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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Isaia 40:28: Le caratteristiche del Signore che rinnovano le nostre forze

 Isaia 40:28: Le caratteristiche del Signore che rinnovano le nostre forze
In questo versetto vediamo alcune caratteristiche del Signore.
Le parole del capitolo 40 sono parole d’incoraggiamento per quei Giudei esiliati in Babilonia. 
Dai vv.12-31 il profeta parla dell'incomparabile Dio d’Israele.
Se qualcuno dubitava della capacità di Dio di ristabilire Israele nella sua patria, questi versetti di lode allontanano tutti i dubbi. 
L'uomo è impressionato dalla grandezza e dalla potenza di molte cose in questo mondo: uomini e nazioni potenti, ma il Dio della Bibbia è superiore a tutti! 
Primo, il Signore è più grande del mondo creato (vv.12–14).
Isaia pose una serie di domande con lo scopo di mettere l'uomo al suo giusto posto. 
La grandezza di Dio è indicata dalla vastità della sua creazione. 
Dio è autosufficiente e indipendente! Non ha chiesto consiglio quando ha creato il mondo. 
Il Signore non ha bisogno che qualcuno lo istruisca sulla giusta linea di condotta. 
Secondo, il Signore è più grande delle nazioni (vv.15–17).
La grande forza delle nazioni più potenti è per Dio come un granello di polvere, o una goccia che cade dal secchio. 
Se uno avesse costruito un fuoco sull'altare con tutti i cedri del Libano e sacrificato ogni bestia in quelle foreste, non avrebbe comunque fatto un sacrificio degno di un Dio così grande. 
Terzo, il Signore è più grande degli idoli (vv.18-20).
Gli idoli sono rappresentazioni create dall'uomo. 
Non importa quanto sia bella l’opera artigiana, non importa quanto siano preziosi i materiali, gli idoli non possono catturare l'essenza di Dio. 
Gli idoli hanno difficoltà a stare in piedi. 
Come potrebbero quindi sostenere coloro che li adorano? 
Quarto, il Signore è più grande dei governanti (vv.21-24).
Fin dall'inizio la conoscenza del Creatore sovrano era stata tramandata. 
Egli siede sul Suo trono sulla volta della terra sostenendo provvidenzialmente e mantenendo tutto ciò che esiste. 
I potenti governanti di questo mondo sono sotto la Sua autorità; può privarli del potere in un istante.
Si limita a soffiare su di loro ed essi appassiscono come una pianta, e vengono spazzati via dalla scena della storia come stoppia senza valore. 
Quinto, il Signore è più grande delle stelle (vv.25-26).
I corpi celesti non dovrebbero essere divinizzati come lo erano in Mesopotamia. Il culto appartiene solo al Santo che ha creato le stelle e le chiama tutte per nome e non ne manca una, mettendo in evidenza la grandezza del Suo potere e la potenza della Sua forza.
Isaia paragonò Dio a un potente generale che guida le sue truppe attraverso i cieli; ogni stella è nel posto esatto in cui Dio l'avrebbe voluta. 
Infine, il Signore è più grande dello scoraggiamento (vv.27-31).
Lutero disse una volta all'umanista Erasmo: "I tuoi pensieri di Dio sono troppo umani".
E quando questo avviene allora ci scoraggiamo!
Come dicevo prima, Isaia sta profetizzando ai Giudei esiliati a Babilonia. 
A questo punto sono in cattività da alcuni decenni, dopo aver lasciato le loro case, mentre il tempio di Gerusalemme veniva devastato
Ora sono sull'orlo della disperazione sentendosi abbandonati da Dio in terra straniera desiderosi di ritornare a Gerusalemme piangono presso i fiumi di Babilonia (Salmo 137:1); sono deboli e impotenti e osservano persino i loro giovani stancarsi e cadere esausti (Isaia 40:29–30). 
Da questa condizione, i Giudei esiliati concludono che il Signore non si prende cura di loro, infatti Isaia 40:27 dice: “Perché dici tu, Giacobbe e perché parli così, Israele: ‘La mia via è occulta al SIGNORE e al mio diritto non bada il mio Dio?’”
Come leggiamo anche in altri passi dell’Antico Testamento (cfr. per esempio Salmo 13; 22; 44), molte volte il credente si sente abbandonato dal Signore.
Quei Giudei pensavano, come pensiamo anche noi a volte, che il Signore ignorasse la loro situazione di sofferenza.
Ma la risposta del Signore, a quei Giudei scoraggiati, è stata quella di ricordare loro la Sua natura.
Quei Giudei scoraggiati, e anche noi, non dovevano e non dobbiamo mai dimenticare chi è il loro Dio. 
In questo sermone consideriamo le caratteristiche del Signore che rinnovano le nostre forze.  
Cominciamo a considerare:
I LE DOMANDE
Il v.28 dice: “Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? 
Cosa implicano queste domande? 
Queste domande, implicano che quei esiliati dovevano già conoscere ciò che riguarda il Signore con tutto l’insegnamento, le ammonizioni e le esortazioni che avevano ricevuto attraverso la Legge (Torah), o i profeti, o i salmisti.
I Giudei avevano avuto un abbondante insegnamento per conoscere il vero carattere di Dio e tutta la Sua capacità di salvarli. 
Nessun popolo aveva avuto tanta luce su questo argomento, e ora che erano nella prova, dovevano ricordare chi era il Signore.
Queste domande hanno due scopi.
A) Il primo scopo è di richiamare l'attenzione d’Israele sulla loro amnesia teologica e ateismo pratico che li porta a essere scoraggiati
Martyn Lloyd Jones qualche anno fa diceva, e penso sia ancora attuale oggi: “Se mi si chiedesse di azzardare un'opinione su quale sia oggi la malattia più diffusa nella Chiesa suggerirei che è lo scoraggiamento”.
Un’arma potente che usa Satana è proprio lo scoraggiamento!
Un credente scoraggiato è senza forze, energie, entusiasmo, è come se fosse morto spiritualmente!
Tozer diceva: “Fa parte degli affari del diavolo tenere imprigionato lo spirito del cristiano. Sa che il cristiano credente e giustificato è stato risuscitato dalla tomba dei suoi peccati e delle sue trasgressioni. Da quel momento in poi, Satana lavora molto più duramente per tenerci legati e imbavagliati, in realtà imprigionati nei nostri abiti funerari!
Sa che se continuiamo in questo tipo di schiavitù non saremo mai in grado di reclamare la nostra legittima eredità spirituale. Sa anche che mentre continuiamo legati in questo tipo di schiavitù non stiamo molto meglio di quando eravamo spiritualmente morti”.
I Giudei avrebbero dovuto sapere, perché lo avevano sentito tante volte, e anche sperimentato, chi era il Signore e cosa aveva fatto e fa, e quindi dovevano continuare a fidarsi di Lui!
Invece mettevano il Signore in dubbio, lo negavano con il loro scoraggiamento, mostrando così la loro stoltezza e mancanza di fede.
Molti credenti soffrono di amnesia teologica e ateismo pratico! 
Non ricordano più chi è il Signore nei momenti difficili, non ricordano più la propria storia vissuta con il Signore, le benedizioni ricevute e affrontano le situazioni presenti difficili come se fossero atei!
Parlando che siamo amnesici William J. Carl III scrive: “Prima di tutto, siamo amnesici. Notate quanto sia selettiva la nostra memoria. Ricordiamo quello che vogliamo. 
Se siamo costantemente autocritici, ricordiamo solo le cose orribili che abbiamo fatto nella nostra vita. 
Se pensiamo di essere perfetti, ricordiamo solo le cose buone.
L'amnesia teologica è il tipo di problema che ci fa cadere a pezzi ogni volta che arriva la crisi. È quello che succede quando senti la temuta parola ‘cancro’ o il medico ti dice che hanno trovato una macchiolina sul tuo polmone. Alcuni di noi piagnucolano. Altri di noi si preoccupano in un silenzio disperato. Come gli esuli di ritorno, ci chiediamo se Dio non se ne sia andato e non ci abbia abbandonato del tutto”.
Noi non siamo solo a volte amnesici, ma anche atei nella pratica, benché diciamo di essere credenti!
Un certo Wolf afferma: “Com'è facile credere nell'infinita potenza di Dio e allo stesso tempo sentire che Egli non è in grado di soddisfare i nostri bisogni personali!” 
Sappiamo benissimo che è molto facile credere a ciò che è Dio, ma quando siamo nei problemi e non ci esaudisce, lo neghiamo con i nostri dubbi e scoraggiamento!
B) Il secondo scopo è di evidenziare alcuni aspetti della natura del Signore
Evidentemente in relazione a quello che stavano vivendo, e che quindi avevano bisogno di sentire.
John MacArthur scrive: “Se il popolo in esilio aveva una pur minima conoscenza della natura di Dio, come poteva pensare che egli l’avesse dimenticato o che ignorasse la loro condizione?”
Certamente anche se conosciamo la natura di Dio, in qualche modo andiamo in crisi e dubitiamo di Dio quando attraversiamo per la valle dell’ombra della morte; ma com’è possibile una cosa del genere? 
Com’è possibile pensare che Dio ignori la nostra situazione, che ci abbia dimenticato, o abbandonato nelle circostanze che viviamo?
Questi credenti teologicamente smemorati e atei nella pratica, avevano bisogno di sentire ciò che già sapevano riguardo la natura di Dio, e così Isaia ricorda loro chi è Dio, in modo che il popolo scoraggiato potesse smettere di esserlo.
David Guzik scrive: “Comprendere la grandezza e la gloria di Dio ci persuade che non c'è nulla nella nostra vita nascosto a Dio, e non c'è nulla da Lui trascurato”.
Lo scopo di questa straordinaria riflessione sulla natura di Dio da parte del profeta Isaia, è rinnovare la fede del popolo scoraggiato. 
È bene che i credenti in tempi difficili e di prova, ricordino chi è il Signore e come ha anche agito nella storia, così sarà un abbondante fonte di consolazione e rassicurazione che la loro vita è nelle Sue mani.
Proprio come la fede viene inizialmente ascoltando (cfr. per esempio Romani 10:17), così viene rafforzata e nutrita ascoltando di nuovo, ovviamente la rivelazione di Dio.
Lo studioso Albert Barnes riguardo “Non lo sai tu”, commenta così: “Questo è il linguaggio del profeta che li rimprovera perché si sono lamentati che Dio li abbia abbandonati, e assicura loro che Dio è stato fedele alle sue promesse. Quest’argomentazione del profeta, che continua fino alla fine del capitolo, comprende lo scopo principale del capitolo, che è quello di indurli a riporre fiducia in Dio e a credere che egli era in grado e disposto a liberarli”. 
Così la soluzione al loro problema è imparare di nuovo ciò che già sanno e aprire le orecchie a ciò che è stato detto loro!
Succede così anche per noi oggi: fin quando va tutto bene viviamo la fede gioiosamente, in modo entusiasmante, ma nel momento in cui siamo sotto pressione, viviamo qualche problema, ecco che andiamo in crisi, ci scoraggiamo, abbiamo una crisi di fede come l’avevano avuto quei Giudei in esilio.
Secondo questo passo l’antidoto allo scoraggiamento è conoscere, credere e concentrarsi su ciò che Dio è e non sulla situazione difficile che stiamo vivendo!
In secondo luogo allora vediamo:
II LA RISPOSTA 
Come puoi dire cose simili su Dio quando sai perfettamente chi è e com'è?
È un dato di fatto che se ti guardi intorno sarai angosciato; che se ti guardi dentro di te sarai scoraggiato, o depresso; ma se guardi al Signore sarai incoraggiato e sereno.
Allo scoraggiamento e ai dubbi del popolo esiliato, Isaia risponde che questo indica avere una visione troppo bassa del Signore. 
Isaia ci ricorda che il Signore non è limitato, né dalle categorie temporali, spaziali, né dalle capacità fisiche e cognitive.
Nella risposta d’Isaia vediamo quattro caratteristiche.
Cominciamo con la prima:
A) Il Signore è temporalmente illimitato: è eterno 
Nel v. 28 è scritto: “Il SIGNORE è Dio eterno”.
Il Signore è il Dio eterno, in netto contrasto con la natura temporale delle nazioni, dei principi e dei governanti della terra (Isaia 40:15,24).
“Eterno” (ʿôlām) significa una durata illimitata di tempo, quindi al tempo infinito, una durata del tempo che non può essere misurata!
Giobbe dice: “…incalcolabile il numero dei suoi anni” (Giobbe 36:26).
Il Signore esiste da sempre! Il Signore è il Dio persistente!
Il filosofo Severino Boezio definitiva l'eternità di Dio come "il possesso simultaneo e perfetto della vita infinita".
L'eternità di Dio significa semplicemente che il Signore non ha inizio né fine!
L’eternità di Dio può essere definita così come quella perfezione per cui Dio è elevato al di sopra di tutti i limiti temporali e di ogni successione di momenti, e possiede tutta la Sua esistenza in un presente indivisibile, Dio vive in un eterno presente!
La nostra esistenza è segnata da giorni, settimane, mesi e anni; non così l'esistenza di Dio. 
La nostra vita la vediamo in un passato, presente e futuro, ma non esiste tale divisione nella vita di Dio. 
È l'eterno “Io sono” (Esodo 3:14; cfr. Apocalisse 1:4,8), l’eterno presente!
Agostino pregava: “Il tuo presente non cede il passo al domani, né prende il posto di ieri. Il tuo presente è l'eternità”.
Il Signore non è limitato dalla dimensione del tempo, è esaltato al di sopra del tempo e dei suoi limiti; esiste al di fuori dei confini del tempo e, sebbene ne sia l'autore, non è condizionato, confinato o misurato da esso!
Il Signore è il Dio del passato e il Dio che sarà sempre, in netto contrasto con gli uomini i cui giorni sulla terra sono specificamente limitati.
Il Signore non è vincolato dai limiti del tempo! Come eterno va al di là del tempo! Prima di aver creato il tempo, già esisteva!
Il Signore benchè sia al di fuori del tempo, come suo creatore ne conosce l’inizio e la fine, quindi ne controlla la storia! È l’Alfa e l’Omega! (Apocalisse 1:8).
Dio si è rivelato all'interno del regno storico con la Sua conoscenza e il Suo controllo della storia portando alla comprensione che c'è un obiettivo e uno scopo nel processo storico.
Ma perché in questo contesto Isaia parla che Dio è eterno?
Almeno per tre ragioni.
(1) La prima ragione è per incoraggiare il popolo esiliato che il Signore conosce e controlla il tempo, quindi la loro storia
Così il popolo esiliato è incoraggiato nel sapere che Dio è onnisciente e sovrano su tutti e tutto!
Non c'è nulla nel passato, nel presente o nel futuro, per come lo intendiamo noi, che sia al di fuori della Sua conoscenza e dominio!
Il Signore conosce il passato, il presente e il futuro e ha la situazione di tutti e tutto sotto controllo.
(2) Il fatto che il Signore è eterno implica che vede a lungo tempo e non in un tempo breve come noi!
Il senso è: “Il Signore di lunga visione”, cioè vede lontano.
Il popolo vedeva la sua situazione nel tempo breve, il Signore vedeva a lungo tempo secondo i Suoi piani!
Ed è così che dovremmo vedere le nostre circostanze non ha breve tempo, ma secondo il significato che gli da il Signore secondo i Suoi piani eterni!
Non vedere allora la tua circostanza limitata nel tuo tempo presente, anche se non conosci il futuro, Dio ha un futuro per te, fidati di Lui che lo conosce bene e ha stabilito un piano per te!
Raymond Ortlund scrive: “Tu ed io siamo bloccati all'interno di una piccola fessura chiamata ‘in questo momento’. Il momento presente è tutto ciò che sperimentiamo. E l'urgenza di questo momento può schiacciarci con le sue pressioni, in modo che commettiamo errori costosi per il nostro esagerato senso di emergenza. Pecchiamo sempre troppo presto. Ma Dio non è confinato nel tempo. Nella sua travolgente eternità Dio è ugualmente presente in tutti i punti del tempo contemporaneamente. È sempre davanti a noi. Quindi non dovremmo mai farci prendere dal panico se le cose non stanno andando insieme secondo le nostre scadenze. Dio sta realizzando il suo scopo a modo suo, al suo ritmo, senza la nostra disperazione frettolosa e nervosa”.
Infine:
(3) Il Signore essendo eterno non cambia con il passare degli anni
Tutte le cose sono costantemente presenti sotto gli occhi di Dio che essendo eterno non cambia con il passare degli anni! 
Il Signore non subisce la crescita, lo sviluppo o la maturazione; essendo eterno non cambia, né decade mai, non è mai suscettibile al cambiamento, ma rimane sempre lo stesso, infatti è immutabile! (cfr. per esempio Salmo 102:28; Malachia 3:6; Ebrei 13:8).
Questo dovevano pensare i Giudei in esilio che dubitavano della Sua presenza nella loro vita, e così oggi anche coloro che dubitano di Lui!
Se questo fosse costantemente radicato in noi, non ci sarebbe spazio alla sfiducia!
Una seconda caratteristica è:
B) Il Signore è spazialmente illimitato: è il creatore di tutta la terra 
“Il creatore degli estremi confini della terra”.
Non c'è luogo che Dio non possa vedere o sia presente, compresi i ghetti di Babilonia dove si trovavano gli esuli Giudei.
“Creatore” (bôrēʾ) si riferisce al causare, al portare all’esistenza qualcosa che prima non c’era.
“Creatore” si riferisce all’essere soprannaturale che è il Signore, (Ecclesiaste 12:1; Isaia 40:28; 43:15), che nella Bibbia è scritto che è l’unico Creatore della terra (Genesi 1-2).
La Bibbia non dice che il mondo è venuto fuori da solo, ma che Dio l’ha creato, e l’ha creato dal nulla, quindi ha creato la materia e l’ha fatto senza alcuno aiuto esterno, o condizione non divina (cfr. per esempio Genesi 1:1; 121:2; 124:8; 146:6; Isaia 44:24; 45:12; Atti 14:15; Apocalisse 4:11).
La creazione dal nulla (latino, ex nihilo), significa che l'origine assoluta, il sostegno e il significato di tutte le cose è solo nel Dio vivente e vero della Bibbia!
La creazione dal nulla è sull'assoluta sovranità di Dio!
Non c’era niente e nessuno affianco a Dio! (Genesi 1:1-3; Giobbe 38-40; Isaia 43:24).
La creazione mostra la potenza di Dio!
Al v. 26 è scritto: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una”.
Il Signore eterno è sempre immutabile, possiede e manifesta ancora la potenza che aveva mostrato nella creazione; non ha perso il Suo potere a tal punto, da aver lasciato ora il Suo popolo abbandonato nelle mani dei Babilonesi!
Il Creatore che conosceva i nomi di tutte le stelle e le aveva sotto il Suo controllo, certamente conosceva e controllava i problemi del Suo popolo eletto anche se si trovava lontano da Israele a Babilonia.
Il Signore non è un Dio circoscritto a un luogo, ma Sovrano su tutta la terra, infatti dice:”Degli estremi confini della terra”.
Gli estremi confini della terra si riferiscono ai bordi più lontani della terra, che il mondo antico pensava fossero piatti con bordi.
Gary Smith scrive: “Dio è il Creatore di tutta la terra e di tutto ciò che è in essa; Pertanto, non c'è nessuna nazione o gruppo di persone sulla faccia della terra che sia al di fuori della sua conoscenza o del suo controllo. Non è un essere divino locale che ha un controllo limitato su un piccolo territorio o solo su una parte della natura. Il suo potere creativo e il suo controllo si estendono fino ai limiti della civiltà e alla distesa illimitata dei cieli”.
Non c'è un solo centimetro quadrato su questa terra sconosciuto al Signore, o che giace al di là della portata della Sua presenza e controllo. 
Colui che ha creato il mondo e ciò che è in esso non dovrebbe essere in grado di controllare la Sua creazione?
C'è una vastità nella portata del Suo potere che è decisamente travolgente.
non c'è nulla che sia al di fuori del Suo dominio.
Ovunque saremo, che si tratti dell'esilio Babilonese, o di una stanza all’ospedale, o in viaggio, o in qualsiasi altra parte della terra, il Signore sarà sempre con noi!
Noi siamo nelle Sue mani di grazia e potenza in ogni momento, ovunque ci troviamo, o andiamo.
Le parole del Salmo 121:1-5 ci sono di grande conforto: “Canto dei pellegrinaggi. Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto?  Il mio aiuto vien dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra.  Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà.  Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà.  Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra”.
Meraviglioso!
Questo dovevano pensare i Giudei in esilio che dubitavano della Sua assenza nella loro vita!
La terza caratteristica:
C) Il Signore è fisicamente illimitato: è instancabile
Non è che Dio ha un fisico come il nostro, infatti è spirito (Giovanni 4:24), ma nella Sua natura è instancabile!
“Egli non si affatica e non si stanca”.
Questo versetto sottolinea fortemente l’instancabilità del Signore!
Dio può fare qualsiasi cosa senza sforzo!
Il Signore non viene meno, non perde forze, non esaurisce le Sue energie come la naturale fragilità umana descritta nei vv.30-31! (cfr. per esempio Deuteronomio 25:18; Geremia 51:58; Abacuc 2:13).
Ci stanchiamo ogni giorno, e abbiamo bisogno di nutrimento e di riposo ogni giorno, di sederci e di dormire, e periodicamente di vacanze!
Dio non ha bisogno di questo!
Poiché il Signore “non si affatica e non si stanca”, non deve mai abbandonare i Suoi propositi come irrealizzabili, o rimandarli mentre riposa!
Con i verbi “si affatica” (yîʿap – qal imperfetto attivo) e “si stanca” (yîgāʿ - qal imperfetto attivo), Isaia voleva che il popolo sapesse che il Signore non si affatica e non si stanca mai. 
Benchè il Signore è sempre all’opera nel governo universale (cfr. per esempio Giovanni 5:17), non si stanca mai, è sempre fresco, sempre vigile, sempre capace, nonostante lo faccia ogni giorno e in ogni momento da decenni, secoli e millenni!
Il Signore non è un uomo che esaurisce la Sua capacità perché ha lavorato con uno sforzo eccessivo e continuativo.
Il potere di Dio di controllare e governare la natura e miliardi di persone sulla terra non lo fa mai faticare, o indebolire, non gli causa affaticamento e stanchezza!
Pertanto, non è mai logorato da un grande compito e il Suo potere non verrà mai meno!
Questo dovevano pensare i Giudei in esilio che dubitavano della Sua presenza nella loro vita!
Considerando tutto questo, possiamo fare affidamento sul Signore per essere aiutati in ogni situazione, e questo non è solo per te, ma per tutti quelli che sperano in Lui come è scritto nei vv.30-31!
Infine:
D) Il Signore è cognitivamente illimitato: è imperscrutabile 
E ancora sempre al v.28 leggiamo: ”La sua intelligenza è imperscrutabile”.  
“Intelligenza” (tbûnātô) si riferisce al Suo ragionamento, al Suo pensare che è coerente e logico. 
Si riferisce alla conoscenza applicata in modo efficace e competente in situazioni rilevanti; quindi è saggezza, cioè la capacità di discernere una giusta linea d'azione.
È scritto nel Salmo 147:5: “Grande è il nostro Signore, e immenso è il suo potere; la sua intelligenza è infinita”.
Come per il fatto che il Signore è instancabile, non esaurisce la Sua saggezza nel guidare la storia secondo il Suo piano.
La Sua intelligenza è infinita, quindi incalcolabile!
La frase Ebraica è “non si può esplorare” (ʾên ḥēqer).
“Esplorare” (ḥēqer) indica un'attenta ricerca sistematica, nel senso di comprenderlo, di capirlo, questo è impossibile! (cfr. per esempio Giobbe 5:9; 9:10; Salmo 145:3).
Si riferisce a qualcosa di così profondo che non può essere scandagliato.
Possiamo certamente conoscere il Signore, ma non capiremo mai fino in fondo la Sua grandezza e come opera nel mondo, o perché permetta che ci sia la sofferenza, le guerre, le ingiustizie e così via.
Lo studioso Edward Young scriveva: “La comprensione dell'uomo è la comprensione di una creatura; è quindi circoscritto e finito; la comprensione di Dio è quella del Creatore, ed è quindi infinita. La mente finita non può comprendere l'infinito. Mentre, quindi, la mente finita può conoscere Dio e può comprenderlo così come Egli si è rivelato, tuttavia non può comprenderlo. Nella Sua comprensione c'è una profondità, una lunghezza e un'ampiezza che la mente dell'uomo non può cogliere. Dio in tutti i Suoi attributi è incomprensibile”. 
L'uomo può vedere solo una parte, una piccola parte, mentre il vasto oceano, la profondità sconfinata della Sua saggezza, giace ancora inesplorata.
Nessuno è in grado di penetrare nelle profondità della Sua conoscenza.
L’apostolo Paolo in Romani 11:33 afferma: “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!”
“Profondità” (báthos) indica immensità abissale del mare che all’epoca non si poteva misurare! Dio è pieno di risorse incalcolabili!
Ma la saggezza incomprensibile del Signore la vediamo anche nella parola “inscrutabili” (anexeraunētos) che indica “impossibile cercare”, o “comprendere appieno”, 
Così anche la Sua incomprensibilità la vediamo nella parola “investigabili” (anexichníastos), letteralmente si riferisce a orme indefinibili come quelle di un animale che un cacciatore non è in grado di seguire. 
Le vie del Signore sono incomprensibili, a volte cerchiamo di capire il perché ci accadono certe cose, e cerchiamo di dare una spiegazione razionale a ciò che ci accade a noi e attorno a noi, ma non riusciamo a comprendere in profonditài Suoi progetti, è troppo per la nostra mente finita! 
Isaia 55:8-9 dice: "’Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’, dice il SIGNORE. ‘Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri’". 
Questo indica che come a quei tempi non potevano misurare, o arrivare al cielo dalla terra, così le vie e i pensieri di Dio sovrastano quelli dell’uomo al punto che non possono essere afferrati nella loro pienezza; in altre parole le vie e i pensieri di Dio risultano incomprensibili all’uomo! 
Il punto allora di Isaia 40:27-28 è che i Giudei esiliati scoraggiati perché il Signore non interveniva nella loro situazione, dovevano accettare la circostanza che vivevano senza lamentarsi fidandosi della Sua saggezza anche se non la capivano!
Le loro lamentele contro il Suo modo di agire erano inopportune perché si basavano su informazioni incomplete!
Solo il Signore sa quando è il momento giusto per intervenire nella nostra circostanza!
La visione del Signore è così infinita che è imperscrutabile per noi umani!
Dobbiamo avere fede che il piano del Signore supera infinitamente le possibilità che possiamo aspettarci per il futuro!
La Sua è un’infinita varia sapienza dice Paolo in Efesini 3:10!
Sempre Raymond Ortlund parlando dell’intelligenza inscrutabile di Dio scrive: “In altre parole, non riusciamo a capire Dio. Spesso cerchiamo di trovare una visione approfondita del significato e dello scopo degli eventi. Ed è sorprendente quando possiamo tracciare i movimenti della sua mano. Ma per ogni evento che possiamo interpretare, non ci sono anche decine di misteri? Questo è ciò che la Bibbia sta affermando qui. La vita è spesso sconcertante per noi, ma non è sconcertante per Dio. Ci sono profondità nella saggezza di Dio a cui non possiamo accedere. Se le nostre vite non sono esattamente come vorremmo che fossero, possiamo essere sicuri che sono esattamente come Dio vuole che siano. Sa quello che sta facendo. Quindi non viviamo di spiegazioni; Viviamo di promesse. Non capiamo Dio con il nostro cervello; Ci sottomettiamo a Lui per fede.
Dio è sempre nel momento giusto, sempre qui, sempre all'opera e sempre saggio”.
E questo significa che Dio ha il migliore piano, oppure obiettivo per la nostra vita, e usa i mezzi migliori, cioè guida le circostanze per realizzare questo Suo piano per noi!
Tim Shenton dice a riguardo: "La saggezza di Dio è la sua capacità di scegliere, da tutte le possibili alternative e con discernimento perfetto, l’obbiettivo più alto, selezionare e dirigere il mezzo migliore per raggiungere tale obiettivo".
Allora la saggezza di Dio fissa il giusto scopo, sceglie i mezzi più adatti e li indirizza al fine più alto.
Ecco perché dobbiamo confidare serenamente nel Signore!
CONCLUSIONE 
Non possiamo lamentarci davanti al Signore perché non si prende cura di noi!
Isaia c’incoraggia a credere a ricordare che il Signore è temporalmente illimitato, spazialmente illimitato, fisicamente instancabile, cognitivamente imperscrutabile!
Possiamo concludere con le parole di John Oswalt sul v.28: “Il punto della frase è duplice, essendo entrambi gli elementi implicanti delle asserzioni iniziali: poiché il loro Dio, il Signore, è l'eterno Creatore, la sua forza è instancabile e la sua sapienza è insondabile. Può fare tutto ciò che vuole nel suo tempo. Un ritardo apparente non significa mai né mancanza di consapevolezza né mancanza di capacità da parte sua. È caratteristico della creazione che si consuma e si esaurisce. Ma Isaia ha insistito in tutti i modi disponibili sul fatto che Dio non è parte della creazione. Ciò significa anche che i suoi piani non sono necessariamente individuabili per mezzo della creazione (Giobbe 9:4–10; vedere anche Isaia 55:8–9). Questo non vuol dire che sia inconoscibile. La Scrittura insegna che Dio può essere conosciuto (Salmi 27:4, 8; 34:4, 10; Isaia 55:6; Amos 5:6). Ma le sue caratteristiche particolari ci giungono per rivelazione dall'aldilà della creazione; ci sottomettiamo a lui, non lo scopriamo (cfr. Isaia 55:6-11). La piena comprensione dei propositi di Dio va oltre la comprensione umana”.


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