Luca 4:23-24: La provocazione sconcertante Durante la Seconda Guerra Mondiale, un prezioso dipinto di Rembrandt fu nascosto in una semplice fattoria olandese. Anni dopo, quando un esperto d’arte lo identificò, i contadini che avevano vissuto accanto ad esso per anni rimasero scioccati. “Ma era solo un vecchio quadro nella stanza degli ospiti”, dissero. Avevano guardato un capolavoro ogni giorno senza riconoscerne il valore. Questa storia ci introduce perfettamente all’incontro di Gesù nella sinagoga di Nazaret. I suoi concittadini avevano il Figlio di Dio in mezzo a loro, eppure vedevano solo “il figlio di Giuseppe”. La familiarità aveva offuscato la loro visione, impedendo loro di riconoscere il Messia che camminava tra loro. Nel brano di oggi, Luca 4:23-24, assistiamo a uno dei momenti più intensi del ministero terreno di Gesù. Dopo aver letto dalla Scrittura e aver dichiarato che quelle parole profetiche si stavano adempiendo in Lui, Gesù lancia una prov...
Filippesi 4:4: L’esortazione a gioire.
“Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi”.
Dio si aspetta che noi siamo gioiosi e che ricerchiamo la gioia! Il tema della gioia è particolarmente evidente in Filippesi (Filippesi 1:4, 18, 25; 2:2, 17, 18, 28, 29, 3:1; 4:1, 4, 10). “Rallegratevi”, nel greco, è un imperativo attivo presente, e insieme all’avverbio “sempre”, significa che dobbiamo continuamente essere gioiosi nel Signore, quindi Paolo esorta la chiesa di Filippi a rallegrarsi sempre (cfr. 1 Tessalonicesi 5:16). Eppure la chiesa di Filippi si trovava nel dubbio, nella paura e nella sofferenza (Filippesi 1:28-29), in mezzo a una generazione storta e perversa (Filippesi 2:15). Così è stato anche per Paolo, quando fu imprigionato a Filippi (Filippesi 1:30; cfr. Atti 16:25), e lo è ancora nel presente, infatti, si trovava in prigione a Roma mentre scriveva queste parole (Filippesi 1:7,13-14).
Paolo ripete due volte di rallegrarsi per dare enfasi, indica che è una cosa importante; a dispetto delle loro difficoltà dovrebbero rallegrarsi nel Signore. Il senso è: “L'ho detto una volta e lo ripeto ancora, rallegratevi!”. L'esortazione si ripete perché sembra irragionevole, serve per togliere ogni scusa per coloro che potrebbero dire, o chiedersi: “ Come possiamo gioire nelle afflizioni?” Ma nessuna afflizione dovrebbe turbare la nostra gioia! È facile scoraggiarsi quando ci sono circostanze spiacevoli, ma le circostanze difficili di Paolo e i pericoli che devono affrontare i Filippesi non possono essere giustificazioni per non gioire! Le circostanze non devono influenzare la condizione del cuore e della mente, un cristiano può essere gioioso anche quando tutto è buio e squallido! Non importa quale circostanza stiamo vivendo, noi dobbiamo sempre gioire nel Signore! Le nostre circostanze cambiano di volta in volta, e sappiamo che è facile essere contenti quando stiamo godendo di buona salute e avere un buon conto in banca. Tuttavia, non è così semplice gioire quando abbiamo problemi di salute, o problemi economici, o altri tipi di problemi. La gioia cristiana non dipende dalle nostre circostanze che cambiano! Le circostanze di questa vita ci possono deprimere, come anche l’incertezza del futuro, infatti non sappiamo cosa ci aspetta dietro l'angolo. I nostri atteggiamenti, o sentimenti interiori non devono riflettere le circostanze esteriori! Paolo non si riferisce al tipo di felicità superficiale che si manifesta solo quando le cose vanno bene, ma a una gioia che non dipende da circostanze mutevoli, una gioia che dipende dall’immutabile Signore! Quindi a prescindere dal giorno, che sia buio, o luminoso, bello, o brutto, se è difficile, o facile, se porta problemi e tentazioni, o se fila tutto liscio, ci viene comandato di rallegrarci sempre nel Signore.