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Luca 4:28-30: La conclusione drammatica

 Luca 4:28-30: La conclusione drammatica Abbiamo visto in Luca 4:23-27 come Gesù abbia portato alla luce i veri pensieri che avevano nel cuore le persone che erano presenti nella sinagoga di Nazaret dove Lui aveva appena parlato. Il Suo intervento è stato provocatorio, sfidando profondamente le convinzioni nazionalistiche ed esclusiviste dei Suoi ascoltatori. Ora in Luca 4:28-30, vediamo la conclusione drammatica di questa storia. Fu come un terremoto che scosse le fondamenta delle certezze religiose: dal celebrare Gesù (Luca 4:22), si passa al tentativo di ucciderlo! La verità di Dio sfidò i loro confini mentali, culturali e teologici, ora vediamo come reagirono a questa verità che non corrispondeva alle loro aspettative. Questo momento finale del testo è come un dramma in tre atti che si consuma con la velocità di un fulmine. Prima di tutto troviamo:
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Isaia 66:2: Il Dio infinito dimora negli umili.

Isaia 66:2: Il Dio infinito dimora negli umili.
“Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola”.

Nei vv.1-2 leggiamo: “Così parla il SIGNORE: ‘Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi; quale casa potreste costruirmi? Quale potrebbe essere il luogo del mio riposo? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all'esistenza’, dice il SIGNORE”.
Questo passo di Isaia ci fa capire quanto grande e infinito è il Signore, troneggia dal cielo e la terra è lo sgabello dei Suoi piedi, quindi, un tempio non lo può contenere (cfr. 1 Re 8:27). Dio ha creato ogni cosa, anche il materiale per la costruzione, tutto è Suo, e gli uomini non possono costruire con tali materiali un edificio degno della sua grandezza. Eppure, il Dio infinito, trascendente e sovrano, il creatore, è accessibile all’umanità! Il santuario di Dio è il nostro corpo! (1 Corinzi 6:19).
I nostri corpi, così non sono semplicemente gusci di carne di notevole composizione: sono un tempio dello Spirito di Dio, grazie all’opera di Gesù Cristo (1 Corinzi 6:9-11). L’attenzione di Dio, il Suo favore, è su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto (Cfr. Salmo 34:18; Isaia 57:15; Matteo 5:3; Luca 18:13-14) e trema alla Sua parola (Esdra 9:4). Dio sceglie di dimorare in questo tipo di persone perché hanno il giusto atteggiamento verso di Lui. Questo passo ci fa capire che Dio non è preoccupato per una religiosità esteriore, il Suo favore, la Sua presenza è verso coloro che sono umili, contriti e lo temono! Dio desidera stabilire la sua dimora in un cuore contrito e umile, che prende la sua Parola sul serio (Isaia 66:5; Giovanni 14:23), mentre respinge quelle persone che hanno una religiosità esteriore (cfr. Isaia 29:13; Matteo 15:8-9; 23:1-36). Dio non si lascia impressionare dall’esteriorità, dalle folle di religiosi che si radunano in grandi chiese, o che adorano urlando, o che nelle loro chiese hanno grandi statue e croci d’oro. Dio non si lascia impressionare da quei teologi super titolati, niente di tutto questo attira lo sguardo di Dio! Dio poserà il suo sguardo su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla Sua parola! Su quelli cioè che si riconoscono che sono niente davanti a Dio, che sono privi di orgoglio, che riconoscono la propria povertà spirituale davanti a Dio. Che si pentono dei loro peccati, che sono veramente dispiaciuti per i loro peccati. E che hanno il rispetto per Dio e la Sua Parola, quindi sono sottomessi alla Parola di Dio, cioè che gli sono obbedienti (cfr. Esdra 10:3). Se vogliamo sperimentare Dio nella nostra vita, non possiamo pensare di avvicinarci a Lui a modo nostro! Dio non lo accetterebbe! Il Suo sguardo si posa su chi è umile, contrito per i propri peccati e rispetta la Sua parola!

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