Luca 4:28-30: La conclusione drammatica Abbiamo visto in Luca 4:23-27 come Gesù abbia portato alla luce i veri pensieri che avevano nel cuore le persone che erano presenti nella sinagoga di Nazaret dove Lui aveva appena parlato. Il Suo intervento è stato provocatorio, sfidando profondamente le convinzioni nazionalistiche ed esclusiviste dei Suoi ascoltatori. Ora in Luca 4:28-30, vediamo la conclusione drammatica di questa storia. Fu come un terremoto che scosse le fondamenta delle certezze religiose: dal celebrare Gesù (Luca 4:22), si passa al tentativo di ucciderlo! La verità di Dio sfidò i loro confini mentali, culturali e teologici, ora vediamo come reagirono a questa verità che non corrispondeva alle loro aspettative. Questo momento finale del testo è come un dramma in tre atti che si consuma con la velocità di un fulmine. Prima di tutto troviamo:
Deuteronomio 2:7:Dio è con noi nel viaggio della vita.
“Poiché il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha benedetto in tutta l'opera delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il SIGNORE, il tuo Dio, è stato con te durante questi quarant'anni e non ti è mancato nulla".
Il contesto di questo versetto racconta le tappe del viaggio del popolo di Israele nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù di Egitto. Questo versetto dice che il Signore, il Dio d’Israele si è preso cura del Suo popolo nei quarant’anni nel deserto. Per questo motivo il popolo non aveva bisogno dell’aiuto di altri, poteva permettersi di comprare da mangiare e da bere dagli edomiti perché Dio lo aveva assistito (v.6). Ci sono tre aspetti della cura del Signore per Israele.
1) Aveva benedetto ogni attività del popolo. 2)Lo aveva seguito, cioè si è preso cura del popolo e lo ha protetto nel vasto e terribile viaggio nel deserto (cfr. 8:3-5). 3) È stato il Suo Dio negli ultimi quarant'anni. “Tuo Dio” indica che il Signore è legato al Suo popolo e il Suo popolo è legato a Lui: Dio si prende cura del Suo popolo e il Suo popolo gli obbedisce, non deve avere idoli (per esempio cfr. Esodo 20:1-17; Levitico 26:1-13). "Quarant’anni" rappresenta i quaranta giorni di esplorazione in Canaan degli esploratori israeliti. “Quarant’anni” è tempo del giudizio di Dio per l’incredulità di quella generazione (Numeri 14:1-30; Salmo 106:24-26; Ebrei 3:15-19; Giuda 5), per questo giudizio non sono entrati nella terra promessa (Numeri 14:27-35). Quindi noi impariamo che: 1)Dio giudica il Suo popolo, allora facciamo bene a considerare che Dio tratta severamente l’incredulità. 2)Nonostante la ribellione di Israele e i ripetuti peccati, Dio si è preso cura del Suo popolo, ha provveduto ai loro bisogni; Dio rimane fedele nonostante l’infedeltà del Suo popolo (2 Timoteo 2:13). La grazia e la fedeltà di Dio ci sono di grande conforto. 3) È implicito in questo versetto che Israele doveva continuare a fare affidamento esclusivamente sulla provvidenza del Signore. Le benevolenze del passato sono un incoraggiamento che Dio provvederà ai nostri bisogni futuri. Allora fidiamoci al Signore che provvederà ciò di cui abbiamo bisogno nel presente e nel futuro. Non dobbiamo essere ansiosi come ci ricorda Gesù in Matteo 6:33-34. Dio si prende e si prenderà cura di noi, se apparteniamo al Suo popolo. Dio non cambierà con il tempo, Dio è e sarà sempre lo stesso, fino alla nostra vecchiaia ci porterà ci sosterrà e ci salverà, possiamo essere certi di questo. Dio è al di sopra dei cambiamenti, delle limitazioni, di tutti i tipi di imprevisti. Può davvero aiutarci e salvarci da qualunque tipo di circostanza che affrontiamo. Colui che ci ha creato e ha creato il mondo intero, ci sostiene, ed è in grado di liberarci da qualsiasi cosa (Isaia 46:4). Dio è il Signore della storia, ha agito e agirà nella nostra storia, si prenderà sempre cura di chi gli appartiene. Nessuno ci strapperà dalle Sue mani (Giovanni 10:27-30), nessuno ci separerà dal Suo amore che è in Gesù Cristo (Romani 8:37-39). Abbi fede nel Signore!