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Luca 4:18-19: La missione di Gesù

 Luca 4:18-19: La missione di Gesù Immagina di entrare in un luogo avvolto dall’oscurità, pieno di disperazione, dolore e sconforto.  Un mondo dove gli emarginati vengono dimenticati, dove la speranza sembra un lusso irraggiungibile.  È in questo contesto che Gesù proclama la sua missione rivoluzionaria, un messaggio che non è semplicemente un annuncio, ma una trasformazione radicale della realtà umana. In Luca 4:18-19, Gesù proclama di essere venuto per portare la buona novella ai poveri, il recupero della vista ai ciechi e per liberare gli oppressi.  Questo brano non è solo un testo storico, ma un manifesto vivente della grazia di Dio.  Rivela un Dio che non rimane distante dalla sofferenza umana, ma si immerge nelle nostre fragilità, spezzando le catene che ci tengono prigionieri e ridonando dignità a ogni persona. Non si è limitato a trasmettere un messaggio: era l’incarnazione della speranza stessa.  Il contesto di questi versetti è che Gesù si trova n...
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Deuteronomio 30:3: Il Signore ti accoglierà!

Deuteronomio 30:3: Il Signore ti accoglierà!
“Il SIGNORE, il tuo Dio, farà ritornare i tuoi dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà disperso”.

In qualche tempo futuro, quando la disobbedienza del popolo avrebbe attirato la maledizione di Dio secondo il patto (Levitico 26:14-39; Deuteronomio 28:15-69), e il popolo sarà stato disperso tra le nazioni straniere, dopo aver ricordato la benedizione e la maledizione secondo il patto, ci sarebbe stata una svolta. In primo luogo, il popolo si convertirà al Signore, cioè  avrà un cambiamento di orientamento (vv.1-2; cfr. Deuteronomio 4:30), cioè un'inversione dei modelli di comportamento del passato, per esempio possiamo ricordare: allontanarsi dalla Sua via (Deuteronomio 9:12), o  servire altri dèi (Deuteronomio 11:16; 29:25-26), o abbandonare il Signore (Deuteronomio 28:20), o il suo patto (Deuteronomio 29:24). In secondo luogo
la svolta sarà nel cambiamento di ricettività, obbedirà alla parola del Signore (cfr. Deuteronomio 4:30) "con tutto il tuo cuore e con tutto e l’anima” (v.2); questo mette in risalto la completezza del "pentimento" del popolo, mette in risalto il fatto che il popolo ritornerà indietro con un nuovo, sincero, totale e radicale impegno di obbedienza alla parola di Dio (vv.1-2), espressa per loro nella legge di Dio e scritto in un libro (vedi v. 10). Il pentimento che Dio si aspetta da Israele, dunque è più che semplicemente allontanarsi da un passato malvagio, implica un impegno sincero a obbedire al Signore. Di conseguenza a questo pentimento, il Signore invece di allontanarsi da Israele e operare come nemico, si girerà verso di loro e agirà per loro conto. Infatti, il Signore, il Dio d’Israele lo farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà, e lo raccoglierà dai popoli fra i quali lo aveva disperso: dalle estremità della terra avrebbe ricondotto coloro che aveva allontanato con il Suo giudizio (cfr. Deuteronomio 4:27-31; 28:64). Nessuna distanza sarebbe così grande da fargli trascurare, o impedire il suo ritorno (v.4; Isaia 43:6; 48:20; 62:11). L’unica cosa che rende Dio distante dal Suo popolo è il peccato (cfr. per esempio Isaia 59:1-2), ma con il pentimento la relazione è ristabilita. Dio, agendo nel corso della storia umana (proprio come aveva fatto per portare il suo popolo fuori dall'Egitto), avrebbe radunato il Suo popolo dai luoghi in cui li aveva dispersi in giudizio. Una ricerca nella Bibbia mostra che molte generazioni di israeliti sono stati disobbedienti al Signore. I disastri che predisse Mosè, incluso l'esilio dalla terra promessa, sono avvenuti. Le generazioni disobbedienti hanno vissuto calamità, ma la loro disobbedienza non ha annullato le promesse di Dio ai padri (cfr. Deuteronomio 4:29-31; 13:17-18). Israele, dopo che avrà ricordato, dopo che si sarà convertito e avrà obbedito, potrà aspettarsi che Dio lo ristabilirà alla sua precedente posizione. Questo versetto ci incoraggia a guardare sempre alla grazia, alla misericordia e alla fedeltà di Dio. Noi non dobbiamo peccare, ma quando pecchiamo, ricordiamoci che la porta è sempre aperta per tornare a Dio. Dio, quando ci pentiamo, ci perdona (Michea 7:18-19; 1 Giovanni 1:8-10), ci accoglie a braccia aperte come ci ricorda anche la parabola del figliol prodigo  (Luca 15:11-24).  Ma il nostro ritorno a Dio deve essere caratterizzato, anche dall'impegno a non peccare (cfr. Giovanni 8:11; Romani 5:20-6:14). Se Dio si è allontanato da te, perché tu ti sei allontanato da Lui, allora ritorna a Lui! Dio ti accogliere in Cristo, ma il tuo pentimento deve essere sincero!

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