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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La passione di Giovanni Battista (Giovanni 5:35).

La passione di Giovanni Battista (Giovanni 5:35).
Il motivo per cui il Signore Gesù Cristo pronunciò il discorso che leggiamo a partire dal versetto 17, fu il mormorio e il progetto di ucciderlo di certi Giudei, probabilmente i capi religiosi, dopo che ebbe guarito un paralitico alla vasca di Betesda in giorno di sabato. 
Gesù Cristo si difese affermando la propria comunione col Padre, sia riguardo alla sua natura e sia alle sue opere (vv.18-29), dimostrando di essere così “Signore del sabato” (Giovanni 5:17).
Il Signore Gesù, poi fa riferimento alla testimonianza di Giovanni il Battista riguardo a Lui in quanto, generalmente, essi lo consideravano come un grande profeta. 
Sembra che per un certo periodo, questi Giudei, fossero stati toccati e compunti profondamente dal fatto che Dio, dopo un lungo periodo in cui non aveva più mandato profeti, avesse suscitato un così grande profeta tra loro come Giovanni.
Gesù dice a questi Giudei che hanno voluto per breve tempo godere alla sua luce, alla luce del Battista.
“Godere” (agalliathēnai) denota gioia, entusiasmo, felicità.
Questi capi religiosi Giudei accorrevano a lui nel fiume Giordano (Matteo 3:6-7), sono stati attratti emotivamente e superficialmente da Giovanni, ma senza pentirsi veramente e senza riconoscere Gesù come il Messia.
Hanno voluto godere brevemente, ma non hanno preso veramente sul serio Giovanni Battista, infatti è scritto “avete voluto” (ēthelēsate- aoristo attivo indicativo).
In questo modo Gesù li incolpa per la loro superficialità e ipocrisia perché non hanno creduto in Lui come dovevano (cfr. Giovanni 2:23-25).
Gesù dice: voi avete chiesto a Giovanni chi fosse e Giovanni ha reso testimonianza alla verità (Giovanni 5:31-33; cfr. Giovanni 1:19-28), ma voi non lo avete creduto per come doveva esserlo. 
A questo punto, Gesù pronunciò le parole di omaggio e di approvazione riguardo a Giovanni del v.35: “  egli era la lampada ardente e splendente e voi avete voluto per breve tempo godere alla sua luce”.

Gesù mette in evidenza di Giovanni Battista il fatto che era:
I LA LAMPADA ARDENTE
“Egli era la lampada ardente”. 
Giovanni era una lampada. 
“Lampada” (luchnos) indicava una piccola lampada a olio portatile. 
Nell’antichità la lampada era fatta in terra cotta o di metallo, era con uno stoppino alimentata con olio, poteva essere appesa a un sostegno, o esser posta su un lucerniere.
Il verbo “era” (ēn-imperfetto attivo indicativo) potrebbe indicare che Giovanni era morto, oppure era in carcere.
Il motivo era: Giovanni aveva ammonito il tetrarca Erode per la relazione che aveva con la cognata, Erodiada, moglie di suo fratello Filippo, Giovanni gli diceva che non gli era lecito averla. 
Così Erode lo fece imprigionare, e poi in seguito, secondo la richiesta della figlia di Erodiada,influenzata dalla madre, gli fece tagliare la testa! (Matteo 14:1-12).
Avere passione per il Signore Gesù Cristo, ha un costo! 
Essere fedeli a Gesù Cristo ha un costo! 
Predicare con fedelmente e con franchezza la verità rivelata di Dio ha un costo!
Gesù nel Vangelo parla della persecuzione che avranno i Suoi discepoli come un fatto normale! (Matteo 5:11-12; cfr. Atti 14:22; 2 Timoteo 3:12).
…Siamo disposti a essere perseguitati per Gesù predicando con franchezza la verità? O nascondiamo la nostra fede? 
Quindi, Gesù elogia Giovanni davanti a certi Giudei dicendo di lui che era la lampada ardente e splendente.
È interessante che Gesù dice: “la lampada”! 
Questo indica una persona, o un fenomeno noto.
L’articolo “la” (ho) definisce il ruolo di Giovanni che è stato preparato per il ministero di testimoniare del Messia.
Alcuni pensano che ci sia un riferimento al Salmo 132:17 dove è scritto: “Qua farò crescere la potenza di Davide e vi terrò accesa una lampada per il mio unto”.
Unto è in riferimento al Messia.
La lampada “ardente” (kaiomenos-presente passivo participio) e “splendente” (phainōn-presente attivo participio) secondo alcuni studiosi può suggerire che la luce di Giovanni, la sua testimonianza, era derivata da una fonte superiore, fuori di se stesso, cioè da Dio (ardente è un passivo divino), ma può evidenziare anche che Giovanni è stato consumato dal suo fervore per Dio come dimostrerebbe il verbo “era” in riferimento alla sua morte, o alla sua carcerazione.
La lampada si esaurisce, il suo potere illuminante è temporaneo, e sensibilmente consumato.
Giovanni si è consumato per Dio!
Comunque sia una lampada era alimentata da qualcosa di diverso da essa stessa, deve essere accesa, e il suo stoppino deve essere alimentato con olio.
Giovanni lo era da Dio, perché è stato preparato, chiamato e mandato da Dio, e il suo ministero era alimentato dallo Spirito di Dio. 
Cosa indica ardente? 
“Ardente” (kaiomenos-presente passivo participio) è dato alle fiamme, accendere un fuoco...  Giovanni era infuocato per Dio!
La stessa parola la troviamo in Matteo 5:15 quando Gesù dice che non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente (cfr. Luca 12:35;24:32; Giovanni 15:6; Ebrei 12 :18).
È interessante che in Luca 24:32, i due discepoli di Emmaus quando erano a cena con Gesù, senza averlo riconosciuto in un primo momento, dopo che i loro occhi furono aperti e lo riconobbero dissero: “Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli parlava per la via e ci spiegava le Scritture?” 
Ardere ha un significato metaforico.
Ardente indica che:
A) Giovanni era pieno di uno spirito di fervente pietà, cioè devozione. 
Giovanni era pieno di Spirito Santo fin dal grembo della madre (Luca 1:15). 
Chi è pieno di Spirito Santo si vede dal frutto com’è scritto in Galati 5:16-22 e in Giovanni si vedeva il frutto!
Giovanni era coerente con la verità che predicava e la sua funzione profetica (Matteo 11:7-11; Marco 1:4-6; Giovanni 5:35)! 
Giovanni Battista era devoto al Signore (Giovanni 3:29-30) e lo era dentro di lui e questo si manifestava fuori di lui, lo era per grazia di Dio, lo era perché lo Spirito Santo era presente in lui!
Jonathan Edwards scriveva a riguardo: “La vera grazia non è mai fredda, pigra e fiacca; piuttosto, è una realtà potente caratterizzata da una straordinaria energia. Ciò che rende tale la grazia è che essa viene da Dio! La grazia salvifica, infatti, è un principio divino, una partecipazione alla natura divina, una comunicazione della vita divina, della vita del Salvatore risorto che agisce nei cuori dei santi con la potenza di una vita indissolubile! Coloro che possiedono la grazia autentica, vivono, ma non in virtù della vita che possiedono in loro stessi, bensì perché Cristo vive in loro. Il suo Spirito Santo diviene nei credenti un principio vitale, una fonte di vita divina...La pietà genuina non è astratta e limitata all’ambito della conoscenza speculativa. Non consiste nemmeno in una moralità manifestata, né in una religiosità esteriore. La vera pietà risiede nel cuore! È lì che si radica e che arde! Tutti i frutti della grazia sono caratterizzati da questo ardore: la fede e il ravvedimento sono ferventi, le consolazioni e le gioie sono molto intense e perfino l’umiltà, la mansuetudine e la sottomissione bruciano di passione”.
Ardente indica che:
B) Giovanni era zelante nel servizio. 
Lo zelo di Giovanni era per la gloria di Dio e per la salvezza dei peccatori! 
Giovanni era infiammato da un amore profondo per Dio e gli uomini.
Chi è una lampada ardente, l’ardore santo del suo cuore non rimarrà nascosto dentro di lui, ma si manifesterà esteriormente portando benedizioni ad altri. 
Lo zelo che arde nel cuore, causato dalla presenza dello Spirito Santo e dell’amore per Dio e per gli uomini, si vede nel servizio cristiano. 
Il fervore presente nel discepolo di Gesù, come lo è stato nell’araldo Giovanni si riconosce dalla serietà e dalla potenza con cui predica la Parola, o testimonia di Gesù Cristo dichiarando con franchezza ai peccatori la loro povertà morale e spirituale, esortandoli a fuggire il giudizio di Dio, a motivo dei loro peccati e invitando con passione a ravvedersi e a credere. 
Lo stesso zelo si ha e si vede anche per la chiesa, il cristiano zelante è interessato all’edificazione di tutti i credenti.
Giovanni Battista era zelante, ardeva come il fuoco, era appassionato per Dio!!! Così lo saranno coloro dove è presente lo Spirito Santo.
La passione, lo zelo è un movimento impetuoso dell’anima, l’anima esplode di sentimenti di amore verso Dio e la sua Parola, l’anima diventa esplosiva e potente come un vulcano in attività difficile da fermare!!
Essere zelanti(zelos) significa essere entusiasti per il Signore. 
Zelante significa desiderare Gesù Cristo sopra ogni cosa, significa che sarà la nostra vita, il nostro diletto, perciò lo serviremo con piacere, significa essere consacrati!
Salmo 73:25 dice: ”Chi ho in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te”.
Nel Salmo 63:8 è scritto: “ L’anima mia si lega a te per seguirti”. 
Lo zelo per il Signore Gesù Cristo ci renderà riconoscibili come suoi discepoli.
Parlando dello zelo che il popolo di Israele doveva avere per Yahvé un certo Michel dice: “Questo zelo per Yahvè è un compito per Israele e da esso è riconoscibile la sua speciale chiamata”.
Tutti i cristiani sono chiamati a essere zelanti per il Signore, questo li renderà riconoscibili come parte del popolo del popolo di Dio.
Noi cristiani siamo chiamati a essere zelanti!
In Romani 12:11 è scritto: “ Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore “.
 “Zelo” e “non siate pigri” esprimono l’urgenza, che il credente dovrebbe avere per il Signore. 
L’urgenza di vedere il nome di Dio glorificato, le anime salvate e la chiesa crescere qualitativamente! 
Ora quando una cosa è urgente richiede un’azione immediata, viene fatta al più presto, non si perde tempo, perché per noi quella cosa è importante! 
Se Dio per noi è importante, lo serviremo premurosamente!
“Zelo” (spoudē) ha il senso di laboriosi, diligenti, attivi, affrettarsi. (Romani 12:8; 2 Corinzi 7:11-12; 8:7,16; 2 Pietro 1:5; Giuda 3; Luca 1:39). 
Indica non essere negligenti, indica impegno fatto con zelo, o entusiasmo, o con serietà. 
Denota la serietà morale con la quale si dovrebbe dare se stesso riguardo la chiamata del Signore, quindi essere devoti, consacrati. 
Non dobbiamo essere pigri (okneroi) nel servire il Signore!!
Nelle vite trasformate dal Signore non c’è spazio per la pigrizia! 
Il cristianesimo non promuove la pigrizia, anzi la condanna! 
Il Signore non vuole che stiamo con le mani in mano, ma che lo serviamo con zelo per il progresso del Suo regno! 
È vero che la salvezza appartiene al Signore (Giona 2:9; Apocalisse 7:10) ed è Lui che aggiunge le anime alla chiesa (Atti 2:47; 13:48), ma è anche vero che Dio ci comanda di andare per tutto il mondo e fare discepoli (Matteo 28:19-20; Marco 16:15), di predicare il Vangelo. 
Nel libro degli Atti, la chiesa cresceva perché i cristiani lavoravano per il Signore, certamente non erano pigri!    
“Siate ferventi nello Spirito dice Paolo”. 
Questa frase la troviamo solo un’altra volta nel Nuovo Testamento, in Atti 18:25 dove è scritto che Apollo era fervente di Spirito. 
“Ferventi” è zelo (zeō), indica bollire come l’acqua, o ardere come il fuoco. Essere zelanti indica essere ripieni di ardore intenso, o bollire per il Signore, indica essere entusiasti per il Signore come dicevo prima!
Oggi, come nel passato c’è molta gente che ha molto più entusiasmo di certi cristiani: il tifoso di calcio per la squadra del cuore, il membro di un partito politico, o per il lavoro, o per un personaggio dello spettacolo.
Essere zelanti implica amore intenso, totale e assoluto, e un’ardente gelosia per Dio (Giovanni 2:17; Salmo 69:9).
“Siate ferventi nello Spirito”.
 Gli studiosi sono divisi riguardo l’interpretazione di spirito: si riferisce allo Spirito Santo o allo spirito dell’uomo? 
Infatti “spirito” (pneuma) può designare sia lo Spirito Santo (Romani 8:10; 8:16; 8:26-27; 1 Corinzi 2:4; 2:10-14; Efesini 5:18 ;ecc.) e sia lo spirito umano (cfr. Romani 1:9 ; 1 Corinzi 2:11; 5:4; 7:34; 2 Corinzi 7:1; Efesini 4:23; 1 Tessalonicesi 5:23). 
Comunque sia lo Spirito Santo ha acceso in noi questa fiamma e la mantiene accesa e noi dovremmo cercare di tenere sempre accesa questa fiamma, di non spegnerla. 
Paolo in questo passo ci sta dicendo: “Mantenete viva la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso in voi”.  
Questo è quello che dobbiamo preoccuparci di fare, di cui siamo responsabili! 
Pertanto possiamo affermare che il vero entusiasmo deriva sia dalla pienezza dello Spirito Santo e sia dalla nostra responsabilità!
Giovanni era anche la:
II LAMPADA SPLENDENTE
Giovanni Battista non è stato solo una lampada ardente, ma anche splendente.
Se una lampada arde, è accesa, nello stesso tempo splende, illumina. 
Se non stiamo splendendo, vuol dire che non stiamo ardendo per il Signore!!!
Giovanni Battista alla domanda di alcuni dei sacerdoti e leviti, se fosse Elia, o il profeta, aveva risposto di no, lui è stato mandato da Dio per rendere testimonianza, illuminare il Messia, Gesù e la Sua venuta (Giovanni 1:19-27). 
Giovanni splendeva con la predicazione di Gesù Cristo, predicava Gesù Cristo, predicava il giudizio di Dio, il ravvedimento con franchezza.
Giovanni fu animato da un santo zelo nell’opera del ministero e venne con lo spirito e la potenza di Elia (Luca 1:17) predicando con franchezza la Parola di Dio. 
A proposito sempre Jonathan Edwards scrisse: “Come Elia fu zelante nel denunciare la corruzione, l’apostasia e l’idolatria d’Israele, così Giovanni testimoniò contro la malvagità dei suoi contemporanei. Come Elia non smascherò solo i peccati della gente comune, ma anche quelli dei grandi e dei potenti come Acab, Acazia e Izebel con tutti i loro falsi profeti, allo stesso modo possiamo vedere con quale franchezza Giovanni riprese ogni categoria di persone: non solo i pubblicani e i soldati, ma anche i farisei e i sadducei chiamandoli senza mezzi termini “razza di vipere” e denunciò l’empietà di Erode rimproverandogli la sua concupiscenza più cara, senza temere che l’empio sovrano potesse perseguitarlo fino alla morte! Come Elia avvertì solennemente Israele sugli imminenti giudizi che l’avrebbero colpito, denunciando la terribile ira di Dio contro Acab, Izebel, Acazia, i profeti di Baal e il popolo in generale, così Giovanni il battista esortò potentemente il popolo a fuggire dall’ira futura: «Ormai la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero dunque che non fa buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco» e dicendo che colui che veniva dopo di lui avrebbe avuto “in mano il suo ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio” e avrebbe bruciato “la pula con fuoco inestinguibile” (Luca 3:9, 17)”.
Come credenti dovremmo distinguerci come  quelli che hanno zelo per la predicazione della Parola di Dio.
Tutti i credenti sono chiamati a splendere in questo mondo di tenebre di Satana (Giovanni 12:31; 16:11; Atti 26:18;Colossesi 1:13)
Noi, discepoli di Gesù, siamo la luce del mondo e come una città sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per coprirla, ma si mette in alto per illuminare.
Così noi discepoli di Gesù siamo chiamati a risplendere (Matteo 5:14-16); siamo chiamati a risplendere come astri nel mondo tenendo alta la parola di vita (Filippesi 2:15-16).
Abbiamo sia il privilegio e il comando di essere portatori della luce nel nostro angolo di mondo dove viviamo. 
Dall’analogia con la luce noi possiamo imparare alcuni principi.
In primo luogo:
A) La luce è chiara e illumina, pertanto la nostra predicazione deve essere chiara. 
La gente deve capire bene di cosa stiamo parlando!
Se andiamo a vedere la predicazione del Battista, non ci sono ombre, né diplomazia, né ambiguità, era franco, semplice e diretto (Matteo 3:7-8).
Sapete qual è la cosa sorprendente?
Dio ha benedetto il suo ministero! 
Non dobbiamo avere paura delle reazioni di chi ci ascolta se diciamo cose forti per la società di oggi come Gesù è l’unica via di salvezza, il peccato, il ravvedimento, l’inferno.
Dio ci benedice quando diciamo la verità così com’è!     
Giovanni Battista non predicava argomenti che agli altri piaceva sentirsi dire, o per soddisfare le loro richieste e desideri, ma predicava secondo i loro bisogni spirituali secondo la verità di Dio.     
Un paziente non va dal dottore per dirgli la diagnosi e la terapia per la sua malattia, è il dottore che fa la diagnosi e la terapia.
Come il dottore cerca di dare la cura giusta al paziente così dovremmo fare noi con la predicazione, predicare quello che è giusto.
Giovanni Battista predicava la malattia, le conseguenze della malattia e la medicina per la guarigione della malattia e l’ha fatto senza mezzi termini, ma con chiarezza, senza ombre, diplomazia e parole complicate.     
Se vuoi che la tua predicazione, o testimonianza sia potente… sii chiaro, cioè franco, semplice e diretto sulla base della Parola di Dio e coerentemente alla Parola di Dio.
In secondo luogo:
B) La luce illumina, splende, pertanto la nostra predicazione deve illuminare.
La stessa parola la troviamo in 2 Pietro 1:19 quando l’apostolo dice per incoraggiare i credenti della verità riguardo a Gesù, che c’è la parola profetica che splende in luogo oscuro.
Il ministero del Battista era di illuminare in un mondo oscuro.
Giovanni denunciava i peccati, predicava il ravvedimento, il giudizio e Cristo.
La nostra predicazione, o la nostra comunicazione deve essere Cristocentrica e deve mirare al cambiamento della persona, o alla crescita spirituale di altri cristiani, perciò non dovremmo avere paura di parlare dei peccati e di richiamare le coscienze al cambiamento e a essere sottomessi a Cristo considerando il giudizio di Dio!
Nel Salmo 119:105 leggiamo: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”.
Proverbi 6:23 dice che il precetto è come una lampada, l’insegnamento una luce.
La Parola di Dio deve guidare ogni passo dei credenti.
Con la luce non inciampiamo, non andiamo al precipizio, e nemmeno vaghiamo qua e là, la luce ci fa vedere il percorso da seguire in mezzo alla notte, è la nostra guida.
La luce ci permette di orientarci, grazie alla luce sappiamo, dove stiamo andando, invece chi cammina nelle tenebre non sa dove va (Giovanni 12:35) e pertanto è in continuo pericolo di inciampare e di cadere, quindi farsi male. 
La luce ci permette anche di vedere ciò che stiamo facendo; infatti, abbiamo bisogno di luce per riuscire a compiere i nostri lavori quotidiani, i nostri doveri,o fare altre cose. 
La Parola di Dio deve illuminare il percorso della vita che il credente stesso deve seguire riguardo la dottrina, le scelte, il comportamento, ecc., ma anche la predicazione.
Noi cristiani siamo una luce per questo mondo, dobbiamo illuminare questo mondo con la verità della Parola di Dio!
È stata la luce del ministero di Giovanni che ha rivelato la via della salvezza attraverso il Messia. 
Abbiamo il compito di istruire e guidare le persone affinché conoscano Dio e Gesù Cristo, perché questa è la vita eterna (Giovanni 17:3).
Noi dobbiamo risplendere su quelli che sono nelle tenebre e in ombra di morte (Luca 1:79).
Dovremmo predicare, o testimoniare secondo verità (Efesini 5:8-13).
La luce nella Bibbia è anche simbolo di verità contrapposta alla menzogna.          Dobbiamo attenerci alla Bibbia senza falsificare la nostra predicazione cercando l’approvazione delle persone (Galati 1:10), predicando un messaggio che la gente gradisce, perché se la cercassimo, predicheremmo quello che le persone vogliono sentirsi dire e quindi non predicheremo secondo la verità della Parola di Dio.
Giovanni Battista non l’ha fatto! Ha predicato con franchezza il messaggio di Dio così come Dio voleva!
I desideri della carne, cioè della natura umana peccaminosa sono contrari a quelli di Dio, non si possono conciliare (Romani 8:5-8), pertanto è inutile  modificare, alterare il messaggio del Vangelo per adattarlo al mondo!   
La sapienza di Dio è diversa dalla sapienza di questo mondo! Non si possono conciliare! (1 Corinzi 1:20-25; 3:18-19). 
Se cerchiamo di conciliarli vorrà dire che abbiamo alterato il messaggio del Vangelo!
Quindi siamo chiamati a predicare rettamente la parola della verità! (2 Timoteo 2:15).
In terzo luogo:
C) La luce ristora. 
L’oscurità è tetra, mentre la luce è piacevole. 
Pensiamo, ad esempio quando siamo riscaldati, illuminati e confortati dai raggi del sole, è davvero piacevole.
Noi siamo chiamati a portare questo conforto, per ravvivare le anime, per condurre gli uomini al Dio di ogni consolazione che è la sorgente della felicità. Come discepoli di Gesù Cristo, siamo chiamati con la Parola di Dio e l’aiuto dello Spirito Santo a fasciare i cuori spezzati, a proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, ad aprire le prigioni di coloro che sono ancora legati e confortare gli afflitti (Isaia 61:1-2).
Siamo chiamati ad aiutare con la parola chi è stanco (Isaia 50:4), a portare gioia a tutti (2 Corinzi 1:24).
Attenzione perciò a non essere velenosi, acidi, offensivi quando parliamo con la gente.
CONCLUSIONE
La domanda è: come possiamo essere una lampada ardente e splendente? 
A) Dobbiamo essere veri cristiani.
Se non c’è l’accensione della lampada da parte di Dio e la presenza dello Spirito Santo in noi come lo è stato il Battista, non possiamo ardere e illuminare come una lampada.
Sei un vero cristiano? C’è il fuoco dello Spirito Santo in te? Allora arderai e splenderai in questo mondo di tenebre!
B) Dobbiamo ricercare la comunione con Dio.
Senza comunione con Dio non possiamo ardere e splendere.
La comunione con Dio è curare il rapporto con Lui leggendo la Bibbia, meditandola e studiandola, avere uno stile di vita in preghiera e frequentare la chiesa attivamente.
In questo modo Gesù Cristo che è la Luce (Giovanni 8:12) a cui siamo uniti s’irradierà attraverso di noi e splenderemo.
Questo ci porta al terzo punto e cioè:
C) Dobbiamo riconoscere la nostra impotenza.
Noi non possiamo ardere e ed essere splendenti con le nostre forze: noi dipendiamo da Gesù Cristo per la Sua grazia!
Noi non siamo che niente, Paolo scriveva: “Ma per grazia di Dio io sono quello che sono” questo lo leggiamo in 1 Corinzi 15:10.
E in 2 Corinzi 3:5 leggiamo: “ Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio”. (cfr. Efesini 3:7-8).
Dobbiamo quindi sentirci impotenti, ma potenti in Cristo perché se non lo facciamo non onoriamo Dio,e come se dicessimo che Dio non sia in grado di darci la potenza necessaria per servirlo.
Possiamo fare questa preghiera:
Signore risvegliami
Signore riempimi del tuo Spirito 
affinché io possa ardere e splendere
in questo mondo di tenebre 
Signore togli da me qualsiasi cosa 
che impedisca che io arda di amore 
per Te e per il mio prossimo.
Signore dammi di ardere affinché 
possa risplendere in questa società
tenebrosa.

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