Luca 4:20-21: L’affermazione risonante Immaginate il silenzio palpabile di una sinagoga piena di fedeli nell’antica Nazaret. Un giovane si alza, srotola con cura un antico manoscritto, e legge parole pronunciate secoli prima dal profeta Isaia. Poi, con un gesto misurato e carico di significato, che segna un punto di svolta nella storia dell’umanità, richiude il rotolo, lo riconsegna all’inserviente e si siede. È in questo momento, nell’intervallo tra il silenzio e la parola, tra l’attesa e la rivelazione, che quest’ultima irrompe nella sinagoga. Ogni occhio è fisso su di Lui. Ogni respiro è sospeso. È come se l’intero universo trattenesse il fiato, consapevole che sta per accadere qualcosa di straordinario. E poi, con autorità che non chiede permesso ma che si impone naturalmente, pronuncia quelle parole che dividono la storia in due: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura che voi udite." Non è solo una dichiarazione, è un fulmine teologico che irrompe in q...
1 Pietro 2:24: La morte di Gesù è una sostituzione.
“Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati sanati”. (Vedi anche Romani 5:8; Ebrei 9:28; 1 Pietro 3:18).
Per sostituzione s’intende che una persona prende il posto di un’altra specialmente nel caso di un castigo in modo da evitarglielo.
Noi troviamo nella Bibbia che Abramo offrì invece del figlio un montone (Genesi 22:13), così l’Agnello pasquale fu sacrificato per la protezione contro il giudizio di Dio (Esodo 12:13-17); gli animali venivano sacrificati sotto l’Antico Patto come vediamo nel Levitico, per il popolo (Levitico 1:4; 4:13-20; 6:2-7;16:17,30,34, ecc.). Tali sacrifici avevano il senso di espiare (kāp̱ar) i peccati. “Espiare” significa coprire il peccato, coprirlo alla vista di Dio così da non suscitare la Sua ira. “Espiare” ha quindi il senso di riparare, ma anche quello di riconciliare (Salmi 51:9; Isaia 38:17; Michea 7:19).
Quindi nell’Antico Testamento l’espiazione avveniva per mezzi di una vittima sostitutiva che prendeva il posto dell’offerente. In Ebrei 2:17 leggiamo che Gesù ha fatto l’espiazione per i peccati del popolo.
Gesù “ha portato i nostri peccati” nel suo corpo sulla croce, questo indica che la croce è il posto dell’altare del sacrificio dove Gesù ha offerto se stesso!
“Egli ha portato i nostri peccati” significa che, benché Gesù non avesse peccato (2 Corinzi 5:21) si è fatto peccato prendendo i nostri peccati sacrificandosi per i peccatori (Isaia 53:6,11-12). Gesù ha portato il peso massiccio e pesante del peccato.
“Portare i peccati” non significa solidarizzare con i peccati, non significa identificarsi con il dolore, non significa essere perseguitati per i peccati, ma significa portare le conseguenze penali, subire un castigo come vediamo nell’Antico Testamento, (Esodo 28:43; Numeri 14:34, ecc.).
Nel ricevere l'ira di Dio per il peccato, Cristo non solo morì (Giovanni 19:30-37), ma sopportò anche l’orribile separazione dal Padre (Matteo 27:46).
“Portare i nostri peccati” significa che siamo assolti dai nostri peccati, e la colpa e quindi il giudizio che meritavamo è caduto sul Figlio. Gesù ha preso la nostra maledizione (Galati 3:13) e noi la giustificazione, cioè Dio ha imputato a noi la giustizia di Gesù (Romani 4:6; 1 Corinzi 1:30; Filippesi 3:9).
Se Cristo non è il tuo sostituto, occupi ancora il posto di un peccatore condannato! Se i tuoi peccati e la tua colpa non sono stati ancora trasferiti a Gesù, se non li ha portati su di sé, allora sicuramente rimangono ancora su di te con tutte le conseguenze che comporta. Se i tuoi peccati e la tua colpa non sono stati presi da Gesù in croce, rimangono ancora su di te!
Porta il tuo fardello di peccati alla croce di Gesù, credi in Lui come tuo Signore e Salvatore, invocalo per essere salvato, pentiti dei tuoi peccati e sarai salvato! Gesù rimuoverà la colpa insieme ai tuoi peccati perché li prenderà Lui per te!