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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Dio ama il peccatore

Giovanni 3:16-18: Dio ama il peccatore
Il teologo svizzero Karl Barth si trovava negli Stati Uniti negli anni sessanta (1960) per una serie di conferenze, parlò a Chicago e Princeton, nel New Jersey. In queste conferenze c’erano momenti in cui si potevano fare delle domande. In una di queste di conferenze un americano fece questa domanda:"Dottor Barth, qual è il pensiero più grande che abbia mai avuto in mente?" Barth ci ha pensato per un po’ e poi disse con grazia e semplicità tipica dei bambini: “ Gesù mi ama! Questo io so, perché la Bibbia mi dice questo”.  Questa è una verità che i cristiani di tutti i tempi hanno riconosciuto, infatti, più hanno scoperto la persona di Gesù Cristo nella Bibbia, più hanno capito e confermato l’amore grande di Dio. In questi versetti vediamo che l'amore di Dio è interpretato da Gesù in modo radicale: Dio ama i peccatori e Gesù è morto per loro per salvarli.  
C’è un inno di F.M.Lehman sull’amore di Dio e che racchiude questi versetti e dice così:
“L’amore di Dio è ben più grande
Di quanto l’uomo possa dir
Và più lontano delle stelle
E più profondo dell’abisso
Si, per salvar l’umanità
Dio diede il proprio Figlio
E i peccatori riconciliò
I loro peccati perdonò
E quanto il tempo finirà
Ed ogni regno terreno passerà
Quando il terribile giudizio
Sui ribelli allora cadrà
L’amor di Dio perdurerà
Stabile, forte ed infinito
La redenzione del genere umano
Il canto dei santi e degli angeli
Avessimo pure oceani d’inchiostro
E i cieli come pergamene
Ed ogni stelo per pennello
Ed ogni uomo come scrittore
Pur non riusciremmo mai a descrivere
Di Dio l’eterno e immenso amore
L’inchiostro si prosciugherebbe
La distesa dei cieli non basterebbe
O com’è grande l’amor di Dio!
Immensurabile e forte!
Per sempre esso rimarrà
Il canto dei santi e degli angeli".

In questi versetti vediamo:
I LA PROPOSIZIONE DELL’AMORE DÌ DIO.
V.16 a: " Perché Dio ha tanto amato il mondo". Noi vediamo qui un’asserzione meravigliosa che Dio ha tanto amato il mondo.

L’amore di Dio per il mondo in primo luogo è:
A) Un amore inaspettato.
Questo per due motivi:
(1) Perché l’uomo è peccatore, non è amabile.
Questo lo vediamo dalla parola "amore" (agapáō) e dalla parola mondo. L’amore di Dio è auto-generato, spontaneo e incondizionato. Dio non ama perché il peccatore è degno di essere amato, ma Dio sceglie di amare ed è libero da qualsiasi costrizione, Dio ama nonostante la ribellione e il peccato dell’uomo. Dio ha amato i credenti mentre loro erano peccatori e non lo amavano! (Romani 5:6-8 ; 1 Giovanni 4:10) . 
La causa dell’amore di Dio per noi, non è da ricercare in noi stessi, ma in Dio stesso! 
L’amore di Dio nasce dalla volontà di amare e non dall’amabilità del peccatore lo riceve. “Mondo” invece (kósmos) si riferisce al genere umano (Giudei e Gentili) decaduto nel peccato e dominato da Satana (Giovanni 7:7; 14:30; 1 Giovanni 5:19; 1 Corinzi 2:12; Galati 4:3; 6:14 ; 1 Giovanni 2:15-17). “Mondo” si riferisce al genere umano malvagio, all’ordine morale che giace in una ribellione ostinata e colpevole a Dio, che è alienato da Dio. D.A. Carson afferma: "In Giovanni 3:16 , l’amore di Dio, nel donarci il Signore Gesù, deve essere ammirato non perché si estende a una realtà così grande, ma perché si rivolge a una realtà così cattiva, non perché così si estende a così tanta gente, ma a gente molto malvagia." Quindi qui si vuole sottolineare quanto è forte o intenso l’amore di Dio per l’umanità così malvagia da essere necessario un genere di amore particolare per riuscire ad amarlo.

È un amore inaspettato:
(2) Perché è un amore per tutte le razze.
Gli ebrei avevano familiarità e parlavano che Dio amava solo i figli d’Israele, ma qui vediamo che l'amore di Dio non è limitato a una razza, a un popolo, a una nazione.
L’amore di Dio abbraccia il mondo in senso generale e non solo il popolo d'Israele. Infatti, i credenti, i salvati, gli eletti (Giovanni 15:19 ; Efesini 1:4 ; 2 Tessalonicesi 2:13) non provengono solo dai Giudei, ma anche dai Gentili (Isaia 11:9-10; 42:6; 49:6). 
Apocalisse 7:9-10: "Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano.  E gridavano a gran voce, dicendo: 'La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello'".

L’amore di Dio per il mondo in secondo luogo è:
B) Un amore ineguagliabile.
L’amore di Dio non viene fuori dalla nostra amabilità, ho detto prima, ma scaturisce dal Suo Essere, come l’acqua che zampilla da un pozzo artesiano, dal profondo della propria natura. John Stott: “ Dio è amore nella parte più intima del suo essere”. 
L’amore di Dio, è ineguagliabile perché Dio è amore. 1 Giovanni 4:8-9: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo". L’amore è parte della natura stessa di Dio e pervade tutto il Suo essere. Nessun ha amore come quello di Dio!
L’amore di Dio è grande dice Efesini 2:4. “Grande” (polús) può avere il significato di 1)quantità di numero; 2) Larga misura o ampia, di estensione; 3) qualità, massimo livello, sopra ogni cosa, superlativo. Comunque sia indica un qualcosa che va oltre le nostre idee di grandezza o la nostra comprensione. 
Efesini 3:18-19: "siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio". Benché qui si parli dell’amore di Cristo, si riferisce all’amore di Dio, infatti, in Cristo abita tutta la pienezza della divinità (Colossesi 2:9). L’amore di Dio è immenso, incommensurabile, senza limiti, infinito. “Larghezza, lunghezza, altezza e profondità”, indicano che questo amore è così grande che non si può misurare va al di là di noi, non è alla nostra portata umanamente parlando sia a livello intellettuale e sia a livello esistenziale. Non esistono metri per misurare l’amore di Dio, eppure Dio fa grazia ai credenti di poter conoscere questo amore in una certa misura!

L’amore di Dio per il mondo in terzo luogo è:
C) Un amore insuperabile.
Geremia 31:3: "Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. 'Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà. L’amore di Dio è eterno e fedele, non verrà mai meno!'" L’amore di Dio non solo non ha misura, ma nemmeno ha una fine! Isaia 54:10: "'Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso', dice il SIGNORE, che ha pietà di te". 
Il Suo amore è immutabile. I credenti possono stare al sicuro perché nessuno li potrà separare dall’amore di Dio. Paolo, parlando della certezza della salvezza degli eletti di Dio dice in Romani 8:35-39: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?  Com'è scritto: 'Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello'.  Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.  Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future,  né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore". Il credente ha due certezze 1)Non soccomberà sotto le circostanze avverse! Ma stravincerà! (più che vincitori hupernikáō) 2)Niente e nessuno lo potrà separare dall’amore di Dio!

In questi versetti vediamo ancora:
II LA PROVA DELL’AMORE DÌ DIO.
Il 4 DICEMBRE 1989, la rivista Newsweek riportava un articolo su un disturbo poco conosciuto mentale chiamato erotomania. Si tratta di una malattia mentale in cui una persona ha l'illusione che lui o lei è l'oggetto dell'amore di qualcuno. Alcuni immaginano storie d'amore che continuano per anni, ma esiste tutto solo nell'immaginazione di chi ne soffre. Il titolo dell'articolo era "Il Delirio d'amore". Mentre l'amore romantico può avere molte delusioni, non c'è inganno circa l'amore che Dio ha per il mondo! Ci sono numerose prove, ma una in particolare: Dio ha dato il Figlio, Gesù Cristo!  V.16 b: " che ha dato il suo unigenito Figlio".

Vediamo:
A) Il Costo dell’amore di Dio.
Dio ha pagato un prezzo per salvare i credenti! “Ha dato” (dídōmi) richiama l'attenzione sul sacrificio, sulla morte come un’offerta per il peccato. Matteo 20:28: "appunto come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti". (Marco 10:45; 1 Timoteo 2:6; Galati 1:4; Tito 2:14. Vedi anche Giovanni 15:13 ; 1 Giovanni 3:16; 4:10). Dio colma di sua iniziativa l’abisso che c’è tra Lui e gli uomini a causa del peccato e non lo ha fatto con oro e con argento, ma con il sangue, la vita di Gesù (1 Pietro 1:18-19). Dio non risparmiato il Figlio, ma lo ha dato in sacrificio sostitutivo come dice Romani 8:32: "Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?". “Proprio Figlio” sottolinea il prezzo più caro e più alto che, Dio ha pagato nel sacrificare il Figlio per il bene dei credenti. Se Dio ha dato il suo diletto Figlio, i credenti possono essere certi che ci donerà ciò di cui necessitiamo.

In questo versetto vediamo inoltre:
B) La Chiarezza dell’amore di Dio.
Non c’è dubbio la croce di Cristo dimostra l’amore di Dio, quanto Dio sia generoso. John Stott: “Dio avrebbe potuto abbandonarci giustamente al nostro destino, avrebbe potuto lasciarci soli a raccogliere il frutto della nostra trasgressione e a perire nei nostri peccati. È quello che meritavamo, ma non lo fece; poiché ci amava, ci venne a cercare in Cristo. Ci seguì fino all’angoscia desolata della croce, dove portò il nostro peccato, la colpa, il giudizio e la morte. Ci vuole un cuore duro come una pietra per rimanere indifferenti di fronte un amore come questo.” 
Se qualcuno di noi ha dei dubbi riguardo l’amore di Dio, ebbene, guardi alla croce di Gesù! Sulla croce di Gesù si manifesta in un modo inequivocabile l’amore di Dio! Un amore che non è sentimentalismo, ma l’amore santo di Dio che fa ricadere sul Figlio i peccati dei molti! (Matteo 26:28; Romani 5:19; Efesini 5:25).

Notate ancora:
C) La Concretezza dell’amore di Dio.
L’amore non è solo un semplice sentimento, né semplicemente solo parole! L’amore è azione concreta che spinge una persona, in questo caso, Dio ad agire per il bene di un’altra persona! Dio ha dato il meglio che aveva per il mondo! Gesù è il più grande e migliore dei doni che Dio potesse dare. 
La parola “unigenito” (monogenēs) in primo luogo non si riferisce che Gesù è stato creato, ma che Egli è unico, ineguagliabile nel suo genere come personalità, come relazione unica con il Padre e come unica peculiarità di manifestare il Padre e quindi unico per la Sua missione (Giovanni 1:14-18; 1 Giovanni 4:9); pertanto quando Dio diede Gesù, Egli ha dato il regalo più bello dell'universo. 
In secondo luogo Dio ha anche dato il meglio in un altro senso. Gesù Cristo non è una semplice creatura fatta a immagine di Dio, bensì il Dio incarnato, è l’Emmanuele, (Matteo 1:23). Gesù ha manifestato la gloria di unigenito dal Padre, è l’unigenito Dio Giovanni 1:14-18 ; l’immagine del Dio invisibile, Colossesi 1:15 ; in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Colossesi 2:9); è lo splendore della gloria di Dio e impronta dell’essenza di Dio (Ebrei 1:3). 
Di conseguenza, quando Dio ha dato Gesù ha dato se stesso, quindi Dio donando se stesso ha dato il dono più grande sia perché è Dio e sia perché quando si dona se stessi e il massimo, il meglio che si può dare!  
Un pastore stava parlando con una coppia di sposi che avevano difficoltà coniugali. C'era molta durezza e amarezza, insieme alla mancanza di comprensione. A un certo punto, il marito intervenne con un’esasperazione evidente e disse alla moglie: "Ti ho dato tutto! Ti ho dato una nuova casa! Ti ho dato una pelliccia nuova! Ti ho dato un’auto nuova! Ti ho dato ... " L'elenco era abbastanza lungo. Quando lui finì di parlare, la moglie disse a bassa voce. "Questo è molto vero Giovanni. Tu mi hai dato tutto ... ma te stesso… ". 
Il dono più grande che chiunque può dare, è se stesso. 
In terzo luogo vediamo che Gesù è il più grande dei doni perché è un dono che si adatta perfettamente alle esigenze spirituali dell'uomo. Gesù ci fa conoscere Dio (Giovanni 1:18); ci riconcilia con Dio (Romani 5:9-11); in Lui c’è il perdono (Efesini 1:7) e quindi la salvezza dai peccati (Atti 4:12). Questo implica che il credente può affrontare la morte serenamente, senza paura con la certezza che andrà in cielo con Lui (Giovanni 14:1-6). Significa che il credente farà parte di una grande famiglia, la chiesa di Dio (Efesini 2:11-22). 
Significa che il credente fa parte di un progetto, quello di Dio in cui possiamo essere certi non fallirà (Romani 8:28-29; Isaia 46:10). 
Pensando a Giovanni 3:16, non possiamo rimanere indifferenti come illustra questa storia. Gaylord Kambarami, il segretario generale della Società biblica in Zimbabwe, cercò di dare un Nuovo Testamento a un uomo. L'uomo ha risposto che avrebbe usato le pagine come cartine per fare le sigarette. Il signor Kambarami gli disse: "Capisco, ma almeno promettetemi che leggerete la pagina del Nuovo Testamento prima di fumarla". L'uomo fu d'accordo e i due presero strade diverse. Quindici anni dopo, i due uomini s’incontrarono in un convegno metodista in Zimbabwe. Grazie a quelle Scritture usate come cartine per le sigarette, il fumatore trovò Cristo e divenne un’evangelista a tempo pieno. Quell’uomo pubblicamente in quell’occasione disse: "Ho fumato Matteo, ho fumato Marco, ho fumato Luca, ma quando ho avuto modo di leggere Giovanni 3:16, non ho potuto più fumare, la mia vita cambiò da quel momento".

Infine vediamo:
III IL PROPOSITO DELL’AMORE DÌ DIO.
vv.16-18: "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.  Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio".  Lo scopo di Dio di dare il Figlio era di dare la vita eterna.

A) Il proposito ha una condizione.
V.16:…"16 affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". La vita eterna è per chiunque crede in Gesù. Se Dio ha tanto amato il mondo, d’altra parte salverà solo quelli che credono in Gesù per la loro salvezza.  “Crede” ( pisteúō) significa avere fede, affidarsi, quindi appropriarsi personalmente di questa verità contenuta in questo versetto.

Noi vediamo:
(1) La necessità della fede.
La fede è il canale indispensabile della grazia salvifica di Dio, senza la quale non c’è salvezza (Efesini 2:8-9). La fede è indispensabile per piacere a Dio. Ebrei 11:6: "Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano".

Noi ancora vediamo:
(2) La natura della fede.
La fede significa affidarsi a Gesù in piena fiducia e implica un impegno totale verso di Lui che è attendibile, convinti che ha il potere e che è vicino nel salvare, convinti che quanto ha rivelato è verità. Quindi la fede è credere non solo nella Sua persona, ma anche nelle Sue parole. Ora, quando Dio chiama le persone a credere a quello che dice loro che li invita a fare la cosa più sensata che potranno mai fare nella loro vita, cioè credere all'unico Essere nell'universo che è affidabile. 
Noi dobbiamo credere in primo luogo che siamo peccatori e non siamo in grado di salvarci (Romani 3:19-23). 
In secondo luogo, dobbiamo credere, che Gesù è l’unico Salvatore e Signore che salva dai peccati,  mandato da Dio perché ama il mondo (Giovanni 4:42; Romani 10:9-10; 1 Timoteo 1:15).
In terzo luogo che la vita dopo la morte continua, che ci sarà un giudizio e che ci sono due luoghi possibili dove si andrà:l’inferno o in paradiso (Apocalisse 20:11-21:8).

B) Il proposito ha una certezza.
La certezza è la vita eterna. Che cosa significa avere vita eterna?
(1) La vita eterna si riferisce al tempo della vita.
Per “vita” (zōé) “eterna” (aiónios) s’intende un’esistenza senza fine. Indica un’esistenza continua che non è toccata dalle limitazioni del tempo. Non esiste la fine, non esistono giorni, mesi ed anni! È un tempo illimitato! Anzi non esiste il tempo! 
La vita eterna comincia nel momento in cui una persona crede, nel momento della conversione (Giovanni 5:24). Anche se la morte segna una discontinuità tra questa vita e la prossima, in realtà la vita eterna ci garantisce una continuità; non finisce tutto con la morte. 
Il credente ha la certezza della vita eterna con Dio (2 Corinzi 5:1-10).  

Ma non indica solo la durata, indica anche:
(2) La vita eterna si riferisce al tipo di vita.
Alcune persone hanno una certa repulsione all'idea della vita eterna, perché la loro vita nel presente è misera, piena di dolore, di fame, di povertà, di delusione o di problemi. 
La vita eterna non è un'estensione della vita terrena di una persona, la vita eterna non è solo che è eterna in durata, ma indica anche qualcosa di diverso dalla vita dell’uomo come qualità, una vita completamente diversa da quella che stiamo vivendo adesso, infatti, non ci saranno più sofferenze, litigi; stress di vario genere e abiteremo per sempre con Dio! 
Apocalisse 21:3-4: "Udii una gran voce dal trono, che diceva: 'Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.  Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate'". 
La vita eterna è opposto al perire alla morte eterna. La parola “perire” (apollymai) è sprecare la vita, andare in rovina, essere perduti per sempre. Non è un semplice spegnersi dell’esistenza fisica, ma un eterno sprofondare all’inferno, nell’eterna sofferenza, una via del non ritorno! È peggio di un crack finanziario, di una malattia inguaribile o cose del genere, è una via del non ritorno non si avrà una seconda possibilità di salvezza, è un’ eterna rovina. 
2 Tessalonicesi 1:6-10:" Poiché è giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione;  e a voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù.  Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi".  (cfr. Daniele 12:1-3). Notate sta dicendo che coloro che non conoscono Dio e che non ubbidiscono al Vangelo saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza di Dio e dalla gloria della Sua potenza! 
“Saranno puniti” indica che pagheranno la pena giusta, Dio è giusto perciò giudica con giustizia. “Di eterna rovina” indica che non ci sarà una seconda possibilità. Denney: “ Se vi è una verità nella Scrittura, è questa: chi testardamente rifiuta di sottomettersi al Vangelo, e di amare e ubbidire a Gesù Cristo, incorre all’ultimo avvento in una perdita infinita e irreparabile. Passa in una notte in cui non albeggia nessun mattino”.  
Se mentre coloro che hanno la vita eterna godranno la beatitudine alla presenza della maestà di Dio, coloro che non conoscono il Signore e non si sono sottomessi al Vangelo, coloro che non hanno creduto, saranno separati eternamente da Dio, respinti dalla presenza di Dio e dalla gloria della Sua potenza. Gesù è stato mandato da Dio nel mondo per salvare i peccatori che credono (Matteo 1:21) e lo siamo tutti!  (Romani 3:10-11,23; 1 Giovanni 1:8-10).
La maggior parte delle persone non hanno difficoltà a credere nell'esistenza di Dio e nemmeno in Gesù. Non hanno difficoltà ad accettare l'amore di Dio o la potenza di Dio, credono che lo stesso Dio di amore che li ha creati, abbia anche uno scopo per la loro vita. Tuttavia, se si parla che il Signore Gesù Cristo come Salvatore, come Colui che è morto per salvare i peccatori, molti diventano ostili e rifiutano vigorosamente questa verità. 
Una giovane donna era una studentessa presso un’università. Frequentò una serie di studi biblici sulla vita di Cristo. Era d'accordo con molte delle verità dette, ma quando è arrivato il momento in cui si diceva che Cristo è il Salvatore dei peccatori e l'unico modo in cui un uomo o una donna possono andare a Dio, questa giovane donna si ribellò. Disse:"posso accettare tutto, ma non posso accettare che Gesù Cristo è il Salvatore. Io non credo di aver bisogno di Gesù Cristo come mio personale Salvatore ". 
Gli uomini hanno bisogno di essere salvati e l’unico che ci può salvare è Gesù!
Giovanni 3:17: "Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui".  (Romani 8:1-3). “Salvato” (sózō) è l’opposto di essere condannato (oltre il v.17 vedi anche Giovanni 12:47) e comporta il ritrovarsi sotto la protezione del Buon Pastore (Giovanni 10:9). 
Ma la salvezza per tutti coloro che credono implica il giudizio per coloro che non credono! Lo scopo della venuta di Cristo è redentrice, ma quando la Sua opera di salvezza è rifiutata, il risultato è il giudizio. 
Giovanni 3:18 dice ancora: "Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio". Chi crede in Gesù non è giudicato, non perirà, chi non crede nel presente in Gesù è già sotto giudizio, sotto l’ira di Dio e non solo lo sarà dopo la morte (Giovanni 3:36; Ebrei 9:27; Romani 5:9-11). Rudolf Schnackenburg: “L’ira di Dio (v.36) non è soltanto un modo di esprimere la situazione senza speranza e senza prospettiva dell’uomo che dispone di se stesso, ma è prima di tutto un’affermazione del diritto e della potenza del Dio personale, al quale l’uomo è soggetto in tutta la sua esistenza, cui è obbligato a render conto dei suoi atti morali, e dal quale dipende il suo destino definitivo.” Dio è Dio,il Creatore Sovrano, al quale tutti gli uomini devono ed è giusto dare conto! 
Il giudizio (krínō) è in base alla fede o all’incredulità nei riguardi dell’unigenito Figlio di Dio! Non credere nel Figlio di Dio, equivale all’auto-condanna. Dio non è da biasimare, ma piuttosto il non credente, infatti, loro preferiscono rimanere nelle tenebre. 
Gli esseri umani rimangono agenti responsabili. La colpa del giudizio è da ricercare negli uomini che non credono al Figlio Suo e che hanno preferito le tenebre alla luce, che odiano la luce ( la luce si riferisce allo stesso Gesù il quale è venuto nel mondo e con la sua persona e ministero ha portato la luce della verità, della giustizia e della santità Giovanni 1:4-9  8:12; vedi anche Giovanni 3:19-20). Perciò il problema dei peccatori non è solo la grande distanza tra il nostro livello di comportamento e lo standard di Dio. 
Il problema è: non si vuole andare andiamo nella direzione giusta, quella di Dio!  Così l’incredulità e il rifiuto di Gesù diviene un’auto-condanna. 
Coloro che rifiutano Cristo l’unico Salvatore: 1) non vedranno la vita perché l’ira di Dio rimarrà su di loro (Giovanni 3:36); 2) moriranno nei loro peccati, vale a dire moriranno senza avere i loro peccati perdonati (Giovanni 8:21,24); 3) risorgeranno dalla morte per essere condannati (Giovanni 5:29).
La condanna è una realtà presente, che sarà chiaramente evidenziata nella futura risurrezione.

CONCLUSIONE.
Che cosa c’insegna questo testo?
1) Dobbiamo affidarci a Gesù per la salvezza dai propri peccati.
Forse pensi che tu non sia così un grande peccatore. Diversi anni fa in America un po’ di veleno mortale di botulismo è stato trovato in una particolare marca di minestra. Questo è uno dei veleni più mortali che l'uomo conosca, una persona almeno è morta e un’altra è rimasta paralizzata prima che l'origine del veleno fosse stato scoperto e la minestra contaminata tolta dal mercato. Quanto veleno di botulismo ha causato la contaminazione della minestra?  Forse la metà del contenuto della minestra? No! È bastato una piccola quantità!! Allo stesso modo, una piccola quantità di peccato ci conduce alla morte, Gesù è il solo che ci può salvare! Dall’altra parte se pensi forse che tu sia troppo peccatore e allora pensi che Dio non ti ami, a riguardo John Henry Jowett: “ Non esiste un rottame umano, sdraiato nella melma del più profondo mare di iniquità, che l'amore profondo di Dio non può raggiungere e riscattare”. Dio ama i peccatori, affidati a Gesù per essere salvato! Ci sono scelte della nostra vita che sono state sbagliate e forse saranno sbagliate, ma la scelta di riconoscere Gesù come l’unico Signore e Salvatore della tua vita, sicuramente non è una scelta sbagliata!

2) Dobbiamo seguire l’esempio di Dio come modello di amore. (Efesini 4:31-5:2) .
Siamo chiamati a camminare nell’amore, ad amare il prossimo come Dio ci ama personalmente in Cristo Gesù. Se abbiamo conosciuto l’amore di Dio ameremo gli altri! Amare gli altri è una prova che abbiamo conosciuto l’amore di Dio (1 Giovanni 4:7-9).

3) Dobbiamo seguire l’esempio di Gesù di obbedienza, umiltà e sacrificio per gli altri. (Filippesi 2:1-11; Ebrei 5:8; Isaia 50:5-6).
Nel suo ruolo di un servo, Gesù fu obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Da questo si apprende che un atteggiamento simile a quello di Cristo, implica la rinuncia di cose che possiamo considerare come, nostre di diritto. Obbedire a Dio, vuol dire che siamo disposti a sacrificarci per gli altri, affinché i loro bisogni siano soddisfatti secondo la volontà di Dio.

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