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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Proverbi 3:5-6: Un impegno per il nuovo anno

 Proverbi 3:5-6: Un impegno per il nuovo anno 
Quando attraversò il Canale d'Irlanda in una notte buia, il dottor F. B. Meyer (8 Aprile – 28 Marzo 1929) si fermò sul ponte vicino al capitano e gli chiese: "Come fai a conoscere Holyhead Harbor in una notte come questa?" Il capitano rispose: "Vedi quelle tre luci? Queste tre devono allinearsi l'una dietro l'altra come se fossero una, e quando le vediamo così unite conosciamo l'esatta posizione della bocca del porto".
Siamo all’inizio dell’anno non sappiamo quello che ci accadrà in questi dodici mesi, davanti a noi ci sono molte incognite, è un mare inesplorato e sconosciuto, ma con noi c’è il CAPITANO che ci porterà alla destinazione che vuole Lui.
In questi versetti vediamo tre condizioni importanti che dobbiamo ricercare con impegno e infine la conseguenza di queste condizioni.
Cominciamo a considerare:
I LE CONDIZIONI (vv.5-6) 
Noi vediamo tre comandi che dobbiamo tener presente in questo inizio e durante l’anno.
Prima di tutto:
A) Devi Confidare nel Signore
Nel v.5 leggiamo: “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore”
“Nelle Sue mani depongo le paure che mi perseguitano, il timore dei mali futuri che possono colpirmi; nelle Sue mani depongo i dubbi che mi assillano, e riposo con sicurezza confidando in Lui per tutto” (Christiansen).
Confidare è:
(1) Fiducia
“Confida” (bĕṭaḥ - qal imperativo attivo) è avere piena fiducia nel Signore (cfr. per esempio Isaia 12:2).
È credere nel Signore a tal punto da fidarsi di Lui (cfr. per esempio 2 Re 18:5) perché è affidabile.
“Confida” esprime la sensazione di sicurezza (cfr. per esempio Amos 6:1), riposo e protezione che si prova quando si può fare affidamento su qualcuno, in questo caso sul Signore (cfr. per esempio 2 Re 18:5; Salmo 4:5; Geremia 49:11).
John Kitchen scrive: “Questa ‘fiducia’ è il senso di sicurezza e protezione che deriva dall'essere sotto la cura di un altro più competente di noi stessi”. 
“Confidare” fiducia implica quasi sempre che qualche pericolo, o minaccia si nasconde sullo sfondo, contro il quale ci si aspetta protezione e aiuto.
“Confidare nel Signore con tutto il cuore” significa ricordare costantemente a noi stessi che, nella sovrana protezione di Dio siamo nel posto più sicuro che c’è! 
Solo il Signore ci fa abitare nella sicurezza (cfr. per esempio Salmo 4:8; 16:8-10); chi confida nel Signore è al sicuro (Proverbi 29:25).
Questa è una sicurezza completa e pacifica perché il Signore è affidabile!
John Oswalt scrive: “A differenza delle religioni pagane, dove la regola era l'inquietudine, la religione ebraica conosceva un Dio la cui caratteristica principale era la fedeltà e l'affidabilità (Deuteronomio 33:28; 1 Samuele 12:11; Salmo 27:3). Questo contrasto tra ansia e fiducia diventa ancora più evidente quando si ricorda che il pagano non era mai privo di meccanismi che gli permettessero di avere un certo controllo sul suo destino, mentre il devoto ebreo sapeva di essere completamente privo di risorse personali. Ma è meglio dipendere completamente da un Dio benevolo e affidabile, piuttosto che essere abbandonati a se stessi in un mare di dèi volubili, demoni vendicativi e forze magiche imperscrutabili. Alla luce di questi fatti, il controllo sovrano di Dio sul destino dell'uomo e la totale affidabilità di Dio, la fiducia in qualsiasi altra cosa che non sia Dio si rivela del tutto insicura”.
Il vero Dio è un Dio di completa affidabilità!
Qualsiasi altra fonte di sicurezza non è affidabile!
Questo è drammaticamente presentato in 2 Re 18 e 19, dove il funzionario Assiro Rabsaché si fa beffe della fiducia che il re Ezechia ripone in Dio. 
Ma l'arroganza del re di Assiria Sennacherib (2 Re 19:19), fu accolta con la sua sconfitta e la sua morte (2 Re 19:35-37); la fedeltà del Signore, in cui Ezechia riponeva la sua fiducia, fu pienamente dimostrata.
Quindi la Bibbia descrive una falsa sicurezza come per esempio le ricchezze (cfr. per esempio Proverbi 11:28; Salmi 49:6; 52:7); le città e le mura fortificate (cfr. per esempio Geremia 5:17; Deuteronomio 28:52), o i carri e i cavalli (cfr. per esempio Isaia 31:1) che non sono affidabili, non importa quanti possano essere.
Così sono inaffidabili gli uomini senza fede (cfr. per esempio Salmo 146:3; Proverbi 25:19). 
Geremia 17:5 dice che è maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne la sua forza. 
Non ci si può nemmeno sentire sicuri nell'aiuto dei principi (Salmi 146:3). 
Soprattutto, l'uomo non deve avere fiducia in se stesso, nelle proprie forze (cfr. per esempio Isaia 30:12; Salmi 62:10; Proverbi 21:22).
Colui che cerca sicurezza negli "idoli" (Salmo 115:8; 135:18), o che confida nelle "immagini" (Isaia 42:17; Abacuc 2:18), o in Betel (Geremia 48:13), sarà svergognato.
La vera sicurezza è il Signore!!
L’insegnamento deve mirare a porre la propria fiducia nel Signore! (Proverbi 22:19).
Israele, i sacerdoti e coloro che temono il Signore, sono esortati a confidare nel Signore.
Nel Salmo 115:9-11 leggiamo: “Israele, confida nel SIGNORE! Egli è il loro aiuto e il loro scudo. Casa d'Aaronne, confida nel SIGNORE! Egli è il loro aiuto e il loro scudo. Voi che temete il SIGNORE, confidate nel SIGNORE! Egli è il loro aiuto e il loro scudo”.
Chi appartiene al Signore sa di poter contare su di Lui, e questa certezza è espressa in testi che lodano la persona che si affida al Signore (cfr. per esempio Salmo 40:4; Proverbi 16:3,20; Geremia 17:7).
Nel momento del bisogno, qualunque esso sia, non c'è modo per l'uomo di sopravvivere se non quello di rifugiarsi nel Signore, di confidare in Lui (cfr. per esempio Salmo 13:5; 22:4-5; 25:2; 26:1; 28:7; 31:7, 15; Isaia 12:2; 26:3; 36:7,15; Geremia 39:18).
Due esempi ci fanno capire come sia importante confidare in Dio e sperimentare così vittoria e liberazione: Davide contro il gigante Golia che nel nome del Signore lo ha sconfitto (1 Samuele 17:47), e Sadrac, Mesac e Abed-Nego che furono liberati dalla fornace ardente (Daniele 3:16–18) perché confidarono nel Signore!
Bruce Waltke scrive: “La fiducia del figlio non è né in un ordine creato impersonale soggetto al suo controllo razionale, né in un codice etico impersonale ereditato dalla tradizione dai padri, ma nel Dio che rispetta le alleanze di Israele che sta dietro l'ordine morale, l'eredità e le sue promesse”.
Colui che confida stabilmente nel Signore, la roccia dei secoli, il Signore gli conserva la pace (Isaia 26:3–4), nella calma e nella fiducia nel Signore c’è forza (Isaia 30:15).
Ecco perché in questo nuovo anno dobbiamo confidare nel Signore!
“Per ottenere una buona guida, bisogna sapere dove riporre la propria fiducia. Chi viaggia in un territorio sconosciuto deve affidarsi a mappe e segnali precisi per arrivare a destinazione. Chi è gravemente malato deve affidarsi a un medico esperto che gli prescriva il trattamento adeguato. Allo stesso modo, dovete rendervi conto dei vostri limiti spirituali e affidarvi alla Parola di Dio, il manuale di istruzioni del credente, per le questioni di fede. Voi non potete capire tutte le complessità della vita, ma il Signore sì. Confidate in lui perché vi guidi e vi indichi la strada migliore da percorrere” ( Beers, R. A., & Mason, A. E.).
“Signore” (Yahweh) è legato alla compassione di Dio, la compassione che ha avuto quando si presentò a Mosè per liberare il Suo popolo dalla schiavitù in Egitto (Esodo 2:24-25; 3:13-15).
“Signore” è il nome, con cui si è fatto conoscere ed era conosciuto come il Dio di Israele che è entrato nella storia del Suo popolo per cambiarla. 
“Signore” indica la Sua auto-esistenza, immutabilità, eternità, una realtà dinamica, attiva, presente ed efficace, che subentra in scena, infatti, si è presentato a Mosè per intervenire nella vita del Suo popolo per liberarli dalla schiavitù in Egitto.
Ecco perché dobbiamo confidare nel Signore ogni giorno dell’anno nuovo perché è l’Iddio della storia, l’Iddio dinamico della tua storia!
In Gesù Cristo nostro intercessore (Romani 8:31-34), mediatore con Dio (1 Timoteo 2:5), e Sommo Sacerdote (Ebrei 4:14-16) abbiamo la fiducia della Sua grazia e soccorso!
Questo testo ci dice anche:
(2) Il modo come avere fiducia 
“Con tutto il cuore” (v.5).
Il “cuore” (lēḇ) è il centro vitale, la centrale operativa delle nostre azioni (cfr. per esempio Proverbi 4:23), la parte interiore di una persona, la sede dei pensieri (mente – cfr. per esempio Genesi 6:5; Deuteronomio 29:3; Neemia 6:8), della volontà (cfr. per esempio Esodo 35:5; 2 Cronache 12:14; Giobbe 11:13), delle emozioni (cfr. per esempio Genesi 6:6) e della conoscenza del bene e del male (coscienza – cfr. per esempio Deuteronomio 30:14,17; 1 Re 8:37; Giobbe 27:6; Geremia 31:33; Ezechiele 36:26-27).
Qui dice di confidare nel Signore con tutto (kāl) il cuore e questo indica con tutto noi stessi: pensieri, volontà, emozioni, coscienza.
Questo allora indica totalmente, integralmente, radicalmente, assolutamente e senza dubbi, senza eccezioni!
Tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo deve essere affidato alla cura del Signore come nostra sicurezza.
La fiducia parziale non è affatto fiducia! O Dio è degno di fiducia, oppure non lo è!
David Guzik afferma: “Se la fiducia in Dio deve essere vera, deve essere completa. Riporre metà della nostra fiducia in Dio e metà della nostra fiducia in noi stessi, o in qualcos'altro è davvero un fallimento nel SIGNORE. Dovremmo sforzarci consapevolmente di dare a Dio tutta la nostra fiducia”.
Il Signore merita ed esige una fiducia indivisibile verso di Lui! 
Coloro che rifiutano, o sfidano consapevolmente il Signore con un cuore incredulo, si attirano la Sua disapprovazione e quindi la Sua ira! (cfr. per esempio Salmo 78:18-22).
Eppure molte volte Israele non amava e non aveva il cuore al 100% per il Signore!
La parola di Dio ci esorta a non essere doppi, ma integri! (cfr. per esempio Giosuè 24:14-24; Matteo 6:24-25; Marco 12:30; Giacomo 1:6-8).
Quindi Salomone c’incoraggia ad avere fiducia completamente nel Signore in questo nuovo anno!
La seconda condizione è in forma negativa: 
B) Non ti appoggiare sul tuo discernimento
“E non ti appoggiare sul tuo discernimento” (v.5).
Una signora stava visitando le cascate del Niagara con un gruppo di turisti e stava attraversando il piccolo ponte su una delle cascate. Quando vide le acque vorticose sotto di lei, fu presa dal panico. Aggrappandosi ai corrimani con entrambe le mani si rifiutò di andare oltre. La guida valutò rapidamente la situazione e disse: "Metta la sua mano nella mia". Con riluttanza, la signora lo fece, ma con l'altra mano si aggrappò tristemente alla ringhiera e, naturalmente, non ci furono progressi. Teneramente, ma con fermezza, la guida chiese: "Signora, vuole attraversare questo ponte?" Lei rispose: "Sì, signore". La guida rispose: "Mi dia entrambe le mani per favore". Per un momento ci fu una lotta interiore, poi ubbidientemente fece come le era stato detto, e prima che fossero trascorsi molti minuti fu al sicuro dall'altra parte lasciandosi guidare tenendosi e appoggiandosi alla mano della guida. 
“Non ti appoggiare” (ʾal tiššāʿēn-nifàl imperfetto giussivo passivo) esprime la volontà a non appoggiarsi sul proprio discernimento.
“Appoggiare” (tiššāʿēn) è “farsi supportare”, “affidarsi con fiducia”, “dipendere”.  
La radice del verbo significa sostenersi su qualcosa, appoggiarsi con tutto il proprio peso su qualcosa, quindi fiducia e dipendenza.
Il senso è quello di camminare affidandosi a una stampella, o a un bastone (cfr. per esempio Ezechiele 29:7) riferito alle persone anziane, o infortunate.
Allora l'idea qui trasmessa è semplicemente quella di mettere il proprio peso su qualcosa per avere sostegno e sicurezza (cfr. per esempio Giobbe 24:23), ma non tutte le cose su cui si appoggia effettivamente sosterranno! (cfr. per esempio Giobbe 8:15). 
Questo verbo è usato anche nel senso di un re che si appoggia, o fa affidamento sui suoi più stretti amici e consiglieri. 
Questo può significare letteralmente appoggiarsi al braccio di qualcuno, o confidare nel suo consiglio (cfr. per esempio 2 Re 5:18; 7:2,17). 
Appoggiarsi può anche significare confidare in Dio (cfr. per esempio 2 Cronache 14:10-11; Isaia 50:10; Michea 3:11); nelle persone (cfr. per esempio Ezechiele 29:7); eserciti (cfr. per esempio Isaia 10:20; 30:12; 31:1), o come in questo versetto in se stessi (Proverbi 3:5). 
Ma ci si dovrebbe fidare di Dio e appoggiarsi su di Lui perché non fallirà mai!
Isaia stesso attacca ripetutamente il popolo di Giuda e i suoi capi per la loro fiducia nella potenza dell'Egitto, con la sua moltitudine di cavalli e carri, invece di confidare nel Signore, il Dio di Israele. 
Senza tale fiducia, il disastro li colpirà sicuramente (Isaia 30:12; 31:1).
Qui è scritto di non appoggiarsi sul proprio discernimento (biynāh), e si riferisce alla saggezza umana a meno che non sia integrata dalla saggezza divina (cfr. per esempio Giobbe 28:12-28; 39:26).
Almeno tre sono i motivi per cui una persona non deve contare esclusivamente sul proprio discernimento, ma sul Signore.
Il primo motivo è:
(1) La comprensione umana è oscurata dalla nostra natura peccaminosa e dalla cecità spirituale (cfr. per esempio Genesi 6:5; Geremia 17:9; Romani 3:23; 1 Corinzi 2:14; 2 Corinzi 4:4; Efesini 4:18). 
Nella migliore delle ipotesi, la comprensione della vita da parte di una persona è fallibile, vacillante e incerta.
Siamo peccatori e quindi fallibili, la nostra natura umana tende a ricercare i nostri interessi, a vivere indipendentemente da Dio!
Chi confida solo nel proprio discernimento al di fuori della saggezza di Dio è uno stolto!
È pericoloso per una persona fare affidamento sulla semplice saggezza umana!
Per esempio in Proverbi 14:12 leggiamo: “C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte”.
Adame Clarke afferma: “È su DIO, non su te stesso, che ti è comandato di dipendere. Chi confida nel proprio cuore è uno stolto... L'autosufficienza e l'auto-indipendenza sono state la rovina dell'umanità fin dalla caduta di Adamo. Il grande peccato della razza umana è il loro continuo sforzo di vivere indipendentemente da Dio”.
Il secondo motivo è:
(2) La comprensione umana è limitata, mentre Dio è onnisciente, conosce ciò che avverrà anticipatamente 
Dio non solo conosce ciò che è presente (cfr. per esempio Sal 33:13–15) e passato (cfr. per esempio Giobbe 38:4–5), ma anche l’avvenire (cfr. per esempio Salmo 139:4; Isaia 46:9–10; Matteo 26:34).
La nostra comprensione non è perfetta e a volte anche ingannevole, concentrata su aspetti terreni!
Ciò che sembra ragionevole e logico dal punto di vista umano, o terreno, può essere assolutamente stolto dal punto di vista dell’eternità!
Richard DeHaan racconta questo aneddoto: “Durante una visita a Chicago, ho alloggiato al 25° piano di un hotel del centro. Mentre guardavo fuori dal finestrino, ero affascinato dal labirinto di auto che scorrevano a quattro corsie in direzioni opposte. Un automobilista ha affrontato un'emergenza. Ha avuto problemi al motore ed è rimasto bloccato in mezzo a tutto quel traffico. Dal mio punto di osservazione potevo vedere gli ingorghi. Ho visto diversi conducenti passare nella stessa corsia dell'auto in panne, ignari di ciò che stava davanti a loro. Pensando di guadagnare tempo, questi automobilisti stavano effettivamente attraversando una corsia che avrebbe significato solo un maggiore ritardo”.
Mentre viaggiamo lungo la strada della vita, facciamo più o meno lo stesso di quei conducenti che pensavano di fare prima, ma non conoscendo quello che c’era davanti rimasero bloccati nel traffico.
Con la nostra limitata lungimiranza anche se pensiamo di fare la cosa migliore, possiamo peggiorare le cose!
Anche se prendiamo saggiamente le migliori decisioni possibili, in base alle informazioni che abbiamo davanti, siamo limitati nella conoscenza! Invece Dio non lo è!
David John Atkinson scrive: “Il punto qui è che il credente viene incoraggiato a confidare nel SIGNORE anche quando le cose non sono chiare, e a non appoggiarsi alla propria comprensione anche quando pensiamo di saperne di più. Perché il Dio che detiene il futuro può vedere più lontano di noi, e il suo patto d'amore è promesso come una sicurezza più profonda di qualsiasi cosa la nostra comprensione più debole possa comprendere, o i nostri occhi sforzandosi possano intravedere”.
Ma è rassicurante poter guardare a Colui che è al di sopra di tutto, che conosce la fine fin dall'inizio! 
Ecco perché non dobbiamo affidarci al nostro discernimento senza tener presente la volontà del Signore, ma riconoscerlo in tutte le nostre vie ricercando la Sua direzione dall’Alto!
Facciamolo in questo anno che ci sta davanti!
Il terzo motivo è:
(3) La comprensione umana è spesso contraria alla sapienza di Dio (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:20-29) e in molti casi poco saggia
Non possiamo fidarci del nostro discernimento perché a volte come dice Bruce Waltke siamo governati da impulsi irrazionali che non possiamo controllare (26:5, 12, 16; 28:26a; 30:1–6; Giobbe 38:4–5).
Molte volte facciamo delle scelte razionali, o abbiamo reazioni emotive che ci portano in un mare di guai!
Ci comportiamo da stolti e non da saggi!
Quindi il nostro discernimento deve essere sottoposto a Dio!
A. J. Higgins riguardo questa frase scrive: “Qui viene sottolineato il pericolo di usare le facoltà mentali senza il Signore. Dio ci ha dato l'intelligenza e si aspetta che venga usata. Ma è sempre legato al desiderio di piacere a Dio e di essere sottomessi alla Sua guida. Dobbiamo gettare via la nostra intelligenza? Piuttosto, dobbiamo gettarla per essere illuminati dalla Sua saggezza”. 
Quindi secondo questa interpretazione “non ti appoggiare sul tuo discernimento” non significa che non dobbiamo usare l’intelligenza, o il buon senso, o fare progetti (cfr. per esempio Proverbi 16:1,9; 20:24), ma semplicemente deve essere sottoposta alla volontà e alla saggezza di Dio; la usiamo dipendendo dalla provvidenza Dio! Fidandoci di Dio!
Significa fidarsi umilmente del Signore e non nelle nostre risorse!
Non possiamo pianificare pensando di essere i padroni del nostro destino senza considerare la sovranità di Dio! (cfr. per esempio Proverbi 27:1; Atti 18:21; Romani 15:32; 1 Corinzi 4:19; Giacomo 4:13-16).
Quindi significa non usare il nostro discernimento senza considerare Dio!
Allora “confida nel Signore con tutto il cuore” significa decidere di mettere da parte il nostro discernimento e scegliere invece di fidarci di Dio e della Sua saggezza, o conoscenza come ha dichiarato nella Sua parola.
La terza condizione è:
C) Riconosci il Signore in tutte le tue vie
“Riconoscilo in tutte le tue vie” (v.6).
La frase in ebraico mette l’enfasi su: “In tutte le tue vie”.
Charles Bridges disse: “Fai un passo alla volta, ogni passo sotto la chiara garanzia e la direzione divina. Non osate mai pianificare voi stessi, se non in una semplice dipendenza da Dio. Non è altro che auto-idolatria concepire che possiamo portare avanti anche le questioni ordinarie del giorno senza il Suo consiglio”.
Prima di fare qualsiasi decisione, o se sei nella prova, metti qualsiasi cosa nelle mani sagge e amorevoli di Dio dipendendo da Lui!
Altrimenti significa che stai mettendo te stesso prima di Dio!
“Riconoscilo” (dāʿēhû) è il terzo comando significa essere consapevoli e accettare che qualcuno sia ciò che afferma di essere, in questo caso il Signore, o indicare che si conosce (cfr. per esempio Esodo 6:7; 16:6; Deuteronomio 33:9) il Signore, e quindi conoscerlo in modo relazionale ed esperienziale (cfr. per esempio Esodo 5:2; Osea 2:20; 8:2) e lo dimostriamo in tutte le nostre vie (dě·rěḵ), quindi nella quotidianità, in tutto quello che facciamo, nella nostra condotta, modo di vivere (cfr. per esempio 1 Re 13:33; Proverbi 1:15; 6:6; Ezechiele 18:23), in qualsiasi circostanza, situazione, questo può avere anche il significato di “vie” (cfr. per esempio Isaia 40:27; Geremia 10:23).
Così in questo senso, come scritto in Proverbi 1-9, la conoscenza di Dio deve permeare tutto il proprio comportamento, e in questo senso è consapevolezza di Dio e della Sua volontà come anche il desiderio di farla!
“Riconoscere” include conoscenza e consapevolezza mentale di chi è Dio, riconoscendo la Sua supremazia e guida, e la conseguente sottomissione alla Sua Signoria, quindi obbedirgli in ogni aspetto della nostra vita!
“Riconoscere il Signore” implica una relazione con Lui e con un comportamento corretto verso di Lui in ogni area della nostra vita (cfr. per esempio 1 Re 8:43; Isaia 11:2; Sal 119:79; Proverbi 1:7; 2:5; 1 Cronache 28:9; 2 Cronache 6:33).
La persona saggia è caratterizzata da una continua consapevolezza di Dio e da una pronta osservanza della Sua volontà, non solo nelle grandi questioni della vita, ma anche nella quotidianità delle piccole cose. 
In ogni aspetto della nostra vita dovremmo concentrarci su Dio e camminare ogni giorno nella luce spirituale che ci ha fornito. 
Non dobbiamo semplicemente riconoscere la Signoria di Dio sulla nostra vita religiosa solo la domenica mattina, ma dobbiamo riconoscerlo in ogni aspetto della nostra vita: in famiglia, a scuola, al lavoro, con le nostre finanze e con le nostre amicizie. Egli è il Signore di tutto!
L'idea è quella di mostrare attivamente la consapevolezza del Signore e della Sua attività, quindi coinvolgerlo in tutte le nostre circostanze per controllare e dirigere la nostra vita ogni giorno mettendo tutto nelle Sue mani.
Riconoscere Dio è consultare la Sua volontà, cercare la Sua direzione e riconoscere la Sua sovranità su tutta la nostra vita, e quindi affidargli la nostra vita (cfr. per esempio Salmo 37:5) in completa obbedienza e resa fiduciosa dovunque ci mette!
Il quarantenne Oswald Chambers arrivò in Egitto per servire come cappellano per le truppe del Commonwealth britannico durante la prima guerra mondiale. Fu assegnato a un campo a Zeitoun, circa dieci chilometri a nord del Cairo. Nella sua prima notte lì, il 27 ottobre 1915, Chambers scrisse nel suo diario: "Questa [zona] è assolutamente desertica nel cuore stesso delle truppe e una gloriosa opportunità per gli uomini. È tutto immensamente diverso da qualsiasi cosa a cui sono stato abituato, e sto guardando con interesse le nuove cose che Dio farà e architetta".
Chambers credette e mise in pratica le parole di Proverbi 3:5-6, ovunque il Signore ci metta, in qualsiasi circostanza ci troviamo, il nostro scopo è quello di essere completamente e sinceramente consacrati a Lui, di mettere la nostra vita, i nostri piani nelle Sue mani, pronti anche a cambiare i nostri programmi!
Chambers continua dicendo: "Non abbiamo il diritto di giudicare dove dovremmo essere messi, o di avere nozioni preconcette su ciò per cui Dio ci sta preparando. Dio progetta tutto. Ovunque Egli ci metta, il nostro unico grande scopo è quello di riversare una devozione sincera a Lui in quella particolare opera".
Infine vediamo:
II LA CONSEGUENZA (v.6)  
“Ed egli appianerà i tuoi sentieri” (v.6)
Il giorno prima del suo cinquantaduesimo compleanno, Abraham Lincoln lasciò Springfield, Illinois, per diventare presidente degli Stati Uniti. Con la minaccia di una guerra civile incombente, salutò gli amici e i vicini che erano venuti a salutarlo. 
Disse loro: "Ora me ne vado senza sapere quando, o se mai, potrò tornare, con un compito davanti a me più grande di quello che gravava su Washington. Senza l'assistenza dell'Essere Divino che lo ha sempre assistito, non posso avere successo. Con questa assistenza non posso fallire. Confidando in Colui che può venire con me, e rimanere con voi, ed essere ovunque per il bene, speriamo fiduciosamente che tutto vada ancora bene. Affidandovi alle sue cure, come spero che nelle vostre preghiere affiderete me, vi saluto affettuosamente".
Questo è un esempio di fiducia nel Signore!
Lincoln era consapevole e fiducioso che poteva avere successo in un periodo storico davvero difficile perché dipendeva dall’assistenza di Dio!
Nella conseguenza vediamo:
A) La promessa di Dio
Ai tempi dell'Antico Testamento, le strade erano accidentate nel migliore dei casi e pericolose nel peggiore. Il viaggio era estenuante e pericoloso. Quando un re intraprendeva un viaggio, alcuni dei suoi servitori andavano davanti alla sua carovana per appianare i luoghi accidentati e rimuovere gli ostacoli sulla strada. 
“Questo è ciò che Dio fa per le persone che confidano in Lui, che si appoggiano interamente su di Lui. Egli ci precederà e spianerà la strada. Egli rimuoverà tutti gli ostacoli sul nostro cammino in modo che possiamo raggiungere la destinazione che Egli intende per noi. Ciò non significa, tuttavia, che non ci saranno difficoltà, interruzioni o deterrenti lungo il percorso. Significa che Dio sarà con noi e ci aiuterà a elevarci al di sopra di tutto ciò che sul nostro cammino minaccia di farci inciampare o di buttarci fuori rotta. Noi, a nostra volta, dobbiamo metterci nelle Sue mani. Dobbiamo confidare e appoggiarci completamente a Lui” (Leadership Ministries Worldwide).
Il v. 6 ci parla della promessa che il Signore appianerà i sentieri di coloro confidano in Lui e non si appoggiano sul loro discernimento.
I sentieri (ʾō·rǎḥ) sono le circostanze (cfr. per esempio Giobbe 8:13; 16:22; Proverbi 1:19; 2:19).
“Appianerà” (yaššēr piel imperfetto attivo) indica l’azione intensiva di Dio, la Sua volontà di appianare i nostri sentieri, cioè li renderà rettilinei, livellati, scorrevoli, il che implica un movimento con uno scopo, o con facilità, oppure togliere gli ostacoli per raggiungere la meta (cfr. per esempio 1 Samuele 6:12; 2 Cronache 32:30; Salmo 5:8; Proverbi 9:15; 11:5; 15:21; Isaia 40:3; 45:13).
Il Signore faciliterà, nel senso che porterà a compimento efficacemente, senza ostacoli, la missione del re Persiano Ciro che Lui aveva chiamato per ricostruire Gerusalemme, in Isaia 45:13 è scritto: “’Io ho suscitato Ciro, nella giustizia, e appianerò tutte le sue vie; egli ricostruirà la mia città e rimanderà liberi i miei esuli senza prezzo di riscatto e senza doni’, dice il SIGNORE degli eserciti”.
Ma questo non significa che non ci saranno opposizioni, incomprensioni, o sofferenze, infatti Gesù li ha avuti, ma ha compiuto la missione che il Padre gli aveva affidato quella di morire in croce!
Questo ci porta a considerare due aspetti importanti.
Il primo aspetto da considerare è:
B) Il potere di Dio
Il teologo Augustus H. Strong disse: “Dio ha tutto il potere che è coerente con l'infinita perfezione”.
Dio, Lui stesso, appianerà i nostri sentieri!
Questo lo potrà fare perché è l’Altissimo (ʿěl·yôn – Salmo 21:7; 91:1,9), cioè il Supremo Essere, quindi Colui che ha il potere assoluto! 
Sopra di Lui non c’è nessuno!
Il Creatore e il Signore della storia della storia dell’umanità! (cfr. per esempio Genesi 1:1; Salmo 33:9-11; Giovanni 1:1-3; 5:17; Efesini 1:11; Colossesi 1:16; Ebrei 1:1-3; Apocalisse 4:11).
Non c'è potenza creata che possa competere con Dio; la Sua potenza è superiore a tutto! Dio è l’onnipotente! (Genesi 17:1).
Dio ha il potere e l’autorità di fare qualsiasi cosa!
Non c’è niente di troppo difficile per Dio! (Genesi 18:14; Geremia 32:17,27; Matteo 19:26; Luca 1:37).
Dio non può essere ostacolato! (Giobbe 42:2; Isaia 14:24-27; 46:10).
Dio possiede la forza per mandare a effetto, senza sforzo e senza ritardi il Suo eterno proposito nel modo esatto in cui Egli lo ha concepito!
Dio possiede l'abilità di compiere le Sue promesse senza compromessi, l'autorità di fare tutto ciò che desidera nel momento in cui lo desidera!
Non c’è piano che può avere successo contro di Lui! (Salmo 33:10-11; Proverbi 21:30)
Dio fa ciò che gli piace secondo la Sua natura! 
Raggiunge sempre il Suo obbiettivo! (Giobbe 23:13; Salmo 115:3; 135:6; Isaia 55:10-11). 
Nessuno può resistergli e fermare la Sua mano! (2 Cronache 20:6-7; Daniele 4:35).
Dio può fare infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo! (Efesini 3:20).
Non disperare mai! Perché come diceva C. H. Spurgeon: “È la gloria dell'Onnipotenza operare attraverso l'improbabilità”.
Dio nel Suo potere assoluto può appianare i nostri sentieri, ecco perché dobbiamo affidarci a Dio!
Ma dobbiamo tener presente anche la Sua volontà!
Quindi:
C) Il progetto di Dio
L'insegnamento e l’esortazione di questo capitolo di Proverbi è che rinunciamo alla nostra auto-determinazione e auto-sufficienza, e a rivolgerci alla saggezza, guida e protezione di Dio e dal pericolo reale dell'auto-distruzione.
Perché di questo si tratta se contiamo solo sul nostro discernimento e non sul Signore!
Affidiamoci al Signore perché Lui pensa il bene per noi! (cfr. per esempio Romani 8:28)
Noi dobbiamo ricordare che il Signore appianerà i nostri sentieri secondo il Suo piano!
Anni fa il predicatore Billy Graham ricevette una lettera in cui gli si chiedeva come seguire con successo la guida di Dio. Dopo aver detto all'autore della lettera di memorizzare Proverbi 3:5-6, Billy Graham scrisse: "Il primo passo per cercare la guida di Dio è essere sicuri di volerla davvero. Troppo spesso vogliamo che Dio benedica i nostri piani, invece di chiedergli quali sono i suoi piani".
Come abbiamo visto prima, il Signore ha facilitato la missione di Ciro perché era il Suo piano! (Isaia 45:13).
Dobbiamo tener presente che Dio agirà sempre secondo i Suoi progetti!!
Infatti è scritto in Proverbi 16:9: “Il cuore dell'uomo medita la sua via, ma il SIGNORE dirige i suoi passi”.
Geremia 10:23 dice: “SIGNORE, io so che la via dell'uomo non è in suo potere, e che non è in potere dell'uomo che cammina il dirigere i suoi passi”.
E ancora in Proverbi 19:21 leggiamo: “Ci sono molti disegni nel cuore dell'uomo, ma il piano del SIGNORE è quello che sussiste”.
Questi versetti ci fanno capire che noi facciamo progetti, ma poi alla fine Dio ha l’ultima parola, dirige i nostri passi e il Suo piano è quello che sussiste, quello che resterà in piedi, in vigore!
Indipendentemente dai piani che le persone hanno, saranno annullati dal piano del Signore stesso!
Possiamo fare molti progetti, ma il Signore farà quello che ha deciso!
William McKane afferma: “Un uomo può pianificare la sua strada fino all'ultimo dettaglio, ma non può attuare la sua pianificazione, a meno che non coincida con il piano di Yahweh per lui. È un illuso se pensa di avere un controllo illimitato e di poter imporre la sua volontà su ogni situazione senza limiti per realizzare il suo piano, perché è Yahweh che ordina i suoi passi”.
Dio è sovrano sui nostri progetti! Questo ci è di grande conforto!
CONCLUSIONE
Nel Natale del 1939 era la prima volta che il monarca britannico trasmetteva un messaggio natalizio al suo impero. 
Re Giorgio VI era salito al trono in circostanze difficili e ora era scoppiata la guerra, quindi si trovava davvero in una situazione di grande responsabilità.  
Re Giorgio era destinato a camminare all'ombra di Winston Churchill nei giorni a venire. Era una persona umile e gentile, costretta ad affrontare e a superare la difficoltà di parlare al suo popolo, era balbuziente. 
Lui e la Regina Elisabetta furono esemplari nella loro leadership e rimasero a Londra durante la guerra. 
Nel suo messaggio disse questo: “Un nuovo anno è alle porte. Non possiamo dire cosa porterà. Se porterà pace, saremo tutti grati. Se ci porterà una lotta continua, resteremo imperterriti.  Nel frattempo, credo che tutti noi potremmo trovare un messaggio di incoraggiamento nelle righe che nelle mie parole conclusive vorrei dirvi.  Ho detto all'uomo che si trovava alla porta dell'anno: ‘Dammi una luce perché io possa camminare con sicurezza verso l'ignoto’ ed egli mi ha risposto: ‘Esci nelle tenebre e metti la tua mano nella mano di Dio.  Questa sarà per te meglio della luce e più sicura di una via conosciuta’.  Che quella mano onnipotente ci guidi e ci sostenga tutti”.  
Questa deve essere la nostra preghiera e desiderio che la mano onnipotente di Dio ci possa guidare in questo nuovo anno!
Prendi la mano di Dio e lasciati portare da Lui!
Che possiamo confidare in Lui con tutto il cuore, non appoggiarci al nostro discernimento e riconoscerlo in tutte le nostre vie! 
Ed Egli appianerà i nostri sentieri.
L’impegno per questo nuovo anno è confidare nel Signore che contrasta con il fare affidamento sulla propria ragione umana o sulle proprie emozioni. 
Questa è la via della fiducia nel Signore! 
La via dell’umiltà e della sottomissione!
Sapendo che la Sua volontà e la Sua guida sono migliori del nostro giudizio umano!


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