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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La Rivelazione dell’Antico Testamento


La Rivelazione dell’Antico Testamento
L’uomo si è sempre posto delle domande su Dio, sulla morte, sulla propria esistenza, dove possiamo trovare le risposte a queste domande esistenziali? Come possiamo conoscere Dio? Una cosa è certa: era necessario che Dio si rivelasse a noi per avere le risposte alle domande che tutti ci siamo posti o ci poniamo sulla vita, l’aldilà,ecc.
Parlando dell’introduzione generale dell’Antico Testamento è importante parlare anche della dottrina della rivelazione e dell’ispirazione.
La Bibbia è un libro unico. Da un lato si tratta di un pezzo eccezionale di letteratura umana, ma dall'altro ha anche un origine divina. I termini teologici chiave, appunto, di questa unicità sono rivelazione e ispirazione. Rivelazione si riferisce alla divina manifestazione della verità nelle Scritture, riguarda l'origine e la donazione della Verità (1 Corinzi 2:10). Invece ispirazione si riferisce alla prima ricezione umana di quella verità sollecitate dallo Spirito di Dio. Riguarda la ricezione e la registrazione della Verità (2 Pietro 1:20-21).
Dio ha rivelato la verità agli uomini, gli uomini l’hanno ricevuta e registrata. Dio non solo ha illuminato i cuori e le menti dei suoi profeti e apostoli, ma li ha anche ispirati per scrivere i pensieri, le parole e le promesse che voleva rivelare e conservate per sempre. 
La raccolta degli scritti sacri costituisce un insieme straordinariamente armonico e unitario attraverso il quale Dio rivela i suoi pensieri e le finalità verso l'umanità. Per questo scritto i profeti ( e gli apostoli poi) erano indotti non solo a raccontare alcuni avvenimenti storici, ma anche ciò che Dio ha rivelato loro con una comunicazione speciale. Rivelazione e ispirazione sono compagni necessarie in Dio per rivelare se stesso e la sua volontà.
L'ispirazione è il mezzo che Dio utilizzò per realizzare la Sua rivelazione nella Bibbia. Ispirazione coinvolge l'uomo in senso attivo, mentre la rivelazione è unicamente l'attività di Dio nell’uomo. L’ispirazione è un processo che comprende il profeta e il prodotto della sua “penna” sotto la guida dello Spirito Santo.

La Rivelazione
Vediamo alcune caratteristiche della dottrina della rivelazione riguardo l’Antico  Testamento.
1. Il concetto di rivelazione.
Tutto quello che noi conosciamo del cristianesimo è stato rivelato a noi da Dio. Il termine rivelazione deriva dal latino "revelatio" che significa scoprimento. La parola ebraica per rivelare è "galah", invece una parola greca comune per "rivelare" è "apokalypto".  Rivelare esprime sia l'idea della scoperta e anche quello che era nascosto. 
Così rivelazione indica svelare qualcosa di nascosto, in modo che possa essere visto e conosciuto per quello che è; vuol dire svelare rimuovendo un velo da qualcosa che era celato. L’idea, dunque è di rendere le cose oscure chiare, portare alla luce cose nascoste, affinché la persona a cui è rivolta il messaggio possa vedere, sentire, percepire, capire e conoscere. 
Per quanto riguarda Dio, indica che svela se stesso, si fa conoscere. Giorgio Girardert: “Tutto il messaggio Biblico è fondato sul presupposto che Dio esiste, ma è inaccessibile, cosicché l’uomo non può conoscerlo se non in quanto egli stesso si rivela, cioè 'rimuove il velo' che lo nasconde. Rivelazione è dunque l’atto con cui Dio si fa conoscere agli uomini. Secondo la Bibbia la conoscenza di Dio non è perciò frutto di una conoscenza o intuizione umana, né la legge morale il frutto di un istinto o di una spontanea evoluzione. 
Dunque la rivelazione è l’auto-manifestazione di Dio, mediante la quale Dio fa conoscere se stesso e i suoi decreti. Molto chiara e interessante è la definizione che il teologo B.B.Warfield fa riguardo la rivelazione, egli dice: “ Il significato attivo di rivelazione indica l’atto con cui Dio comunica all’uomo la verità su se stesso, sulla sua natura, sulle sue opere, sulla sua volontà e sui suoi propositi”.  
Così possiamo dire che quando la Bibbia parla di rivelazione, il pensiero è che Dio il Creatore dischiude, svela se stesso: il suo potere, la sua natura e il suo carattere, la sua volontà, i suoi piani, agli uomini in modo che questi possano conoscerlo. 
Il termine rivelazione, viene impiegato in due modi: c’è una rivelazione generale e una rivelazione specifica o speciale; quella generale o naturale indica tutte le modalità mediante le quali Dio si fa conoscere agli uomini (per esempio con la creazione, la provvidenza, l’uomo e la coscienza) quella specifica è in riferimento alla Bibbia che ha un carattere sovrannaturale. In questo senso Dio, in contrasto con la rivelazione generale, si è rivelato ad un gruppo ristretto o singole persone scelte da lui, affinché ricevessero una particolare rivelazione della Sua persona o della Sua volontà.

2. La necessità della rivelazione.
Ci sono almeno tre motivi per cui abbiamo bisogno della rivelazione di Dio. 

a) Perché Dio è inaccessibile agli uomini per la sua natura. 
La sua grandezza infinita è velato ai nostri occhi. Non possiamo scoprire da noi stessi. Paolo a Timoteo parlando di Dio: "il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen" (1 Timoteo 6:16; Cfr. Giobbe 11:7; 36:22-37:24; Giovanni 1:18).
Dio è così lontano dall’uomo nel suo modo di essere che l'uomo non lo può vedere. Dio abita una luce inaccessibile, nessun uomo ha visto e può vedere, ecco perché abbiamo bisogno della sua rivelazione. Dio è al di fuori la nostra esperienza sensoriale, è trascendente, è Colui che è illimitato nella Sua conoscenza e nella Sua potenza, è non è soggetto al tempo e allo spazio. Non possiamo capire Dio, se Dio non si rivelava con un linguaggio umano e anche con forme umane. 

b) Perché l’uomo è morto spiritualmente (Efesini 2:1-5).
Nella sua natura l’uomo è lontano da Dio, a causa del peccato non ha comunione con Dio, è morto nelle colpe e nei peccati, è ribelle, segue il diavolo e i desideri della propria carne, perciò non pensa a Dio, è disinteressato alle cose spirituali (Cfr. 2 Corinzi 4:4).

c) Perché l’uomo non è in grado di conoscere Dio con la propria sapienza.
Isaia 55:9 dice: "Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più  alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri". Infatti l’uomo non è in grado di conoscere Dio con la propria intelligenza come afferma l’apostolo Paolo: poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione (1 Corinzi 1:21).
I pensieri di Dio sono pensieri che l’uomo non ha mai visto, sentito e pensato! Sempre Paolo dice: 1 Cor.2:9-11: "Ma com'è scritto: Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano. A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni  cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo  se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio".
Con la nostra sapienza non siamo in grado di conoscere Dio, se ci proviamo falsifichiamo la sua natura, creandoci un dio a nostra immagine e somiglianza. Ci sono caratteristiche di Dio, come la Sua eternità, perfezione, onnipotenza o anche i Suoi piani sono inconcepibili per l’uomo.

3. Lo scopo della rivelazione. 
Lo scopo della rivelazione divina è duplice. 

a) Dio rivela i suoi propositi ai suoi servi.
Leggiamo che Dio non faceva nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi dice Amos 3:7. Nell’Antico Testamento vediamo che Dio rivela quello che ha fatto, fa e farà e impone a chi si rivela ciò che devono fare come per esempio è successo con Noè, Abraamo e Mosè (Genesi 6:13-21; 12:1-3, 15:13-21;17:15-21;18:17-21; Esodo 3:7-22).  Poi ancora, Dio ha rivelato al popolo di Israele le sue leggi e promesse attraverso il patto (Esodo 20-23; Deuteronomio 4:13-15;28; Salmi 78:5-7;147:19). 
        
b) Dio si rivela per farsi conoscere.
Come è accaduto con i patriarchi del popolo di Israele (Genesi 35:7; Esodo 6:3); con Mosè (Numeri 12:6-8; ecc). La rivelazione ha un obiettivo, presuppone qualcuno a cui sia diretta. Dio mediante la Sua grazia, rivela i suoi atti potenti e carattere  con lo scopo di  incontrare l’uomo il farsi conoscere. 

c) Dio si rivela affinché l’uomo possa glorificarlo.
Lo scopo della creazione dell’uomo è quello di glorificare Dio.  (Isaia 43:7; Romani 11:36; 1 Corinzi 10:31). Di conseguenza Dio ha lo scopo di rivelarsi affinché il Suo nome sia glorificato attraverso il comportamento degli uomini. 
La rivelazione divina è indicativa, imperativa e normativa, significa che la rivelazione di Dio richiede fiducia e obbedienza da parte dell’uomo, una risposta determinata e controllata dal contenuto stesso della Sua rivelazione. In altre parole, la rivelazione di Dio raggiunge l'uomo, non solo informando,  ma come una norma di fede e di condotta e di impegno. Lo scopo di Dio nel rivelarsi è quello di portare l’uomo per uno scopo ben preciso. 
Il teologo J.I.Packer parlando dello scopo della rivelazione afferma: “Dio si fa conoscere all’uomo affinché questi possa raggiungere lo scopo della creazione che è quello di conoscerlo, amarlo e adorarlo”. In questo modo, possiamo dire che il Suo nome è glorificato!

4. La rivelazione speciale scritta.
Per preservare esattamente ciò che aveva rivelato, Dio fece si che fosse scritto. Per rivelazione speciale vogliamo dire la manifestazione di Dio di se stesso per le particolari persone in tempi e a posti definiti, permettendo a quelle persone di entrare in un rapporto di salvezza con lui. 

a) La rivelazione speciale scritta di Dio ha dei mezzi.
Dio comunica con mezzi ordinari, rendendo dichiarazioni che possono essere compresi dalla gente comune. Dio si è rivelato attraverso il popolo giudaico. Romani 3:1-2: "Quale è dunque il vantaggio del Giudeo? Qual è l’utilità della circoncisione? Grande in ogni senso. Prima di tutto, perché a loro furono affidate le rivelazioni di Dio".  
Nell'età prepatriarcale (Genesi 1–11). Dio parlò direttamente ad Adamo (Genesi 2:16–17; 3:8) e fece un patto con lui. Parlò anche a Caino (Genesi 4:6–12), a Noè (Genesi 6:13–21), ai figli di Noè (Genesi 9:1- 8). Poi si rivelò ai patriarchi (Genesi 12-50) facendo dei patti con loro. Infatti è scritto in Esodo 2:24 riguardo le afflizioni che pativano gli Ebrei in Egitto e quindi della fedeltà di Dio: "Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con  Abraamo, con Isacco e con Giacobbe". Dio si è rivelato anche attraverso i profeti. A Mosè (Numeri 12:6–8; Deuteronomio 18:18; Osea 12:13) e via via tutti gli altri profeti. In Amos 3:7 leggiamo:"Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti".  
Il Signore è intervenuto in modo sovrannaturale nella storia per formare un popolo per sé tramite il quale, nel tempo, tutto il mondo fosse benedetto. Dio è attivo nella storia di Israele in una maniera nella quale non lo è per le altre nazioni. Dio rivelò più di se stesso attraverso la Sua azione storica in mezzo al Suo popolo.
La rivelazione di Dio non avviene in modo astratto, mediante la comunicazione di determinate teorie, ma è avvenuta concretamente con avvenimenti in tutta la storia con il Suo popolo. La rivelazione di Dio nella Bibbia è legata alla storia, la storia con il popolo di Israele questa rivelazione storica sarebbe stata una testimonianza agli altri popoli (Esodo 9:16;14:4,17; Giosuè 2:10-11; Deuteronomio 28:10; 2 Samuele 7:23; Isaia 63:12-14). 
Quindi vediamo che si è rivelato prima ai patriarchi facendo con loro dei patti e poi ai loro discendenti, che divennero uno popolo, liberandoli dalla schiavitù di Egitto per fedeltà a questi patti (Esodo 2:24-25; 3:2-10). Ma Dio rivelava Sé stesso anche quando giudicava il suo popolo per i suoi peccati Giudici 2:11-15; Lamentazioni 1:12-18. In questo Dio mandava i profeti a riprenderli, a richiamarli a ravvedimento (2 Cronache 36:15-16) e in caso di obbedienza Dio dava loro la vittoria. (Levitico 26:3-13; 2 Samuele 7:9-11; Salmi 81:13-14). 
Perciò vediamo che Dio si è rivelato con atti storici di salvezza e di giudizio. Inoltre vediamo che nella Sua rivelazione, Dio ha usato il linguaggio umano con forme umane (antromorfismo) e analogico, cioè con il significato che ha per noi, per esempio quando parliamo di potenza di Dio sappiamo che cosa si riferisce, o conoscenza, amore e così via. 
Dio si è rivelato tramite profezie per ciò che avrebbe fatto in futuro, che avrebbe suscitato il Messia, raccolto il Suo popolo disperso e stabilito il Suo regno. Il cielo e la terra sarebbero stati rinnovati (Isaia 65:17-25); la religione israelita trasformata (Geremia 31:31-34) e tutte le nazioni avrebbero visto e riconosciuto la gloria di Dio in Israele come non mai (Isaia 60:1-14; Ezechiele 36:23).

 b) La rivelazione speciale scritta di Dio ha dei modi.

• Dio si è rivelato attraverso le teofanie (Numeri 12:6-8).
Le teofanie sono le apparizioni di Dio. Dio appare direttamente o sotto l’aspetto dell’angelo del Signore ad:
Abraamo (Genesi 17:1,22; 18:1,ecc.).
Isacco (Genesi 26:2).
Giacobbe (Genesi 32:30).
Mosè (Esodo 3:2-6).
Gedeone (Giudici 6:12,14-18,ecc.).
Dio rivelò la Sua gloria attraverso il fuoco e nuvole di fumo ( Esodo 8:2; 33:9; Salmi 78:14; 99:7) e vento  (Giobbe 38:1; Salmi 18:10-16).

• Dio si è rivelato attraverso i sogni e le visioni.
Giacobbe (Genesi 28:12-16).
Salomone (1 Re 3:5-15).
Daniele (Daniele 2:19,28; 7:1; 10:7-8).
Ezechiele (Ezechiele 1:1; 40:2).
Nahum (Nahum 1:1).
Abacuc (Abacuc 1:1).
Zaccaria (Zaccaria 9:1).

Dio si è rivelato attraverso i contatti diretti.
Dio si presentò a Balaam (Numeri 22:9; 23:4).
Dio parlava con Mosè a tu per tu (Esodo 33:11).

Dio si è rivelato attraverso i miracoli e i segni.
Attirano l’attenzione dell’uomo e dimostrano la potenza, la santità, la presenza e l’azione  di un Dio sovrano. (Esodo 4:2-5; 1 Re 18:24; cfr. Giovanni 5:36; Atti 2:22).
Il giudizio del diluvio e la salvezza di Noè (Genesi 6-9). La distruzione di Sodoma e Gomorra, la salvezza di Lot (Genesi 19).
Il pruno ardente e le piaghe di Egitto (Esodo 3:7-12). La colonna di nuvola e la liberazione di Israele dalla schiavitù egiziana (Esodo 3-15); ecc.

Dio si è rivelato attraverso i discorsi.
Un'espressione molto comune nella Bibbia, specialmente nell'Antico Testamento è la dichiarazione: "La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini". ( Geremia 1:4; cfr. Ezechiele 12:1, 8, 17, 21, 26; Osea 1:1; Gioele 1:1).      

c) La Rivelazione speciale scritta di Dio è progressiva.
Ebrei 1:1-2: "Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.  Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione". Leggendo l'Antico Testamento, ci si rende conto che Dio non ha rivelato tutto se stesso o il suo scopo in una sola volta. Piuttosto, ha fatto una sequenza di rivelazioni, ognuna delle quali ha aggiunto alle precedenti rivelazioni. Non significa che ogni nuova rivelazione, aboliva quella fatta in precedenza, ma significa che Dio di tanto in tanto approfondiva ciò che Egli aveva già rivelato e aggiungeva altri insegnamenti fino ad arrivare al culmine.
Per esempio vediamo la rivelazione fatta ad Abramo è stata progressiva  (Genesi 12:1). Dio lo chiama in Caran e gli dice di andare via dal suo paese e gli promette che sarebbe diventato una grande nazione e che sarebbe stato una fonte di benedizione, poi  leggiamo in Genesi 12:7 che Dio gli apparve ancora in Canaan e gli dice che questa terra l’avrebbe data ai suoi discendenti, poi leggiamo in Genesi 15:13 che i suoi discendenti sarebbero stai stranieri e schiavi per quattrocento anni. Questo è un esempio, poi più avanti vediamo varie profezie che riguardano l’apice della rivelazione fino ad arrivare a Cristo. Perciò la storia Biblica non è una serie di cicli che si ripetono, ma è come la freccia scagliata da un arco verso il suo bersaglio.
L’apice della rivelazione è Gesù, in Gesù la rivelazione è definitiva, ma prima che arrivasse Gesù, Dio ha parlato tramite numerosi profeti. (cfr. Deuteronomio 18:15,18,20).

d) La Rivelazione speciale scritta di Dio è di redenzione.
Il Dio che si rivela a noi non è un’idea, non è un anonimo, ma è una rivelazione di un Dio vivente e personale. La rivelazione speciale di Dio è una rivelazione di redenzione. La rivelazione speciale rivela il piano di Dio per la redenzione dei peccatori e il modo come si è realizzato questo piano.  
La rivelazione speciale, perciò ha lo scopo di rivelarci la salvezza e quindi è il mezzo per rinnovare l’uomo; illumina la sua mente e inclina la sua volontà a ciò che è buono; lo riempie di santi      sentimenti, e lo prepara per la sua casa celeste. 
La rivelazione speciale  non solo ci porta una comunicazione di redenzione; ma c’informa anche dei fatti di come Dio redime. Non solo ci arricchisce di conoscenza, ma trasforma anche le vite cambiando i peccatori in santi. Questa rivelazione chiaramente è progressiva, come detto prima.    
Le grandi verità di redenzione appaiono prima fiocamente, ma gradualmente aumentano in chiarezza e finalmente nel Nuovo Testamento in tutta la loro pienezza, enfasi e bellezza. (Giovanni 17:17; 2 Timoteo 3:15-17; 1 Pietro 1:23,ecc.). Perciò lo scopo della rivelazione è quello di conoscere Dio, il        Figlio e la Sua salvezza (Giovanni 17:3; 20:23).

e) La Rivelazione speciale scritta di Dio era necessaria.
Una rivelazione che sia solo orale non è sufficiente, è indispensabile che questa rivelazione sia scritta, è questo per varie ragioni.

Renè Pache elenca diverse ragioni:
La scrittura è indispensabile per dare al messaggio una forma definitiva. 
In questo modo viene protetto contro variazioni, aggiunte, errori della trasmissione orale. La Scrittura era il metro di misura per il comportamento del popolo, infatti il libro della legge, era messo accanto all’arca del patto come testimone contro Israele per misurare la sua disubbidienza. (Deuteronomio 31:26). 
Nella sua forma definitiva, la Scrittura ha un valore permanente come ha affermato il Signore Gesù: "Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto". (Matteo 5:17-18).

La scrittura serve per conservare il ricordo del messaggio originale.
In Esodo 17:14 è scritto: "Il SIGNORE disse a Mosè: 'Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa' sapere a Giosuè che io cancellerò interamente sotto il cielo la memoria di Amalec'". Ancora in Malachia 3:16: "Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome". 

Un libro permette di raccogliere informazioni per il nostro ammaestramento e per avvertirci così per non ripetere gli stessi errori del popolo di Dio che ci ha preceduto.
Paolo in Romani 15:4 dice: "Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché  mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza". 
Così in 1 Corinzi 10:11 leggiamo: "Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche".

Il messaggio scritto è indipendente dall’oratore o da chi l’ha scritto.
Prendiamo ad esempio Geremia, Dio gli dà l’ordine di scrivere tutte le Sue Parole che gli ha rivelato. Allora Geremia detta a Baruc tutte le Parole che Dio gli ha comunicato, ma poiché Geremia si trova in prigione, invia Baruc a leggere il suo testo davanti al popolo e ai suoi capi, che a loro volta questi lo lessero al re (Geremia 36:1-25). 
In questo modo un libro può raggiungere diversi posti, alla morte dello scrittore ne rimane comunque lo scritto ancora oggi!

La rivelazione scritta rende i lettori responsabili.
Abraamo alla richiesta di quel ricco, di mandare dei morti a predicare ai loro parenti, Abraamo rispose che hanno Mosè e i profeti, cioè la Scrittura (Luca 16:29).

Conclusione.

1) Non possiamo che avere una profonda riconoscenza a Dio che non ha lasciato l’umanità abbandonata a se stessa. 
Per conoscere Dio e il Suo piano salvifico in Cristo, senza la rivelazione di Dio è impossibile! Per conoscerlo, Dio si deve far conoscere! Nessuno a meno, di Dio ci può portare informazioni  veritiere e attendibili su di Lui, grazie a Dio, Lui lo fa attraverso la  Bibbia! Dio ha preso l'iniziativa di farsi conoscere.
Anche se Dio non ci dice tutto quello che noi vogliamo sapere su qualsiasi cosa, possiamo, però essere certi, che ci ha detto tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere, questo è un altro motivo per   ringraziarlo!

2) Possiamo essere sereni che l’Iddio che si è rivelato progressivamente e rimasto e rimane immutabile, benché si è rivelato in molti modi e maniere.

3) Possiamo aver fiducia perché Dio è colui che guida la storia, l’Iddio sovrano che entra nella storia dell’uomo per realizzare i suoi progetti saggi e perfetti.

4) Possiamo gioire perché Dio è un Dio che salva i peccatori che credono e si pentono dei loro peccati, l’Antico Testamento parla di Cristo il nostro Salvatore. 
La rivelazione biblica ci fa guardare al Salvatore per conoscere Dio. Che grande Dio è Dio!

5) Ma dobbiamo considerare che la rivelazione di Dio deve essere il nostro metro di misura per la dottrina, per il nostro carattere e comportamento. 
Un cristiano non può vivere di altra filosofia o religione! Non c'è cristianesimo senza la rivelazione di Dio. 
“Se il discorso di Dio ha una posizione evidente, tale posizione, devono essere le Sacre Scritture. Semplicemente non c'è altro candidato”. John M. Frame  

Bibliografia.
Benjamin B.Warfield, Rivelazione e Ispirazione, edizione Alfa & Omega, Caltanisetta, 2001.

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Geisler, N. L., & Nix, W. E.  A general introduction to the Bible, Moody Press Chicago, 1996, c1986.

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Renè Pache,  L’ispirazione e l’autorità della Bibbia, edizione Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Roma,1978.

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