Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

L'adorazione a Dio


Salmo 34:1-3: L'adorazione a Dio.
D. Martyn Lloyd-Jones: “Il punto più alto di tutto il culto e della preghiera è l’adorazione, la lode e il ringraziamento”. In questo salmo vediamo un atteggiamento di gratitudine di un servo verso il Signore. Oltre un secolo fa alla Northwestern University, che si trova sul lago Michigan vicino a Chicago, avevano dei volontari di salvataggio tra i suoi studenti. Uno di questi equipaggi è diventato famoso per il salvataggio di alcuni naufraghi, infatti, l’8 Settembre del 1860, poco lontano dalla riva del lago Michigan e vicino al campus del college, un piroscafo Lady Elgin affollato di passeggeri, è affondato. Subito si formarono delle squadre di soccorso, tra cui i volontari dell’università e si sono avviati verso il lago, dove c’era stata la tragedia. Tra gli studenti, c’era un certo Edward Spencer, un giovane che si stava preparando per il ministero. Il giovane Spencer non perse tempo appena vide una donna che si aggrappava ai resti della nave in acqua, si tolse la giacca e nuotò attraverso quelle onde pesanti, con successo salvò e tirò fuori verso la riva quella donna. In quel giorno il giovane Spencer salvò diciassette vite sfidando le onde minacciose, ma alla fine crollò per la stanchezza. Spencer non si riprese mai completamente dal quel giorno, la sua salute ne risentì. Molti anni più tardi R.A. Torrey, pastore della Chiesa di Moody Memorial Chicago, raccontò questo episodio in una riunione a Los Angeles, quando un uomo in mezzo al pubblico gridò che Edward Spencer era presente! Torrey invitò Spencer sulla piattaforma. Un vecchio con i capelli bianchi, ha lentamente scalato i gradini del pulpito accolto da un applauso.  Torrey gli chiese se ricordava qualcosa di particolare; Spencer rispose: ”Solo questo, signore, delle diciassette persone che ho salvato, non uno di loro mi ha ringraziato”.
Davide ci insegna a essere grati al Signore , infatti in questo salmo vediamo la gratitudine di Davide perché il Signore lo ha liberato da una situazione disperata, in risposta alla sua preghiera.
 Il contesto si riferisce al fatto che il re Saul per gelosia ha tentato di uccidere Davide perché era un guerriero stimato e famoso, non solo in Israele, ma anche tra i Filistei; Davide aveva ucciso il gigante Golia con una pietra e poi gli tagliò la testa, diventò un soldato esperto, un eroe per Israele tanto che cantavano di lui: “Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila” (1 Samuele 18:7; 21:11). In questo salmo Davide si riferisce alla liberazione e protezione di Davide da parte di Dio, quando fugge nel paese nemico dei filistei, qui si finse pazzo davanti al re Achis della dinastia di Abimelec(designazione dinastica come Faraone in Egitto o i Cesari a Roma), ma poi i filistei lo lasciano andare via, questa storia è raccontata in 1 Samuele 21:10-15. 
Una volta sano e salvo di nuovo in Israele Davide compone con la sua arpa questo salmo. In questo salmo vediamo che Davide ha sperimentato la liberazione di Dio, ne è riconoscente, da questa lezione che imparato poi invita e insegna loro a camminare con Dio perché Dio si prende cura e libera gli appartiene. 
Il tema principale di questo salmo perciò è: i credenti dovrebbero lodare Dio per la sua potente liberazione, riconoscendo che Egli salva il Suo popolo dalle loro afflizioni. Lo scopo della nostra esistenza sulla terra ed anche quello che faremo in cielo: è adorare il Signore! Tutti i credenti sono invitati a magnificare adorare Dio! I credenti dovrebbero lodare Dio per la sua potenza attiva in favore del suo popolo, riconoscendo che egli salva il suo popolo dalle loro paure e dalle loro angustie.

Nei versetti vv.1-3 Davide adora Dio.
I L’ADORAZIONE È CONTINUA. (v.1)
Il salmista dice benedirò in ogni tempo e la sua lode sarà sempre nella mia bocca.
A) Benedirò il Signore in ogni tempo.
“Benedire” (bā∙rǎḵ ) viene da una parola "berek" che significa ginocchio, quindi inginocchiarsi davanti a Dio (Salmi 95:6; 2 Cronache 6:13). Benedire Dio significa riconoscere la sua posizione di autorità e la sua richiesta a esaltarlo con solennità dovuta, quindi indica rispetto. Benedire Dio sono parole di eccellenza per la grandezza di Dio che interviene nella vita del suo popolo con atti concreti della sua potenza mediante la quale sostiene, salva e aiuta, perciò benedire implica anche gratitudine. 
Non ha caso viene sottolineato in questo salmo il nome Yahweh, tradotto con Signore, infatti, risuona 16 volte. 
Il nome "Yahweh" è il nome per come si è presentato a Mosè, quando Dio decise di salvare il suo popolo dalla schiavitù in Egitto (Esodo 3).

Questo nome:
(1) Sottolinea l’esistenza e l’ immutabilità di Dio.
Come sostenuto dall'etimologia (hayah- essere) e dall'uso di "Signore" di Esodo 3:14 in Giovanni 8:58 dove si afferma l’assoluta esistenza eterna.

(2) Sottolinea  la presenza di Dio in mezzo al suo popolo (Esodo 3:12).
Signore indica che Dio entra nella scena del suo popolo per aiutarlo.

(3) Sottolinea la potenza di Dio che opera a favore del suo popolo e mantiene il patto con loro come illustrato e confermato dalla sua opera di liberazione dall'Egitto (Esodo 6:6).
Quindi la Sua fedeltà, Dio è fedele al patto fatto con Abramo e quindi poi con il popolo di Israele. Dio è fedele alla parola data! Dunque si benedice Dio come segno di riconoscenza per un beneficio ricevuto. 
La benedizione a Dio è un ringraziamento celebrativo per un beneficio ricevuto (Genesi 14:20; 24:27; 1 Samuele 25:32; 2 Samuele 18:2; 1 Re 1:48; 5:7; 10:9; Salmi 16:7; 31:22; 68:36). È un grido gioioso di ringraziamento e di ammirazione. 
Esodo 18:8-11: "Allora Mosè raccontò a suo suocero tutto quello che il SIGNORE aveva fatto al faraone e agli Egiziani per amore d'Israele, tutte le sofferenze patite durante il viaggio e come il SIGNORE li aveva liberati. Ietro si rallegrò di tutto il bene che il SIGNORE aveva fatto a Israele, liberandolo dalla mano degli Egiziani. Ietro disse: 'Benedetto sia il SIGNORE, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone; egli ha liberato il popolo dal giogo degli Egiziani!  Ora riconosco che il SIGNORE è più grande di tutti gli dèi; tale si è mostrato quando gli Egiziani hanno agito orgogliosamente contro Israele'". 
Nel nostro salmo si benedice Dio contesto perché ha risposto positivamente alla preghiera (Salmi 28:6; 66:8,20). Ma dice “in ogni tempo” e questo indica non importa quello che succede o succederà, io benedico e benedirò sempre il Signore!

B) La sua lode sarà sempre nella mia bocca.
“Lode” (tehillāh) significa “un canto di lode”, parlare positivamente di un altro per la sua eccellenza. Questa parola viene da un verbo (halal) che troviamo al v.2 tradotto con glorificherò che indica l'apprezzamento per le azioni o il carattere di vera e propria grandezza del suo oggetto. 
La sua lode indica che Dio merita un elogio e i suoi atti specifici suscitano venerazione umana come vediamo per esempio in: Esodo 15:11: "Chi è pari a te fra gli dèi, o SIGNORE? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo anche a chi ti loda, operatore di prodigi?".  
Dio vuole essere lodato solo lui. Isaia 42:8: " Io sono il SIGNORE; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro, né la lode che mi spetta agli idoli".
Dio è il Signore (Yahweh) ha una personalità specifica, unica, distinta Lui è l’unico Creatore, l’unico che da la vita alle creature (Isaia 42:5), l’unico Salvatore (Isaia 42:6-7), perciò la sua natura  non può essere condivisa con altri e così nemmeno la lode che gli spetta può condividerla con gli idoli. L’adorazione va fatta solo a Colui che lo merita! Solo Dio ne è degno! 
In nessun altra presenza e davanti a nessun altro essere possiamo inginocchiarci in riverente timore, stupore e desiderio se non solo nel Signore, il Creatore del cielo e della terra, l’autore della nostra salvezza nel nome di Gesù Cristo! Perciò l’adorazione deve essere centrata su Dio e deve essere continua! 
Per uno che è stato salvato da Dio come vediamo nel v. 4, la lode al Signore diventa un’azione determinante nella propria vita, farà parte dello stile di vita del credente.
 L’adorazione fa parte del tuo stile di vita? Dio desidera che tu lo ami e lo adori! La vera adorazione a Dio deve essere uno stile  di vita o stato della mente e coerente dentro ognuno di noi!

II L’ADORAZIONE È CONTAGIOSA. (v.2)
A) Mi glorierò nel Signore.
La parola “alleluia” (Salmi 105:45; 146:1) deriva da questa parola “glorierò”.
 “Glorierò” (hā∙lǎl) è esaltare, vantare, innalzare la grandezza e l'eccellenza di una persona, un oggetto in quanto è degno di lode (2 Samuele 22:4; 1 Cronache 16:25; Salmi 18:4; 48:2; 78:63; 96:4; 113:3; 145:3; Proverbi 12:8; Ezechiele 26:17). 
Vantarsi, innalzarsi è una caratteristica spiacevole se è centrata su se stessi, o sugli uomini, o sugli ideali, ma qui è nel Signore, il centro della sua vita e delle sue benedizioni! 
Anche Paolo dice nel Nuovo Testamento di gloriarsi, ma lo dice sempre in Dio, o in Gesù (Romani 5:1-2,11; 2 Corinzi 10:17; Filippesi 3:3). 
1 Corinzi 1:26-31: "Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, ossia giustizia, santificazione e redenzione;  affinché com'è scritto:'Chi si vanta, si vanti nel Signore'". 
Dio è il più attraente di tutti gli esseri viventi perciò dovremmo trovare un ineffabile piacere di vantarci in Lui e quindi di adorarlo! Hai questo piacere nell’adorarlo?

B) Gli umili l’udranno e si rallegreranno.
Il ringraziamento della persona salvata, il vanto nel Signore diventa nello stesso tempo una testimonianza e un messaggio per gli umili (ā∙nāw).

Umili:
(1)Potrebbe indica uno stato fisico: essere oppressi o afflitti.
Il significato primario è quello di "forzare o "per cercare di forzare la sottomissione," e "punire o di infliggere dolore al momento," "per ritrovarsi in uno striminzito umile posizione." È usato di quello che si fa ai suoi nemici. Esso descrive il disagio che Sara ha inflitto ad Agar, (Genesi 16:6), o ciò che l'empio fa contro gli indifesi (Esodo 22:22); ciò che l'Egitto ha fatto a Israele (Esodo 1:11-12).

Umili:
(2)Potrebbe indicare uno stato d’animo.
Umile è usato anche per indicare mancanza di orgoglio (Numeri 12:3; Proverbi 16:19). 
Gli umili confidano in Dio (Isaia 66:1-2, umili `aniy)

Umili:
o Potrebbe indicare uno stato sociale.
La parola è usata anche per persone che sono povere, bassa posizione sociale che sono afflitte, oppresse (Giobbe 24:4; Salmi 10:12,17; 22:26). In questo contesto si riferisce ad uno stato di oppressione,persecuzione v.6. Perciò gli umili sono anche i deboli, vulnerabili, impotenti, oppressi, perseguitati dalle macchinazioni degli altri membri della società che non sentono alcun obbligo verso la categoria più debole, ma piuttosto usano la loro debolezza per il proprio vantaggio ( Salmi 9:12,18; 10:12; Salmi 22:26). I poveri venivano oppressi dai ricchi (Amos 2:7; Giacomo 5:1-6). 
Ora il povero grida al Signore per essere aiutato (Salmi 9:12; 37:9-11; 69:32-33). L’esperienza salvifica del salmista con la sua adorazione per questa salvezza diventa una speranza, un incoraggiamento per i più miseri, anche per loro c’è speranza. Ma lo scopo dell’adorazione non è quello di rendere il popolo di Dio a stare bene, e nemmeno per apparire religiosi, per essere annoverati tra quelli che vanno in chiesa, che sono sensibili alla religione, ma perché crediamo veramente in quello che è Dio! Perché riconosciamo insieme la grandezza del nostro Dio! 
(Salmi 30:1; 69:30; 99:5,9; 107:32; 145:1).

III L’ADORAZIONE È COLLETTIVA. v.3
A) Celebrate con me.
“Celebrate” (gā∙ḏǎl) è fare grande. La parola enfatizza l'importanza, lo spessore e il significato di qualche cosa o qualcuno. Si usa per attribuire l'importanza teologica nei vari modi a cose di grande significato: come i grandi atti di liberazione di Dio, le Sue grandi e terrificanti cose (Deuteronomio 10:21; Salmi 71:19; 106:21); i suoi grandi atti in natura ed in generale, questo è riconosciuto (Giobbe 5:9; 9:10; 37:5). Si usa per descrivere la forza e la grandezza del braccio di Dio che portò Israele fuori dall'Egitto (Esodo 15:16). Così anche la presenza di Dio e carattere nel potere, consiglio, compassione, e la misericordia sono descritti come grandi (Salmi 145:8; Isaia 54:7; Geremia 32:19; Naum 1:3). Ma se Dio è grande che bisogno c’è di farlo grande? Dio non ha bisogno di noi, del nostro aiuto per diventarlo!

Ma “fare grande” indica tre aspetti:
(1) Primo: è un’espressione della nostra coscienza, un riconoscimento personale della maestà e della gloria divina.

(2) Secondo: fare grande significa riconoscerlo e dichiarare pubblicamente la sua grandezza.

(3) Terzo: fare grande è l’invito per gli altri a riconoscere ed acclamare la grandezza di Dio.
Quando noi singolarmente celebriamo Dio, questa sarà una grande testimonianza per i non credenti. “Fare grande” Dio è una testimonianza che Dio è vivente, personale, presente! Perciò questo non lo possono fare solo alcuni nella chiesa: il pastore o gli anziani, ma tutti coloro che hanno sperimentato e sono consapevoli della grandezza di Dio! 
A.W.Tozer: "Non posso parlare per voi, ma io voglio essere fra quelli che adorano. Non voglio essere solo parte di qualche grande macchina ecclesiastica dove il pastore gira la leva e la macchina corre. Voi lo sapete, il pastore ama tutti e tutti lo amano. Lui deve farlo. Lui è pagato per farlo. Vorrei che tutti potessimo ritornare di nuovo all’adorazione. Allora quando le persone verranno in chiesa, avvertiranno istantaneamente che sono giunti in mezzo ad un popolo santo, al popolo di Dio. Potranno così testimoniare che: ‘veramente Dio è in questo luogo'".
Perciò l’adorazione non modifica la natura divina, non aggiungerebbe nulla alla grandezza di Dio, ma crea la consapevolezza della grandezza negli altri! Se hai sperimentato la grandezza di Dio nella tua vita e attorno a te, allora devi adorare Dio! Non puoi rimanere in silenzio nel culto! Si, ci possono essere momenti di stanchezza, puoi essere timido, ma questo non ti giustifica al silenzio! Se Dio ha operato ed opera nella tua vita, ti verrà spontaneo adorarlo! Se sei nato di nuovo lo adorerai! Uno dei segni della nuova nascita e dell’opera dello Spirito Santo in noi è l’adorazione! Senza lo Spirito Santo non saremmo in grado di adorare Dio in modo che Lui gradisce! (Filippesi 3:3).

Inoltre dice:
(2) Esaltiamo il suo nome tutti insieme.
“Esaltiamo” (reēm -coortativo) esprime una forte intenzione e significa elevare il suo nome. Noi vediamo che diverse volte questa esaltazione di Dio è dovuta al fatto che Dio interviene in favore del credente come per esempio leggiamo in Salmi 30:1: "Io ti esalto, o SIGNORE, perché m'hai portato in alto e non hai permesso che i miei nemici si rallegrassero di me". 
Oppure per il semplice fatto di ciò che Dio è, come leggiamo in Salmi 99:5,9: "Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e prostratevi davanti allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo. Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e adorate sul suo monte santo, perché il SIGNORE, il nostro Dio, è santo". (Esodo 15:2; Isaia 25:1; Salmi 107:32; 118:28; 145:1). Davide ha la gioia di lodare Dio insieme ad altri! La lode per Dio non la vuole tenere per se stesso. 
Qualcuno ha detto della lode comunitaria: “La lode che solleva la propria voce in solitudine è bella, ma è ancora più bella, quando sente la lode dei propri simili in comunione. Le lodi di Dio sono il miglior suono dei concerti”. 
Davide invita noi ad adorare il Signore non in modo blando, sterile,formale, ma piuttosto con consapevolezza e personalmente, oltre che pubblicamente. È un invito al culto continuo che solleva il cuore di ognuno, trascinandoli nell’adorazione robusta nel deliziare il nome del Dio vivente e vero.
CONCLUSIONE.
Tozer: “Una delle più grandi tragedie che è presente anche nella più illuminata di tutte le epoche, è il fatto che milioni di uomini e di donne non riescono a scoprire la ragione perché sono nati.” Noi siamo nati per amare ed adorare Dio! Tu sei nato per adorare Dio! Tu sei rinato per adorare Dio! La chiesa esiste per adorare Dio. Molte generazioni fa esisteva un certo fratello Lorenzo. Venne il momento che stava per morire e quindi si trovava sul suo letto di morte, anche se aveva perso le sue forze fisiche, testimoniò a quanti erano riuniti attorno a lui dicendo: 'Io non sto morendo, sto soltanto facendo ciò che ho fatto negli ultimi quarant’anni e ciò che mi aspetto di fare per tutta l’eternità!' 'Di che si tratta?' gli fu chiesto. Rapidamente rispose:'Sto adorando il Dio che amo!'" Adorare Dio questa era la cosa primaria del fratello Lorenzo! 
Oggi, anche se il suo corpo è seppellito da qualche parte, la sua anima sta adorando Dio con tutti i santi attorno al trono di Dio! Che cosa è per te primario in questa vita? I soldi?Il sesso? Il successo?La vita? Il lavoro? La famiglia? O adorare il Signore? 
Isac Watts in un dei suoi inni di adorazione:
“Benedici, o anima mia, l’Iddio vivente,
Dirigi a casa i tuoi pensieri raminghi,
Che tutte le mie forze si uniscano
Nell’opera e adorazione così divina.
Benedici, o anima mia, l’Iddio di grazia,
I suoi favori meritano le lodi più alte.
Perché dovrebbero le meraviglie che ha compiuto
perdersi nel silenzio ed essere dimenticate?
Che il mondo intero confessi la sua potenza,
che il mondo intero adori la Sua grazia.
I gentili e i giudei si uniscano insieme
Nell’opera e adorazione così divina”.

2 Cronache 20:12: Dalla debolezza alla forza, come la preghiera di Giosafat può ispirarci

 2 Cronache 20:12: Dalla debolezza alla forza, come la preghiera di Giosafat può ispirarci “Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi si...

Post più popolari dell'ultima settimana