sapere, ma anche fare!

Infatti, questi verbi, sono tutti all’imperativo, quindi sono ordini che vanno obbediti.

Quindi il Signore esorta all’azione, fa appello urgente alla volontà degli uomini affinché facciano la Sua volontà, è un appello che richiede azioni specifiche e immediate.

C)Il richiamo è comunitario
Questi verbi: “Fermatevi, guardate, domandate, incamminatevi e trovate”, sta parlando di tutte le persone di Giuda e Gerusalemme.

Il Signore si rivolge a tutta la comunità, anche ai responsabili spirituali, profeti e sacerdoti, alcuni di loro non erano fedeli né moralmente e nemmeno nel ministero: falsavano le parole del Dio vivente!  (Geremia 6:12–15; 23:1-40).
Prima di tutto consideriamo:
II LA RICERCA DEL POPOLO
Non so se qualche volta, anche usando il navigatore, ti sei perso!
In questi casi cosa si fa? 
La cosa più saggia è fermarsi, analizzare la situazione, e chiedere informazioni alla gente del posto.

Il profeta esorta:
A) Fermatevi
“Fermatevi sulle vie”.
Alcuni studiosi hanno pensato che Geremia usi un’immagine di un gruppo di viaggiatori che sono giunti a un incrocio importante sulla loro strada e sono esortati a fermarsi e a prendere la decisione della strada giusta da percorrere. 

L’imperativo “fermatevi” (ʿim·ḏûʹ- Qal imperativo attivo) significa “rimanere in piedi immobili”.
Indica “non muoversi” (cfr. per esempio Genesi 19:17; Geremia 7:2); “smettere di muoversi” (Esodo 9:28).

Il senso è che mentre stai camminando, ti devi fermare!

“Fermarsi”, allora è l’opposto di andare per la propria strada, di procedere (1 Samuele 20:38); smettere di fare ciò che si è sempre fatto (cfr. Giosuè 10:13).

“Sulle vie” (ǎl derā·ḵîmʹ) indica la strada che stiamo percorrendo, ed è metaforico, indica il comportamento, o lo stile di vita (per esempio Salmo 10:5; 1 Re 2:24; 8:25; 2 Cronache 27:6; Geremia 7:3; 17:10; Lamentazioni 3:40; Aggeo 1:5). 

Nell’Antico Testamento questa parola è usata per indicare la via dei giusti, o la via dei malvagi (Salmo 1:6). 

Le due vie quella della giustizia, o quella della malvagità, conducono alla vita, o alla morte (Geremia 21:8; cfr. Proverbi 6:23; 14:12; 16:25). 

La via dei malvagi, o degli empi, dei peccatori (Geremia 12:1; Salmo 1:1; 146:9; Proverbi 4:19; 15:9), è caratterizzata da cose perverse, oscurità (Proverbi 2:12-13), falsità (Salmo 119:29). 

La via dei giusti è la “via del Signore” (cfr. Deuteronomio 9:16; Salmo 18:21; 25:4; Geremia 5:4). 

Il popolo ai tempi di Geremia non era sulla via del Signore!

Si era sviato e allontanato, è stato infedele, e Dio lo ha richiamato ed esortato a riconoscere il peccato e a tornare a Lui (Geremia 3:21;13-14). 

Lo ha esortato al ravvedimento, ad abbandonare la sua malvagità (Geremia 18:11), i suoi peccati di menzogna, furto, omicidio, adulterio, e soprattutto idolatria (Geremia 7:3-11; 18:11, cfr. Geremia 26:13). 

Il secondo imperativo che troviamo in questo versetto è:
B) Guardate
(Reʾûʹ- qal imperativo attivo).

Anche qui, non è letterale, ma è metaforico.

“Guardate” può indicare il percepire con attenzione, il dirige la nostra attenzione verso qualcosa per riflettere (1 Samuele 24:12; 1 Re 10:4; Geremia 2:31 20:12), considerare con un processo accurato (1 Samuele 12:24, Geremia 1:10; 2:10,31; 3:2); discernere (Isaia 6:9; Geremia 5:21, 7:18,20; 38:5); o comprendere (Esodo 16:6-7; Giobbe 11:11; Isaia 5:19; 29:15).

Ma soprattutto ha il senso di ispezionare, esaminare con uno scopo (per esempio Genesi 11:5; Levitico 13:3,5,17; Geremia 5:1; 7:12; Ecclesiaste 2:12; Ezechiele 21:26).

Il Signore sta dicendo di esaminare attentamente la loro via, e non in modo superficiale!

Per esempio questa parola è usata in Levitico, quando il sacerdote doveva esaminare la piaga sulla pelle del corpo per vedere se era una piaga di lebbra (Levitico 13:3,5,17).
Quindi, il Signore per bocca di Geremia, ordina a tutto il popolo di esaminare la loro vita e cercare di capire, riflettendo attentamente su come si stavano comportando.

Il Signore ordina ancora:
C) Domandate 
Anche nella nostra era super tecnologica, quando uno si perde in città, o in campagna, o in qualsiasi parte, si ferma, esamina la situazione e chiede informazioni alle persone.

(1) Lo scopo dell’informazione
“Domandate quali siano i sentieri antichi”.

“Domandate” (šǎ·ʾǎlûʹ -qal attivo imperativo) è chiedere informazioni (per esempio Genesi 26:7; 32:17; 2 Samuele 11:7; 1 Re 19:4; Geremia 6:16; 18:13)
“Quali” (ebraico è “per” - “l”) indica lo scopo, la direzione unica da prendere.

Vediamo allora:
(2) La sostanza dell’informazione

Si riferisce alle:
(a) Strade antiche 
Tradotto con “sentieri antichi”.

Geremia 18:15 è un passo simile, leggiamo: “Eppure il mio popolo mi ha dimenticato, offre profumi agli idoli vani; lo hanno fatto inciampare nelle sue vie, che erano i sentieri antichi, per seguire sentieri laterali, una via non appianata”

“Strade” (neṯi·ḇôṯʹ-femminile plurale costrutto) e “antiche” (ʿô·lāmʹ- nome singolare assoluto) sono strettamente legate, e descrive il tipo di strada da percorrere.
Il popolo deve domandare con lo scopo di percorrere solo i sentieri antichi, le strade antiche.

“Strade” (neṯi·ḇôṯʹ) è il percorso lungo il quale ci si muove (per esempio Giudici 5:6; Giobbe 24:13; Salmo 119:105; Proverbi 8:2; Isaia 42:16; Osea 2:6).

In questo contesto si riferisce a “strade ben percorse”, “strade principali”, oggi diremmo autostrade il contrario di “vie secondarie”, “vie tortuose” (Giudici 5:6; Geremia 18:15). 

In senso figurato, sempre in questo contesto, indica lo stile di vita, il comportamento, la condotta, i percorsi della vita (Giobbe 19:8); la guida etica e morale dei giusti (Salmo 119:105; 142:3; proverbi 12:28).

Si riferisce alla via della giustizia (Proverbi 8:20), e porterà alla vita (Proverbi 12:28).

Questa parola è usata anche per indicare i percorsi di salvezza e di restaurazione che il Signore prepara per il Suo popolo (Isaia 42:16). 

La parola “antica” (ʿô·lāmʹ - nome singolare assoluto maschile), chiarisce e specifica la strada che dobbiamo percorrere.

È una strada che esiste “da lungo tempo”, o “i tempi di un lontano passato” (Genesi 6:4; Deuteronomio 32:7; Giosuè 24:2; 1 Samuele 27:8; Salmo 24:7,9; Proverbi 8:23; Isaia 57:11; Geremia 25:5; 28:8; Lamentazioni 3:6; Ezechiele 26:20; 36:2; Gioele 2:2; Michea 5:1; 7:14).

Dunque, Geremia esorta a guardare indietro. 

“Le strade antiche” si riferisce alla legge di Dio, alla rivelazione di Dio data a Mosè, è la tôrāh, che il popolo aveva rigettato come ci dice il v.19.

La legge (tôrāh), è l’ insegnamento, l’istruzione del Signore (per esempio Deuteronomio 31:9-11; Salmo 78:1; Proverbi 1:8; 3:1; 7: 2; Isaia 1:10; Geremia 8:8); come i primi cinque libri della Bibbia  (Giosuè 1:8; 8:31, 2 Cronache 17:9; Geremia 8:8; 26:4), attraverso la quale veniva reso noto lo stile di vita che il popolo doveva avere e come doveva relazionare con Lui.

Il popolo d’Israele doveva regolare, conformare la propria vita secondo l’istruzione del Signore, secondo la Sua volontà rivelata
(per esempio Esodo 24:12; Levitico 26.46; Deuteronomio 17:11; Isaia 24:5)
Ma attenzione la parola ebraica “antica” (ʿôlām), non deve essere considerata “fuori moda”, superata, valida solo per un periodo di tempo, "antica" deve essere considerata "eterna", duratura, per sempre, senza fine, senza tempo, infatti, in diversi passi Geremia usa la stessa parola per indicare “sempre”, o “eterna” (Geremia 3:5,12; 5:22; 7:7; 10:10; 17:4,25; 18:16; 20:11,17; 23:40; 25:5,9,12; 31:3,40; 32:40; 33:11; 35:6; 49:13,33; 50:5; 51:26,39,57,62).

Il comportamento morale secondo la volontà di Dio implica che non passerà mai di moda!

Le strade antiche è la:
(b) Strada buona
Geremia esorta a chiedere dove sia la strada buona!

Questo è sempre in senso metaforico.

Le parole “strada” e “buona” (ḏěʹ·rěḵ hǎ ṭôḇʹ), sono strettamente legate (strada - ḏěʹ·rěḵ  - nome singolare costrutto; buona-aggettivo singolare assoluto).

Il popolo deve seguire solo la strada buona!

“Strada buona” descrive e definisce la qualità della strada antica, quindi la rivelazione della volontà di Dio attraverso la legge (tôrāh).

“Buona” (ṭôḇʹ) indica ciò è moralmente buona, eccellente in senso etico morale, ciò che il Signore richiede (Isaia 5:20; 38:3; Lamentazioni 3:25–26; Ezechiele 18:18; Osea 8:1-3; Amos 5:14–15; Michea 6:8; Naum 1:7; Malachia 2:17).

“Buona”, o bene, è il contrario di male (Genesi 24:50; Deuteronomio 30:15-16; Proverbi 15:3; Isaia 5:20; 7:15-16; Amos 5:14-15; Michea 3:2).

È interessante che la parola “buona”, nell’Antico Testamento indica anche la benedizione di Dio che concede al Suo popolo, il benessere, la pace e la felicità (Giobbe 2:10; Salmo 16:2; 34:10; Isaia 3:10; Geremia 5:25; 8:15; 14:11,19; 15:11; 17:6; 24: 2; 29:14, 32; 32:39, 41; 33:11; 42:6;44:17). 

In Geremia 6:16, può essere considerata allora la strada antica come la strada della benedizione di Dio, della vita, ma questa comunque è sempre legata all’obbedienza a Dio secondo il Patto fatto attraverso Mosè, al riconoscimento il Signore è l’unico Dio e alla felice accettazione da parte del popolo di obbedirgli (Levitico 26; Deuteronomio 28-30).

Ma la domanda è: a chi dovevano chiedere?

Il popolo poteva consultare i veri sacerdoti, i depositari della legge (Geremia 2:8), ma dovevano fare attenzione, molti erano infedeli al Signore, o potevano consultare i profeti, anche qui dovevano fare attenzione, potevano consultare Geremia (Geremia 23:33; 37:17; 38:14,27; cfr. Numeri 27:21; Giudici 18:5; 1 Samuele 22:10-15).

Oggi si può chiedere ai pastori, agli insegnanti biblici, purché la loro vita parli di giustizia, santità, amore, consacrazione e fedeltà al Signore! 
Dobbiamo ricordare che abbiamo la Bibbia, che è la rivelazione di Dio, e tutto quello che ci viene detto, o consigliato, deve essere sempre confrontato con essa, come facevano i Bereani quando sentirono la predicazione di Paolo e Sila andarono a esaminare ogni giorno le Scritture per vedere se ciò che dicevano era vero (Atti 17:10-11).

Ma questa parola “domandate” nell’Antico Testamento, la troviamo anche per la preghiera a Dio (1 Samuele 10:22; 14:37; 23:2,4,22; 28:6,16; 30:8; 2 Samuele 2:1; 5:19,23; 1 Re 3:5, 11;19:4; Isaia 7:11; 30:2).

Quindi attraverso la preghiera, gli uomini di Dio e la Bibbia, possiamo conoscere “le strade antiche”.

Consideriamo ora:
III LA RISOLUZIONE DEL POPOLO
Il popolo è chiamato a essere risoluto!

Noi troviamo ancora un altro imperativo:
A) Incamminatevi
(leḵû - qal imperativo attivo).

Una volta che trovi, o ritrovi la via antica, non devi lasciarla più!

È qui che dobbiamo muoverci!
Non fare come ti pare, non uscire fuori dal casello! 

Sei già nell’autostrada giusta per il cielo!

Geremia ci dice come dobbiamo vivere, ci dice su quale strada dobbiamo camminare!

“Camminare” (halak) qui ha un significato metaforico, e si riferisce al comportamento secondo la volontà di Dio, al nostro stile di vita morale e spirituale (cfr. Salmo 1:1; 15:2; 82:5; Proverbi 2:13; 6:12; Isaia 33:15; 59:9).

“Incamminatevi in essa”, cioè nella strada buona, indica lo spazio dove il popolo doveva muoversi, i limiti dove camminare, non doveva uscirne fuori, e questo doveva essere l’unico obbiettivo dei Giudei!

“Incamminatevi per essa” era la vita vissuta in obbedienza a Dio secondo l’insegnamento del Signore, secondo il patto Mosaico (per esempio Levitico 26:3; Deuteronomio 8:6; 11:22; Salmo 119:1), ma il popolo aveva abbandonato questa strada, si era sviato per sentieri tortuosi!

Geremia riprende il cammino disobbediente del popolo eletto di Dio che si è sviato dalla strada antica, dalla strada di fedeltà e di obbedienza per seguire gli idoli, commettendo così adulterio spirituale,  e questo ha attirato loro il giudizio di Dio con l’attacco dell’esercito Babilonese, la desolazione del paese e la deportazione a Babilonia (Geremia 2:8,23; 3:1,6,8,12; 5:9; 7:6; 9:13-14; 11:10-12; 13:10; 15:6; 16:10-12; 18:15; 22:22; 25:6; 29:20-22; 30:16; 44:3-6; 52:3–16; Lamentazioni 1:5; 3:2; cfr. 2 Re 24:20-25:8–26; 2 Cronache 36:15–21).

Dio avverte prima di mandare il giudizio!

Ma il popolo non si è ravveduto dalla sua malvagità, erano come Sodoma e Gomorra, e tra questi vi erano anche profeti e sacerdoti infedeli (Geremia 8:10-12 23:14, curavano alla leggera la piaga del popolo: predicavano la pace, ma questa non c’era! (Geremia 6:13-14).

I profeti profetizzavano bugie, i sacerdoti li seguivano, e il popolo era contento così! (Geremia 5:30; 23:14).

Ma questa non è anche la realtà in certe chiese cristiane oggi?

Geremia dice ancora:
B) Trovate riposo
“Voi troverete riposo alle anime vostre”. 

Dopo fermarsi, esaminare, domandare, incamminarsi ecco il trovare riposo!

Questa è la destinazione, questo era lo scopo (“alle” è per “l” preposizione) di Dio per i Giudei e lo deve essere anche per noi: il riposo!

C’è una cosa da dire prima di tutto.

“Troverete” (miṣ·ʾûʹ - qal imperativo attivo), è un altro imperativo: la frase allora è: “E trovate riposo”.

“Trovate” (miṣ·ʾûʹ) implica cercare e quindi trovare qualcosa che manca (cfr. per esempio Geremia 29:13-14, 31:2; 45:3).

Quindi il Signore vuole dare riposo al Suo popolo e il Suo popolo deve cercare questo riposo, una volta che lo cerca in modo giusto, attraverso la strada antica, lo troverà!

Questo imperativo è la conseguenza degli imperativi precedenti.

Che cos’è il riposo? A che cosa si riferisce?

La radice (rāg̱aʿ- Deuteronomio 28:65; Isaia 34:14; Geremia 31:2; 47:6) della parola “riposo” (mǎr·gôaʿ) indica pace, quiete, tranquillità, quindi riposo.
Continuando sempre la metafora del viaggiatore che cammina, una volta che arriva a destinazione troverà un “luogo di riposo”. 

Allora se il popolo rinnovasse di nuovo il rapporto interrotto con il Signore, a causa dei loro peccati, a loro seguiranno le benedizioni, troveranno riposo secondo ciò che diceva il “patto Mosaico”, obbedienza e benedizioni erano collegate! (Levitico 26:1-13; Deuteronomio 28:1-14).

Dal contesto “riposo”, potrebbe indicare la protezione dai Babilonesi, la pace, la tranquillità, se appunto si ravvedevano, si sottomettono al Signore.

Agostino di Ippona pregava Dio in questo modo: “Ci hai creati per te stesso e il nostro cuore non può essere calmato fino a quando non trova riposo in te”.

Non c’è pace, non c’è riposo per le nostre anime (nǎp̄š), lontano dalla strada antica, dalla strada buona, se non camminiamo per la via della santità e della giustizia che ha tracciato Dio per gli uomini!

Il riposo si trova seguendo la strada che conduce all'armonia con Dio, e il peccato, l’idolatria, l’infedeltà lo impedisce (cfr. Salmo 15; 24:1-4; Isaia 59:2; Romani 1:18).

Ma vediamo:
IV LA REAZIONE DEL POPOLO
E come se avessero detto così: “Se l’obbiettivo del Signore per noi è di percorrere la strada antica, quella buona, noi ci rifiutiamo ostinatamente di percorrerla!”
Questa è:
A) Ribellione
“Ma quelli rispondono: "Non c'incammineremo per essa!”

“Ma” indica la risposta contrastante, negativa alla chiamata di Dio.

“Hanno detto” (yō(ʾ)·merûʹ- qal imperfetto waw consecutivo) indica una dichiarazione delle loro intenzioni, della loro volontà!

Hanno risposto in modo caparbio e arrogante, non hanno nessuna intenzione di camminare nella strada antica, continueranno a camminare secondo la loro abituale azione, nelle loro vie tortuose!

Continueranno a comportarsi come hanno fatto sempre!

La cosa che colpisce è che il rifiuto del popolo non si concentra sul fatto che non avevano informazioni dove si trovasse “la strada antica”, o la impossibilità di verificare se esistesse! 

Non è una questione di conoscenza, non è una questione di chissà quale altra cosa, ma solo di ostinata riluttanza a riconoscere il Signore come suo Dio!

Nella Bibbia viene evidenziata molte volte la ribellione dei figli d’Israele con la riprensione dei profeti (per esempio Deuteronomio 31:27; Salmo 78:8,17,40,56; 105:28; 106:7; 107:11; Isaia 63:10; Ezechiele 20:8,13,21; Osea 7:13; Sofonia 3:1).

Addirittura Geremia 6:28 dice: “Essi sono tutti ribelli incalliti”, quindi non disposti a cambiare (cfr. Geremia 5:23)

Della ribellione di Israele ne parla anche Gesù (Matteo 21:33-44; Luca 13:6-9).

Paolo, in 1 Corinzi, parlando della ribellione di Israele, lo fa per avvertire i cristiani a non seguire questo cattivo esempio (1 Corinzi 10: 1-12; cfr. Ebrei 3:7-4: 2; Salmo 95:7-11; Giuda 5,7).

Ma pensate che sia forse un problema del popolo dell’Antico Testamento?

La razza umana è in ribellione contro Dio con la sua disobbedienza e incredulità (per esempio Salmo 2:2-3; Tito 1:16; 3:3).

Gli ultimi tempi saranno caratterizzati da aperta ribellione contro Dio (cfr.2 Tessalonicesi 2:3; 1 Timoteo 4:1-3; 2 Timoteo 3:1-5; 1 Giovanni 2:18-19).

Dalla ribellione e caduta di Adamo ed Eva (Genesi 3:1-6), il loro “virus” del peccato, che è peggio del covid-19, si è trasmesso a tutto il genere umano! (Romani 3:9-23; 5:12-21; 7:14-23).

Per questo motivo è stato necessario l’intervento di Dio con il sacrificio di Gesù Cristo (Romani 3:24-26; 7:24-8:4), è la rigenerazione dello Spirito Santo (Tito 3:1-6) per mettere in noi il seme di Dio (Giovanni 1:12-13; 3:3-5; 1 Pietro 1:23; 1 Giovanni 3:9; 2 Pietro 1:4) e cambiare di conseguenza i nostri comportamenti.

Quando conosciamo veramente Dio, quando sperimentiamo la salvezza in Cristo, quando c’è una vera e propria nuova nascita, allora il nostro modo di vivere cambia!

2 Corinzi 5:17 dice: ”Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco sono diventate nuove”.

Se siamo uniti spiritualmente a Cristo, alla Sua morte e resurrezione, abbiamo una nuova vita, siamo nuove persone con nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi sentimenti, nuove inclinazioni, nuovi comportamenti, soprattutto nei riguardi di Dio!

Ma perché le persone si ribellano a Dio?
Vediamo la:
B) Le radici della ribellione

Prima di tutto:
(1) La natura umana non ama Dio 
In Romani 8:5 leggiamo: “Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito”.

“Carne” (sarka) si riferisce alla natura umana peccaminosa, così “quelli che sono secondo la carne” si riferisce alle persone che non sono nate di nuovo, che hanno una mentalità e quindi, di conseguenza, un comportamento secondo la natura peccaminosa ereditata da Adamo ed Eva.

Queste persone sono dominate dalla natura umana non rigenerata dallo Spirito Santo, e quindi non amano Dio, non gli sono obbedienti, non lo temono e così via!

Invece “quelli che sono secondo lo Spirito”, pensano alle cose dello Spirito.

Si riferisce a quelli rigenerati; questi vivono secondo ciò che lo Spirito Santo desidera, e quindi avranno la loro mente, cuore e volontà, e quindi anche il comportamento, focalizzato e finalizzato a Dio!

Quando il comportamento è controllato dallo Spirito Santo, c’è il Suo frutto, quindi non sarà ribelle a Dio!

La seconda radice della ribellione è:
(2) La natura umana ama il mondo 
Il “mondo” (kosmou) inteso come gli standard, giudizi, desideri, sfere, influenze e valori umani corrotti rispetto a quelli di Dio, si riferisce al sistema egocentrico ostile e ribelle a Dio controllato da Satana (Giovanni 12:31; 14:30; 2 Corinzi 4:4, Galati 1:4; 1 Giovanni 2:15-17; 5:19). 

Giovanni esorta a non amare il mondo (1 Giovanni 2:15).

Essere amico del mondo, o amarlo, è incompatibile con l’amore e la consacrazione a Dio!

La concupiscenza della carne, quella degli occhi e la superbia della vita, presenti nel mondo non vengono da Dio (1 Giovanni 2:16).
Infine la radice per cui si è ribelli è perché:
(3) La natura umana ama i propri idoli
Come abbiamo visto, ai tempi di Geremia, Dio ha richiamato il Suo popolo a non andare dietro agli idoli (Geremia 35:15. Cfr. 1:16; 2:11,28; 5:7,19; 7:6,9,18; 11:10,12-13; 13:10; 16:11, 13, 20; 19:4, 13; 22:9; 25:6; 32:29; 35:15; 43:12–13; 44:3, 5, 8, 15; 46:25; 48:35).

La gente ai tempi di Geremia pensava erroneamente che il Signore e gli idoli potessero essere comparabili e scambiabili.

Loro pensavano erroneamente che gli idoli erano come il Signore e quello che dava il Signore (Isaia 2:6–9, 12–22; Geremia 2:9–19; Ezechiele 16:23–29; 23:7,30) lo davano anche gli idoli!

Ed è quello che pensano oggi molte persone con i loro idoli moderni!

CONCLUSIONE
Ogni generazione ha affrontato e deve affrontare una sfida contro la propria natura umana, il mondo e gli idoli, una sfida per controllare la propria vita secondo la rivelazione, gli insegnamenti di Dio!

Vediamo, quindi:
(1) Il nostro rapporto con la rivelazione di Dio

Noi davanti la rivelazione di Dio:
(a) Dobbiamo avere il giusto atteggiamento
Il giusto atteggiamento è: disponibilità e sottomissione al Signore!

Quando il Signore si rivelò ad Abramo esortandolo a camminare alla Sua presenza e a essere integro, con la promessa che avrebbe stabilito il patto con lui e che sarebbe diventato una grande nazione, Abramo si prostrò con la faccia a terra! (Genesi 17:3)

Tozer scriveva: “Probabilmente nella Bibbia non esiste un'immagine migliore del posto giusto per l'umanità e del posto giusto per Dio. Dio era sul suo trono a parlare e Abramo era sulla sua faccia ad ascoltare! Dove Dio e l'uomo sono in relazione, questo deve essere l'ideale. Dio deve essere il comunicatore e l'uomo deve essere in atteggiamento di ascolto e obbedienza. Se uomini e donne non sono disposti ad assumere questo atteggiamento di ascolto, non ci sarà alcun incontro con Dio nell'esperienza personale e vivente”.

Così reagì anche Giosuè (Giosuè 5:14), e anche Samuele (1 Samuele 3:10), avendo un atteggiamento di ascolto, di disponibilità e sottomissione, cosa che non aveva la popolazione ai tempi di Geremia!

Quando Dio ti parlerà come gli risponderai?

Gli dirai: “Aspetta un attimo ho diversi impegni familiari”.
Oppure: “Signore abbi pazienza, per adesso non ho tempo, o altro a cui pensare”.

No! Ti dico che se sei un vero servo di Dio, dirai: “Parla, poiché il tuo servo ascolta” (1 Samuele 3:10).  

Noi servi di Gesù Cristo, dobbiamo metterlo al primo posto (Esodo 20:3; Luca 14:26)

Il Signore deve essere al primo posto!
Deve essere amato al di sopra di tutti e di tutto, persino della nostra stessa vita!

(b) Noi dobbiamo ritornare e rimanere nelle strade antiche
Non dobbiamo seguire qualsiasi strada come ci dicono oggi i relativisti, ma la strada antica, la strada buona della Parola di Dio! 

Dobbiamo camminare nella Parola di Dio, e non sulla via del mondo, del peccato, della ribellione, dell’idolatria.

Non dobbiamo camminare altrove, anche se le altre strade sono scorciatoie che soddisfano i nostri interessi umani!

Non dobbiamo cedere alla tentazione di seguire altri percorsi per il piacere della nostra natura umana!

Non dobbiamo cedere alla spinta verso la strada del compromesso quando siamo sotto pressione!

Noi dobbiamo camminare solo ed esclusivamente nella rivelazione di Dio!

Come il Signore, attraverso Geremia, ha esortato il popolo a guardare indietro alla strada antica della legge, così noi siamo esortati a guardare indietro alla volontà di Dio rivelata in tutta la Bibbia; Antico e Nuovo Testamento, alla Parola eterna che non passa mai di moda, come fonte di guida per la nostra vita!

Gesù disse: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:35).

Dobbiamo ammettere purtroppo, che molte comunità, a causa dell’incredulità, si sono allontanate dalle strade antiche in termini di dottrina, dalla fede apostolica! 

Ma noi dobbiamo combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre ci dice Giuda 3.

“Fede” (pistis) si riferisce alla verità oggettiva di Dio, alla dottrina, al messaggio cristiano all’insegnamento apostolico che regolava la chiesa (Atti 6:7; Galati 1:23; 1 Timoteo 1:19; 4:1,6; 1 Corinzi 16:13; Galati 3:23,25; 6:10; Filippesi 1:25; Colossesi 1:23; cfr. Atti 2:42; 1 Corinzi 15:1-4; 2 Tessalonicesi 3:6; 2 Timoteo 1:13-14; 1 Timoteo 6: 19-20; Giuda v.17).

A questo si aggiunge che in certe comunità si tollera il peccato (cfr. Apocalisse 2:20).

Noi dobbiamo mettere in pratica la Parola di Dio!

Lo scopo dell’informazione di sapere quale sia “la buona strada” che è quell’antica, non è solo per una conoscenza intellettuale, ma deve essere pratica.
La rivelazione di Dio, non deve solamente essere ascoltata, ma anche praticata!

Giacomo 1:22 afferma: “Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi”.

Se ascoltiamo solo la Parola di Dio senza metterla in pratica ci stiamo illudendo di essere veri discepoli di Gesù Cristo!

"Illudendo" (paralogizomenoi – presente medio participio) significa “calcolare falsamente”, “fare un ragionamento sbagliato” oppure “far credere una cosa mentre è un’altra”. (Genesi 29:25; 31:41; Giosuè 9:22; 1 Samuele 19:17). 

"Illudendo" letteralmente è “ragionando oltre”, era un’espressione usata in matematica per gli errori di calcolo.

Quindi se diciamo di essere cristiani, ma non siamo "facitori", stiamo facendo un errore di calcolo spirituale. 

Se tu pensi di essere a posto con Dio, di avere il Suo favore, quindi di essere salvato, o consacrato leggendo la Bibbia, o perché ti piace ascoltare una predicazione, senza essere nella condizione di esecutore, oppure pensi che la Bibbia sia una delle tante verità, e ti piace leggerla perché ti dà conforto, o ti piace solo studiarla e dibattere le eresie, ti stai ingannando!

Quello che ci dice ancora questo messaggio è:
(4) Noi non dobbiamo avere idoli
Charles Hodge scriveva: “L'idolatria è ovunque rappresentata nelle Scritture come il più grande insulto che la creatura può offrire al Creatore”.

…Ora carissimi, quando pensate all’idolatria forse pensate agli idoli di gesso, di ferro, e così via.

Ma Ezechiele parla di idoli che sono nel cuore! (Ezechiele 14:4; cfr. 11:21).

Come facciamo allora a capire se ci sono degli idoli nel nostro cuore? 

L’idolo lo puoi:
a) Identificare dalla prova dell’amore, da ciò che ami
Origene nel III secolo osservava che il primo comandamento, cioè “Non avere altri déi oltre a me” (Esodo 20:3) è in relazione con ciò che si ama. 
Egli scrisse: "Ognuno onora prima di tutto, quello che prima di tutte le cose lui ammira e ama, questo per lui è Dio". 
Ciò che ammiriamo e amiamo più di Dio è un idolo!

Cosa ammiri di più? 
Cosa ami di più? 
Che cosa desideri di più? 
Che cosa ti entusiasma di più? 

Quali sono gli scopi per cui ti impegni e perché lo fai, da che cosa sei motivato? 

Può essere un hobby, o un interesse personale, un desiderio per le cose della vita, o un’ambizione.

Potrebbe essere la salute personale, o il fitness, uno sport, una persona. 

L’idolo lo puoi:
b) Identificare dalla prova della fiducia
Di cosa vi fidate? 
In chi confidate nei momenti di difficoltà? 

Martin Lutero disse: "Qualunque cosa il tuo cuore si aggrappa e si basa è propriamente il tuo dio". 

Analogamente Thomas Watson disse: "Se metti la fiducia in una cosa più di Dio, quello lo rendi un dio." 

Noi dobbiamo confidare solo in Dio perché dipendiamo da Dio! 

Allora di cosa, o di chi vi fidate? 

Da chi dipendete?

Alcune persone nelle loro difficoltà dipendono dalle droghe, dall’alcol, dal sesso, o dallo shopping, o da qualche altra ossessione per andare avanti, questa è idolatria! 
Alcune persone confidano nella superstizione, negli oroscopi, nei tarocchi, nei maghi, nei santi, nella madonna, e così via, questa è idolatria! 

Alcune persone dipendono e confidano in altre persone sostituendo Dio, questa è idolatria! 

Alcuni confidano nel loro lavoro, nell’assicurazione, nella loro previdenza per la loro sicurezza, e non in Dio, questa è idolatria.

Alcuni pongono la loro fede nel governo, altri nella scienza e nella medicina, nel pastore, in questo non c’è niente di sbagliato, ma se prendono il posto di Dio, è idolatria! 

Perciò qualsiasi cosa che ami e in cui confidi, in cui ti diletti e desideri, che non puoi farne a meno, che temi, o servi, se queste cose prendono il posto di Dio, lo sostituiscono, allora sono idoli! 

Non pensare che gli idoli siano solo le cose cattive come i vizi!

Maggiore è il bene, ed è più probabile che lo ricerchiamo per soddisfare i nostri bisogni e le nostre speranze!! 

Le cose migliori della vita possono diventare i nostri idoli!

Quindi, anche le cose buone che Dio ci dà come il marito, i figli, la moglie, la chiesa, il pastore, il lavoro, la fede, la pace, i doni spirituali, un ministero nella chiesa, possono diventare idoli se li mettiamo al posto di Dio, o se non siamo riconoscenti a Dio, o se siamo auto-compiacenti! 

c)Un idolo è ciò che è più importante di Dio
A che cosa pensi di più? 
Che cosa desideri di più?
Che cosa è più importante per te?
A che cosa obbedisci di più?

Tim Keller scrive: “Secondo la Bibbia, gli idolatri fanno tre cose con i loro idoli. Li amano, si fidano di loro e gli obbediscono”.

Un idolo è ciò che per te è più importante di Dio.

Tutto ciò che assorbe il tuo cuore, o i tuoi pensieri più di Dio, a cui gli obbedisci, è un idolo!

Qualsiasi cosa è centrale, o essenziale nella tua vita, che al solo pensiero di perderlo pensi che poi la vita non sarà più degna di essere vissuta, è un idolo!
Un idolo è qualcosa senza il quale non possiamo vivere e facciamo di tutto per averlo, e da cui dipendiamo!

Dietro tutti gli idoli, c’è l’idolo di se stessi, il proprio Io.

Tutto ciò che si fa, o si cerca lo si fa per se stessi, la causa siamo noi stessi!

L’idolo è il tuo io! Che Dio ci chiama a far a odiare e a crocifiggere! (Luca 14:26; Galati 2:20).

Ma questo versetto ci parla di:
(5) Ravvedimento
Noi dobbiamo riflettere sul nostro comportamento! 

Lamentazioni 3:40 dice: “Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al Signore!”

Se come la popolazione ai tempi di Geremia ti sei sviato, o sviata dalla strada antica, la strada buona, allora ti devi ravvedere!

Devi ritornare a Dio!

Il ravvedimento prima di tutto è relazionale, è con Dio! 

Devi ritornare completamente a Dio! (per esempio Genesi 35:2–3; Giosuè 24:14–15, 23; Giudici 10:10, 15; 1 Samuele 7:3; 12:10–11, 20–21).

Devi lasciare i tuoi idoli! (per esempio Isaia 10:20–21; 19:22; 44:21–22; 55:6–7; 65:1–2; Geremia 3:10; 4:1)

Devi stradicarli dal tuo cuore!

Non avrai mai il riposo nell’anima tua senza camminare nella via di Dio!
Devi ritornare alla Parola di Dio!

Devi mettere in pratica la Parola di Dio!

Devi camminare nella giustizia, nella santità, verità, amore, lasciando la via dell’ingiustizia, del peccato, della menzogna e dell’odio!

Allora, in Cristo avrai armonia e avrai riposo!

Luca 13:1-5: Le notizie tragiche devono portarci al ravvedimento.

Luca 13:1-5: Le notizie tragiche devono portarci al ravvedimento.
Qualcuno ha detto: “La vita ti porta brutte notizie? Allora cambia postino!”

Se siamo persone equilibrate, mature che amano la vita e gli altri, dobbiamo ammettere che ci piacciono di più le belle notizie, che quelle brutte. 

Quando sentiamo una brutta notizia, o se stiamo vivendo una tragedia, sarà facile vederla come assurda, terrificante e possiamo anche arrivare a dubitare della bontà e della sovranità di Dio.

Ma le tragedie hanno la loro importanza e il loro scopo nel piano di Dio, a volte sono giudizi (per esempio Isaia 1:28; 9:13-19; Geremia 23:19; 48:11-12).

Altre volte le tragedie sono strumenti di Dio perché ha un bene superiore (per esempio Genesi 50:18-21; Atti 2:23; 4:27-28; Romani 8:28; Giacomo 1:3-4; 1 Pietro 1:7; Ebrei 12:7-11; Giovanni 9:3; 11:40,45).

Altre volte le tragedie sono strumenti di Dio per farci riflettere come indicato da questi versetti!

Salmo 74:4-11: Fino a quando?

 Salmo 74:4-11: Fino a quando?  Avete mai provato quella sensazione di essere sopraffatti da problemi che sembrano interminabili? O che i pr...

Post più popolari dell'ultima settimana