Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
1 Giovanni 3:20: Dio è più grande del nostro cuore
“Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa”.
Davanti a Dio, i nostri cuori spesso ci condannano come un giudice fa con qualcuno che ha commesso un reato. Dal contesto, “il reato” (peccato) è la mancanza di amore pratico per i bisogni dei membri della chiesa. L’amore per i fratelli è una prova che facciamo parte del regno di Dio (v.14), che siamo della verità, cioè che apparteniamo a Dio. Ameremo i membri della chiesa non a parole, ma con i fatti sinceramente secondo come Dio ha rivelato, aiutando i fratelli nel bisogno; seguiremo così l’esempio dell’amore pratico di Gesù di dare la vita per i fratelli (vv.16-18). Come Giovanni, noi sappiamo che falliamo: non amiamo di un amore perfetto, non amiamo come Gesù, quindi il nostro cuore ci dichiara colpevoli. Ma Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Giovanni ci rassicura e c’incoraggia ad affrontare le nostre mancanze guardando a Dio.
Noi vediamo la rassicurazione di guardare alla grandezza di Dio.
Giovanni non vuole che i cristiani dimorino nell'ansia e nel dubbio, ma vuole che siano certi della loro relazione con Dio. Quando i nostri cuori inevitabilmente ci condannano perché non siamo perfetti ad amare gli altri, dobbiamo ricordare che Dio è più grande dei nostri cuori, nel senso che è misericordioso. Se i nostri cuori ci condannano, possiamo metterli a tacere, ricordandoci che Dio ci accetterà ancora; Egli sarà, verso di noi più misericordioso del nostro cuore. Così ci avvicineremo con fiducia a Lui in preghiera consapevoli del Suo perdono, e quindi possiamo andare fiduciosamente alla Sua presenza e fare le nostre richieste liberamente a Dio senza paura, o vergogna. Giovanni ci rassicura che quando siamo dolorosamente consapevoli della mancanza anche del nostro migliore amore nei riguardi dei fratelli, Dio è più grande del nostro cuore che ci condanna: ci perdona!
Ma vediamo ancora la rassicurazione che Dio conosce tutto.
“Conosce ogni cosa” può riferirsi al fatto che Dio sa che siamo i suoi.
Noi siamo figli di Dio per Sua volontà (1 Giovanni 3:1-2) attraverso la fede in Gesù (Giovanni 1:12-13). Dio conosce i nostri peccati e conosce anche la Sua opera di espiazione in Gesù Cristo. Dio non vuole che pecchiamo, ma quando questo avviene, se lo confessiamo sinceramente (conosce anche la nostra sincerità davanti a Lui), ci perdona perché Gesù Cristo è il nostro avvocato e sacrificio propiziatorio mediante il quale siamo giustificati. (Romani 8:31-34; 1 Giovanni 1:8-2:2).
“Conosce ogni cosa” può riferirsi anche al fatto che Dio conosce che il nostro amore è genuino anche quando, per debolezza della nostra natura peccaminosa, non raggiungiamo il Suo lo standard.
Dio conosce il nostro amore anche se non è perfetto, conosce i nostri desideri per Lui, la nostra sincerità, le nostre buone intenzioni, e buone motivazioni.
È proprio questa conoscenza perfetta che ha Dio di noi che ci risolleva, che non ci terrorizza (cfr. Salmo 103:14; Giovanni 21:17) che ci dà la speranza.
Dio conosce le profondità del nostro cuore, e se, nel nostro cuore c'è l'amore per gli altri, anche, per quanto debole e imperfetto possa essere, possiamo riposarci nella Sua misericordia ed entrare liberamente nella Sua presenza.
Non ci scuseremo di alcun peccato, ma neppure ci accuseremo inutilmente (cfr. 1 Corinzi 4:3-5).