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Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

1 Timoteo 4:7: Un ordine al negativo.

1 Timoteo 4:7: Un ordine al negativo.
“Ma rifiuta le favole profane e da vecchie”.

Il “ma” indica un contrasto con la buona dottrina che Timoteo ha imparato. Paolo dà a Timoteo alcune indicazioni circa le sue responsabilità pastorali nei rapporti con l'eresia: deve informare e spiegarle alla chiesa, in questo modo sarà un buon servitore di Cristo Gesù. Timoteo, si deve nutrire con le parole della fede e della buona dottrina che ha imparato (1 Timoteo 4:1-6).
“Le parole della fede” si riferisce alla verità cristiana contenuta nella Scrittura (1 Timoteo 5:8; 6:21; Giuda 3) e richiede la nostra fede.
Timoteo deve contrastare con la verità cristiana rivelata le favole profane, le deve rifiutare! 
Potrebbe significare che Timoteo debba evitare d’insegnare tali cose, o che non deve entrare nel dibattito con gli avversari che insegnano tali cose, o che egli deve rifiutare tale insegnamento quando è dato da altri e impedire il loro insegnamento, o una combinazione di tutti questi.
La parola “rifiutare” comunque, indica un forte rifiuto!Non si tratta di un consiglio, il verbo indica un ordine chiaro da fare ogni giorno: “continua a rifiutare”. Timoteo deve, quindi, fare attenzione su questo punto, non deve avere niente a che fare con le favole profane e da vecchie.
“Favole” è miti, storie leggendarie, falsità, finzione (1 Timoteo 1:4). 
“Profane” indica ciò che è separato da Dio, o senza Dio, al di fuori di ciò che è santo, quindi di Dio (cfr.1 Timoteo 1:9; 6:20;2 Timoteo 2:16). 
Non c'è niente di sacro nelle favole, nei miti, sono indegni di attenzione di una persona devota a Dio. 
“Da vecchie” descrive qualcosa che è frivolo e non degno di seria attenzione, qualcosa che è insignificante nel suo contributo. L'espressione era usata spesso in modo sarcastico negli scritti filosofici greci per indicare il credere facilmente a cose inutili, o inattendibili. Era un termine di disprezzo per un punto di vista privo di credibilità e attrattiva, si riferisce alle chiacchiere insignificanti, sciocche, frivole, inutili, quindi solo per ignoranti. Nessun uomo intelligente avrebbe sentito queste favole. 
Probabilmente “le favole profane e da vecchie” si riferisce a qualche eresia che riguardava i miti e le genealogie senza fine (1 Timoteo 1:4), oppure alle storielle, o alle leggende ebraiche. Timoteo non doveva sprecare il tempo con i miti e con coloro che l’insegnavano, non doveva perdere tempo a discutere di queste cose! Non doveva nemmeno far posto nella sua mente a tali cose. Il buon servitore di Gesù Cristo mantiene la sua convinzione e la sua chiarezza nella Parola di Dio (Filippesi 4:8; 2 Timoteo 2:16). Sotto l'apparenza di un’istruzione teologica ed erudizione accademica, l’amore di un uomo per la verità può essere distrutta, e la sua mente essere confusa. È facile perdersi in questioni secondarie e rimanere impigliato in queste, cosa che avviene ancora oggi e fanno perdere tanto tempo.
È sulle grandi verità centrali rivelate nella Scrittura che noi dobbiamo costantemente nutrire le nostre menti e la nostra fede, su queste dobbiamo soffermarci, queste dobbiamo predicare.

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