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Il servo di Dio: un uomo devoto


Giacomo 1:1 Il servo di Dio, un uomo devoto.
L’autore si presenta come Giacomo, nome diffusissimo ai quei tempi. Nel Nuovo Testamento vengono menzionati diversi Giacomo; Giacomo figlio di Zebedeo (Marco 1:19; Atti 1:13;12:2); Giacomo figlio di Alfeo (Marco 3:18; Atti 1:13); Giacomo il piccolo (Marco15:40); Giacomo padre di Giuda (Atti 1:13; Luca 6:16); Giacomo fratello di Gesù (Matteo 13:55; Marco 6:3; Atti 12:17; 15:13; 21:18; Galati 2:9,12; 1 Corinzi 15:7); Giacomo fratello di Giuda (Giuda 1). Gli studiosi dicono che nonostante la lettera sia scritta in un ottimo greco, l’autore è certamente un ebreo, perché fa spesso riferimento a personaggi dell’Antico Testamento come Abramo, Isacco; Rahab, Giobbe ed Elia; poi si riferisce alla legge (Giacomo 1:25 ; Giacomo 2:8-11 ; Giacomo 4:11-12 ); al Signore degli eserciti (Giacomo 5:4 ) espressione dell’Antico Testamento; Elia pregò con preghiera è un ebraismo (Giacomo 5:17 ); così le espressioni di lavarsi le mani e purificare i cuori (Giacomo 4:8 ) hanno uno sfondo dell’Antico Testamento.
Un’aspetto da sottolineare è che si presenta solo come Giacomo e questo fa pensare a una persona di rilievo nella chiesa, perché era comune il fatto che personaggi di rilievo venivano chiamati solo con il nome e questo bastava per distinguerlo, vediamo l’esempio di Simon Pietro, che viene chiamato Simone benché ci fosse un altro Simone (lo zelota) nella cerchia apostolica (Luca 24:34). Pertanto la sua personalità è nota e apprezzata nelle comunità perché non ha bisogno di un ulteriore presentazione. Inoltre il fatto che scriva con autorità è un’altra prova che è un personaggio di rilievo, quindi doveva essere una figura pastorale, tutto questo fa pensare che sia Giacomo il fratello del Signore. Giacomo non credeva all’inizio alla Messianicità di Gesù durante il Suo ministero (Marco 3:21 ;Giovanni 7:3-10 ), ma ne fu convinto alla Sua risurrezione (Atti 1:14; 1 Corinzi 15:7).
Giacomo, il Fratello del Signore divenne una colonna della chiesa di Gerusalemme insieme a Giovanni e Pietro e aveva voce in capitolo nelle scelte importanti, quindi era molto conosciuto (Galati 1:19; 2:9,12; Atti 12:17; 15:13-21; 21:18). Giacomo era un Giudeo cristiano di stretta osservanza, ma non un ritualista fanatico. Il Nuovo Testamento c’è lo mostra anche come un uomo disponibile e  pacificatore come notiamo nel caso del concilio di Gerusalemme, dove si discusse il problema delle prime conversioni al cristianesimo dei pagani (Atti 15:13-29; Galati 2:7-9). Ma perché Giacomo si è presentato come servo  e non come fratello del Signore Gesù? Perché non vuole mettere in evidenza la sua posizione umana dal punto di vista umano, ma quella spirituale ed ecclesiale, perciò lo fa in tutta umiltà, si mette allo stesso livello degli altri cristiani come rappresentante di un ruolo di governo della chiesa. 
Giacomo, dunque, si presenta come servo di Dio e di Gesù Cristo. Nel giudaismo era una stabile componente del discorso religioso, che un orante davanti a Dio parlasse di sé come servo. Anche Paolo apre alcune sue lettere come Romani 1:1 e Tito 1:1 come servo di Gesù Cristo e di Dio.

Cosa significa essere servo?
Significa:
I DEVOZIONE ASSOLUTA.
Indica:
A) Sottomissione e dipendenza.
Infatti sia la parola greca (doulos-schiavo) che quella corrispondente ebraica (Ebed) indicano qualcuno subordinato a un altro, una sottomissione e dipendenza totale assoluta,  senza limiti o condizioni come per gli schiavi.

(1) Nell’Antico Testamento.
Il ramo della parola (semantica) indica un rapporto di dipendenza o servitù , sia esso imposto o liberamente assunto, ma sempre comunque indica una limitazione e dipendenza stretta nel vero senso della parola. Per il giudaismo lo schiavo, non ebreo, era una persona di seconda categoria, infatti per i rabbini il termine schiavo indicava l’offesa più grave che si possa rivolgere a un uomo e la loro inferiorità risulta evidente, sempre secondo i rabbini, se si pensa che sono paragonati alle donne.

La parola era usata:
• Per indicare una sottomissione di natura giuridica sociale.
Come lo schiavo con il padrone per tutta la vita (Genesi 9:25; 39:17,19; 21:2; 44:10; Esodo 21:6) oppure a tempo determinato (Deuteronomio 15:12,18; Geremia 34:14). Lo schiavo era come una cosa che apparteneva a un padrone, infatti sono menzionati insieme al bestiame, oro, argento come proprietà di qualcuno (Genesi 12:16; 20:14; 24:35; 30:43; 32:6; 1 Samuele 8:16); un possesso come il denaro e poteva essere comprato (Esodo 21:2,21). Lo schiavo poteva affrancarsi dopo sette anni, ma poteva scegliere di rimanerlo per tutta la vita (Esodo 21:1-6), gli schiavi connazionali lo erano per debiti o povertà (Levitico 25:29 ; Neemia 5:5 ). 
Quindi fra gli ebrei c’erano due tipi di schiavi: lo schiavo giudeo che era a disposizione del padrone solo per il lavoro, mentre la sua persona era intoccabile (Esodo 21:2-11;Levitico 25:35-36; Deuteronomio 15:12-13); e lo schiavo cananeo non giudeo (Levitico 25:44-45) aveva un prezzo di circa 10 euro ed era considerato come un bene immobile; in linea con la mentalità orientale, lo schiavo era considerato meno di un cane, già di per sé disprezzato, era privo di qualsiasi diritto, in balia dell’arbitrio del padrone, senza possibilità di difendersi.

La parola era usata:
• Per indicare una sottomissione politica.
I re vassalli (2 Samuele 10:19), le nazioni tributarie che perdevano una guerra (2 Samuele 8:2,6 ,14; 1 Cronache 18:2,6 ,14), la sottomissione di un popolo verso l’altro (1 Samuele 4:9 ; 1 Samuele 17:9 ); come per Israele in Egitto (Genesi 15:13; Esodo 13:3,14; 14:5,12; 20:2; Levitico 26:45; Giudici 3:8,14 ;1 Samuele 2:27 ) o Israele con i Babilonesi (Geremia 25:11; Geremia 27:6-14), il popolo verso il monarca (1 Samuele 8:11-18 ; 2 Samuele 9:9-11).

• Per indicare il rapporto con Dio sia come popolo (Israele) che come singoli individui  che furono chiamati da Dio a servirlo per una particolare missione.
I passaggi riguardo a Israele di solito indicano l’elezione e quindi l’appartenenza come suo popolo, come tesoro particolare legato a un patto e implica l’ubbidienza (Esodo 19:5 ) e il servizio a Dio tra le nazioni come suo testimone (Deuteronomio 32:43; Salmi 136:22; Isaia 41:8-20; 44:1; 45:4; 48:20; 42:19; 43:10) e per quanto riguarda gli individui, indicano una posizione di autorità come proclamatori della parola di Dio, quindi di servizio di fedeltà e di umiltà davanti a Dio ( 1 Re 8:53; 2 Samuele 7:5; 2 Re 9:7; Geremia 7:25, ecc.).

(2) Per i Greci e nel Nuovo Testamento.
• In primo luogo vediamo l’uso fra i greci.
Per i greci la dignità dell’uomo consisteva nella libertà personale; l’essenza di questa libertà sta nel disporre di se stesso, senza interferenze di altri, il vivere come uno vuole, invece il servo (doulos) per natura non appartiene a sé, ma ad un altro, chi è sottomesso (douleo) accantona ogni autonomia  personale e subordina la propria volontà a quella  di un altro, per questo motivo i greci provano solo un senso di rigetto e disprezzo per la condizione di uno schiavo, perciò il servo era un qualcosa di degradante. Quindi il servo (doulos) è la condizione dello schiavo vero e proprio schiavo, cioè una persona che non era libera.

• In secondo luogo vediamo l’uso nel Nuovo Testamento.
Così l’uso  linguistico del Nuovo Testamento s’inquadra nella terminologia del tempo e non deve perciò essere inteso a prescindere da quella (Matteo 8:9; 13:27;25:14-30 ). Quindi servo designa un rapporto incondizionato di dipendenza da un signore (kurios) che rivendica una signoria totale a cui il servo da una completa sudditanza. 
Il suo lavoro non ha diritto, ricompensa, né gratitudine e quindi non è sottomesso a condizioni di nessun genere come Gesù racconta nella parabola del servo inutile o dei talenti dove vediamo che i servi devono sottostare alle direttive dei loro padroni (Luca 17:7-10; Matteo 25:14-29). Il servo perciò è una relazione permanente di sottomissione all'autorità assoluta di Dio, è chiamato a essere fedele e saggio, attivo nel servizio. Ma che cosa voleva dire Giacomo quando si presenta come servo? Giacomo è un leader perché Dio lo ha posto in quel ruolo e lui lo ha riconosciuto e accettato, non perché vuole il potere personale, ma uno che ha la mente di Cristo, quindi essere servo di tutti!! 
Se ti consideri un servo di Dio hai rinunciato completamente a te stesso? Sei sottomesso completamente a Dio senza limiti o condizioni? Ci piacerebbe servire il Signore a modo nostro e fare solo quello che ci piace secondo i nostri interessi, ma non è così. Pensa alla vita di Paolo, di Gesù e di altri ancora, loro fecero cose che certamente andarono contro i loro interessi, ma li fecero perché era la volontà di Dio! Il servitore non sceglie i propri compiti, non sceglie il tipo di servizio, non dice “faccio questo e quello non lo faccio,” ma fa quello che il Suo padrone vuole, punto e basta! A volte siamo chiamati a fare cose coraggiose per il Signore, altre volte  siamo chiamati a rinunciare a qualcosa: a rinunciare al nostro tempo libero, hobby , denaro, riposo, ma lo facciamo perché amiamo il nostro Signore, quel Gesù che ha dato la vita per noi!  

Dunque il servo è collegato con il:
B) Servizio.
(1) Il servo è impegnato nell’opera di Dio.
Un uomo giovane e brillante con una personalità magnetica lavorava nella missione per il Signore e il suo stipendio era una miseria. Il direttore di una grande impresa commerciale voleva a tutti costi che questo giovane lavorasse nella loro azienda tanto da offrigli dieci volte il suo stipendio, ma egli rifiutò. Hanno offerto ancora di aumentare l’offerta se avesse accettato. “Oh, lo stipendio è abbastanza grande”, disse il giovane a loro, “ma non il lavoro!” Servire il Signore invece è un grande lavoro!! E quel giovane lo sapeva molto bene. 
Grandi uomini di Dio come Abramo (Salmi 104:42); Mosè (Giosuè 14:7;1 Re 8:53-56; Salmi 104:26,42; Daniele 9:11; Malachia 3:24; Apocalisse 15:3); Giosuè (Giosuè 24:29; Giudici 2:8); Caleb (Numeri 14:24); Davide (2 Samuele 7:8,25,29; 1 Re 8:66; 1 Cronache 17:4; Salmi 77:70);  il Messia (Isaia 52:13,53:11 ); quindi i profeti erano considerati servi (2 Re 9:7; 17:13; Geremia 7:25; 26:5;  29:13; Ezechiele 38:17; Amos 3:7; Daniele 9:10). 
Ora questo aveva un titolo onorifico perché per gli israeliti, Dio è il Signore assoluto perciò l’uomo dipende da Dio. Per questo motivo essere scelto da Lui per servirlo non era qualcosa di degradante, ma era considerato privilegio, onore e autorità. Nel Nuovo Testamento notiamo la stessa cosa; i servi di Dio erano impegnati attivamente nell’opera di Dio. 
1 Tessalonicesi 1:9:  "perché essi stessi (i credenti ella Macedonia e dell’Acaia) raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi  siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero"…Servire il Dio vivente e vero, in contrasto con gli idoli morti, indica il servizio totale, un impegno continuo! Quindi la conversione a Dio comporta servizio, non è solo  conoscenza o cultura!Non soltanto siamo chiamati a crederlo e a conoscerlo, ma anche ad avere passione per Lui (Romani 3:11; 10:2 ). 
Il servo ha un senso di responsabilità di servire praticamente il Signore (Matteo 24:45-51). Dio ci ha dato il compito di amministrare la Sua Parola, ci ha comandato di lavorare per il progresso del Vangelo. Possiamo servirlo oppure no dice la parabola di Matteo 24:45-51; possiamo  essere occupati oppure no, guardare gli altri che servono  o essere impegnati attivamente nel servire, essere fedeli e saggi ( prudenti –phronimos è saggi, avveduti Matteo 7:24; 25:2) oppure no! Chi serve fedelmente e saggiamente, ha un senso di responsabilità e questo sarà premiato, altrimenti gli spetterà la sorte degli ipocriti, Luca dice degli infedeli (Luca 12:46 ), questo ci fa capire che chi non serve il Signore non è un vero credente! 
C. H. Spurgeon affermò: “Egli non è cristiano chi non cerca di servire il suo Dio”. 
Chi ha sperimentato veramente una nuova nascita, servirà il Signore! Gesù, Paolo e tanti altri erano servi di Dio nel senso che erano impegnati  praticamente nel progresso dell’opera di Dio, era gente che lavorava, faticava, che ha speso la propria vita per l’opera di Dio, non si risparmiava, era appassionata per Dio e per la chiesa, questo è l’esempio che ci danno Paolo; Giacomo e altri. Lo stile di vita di un vero cristiano è servire Dio e la chiesa per la Sua gloria, per piacere a Dio e per l’edificazione del corpo di Cristo. Cercherà di piacere a Dio e non agli uomini (Galati 1:10; 1 Tessalonicesi 2:4). 
Il servo penserà e agirà per piacere a Dio, perché se cercasse di piacere agli uomini non potrebbe servire Dio perché gli uomini hanno desideri umani, peccaminosi e a volte distorti! Essere servi di Dio implica anche essere servi degli altri dei credenti e dei non credenti.  Galati 5:13: "Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri". Cristo ci ha resi liberi dal peccato, dalle tradizioni, dall’osservanza di certe pratiche religiose per essere salvati, ma questo non significa che ci possiamo comportare come ci pare, secondo la natura umana peccaminosa, ma siamo chiamati a servirci gli uni con gli altri! Chi vuole essere grande e primo sarà vostro servitore disse Gesù (Matteo 20:26-27; 2 Corinzi 4:5; 1 Corinzi 9:19). 
Un pastore negli Usa ebbe una conversazione con una persona sulla teologia, questa persona disse al pastore che la teologia pratica consiste in una teologia della bacinella. Il pastore perplesso rispose: “ La teologia della bacinella, ma che cosa è?” Quella persona rispose: “Ricorda cosa fece Pilato, quando aveva l’opportunità di salvare Gesù? Che cosa fece? Si lavò le mani, ma Gesù la notte prima di  morire prese una bacinella e lavò i piedi ai Suoi discepoli”.  Quale tipo di  teologia vogliamo usare: quella dell’indifferenza, del dominare sugli altri o quella del servizio pratico, di abbassarsi verso gli altri e servirli? Gesù il servo di Dio per eccellenza ci ha insegnato ad essere servi degli altri lavando i piedi ai Suoi discepoli (Giovanni 13:1-16 ). Nella mia vita cristiana ho visto, sto vedendo e vedrò, credenti che hanno più l’atteggiamento di dominare sugli altri per i propri interessi e non di servire gli altri! 
Che tipo di servo vuoi essere?

(2) Il servo è chiamato a servire Dio in modo assoluto, esclusivo e totale con timore il Signore.
Deuteronomio 6:13-15: "Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome.  Non seguirete altri dèi, presi fra gli dèi degli altri popoli intorno a voi,  perché il tuo Dio, il SIGNORE, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; l'ira del SIGNORE tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti farebbe scomparire dalla terra". (Isaia 41:8-9; 44:21; 49:3; Salmi 134:1; 135:22; 136:22).
Il contesto parla che Dio avrebbe benedetto il popolo materialmente, ma li esorta a non dimenticare che Dio li ha liberati dalla schiavitù in Egitto, li esorta a temere e servire il Signore, non gli altri dèi. Gesù dirà nel Nuovo Testamento che non si possono servire due padroni (Matteo 6:24; Luca 16:13); non è possibile servire due padroni con la stessa devozione. 
Ci sono almeno due motivi: 1)perché le loro pretese e interessi sono divergenti Dio ci chiede si seguirlo in modo del tutto diverso con desideri e volontà diversa da qualsiasi altro idolo. 2) Il secondo motivo e che Dio è geloso (antropomorfismo, cioè descrizioni di Dio usando espressioni tratta dalla vita umana per farci comprendere meglio la natura di Dio), ma non è la cattiva gelosia, un composto di frustrazione, invidia e dispetto, indica il tutelare qualcosa di prezioso. 
La gelosia di Dio non indica l’invidia, il desiderio di avere qualcosa che non hai e che ha un altro, ma lo zelo nel proteggere un rapporto di amore o nel vendicarlo quando si spezza. Quando qualcosa appartiene a noi è giusto proteggerlo, la gelosia è custodire ciò che ci appartiene come un figlio o il proprio coniuge! La gelosia è una devozione intensa nel curare e proteggere ciò che si ama, è la giusta sollecitudine di mantenere un rapporto integro! Dio pensa allo stesso modo per il suo popolo. Il suo impegno per noi è totale. Il suo amore è esclusivo, appassionato, intenso, in una parola, geloso. Se Dio non fosse geloso sarebbe spregevole, mancante di percezione morale come un marito che non gli importa nulla della moglie infedele. Dio vuole proteggere l’onore del suo amore e desidera che il nostro amore per lui sia integro, che non sia diviso con altri, esige un’esclusiva devozione! Inoltre Dio è geloso nel preservare la Sua gloria. 
La gelosia di Dio è il Suo zelo nel preservare la Sua gloria, lo zelo di preservare ciò che è giustamente suo e di nessun altro, lo zelo di preservare ciò che Lui è! 
Isaia 42:8: "Io sono il SIGNORE; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro, né la lode che mi spetta agli idoli".  (vedi anche Isaia 48:11). La gelosia di Dio significa che Dio cerca continuamente di proteggere il proprio onore. È sbagliato per gli uomini, ma per Dio è cosa giusta perché l’onore, la gloria appartiene solo a Dio. (1 Corinzi 4:7; Apocalisse 4:11). 
Dio vuol essere servito, vuole la nostra ubbidienza completa ubbidienza, una devozione assoluta. Deuteronomio 10:12-13: "E ora, Israele, che cosa chiede da te il SIGNORE, il tuo Dio, se non che tu tema il SIGNORE, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua,  che tu osservi per il tuo bene i comandamenti del SIGNORE e le sue leggi che oggi ti do?".  (Vedi anche Deuteronomio 13:1-5). 
“Servire  con tutto il cuore e l’anima” indica in modo assoluto, esclusivo e totale! Come rispondiamo al Suo amore e fedeltà? Come vogliamo servire il nostro Signore?   (Malachia 1:6).

II  LA MOTIVAZIONE ALLA DEVOZIONE.
Giacomo dice servo di Dio e del Signore Gesù Cristo. Giacomo mette insieme allo stesso livello Dio e Gesù. Faceva parte della professione di fede che si usava nella chiesa primitiva (1 Corinzi 8:4-6; Efesini 4:5). Perché lo fa? Perché vuole sottolineare che quello che dirà è perché è un servo, con l’autorità di servo che deve dare conto a Dio e a Gesù Cristo.

A) Riguarda Dio (theos).
Perché dobbiamo servirlo? Alcuni aspetti li abbiamo visto prima, ma vediamo altri motivi.

In primo luogo perché: 
(1) Dio è Dio.
Dio corrisponde ai nomi  di Dio dell’Antico Testamento. Dio corrisponde ai nomi di El, Elohim e Yahwè, rispettivamente corrispondono a un Dio unico che si è rivelato, che è sovranamente elevato e potente (El), Dio nel vero senso della parola, il Creatore l’insieme di tutto il divino in contrapposizione agli dèi degli altri popoli (Elohim). Dio che è esiste, c’è ed è presente concretamente, è vivente  (Yahwè).  Tutto ciò ci motiva a servirlo.

In secondo luogo perché:
(2)  Dio è il creatore, conservatore e sovrano sul mondo. (Atti 17:24; Apocalisse 10:6).
Egli esercita il suo dominio dal cielo (Matteo 5:34; 23:22; Atti 7:49); è l’Altissimo (Marco 5:7; Luca 1:32; Atti 7:48; 16:17), il grande re (Matteo 5:35 ); il re delle nazioni (Apocalisse 15:3). 
Quindi come Creatore e Sovrano ha tutto il diritto di averci come Suoi servi!

(3) La fede va posta solo in Dio, perché è l’unico e vero Dio. (Romani 3:4,30; Galati 3:20; Giacomo 2:19).
1 Timoteo 2:5: "Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo".  Così anche Giovanni 17:3: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo".  Dio è l’oggetto della fede cristiana (Romani 4:3; Galati 3:6; Tito 3:8; Giacomo 2:23). 
I cristiani sono di proprietà di Dio (1 Pietro 2:9,16 ; Atti 15:14 ). Atti 20:28: "Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue". Ecco perché siamo chiamati Suoi servi chiamati a servirlo ognuno con i doni spirituali che ha ricevuto! ( 1 Corinzi 12; 1 Pietro 4:10-11).

B) Riguarda il Signore Gesù Cristo.
Perché dobbiamo servirlo?
(1) In primo luogo perché Gesù è il Signore (Kurios).
“Kurios” indica sovrano, nell’Antico Testamento  traduce il nome ebraico di Yahwè e oltre a significare l’esistenza, la presenza concreta, quindi il nome di Dio, esprime anche Creatore e Signore su tutto e tutti. 
Il Signore della vita e della morte, ma anche l’Iddio del Patto, Colui che ha eletto Israele come Sua proprietà e che lo ha salvato dalla schiavitù di Egitto e quindi è il Padrone legittimo di Israele, ha perciò un potere illimitato. Quindi “Kurios” indica potente, la forza che può comandare, autorità su qualcuno o qualcosa, potere legale , giusto valido, autorizzato, competente, legittimo come il proprietario di uno schiavo e anche importante decisivo fondamentale. Nel greco indica il Padrone, colui che comanda, il proprietario di uno schiavo (Atti 16:16,19 ; Efesini 6:5,9 ; Colossesi 3:22 ; Colossesi 4:1 ; Marco 12:9 ; Luca 19:33 ; Matteo 15:27 ; Galati 4:1 ).
Il “kurios” designa una persona che esercita il controllo, il potere su un’altra persona o su una cosa con un potere decisionale, a cui siamo chiamati ad obbedirgli (Matteo 7:21; 21:29). Luca 6:46: "Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?". Peter Haile a proposito che Gesù è il Signore afferma: “ Significa che Egli è Colui che l’ultima parola, che è Colui che ha il diritto e l’autorità di decidere che cosa è bene e che cosa è male. Significa che Egli è Colui che dovrebbe governare le nostre scelte. Colui che ha il diritto di determinare le circostanze della nostra vita". Un giorno daremo conto del nostro comportamento a Dio e a Gesù (Romani 14:10-12;  2 Corinzi 5:9-10). Gesù è il Signore per questo dobbiamo servirlo!

(2) In secondo luogo perché Gesù è lo strumento per cui Dio ci ha salvati ed è il nostro mediatore, garante.
Il Padre lo ha inviato (Giovanni 3:16-17,28,34; 5:36-38, ecc.)  per salvarci dai peccati (Galati 1:4 ; 1 Timoteo 1:15 ); Gesù è l’unico mediatore (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:5 ) e  Sommo sacerdote garante della salvezza (Atti 4:12 ; 2 Corinzi 5:19 ; Colossesi 1:20 ; Ebrei 5:10 ; Ebrei 7:22 , Ebrei 8:6 ; Ebrei 9:15 ) l’unico mediante il quale possiamo conoscere Dio (Giovanni 1:18 ).

(3) In terzo luogo perché Gesù ha un rapporto speciale con la chiesa.
Gesù edifica e fa crescere la chiesa (Matteo 16:18 ;1 Tessalonicesi 3:22-23 ;) ha autorità sulla chiesa (Matteo 28 .18; 1 Corinzi 4:19 ; 1 Corinzi 14:37 ; 1 Corinzi 16:7 ); è il capo della chiesa (Efesini 1:22 ); era al centro della predicazione apostolica (1 Corinzi 8:5-6 ; 2 Corinzi 4:5 ; Colossesi 2:6 ; Colossesi 3:24 ), oggetto di professione di fede  (Atti 16:31 ; Atti 5:14 ; Atti 9:42 ; Atti 20:21-24 ); riceveva l’adorazione nella chiesa (1 Corinzi 1:2 ).

(4) In quarto luogo perché Gesù ci dà un nuovo status.
Nell’Antico Testamento gli Israeliti erano considerati servi di Dio perché Dio li aveva liberati dalla schiavitù di Egitto (Levitico 25:42,55; 26:12-13 ). Nel Nuovo Testamento vediamo che Gesù ci ha riscattati (lutron Marco 10:45); questo significa che ha pagato un prezzo perché noi potessimo essere liberi dalla schiavitù. I cristiani sono stati acquistati e pagati dal Signore (Apocalisse 5:9), quindi non apparteniamo più a noi stessi, ma a Dio. 
Le persone sono schiave del peccato (Giovanni 8:34; Romani 6:17); schiavi degli elementi del mondo (Galati 4:3,8 ) della paura della morte (Ebrei 2:15 ); delle passioni (Tito 3:3 ); solo Gesù può liberare (Giovanni 8:36 ; Romani 6:18 ) infatti ci ha riscattati. Con il riscatto entriamo a far parte di una nuova posizione con Dio, infatti il termine “servi” indica anche questa nuova posizione, una nuova identità che è un riconoscimento da parte di Dio. Ma coloro che sono riscattati, lo sono non per l’autonomia, ma per avere un rapporto organico con Dio, dovuto da Dio stesso, quindi lo scopo del riscatto non è l’autonomia, ma l’ubbidienza a Dio alla sottomissione a Dio; alla Sua guida e direttive (1 Corinzi 7:22 ; Efesini 6:6; Romani 14:18; 16:18 ; Colossesi 3:25 ).

CONCLUSIONE.
Stuart Briscoe: “Non si può essere riconciliati con Dio senza essere reclutati”. Quando Dio ci ha chiamato alla salvezza ci ha chiamato anche a servirlo! (1 Tessalonicesi 1:9; 1 Pietro 2:9-10). La salvezza appartiene interamente a Dio, ma il suo servizio è una nostra responsabilità!! È meraviglioso il fatto che Dio è con noi nel servizio e non ci lascia da soli (Matteo 28:18-20;1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5).
Essere servi si riferisce a una posizione completa di obbedienza, umiltà assoluta e fedeltà incrollabile. Qualcuno può pensare che servire il Signore è un peso! Per te è un peso? Non certamente per David Livingston non la pensava così. David Livingston scozzese missionario ed esploratore nel 1800 in africa, il 4 dicembre del 1857 rivolse un appello emozionante agli studenti dell’università di Cambridge: “ Da parte mia, non ho mai cessato di essere contento per essere stato nominato da Dio in tale compito. La gente parla del sacrificio che ho fatto passando gran parte della mia vita in Africa. Può essere chiamato sacrificio ciò che è semplicemente la restituzione di una piccola parte di un grande debito verso il nostro Dio che non potremo mai ripagare? Si può chiamare sacrificio ciò che traduce la propria santa ricompensa in un’attività salutare, nella consapevolezza di agire bene, nella serenità e nella viva speranza di un glorioso destino in futuro? Smettiamola di considerare le cose da questa prospettiva e di avere un tale pensiero! Non è affatto un sacrificio, direi piuttosto che è un privilegio. Ansietà, malattia, sofferenza o pericolo, ora e in futuro, l’abbandono delle comodità e dei beni, possono fermarci e lasciare che lo spirito vaghi e l’anima affondi; ma che sia solo per un attimo. Tutte queste cose sono niente quando sono paragonate alla gloria che sarà rivelata ai noi e per noi. Io non ho mai fatto un sacrificio.”
Per te è un privilegio o un peso servire il Signore? Stai servendo Dio in modo assoluto, esclusivo, totale? O il tuo cuore è diviso? Quanti padroni stai seguendo? La tua è un’ubbidienza completa o parziale come quella dei farisei? (Matteo 23:23). 
Consacrati al Signore, se lo hai già fatto rinnova la Tua consacrazione! Forse pensi che comunque quello che potresti fare è insignificante o banale,ma non è così (1 Corinzi 12:12-25) come dice Vance Havner: “Non ci sono compiti banali nell’opera del Signore”. I tuoi “cinque pani e due pesci” nelle mani di Gesù possono essere di benedizione per tante persone! (Matteo 14:13-21).
Dio non spreca ciò che ti ha dato di essere e di fare!!

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