Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
Efesini 1:17: La persona a cui è rivolta la preghiera
“affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria”.
Paolo prega direttamente e solo Dio e nessun altro, questo è quello che vediamo anche nel resto della Bibbia.
Paolo prega il Dio del nostro Signore Gesù Cristo.
Cosa significa? Non significa che Gesù è inferiore al Padre come natura, o che è stato creato, il riferimento è a Gesù come uomo (Giovanni 20:17. Indica che il credente appartiene al Nuovo Patto istituito da Gesù (Luca 22:14-20; 1 Corinzi 11:23-26; Ebrei 13:20) che è l’unico mediatore e avvocato tra Dio e gli uomini, Gesù è l’unica via per Dio (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:4-5; Ebrei 4:14-16; 7:21-22; 8:6; 1 Giovanni 2:2).
Gesù è il nostro Sommo Sacerdote, Egli è il nostro rappresentante. Dio è irraggiungibile all’uomo perché Dio è maestoso, santo! Per questa Sua natura noi non possiamo entrare alla Sua presenza! Ma grazie a Gesù si! (Efesini 1:17-18; 3:11-12; Ebrei 10:19-22).
Inoltre la vita eterna consiste nella conoscenza di Dio e di Colui che Dio ha mandato: Gesù Cristo (Giovanni 17:3).
Tutte le benedizioni (Efesini 1:3), come le promesse hanno il loro sì in Gesù (2 Corinzi 1:21), così anche l’esaudimento delle preghiere! (Giovanni 14:13; 16:24; Ebrei 4:16).
Perciò nella preghiera se vogliamo avere accesso a Dio, senza essere rifiutati ed esauditi, non c’è che un solo mediatore: Gesù!
Paolo prega il Padre della gloria.
Dio è chiamato Dio della gloria (Salmi 29:3; Atti 7:2); Signore della gloria ( Numeri 24:11; 1 Corinzi 2:8), Re di gloria (Salmi 24:7,8,9,10).
Il senso è il Padre glorioso, o glorioso Padre. “Padre” si riferisce che è la fonte, l’origine (Ebrei12:9) e la personificazione di se stesso e di ogni gloria, Dio stesso è la sorgente della Sua gloria.
“Gloria” è la somma di tutte le eccellenze, la perfezione assoluta si riferisce agli attributi del Signore Dio Onnipotente, lo splendore del Suo carattere, della Sua potenza.”Gloria” è il Suo essere spirituale sovrannaturale che si manifesta al mondo, la rivelazione di ciò che è Dio in contrasto con la miseria e la fragilità dell’uomo. (Esodo 13:21; 16:10; 24:15-19; 33:20; 34:29; 1 Re 8:11; Ezechiele 43:2; Luca 2:9; Giovanni 1:14).
Molte volte Dio ha manifestato la Sua gloria al Suo popolo e alle nazioni con le Sue opere, giudizi e prodigi. Così la gloria è la presenza e la rivelazione di Dio fra gli uomini!
Dal contesto, Dio si è rivelato al Suo popolo con l’elezione, la predestinazione, la redenzione, la rivelazione della Sua volontà, e il sigillo dello Spirito Santo e lo fatto per glorificare se stesso (Efesini 1:4-14).
Quindi, Paolo sta esaltando Dio, ma sta chiedendo a Dio di manifestarsi ancora nella vita di quei credenti, a cui scrisse. Perciò noi preghiamo Dio perché crediamo che Lui esiste, c’è e si manifesta rispondendo alle nostre preghiere. Dio è pronto a manifestarsi potentemente nella vita dei credenti! Questa deve essere la speranza del credente come lo era di Paolo. Preghiamo, dunque con fiducia.