Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Isaia 26:12: Speranza per il futuro

 Isaia 26:12: Speranza per il futuro
Nel film Rocky, Apollo Creed dice a Rocky Balboa: “Non ci sarà rivincita!” Rocky Balboa risponde: “E chi la vuole!”
Come Rocky Balboa molti di noi non amano le sfide.
Siamo all’inizio di questo anno, molti di noi pensano alle varie sfide che dovranno affrontare. 
Quante paure! Quante ansie! Ci chiediamo ce la faremo?
I tempi sono difficili come poteva essere per Israele, ma qui troviamo una meravigliosa certezza: Dio darà la pace al Suo popolo!
Il capitolo 26 di Isaia ci parla di vittoria finale e fiducia in Dio e quindi di pace del popolo di Dio.
Riguardo il contesto di questo capitolo Andrew Davis scrive: “In Isaia 24–27 il popolo sofferente di Dio che sta attraversando il fuoco dell'oppressione per mano di tiranni viziosi riceve due grandi incoraggiamenti: (1) Dio sta governando attivamente in questo momento, misurando le vittorie dei malvagi e limitando il danno che possono fare al suo amato popolo; (2) Dio un giorno schiaccerà tutti gli oppressori e stabilirà un regno eterno in cui regnerà gloriosamente su tutto il suo popolo. Come abbiamo visto, Isaia 24–25 dà profezie trionfanti della vittoria finale del Signore su tutti i tiranni che opprimono il popolo di Dio in questo mondo. Ma Isaia 26 insegna al popolo oppresso di Dio come celebrare proprio ora, prima che sia giunta la vittoria finale, quando gli oppressori stanno ancora calpestando i poveri con stivali chiodati e insanguinati. Isaia sta trattando realisticamente ‘l’adesso’ per le persone del suo tempo e oltre; sono dominati dagli oppressori terreni, portati in esilio dall'Assiria, o da Babilonia. Questi enormi imperi basati sulle città sembrano invincibili; il futuro per Israele e Giuda sembra davvero molto cupo. Come può allora il popolo di Dio cantare un canto di festa quando sembra che i tiranni stiano vincendo tutte le battaglie? Isaia 26 è un canto di lode realistico per la protezione presente di Dio e la futura liberazione per il suo popolo sofferente”.
Come possiamo anche noi oggi essere gioiosi e celebrare Dio con prospettive cupe e incerte?
Vediamo prima di tutto:
I LA BENEDIZIONE
La benedizione di Dio per il Suo popolo è il Suo nome: “Signore!”
Il nome “Signore” (Yahweh) è legato alla compassione di Dio, la compassione che ha avuto quando si presentò a Mosè per liberare il Suo popolo dalla schiavitù in Egitto (Esodo 2:24-25; 3:13-15).
Questo nome, dunque è il nome, con cui si è fatto conoscere ed era il nome come era conosciuto come Dio di Israele che è entrato nella storia del Suo popolo per cambiarla!
“Signore” è considerato il nome del Patto con cui era legato al Suo popolo, perché è il nome con cui si è rivelato agli Israeliti per mezzo di Mosè quando entrò in alleanza con loro (cfr. per esempio Esodo 3:14-15; 6:2- 3; 15:1-13; 33:19; 34:6-7).
“Signore” indica la Sua auto-esistenza, immutabilità, eternità, essere una realtà dinamica, attiva, presente ed efficace, che subentra in scena, infatti, si è presentato a Mosè per intervenire nella vita del Suo popolo per liberarli dalla schiavitù in Egitto, quindi possiamo dire che il Signore controlla la storia dell’umanità (cfr. per esempio Deuteronomio 4:39; 1 Cronache 29:12; Salmo 33:10-11; 47:2; Proverbi 16:9; Daniele 2:21; Giovanni 5:17; Efesini 1:11; Atti 17:26; Romani 8:28-29).
Il Signore è l’alfa e l’omega (Isaia 44:6; Apocalisse 1:8; 21:6), cioè Colui che regna Sovrano sulla storia, Colui che l’ha pianificata, l’ha cominciata, l’ha controlla e la concluderà!
Così insieme a C. S. Lewis possiamo affermare: “La storia è una storia scritta dal dito di Dio”.
Dio ha già scritto la tua storia prima che tu nascessi ci fa capire il Salmo 139:15-16: “Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora”.
Quando il tuo corpo non era ancora formato, Dio già lo vedeva formato e conosceva anche tutta la tua vita prima ancora della tua nascita!
Quanto tempo avresti vissuto, cosa saresti stato, quali sarebbero stati gli eventi della tua vita, erano scritti nel Suo libro!
Il nome, quindi, è strettamente legato ai Suoi meravigliosi benefici, alla promessa di perdono e benedizioni, alla fedeltà, e compassioni di Dio e anche che controlla la storia dell’umanità, compresa la tua, con tutti i dettagli della tua vita, anche quelli che ti sembrano banali! (cfr. per esempio Matteo 10:29-30).
Il Suo controllo si estende anche a quelle cose che a te possono sembrare eventi casuali (cfr. per esempio Ester 3:7; 9:1–2; Proverbi 16:33; Giona 1:7).
Non esiste il caso nella nostra vita!
Nulla di ciò che accade è accidentale, o incidentale!
La Bibbia parlando della sovranità di Dio dice in pratica che: domina su tutto (Salmo 103:19); fa tutto ciò che vuole (Salmo 115:3); i Suoi piani non possono essere contrastati (cfr. per esempio Giobbe 9:12; 42:2; Proverbi 21:30; Isaia 14:27; 43:13; Danieli 4:34–35), o sfidati (cfr. per esempio Giobbe 9:12; Isaia 45:9–10; Romani 9:19-21); il Suo piano rimane per sempre (cfr. per esempio Salmo 33:11; Isaia 46:10); e che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà (Efesini 1:11).
Dio ha preparato gli eventi prima che avvenissero, perciò gli eventi e tutta la creazione non sono frutto del caso, o della fortuna, ma di Dio che secondo la sua sapienza ha determinato fin dal principio il Suo piano e lo porta a termine (Salmo 139:16; Isaia 22:11; 44:7; 46:10; Matteo 10:30; Atti 4:28).
Allora, che effetto ti fa affrontare il nuovo anno sotto questa prospettiva? 
Non sei nelle mani delle persone, della natura, dei governanti, del diavolo, ma nelle mani di Dio e nessuno ti strapperà dalle Su emani se sei un vero, o una vera credente! (cfr. Giovanni 10:28-30).
Sei più che al sicuro nelle mani del Signore!
Thomas Schreiner scrive: “Non c'è mai stato un tempo in cui non fosse il Signore supremo e non c'è possibilità che la storia sfugga al suo controllo”.
Il Signore sovrano è il Signore della storia!
Allora sii sereno, sii serena! Abbi fede e conforto nel Signore, in Colui che controlla la storia!
In secondo luogo troviamo anche:
II LA PREDIZIONE
“Tu ci darai la pace”.
Belle le parole di William Hendriksen: “La pace è il sorriso di Dio riflesso nell'anima del credente”.
Dio darà pace al Suo popolo e lo rafforza, mentre i tiranni oppressori passati come i faraoni di Egitto e i tiranni delle nazioni circostanti come gli Assiri, o i Babilonesi sarebbero morti (vv. 12-15). 
Il Dio vivente e vero (Geremia 10:10; 1 Tessalonicesi 1:9) è eterno (cfr. per esempio Salmo 90:2-4; Isaia 40:28) è immutabile (Malachia 3:6), invece gli imperi e i potenti cambiano e muoiono!
Ricorda che se quest’anno, o il futuro ti sembra cupo e incerto, ricorda che Dio non lo è! 
Isaia incoraggia il popolo sul fatto che il Signore gli darà la pace!
Anche Gesù nel Nuovo Testamento ha detto che avrebbe dato la pace ai Suoi discepoli (Giovanni 14:27).
La parola Ebraica “darai” (tišpōt - qal imperfetto attivo) è “stabilirà”, o “provvederà”.
 
La parola “pace” (shālôm) deriva da una radice che trasmette l'immagine di interezza, unità e armonia, qualcosa di completo e sano.
Trasmette l'idea di prosperità, salute e appagamento.
“Pace” (shālôm) nell’Antico Testamento è usata racchiudendo diversi significati come completezza e benessere (cfr. per esempio Genesi 29:6; 37:14); sicurezza e  salvezza (cfr. per esempio Genesi 28:21; Giobbe 5:24; 2 Cronache 18:26; Isaia 38:17); salute, prosperità, che tutto va bene (cfr. per esempio Genesi 43:27; Esodo 18:7,23; 2 Samuele 18:28; Salmo 35:27; 38:3-4; 37:11; 73:3); tranquillità, appagamento, l'assenza della paura (cfr. per esempio Genesi 15:15; 43:23; Levitico 26:6; Salmo 4:8; Isaia 32:17; Geremia 30:5). 
La pace come assenza di guerra (Levitico 26:6; Deuteronomio 20:10; Giosuè 9:15; Giudici 4:17; 11:13; 1 Samuele 7:14), quindi anche la pace tra l’uomo e Dio (cfr. per esempio Isaia 53:5).
Molti studiosi sono convinti che Isaia si riferisce in senso generale alla completezza e benessere, o prosperità questo è il risultato di ciò che Dio fa nella vita del Suo popolo.
John MacArthur a riguardo commenta: “Benché il futuro immediato d’Israele appaia cupo, Isaia esprime una profonda fiducia nella prosperità finale della nazione”.
Ma ci può essere un’implicazione, o una relazione a tutto questo, quindi a questa parola “pace” (shālôm), e cioè Dio provvederà le cose di cui avremo bisogno!
Herbert Leupold riguardo il significato della parola “pace” commenta: “Questo pensiero richiama brevemente alla mente tutte le cose utili che sono state realizzate dalla nazione nel corso dei secoli”.
Avere Dio è avere tutto!
Dio è l’autore di tutti i beni!
Ogni cosa buona e ogni dono perfetto provengono da Dio! (Giacomo 1:17).
Dio è buono (Esodo 33:19; Salmo 25:8; 34:8; 136:1; Marco 10:18), e non si stanca mai di fare il bene! (Matteo 7:11). 
È buono verso tutti (Salmo 145:9).
Nel Salmo 119:68 è scritto: “Tu sei buono e fai del bene”.
In Dio non c'è altro che il bene, è fonte del benessere, della prosperità umana (cfr. per esempio Numeri 10:29; Salmo 21:3; 23:6; Isaia 63:7; Geremia 31:12,14), perdono e liberazione (cfr. per esempio Salmo 25:7-8; 27:13).
Il fatto che Dio le cose utili, come diceva Leupold, mi ricordano le parole di Paolo riguardo al dono che Dio ci ha fatto di Gesù, in Romani 8:32: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?”
Il ragionamento di Paolo è: “Se Dio ci ha dato il dono maggiore, ci darà anche i doni minori”.
Oppure similmente: “Se Dio è stato disposto a dare il Suo amato Figlio per noi, che era una cosa difficile, o una cosa grande, sicuramente ci darà tutte le cose più facili, o meno grandi”.
Oppure: “Se Dio ha dato la cosa più preziosa che aveva, perché dovrebbe trattenere gli altri doni?”  
Se quando eravamo peccatori, Dio ci ha dato il Suo meglio, la cosa più preziosa, suprema, ora che siamo figli di Dio, non ci darà tutto ciò di cui abbiamo bisogno? 
C.E.B. Crainfield scrive: “Dal momento che Dio ha fatto questa cosa indicibilmente grande e per lui molto costosa, noi possiamo essere certi che farà ciò che, in paragone, è molto più piccolo…Dio ha dato il suo figlio diletto per noi: possiamo quindi essere certi che, insieme al dono supremo del proprio figlio, ci darà anche tutte le cose”.
“Anche tutte le cose con lui” nel senso spirituale si riferisce alle benedizioni spirituali nei luoghi celesti (Efesini 1:3), o alle benedizioni che riguardano la salvezza dall’ira di Dio (cfr. per esempio Romani 5:9), all’essere coeredi di Cristo, a partecipare alla gloria finale con Lui (cfr. per esempio Romani 8:17-23; 2 Corinzi 4:17; 1 Pietro 5:10), quindi al processo e alla pienezza della salvezza che si conclude con la glorificazione in cielo (Romani 5:10; 8:28-30).
Si riferisce anche alla totalità di ciò di cui il Suo popolo ha bisogno per essere stabile e per perseverare nella fede, quindi si riferisce a tutti i doni di Dio, alla grazia e tutto ciò che è necessario per la salvezza, quindi anche la forza, la pazienza, la fede, il sostegno e così via per perseverare fino alla fine!
Si riferisce a tutto ciò di cui abbiamo bisogno nella vita cristiana nel cammino verso quella salvezza finale!
Così questo passo ci parla della certezza della salvezza! 
Dio porterà a compimento ciò che ha promesso, ciò che ha iniziato nella nostra vita (cfr. per esempio Filippesi 1:6).
“Anche tutte le cose con lui” nel senso materiale si riferisce alle benedizioni materiali, a tutto ciò che ci serve per vivere fisicamente, il Signore provvederà anche per i nostri bisogni materiali, come il mangiare, il vestire e così via.
Così il dono di Gesù Cristo è la garanzia che Dio provvederà ciò di cui abbiamo bisogno per vivere la vita cristiana e la vita materiale.
Dio per noi non ha risparmiato il proprio Figlio, sicuramente questa è la garanzia per eccellenza che ci ama abbastanza da soddisfare tutti i nostri bisogni!
Dobbiamo avere fede che Dio provvederà per questo anno che è appena cominciato!
Come ci ricorda Isaia 26:3-4 chi è fermo (sā·mǎḵ- participio passivo), cioè risoluto, determinato nei suoi sentimenti (yēṣer), cioè nella mentalità, il modo di vedere la vita (cfr. per esempio Genesi 6:5; Deuteronomio 31:21), in questo caso si riferisce a una fiducia stabile nel Signore, il Signore gli conserva (tiṣṣōr), cioè custodisce, protegge la sua pace.
Il Signore darà pace a Israele sconfiggendo i suoi nemici!
In contrasto con il giudizio sugli empi, il Signore darà la pace al Suo popolo (Isaia 26:10-14).
Gli empi nel tempo del profeta non sapevano ciò che il Signore aveva fatto in passato, oppure avevano rifiutato di riconoscere il Signore come Colui che ha il potere assoluto che controlla la storia (Isaia 26:10-11).
Il profeta riconosce umilmente che tutte le realizzazioni, o le benedizioni di Israele sono venute dal Signore. 
Il Signore è potente e attivo nella storia, è l’Iddio della storia, con la Sua mano sovrana ha vinto le nazioni malvagie intervenendo a favore del Suo popolo: Israele. 
Il profeta probabilmente stava pensando agli esempi dell'esodo dall'Egitto (cfr. per esempio Esodo 15:1–21), alla conquista di Canaan (Giosuè 23:1–13), e ad altri eventi nel corso della storia d’Israele (cfr. per esempio Salmo 107:1-3; 2 Samuele 7:1-17), del Suo soccorso decisivo in favore del Suo popolo.
Alla luce di ciò che Signore ha fatto in passato, Isaia è fiducioso dei propositi che Signore ha verso il Suo popolo. 
Ecco come superare l’incertezza, o la paura del futuro, guardare al passato per come Signore ha operato! 
Signore è la speranza del tuo futuro! 
E se vuoi tenere sempre questo devi ricordare e credere a come ha operato nella storia!
In un momento di crisi spirituale il salmista dice che la sua afflizione è dovuta l fatto che la destra dell’Altissimo è mutata, ma c’è la scolta che rinnova la sua speranza, nel Salmo 77:11-20 è scritto: “Io rievocherò i prodigi del SIGNORE; sì, ricorderò le tue meraviglie antiche, mediterò su tutte le opere tue e ripenserò alle tue gesta. O Dio, le tue vie sono sante; quale Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che opera meraviglie; tu hai fatto conoscere la tua forza tra i popoli. Con il tuo braccio hai riscattato il tuo popolo, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. [Pausa]
Le acque ti videro, o Dio; le acque ti videro e furono spaventate; anche gli oceani tremarono. Le nubi versarono diluvi d'acqua; i cieli tuonarono; e anche le tue saette guizzarono da ogni parte. Il fragore dei tuoni era nel turbine; i lampi illuminarono il mondo; la terra fu scossa e tremò. Tu apristi la tua via in mezzo al mare, i tuoi sentieri in mezzo alle grandi acque e le tue orme non furono visibili. Tu guidasti il tuo popolo come un gregge, per mano di Mosè e d'Aaronne”.
Piuttosto che concentrarsi, ossessionarsi e deprimersi sulla sua condizione di sofferenza presente, il salmista decide di affrontare la sua sofferenza rievocando e meditando le opere meravigliose di Dio fatte nel passato quando operò i Suoi miracoli di giudizio e salvezza, giudizio sui nemici d’Israele e di salvezza per il Suo popolo in riferimento all’esodo dall’Egitto (cfr. vv.15-20), e su questi che decide risolutamente di concentrare la sua attenzione!!
Se vogliamo che la nostra fede sia forte dobbiamo riflettere profondamente e costantemente sulle opere del Signore altrimenti non ne avremo nessun beneficio!!
La nostra fede non si basa su miti sapientemente ideati, o sulle idee di mistici e filosofi, ma su Dio che è intervenuto nella storia umana con la Sua storia!
Una fede più forte nel presente attinge dalla storia del passato!
Forse ci saranno situazioni difficili quest’anno, forse saremo sull’orlo della disperazione, forse vacilleremo, allora dobbiamo fermarci a ricordare e a meditare sulle potenti opere che Dio ha compiuto per il Suo popolo nel passato!! 
E allora la speranza si concretizzerà e prenderà forma in tutta la sua potenza nel nostro cuore tanto da innalzarlo fiduciosamente con una fervente adorazione verso il Signore!
Infine vediamo:
III LA RAGIONE
“Poiché ogni opera nostra la compi tu per noi”.
“La pace non viene dall'assenza di problemi, ma dalla presenza di Dio” (Alexander Maclaren).
Dio opera nella vita del Suo popolo! Dio è presente per darci la pace!
La ragione della pace in noi, è il fatto che ogni opera nostra la compie Dio per noi!
Isaia sta riconoscendo la mano di Dio in tutte le nostre opere.
Dio darà la pace al Suo popolo, poiché ogni opera del Suo popolo la compie Lui in favore del Suo popolo! 
 
“Compiere” (pāʿal) si riferisce all’attività potente creatrice e di provvidenza di Dio (cfr. per esempio Giobbe 36:3; Proverbi 16:4), o alle potenti azioni salvifiche nella storia in favore del Suo popolo (cfr. per esempio Numeri 23:23; Deuteronomio 32:27; Giobbe 33:29; Salmo 74:12; Isaia 43:13).
“Ogni opera nostra” si riferisce in modo particolare a ogni nostra occupazione, azione per la nostra pace, quindi per il benessere totale e quindi la salvezza dai nemici come era per Israele. 
Ogni opera nostra per la nostra pace, è Dio stesso che la compie in noi e per noi!
Dio fa tutto ciò che è essenziale e necessario per la nostra pace!
“Nel Signore” una persona trova tutto ciò di cui ha bisogno per avere pace.
Noi operiamo, ma Lui è l’artefice, noi facciamo, ma Lui produce in noi il volere e 
l’agire secondo il Suo piano come ci ricorda Paolo in Filippesi 2:12-13: “Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quando ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore; infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo” (cfr. Filippesi 1:6).
Prima del fare c’è il volere! E questo proviene dalla grazia e dalla potenza di Dio!
Ciò che facciamo, che possono essere buone opere, obbedienza, o ciò che giusto per Dio, lo possiamo fare perché Dio stesso è all’opera in noi e attraverso di noi!
John MacArthur scrive: “La volontà di fare ciò che è giusto davanti a Dio deve precedere qualsiasi opera efficace che viene compiuta a tal fine. Un genuino desiderio di fare la volontà di Dio, così come il potere di obbedire, ha origine da Lui”.
Dio ogni giorno produce (energōn – presente attivo participio) in te sia il volere che l’agire secondo la Sua volontà!
Quindi l'influenza divina si estende non solo alla tua volontà, ma anche alla tua stessa attività!
Dio non solo ci stimola a fare la Sua volontà, ma ci dà anche la forza, il potere di farla!
Interessante il significato della parola “disegno benevolo” (eudokias) che nel greco è “buona volontà”, “essere ben disposto”, “piacere”, “buon proposito”, inclusa l'idea di benevolenza. 
Dio opera in noi e per noi Suo popolo proprio perché gli piace farlo secondo la Sua benevolenza.
Almeno tre sono le riflessioni importanti che dobbiamo fare:
La prima riflessione è:
1) Muori a te stesso affinché Gesù possa operare in te e attraverso di te
Paolo in Galati 2:20 dice: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me”.
Gesù è la vite e noi siamo i tralci, solo con l’unione spirituale con Gesù, possiamo portare frutto! (Giovanni 15:5).
Allora devi morire a te se stesso!
Crocifiggi il tuo io! Perché come diceva Charles Price: “Il punto centrale della vita cristiana è che soltanto Gesù Cristo può viverla. Non una tecnica, o una disciplina, ma un rapporto in cui permetti a Gesù Cristo di stabilirsi nel tuo cuore e gli permetti di vivere in te la vita che non riusciresti mai a vivere da solo”.
In secondo luogo:
2) L’azione del credente deve essere radicata e motivata dall'opera di Dio e per la gloria di Dio (cfr. per esempio 1 Corinzi 10:31)
Il problema che avevano alcuni dei Galati come i Farisei era il legalismo e la vanagloria (Galati 3:1-5; 5:26).
Agivano pensando di piacere a Dio con le cerimonie, l’esteriorità (cfr. per esempio Matteo 23:1-36), con i propri sforzi e opere, per vantarsi davanti a Dio mettendosi al di sopra degli altri, forse l’esempio più emblematico è la parabola “il Fariseo e il pubblicano” (Luca 18:9-14).
In terzo luogo:
3) Non ti vantare se fai qualcosa di buono
Non ti vantare, non hai nessun vanto se non solo in Dio (1 Corinzi 1:31), perché il bene che possiamo fare è grazia di Dio (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:4, 1 Pietro 4:10).
CONCLUSIONE
Aspettando di stare alla presenza di Dio dopo la morte dove godremo la pace perfetta eterna, oggi all’inizio di questo nuovo anno e sempre ricorda che Dio è il Signore della storia, ti darà quello che avrai bisogno per la tua vita spirituale e materiale secondo la Sua grazia.
Lascialo operare nella tua vita facendo morire ogni giorno il tuo io!






Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria

 Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria “Pietro, dunque era custodito nella prigione, ma fervide preghiere a Dio erano fatte pe...

Post più popolari dell'ultima settimana