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Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Salvatore

1 Cronache 16:28-29; 35: La gloria di Dio e le nostre azioni (2)

 1 Cronache 16:28-29; 35: La gloria di Dio e le nostre azioni (2) Stiamo ancora in questo meraviglioso capitolo di 1 Cronache riguardo la gloria di Dio. Questo canto di lode di Davide si conclude con una preghiera affinché Dio liberi il Suo popolo dall'esilio e lo riporti nella sua terra, dove ancora una volta lo loderanno. In questa predicazione vediamo altre due nostre azioni in relazione alla gloria di Dio. Cominciamo con: I L’ APPROVAZIONE (vv.28-29) Nei vv.28-29 è scritto: “Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli, date al SIGNORE gloria e forza. Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza. Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di sacri ornamenti” (Deuteronomio 32:3; Salmo 29:1-2; 96:7-9). Prima di tutto vediamo in questi versetti: A) L’imperativo Per tre volte troviamo il comandamento “date” (hābû - qal imperativo attivo). “Dare” in Ebraico significa “accreditare”, “attribuire”, cioè dire parole di eccellenza, o grandezza su una pe...

Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse

Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere:

Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31).

 Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31). Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere: I IL CONTESTO DEL DETTO (v.30)  Nel v.30 leggiamo: “Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi”. Dopo la cena Pasquale, quindi l’isituzione della “Cena del Signore”, e dopo aver cantato l’inno, com’era di usanza, dai Salmi 115-118, Gesù e i Suoi discepoli uscirono per andare al monte degli Ulivi. Consideriamo:

Giovanni 10:11-18: Gesù è il buon Pastore (2) Il Buon Pastore ha un cuore per le Sue pecore.

Giovanni 10:11-18: Gesù è il buon Pastore (2) Il Buon Pastore ha  un cuore per le Sue pecore. Nella predicazione precedente (Giovanni 10:1-6), abbiamo visto che il Buon Pastore ha una relazione intima con le Sue pecore.  L’immagine che troviamo in questi versetti (vv.11-18), è ancora la pastorizia nell’aperta campagna, dove il pastore deve essere pronto a dare la propria vita per proteggere le sue pecore dagli animali predatori.  In primo luogo questi versetti ci parlano del: I SACRIFICIO DEL BUON PASTORE Nei vv.11-12 leggiamo: “Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga, e il lupo le rapisce e disperde”.   Per due volte nei versetti 11 e 14 leggiamo che Gesù dice di se stesso di essere il Buon Pastore.  “Buon” (kalós) si riferisce alla qualità del Suo carattere che è nobile, inecce...

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore.

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore. Giovanni 10 è un capitolo molto amato dai cristiani perché parla che Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle Sue “pecore”, dei Suoi discepoli.  Nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è chiamato anche il “Grande Pastore” (Ebrei 13:20-21), e il “Supremo Pastore” (1 Pietro 5:4).  L'Antico Testamento spesso immagina Dio come il pastore di Israele, che guida e protegge il suo popolo (Salmo 78:52–54; 79:13; 80:1; 95:7; 100:3). Come un pastore, Dio nutre il suo gregge, raccoglie gli agnelli, li porta delicatamente e li conduce (Isaia 40:11; Geremia 23:3–4; Ezechiele 34:11–16; Zaccaria 10:3). In questi versetti vediamo: I IL BUON PASTORE HA UNA RELAZIONE INTIMA CON LE SUE PECORE (vv.1-6).  Per capire bene questo testo è importante conoscere l’ambiente dove si svolge la vicenda che racconta Gesù.  Ci troviamo in un piccolo villaggio giudaico, dove la maggior parte delle famiglie possedeva delle pecore....

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta.

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta. Un soldato romano andò da Giulio Cesare chiedendo il permesso di suicidarsi. Era una persona infelice e disperata, senza vitalità. Cesare lo guardò e gli disse: “Uomo, sei mai stato veramente vivo?" Chi è veramente vivo, gli piace vivere! Senza Gesù non c’è la vera vita! Quando sperimentiamo veramente Gesù, arriva una nuova vitalità, una sovrabbondanza di vita.  Solo quando viviamo con Cristo la vita diventa veramente degna di essere vissuta e iniziamo a vivere nel vero senso della parola. Nel contesto troviamo che Gesù sta facendo un’analogia che Lui è il buon pastore, in contrasto con i ladri e i briganti che pensano solo ai loro interessi  a scapito delle pecore, cioè i credenti, il Suo gregge, la Sua chiesa. Questi versetti rivelano che Gesù è la porta! 

La pecora smarrita (Luca 15:4-7).

La pecora smarrita (Luca 15:4-7)  Chiunque abbia perso qualcosa, sa quanto sia esasperante cercarla e non trovarla.  Ancora più esasperante è perdere la strada e l’indirizzo. Nicolas Bardyaev disse: “ Il problema dell'uomo deriva dal fatto che non solo ha perso la strada, ma ha perso l'indirizzo”. Questa parabola della pecora smarrita, ha catturato l'attenzione di molti artisti nel corso dei secoli. È chiaro che con la pecora perduta s’identifica il peccatore, mentre colui che la cerca, il pastore è Gesù Cristo.

Luca 15:4-7: La pecora smarrita.

Luca 15:4-7: La pecora smarrita. Chiunque abbia perso qualcosa, sa quanto sia esasperante cercarla e non trovarla.  Ancora più esasperante è perdere la strada e l’indirizzo. Nicolas Bardyaev disse: “ Il problema dell'uomo deriva dal fatto che non solo ha perso la strada, ma ha perso l'indirizzo”. Questa parabola della pecora smarrita, ha catturato l'attenzione di molti artisti nel corso dei secoli. È chiaro che con la pecora perduta s’identifica il peccatore, mentre colui che la cerca, il pastore è Gesù Cristo.

Il Signore è il mio pastore (Salmo 23)

Il Signore è il mio pastore (Salmo 23) “Desidero sostenere la mia ferma convinzione secondo cui l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”. Franklin Delano Roosevelt. Di che cosa, o quando si ha paura? Che cosa di solito si dà per scontato? Che cosa si desidera più della pace?

La potenza miracolosa di Gesù.

Matteo 14:13-21  La potenza miracolosa di Gesù. Molti anni fa, l’evangelista L. Stanley Jones fu coinvolto in una discussione col Mahatma Gandhi sulla natura e l’importanza del cristianesimo. Gandhy era impressionato di Gesù Cristo solo come maestro di morale e per questo motivo scrisse  un giorno a Jones. Jones rispose a Gandhy scrivendo così: “Avete trovato i principi, ma vi è sfuggita la persona”.  Gesù è più di un semplice maestro di morale!  Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, da un grande contributo alla Cristologia e ci parla molto di più dei principi morali insegnati da Gesù!  Questo miracolo, infatti, mette in enfasi diversi aspetti dell’identità di Gesù: la Sua sensibilità, quindi compassione verso le folli, di come Lui sia veramente l’Emmanuele,  Dio con noi (Matteo 1:23) come anche la Sua Signoria, la Sua potenza miracolosa e quindi la Sua provvidenza e sufficienza.

Gesù è il buon pastore

Giovanni 10:1-18: Gesù è il buon pastore. Noi vediamo che Gesù Cristo nel Nuovo Testamento è chiamato Buon Pastore in questo capitolo, e in Ebrei 13:20-21 è chiamato il Grande Pastore; in 1 Pietro 5:4 è chiamato Supremo Pastore.  Giovanni 10 è un capitolo meraviglioso giustamente amato dai cristiani in tutto il mondo perché parla che Gesù è il Buon Pastore dei credenti.  “Buon Pastore” è una delle immagini più confortanti che troviamo nella Bibbia. Dio è descritto nella Bibbia come Pastore, non solo nel Salmo 23, ma anche nel Salmo 100:3 e in Isaia 40:11,ecc. L'immagine del Buon Pastore ci parla di amore, cura, guida e sostegno che il Buon Pastore ha per le sue pecore e dall’altra parte la fiducia e il punto di riferimento che le pecore hanno nel Buon Pastore.