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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Salmo 86:8-10: Una preghiera di dipendenza (3)

 Salmo 86:8-10: Una preghiera di dipendenza (3)
Stiamo meditando su questo salmo e abbiamo visto che la preghiera è la dichiarazione che dipendiamo da Dio. 
Abbiamo visto che la preghiera è la richiesta urgente di un uomo fedele e la voce della fiducia in Dio (v.2), la richiesta urgente e perseverante di un uomo angosciato che richiede la grazia di Dio (vv.1,3,7), è l’elevazione dell’anima a Dio (v.4).  
Nei vv.8-10 troviamo che la preghiera è concentrarsi su Dio.
Anche nell’angustia, Davide è in pericolo di vita (vv.7,13-14,17), ha fede e adora il Signore.
È certamente un segno di buona salute spirituale riflettere sulla grandezza di Dio e adorarlo, anche quando siamo in grande sofferenza, quindi non essere immersi e risucchiati dai propri problemi!
Dividiamo la preghiera in adorazione, intercessione, confessione, supplicazione, ma noi vediamo che in questo salmo la supplicazione è mischiata con l’adorazione.
Davide va umilmente davanti a Dio, ma esprime la sua fede in Dio non solo con la supplicazione, ma anche con l’adorazione. 
Le nostre preghiere dovrebbero esprimere la fiducia in Dio e allo stesso modo dichiarare a Dio perché ci fidiamo di Lui mentre adoriamo la Sua natura, il Suo carattere!
Per fare questo, però, dobbiamo prima conoscere bene Dio!
Philip Ryken scrive: “Devi avere una teologia prima di poter avere una vita di preghiera. Conoscere il carattere di Dio precede l'avere intimità con lui attraverso la preghiera. Troppe preghiere sono superficiali nella loro comprensione del carattere di Dio. Invece, dovrebbero essere sature della lode dei suoi gloriosi attributi”.
L’adorazione per l’unicità e la grandezza del Signore nei vv. 8-10 funziona come una confessione di fede in questo salmo. 
Nell’adorazione del Signore vediamo tre aspetti.
 
Prima di tutto vediamo:
I L’INCOMPARABILITÀ DEL SIGNORE (v.8)
Nel v.8 leggiamo: ”Non c'è nessuno pari a te fra gli dèi, o Signore, e non ci sono opere pari alle tue” (v.8).
Se Davide ha speranza in Dio è per la Sua natura incomparabile!
Larry Richards afferma: “La speranza per noi come per l'antico Israele si basa interamente sulla natura incomparabile del nostro Dio”.
Il salmista chiede aiuto a Dio, perché Dio è incomparabile nella Sua natura e nei Suoi atti potenti.
L'esperienza del passaggio di Israele attraverso il Mar Rosso degli Ebrei ha dimostrato la grandezza del Signore. 
Nel canto che celebrava la sua vittoria, il popolo di Dio si unì a Mosè cantando: “Chi è pari a te fra gli dèi, o Signore? Chi è pari a te, splendido nella tua santità,
tremendo anche a chi ti loda, operatore di prodigi?” (Esodo 15:11).
 
Questa domanda era in effetti una forte affermazione dell'eccellenza incomparabile del Dio d’Israele che nessuno poteva, può e potrà eguagliare!
 
Sempre Philip Ryken scrive: “Dio è incomparabile. Il suo potere di salvare è unico. Operando i suoi prodigi per portare Israele fuori dall'Egitto, dimostrò che nessun altro può eguagliare la sua santa maestà e la sua imponente gloria”.
Mentre Davide condivide questa verità di Esodo con un'affermazione positiva e non con una domanda: ”Non c'è nessuno pari a te fra gli dèi, o Signore, e non ci sono opere pari alle tue”.
Dichiarazioni dirette come queste si trovano in altre parti nell’Antico Testamento (cfr. per esempio Esodo 8:10; Deuteronomio 3:24; 2 Samuele 7:22; 1 Re 8:23; Salmo 5:10).
Anche Isaia chiedeva: “A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste?” (Isaia 40:18).
Dio stesso chiede: “A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?” (Isaia 40:25).
La risposta implicita è: “A Nessuno!”
E questo perché Dio è di una categoria a parte, unica nel Suo genere! 
È l’unico Creatore! È il Santo! Eterno! Infinito e immutabile! Onnipotente! E così via.
Noi vediamo due aspetti riguardo l’incomparabilità del Signore.
Prima di tutto:
A) L’incomparabilità del Signore fra gli dèi
”Non c'è nessuno pari a te fra gli dèi” (v.8).
L'affermazione presuppone l'esistenza di altri dèi (cfr. per esempio Esodo 12:12). 
In un mondo antico pieno di dèi, questa affermazione enfatizza l'inadeguatezza di tutti i rivali davanti al Signore: nessuno fra gli dèi è pari a Dio!
Dio non può essere paragonato a niente e a nessuno!
Dobbiamo adorare Dio ammirandolo più di ogni altra cosa perché Dio merita questo!
Questi versetti ci fanno capire che il Signore è in una categoria a parte in ciò che è e in ciò che fa. 
Il Signore è così diverso dalle altre divinità, che solo Lui merita il nome “Dio” (ʾelōhiym – v.10), cioè il Creatore e il Signore assoluto accanto a cui non esiste nessun altro, nessun’altra volontà Onnipotente!
Il Dio vivente è molto diverso dagli idoli morti che le nazioni circostanti adoravano (Salmo 115:5-7). 
In 1 Samuele 12:21 il profeta esorta il popolo a non allontanarsi dal Signore dicendo: “Non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane”.
Il profeta Samuele, dopo aver esortato il popolo d’Israele a non allontanarsi dal Signore (v.20), ora lo ribadisce di nuovo e dice la motivazione specificando e sottolineando due volte che andrebbero dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare!
“Allontanarsi” (sûr) indica “deviare” “cambiare direzione”, in questo caso significa lasciare il Signore allo scopo di seguire altro, che Samuele chiama “cose vane”.
“Cose vane” (hattōhû) si riferisce a cose senza valore, inconsistenti, inutili, vuote, senza niente come un deserto (cfr. per esempio Isaia 24:10; 34:11; 45:18).
“Cose vane” si riferisce a ciò che non è funzionale e non produttivo, e in quanto tale è un termine appropriato per descrivere gli idoli (cfr. 1 Corinzi 8:4).
Infatti, alcuni studiosi sono convinti si riferisca agli idoli secondo Isaia 41:29; 44:9, e questo era stato il problema di Israele (cfr. per esempio 1 Samuele 12:10).
L'idolatria è proprio come il nulla, niente di sostanziale; è un'entità vuota che premia colui che in essa confida solo con la vanità, o il vuoto.
Anzi ti svuota come ci ricorda il Salmo 115:1-8, le persone che adorano gli idoli sono senza vita come gli idoli che adorano!
Le nazioni che confidano negli idoli diventeranno impotenti come gli idoli in cui confidano invano (cfr. per esempio Salmo 135:18; Isaia 44:19-20). 
Il Nuovo Testamento esorta le persone a convertirsi dagli idoli, "da queste vanità vi convertiate al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi" (Atti 14:15; cfr. 1 Tessalonicesi 1:9).
Dunque Dio, il Signore è incomparabile agli dèi!
Inoltre vediamo anche:
B) L’incomparabilità delle opere del Signore
Sempre al v.8 è scritto:“E non ci sono opere pari alle tue”.
Non c'è altro Dio come il Signore, perché è grande e opera meraviglie… è il solo Dio! (v.10).
Non ci sono opere come quelle del Signore!
“Opere” (maʿăseh) si riferisce a "ciò che viene fatto, o realizzato" a ciò che fa il Signore, alla Sua attività nella storia (cfr. per esempio Deuteronomio 29:2-3; Giosuè 23:3; Salmo 118:17). 
Lo studioso Thomas Mccomiskey riguardo questa parola scrive: “La parola sottolinea frequentemente gli atti di Dio nella sfera della storia. Questi contesti sottolineano uno dei concetti più basilari della teologia dell’Antico Testamento, cioè che Dio non è solo trascendente, ma è anche immanente nella storia, realizzando il suo scopo sovrano”.
Per esempio in particolare la Sua opera della creazione (cfr. per esempio Salmo 33:4; 86:3-8), della Sua provvidenza intesa al Suo controllo su questa terra secondo la Sua volontà che non possiamo cambiare e capire (cfr. per esempio Ecclesiaste 7:13; 8:17; 11:5; di salvezza e di giudizio (cfr. per esempio Deuteronomio 11:3,7; Giudici 2:7,10; Giosuè 24:31). 
In Deuteronomio 11:2-7 Mosè ricorda agli Israeliti, mentre stanno per attraversare il Giordano, come i loro occhi abbiano visto le grandi cose, cioè grandi opere, atti che il Signore ha compiuto (v.7), specificando le piaghe Egiziane, la liberazione di Israele e la distruzione degli Egiziani al Mar Rosso, ecc. 
Così anche la parola “opere” la troviamo per esempio in Giudici 2:7 dove parla degli anziani che sopravvissero a Giosuè videro le grandi opere che il Signore aveva fatte in favore d'Israele.
Queste grandi opere non si limitano alla conquista di Canaan, ma comprende tutta la sua grande liberazione, l'esodo, la peregrinazione e l'invasione, di cui la generazione di Giosuè è stata testimone.
Adottando il linguaggio nell’inno di vittoria del passaggio nel Mar Rosso, Davide attira l’attenzione sulla grandezza e sulla potenza del Signore nel provvedere la salvezza al Suo popolo.
 
Quando il popolo era impotente a salvarsi, Dio ha provveduto loro una salvezza miracolosa. 
Non sorprende allora, il fatto che Davide usi queste parole nel momento della sua attuale angoscia.
Nel suo disperato bisogno di essere salvato dalle proprie circostanze angosciose, come lo era per il popolo d’Israele davanti il Mar Rosso con alle calcagna in modo minaccioso gli Egiziani, Davide, a causa dei suoi nemici, ha bisogno di ricordare a se stesso e ai suoi lettori che il loro Signore è il Dio della liberazione miracolosa: non c'è nessuno come Lui che possa agire come Lui in modo potente!
Nessuno può fare le opere che il Signore fa, perché nessuno è come Lui!
Nessuno degli dèi è come il vero Dio vivente in nessuna maniera: solo il Signore è Dio!
Le Sue azioni ineguagliabili indicano il Suo essere unico e ineguagliabile, portando il salmista ad adorarlo (cfr. per esempio Salmo 139:14).
In secondo luogo vediamo:
II L’UNIVERSALITÀ DEL SIGNORE 
“Tutte le nazioni che hai fatte verranno a prostrarsi davanti a te, Signore, e glorificheranno il tuo nome” (v.9).
“Prostrarsi” (ḥā·wā) è assumere una posizione bassa in segno di onore, adorazione, di massimo rispetto, omaggio alla divinità (cfr. per esempio Deuteronomio 26:10; 2 Re 17:36; 18:22; 2 Cronache 32:12; Neemia 9:3; Salmo 95:6-7; 99:5,9; 132:7; Zaccaria 14:16-17). 
“Glorificare” (kāḇēḏ) è riconoscere, o stimare positivamente, onorare il carattere di Dio (cfr. per esempio 1 Samuele 2:30; Salmo 86:12; Isaia 43:23; Malachia 1:6).
Il pensiero di portare gloria al nome di Dio ricorre anche nel Salmo 96:8 dove dice: "Date al Signore la gloria dovuta al suo nome”.
Alla luce di chi è il Signore e delle Sue opere miracolose, le nazioni lo riconosceranno e si prostreranno davanti a Lui.
Il Signore non è Dio circoscritto solo a Israele! 
Infatti “tutte le nazioni che hai fatte verranno a prostrarsi davanti a te, Signore, e glorificheranno il tuo nome”. 
Ci sono diversi passi che parlano di nazioni che adoreranno il Signore (cfr. per esempio Salmo 22:27; Isaia 2:2-3; 45:23; 60:3-5; 66:18-23; Geremia 16:19; Sofonia 2:11; Zaccaria 8:21–22; 14:16; Malachia 1:11; Apocalisse 7:9-12; 15:4). 
Questo può essere inteso che ci saranno salvati da ogni nazione.
In Apocalisse 7:9-12 leggiamo: “Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: ‘La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello’. E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: ‘Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen’”.
Dio conquisterà gli adoratori da tutte le nazioni! Il Grande mandato non può fallire! (cfr. per esempio Matteo 28:18-20; Marco 16:15-16; Luca 24:44-47).
John Piper commentando questo il Salmo 86:9 dice: “Ogni volta che mi scoraggio nel ministero, mi rivolgo a un passaggio come questo e ricordo a me stesso – predico a me stesso – che sono dalla parte di Dio e Dio non può perdere. Egli è più grande di tutte le nazioni ed eserciterà la sua grandezza per portare le nazioni a sé. La Grande Commissione non può fallire. Il v.9 non è un forse o una possibilità. È una certezza. ‘Tutte le nazioni che hai creato verranno e si inchineranno davanti a te’".
Anche il Salmo 22:27–28 ci parla di questa certezza: " Tutte le estremità della terra si ricorderanno del SIGNORE e si convertiranno a lui; tutte le famiglie delle nazioni adoreranno in tua presenza. Poiché al SIGNORE appartiene il regno, egli domina sulle nazioni". 
Oppure può essere inteso che i non credenti, senza essere comunque salvati, alla fine riconosceranno chi è Dio! La Sua unicità!
Per esempio in Apocalisse 15:4 è scritto: “Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati manifestati”.
Daniel Estes scrive: “Anche i nemici arroganti che affliggono il salmista (v. 14) un giorno dovranno inginocchiarsi davanti al Signore (cfr. Isaia 66:18–23; Zaccaria 14:16; Apocalisse 15:4). Questa, quindi, è una prefigurazione dell'Antico Testamento dell'insegnamento del Nuovo Testamento in Filippesi 2:9–11, che ogni ginocchio si piegherà davanti a Cristo in un gesto di rispetto e sottomissione davanti a lui”. 
Le nazioni si inchineranno davanti a Dio, riconosceranno alla fine Colui che le aveva create e plasmate.
Da nessuna parte tra gli dèi delle nazioni c'è un dio come il vero e vivente Dio, il Signore, Yahweh. Infatti, solo Lui è Dio! (v.10). 
Poiché Dio è il creatore di tutte le nazioni, sarà glorificato da tutte le nazioni, quando verranno a inchinarsi davanti a Lui riconoscendolo il Signore Dio.
L'intero universo esprimerà la totale sottomissione e riconoscerà la Sua potenza superiore, sovranità e maestà universale (cfr. per esempio Filippesi 2:10).
Può implicare che anche coloro che non vogliono riconoscere il Signore come Dio saranno costretti a farlo, volenti o nolenti, semplicemente perché sarà una realtà così ovvia e inevitabile.
La conclusione logica dell'incomparabilità del Signore rispetto agli dèi delle nazioni è che alla fine le nazioni stesse, si renderanno conto che il Signore è molto più grande degli déi che avevano adorato (cfr. Isaia 45:23; Filippesi 2:9-11).
Infine vediamo:
III LA SINGOLARITÀ DEL SIGNORE
Il v.10 dice: “Poiché tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio”.
Riferendosi al Signore come operatore di meraviglie, non solo ricorda tutte gli spettacolari miracoli che ha fatto in passato, ma sottolinea anche che è la Sua natura quella di fare miracoli!
Questa dichiarazione di fede si basa su prove storiche.
In questa esaltazione della grandezza di Dio è sottolineata la Sua unicità. 
Il motivo per cui le nazioni verranno a prostrarsi davanti al Signore e lo glorificheranno è perché è grande e opera meraviglie! (cfr. Neemia 9:17; Salmo 96:3-4; 106:21-22).
“Grande” (gādôl) indica, notevole, o fuori dall'ordinario per grado, grandezza o effetto.
Il Signore è grande e quindi degno di lode è scritto più volte nei salmi (cfr. per esempio Salmo 48:1; 96:4; 145:3; 147:5).
La grandezza di Dio lo rende più forte di tutte le nazioni del mondo e di tutti gli dèi dell'universo.
Dio è esaltato su tutti i popoli (cfr. per esempio Salmi 99:2), è Re delle nazioni (cfr. per esempio Geremia 10:6-7), un grande Re (cfr. per esempio Salmo 47:2,7) e Signore di tutta la terra (cfr. per esempio Salmo 97:5), Egli governa su tutto (cfr. per Esempio Salmo 103:3).
Come Sovrano è anche superiore agli dèi (cfr. per esempio Salmo 95:3), che nel Nuovo Testamento sono identificati con i demoni (cfr. per esempio 1 Corinzi 8:5; 10:20).
Satana stesso è chiamato il "dio di questo mondo" (Giovanni 12:31; 2 Corinzi 4:4).
1 Giovanni 5:19 dice che il mondo intero giace nel potere del maligno.
Ma 1 Giovanni 4:4 dice: "Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo". 
Non solo Dio è terribile per i re della terra (cfr. per esempio Salmo 76:12), ma anche e soprattutto temuto al di sopra di tutti gli dèi (cfr. per esempio Salmi 96:4) ed è esaltato molto al di sopra di tutti gli dèi (cfr. per esempio Salmi 97:9).
Mentre gli dèi popoli, sono vani, cioè non sono in grado di fare nulla, sono nulla in contrasto con la Sua grandezza, il Signore ha fatto i cieli (cfr. per esempio Salmo 96:5). 
Il Signore è più grande di tutti gli dèi senza vita che sono opera umana, fa ciò che vuole in cielo e sulla terra, nei mari e in tutte le profondità, controlla la natura e vince i popoli, fa sorgere le nuvole, crea fulmini e pioggia e fa uscire il vento dai magazzini (cfr. per esempio Salmo 135:5-18; 145:5-18); è grande anche nel salvare, liberare, rendere vittoriosi (cfr. per esempio Deuteronomio 7:21-24; Salmo 40:13-17).
La Sua grandezza porta in sé quella saggezza che non può essere paragonata alla saggezza di nessun altro (cfr. per esempio Geremia 10:6-7), e che è al di là di ogni misura (cfr. per esempio Salmo 147:5). 
Per la Sua grandezza sono nelle Sue mani le profondità della terra e le altezze dei monti sono Sue, considerando questo, il salmista invita ad adorarlo! (cfr. per esempio Salmo 95:4-5).
Come potenza universale, la grandezza di Dio, non solo ha un’energia creatrice e di provvidenza, include anche l'ufficio di giudice universale, che stabilisce e garantisce la legge e l'ordine, e impedisce al caos di vincere l'umanità (cfr. per esempio Salmo 76:1-9).
Questi sono alcuni esempi che ci parlano della grandezza di Dio.
La grandezza di Dio è centrale e assolutamente rilevante per tutta la vita perché cambia il nostro modo di vivere se ne siamo veramente consapevoli!
Quando pensiamo alla grandezza di Dio, i nostri problemi diventano piccoli!
Quando pensiamo alla grandezza di Dio le nostre sfide ci sembrano più facili!
Quando pensiamo alla grandezza di Dio siamo sereni e fiduciosi davanti la malvagità di questo mondo e la guerra spirituale!
Quando pensiamo alla grandezza di Dio lo scoraggiamento diventa incoraggiamento, la disperazione diventa speranza, la tristezza diventa gioia, la paura diventa coraggio, il dubbio diventa fede!
 
Preghiamo che il Signore ci dia consapevolezza della Sua grandezza!
Dio opera (ʿōśēh – qal participio attivo), cioè compie, esegue meraviglie!
“Meraviglie” (pālāʾ) indica qualcosa di straordinario, che sorpassa l’ordinario, sono atti soprannaturali di Dio (cfr. per esempio Salmo 72:18; 77:14).
Descrive le attività esclusive di Dio nella creazione e nella redenzione! (cfr. per esempio Salmo 9:1-4; 78:4,11,32).
Non ci sono opere come le opere del Signore!
Nessuno può fare le opere che il Signore fa, cioè le meraviglie, perché nessuno è come Lui (cfr. per esempio Salmo 35:10;71:17-19; Isaia 40:10-31 Michea 7:18).
Il Signore fa cose che nessun altro può fare (cfr. per esempio Salmo 71:17; 72:18), perché opera miracoli che non rientrano negli atti del potere umano, o degli idoli. 
Le “meraviglie” sono dimostrazioni del potere divino e indicano il Dio glorioso che è, la Sua grandezza è testimoniata dalle Sue opere potenti.
Il Signore non è solo il migliore degli dèi, ma solo Lui è Dio! (v.10).
Come ci ricorda Deuteronomio 4:35: “Tu sei stato fatto testimone di queste cose affinché tu riconosca che il SIGNORE è Dio, e che oltre a lui non ve n'è nessun altro” (cfr. per esempio Neemia 9:6; 2 Re 19:15,19; Salmo 83:16; Isaia 37:16,20; 43:10; 44:6,8; 45:18). 
Il Signore è il Dio supremo e il Signore assoluto! (Deuteronomio 10:17).
Il Signore è l’Altissimo (per esempio Salmo 47:2; Lamentazioni 3:35-38).
CONCLUSIONE
Quali sono le implicazioni davanti un Dio così incomparabile, universale e unico?
Come abbiamo sottolineato, prima di tutto:
(1) Solo Dio deve essere adorato
Per noi cristiani, il Signore è il nostro Dio che ci ha salvato in Cristo a caro prezzo dai peccati per essere Suoi (cfr. per esempio Esodo 20:2-3; Matteo 4:10; Giovanni 3:16; 4:42; 1 Corinzi 6:19-20; Efesini 2:4-10), pertanto siamo Suoi e non dobbiamo adorare altre divinità!
Ora contemplare la grandezza di Dio e le Sue opere miracolose ci spinge ad adorarlo, e a non essere piegati su noi stessi!
Paul Evans parlando dell’adorazione afferma: "L'adorazione non riguarda noi, ma Dio. La partecipazione regolare all'adorazione aiuta a riallineare la nostra prospettiva e ci impedisce di essere auto-assorbiti. L'adorazione di Dio ci ricorda il suo valore e la sua importanza".
Più conosciamo Dio, e più vedremo la Sua importanza e il Suo valore, e più lo adoreremo e meno saremo assorbiti da noi stessi!
Allora com’è la tua preghiera? Com’è la tua teologia? 
La tua preghiera dipende dalla conoscenza che hai di Dio e dal credere in quello che conosci di Dio.
Con una consapevolezza profonda di Dio la tua fede sarà forte e nei momenti difficili, come quelli che aveva Davide, li affronterai focalizzandoti sulla grandezza di Dio e lo adorerai, non sarai risucchiato dai tuoi problemi, rafforzerà la tua fede e avrai serenità anche in mezzo ai problemi e ai tuoi bisogni.
Philip Ryken afferma: “Il Dio che poteva aprire il Mar Rosso per il passaggio di Israele, che poteva fermare il sole nel cielo per permettere a Giosuè di inseguire i Cananei, e che mandò il proprio Figlio a nascere da un grembo vergine e morire per i nostri peccati sulla croce è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza terrena o spirituale che potremmo incontrare”.
In secondo luogo:
(2) Solo Dio deve essere servito
Solo a Lui dobbiamo essere consacrati e servire!
La consacrazione a Dio è dare tutto te stesso in sacrificio vivente! (cfr. per esempio Romani 12:1).
Se Dio per te vale qualcosa deve valere tutto!
E questo significa dare a Lui tutto te stesso! 
Leggiamo tre passaggi della Bibbia a riguardo.
Il primo è Deuteronomio 6:4-5: “Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze”.
Essendo l’unico Signore dobbiamo amarlo con tutto noi stessi, e questo Gesù lo ribadirà ancora nei vangeli (cfr. per esempio Matteo 22:37; Marco 12:30).
In Deuteronomio 10:12-13 è scritto: “E ora, Israele, che cosa chiede da te il SIGNORE, il tuo Dio, se non che tu tema il SIGNORE, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti del SIGNORE e le sue leggi che oggi ti do?”
Così anche nel Nuovo Testamento, Paolo esorta: “Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore” (Romani 12:11).
Sii zelante e fervente nello spirito, servi il Signore!


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