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Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...
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Ecclesiaste 1:11: Nessuno sarà ricordato!

 Ecclesiaste 1:11: Nessuno sarà ricordato! La vanità del mondo umano "Lei è da invidiare più di chiunque altro io conosca", disse un giovane a un milionario. "Perché?", rispose il milionario. "Non conosco alcun motivo per cui dovrei essere invidiato".  "Cosa, signore!", esclamò il giovane sorpreso.  "Perché, lei è un milionario! Pensi alle migliaia di euro che le sue entrate portano ogni mese!".  "E allora?" rispose il milionario. "Tutto ciò che ne ricavo è il cibo e i vestiti, e non posso mangiare più della paghetta di un uomo e indossare più di un vestito alla volta. Anche tu puoi fare quanto me, non è vero?".  "Sì, ma pensi alle centinaia di belle case che possiede e agli affitti che le fruttano", ribadì il giovane. "A cosa mi serve?" rispose il ricco. "Posso vivere in una sola casa alla volta. Quanto al denaro che ricevo per gli affitti, non posso mangiarlo né indossarlo; posso solo usarl...

Ecclesiaste 1:4-7: La vanità del mondo naturale

 Ecclesiaste 1:4-7: La vanità del mondo naturale Papa Adriano VI, noto per la sua austerità e il suo rigore morale, era solito ripetere: "Ho conosciuto tre imperatori, Carlo V, Massimiliano e Ferdinando, e ho imparato che nulla è più vano della vanità". Poco prima di morire, guardando le sue mani scarne e pallide, esclamò: "Ecco a cosa si riducono le ambizioni e le vanità umane!". L'Ecclesiaste è un libro sapienziale dell'Antico Testamento che affronta il tema della vanità della vita. I vv.4-11 sono la spiegazione, o l’illustrazione, e rispondono alla domanda del v.3: “Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole?” Nei vv.4-11, l’ecclesiaste enfatizza la monotonia della natura, l’attività ripetuta e continua. A riguardo James Bollaghen scrive: “L'uso predominante dei participi in 1:4–11 serve per enfatizzare l'attività continua o ripetitiva e quindi la monotonia di questo mondo. Questi participi sono meglio presi al presen...

Una preghiera di dipendenza (Salmo 86:2,5-7) (2)

  Una preghiera di dipendenza (Salmo 86:2,5-7) (2) “C'è solo una cosa nel mondo che vale davvero la pena perseguire: la conoscenza di Dio” (Robert H. Benson). È proprio così non solo perché nel conoscere Dio si ha la vita eterna, ma anche perché dalla conoscenza di Dio dipende la nostra salute spirituale. Il salmo 86 è una preghiera che dichiara la dipendenza dal Signore. Nella precedente meditazione di questo salmo abbiamo visto che la situazione di Davide era davvero brutta a causa di certi nemici che lo volevano morto (vv.7,13-14,17). Continuiamo a meditare su questo salmo, considerando che la preghiera è la voce della fiducia in Dio e la motivazione. La preghiera è la voce della fiducia in Dio (v.2) Al v.2 leggiamo: “Salva il tuo servo che confida in te”. Qualcuno ha detto: “L'orecchio di Dio è vicino alle labbra del credente”. Dio è attento alle preghiere di coloro che si affidano a Lui. “Confida” (bôṭēaḥ) è avere fede, riporre la propria fiducia in Dio! È credere in una p...

Deuteronomio 30:3: Il Signore ti accoglierà!

Deuteronomio 30:3: Il Signore ti accoglierà! “Il SIGNORE, il tuo Dio, farà ritornare i tuoi dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà disperso”. In qualche tempo futuro, quando la disobbedienza del popolo avrebbe attirato la maledizione di Dio secondo il patto (Levitico 26:14-39; Deuteronomio 28:15-69), e il popolo sarà stato disperso tra le nazioni straniere, dopo aver ricordato la benedizione e la maledizione secondo il patto, ci sarebbe stata una svolta. In primo luogo, il popolo si convertirà al Signore, cioè  avrà un cambiamento di orientamento (vv.1-2; cfr. Deuteronomio 4:30), cioè un'inversione dei modelli di comportamento del passato, per esempio possiamo ricordare: allontanarsi dalla Sua via (Deuteronomio 9:12), o  servire altri dèi (Deuteronomio 11:16; 29:25-26), o abbandonare il Signore (Deuteronomio 28:20), o il suo patto (Deuteronomio 29:24). In secondo luogo

Esodo 20:5-6: Che tipo di eredità morale lascerai ai tuoi figli?

Esodo 20:5-6: Che tipo di eredità morale lascerai ai tuoi figli? Punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Dio è severo contro chi trasgredisce il secondo comandamento, ma benevolo verso chi è obbediente. Dio giudica chi lo trasgredisce, mentre ricompensa chi l’obbedisce. Noi vediamo in primo luogo la retribuzione ai disubbidienti. Quale compenso avranno i disubbidienti? La punizione! Dio punisce chi viola questo comandamento! Colpisce non solo la generazione che sbaglia, ma anche quelle future fino alla quarta generazione di coloro che lo odiano, cioè di coloro che non lo amano e lo dimostrano con la disubbidienza!  La punizione alle generazioni future per i disobbedienti può indicare due cose: un avvertimento per i genitori e non per i figli. Una retribuzione severa di Dio da non sottovalutare. Oppure...