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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Luca 19:1-5: Il contesto della conversione di Zaccheo

 Luca 19:1-5: Il contesto della conversione di Zaccheo 
L'incontro di Gesù con Zaccheo giunge al termine del viaggio verso Gerusalemme.

La conversione di Zaccheo illustra il frutto (la salvezza) del pentimento e della fede, come anche la folla come un ostacolo per vedere Gesù, come lo era la cecità per il cieco che Gesù ha guarito prima di entrare a Gerico (Luca 18:35-43). 

L'enfasi in questo racconto della conversione di Zaccheo è un’illustrazione che le cose impossibili agli uomini come la salvezza di una persona ricca, è possibile per Dio, come vediamo nell’incontro del giovane ricco con Gesù (Luca 18:18-30).

La conversione di Zaccheo ci parla dell'iniziativa di Gesù nel cercare e trovare appunto Zaccheo per salvarlo (Luca 19:10).

La storia di Zaccheo è il secondo evento di Gerico che descrive gli elementi della conversione, o del ravvedimento, l’altro è del figliol prodigo.

Nel contesto della conversione di Zaccheo vediamo prima di tutto:
I IL POSTO (v.1)
Nel v.1 leggiamo: “Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città”.

“Attraversava” (diērcheto - imperfetto) implica che Gesù doveva passare per Gerico per andare a Gerusalemme, vi entrò solo per lasciarla all'altra estremità; infatti la Sua destinazione era Gerusalemme a circa 20 chilometri di distanza, ma come mostrato dal fatto che dirà a Zaccheo che doveva fermarsi a casa sua, mostra che era nel piano divino salvarlo dai peccati e dalla Sua ira.

Gerico era una città ricca con un clima mite; c’erano diverse sorgenti che rendevano la sua pianura fertile.

Una delle cose per cui Gerico era famosa era il balsamo. 
Lo storico Giuseppe Flavio chiamava il balsamo "la cosa più preziosa che ci sia". Era fragrante, lenitivo e molto apprezzato per le sue qualità curative. 

Così il commercio di questa e di altre merci abbondanti nella zona di Gerico, producevano tasse elevate per il governo Romano. 

Gerico era al centro di una vasta rete di rotte commerciali; aveva collegamenti commerciali con Damasco, Tiro e Sidone a nord, Cesarea e Giaffa a ovest, e l'Egitto a sud, così come con molte altre città e paesi in ogni direzione. 

Lo storico Giuseppe Flavio lo descrive come la parte più ricca del paese e la chiama “un piccolo paradiso”.

A proposito di Gerico lo studioso William Hendriksen scrive: “Anche prima del regno di Erode I, Gerico era già ‘un piccolo paradiso’, con le sue palme, i roseti, ecc. Erode il Grande e suo figlio Archelao l'avevano resa ancora più bella. Un grande palazzo d'inverno era stato costruito lì, anche un teatro e un ippodromo. Alcune delle strade erano fiancheggiate da alberi di sicomoro. Il clima era delizioso. Marco Antonio non aveva dato la città alla regina egiziana (Cleopatra) come segno del suo affetto?”

Dunque in questa città viveva colui che Gesù salverà dai peccati.

Consideriamo ora:
II LA PERSONA (v.2) 
Nel v.2 è scritto: “Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco”.
Nel testo viene evidenziato chi era Zaccheo.

Prima di tutto vediamo:
A) Il significato del nome “Zaccheo” 
Il nome greco per “Zaccheo” (Zakchaios) è l’equivalente del nome Ebraico “Zaccai” (Zǎk·kǎy- Esdra 2:9; Neemia 7:14) e significa “puro”, o “innocente”, o “giusto”, certamente fino a quel momento Zaccheo non lo era perché era un peccatore, era perduto è necessitava di essere salvato da Gesù (Luca 19:7-10).

In secondo luogo Luca descrive:
B) La professione di Zaccheo
“Era capo dei pubblicani” (v.2).

“Capo dei pubblicani” (architelṓnēs) è “capo esattore delle tasse”, o “direttore degli esattori”, una sorta di direttore distrettuale degli esattori.

Dunque, Zaccheo era un pubblicano (telōnai) molto importante, non era un esattore delle tasse di basso livello, era il capo dei pubblicani, di rango superiore rispetto agli altri esattori locali.

I pubblicani prendevano per appalto la riscossione delle tasse dalle quali davano una quota fissa al governatore Romano, e questo accordo aprì la porta a frodi ed estorsioni, perché potevano chiedere quello che volevano per coprire le spese e realizzare un profitto. 

Gerico essendo una grande città di frontiera e uno snodo commerciale importante, era un centro fiscale regionale importante, così per Zaccheo era stato facile arricchirsi, soprattutto se si pensa che raccoglievano oltre di quello che davano ai Romani facevano richieste eccessive, prendevano più del dovuto, frodando le persone (cfr.v.8).

Ecco perché la popolazione si scandalizzò quando Gesù si auto-invitò ad andare a casa di Zaccheo (Luca 19:7).
Infine nella persona di Zaccheo Luca ci dice:
C) La posizione sociale di Zaccheo
“Era ricco” (v.2).

La ricchezza di Zaccheo proveniva dalla sua attività lucrosa di capo esattore delle tasse, proveniva dai grandi profitti frutto delle sue numerose commissioni che vi erano a Gerico frodando (Luca 19:8).

La disonestà dei pubblicani era conosciuta, a conferma di questo quando alcuni pubblicani pentiti chiesero a Giovanni Battista: "Maestro, che dobbiamo fare?" (Luca 3:12).
Giovanni non gli disse loro di lasciare il lavoro di pubblicani, ma piuttosto li esortò dicendo: "Non riscotete nulla di più di quello che vi è ordinato” (Luca 3:13).

La risposta di Giovanni a questi esattori presuppone un giudizio ampiamente documentato che tali persone nell'antichità erano disoneste abusando del sistema di tassazione per il proprio guadagno finanziario.

Infine vediamo:
III IL PROPOSITO DI ZACCHEO (vv.3-5) 
Il proposito di Zaccheo era quello di vedere Gesù.

Questo testo ci dice che:
A) Zaccheo fa di tutto per vedere Gesù
Leggiamo ancora nei vv.3-4: “Cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura.  Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via”.   

“Cercava” (ezētei – imperfetto attivo indicativo) è raggiungere qualcosa che si desidera, implica uno sforzo serio e continuo.

“Di vedere” (eidon – aoristo attivo infinitivo) indica lo scopo di vedere Gesù.

Qual era il motivo per cui Zaccheo voleva vedere Gesù?
Non viene detto, ma è probabile che Zaccheo avesse sentito parlare di Gesù dei Suoi miracoli e insegnamento, del Suo amore per gli emarginati, tanto che lo chiamavano amico dei pubblicani e peccatori (Luca 7:34), e non avendolo mai visto prima, ora sapendo che stava passando per Gerico, per curiosità lo vuole vedere come il desiderio di Erode di vederlo (Luca 23:8).

Ma la curiosità e la semplicità che ha mostrato Zaccheo, può essere uno strumento di Dio, una preparazione per la fede, ed è quello che disse Giovanni Calvino: "La curiosità e la semplicità sono una sorta di preparazione alla fede".

Ma Zaccheo ha due ostacoli nel vedere Gesù: c’era molta gente ed era basso di statura, allora per vederlo corse in avanti sulla strada dove sapeva che Gesù doveva passare e salì sopra un sicomoro come un ragazzino.
Il sicomoro è un albero appartenente alla famiglia delle Moracee, come il fico e le foglie ricordano quelle di un gelso, il frutto commestibile è simile a quello del fico; può raggiungere altezze di venti metri, ed era facile salirci sopra.
Questo albero era piantato ai bordi della strada.

Come un ragazzino Zaccheo salì sull'albero e senza sapere adempì la parola di Gesù che se non diventiamo come bambini non vedremo il regno di Dio (Matteo 18:3).

Quindi, il desiderio di Zaccheo è così forte che fa di tutto per vedere Gesù, per superare gli ostacoli! 

Zaccheo c’insegna la determinazione, fu determinato nel cercare di vedere Gesù, non si scoraggiò davanti gli ostacoli per conoscerLo!

Gesù ti sta cercando!
Egli cerca e salva ancora i perduti. 
Non lasciare che “la folla” ti tenga lontano da Lui!
Fai tutto il possibile per conoscerlo!
Non lasciare che il tuo orgoglio ti spinga sempre di più lontano da Dio!

Non ti scoraggiare davanti gli ostacoli nel conoscere Gesù!

Ci saranno tanti ostacoli sul nostro cammino: attacchi del diavolo, dubbi, paure, persone, tentazioni, orgoglio, vanità, la concupiscenza, il materialismo, la superbia della vita, l’amore per questo mondo e il peccato e così via!

Ma pur di vedere chi era Gesù, Zaccheo fece di tutto, superò i suoi ostacoli salendo sull’albero.

Per la grazia di Dio, preghiamolo che ci aiuti con lo Spirito Santo a vincere i nostri ostacoli.

Inoltre, non dobbiamo vergognarci di conoscere Gesù.

Deve essere stato uno spettacolo divertente per la folla vedere questa persona così potente e ricca, Zaccheo, salire su un albero come un ragazzino per vedere Gesù! 

Potremmo aspettarci di vedere bambini arrampicarsi sugli alberi e sedersi sui rami con le gambe penzoloni, ma certamente una persona come Zaccheo no!

Quando c'è un vero desiderio di conoscere Gesù Cristo e il potere della Sua salvezza, non ci sarà alcuna preoccupazione per il timore di quello che possono pensare gli altri, nessun sentimento di vergogna ci sarà in una ricerca così importante per il destino eterno!!

James Edwards afferma: “La determinazione di Zaccheo è ammirevole, perché non permette che ‘ciò che pensano gli altri’ lo scoraggi dal vedere Gesù”.

Molte persone si vergognano di andare in chiesa, o essere associati ad altri cristiani perché hanno paura del giudizio degli altri!

J.C. Ryle disse tanti anni fa, ma è ancora attuale: “Ci sono migliaia di uomini che affronterebbero un leone, o prenderebbero d'assalto una breccia, se il dovere li chiamasse, e non temerebbero nulla, e tuttavia si vergognerebbero di essere considerati ‘religiosi’, e non oserebbero dichiarare di voler piacere a Cristo piuttosto che agli uomini. Davvero meraviglioso è il potere del ridicolo! Meravigliosa è la schiavitù in cui gli uomini vivono per l'opinione del mondo!”

Diversi passaggi scoraggiano il vergognarsi per Gesù per esempio Gesù in Marco 8:38 dice: “Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli”.

Così anche Paolo afferma: “Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco” (Romani 1:16).

Non dobbiamo vergognarci di Gesù! Perché Gesù è Colui che ci salva dai peccati e dall’ira di Dio!
Non c’è nulla in Gesù Cristo per cui dobbiamo vergognarci!

Un giovane si alzò per dare la sua testimonianza di Cristo in un incontro all'aperto. Non essendo abituato a parlare in pubblico, all'inizio balbettava molto. Un ateo che passò di lì gli gridò: "Dovresti vergognarti di stare in piedi e parlare così!" "Hai ragione", rispose il giovane. “Mi vergogno di me stesso, ma non mi vergogno di Cristo”.

Non dobbiamo vergognarci di Gesù Cristo! Questo giovane come Zaccheo non lo era!

Dobbiamo essere disinteressati per quello che pensano gli altri riguardo la nostra fede in Gesù! Se ci prenderanno in giro, se ci deridono!

David Garland scrive: “La determinazione di Zaccheo significa che non gli dispiace sembrare ridicolo nella sua ricerca”.

Non dobbiamo aver paura di essere ridicolizzati per Gesù Cristo!

In secondo luogo vediamo che:
B) Gesù prende l’iniziativa
Nel v.5 leggiamo:“Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: ‘Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua’”. 
Quando passò dove stava Zaccheo accovacciato sull’albero, Gesù fa una mossa a sorpresa, alzò gli occhi e gli ordinò di affrettarsi a scendere perché doveva pernottare a casa di Zaccheo.

Proprio come Zaccheo si affrettò a correre e trovare un posto per vedere Gesù, così gli viene detto urgentemente di scendere.

Il testo non indica come Gesù ha conosciuto il nome del pubblicano, alcuni hanno pensato che Gesù lo abbia sentito da qualcuno in mezzo alla folla che lo chiamava, oppure Gesù lo ha chiesto a qualcuno, ma è più probabile che Gesù lo conosceva per capacità sovrannaturale (cfr. Giovanni 1:47-48).

Ora l'iniziativa di Gesù nel chiamare Zaccheo, illustra che la salvezza dai peccati inizia sempre da Dio. 

Gesù è Dio con noi, Emmanuele (Matteo 1:23), che ci salva perché siamo impotenti a salvare noi stessi (cfr. per esempio Geremia 17:9; 13:23; Giovanni 8:34; Romani 3:23; 7:18-24, Efesini 2:1-3).

Qualche anno fa ricordo una persona cadde nel fango ed era così tanto sprofondato che è stato liberato dall’alto con un elicottero!

Così tutti quanti noi siamo così sprofondati nel peccato che solo Gesù ci può salvare! (cfr. per esempio Giovanni 4:42; Atti 4:12).

Il fatto che Gesù prende l’iniziativa indica che era:
(1) Il piano di Dio
In Luca “oggi” (sēmeron) denota frequentemente l'immediatezza di un evento, o la necessità di rispondere (Luca 2:11; 4:21; 5:26; 13:32, 33; 22:34; 23:43). 

Al v.5 “oggi” è enfatico, come per indicare qualcosa che deve essere fatta.

Invece “debbo” (dei – presente attivo indicativo) Luca lo usa spesso per indicare la necessità divina (Luca 2:49; 4:43; 9:22; 13:16, 33; 15:32; 17:25; 22:37; 24:7,26,44), cioè qualcosa che Dio vuole che deve fatta, che era il Suo piano!

Dietro l’imperativo di Gesù a Zaccheo c'è una necessità impostagli da Dio!

Evidentemente la necessità divina, il piano di Dio era di sottolineare la natura della missione di Gesù e quindi anche la salvezza di Zaccheo che ne è il modello. 
Fa parte della missione divina di Gesù cercare e salvare i perduti, ed era nel piano di Dio salvare Zaccheo! (v.10). 

Parlando di “debbo fermarmi“, lo studioso Leon Morris scriveva: “È un’espressione molto forte, Gesù riteneva che la sua visita a casa di Zaccheo facesse parte della sua missione divina”.

Zaccheo cercava di vedere chi era Gesù e non sa che lui stesso era cercato per essere salvato!

J.N. Aletti dice: “Zaccheo voleva andare verso Gesù per vederlo passare, o piuttosto per vedere ‘chi egli era’; ed ecco che viene a sapere, e il lettore con lui, che in realtà era Gesù che veniva a lui per cercarlo”.

Quindi, le parole “oggi” (sēmeron) e “debbo” (dei) indicano l'urgenza e il piano divino nell'iniziativa di Gesù che riguardavano le azioni di Zaccheo a scendere dall’albero per ospitarLo. 

Quindi Gesù considerava il Suo soggiorno a casa di Zaccheo come parte della Sua missione secondo il piano di Dio.  

Il fatto che Gesù prende l’iniziativa indica che era:
B) La grazia di Dio
Noi vediamo qui la grazia (cfr. per esempio Efesini 2:8-9; 1 Timoteo 1:12-15; Tito 3:4-7) di Gesù verso il peccatore Zaccheo.

Gesù non è andato da Zaccheo perché lo meritasse, ma per la Sua sola grazia.

La grazia è l’amore dato gratuitamente! 

Thomas Goodwin disse: “La grazia è la gratuità dell'amore”.
La grazia è il favore gratuito di Dio, il Suo amore in azione.

Paolo ai Romani dice che dove il peccato dell’uomo abbonda, la grazia di Dio sovrabbonda! (Romani 5:20).
Quindi, la grazia di Dio supera incommensurabilmente la portata del peccato umano!

La grazia di Dio fonda i rapporti divino-umani sulla generosa iniziativa di Dio e sulla Sua fedeltà che culmina nella Sua potente attività perdonatrice e riparatrice salvifica a favore dell'umanità peccaminosa.

La grazia è amore che si prende cura, si china, perdona e salva!

Questo è il modo in cui Gesù salva i peccatori perduti: lo fa, entrando direttamente nelle nostre vite, anche senza essere invitato come ha fatto con Zaccheo!

J. C. Ryle disse: "Se mai c'è stata un'anima cercata e salvata, senza aver fatto nulla per meritarla, quell'anima è stata l'anima di Zaccheo... Senza che sia richiesto, nostro Signore si ferma e parla a Zaccheo. Senza che sia richiesto, Egli si offre per essere ospite nella casa di un peccatore. Senza che sia richiesto, Egli manda nel cuore di un pubblicano la grazia rinnovatrice dello Spirito, e lo pone quel giorno stesso tra i figli di Dio". 

È per la sola grazia di Dio e non per i nostri meriti umani, per opere che noi possiamo avere un rapporto con Lui, che ci apre il cuore per accogliere Gesù e quindi avere la salvezza dai peccati e dal Suo giudizio! (cfr. per esempio Romani 4:4-5; 11:6; Galati 2:16; Efesini 2:1-5,8-9).

Matthew Henry spiegò l'opera salvifica di Dio nell'anima del peccatore in questo modo dicendo di Gesù: “Porta la sua accoglienza; apre il cuore e lo inclina ad accoglierlo".

Quando Dio chiama un peccatore mediante lo Spirito Santo, fa tutto ciò che dentro di noi deve essere fatto per essere salvati: ci convince che siamo peccatori, c’insegna chi è Gesù, Egli cambia la nostra mente e il nostro cuore in modo che siamo pronti a ricevere Gesù come Salvatore e Signore (cfr. per esempio Giovanni 3:1-9; 14:25-26; 16:8-11; 1 Corinzi 12:3; Tito 3:4-7).

Dunque, la storia della conversione di Zaccheo è una delle più chiare illustrazioni bibliche della grazia di Dio che cerca e trova un peccatore personalmente. 

Quel piccolo uomo di statura, in mezzo a una folla enorme, aveva un appuntamento divino con il Salvatore. 

Gesù lo trovò, lo chiamò per nome e lo salvò! (Luca 19:9-10).

CONCLUSIONE
Certamente Zaccheo c’insegna a essere determinati e a non vergognarci nel conoscere Gesù, ma questo non significa che l’iniziativa è la nostra per la salvezza, o che la salvezza sia per questo.

Lo studioso David Garland scrive: “L'intero vangelo di Luca è guidato dall'iniziativa di Dio nell'offrire perdono e riconciliazione, e l'iniziativa di Gesù con questo pubblicano esemplifica questa iniziativa divina”.

La conclusione del v.10 dove è scritto che il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e salvare i perduti significa che Zaccheo non ha inseguito con determinazione la grazia, voleva solo vedere Gesù come il resto della folla.

Nei vangeli vediamo che molti seguivano Gesù per qualche interesse (cfr. per esempio Giovanni 6:26), ma non erano interessati veramente al Gesù che salva.

L’iniziativa nella salvezza è di Dio!
Non possiamo andare da Gesù se non siamo attirati da Dio (Giovanni 6:44).
Prima di amarlo e Lui che ci ha amato prima (1 Giovanni 4:10).
Non siamo noi ad amare Dio per primi, ma è Dio che ci ama prima di noi ci ricorda 1 Giovanni 4:10!

L’apostolo Giovanni chiarisce che nel nostro rapporto con Dio, non c'è dubbio che Dio ha fatto la prima mossa!
 
È Dio che fa la prima mossa! Se una persona ha una relazione con Dio, è stato Dio che ha voluto questa relazione con questa! 
 
Se una persona lo può conoscere, avere un’amicizia con Dio, i meriti non sono i suoi, ma di Dio che ha fatto a lui grazia!

James I. Packer giustamente dice: “Conoscere Dio è una questione di grazia. È un rapporto in cui l’iniziativa parte sempre da Dio- e così deve essere, perché Dio è totalmente al di sopra di noi, e noi abbiamo completamente perso ogni diritto al Suo favore a causa dei nostri peccati. Non siamo noi a fare l’amicizia con Dio; è Dio che fa amicizia con noi, portandoci a conoscerlo mediante la rivelazione del Suo amore”. 

Questo esprime il pensiero di Paolo quando dice in Galati 4:8-9: “In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per        natura non sono dèi;  ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo?”
       
Paolo con le parole: “Ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio” (siete stati conosciuti - gnōsthentes è un aoristo passivo participio), afferma che la conoscenza che avevano i credenti della Galazia era la conseguenza della conoscenza che Dio aveva di loro. 

La voce passiva del verbo indica che l’iniziativa è stata di Dio e non dell’uomo! 
       
La conoscenza di Dio riguardo quei credenti, non indica semplicemente il fatto che li conosceva bene, in profondità, che conosce ogni cosa e tutti, quindi avere una conoscenza intellettuale, “siete stati conosciuti da Dio” si riferisce alla relazione speciale, intima (cfr. per esempio Genesi 4:1; Matteo 1:25) che Dio ha con coloro che ha scelto per essere il Suo popolo descritto in diversi passi della Bibbia (cfr. per esempio Amos 3:2; Genesi 18:19; Deuteronomio 7:6-8; Geremia 1:5; Matteo 7:23; Giovanni 10:14-30).

In questo senso, la conoscenza indica l’oggetto dell’attenzione particolare di Dio su una persona e riconoscerla di Sua proprietà come ci ricorda 1 Pietro 2:9 quando dice che siamo una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa che Dio si è acquistato per proclamare le Sue virtù (cfr. per esempio Deuteronomio 14:2; Giovanni 15:16; Efesini 1:3; 2 Tessalonicesi 2:13; 1 Pietro 1:1-2).  
        
Questo è il significato del verbo di “siete stati conosciuti” (gnōsthentes- aoristo passivo participio) in Galati 4:9.

John MacArthur scrive: “Dio cerca i peccatori, perché ‘non c'è nessuno che cerchi Dio’ (Romani 3:11). A meno che Egli non li chiami con grazia, essi non verranno (cfr. Romani 1:6-7; 8:28; 11:29; 1 Corinzi 1:9, 23-24, 26; Galati 1:6; Efesini 4:1,4; Colossesi 3:15; 1 Tessalonicesi 2:12; 2 Tessalonicesi 2:14; 2 Timoteo 1:9; Ebrei 3:1; 1 Pietro 2:9, 21; 3:9; 5:10; 2 Pietro 1:3). Dopo che Adamo ed Eva peccarono e tentarono di nascondersi da Lui, Dio li chiamò: ‘Dove siete?’ (Genesi 3:8–9). Nel corso della storia, Dio ha continuato a cercare i perduti (cfr. Ezechiele 34:11,16; Luca 15:4–32). Non ci sarebbe riconciliazione, salvezza, perdono o speranza del cielo se Egli non lo facesse”.

Dio viene a noi quando siamo senza merito, senza capacità di piacergli e senza motivo di pensare che possiamo essere salvati da Lui, questo c’insegna Zaccheo!

Non possiamo allora che adorarlo, lodarlo e ringraziarlo per la Sua grazia meravigliosa che va al di là dei nostri peccati!



       

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