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Luca 4:20-21: L’affermazione risonante

 Luca 4:20-21: L’affermazione risonante Immaginate il silenzio palpabile di una sinagoga piena di fedeli nell’antica Nazaret. Un giovane si alza, srotola con cura un antico manoscritto, e legge parole pronunciate secoli prima dal profeta Isaia.  Poi, con un gesto misurato e carico di significato, che segna un punto di svolta nella storia dell’umanità, richiude il rotolo, lo riconsegna all’inserviente e si siede.  È in questo momento, nell’intervallo tra il silenzio e la parola, tra l’attesa e la rivelazione, che quest’ultima irrompe nella sinagoga.  Ogni occhio è fisso su di Lui. Ogni respiro è sospeso. È come se l’intero universo trattenesse il fiato, consapevole che sta per accadere qualcosa di straordinario.  E poi, con autorità che non chiede permesso ma che si impone naturalmente, pronuncia quelle parole che dividono la storia in due: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura che voi udite." Non è solo una dichiarazione, è un fulmine teologico che irrompe in q...
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1 Giovanni 1:9: Il perdono dei peccati.

1 Giovanni 1:9: Il perdono dei peccati.
"Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità". 

Tutte le persone, ricche e povere, giovani e anziani hanno una cosa in comune: il peccato, eppure ci sono molte persone che dicono di non essere dei peccatori. Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi, siamo bugiardi, e facciamo Dio bugiardo (1 Giovanni 1:8,10) perché Dio dice che tutti siamo peccatori (Romani 3:23).
Quando qualcuno fa una valutazione onesta di se stesso, con l’aiuto dello Spirito Santo davanti la purezza morale di Dio, riconoscerà i propri peccati e li confesserà a Dio!
“Confessare” (homologéō) significa ammettere i propri peccati a Dio con vera contrizione e ricercare il Suo perdono. Significa essere d'accordo con Dio, riconoscendo davanti a Lui che un atto, o un pensiero era sbagliato, e implica impegnarsi a non lasciare che accada di nuovo. 

Giovanni osserva che dobbiamo confessare, letteralmente, “i peccati” (plurale). Questa non è una confessione in cui diciamo: "Io sono un peccatore", ma è la confessione che coinvolge e chiama per nome i peccati specificatamente. 
Dio è fedele, giusto, perciò ci perdonerà perché questo è ciò che il giusto Giudice ha promesso di fare in Cristo Gesù (Geremia 31:34; Michea 7:18-20; 1 Giovanni 2:1-2; Romani 3:23-26). 
Quando sinceramente confessiamo i nostri peccati a Dio, Dio che è sempre fedele e giusto, risponderà con il perdono, perché non è un Dio imprevedibile, mutabile, incoerente, ma è fedele e giusto!
Ora la conseguenza del peccato è la morte fisica (Romani 6:23; Ezechiele 18:4), e quindi la condanna eterna per il giudizio di Dio (Giovanni 3:16,36, Romani 5:8-11).
Chi confessa i peccati sinceramente nel nome di Gesù può avere la certezza del perdono dei suoi peccati e quindi essere salvati dall’ira di Dio (Romani 5:8-11; Efesini 1:7; 1 Giovanni 2:1-2).
La confessione dei peccati è anche necessaria per avere e mantenere costante la comunione con Dio (Isaia 59:1-2).
Inoltre, ci toglie un grande peso portando un benessere psico-fisico a noi stessi, infatti, il peccato e le sue conseguenze sono deleterie sul peccatore come ci dice il Salmo 32:1-5. In questo Salmo vediamo la felicità di chi ha sperimentato il perdono dei propri peccati da parte di Dio, questa è una realtà nei veri credenti! La confessione dei peccati libera dalla colpa dall’angoscia, dai lamenti, dal dolore emotivo, dal tormento da un peso che priva di vitalità.
Dunque coprire i peccati, non confessarli a Dio non ci giova a niente, ci allontana da Dio e ci toglie le forze. 
Negare, reprimere o ignorare il peccato è dannoso per la nostra vita (Proverbi 28:13). 

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