Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
Giacomo 4:13-17: Dio governa le circostanze della nostra vita.
“E ora a voi che dite: ‘Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo’; mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: ‘Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest'altro’. Invece voi vi vantate con la vostra arroganza. Un tale vanto è cattivo. Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.”.
La nostra esistenza, come anche tutte le circostanze della vita sono nelle mani di Dio!
Dopo aver parlato contro la maldicenza che è sintomo di arroganza nei riguardi del fratello, della legge di Dio, ora Giacomo parla contro gli arroganti mercanti. L’idea principale che troviamo nei vv.13-17 è che non dobbiamo pianificare il futuro come se fossimo in completo controllo della nostra vita, ma dobbiamo fare affidamento alla sovranità di Dio. La mancata applicazione di questo principio significa peccare. La nostra vita e tutte le circostanze sono nelle Sue mani (per esempio Salmo 139:13-16; Romani 8:28; Efesini 1:11). Non possiamo essere così arroganti da pensare che possiamo fare quello che ci pare come quei commercianti a cui scrisse Giacomo che pianificavano senza considerare Dio mettendolo fuori dai loro progetti come se Lui non esistesse; Giacomo li ammonisce riportandoli a considerare la loro fragilità, sono un vapore! La stragrande maggioranza delle persone, ma anche certi cristiani vivono una vita di ateismo pratico; ci sono persone che dicono di credere in Dio, ma, in realtà, sono atei nella pratica, vivono come se Dio non esistesse nel loro comportamento, nel modo in cui prendono decisioni e pianificano il loro futuro. Queste persone non tengono conto della sovranità di Dio, della Sua grazia e fedeltà, agiscono come se fossero autosufficienti, in pieno controllo delle situazioni e prendono il merito per tutto il bene che sperimentano. Questo non è solo per le cose materiali, che dipendiamo da Lui in ogni cosa, per la vita stessa materiale (Cfr. Isaia 42:5; Atti 17:24-25), ma anche per le cose spirituali, ci sono persone che si vantano per esempio per le conversioni, per quanto hanno donato materialmente, per il servizio, ecc. e non danno gloria a Dio non riconoscendo la Sua giusta autorità, che dipendiamo da Lui e che tutto ciò che siamo e facciamo è merito Suo (1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5). Non siamo autosufficienti e autonomi, padroni della nostra vita, del nostro destino. La nostra vita dipende da Dio! Paolo aveva capito questo, infatti quando aveva il desiderio di andare da una parte diceva: “Dio volendo” (Atti 18:21); oppure: “Se piace a Dio” (Romani 15:32); o: “Se il Signore vorrà” (1 Corinzi 4:19; cfr. Esodo 12:35-36; 1 Cronache 13:2; Giobbe 5:18; Proverbi 3:5-6; Luca 1:52-53; Ebrei 6:3; Salmo 31:14-15; Proverbi 16:33; 20:24).
L'autosufficienza e l'indipendenza appartengono di diritto solo a Dio, perché è il creatore e redentore sovrano, a noi spetta affidarci a Lui riconoscendo la Sua sovranità, il fatto che dipendiamo da Lui e riconoscendo la nostra creaturalità!