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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Daniele 2:20-21: Dio controlla la storia e i governanti.

Daniele 2:20-21: Dio controlla la storia e i governanti.  “’Sia benedetto eternamente il nome di Dio perché a lui appartengono la saggezza e la forza. Egli alterna i tempi e le stagioni; depone i re e li innalza, dà la saggezza ai saggi e il sapere agli intelligenti’”. Il tema predominante del libro è il controllo sovrano che Dio esercita su tutte le nazioni e sui loro dominatori e il loro finale spodestamento da parte di Dio. Il controllo di Dio della storia è espressa nella visione nel capitolo 7, dove si vede Dio sul trono dell'universo decidere il destino delle superpotenze della storia e dare il dominio a chi vuole. Nella sua sovranità, egli volle che i Babilonesi (605-539 a.C.), i Medo-Persiani (539- 331 a.C.), i Greci (331-146 a.C.) e i Romani (146 a.C. 476 d.C.) dominassero Israele. (Cfr. Giosuè 21:44-45; Proverbi 21:31; Isaia 10:5-19; 14:26-27; 45:1-13; Abacuc 1:5-11).  Dio stabilisce il destino e i confini geopolitici delle nazioni. "Egli li ha tratto da u...

Tito 1:16: Le nostre azioni negano, o affermano la nostra professione di fede.

Tito 1:16: Le nostre azioni negano, o affermano la nostra professione di fede.  “Professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli, incapaci di qualsiasi opera buona”. Molte persone affermano di conoscere Dio. Come possiamo sapere se davvero lo conoscono? Non lo sapremo con assoluta certezza in questa vita, ma uno sguardo al loro stile di vita ci dirà tanto se lo conoscono veramente. Paolo ha lasciato Tito a Creta per organizzare la chiesa e costituire gli anziani (responsabili di chiesa). L’anziano deve avere certe caratteristiche, tra le quali quella di essere attaccato alla Parola di Dio, in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono (Tito 1:9). Paolo mette in guardia Tito riguardo il fatto che a Creta vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori, quindi falsi dottori; Tito li deve riprendere perché siano sani nella fede e non diano retta alle favole giudaiche e né a comandamenti degli uomini ...

Ezechiele 1:4: La gloria del nostro Dio manifestata.

Ezechiele 1:4: La gloria del nostro Dio manifestata. “Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno a essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco”. Non abbiamo modo di sapere cosa Ezechiele stesse facendo al momento di questa visione. Qualunque cosa stesse facendo, la sua attenzione fu improvvisamente attirata da un forte vento e dalla vista di un'enorme nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno a essa, nel centro vi era come un bagliore di metallo incandescente.  Tempesta, nuvole e fuoco indicano la manifestazione della gloria di Dio. Tempesta e fuoco a volte è usato per indicare l’aiuto del Signore verso il Suo popolo, che combatteva per loro contro i nemici e li disperdeva (Salmi 18:12-14;1 Samuele 22:11-15), per la protezione (Zaccaria 9:14-15). Ma in questo contesto sembri che si riferisca alla manifestazione del giudizio di Dio. Infatti, a v...

2 Timoteo 2:13: La fedeltà di Dio è coerente.

2 Timoteo 2:13: La fedeltà di Dio è coerente.  “Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso”.  Queste parole non forniscono una concessione a peccare, o ad allontanarsi da Dio, bensì sono una consolazione per chi è scoraggiato a causa del proprio peccato, o fragilità. Paolo con queste parole non vuole incoraggiare l’apostasia e la disobbedienza, ma vuole calmare una coscienza turbata e incoraggiare a essere fedeli a Dio!  È inconcepibile che la nostra infedeltà possa intaccare la fedeltà di Dio, poiché Egli non può rinnegare se stesso. La nostra debole fede, o un peccato, un dubbio non cambia il carattere di Dio, non cambia la Sua fedeltà verso di noi!! La fedeltà di Dio è parte integrante della sua natura. Dio è fedele perché non cambia e la sua benignità non viene mai meno (Esodo 34:6). Dio è sempre fedele con se stesso, agisce sempre in conformità alla sua natura e parola data.  Questo versetto afferma la coerenza e l'integ...

Lamentazioni 3:22-23: Grande è la fedeltà del Signore!

Lamentazioni 3:22-23: Grande è la fedeltà del Signore! “È una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!”  Dio sostiene il suo popolo in mezzo alle più grandi afflizioni come quando Gerusalemme è stata attaccata e distrutta per mano di Nabucodonosor, strumento di giudizio di Dio (2 Cronache 36:11-21; Lamentazioni 1:5-22). Queste parole, dunque, sono state dette in circostanze davvero drammatiche di guerra. Potete immaginare cosa porti la guerra: distruzione, dolore, morte, fame, malattie, feriti così via. Ma nonostante il suo giudizio; per la Sua grande fedeltà le Sue compassioni si rinnovavano ogni giorno. Il profeta nella drammaticità della situazione ha parole di conforto, lui non vede in modo negativo, ma guarda al Signore ricordando ciò che è! Il carattere di Dio, come rivelato attraverso l'esperienza passata d’Israele, è il fondamento della speranza de...

Geremia 1:11-12: Dio vigila sulla sua parola per mandarla a effetto.

Geremia 1:11-12: Dio vigila sulla sua parola per mandarla a effetto. “Poi la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Geremia, che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».  E il SIGNORE mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto»”. Geremia è chiamato da Dio a essere un Suo profeta, operò in Giudea. Il popolo di Giuda era spiritualmente corrotto e idolatra (cfr. Geremia 1:16; 2).  In questi versetti leggiamo che Geremia vede un oggetto che può sembrare insignificante: un ramo di mandorlo. Non si capisce bene se Geremia stesse facendo una passeggiata in campagna dove vi erano degli alberi di mandorle, oppure se ebbe una visione interiore. “Mandorlo” in ebraico (šāqēḏ) indica colui che veglia. Il mandarlo era indicato in ebraico come l’albero che vigila, perché comincia a fiorire prima di tutti gli altri alberi, già da Gennaio, mentre gli altri alberi sembrano ancora dormire. Così Dio chiama Geremia e l...

DIO È FEDELE (2).

DIO È FEDELE (2). Ci sono dei modi dire che usiamo per esprimere un’idea, uno stato d’animo, e così via. Per esempio c’è il modo di dire: “Forse che sì, forse che no”. Questa si usa un po’ scherzosamente per indicare un’incertezza, o un dubbio, o una perplessità rispetto a quanto sta per avvenire. Questa espressione è il titolo di un libro di Gabriele D’Annunzio (1863-1938), un romanzo che scrisse nel 1910. La frase è anche un motto che si trova in una delle sale di palazzo Gonzaga a Mantova, che probabilmente alludeva alla difficile situazione di Vincenzo Gonzaga al tempo delle guerre con i Turchi. È anche una frase riportata in una canzonetta di Marchetto Cara (1470-1525) cantore della corte dei Gonzaga, le cui strofe cominciano proprio con questa frase.  Ora in mezzo alle incertezze, ai dubbi, o alle perplessità della vita noi dobbiamo ricordare che Dio è fedele. Fedele abbiamo visto nel primo studio indica stabilità, fermezza, quindi essere costante e coerente, che rim...

1 Timoteo 4:8: Le motivazioni alla pietà.

1 Timoteo 4:8: Le motivazioni alla pietà.  “Perché l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura”.  Troviamo due motivi per cui ricercare la devozione, la pietà. Il primo motivo è il profitto della pietà. Paolo spiega ora perché dobbiamo dedicarci alla pietà: perché l’esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa. Paolo non vuole sminuire i benefici dell’esercizio fisico. Paolo sta dicendo che il vantaggio che conferisce la formazione del corpo, per quanto grande possa essere, è sicuramente inferiore all’utilità della pietà, e la sfera in cui la formazione del corpo è di beneficio è molto più ristretta del beneficio che arreca la pietà.  Paolo dice che l’esercizio fisico ha un certo valore, ma solo un po’, è utile fino a un certo punto, ha un beneficio limitato e influisce solo sul fisico, mentre la pietà è utile a ogni cosa, cioè ha più valore...

1 Timoteo 4:7: I nemici della pietà.

1 Timoteo 4:7: I nemici della pietà. “Esercitati invece alla pietà”. Siamo chiamati a consacrarci al Signore, ma la consacrazione è ostacolata da tre nemici. (1) La pietà è ostacolata dal mondo. Il mondo si riferisce agli standard, giudizi, desideri, influenze e valori umani corrotti rispetto a quelli di Dio. Si riferisce al sistema egocentrico ostile e ribelle a Dio controllato da Satana (Giovanni 12:31;14:30; 2 Corinzi 4:4, Galati 1:4; 1 Giovanni 2:15-17; 5:19). Il mondo è come una calamita che attira tutti, anche i credenti. La reazione dei discepoli non è di ritirarsi dal mondo, ma di vivere nel mondo senza seguire il suo sistema filosofico e quindi non esserne influenzati negativamente a livello morale e spirituale. Il cristiano deve conservarsi puro dal mondo (Giacomo 1:27). Questo significa mantenere se stessi puri ogni giorno senza permettere che il mondo possa influenzarci negativamente, quindi cercare di essere senza difetto, colpa, o corruzione. (2) La pietà è o...

1 Timoteo 4:7: La pietà solo esteriore.

1 Timoteo 4:7: La pietà solo esteriore. “Esercitati invece alla pietà”. Esiste una pietà, che non è vera! C’è un tipo di persona che professa di essere cristiana, che sembra cristiana solo in apparenza, ma è un cristianesimo solo esteriore. Noi uomini guardiamo all’apparenza, Dio invece guarda al nostro cuore. In 1 Samuele 16:7 è scritto: “ Il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore”. La vera pietà non è solo una forma esteriore, ma anche una forza interiore. Paolo, sempre a Timoteo, dice che negli ultimi giorni gli uomini avranno determinate caratteristiche, una di queste è: “aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza”  (2 Timoteo 3:5). Un po’ come quelle noci che fuori sembrano buone, ma dentro sono secche, o ci sono i vermi. Un esempio di questo tipo di religiosità si trovava nei Farisei, Gesù li chiamava ipocriti simili ai sepolcri imbiancati che appaiono belli fuor...

1 Timoteo 4:7: La pietà deve essere centrata su Dio.

1 Timoteo 4:7: La pietà deve essere centrata su Dio. “Ma rifiuta le favole profane e da vecchie; esercitati invece alla pietà”. Se questo mondo ci dice che siamo padroni del nostro corpo, che dobbiamo vivere per il nostro piacere, la Bibbia afferma che il nostro corpo appartiene a Dio (1 Corinzi 6:19-20) e siamo chiamati a vivere per la gloria di Dio (1 Corinzi 10:31). “Pietà” (eusebeian) nei tempi antichi era associato principalmente con l' idea di religioso, di rispetto, di timore verso gli dèi. Questa parola e altre della stessa radice, si riferisce alla riverenza che implica un culto e una vita di obbedienza attiva che si addice a quella riverenza. La pietà è una vita che mostra la riverenza a Dio. È l'adempimento osservabile della conoscenza di Dio e della verità nei modi appropriati. La pietà coinvolge tutto il nostro essere, sia la giusta fede e sia l’azione obbediente. È un atteggiamento verso Dio nel cuore del credente che dà a Dio il posto che gli spetta, nei...