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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Deuteronomio 2:7: Dio è personale e relazionale

 Deuteronomio 2:7: Dio è personale e relazionale
C’è una canzone che dice così:
“Tutto ciò che un tempo mi era caro, su cui ho costruito la mia vita
tutto ciò che questo mondo venera e guerreggia per possedere
tutto ciò che una volta credevo un guadagno
l'ho considerato una perdita e senza valore ora, 
rispetto a questo
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
Ora il desiderio del mio cuore è di conoscerti di più
di essere trovato in Te e conosciuto come Tuo
possedere per fede ciò che non ho potuto guadagnare
il dono supremo della giustizia.
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
Oh, conoscere la potenza della tua vita risorta
e conoscerti nella tua sofferenza
diventare come Te nella Tua morte, mio Signore
così con Te vivere e non morire mai
Conoscere Te, Gesù, solo Te
non c'è cosa più grande
tu sei il mio tutto, Tu sei il migliore
tu sei la mia gioia, la mia giustizia
e ti amo, Signore
e ti amo, Signore
e ti amo, Signore”.
Questa è una canzone di adorazione che celebra il desiderio di conoscere Gesù Cristo in modo più intimo e profondo. 
Il brano inizia affermando che tutto ciò che una volta era importante, o prezioso nel mondo è ora considerato senza valore rispetto alla conoscenza e alla relazione con Gesù Cristo. 
Questo riflette un tema comune nella Bibbia, che incoraggia i credenti a mettere Dio al primo posto nelle loro vite anziché concentrarsi sui beni materiali.
Il cuore della canzone è il desiderio di conoscere Gesù Cristo in modo più profondo e completo. 
Gesù viene descritto come "il mio tutto", "il migliore", "la mia gioia" e "la mia giustizia", evidenziando la sua centralità nella vita del cantante.
Il testo esprime il desiderio di crescere spiritualmente e di essere più vicini a Gesù. 
Ciò include il desiderio di conoscerlo meglio, di essere "trovati in lui", e di possedere per fede ciò che non può essere guadagnato da sé stessi.
Viene menzionato il desiderio di conoscere la potenza della risurrezione di Gesù e d’identificarsi con Lui anche nelle Sue sofferenze e nella Sua morte. 
La canzone si conclude con un'espressione di amore per Gesù, ripetendo le parole "E ti amo, Signore" come una dichiarazione di devozione e affetto.
Come ci ricorda Charles Spurgeon: "Non c'è nulla di più importante che conoscere Dio e Gesù Cristo, che Egli ha mandato".
Conoscere Gesù significa conoscere Dio! Ed è questa la cosa più importante nella vita, infatti in Giovanni 17:3 è collegata alla vita eterna: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.
Conoscere Dio non significa solo avere informazioni su di Lui!
Significa avere un rapporto intimo con Lui, basato sull'amore, la fiducia e l'obbedienza. 
È una relazione che trasforma la nostra vita e ci porta alla vera felicità (cfr. per esempio Salmo 16:11; Geremia 9:24; Giovanni 10:10; 14:26; 2 Corinzi 5:17).
Conoscere Dio è avere una relazione intima e profonda con Lui, è la vera natura del cristianesimo.
John Piper ha affermato giustamente: "Il vero cristianesimo non è una religione, ma una relazione". 
Il vero cristianesimo non è una questione di opinioni, o di teorie. Non si tratta di seguire una serie di regole, o di riti religiosi. 
Il vero cristianesimo non è una religione, ma è una relazione personale con Dio, il Creatore dell'universo. 
Abbiamo già visto in una precedente predicazione di questo versetto di Deuteronomio 2, che il Signore benedice il Suo popolo e lo segue; in questa predicazione vediamo che il Signore è un Dio personale e relazionale, come vediamo dall’espressione: “Tuo Dio”, ripetuta due volte.
Prima di tutto vediamo che:
I DIO HA UNA PERSONALITÀ 
A) Il significato di personalità
Il popolo d’Israele aveva sperimentato che Dio esiste, c’è, ha una sostanza!
Dio ha una sostanza! Se Dio non avesse sostanza sarebbe un niente!
Ma Dio non è un niente, Dio è! 
Dio è Colui che è! Così si presentato a Mosè, si è presentato con il nome Yahweh, appunto “Colui che è”. 
Dio è “l’Io Sono” (Esodo 3:14-15); “Colui che è” (Apocalisse 1:4). 
Dio è un reale effettivo essere! 
Dio non è una semplice idea, o la proiezione di una mente malata che si è inventata Dio perché ne aveva bisogno. 
Dio non è una costruzione mentale, ma è una realtà oggettiva! 
Un’ idea non può creare la terra dal nulla con la parola! (cfr. per esempio Genesi 1; Salmo 33:9; Ebrei 11:1-6). 
Un’idea non può governare la storia del mondo, come fa Dio con la Sua provvidenza secondo i Suoi propositi! (cfr. per esempio Salmo 47; 99:1; Giovanni 5:17; Efesini 1:9-11; Ebrei 1:1-3).
Dio non è un’idea, ma una sostanza che possiede delle caratteristiche peculiari che vengono definite come attributi (per esempio giusto, santo, ira, amore, saggio). 
Inoltre la Bibbia ci fa capire che il Signore ha una sostanza attribuendogli appunto la divinità (cfr. per esempio Deuteronomio 4:35,39; Giosuè 2:10; 1 Re 8:60; Isaia 45:5; Colossesi 2:9) e una natura divina (cfr. per esempio Galati 4:8; 2 Pietro 1:4). 
Dio, dunque è un essere reale, oggettivo e non una semplice idea dell'intelletto umano. 
È una persona reale viva e non morta, con cui possiamo avere un rapporto.
È il Dio vivente! (cfr. per esempio Giosuè 3:10; 1 Samuele 17:26; Salmo 84:2; Matteo 16:16; 1 Timoteo 3:15; Apocalisse 7:2).
Il Dio vivente è spesso in contrasto con gli idoli morti per affermare che è incomparabile (cfr. per esempio Salmo 115:3-9; Geremia 10:10-11; Atti 14:15, 1 Tessalonicesi 1:9). 
Il nostro Dio è vivo, vede, ascolta e ama. 
Gli idoli dei pagani sono morti, incapaci di vedere, sentire e amare!
Dio è la vita di tutto ciò che vive (cfr. per esempio Genesi 1:21; Salmo 36:9; Giovanni 5:26; Atti 17:25-26). 
Non solo è Dio vivente, ma è anche la fonte della nostra vita, è un Dio instancabile (cfr. per esempio Isaia 40:28); non dorme mai (cfr. per esempio Salmo 121:4), che vigila in modo particolare sui credenti (cfr. per esempio Salmo 34:15). 
Il Dio vivente è eternamente attivo fin dall’inizio, è un Dio che opera, e Israele lo aveva sperimentato con la liberazione dall’Egitto e le vittorie su eserciti potenti (Deuteronomio 11:7; Giosuè 2:9-10; 1 Samuele 12:7; 15:2).
Dio nella Sua sostanza ha una personalità.
Per personalità intendiamo un’esistenza dotata di auto-coscienza e auto-determinazione, avere cioè, la coscienza o la consapevolezza di sé e della propria volontà, e la capacità di fare delle scelte, avere dei progetti, la capacità di prendere decisioni e portarli a compimento, in accordo con i propri desideri, non perché è costretto ad agire per cause altrui, ma perché (Dio) si compiace (cfr. per esempio Efesini 1:9-11). 
Inoltre come essere personale, Dio è capace di avere rapporti di reciprocità personale con altri esseri personali, quindi con l’umanità che Lui ha creato a Sua immagine e somiglianza (Genesi 1:26-27).
Vediamo ora:
B) La dimostrazione della personalità di Dio
Dio si presenta con un nome come un essere consapevole di Se Stesso, come l’Io Sono abbiamo detto prima (cfr. per esempio Genesi 17:1; 31:13, 46:3; Esodo 3:14; Isaia 42:6, Apocalisse 1:8). 
Questo nome indica che Dio è consapevole della Sua Unicità (cfr. per esempio Isaia 43:10, 45:5,22, 46:9, Osea 11:9). 
Dimostra che Lui non è un essere astratto, inconoscibile, o una forza anonima, indica che Dio è un essere concreto, esiste, c’è. 
Inoltre indica anche che Dio vuole relazionare con il Suo popolo, cosa che poi farà secondo un patto (Esodo 20-40; Levitico 26; Deuteronomio 28-30) e desidera che il Suo popolo relazioni con Lui, pertanto si fa conoscere come l’Iddio della storia che subentra nella storia del Suo popolo con atti salvifici con progetti ben specifici (cfr. per esempio Esodo 2:23-25-3:21; Esodo 15). 
I progetti di Dio nella Sua auto-determinazione non saranno frustrati, in quanto sono immutabili (cfr. per esempio Giobbe 23:13; Isaia 46:10; Daniele 4:35; Romani 9:11; Efesini 1:9-11; Ebrei 6:17). 
Inoltre la Bibbia presenta Dio con quelle caratteristiche che sono proprie di una personalità: l'intelletto (cfr. per esempio Genesi 18:19; Esodo 3:7; Atti 15:18), sensibilità (cfr. per esempio Genesi 6:6; Salmo 103:8-14; Giovanni 3:16, Efesini 4:30); volontà (cfr. per esempio Genesi 3:15; Salmo 115:3; Giovanni 6:38). 
Ancora vediamo che Dio parla (cfr. per esempio Genesi1:3), vede (cfr. per esempio Genesi 11:5), ascolta (cfr. per esempio Salmo 94:9).
Per Dio vengono usati pronomi personali come “te” e “tu” (cfr. per esempio Giovanni 17:3); “Egli” (cfr. per esempio Salmo 116:1-2). 
La personalità di Dio si vede dal fatto che è il Creatore di tutte le cose (cfr. per esempio Genesi 1:1; Atti 14:15; Apocalisse 4:11); Sovrano su tutto (cfr. per esempio Genesi 50:20; Salmo 75:5-7; Daniele 4:32), Preservatore di tutte le cose, Benefattore (cfr. per esempio Salmo 104:27-30; Matteo 6:26-30; 10:29-30), Padre di coloro che credono in Gesù Cristo (cfr. per esempio Giovanni 1:11-13; Galati 3:26; 4:4-6)
Dio perciò è un essere personale che comunica con la Sua creatura come vediamo con Adamo ed Eva per esempio Genesi 3, e nel contesto del nostro testo anche con il popolo d’Israele (cfr. per esempio Esodo 19:18; Deuteronomio 4:12-14; 5:22-27)
Dio non è un ufficio o un ente locale, una macchina o un computer, un’intelligenza artificiale che fornisce automaticamente informazioni. 
Egli conosce, ama, è un Padre buono. Lui si rivela e può essere chiamato, pregato. 
Così la natura del rapporto con Dio non è semplicemente una strada a senso unico, ma bilaterale dove Dio per primo prende l’iniziativa, si manifesta secondo la Sua grazia Sovrana, incontra l’uomo e l’uomo può aprirsi, prega e Lui ascolta, accoglie.
Noi vediamo che Dio parla all’uomo e l’uomo, in questa relazione è chiamato a temerlo, a rispettarlo, ad amarlo, ad ubbidirgli, come vediamo anche in Deuteronomio (cfr. per esempio Deuteronomio 4:40; 5:1-14; 6:1-19; 8:6-18; 10:12-21; 11). 
Dio come essere personale non solo ascolta e risponde alla preghiera (cfr. per esempio Deuteronomio 4:7,29-31; Salmo 145:18-19; Geremia 29:11-13; Matteo 7:7; 21:22; Giacomo 5:16), ma conforta e dà forza, aiuta coloro che soffrono e piangono (cfr. per esempio 2 Corinzi 1:3-4; 7:6), benedice i giusti (cfr. per esempio Salmo 1; 1 Pietro 3:14; Giacomo 5:11), ma altresì giudica i malvagi, è il giusto giudice (cfr. per esempio Salmo 75:10; 2 Pietro 2:4-9; Giuda 15; Romani 2:5). 
Come essere personale, Dio è amore, ama il mondo, e per questo amore ha mandato il Suo Figlio nel mondo per morire per esso (Giovanni 3:16).
Come Paolo insegna, Dio ha assunto la condizione di servo per salvare coloro che Lui conosce (cfr. per esempio Matteo 7:23; 20:2, Filippesi 2:5-8; 1 Pietro 3:18; Galati 4:8; Efesini 1:4-11); questo mostra ancora la Sua personalità.
II DIO HA UNA RELAZIONE PERSONALE CON IL SUO POPOLO
“Il SIGNORE, il tuo Dio”. 
L'uso del pronome possessivo "tuo" (kā) sottolinea il rapporto personale e intimo che esiste tra Dio e il popolo d’Israele. 
Come un essere personale Dio, ha una relazione con Israele.
In Deuteronomio la Sua personalità e la relazione con il Suo popolo la vediamo che:
A) Dio vuole che il Suo popolo segua le Sue leggi e insegnamenti (Deuteronomio 4:1-8; 11:1-32; 12:1-32; 15:1-6; cfr. per esempio Matteo 5:17-20; Giovanni 14:15,21; 15:10; Giacomo 1:25).
La voce di Dio, si manifesta nelle Sue leggi e insegnamenti, come diceva Charles Spurgeon: "La legge di Dio è una rivelazione della Sua mente e del Suo carattere. È la Sua voce che ci parla, insegnandoci cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa ci rende felici e cosa ci rende miseri".
La legge di Dio allora non è semplicemente una serie di regole, ma è piuttosto una rivelazione della natura di Dio, una voce che parla agli esseri umani per guidarli verso la felicità e la benedizione.
In Deuteronomio, vediamo allora Dio come Legislatore e Re.
Dio si presenta come il Legislatore che ha dato al popolo d'Israele la legge sul Sinai (cfr. per esempio Deuteronomio 4:13, 5:1-33).
A.W. Tozer disse: "In Deuteronomio, Dio si presenta come il Legislatore supremo che ha dato al Suo popolo la legge perfetta. Questa legge non è solo un insieme di regole, ma una rivelazione del Suo carattere e del Suo piano per l'umanità".
Egli è anche il Re che regna sul Suo popolo con giustizia e amore (cfr. per esempio Deuteronomio 7:12-16, 10:17).
Questa rivelazione della legge mostra la personalità di Dio come un essere che si preoccupa per il benessere del Suo popolo e desidera guidarli verso la giustizia e la santità per la loro benedizione (cfr. per esempio Deuteronomio 4:40; 6:24; 10:12-13; 15:5-6).
Le Sue leggi e insegnamenti non sono catene che imprigionano, ma guide che illuminano il cammino, mostrano la via della vita e conducono verso la vera felicità!
Sono come una mappa che conducono verso “la terra” della benedizione come diceva J.I. Packer: "Le leggi di Dio sono come una mappa che ci conduce verso la terra promessa della benedizione. Se le seguiamo, sperimenteremo la Sua pace, la Sua gioia e la Sua prosperità".
In Deuteronomio la Sua personalità e la relazione con il Suo popolo la vediamo dal fatto che:
B) Dio è premuroso verso il Suo popolo
Il Signore non è un Dio distante, chiuso nella sua torre d'avorio. No!  Assolutamente no!
D.L. Moody disse: "Il Signore ci ama con un amore che va oltre la nostra comprensione. Egli è sempre pronto ad ascoltare le nostre preghiere e a soccorrerci nelle nostre necessità". 
Anche il Salmista molti anni prima di Moody lo diceva: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti. [Pausa]” (Salmo 46:1-3).
Non si tratta semplicemente di pensiero positivo, ma di una fiducia ancorata nel carattere del Dio vivente e vero! 
A differenza delle potenze terrene che cambiano e falliscono, la natura di Dio è immutabile.
Quando le circostanze sono opprimenti, o fuori controllo, questi versetti offrono un luogo di fiducia, sicurezza e speranza, perché Dio è più grande di qualsiasi difficoltà specifica che affrontiamo!
Le notizie di guerre, disastri naturali e sconvolgimenti sociali possono innescare ansia in noi. 
Ma questi versetti ci ricordano che c’è un potere più grande anche quando i sistemi umani vacillano, o la natura è sconvolta!
Il Signore è un Dio che si prende cura di te, come un padre premuroso che veglia sui suoi figli (Deuteronomio 1:31, 8:5; cfr. per esempio Matteo 6:25-34; Giovanni 10:11-15; 1 Pietro 5:7).
E proprio come un padre, desidera guidarti verso la felicità e la vera realizzazione.
Il Signore è anche un Salvatore che li ha liberati dalla schiavitù in Egitto e li ha condotti nella terra promessa (Deuteronomio 6:21-24; 7:6-8).
Non si tratta di un dio generico, o distante, ma di un Dio che si è legato a Israele in modo speciale, scegliendolo come Suo popolo e promettendogli protezione e guida (cfr. per esempio Deuteronomio 7:7-8; 20:1-4; 29:1-15; 31:6).
Oggi per noi, nella Sua premura:
(1) Dio ha mandato Suo Figlio Gesù Cristo sulla terra per morire per i nostri peccati (Giovanni 3:16).
Questa è la garanzia che provvederà a tutti i nostri bisogni, se siamo Suoi figli! (Romani 8:31-32).
(2) Dio ha donato ai Suoi figli lo Spirito Santo per confortarci e guidarci (Giovanni 14:16-17; Romani 8:14-16; Galati 4:4-6).
(3) Dio ha donato ai Suoi figli la Sua Parola, la Bibbia, per insegnarci e nutrirci spiritualmente (2 Timoteo 3:16-17).
(4) Dio ci ha dato la chiesa (i fratelli e le sorelle in Cristo) per aiutarci nella nostra crescita (cfr. per esempio Efesini 4:11-16), e per il sostegno reciproco (cfr. per esempio Atti 4:42-47; 1 Corinzi 12:12-31)
In Deuteronomio la Sua personalità e la relazione con il Suo popolo la vediamo dal fatto che:
C)  Dio incoraggia e ammonisce 
Mosè, il messaggero infuocato dallo Spirito di Dio, è stato portatore di ammonimenti e incoraggiamenti che rispecchiavano la volontà di Dio.
In Deuteronomio, Dio usa Mosè per ammonire e incoraggiare gl’Israeliti, perché vuole il meglio per loro. 
Mosè esorta il popolo a seguire i comandamenti del Signore, a mantenere vivo il patto che li lega al loro Creatore e Salvatore. 
Ma nelle sue parole non risiede solo l'urgenza del dovere, ma anche la promessa di benedizioni inestimabili per coloro che camminano secondo la legge di Dio.
Mosè esorta il popolo a seguire i comandamenti del Signore Dio, e a essere fedele al patto che ha fatto con loro, promettendo benedizioni per l'obbedienza e avvertimenti di maledizioni per la disobbedienza (Deuteronomio 11:28-29; 15:5-6; 28:15-68).
La disobbedienza a Dio porta sempre a conseguenze negative, pertanto è saggio ascoltare non solo le Sue promesse, ma anche i Suoi avvertimenti ed essergli obbedienti!
John Piper afferma: "La vera fede ci spinge all'obbedienza, non all'auto-illusione", vale a dire nel pensare che possiamo credere a Dio, ma comportarci a modo nostro allontanandoci dalla Sua volontà! 
La vera fede si manifesta nell'obbedienza a Dio!
Considerando anche altri passi in relazione a questo, non basta professare la fede per essere cristiani: il Nuovo Testamento ci mette in guardia dal pericolo di auto-illuderci credendo di essere salvi solo perché ci diciamo cristiani (cfr. per esempio Luca 6:46-49; Giacomo 1:22-25; 2:14-26; 1 Giovanni 2:3-6).
Per esempio Gesù in Matteo 7:21-23 ammonisce: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?’ Allora dichiarerò loro: ‘Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!’"
"La vera fede produce obbedienza. Non c'è vera fede senza obbedienza" (John MacArthur).
La vera fede non è solo credere, ma implica anche obbedire a Dio!
La Bibbia ci avverte dall’illuderci di essere cristiani pensando che possiamo permetterci di disobbedire! 
Non illuderti di essere cristiano se non vivi secondo la Parola di Dio!
Questo mostra la personalità di Dio come un essere che si preoccupa delle azioni e delle scelte del Suo popolo: li incoraggia verso l’obbedienza e la benedizione, e li ammonisce facendoli riflettere sulla disobbedienza e la maledizione! 
In Deuteronomio la Sua personalità e la relazione con il Suo popolo la vediamo dal fatto che:
D) Il Signore è un Dio di grazia e perdona
Anche quando il popolo d'Israele fallisce nel rispettare i termini del patto e quindi viene meno all’obbedienza della Sua legge, Dio mostra la Sua personalità attraverso la Sua misericordia e il Suo perdono. 
Pur punendo il peccato, Dio offre anche la possibilità di pentimento e di ritorno a Lui, dimostrando la Sua grazia e pazienza per il Suo popolo (cfr. per esempio Deuteronomio 4:29-31; 30:1-10).
Dio è un Dio giusto che punisce il peccato (cfr. per esempio Deuteronomio 7:9-10; 9:7-8; 28:1-68; 32:4,35), ma anche un Dio di grazia (cfr. per esempio Romani 3:23-25; 5:20-21; Efesini 1:5-6; 2:8; 1 Giovanni 1:8-10) che perdona per chi ritorna a lui con pentimento come mostrato anche dalla parabola che conosciamo tutti del figliol prodigo che Gesù ha raccontato (Luca 15:11-31).
La parabola inizia con un padre che ha due figli. 
Il figlio minore chiede la sua parte di eredità e se ne va in un paese lontano dove sperpera tutto il suo denaro in una vita dissoluta. Quando si ritrova povero e solo, si pente e decide di tornare a casa dal padre.
Il padre, vedendolo da lontano, corre incontro al figlio e lo abbraccia con affetto. Lo accoglie a braccia aperte, senza rimproverarlo per i suoi errori. 
Il padre ordina di preparare una festa per celebrare il ritorno del figlio.
Il figlio maggiore, invece, si arrabbia e non vuole entrare in casa. 
Si lamenta con il padre perché ha sempre obbedito e non ha mai ricevuto una festa simile. 
Il padre lo invita a entrare e a rallegrarsi per il ritorno del fratello minore, che era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.
Il figliol prodigo rappresenta l'uomo peccatore che si allontana da Dio e sperimenta le conseguenze del suo peccato; tuttavia, si pente e decide di tornare dal padre, cioè Dio, che ama incondizionatamente i Suoi figli e li accoglie a braccia aperte quando si pentono.
Questa parabola, è un messaggio di speranza e di amore: Dio è un padre misericordioso che aspetta sempre a braccia aperte il peccatore che si pente.
Dio è sempre pronto a perdonare tutti i nostri peccati quando ci pentiamo sinceramente davanti a Lui (cfr. per esempio Atti 2:38; 3:19).
CONCLUSIONE
Pensa un attimo: a noi, creature peccaminose, fragili e mortali, è data la possibilità di avere un rapporto intimo, vivo e personale con Dio. 
Non un dio qualsiasi, ma il Creatore dell'universo, l'essere più santo, elevato e sublime che esista. 
Colui che nessuno ha mai visto e che nessuno può vedere e rimanere in vita (cfr. per esempio Isaia 57:15; 1 Timoteo 6:15-16).
E non solo: la cosa ancora più straordinaria è che Dio stesso desidera questa relazione con noi! 
Non è qualcosa che dobbiamo conquistare, o guadagnare, ma un dono che Lui ci offre con amore (cfr. per esempio Isaia 43:10-11; 45:4; Galati 4:9; Efesini 1:4; 1 Giovanni 4:19).
Immagina di poter avere un legame profondo con l'essere più potente e saggio che esista, questo non è una persona di questo mondo, ma Colui che ti conosce meglio di chiunque altro e che ti ama incondizionatamente: il Tuo Creatore e Padre!
Il Dio che ascolta sempre, che sostiene nelle difficoltà e che guida verso il destino migliore!
Questa è la possibilità che ci viene offerta: una relazione intima, viva e personale con Dio. 
Un'opportunità unica per vivere una vita piena di senso, significato, scopo, gioia pace, amore.
Allora, perché non apriamo il nostro cuore a Dio e non accogliamo questo dono prezioso? 
Non perdiamo l'occasione di vivere una vita davvero straordinaria, in comunione con Dio!
Dovremmo ringraziare Dio per questo!
Ma dobbiamo ancora ricordare che una volta che lo abbiamo sperimentato, non significa che tutto finisce qui, perché la relazione con Dio è un dono prezioso che va coltivato ogni giorno, attraverso i mezzi che Lui stesso ci ha dato: la preghiera, la Bibbia, la chiesa.
Ma voglio farti due domande, la prima è: desideri conoscere Dio al di sopra di tutto e tutti?
Se non hai questo desiderio ci saranno altre cose, o persone che avranno la priorità.
La seconda domanda che voglio farti è: com’è la tua relazione con Dio? 
Lo puoi capire:
1) Dal tempo che dedichi a Dio quotidianamente
Quanto tempo stai alla presenza di Dio con la preghiera regolare, non solo per chiedere favori, ma per coltivare un dialogo intimo con Lui?
Quanto tempo stai alla presenza di Dio con la lettura e meditazione della Bibbia? Hai un appuntamento fisso nella tua giornata per nutrire la tua anima con la Parola di Dio?
Frequenti la chiesa regolarmente con gioia, partecipando attivamente alla vita della comunità?
Com’è la tua relazione con Dio? Lo puoi capire:
2) Dai tuoi pensieri e dalle tue parole
Quante volte pensi a Dio durante il giorno, o parli di lui agli altri? Ti vergogni di Lui davanti alle persone?
Quanto hai un problema a chi ti rivolgi prima di tutti?
E quando qualcuno ti chiede dei consigli, quando li dai, sono in relazione secondo la Parola di Dio?
Com’è la tua relazione con Dio? Lo puoi capire dalle:
3) Tue azioni e dalle tue scelte
Cerchi di vivere secondo i principi di Dio, anche quando va contro i tuoi interessi?
Com’è la tua vita di santificazione e di consacrazione davanti a Dio?
Metti Dio al primo posto nelle tue decisioni, o nelle tue azioni, anche quando sacrificano i tuoi desideri?
Infine, com’è la tua relazione con Dio? lo puoi capire:
4) Dalla tua pace interiore
Sperimenti una profonda pace interiore, frutto della fiducia in Dio anche quando affronti le sfide della vita?
Quando tutto ti sembra che stia andando a rotoli?
La tua vita è permeata da una gioia autentica e contagiosa nonostante tutto?
Facciamo nostra questa preghiera:
Padre Celeste, con cuore grato ti ringrazio per il dono prezioso della mia relazione con Te. È un tesoro che custodisco con cura e che desidero coltivare ogni giorno.
Ti ringrazio per la Tua Parola che mi nutre spiritualmente e illumina il cammino davanti a me. 
Le Tue parole sono una fonte di vita e di saggezza, mi aiutano a comprendere meglio il Tuo amore infinito.
Ti ringrazio per la preghiera, che mi permette di aprirti il mio cuore e di ascoltare la tua voce; è un momento intimo e personale, in cui posso dialogare con Te e trovare conforto, pace e speranza.
Ti ringrazio per la chiesa, che mi permette di vivere in comunione con altri fratelli e sorelle in fede. È una comunità di amore e di sostegno, dove posso celebrare la Tua presenza e crescere insieme nella conoscenza di Te.
So che posso fare di più per dedicarti il tempo che meriti. 
Desidero pregare con più frequenza e fervore, non solo per chiedere favori, ma per coltivare un dialogo intimo e costante con Te. 
Aspiro a meditare sulla tua Parola con maggiore profondità, lasciando che essa trasformi il mio cuore e illumini il mio cammino.
Aiutami a vivere secondo i Tuoi principi, anche quando è difficile. 
Donami la forza di fare scelte che onorano il Tuo nome e che rispecchiano il Tuo amore. 
So che non sono solo, perché Tu sei sempre con me e mi sostieni nelle sfide e nelle tentazioni.
La fede in Te mi dona una pace interiore profonda. 
So che Tu sei al controllo della mia vita e che non devo temere nulla. 
Affronto le sfide con coraggio e speranza, sapendo che Tu sei sempre al mio fianco. 
La mia vita è permeata da una gioia autentica e contagiosa che sgorga dalla mia relazione con Te.
Ti chiedo di continuare a guidarmi e a ispirarmi nel mio cammino di fede. 
Aiutami a crescere nella conoscenza e nell'amore di Te, e a diventare un testimone del Tuo amore nel mondo.
Nel nome di Gesù. Amen.

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