Luca 4:25-27: La grazia di Dio che sorprende Vediamo la motivazione degli esempi profetici. Nella nostra precedente meditazione abbiamo contemplato una verità fondamentale del Vangelo: la grazia di Dio non è determinata dalla geografia, dall’etnia, o dalla lingua. Abbiamo visto come Gesù, nella sinagoga di Nazaret, abbia sfidato le concezioni esclusive dei suoi concittadini, ricordando loro come Dio avesse operato oltre i confini d’Israele attraverso i profeti Elia ed Eliseo. Oggi desidero approfondire ulteriormente questo insegnamento rivoluzionario di Gesù, esplorando un secondo aspetto di questa verità: la grazia divina spesso si muove in direzioni inaspettate sorprendendoci. Questi due aspetti sono strettamente collegati e complementari. Se nel primo messaggio abbiamo visto DOVE la grazia di Dio opera - oltre ogni confine - oggi vedremo COME questa grazia si manifesta in modi che sfidano le nostre aspettative. Lo stesso episodio di Gesù a Nazaret ci rivela ch...
Luca 4:25-27: La grazia di Dio che sorprende
Vediamo la motivazione degli esempi profetici.
Nella nostra precedente meditazione abbiamo contemplato una verità fondamentale del Vangelo: la grazia di Dio non è determinata dalla geografia, dall’etnia, o dalla lingua.
Abbiamo visto come Gesù, nella sinagoga di Nazaret, abbia sfidato le concezioni esclusive dei suoi concittadini, ricordando loro come Dio avesse operato oltre i confini d’Israele attraverso i profeti Elia ed Eliseo.
Oggi desidero approfondire ulteriormente questo insegnamento rivoluzionario di Gesù, esplorando un secondo aspetto di questa verità: la grazia divina spesso si muove in direzioni inaspettate sorprendendoci.
Questi due aspetti sono strettamente collegati e complementari.
Se nel primo messaggio abbiamo visto DOVE la grazia di Dio opera - oltre ogni confine - oggi vedremo COME questa grazia si manifesta in modi che sfidano le nostre aspettative.
Lo stesso episodio di Gesù a Nazaret ci rivela che Dio non solo estende la Sua grazia oltre i confini che noi vorremmo imporle, ma lo fa anche secondo modalità che sfidano profondamente i nostri schemi mentali e le nostre aspettative.
Questa è una verità che può risultare scomoda, ma è essenziale per comprendere pienamente il carattere di Dio e il Suo modo di operare nella storia e nelle nostre vite.
Mentre ci immergiamo in questa riflessione, vi invito ad aprire il vostro cuore e la vostra mente, permettendo allo Spirito Santo di sfidare qualsiasi preconcetto che potrebbe limitare la vostra comprensione della meravigliosa e sorprendente grazia di Dio.
La frase del v.25: “Anzi, vi dico in verità” stabilisce un contrasto con l’affermazione precedente sul proverbio che nessun profeta è ben accetto nella sua patria.
"Anzi" (congiunzione che troviamo anche in Matteo 6:1,6,15-16; 22:14; Giovanni 7:10; Tito 1:1) introduce questa contrapposizione.
L’espressione "in verità" (ep' alētheias) serve da potente rafforzativo ed è equivalente ad “amen” che Gesù utilizza frequentemente nei Vangeli (Matteo 5:18; 6:2; Marco 3:28; Luca 9:27; 18:17; Giovanni 3:3,5).
Questa formula garantisce la verità, sottolinea l’autenticità e l'importanza di quanto sta per dire.
Con questa dichiarazione solenne, Gesù cattura l'attenzione e prepara gli ascoltatori a un’affermazione che contraddirà le loro aspettative.
È come se dicesse: “Contrariamente a quanto pensate...” o “Vi dico invece una verità....”.
Appellandosi alla loro conoscenza delle Scritture, Gesù rende il Suo avvertimento ancora più incisivo poiché basato sui loro stessi testi sacri.
In questo contesto, Michael Wilcock spiega il messaggio di Gesù: “Ora ascoltate, io sono venuto con la buona notizia della salvezza non solo per Nazaret, ma per tutta la Galilea, e in realtà per tutto Israele, e – anche se questo vi scandalizzerà – se Israele si rivelerà cieco e di vedute ristrette come voi, allora lo perderà, mentre il resto del mondo lo riceverà.”
In questo modo, Gesù non si limita a sfidare l’aspettativa che il Messia avrebbe distrutto i nemici d'Israele, ma mette in discussione la loro intera teologia.
Questo avvertimento di Gesù è profondo e urgente: la salvezza si aprirà a tutti i tipi di persone.
Coloro che erano apparentemente lontani da Dio - come la vedova pagana e il nemico comandante - potevano diventare beati, mentre coloro che ascoltavano il Suo messaggio in sinagoga ora rischiavano un’esperienza simile a quella dell'antico Israele quando la grazia di Dio li oltrepassò a causa della loro incredulità.
Coloro che apparentemente sono vicini a Dio farebbero meglio a sentire l’avvertimento.
La vicinanza fisica, o religiosa a Dio non garantisce automaticamente la Sua benedizione.
Ciò che Gesù sta facendo va ben oltre una semplice provocazione; è un invito profondo a riconsiderare le loro convinzioni più radicate.
Iniziamo esplorando il primo aspetto di questa grazia:
I LA SELEZIONE SORPRENDENTE
Dio nella Sua grazia sceglie deliberatamente coloro che il mondo considera improbabili, inadeguati o impreparati per manifestare la Sua potenza.
Questo va al di là della nazionalità, o del tessuto sociale, culturale, o di merito; Dio salva e usa qualsiasi tipo di persona, e non solo quelle che provengono dal popolo d’Israele, un principio già presente nell’Antico Testamento (Genesi 12:3; Esodo 18:1-12; Giosuè 2:1-21; 6:22-25; Rut 1:16; 2 Samuele 15:19-22; Giona 3:5-10), come abbiamo visto nella precedente predicazione, quando abbiamo esaminato gli esempi della vedova di Sarepta e di Naaman.
Questi esempi segnano l’alba di una nuova era nella storia della redenzione, quella di Gesù Cristo.
La grazia di Dio per tutte le nazioni già prefigurata nell’Antico Patto trova piena espressione nella missione di Gesù nel Nuovo Patto.
Un’era in cui la salvezza, partendo da Gerusalemme, si apre a tutti coloro che andranno a Gesù (cfr. per esempio cfr. per esempio Isaia 55:1; Matteo 11:28; Giovanni 6:37), senza distinzione di razza, o nazionalità, come vediamo nella Bibbia (cfr. per esempio Matteo 8:11-12; Giovanni 3:16; Atti 1:8; Romani 10:12-13; Galati 3:9,29; Efesini 2:14-18; Apocalisse 7:9).
Le storie dei due più grandi profeti dell’Antico Testamento mostrano che Dio non li ha guidati ad agire secondo il proverbio “Medico, guarisci te stesso” (Luca 4:23), che può riferirsi alla propria città, alla propria gente.
Dato che Gesù aveva compiuto miracoli altrove, le persone presenti nella sinagoga di Nazaret dove Gesù aveva predicato, pensavano che Egli dovesse certamente distinguere la Sua città natale compiendo miracoli anche lì.
Ma Gesù usò i due esempi dell’Antico Testamento per mostrare che questa logica non aveva fondamento.
Gesù usa questi esempi per sottolineare che il favore di Dio non è limitato a un gruppo specifico, ma si estende anche agli stranieri, suggerendo che la Sua missione avrebbe trasceso i confini d’Israele.
Con questi due esempi, Gesù sta rispondendo all’atteggiamento dei Suoi concittadini che si aspettavano che compisse miracoli a Nazaret come quelli che aveva fatto a Capernaum.
Ciò che rende particolarmente illuminanti gli esempi citati da Gesù, è la specificità della selezione divina.
Dio non scelse qualcuno in Israele, ma selezionò deliberatamente qualcuno al di fuori d’Israele: una vedova di Sarepta e Naaman.
Il fatto che Dio abbia selezionato specificamente queste due persone, tra tutte le possibilità disponibili anche all’interno d’Israele, dimostra che la Sua scelta non è casuale, ma intenzionale.
Questa selezione deliberata anticipa il ministero di Gesù stesso, che avrebbe ripetutamente cercato i pubblicani, le prostitute, i samaritani e gli emarginati, mostrando che la grazia di Dio ha un’affinità particolare per coloro che il mondo considera ultimi.
Fred Craddock, nel suo commento scrive: “Se la gente di Nazaret si è arrogata dei privilegi, quell’errore si unisce a uno più grave: il risentimento per il fatto che Gesù ha preso il favore di Dio per gli altri al di fuori di Nazaret, specialmente di Capernaum, che si dice avesse una forte popolazione non ebraica. Gesù difende il suo ministero agli estranei offrendo due storie dell’Antico Testamento.”
Dio nella sua selezione cambia il modello umano, scegliendo di operare in due persone di origine pagana e non in mezzo al Suo popolo….questo è quello che ha stupito gli interlocutori di Gesù della sinagoga, ma stupisce ancora oggi!
Come affermava con grande eloquenza Spurgeon: “Dio sceglie strumenti strani. Egli cerca perle in acque torbide e trova eroi tra la feccia dell'umanità. Gli architetti divini selezionano le pietre che i costruttori umani rifiutano. Dio ha composto il Suo capolavoro di redenzione con strumenti che il mondo avrebbe gettato via.”
Immaginate per un momento il casting di un film epico. Quando cerchiamo il protagonista, l’eroe della storia, chi scegliamo? Certamente qualcuno di forte, carismatico, eloquente - qualcuno che sembri un eroe.
Ma la storia biblica ci mostra che Dio opera con un copione completamente diverso.
È come se Dio, il grande regista della storia, entrasse nella sala dei provini e scegliesse deliberatamente le persone che tutti gli altri hanno scartato.
Questa selezione stupefacente di Dio ci rivela che il Suo metro di giudizio è completamente diverso dal nostro.
Come direbbe il profeta Isaia: “’Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’, dice il SIGNORE” (Isaia 55:8).
E questo ci conduce direttamente al prossimo punto cruciale della grazia divina, vediamo:
II LO SVILUPPO STUPEFACENTE
Non solo Dio sceglie persone inaspettate, ma spesso opera attraverso percorsi e modalità che sfidano completamente le nostre aspettative.
La grazia di Dio spesso si muove in direzioni inaspettate; non è vincolata dalle nostre aspettative, o dai nostri schemi mentali.
Si manifesta dove e come Lui desidera, spesso sorprendendoci e sfidando le nostre certezze.
Consideriamo prima di tutto:
A) La scelta di Dio
Dio sceglie gli improbabili per compiere i Suoi scopi!
Questo rovesciamento delle aspettative umane è un tema ricorrente nella Scrittura (1 Corinzi 1:27-28; 2 Corinzi 12:9), lo vediamo per esempio nella scelta di Mosè che non era eloquente (Esodo 4:10-12); nella scelta di Gedeone che era povero (Giudici 6:15-16); nella scelta di Davide che non aveva certo il fisico di essere un re (1 Samuele 16:7), nella scelta della chiamata di alcuni apostoli che erano pescatori (Matteo 4:18-22).
Con un dinamismo che spiazza la logica umana, Dio irrompe nella storia scegliendo l’inadeguato, l’inesperto, il meno appariscente.
Egli eleva pescatori a pilastri, balbuzienti a profeti, e pastorelli a re, perché la Sua potenza risplenda fragorosa proprio nella fragilità degli strumenti scelti.
David Guzik scrive: “La potenza miracolosa di Dio opera in modi inaspettati e sovrani. Persone che spesso consideriamo immeritevoli e forse strane sono molte volte destinatarie della potenza miracolosa di Dio.”
Dio non è vincolato dalla logica umana, dalle nostre preferenze, o dalle nostre aspettative nel modo in cui sceglie di operare e le persone che decide di usare per i Suoi scopi. La Sua scelta è libera e sovrana.
Dio sceglie e trasforma l’ordinario in straordinario per manifestare la Sua potenza proprio là dove l’uomo vede solo inadeguatezza.
Vediamo:
B) Lo scopo di Gesù
Gesù vuole indicare il Suo futuro ministero fra coloro che non si aspettano.
I due esempi che ha citato di Elia con la vedova ed Eliseo con Naaman, fanno esplodere l’idea che Dio sia “proprietà privata” di un popolo.
Come osserva David Garland: “Gesù usa la Scrittura per annunciare l'adempimento delle promesse di Dio, ma anche per ridefinire la missione della comunità di Dio alla luce di tale adempimento. Cerca di inserire un obiettivo grandangolare sulla loro prospettiva del mondo in modo che si concentrino su qualcosa di più del loro ristretto interesse personale. Egli fa molto di più che pronunciare parole di grazia, ma con le sue parole e le azioni che ne conseguono, intende dare loro una visione in modo che possano andare oltre il volere che Dio faccia qualcosa solo per sé stessi e vedere ciò che Dio sta facendo per il mondo attraverso di lui.”
Ma la grazia divina è imprevedibile, sorprendente e scandalosamente generosa.
Gesù non sta semplicemente raccontando storie dell’Antico Testamento; sta annunciando che il Suo ministero seguirà lo stesso modello: benedire coloro che nessuno si aspetta che vengano benedetti.
Questo parallelismo con Elia ed Eliseo non è casuale ed è ricorrente nel Nuovo Testamento.
In un periodo terribile della storia d’Israele, Elia ed Eliseo svolsero il loro ministero il primo fuori dalla Nazione, e il secondo con un uomo sempre straniero.
Questi esempi profetici insegnano una verità fondamentale: anche se la patria lo rifiuta, gli altri risponderanno e vedranno Dio operare, com’è accaduto ai beneficiari dei miracoli di Elia ed Eliseo.
Questo è precisamente ciò che accadrà nel ministero di Gesù e poi nella chiesa primitiva: il rifiuto in Israele aprirà le porte alla fede dei Gentili, ma senza mai escludere coloro tra gli Israeliti che risponderanno con fede.
Il piano di Dio non viene fermato dal rifiuto umano; anzi, spesso si espande proprio attraverso esso verso orizzonti che nessuno avrebbe immaginato.
Questo ha un significato profondo: Dio non è limitato dai confini nazionali o familiari, e la Sua grazia raggiunge gli estranei come quelli che si considerano familiari.
In terzo luogo, vediamo:
C) Lo scossone dei Nazareni
Inizialmente, le persone reagiscono positivamente (Luca 4:22), ma la loro reazione cambia quando Gesù ricorda esempi di come Dio ha mostrato misericordia anche verso i Gentili.
In altre parole, la salvezza non è limitata solo a Israele, e tanto meno agli abitanti di Nazaret; è per ogni figlio di Adamo, poiché Gesù è venuto a salvare non solo gli Ebrei, ma il mondo (cfr. per esempio Giovanni 3:16; 4:42; 1 Giovanni 2:1-2).
Questo messaggio, una volta compreso, trasformò l’atteggiamento degli abitanti di Nazaret dall’ammirazione alla furia.
Gli abitanti di Nazaret volevano un Messia che confermasse la loro superiorità sulle altre nazioni, invece, incontrarono un Salvatore che sfidava il loro senso di diritto.
Luca narra ciò che Giovanni afferma in una dichiarazione: "È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto” (Giovanni 1:11).
Come ha osservato brillantemente James R. Edwards: “ La verità inquietante di questa storia è che il pericolo più grande per la via di Dio in questo mondo è rappresentato da coloro che sono più vicini ad esso. Gesù non viene rifiutato a Sodoma e Gomorra, ma a Nazaret. Egli non viene tradito dal diavolo, ma da uno dei Dodici che ha scelto. Egli è crocifisso non nella Roma pagana, ma nel cuore di Israele a Gerusalemme.”
Ma, allo stesso tempo, è un messaggio per il quale la maggior parte di noi può essere profondamente grata, come dice sempre Giovanni 1:12: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome”.
Questo è sia per i Giudei che per i Gentili, la salvezza, o diventare figli di Dio è per fede.
Non è importante appartenere a una nazione, oppure essere religioso, per essere salvato, ma la fede in Gesù!
L’esclusività che gli abitanti di Nazaret rivendicavano era la stessa trappola in cui cadono molti credenti oggi: confondere privilegio con diritto, familiarità con fede.
Dio nella sua logica ha percorsi che non ci ha rivelato, percorsi imprevisti della Sua grazia.
Immaginate di intraprendere un viaggio con un navigatore satellitare che continuamente vi sorprende.
Pensate di essere diretti verso nord, ma all’improvviso vi dice di svoltare a est. Vi aspettate di percorrere un’autostrada, ma vi conduce su strade secondarie attraverso paesaggi che non avreste mai esplorato.
Questo è spesso il modo in cui Dio opera nella nostra vita: non seguendo la rotta più ovvia, o diretta, ma guidandoci attraverso percorsi inaspettati che alla fine rivelano panorami di grazia che non avremmo mai immaginato.
Come un fiume che non scorre sempre in linea retta, ma serpeggia, creando meandri che sembrano allontanarsi dalla destinazione solo per poi avvicinarsi ad essa in modo sorprendente, così la grazia di Dio spesso segue percorsi che inizialmente possono sembrarci deviazioni o persino retromarce, ma che alla fine ci conducono esattamente dove Dio intendeva portarci.
E questo ci conduce al terzo e forse più sfidante aspetto della grazia di Dio:
III LA SOVRANITÀ SCONCERTANTE
Questa verità ci rivela come la grazia divina possa oltrepassare coloro che presumono di avere diritti speciali per benedire chi consideriamo estranei.
La grazia di Dio può bypassare coloro che presumono di avere diritti speciali per benedire gli “estranei”.
Quando ti aggrappi ai tuoi diritti spirituali, potresti perdere il privilegio più grande: essere un canale della Sua grazia senza limiti.
L’anno accettevole del Signore, il giubileo spirituale, un tempo di grazia, di perdono e restaurazione, l’era di salvezza inaugurata da Gesù stesso, è la stagione dell’accoglienza di Dio per il genere umano, un tempo in cui le persone sono semplicemente accettate, non giudicate (cfr. per esempio Giovanni 3:16-18).
Certo è necessaria una conversione sincera e quindi un invito urgente e insistente a questa. Ma prima della conversione c’è l’accoglienza.
Questi riferimenti alla grazia estesa ai Gentili nell’Antico Testamento prefigurano lo sviluppo della missione gentile in Atti, ma come già detto, non implicano il rifiuto di Israele; infatti, nelle lettere del Nuovo Testamento leggiamo che la chiesa di Cristo è composta da Giudei e Gentili.
Questo paradosso evidenzia la tensione intrinseca che esiste tra la vastità della grazia divina e i nostri tentativi di contenerla entro confini familiari.
Come diceva Robert Tannehill: “Elia ed Eliseo forniscono una testimonianza scritturale dell'inevitabile conflitto tra il proposito di Dio e il desiderio umano di avanzare particolari pretese sulla salvezza di Dio o di porre limiti alla sua portata.”
Proprio in questa tensione si manifesta la sovranità sconcertante di Dio, che opera secondo i Suoi disegni e non i nostri schemi precostituiti.
Come gli abitanti di Nazaret, rischiamo di rifiutare Gesù non perché ci offre troppo poco, ma perché ci offre troppo, minando le nostre categorizzazioni di merito e le nostre gerarchie di valore rispetto agli altri, mi riferisco alla superbia.
Solo quando riconosciamo la nostra “povertà di spirito” possiamo accogliere pienamente questa grazia scandalosa che non fa distinzioni.
La storia di Gesù a Nazaret riecheggia quella di Elia ed Eliseo: come nei loro tempi, anche ora le persone devono decidere se accogliere, o rifiutare il messaggero di Dio.
L’analogia è chiara: le conseguenze del rifiuto di Gesù possono comportare il rifiuto di Dio stesso.
Un missionario aveva dedicato la sua vita a portare aiuto medico in un paese nemico del suo, durante un periodo di intense tensioni internazionali. Quando gli chiesero perché avesse scelto quel paese in particolare, rispose: “Perché è proprio lì che nessuno vuole andare. E dove nessuno vuole andare, è dove Dio spesso ci chiama a essere".
Proprio come Dio mandò Elia non in Israele dove sarebbe stato più “logico”, o “patriottico”, ma in territorio nemico a Sarepta, in Fenicia, o come Eliseo guarì Naaman il Siro, un altro nemico, anche questo missionario comprese che la grazia di Dio opera spesso nelle direzioni più inaspettate e scomode per la nostra mentalità umana.
Il messaggio di Gesù a Nazaret rivela questa verità fondamentale: Dio non opera secondo le nostre logiche di merito, nazionalità, o religiosità che molti oggi considerano importanti.
Ma se Dio non lo fa, pertanto nemmeno noi lo dobbiamo fare!
Questi esempi, e quindi l’atteggiamento di Gesù, ci fanno capire che dobbiamo guardarci dalla presunzione del privilegio spirituale, il pericolo di presumere di avere diritto alla grazia di Dio rispetto ad altri, di meritare un trattamento speciale da Gesù, o di avere l’esclusività a causa della nostra posizione religiosa, del nostro sfondo ecclesiastico, o del nostro servizio cristiano.
La verità è che la grazia è sempre e solo grazia è un dono immeritato, quella di Dio, basata e motivata sulla Sua libera e incondizionata volontà.
Chi ha sperimentato la grazia di Dio la trasmetterà anche ai nemici (cfr. per esempio Matteo 5:44-45; Romani 5:8-10; 12:14,17-21).
Ma non tutti sono disposti a farlo!
Un pastore stava predicando sull’amore di Dio per tutti i popoli e menzionò specificamente un gruppo etnico che storicamente era stato in conflitto con la comunità della sua chiesa. Alla fine del servizio, un anziano membro della chiesa si avvicinò a lui, rosso in viso, e disse: “Pastore, puoi predicare sull’amore di Dio per tutti, ma non puoi aspettarti che io accetti che ami anche loro!”
CONCLUSIONE
Abbiamo esplorato come la grazia di Dio opera in modi sorprendenti, scegliendo gli improbabili e muovendosi attraverso percorsi inaspettati.
Ora vediamo come questa verità rivoluzionaria può trasformare la nostra vita quotidiana:
1) Siamo chiamati ad accettare la libera e sovrana volontà delle scelte di Dio!
Dio opera secondo la Sua volontà, non secondo le nostre aspettative (Salmo 115:3, Daniele 4:34-35).
Non ingabbiarlo nei tuoi schemi denominazionali o tradizioni ecclesiastiche.
Insistere che agisca solo come prevediamo ci rende ciechi alla Sua grazia innovativa, proprio come i Nazareni.
2) Riconosci il valore di te stesso e degli altri agli occhi di Dio
Dio non ci vede secondo i valori di questo mondo.
Se ti senti inadeguato, inesperto, anonimo, non disperare, Dio usa persone come te!
Dio sceglie deliberatamente ciò che il mondo considera debole o insignificante per manifestare la Sua potenza.
La qualificazione viene da Dio, non dalle capacità umane!
Non sono i nostri talenti naturali a renderci idonei al servizio, ma la chiamata e l’abilitazione divina.
Impariamo a vedere secondo l’ottica di Dio: Egli può usare chiunque, potenziare ciò che la società vede debole.
3) Abbraccia l’inclusività del Vangelo
Il messaggio di Gesù è per tutti, senza distinzione tra Giudei e Gentili.
Dobbiamo superare ogni forma di esclusività e accogliere con amore e apertura coloro che sono diversi da noi, ricordando che il piano di Dio non è sostituire un popolo con un altro, ma creare una nuova comunità inclusiva dove tutti sono accolti e partecipano alla Sua benedizione, indipendentemente dalla loro provenienza nazionale, o estrazione sociale e culturale, riconoscendo che lo Spirito e la potenza di Dio si manifestano pienamente nell’unità tra diversi nel Suo disegno divino.
Ci sono persone che non vorresti avere nella tua chiesa?
Persone che non vuoi invitare a casa tua?
Persone troppo "scomode" per condividere l'amore di Cristo con loro?
Proprio queste sono le persone a cui Gesù dichiarò “il favore del Signore”.
4) Gioisci nel vedere la grazia di Dio, manifestarsi negli altri, anche se sono tuoi nemici
Come credenti, dovremmo essere profondamente grati per il fatto che la grazia di Dio si è estesa a tutti, come prefigurato negli esempi che abbiamo visto dell’Antico Testamento.
Gli esempi utilizzati da Gesù, ci fanno capire che la grazia di Dio non è "proprietà privata" di un singolo popolo, ma è "scandalosamente generosa" e si manifesta anche tra coloro che non se lo aspettano.
5) Non confondere il privilegio con diritto come pensavano
L’appartenenza a una chiesa, a un popolo, a una famiglia, a una cultura, non conferisce un diritto esclusivo alla grazia di Dio, come erroneamente pensavano i Nazareni che volevano che il Messia confermasse la loro superiorità, ma si sono scontrati con un Salvatore che estendeva la Sua misericordia anche ai Gentili.
Allora vigila per non cadere nella trappola di confondere eventuali privilegi con un diritto esclusivo alla grazia di Dio.
Evita l’orgoglio che ti fa credere di meritare, o di avere diritto alle benedizioni divine e la rigidità della tradizione che ti impedisce di riconoscere i modi diversi in cui Dio potrebbe operare da quello che ci aspettiamo
6) Sii disponibile al cambiamento guidato dallo Spirito di Dio
Dio non sempre agisce secondo la nostra logica!
Allora sii disponibile al cambiamento guidato dallo Spirito di Dio verso nuovi modi di pensare e di agire, anche quando sfidano le tue abitudini e tradizioni consolidate.
L’abitudine, se non esaminata alla luce della Parola e della guida dello Spirito, può diventare una forma di incredulità.
In molte chiese non avvengono quei cambiamenti necessari per la vita della comunità, secondo la volontà di Dio, perché le abitudini e la tradizione umana sono molto forti.
L’abitudine e la tradizione possono diventare forme di incredulità quando ci impediscono di vedere nuovi modi in cui Dio potrebbe operare tra noi.
La grazia di Dio è sovrana e spesso si muove in direzioni inaspettate dove ci sorprende, entusiasmandoci.
Come ci ricorda Darrell Bock: “A volte la benedizione affiora in luoghi sorprendenti. Quando Elia ed Eliseo iniziarono il loro ministero, sarebbero rimasti sbalorditi se qualcuno avesse detto loro che i loro principali miracoli avrebbero coinvolto una vedova gentile e un siriano lebbroso, nessuno dei quali era nel loro pubblico di riferimento. Questo passaggio ci mette in guardia contro l'essere troppo sicuri di comprendere i modi di Dio. Dobbiamo rimanere aperti al fatto che Dio volge i nostri ministeri in direzioni che non prevediamo. A volte una porta chiusa in un campo è una porta aperta verso un'altra opportunità.”
Infatti, guardando la storia biblica con occhi aperti, scopriamo che i momenti più sorprendenti dell’operato divino sono spesso stati proprio quando ha agito al di fuori degli schemi prestabiliti, o delle aspettative consolidate.
7) Accogli senza pregiudizi coloro che portano il messaggio di Dio anche quando il loro messaggio sfida le tue convinzioni
Questo perché, rischi di chiudere le tue orecchie alla stessa voce di Dio. Il volto di Dio si rivela spesso attraverso le persone più improbabili.
Non lasciare che i tuoi pregiudizi ti rendano cieco alla Sua presenza.
Gesù ha avvertito più volte che rifiutare Lui significava rifiutare Dio che lo aveva mandato (cfr. per esempio Matteo 10:40; Luca 10:16; Giovanni 5:22-23; 8:42; 12:44-45; 14:6-7; 15:23; 1 Giovanni 2:23).
Ma attenzione non ti sto dicendo di essere credulone! Ma di non avere pregiudizi!
Questo ci conduce naturalmente al secondo principio fondamentale:
8) Sii pronto a uscire dalla tua zona di comfort e a rispondere alla chiamata di Dio, anche quando ti conduce in luoghi o verso persone che ti mettono a disagio
La vera missione non è portare Dio dove vogliamo noi, ma seguirlo dove Lui è già all’opera e ci vuole, anche se quel luogo ci spaventa.
Ai tempi di Elia, per esempio, o l’esempio del missionario, ci ricorda che spesso Dio ci chiama a estendere la Sua grazia e il Suo amore proprio verso coloro che sono più emarginati, rifiutati, o anche i nemici, o le persone che consideriamo antipatici.
Ma se Dio ti chiamasse ad andarci, per amore e per obbedienza dovresti andarci!
L'amore di Dio non cerca la comodità, ma l’impatto.
Quando ti chiama verso il disagio, ricorda: è proprio lì che la Sua grazia può risplendere più luminosa.
Ricordiamo sempre: la grazia di Dio non conosce frontiere, non rispetta muri, non riconosce nemici – e chiama anche noi a fare lo stesso.
Quando impariamo a guardare con i Suoi occhi, anche il nostro "nemico" diventa un campo di missione.
La grazia di Dio prospera proprio dove sembra impossibile.
Il terreno più ostile spesso produce la testimonianza più potente.
Guarda bene chi consideri tuo nemico: potrebbe essere proprio lì che Dio ti sta chiamando a testimoniare la Sua grazia sovrana.
Possa questa verità trasformare profondamente il nostro modo di vivere e testimoniare l'amore di Cristo in questo mondo.