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Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

1 Cronache 28:20: Dio ci chiama a servirlo con la certezza della sua presenza.

1 Cronache  28:20: Dio ci chiama a servirlo con la certezza della sua presenza.
Davide disse ancora a suo figlio Salomone: «Sii forte, fatti coraggio, e mettiti all'opera; non temere, non ti sgomentare; perché il SIGNORE, Dio, il mio Dio, sarà con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà fino a che tutta l'opera per il servizio della casa del SIGNORE sia compiuta».

Davide dà le indicazioni al figlio (a Salomone), riguardo la costruzione del tempio. Davide aveva in cuore di costruire un tempio al Signore, ma il Signore non volle perché era un uomo di guerra e aveva sparso molto sangue. Secondo le indicazioni di Dio a costruire il tempio doveva essere Salomone (1 Cronache 28:1-10; cfr. 1 Cronache 22:11-13). Davide preparò tutto il lavoro di costruzione e lo diede al figlio (1 Cronache 28:11-19).
Il versetto 20 ricorda le espressioni di Mosè quando affidò l’incarico a Giosuè (Giosuè 1:9).
Noi in questo versetto vediamo l’ esortazione.
Davide esorta il figlio Salomone a essere forte, a farsi coraggio, a non temere, a non sgomentarsi, a mettersi all’opera per costruire il tempio.
Quando può essere importante una parola di esortazione e d’incoraggiamento al momento giusto (Proverbi 15:23; Efesini 4:29). Morte e vita sono in potere della lingua (Proverbi 18:21). Che potenza ha una parola! Lo sappiamo benissimo, e quindi dovremmo stare molto attenti a ciò che diciamo. Le parole influenzano significativamente un’altra persona (Proverbi 12:25; 15:4; 16:24; 25:11). Questo anche riguardo la consacrazione di una persona e il servizio cristiano. 
Salomone aveva bisogno di sentire quelle parole! Stava per costruire il tempio del Signore! Poteva avere mille pensieri, e tante paure. Sarebbe stato all’altezza? C’è l’avrebbe fatta a finirlo? 
Noi in questo versetto vediamo la rassicurazione.
Dio non lascerà da solo Salomone, sarà con lui e non l’abbandonerà fino a quando il tempio non lo avrebbe completato. Dio aveva scelto Salomone per costruirlo e Dio lo avrebbe aiutato. 
Il Signore non abbandona il suo popolo nel servirlo: con il compito dà anche la sua presenza, sostegno, aiuto (Matteo 28:18-20; Atti 1:8; 18:9; 1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5; 2 Timoteo 4:17). Quando Dio ci dà un compito, ci dà le capacità, i mezzi e il soccorso per realizzarlo! Pertanto non prendiamo scuse nel servirlo dicendo che non siamo capaci, oppure se abbiamo paura di sbagliare, o paura di qualsiasi altra cosa perché Dio è con noi e ci dà ciò che è necessario per servirlo secondo la sua volontà.
Che conforto doveva essere per Salomone sapere che il Dio fedele di Davide sarebbe stato con lui, è che conforto per noi sapere che il Dio fedele di Davide e Salomone è con noi! Non c’è assolutamente niente d’impossibile che non possiamo affrontare noi e il Signore! (Filippesi 4:13). 
Dio ci chiama a servirlo con la meravigliosa certezza della sua presenza, con la meravigliosa certezza che sarà con noi, non ci lascerà e non ci abbandonerà!
Avere Dio con noi e avere tutto! Dio è più che sufficiente! 
Grazie Signore. 

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